Periodico di informazione e cultura - CASTRI PIRI VALLES
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Quadro del Crocifisso<br />
Dagli archivi: curiosità.<br />
Ciao a tu(. Ormai passo molto tempo tra la Collegiata <strong>di</strong> Sant’Urbano e le altre Chiese del circondario, per ricostruire la <br />
provenienza <strong>di</strong> tu=o il materiale custo<strong>di</strong>to nella raccolta <strong>di</strong> Sant’Urbano. Per esempio, una delle <strong>di</strong>fficoltà incontrate è <br />
quella <strong>di</strong> poter idenCficare con precisione gli altari delle chiese, quando è scri=o “il primo a destra, o a sinistra dell’altare <br />
maggiore” oppure, come scrivevano una volta: “Cornu evangeli” o “cornu epistolae”. Una volta gli altari erano rivolC ver‐<br />
so l’abside della chiesa, poi sono staC giraC verso il pubblico, cambiando la posizione del vangelo e del “libro delle le=e‐<br />
re”. Tra i vari scri=ori non ho riscontrato lo stesso metodo <strong>di</strong> valutazione della destra e sinistra dell’altare maggiore. Nella <br />
nostra chiesa della Collegiata <strong>di</strong> Sant’Urbano qualcuno ha pensato bene <strong>di</strong> numerare gli altari, partendo dall’altare Mag‐<br />
giore n. 1, proseguendo verso l’altare del SS. Sacramento n.2 e così via, fino al numero nove.<br />
In quella chiesa l’altare n. 3 è de<strong>di</strong>cato a San Giuseppe, con tanto <strong>di</strong> statua <strong>di</strong> carta pe‐<br />
sta <strong>di</strong> Lecce, dono della famiglia Pomponi; anCcamente, fino al 1886 l’altare apparte‐<br />
neva alla famiglia Moriconi ed era de<strong>di</strong>cato al SS. Crocifisso. Non sapevo cosa ci fosse <br />
sull’altare, fino a quando, nei giorni scorsi, controllando de=agliatamente alcune foto‐<br />
copie <strong>di</strong> documenC fornitemi dal maestro Livio Zamponi <strong>di</strong> Bologna, ho in<strong>di</strong>viduato <br />
degli appunC manoscri( <strong>di</strong> Don Filippo Andreani, un canonico della collegiata che <br />
qualcuno ancora ricorda. Il prete, nel 1911, facendo l’inventario della chiesa della Ma‐<br />
donna della Figura, descriveva così la tela posta <strong>di</strong>etro l’altare principale:<br />
“Una tela rappresentante il Crocifisso con gli apostoli Pietro e Paolo (?), nell’altare <br />
Maggiore, tolta da un altare della Collegiata, ove ora trovasi la statua <strong>di</strong> San <br />
Giuseppe. Tale tela non si sa se sia stata donata…”<br />
Contento <strong>di</strong> questa noCzia, sono andato nella chiesa della Madonna della Figura ed ho <br />
trovato la tela <strong>di</strong>etro l’altare Maggiore.<br />
Rappresenta il Crocifisso, con so=o tre figure maschili: una reca in mano le chiavi, <br />
come <strong>di</strong> solito è rappresentato San Pietro; la seconda, più che San Paolo, sembra San <br />
Giovanni e la terza figura, un frate, che abbraccia la croce, probabilmente San <br />
Francesco. <br />
Pur avendo grosse perplessità ho pensato che fosse il quadro dell’altare n.3 della Colle‐<br />
giata, al quale una mano aveva aggiunto successivamente la figura <strong>di</strong> San Francesco.<br />
Tre giorni fa, conCnuando nel mio giro delle chiese del circondario, sono capitato in quel‐<br />
la <strong>di</strong> Montalvello, de<strong>di</strong>cata al SS. Crocifisso, come ho appreso dalla Signora Antonia Tara‐<br />
bello . La stessa mi ha riferito che la tela posta sull’abside è “anCca e rappresenta il Cro‐<br />
cifisso con so=o l’Apostolo Pietro ed altra figura maschile, con in mano una palla <strong>di</strong> fuo‐<br />
co, che <strong>di</strong>cono sia San Paolo”. <br />
Allora mi sono sorC dei dubbi:<br />
Sarà questa la tela che all’inizio era nell’altare n.3 della chiesa della Collegiata <strong>di</strong> Sant’Ur‐<br />
bano, poi era passata all’altare principale della chiesa della Madonna della Figura e suc‐<br />
cessivamente ala chiesa <strong>di</strong> Montalvello?<br />
Chiedo aiuto ai le=ori, per avere qualche suggerimento.<br />
Ermete Mariotti<br />
Chiesa <strong>di</strong> S. Urbano: scomparso lʼaltare <strong>di</strong> proprietà Turchi, dove fu sepolto Mons. GENTILI<br />
Mons.Quinto Domizi , noto storico e ricercatore ci invia una notizia, già pubblicata a suo tempo ma <strong>di</strong> attualità per noi che cerchiamo <strong>di</strong> essere esaurienti<br />
( quando ci riusciremo data la mole dei documenti rinvenuti?) sulla famiglia Turchi e la famiglia Fedeli <strong>di</strong> Apiro<br />
“Le spoglie <strong>di</strong> Mons.Giovanni Gentili vescovo hanno riposato dal 1859 al 1949 nella chiesa <strong>di</strong> S.Urbano <strong>di</strong> Apiro”<br />
“….Colpito da apoplessia nel1849 e nel 1852 reso inabile all’apostolico ministero, rinunziò il vescovado e si restituì al suolo natio.<br />
Di là, nell’aprile 1858, venne in Apiro, e seguendo la sua nepote Antonia, fatta sposa <strong>di</strong> Antonangelo Fedeli, e nel dì 22 aprile 1859, munito <strong>di</strong> tutti i<br />
sacramenti della nostra santa religione, passò agli eterni riposi.<br />
Nel giorno 25 del mese stesso venne il <strong>di</strong> lui corpo trasportato nella chiesa Collegiata, coll’intervento del capitolo, della magistratura, delle corporazioni<br />
religiose e <strong>di</strong> tutte le confraternite del paese, facendo seguito alla funebre pompa il Citta<strong>di</strong>no Concerto e numeroso popolo, dove si celebrarono<br />
all’estinto solenni esequie con musica.Finalmente la sera del dì successivo fu composta l’urna, che racchiude le ceneri dell’illustre Prelato, in un sepolcro<br />
appositamente scavato a sud della colonna, che <strong>di</strong>vide la cappella del SS.Crocifisso da quella <strong>di</strong> S.Ottavio, nella nave destra.”<br />
Sin qui “Memorie manoscritte ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Angelo Pelagalli”.<br />
Nel 1949 il Vescovo Longinotti <strong>di</strong> S.Severino volle trasferirlo a Sanseverino, nella cripta per i Vescovi che aveva costruito sotto la nuova cappella del<br />
santo Patrono nel duomo a Castello.<br />
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