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Periodico di informazione e cultura - CASTRI PIRI VALLES

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sue<br />

.<br />

mani erano come ra<strong>di</strong>ci, consumate dall’artrite.. Il papà Leopoldo non si abituò mai alla Svizzera.<br />

Il suo carattere oramai era stato segnato e alternava momenti in famiglia con rientri in patria, dove<br />

comunque non riusciva a trovare una stabilità. Per un pò Adelina lo seguì, poi lei rimase stabilmente<br />

qui, poiché il lavoro a lei non mancava e i figli crescevano… Leopoldo morì a Cesena, durante<br />

un bombardamento, e così Adelina rimase sola a Lugano . Questo é il pezzo più triste della<br />

nostra storia familiare, storia che comunque voglio raccontare per omaggiare e non <strong>di</strong>menticare<br />

questa gente forte che non ebbe vita facile.<br />

I figli cresciuti in Svizzera, mio nonno<br />

Aurelio e fratelli, crebbero e si fecero le<br />

loro famiglie.<br />

Malgrado tutto la loro vita fu all’insegna<br />

della tranquillità e si amalgamarono al<br />

popolo svizzero gradatamente e con<br />

successo. Non <strong>di</strong>menticherò mai come<br />

era benvoluto nonno Aurelio . Svolse<br />

numerosi lavori, taxista, giar<strong>di</strong>niere, e<br />

camionista. Sempre all’opera e generoso<br />

fino all’inverosimile con tutti, tanto da<br />

con<strong>di</strong>videre con tutti gli amici l’unico<br />

pentolone <strong>di</strong> minestra per il pranzo <strong>di</strong><br />

Natale. Le mie figlie, adesso nell’ora<br />

dell’opulenza neanche credono a queste<br />

storie.<br />

Ma che rapporto abbiamo noi, oramai svizzeri con la vostra bella Italia ?<br />

Prima <strong>di</strong> tutto, personalmente, conservo nel mio cuore tutte queste vicende familiari le quali già da<br />

giovanissima mi hanno portato a visitare il paese natale dei miei avi ed essere riconoscente a loro<br />

per avermi trasmesso una parte <strong>di</strong> sangue italiano <strong>di</strong> cui vado fiera.<br />

Da <strong>di</strong>versi anni, però, certe amicizie ci hanno portato più a sud, cioè nelle Marche.<br />

Vorrei parlare della prima amicizia, quella con Don Elvio Sforza, <strong>di</strong> Apiro. Durante un viaggio in Romania,<br />

abbiamo avuto il privilegio <strong>di</strong> conoscere questo simpaticissimo sacerdote e la sua gradevole<br />

compagnia, ci ha spinto a visitarlo nella sua terra.<br />

Abbiamo potuto conoscere storia e<br />

<strong>cultura</strong> del territorio che per noi, ora, é<br />

<strong>di</strong>ventato meta <strong>di</strong> visite semestrali.<br />

Non <strong>di</strong>menticheremo mai come ci<br />

siamo <strong>di</strong>vertiti al penultimo forum migrantes<br />

tenutosi ad Apiro, con rievocazione<br />

storica sulla piazza del paese.<br />

Durante la stessa manifestazione abbiamo<br />

scarpinato anche noi, in allegra<br />

e grande compagnia, attraverso il territorio,<br />

visitando chiesette e cappelle<br />

<strong>di</strong>sperse nella campagna circostante,<br />

veri gioiellini <strong>di</strong> fede. E da ultimo, rinfresco<br />

sul sagrato della chiesa, sulla<br />

piazza centrale. Gran<strong>di</strong> risate e poi<br />

via, da Enzino a mangiare le sue magnifiche<br />

tagliatelle. Abbiamo pernottato al San Vicinio, che ci ha ricordato le nostre montagne, in un<br />

ambiente semplice e cor<strong>di</strong>ale.<br />

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