Periodico di informazione e cultura - CASTRI PIRI VALLES
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L’Esino fuori dagli argini<br />
Ripeto cose che tutti sanno, che tutti dovrebbero sapere, ma<br />
.<br />
per negligenza o tornaconto non ricordano e fanno finta <strong>di</strong> non sapere;<br />
i nostri fiumi non sono lunghi ma tortuosi, a regime torrentizio,<br />
con un piccolo bacino idrografico, non sono alimentati da<br />
ghiacciai, ma da notevoli centri urbani: un grosso temporale, si<br />
gonfiano a <strong>di</strong>smisura, dopo qualche giorno sono <strong>di</strong> nuovo in secca;<br />
per capire se sono pericolosi basta guardare i monti, se piove sopra<br />
la neve, l’Esino <strong>di</strong>venta impetuoso, i suoi argini non riescono a<br />
contenerlo; non sono state molte le piene, nel 1930-1935-1992- e<br />
due nel 2010 a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pochi giorni.<br />
La più rovinosa quella del’’92; dopo anni <strong>di</strong> piogge regolari, crebbero<br />
alberi lungo il letto del fiume; erano tantissimi e da anni non si tagliavano; il <strong>di</strong>sastro iniziò con lo sra<strong>di</strong>camento<br />
degli alberi nel letto del fiume che andarono ad impigliarsi su quelli sugli argini; la forza dell’acqua<br />
che aveva reso molli gli argini sra<strong>di</strong>cò anche questi ultimi che, trascinati dalla corrente, intaccarono i piloni dei<br />
ponti facendoli crollare o lesionandoli… sembrava un campo <strong>di</strong> battaglia, ma nessuno aveva combattuto.<br />
Il copione è sempre quello: 24 ore <strong>di</strong> pioggia con 2 metri <strong>di</strong> neve ininterrotta nel ’92, e quasi 1 metro <strong>di</strong> neve<br />
nei giorni successivi.<br />
Nelle alluvioni Serra Sanquirico se l’è cavata bene, <strong>di</strong>rei, per questo un grazie affettuoso al Sindaco pro tempore<br />
Gianni Fiorentini che incurante delle solite proteste sterili, dei soliti protestanti non ha voluto sentire ragioni<br />
e ha fatto ripulire l’Esino e sistemare gli argini.<br />
Con la piena del 1 <strong>di</strong>cembre, che è stata superiore alle altre, l’Esino si è adagiato sui campi, ma senza far danni.<br />
Poco più a valle, dove non era stato toccato, forse perché ritenuto<br />
abbastanza profondo o per non finire nelle ire dei protestanti, il fiume<br />
è straripato per finito nei campi e nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tre imprese rimaste<br />
isolate. In prossimità della frazione Falcioni, per la piena è stata<br />
chiusa anche la superstrada Ancona/Roma, e l’Esino è andato a<br />
scorrere nella carreggiata stradale. La zona industriale <strong>di</strong> Serra era<br />
piena <strong>di</strong> mezzi parcheggiati nell’attesa che le acque si ritirassero e<br />
permettessero <strong>di</strong> viaggiare verso Fabriano e l’Umbria.<br />
Nessuna delle autorità si è ricordata che nei primi anni ‘50 la NATO<br />
finanziò e fece costruire una strada alternativa a quella della Gola<br />
della Rossa, ritenuta strategica ma vulnerabile, senza ponti e senza limite <strong>di</strong> tonnellaggio, per i carri armati e<br />
autobotti, valicando il Monte Murano.<br />
Ritorniamo all’Esino: facendo un giro per documentazione fotografica, incontrai l’attuale Sindaco, compiacendomi<br />
per il lavoro fatto dal suo predecessore – niente <strong>di</strong>fferenze politiche, ambedue <strong>di</strong> sinistra- lamentando<br />
che non si era seguito l’esempio…<br />
Mi sono sentito rispondere:”Ma ha piovuto tanto, anche a Moie, Jesi e giù è tutto così!”<br />
“Certo, vero, ma gran parte dell’Esino ha il letto del fiume più alto dei campi, le politiche ambientali fatte male,<br />
fanno male…” – rispondo.<br />
A noi popolo non rimane altro che il poter protestare poi, comunque, pagare i danni; non possiamo prendercela<br />
sempre con il Padreterno, dobbiamo saper prevenire ciò che abitualmente si manifesta. È troppo comodo <strong>di</strong>re<br />
“Ha piovuto tanto”… tanto sì, ma non troppo: se ce la pren<strong>di</strong>amo sempre col Padreterno, non impariamo mai.<br />
Fortunato Lui che è risorto, ma è anche vero che ad un suo <strong>di</strong>scepolo e papa, Formoso, non risparmiò la penitenza.<br />
Infatti i successori lo riesumarono e lo misero seduto su una se<strong>di</strong>a da tribunale, fu processato e le sue ossa gettate<br />
nel Tevere, sempre in piena!!!<br />
10<br />
Giovanni Loccioni