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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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Materiali <strong>per</strong> la programmazione didattica<br />

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76<br />

modulare. Le o<strong>per</strong>azioni attraverso le quali si sviluppa la programmazione didattica<br />

dei docenti sono le seguenti:<br />

a) esame della disciplina e dell’ambito disciplinare e determinazione dei nuclei<br />

concettuali e o<strong>per</strong>ativi forti. Individuazione di sezioni del programma omogenee<br />

nei contenuti e negli argomenti, che sviluppino conoscenze, competenze<br />

e capacità certificabili;<br />

b) esplicitazione, <strong>per</strong> ciascun modulo, dei prerequisiti che gli alunni devono possedere<br />

e degli obiettivi cognitivi e delle competenze da certificare al termine<br />

del modulo;<br />

c) aggregazione dei moduli secondo una logica di connessioni lineari o trasversali<br />

(come già illustrato in precedenza);<br />

d) determinazione delle unità didattiche che compongono il modulo;<br />

e) progettazione delle fasi di valutazione attraverso l’individuazione delle prove<br />

di verifica, con riferimento ai contenuti e alla loro tipologia <strong>per</strong> l’accertamento<br />

dei prequisiti, delle competenze in itinere e di quelle finali.<br />

Particolare attenzione va rivolta alle prove di verifica: mentre quelle intermedie assumeranno<br />

una valenza formativa, quella finale del modulo sarà sommativa e si riferirà<br />

alle competenze acquisite grazie alla somma delle unità didattiche che compongono<br />

il modulo. Se queste verifiche sono riferite a degli standard concordati tra i tre sistemi<br />

formativi, daranno luogo a dei crediti formativi, che consentono il passaggio tra i sistemi.<br />

In tale senso si esprime l’art. 68.5 della l. 144/99 (collegato sul lavoro alla manovra<br />

finanziaria ’99) che recita: “sono concordati i criteri coordinati e integrati di riconoscimento<br />

reciproco dei crediti formativi e della loro certificazione”. La realizzazione di<br />

questo complesso impianto didattico organizzativo richiede due ordini di innovazioni:<br />

Innovazioni strutturali, legate a riforme già in atto o ancora da portare a compimento,<br />

in particolare <strong>per</strong> quanto riguarda la flessibilità degli orari ed il riconoscimento<br />

di un più ampio e diverso spazio al curricolo locale. Infatti l’attuale<br />

quota del 15% risulta minima e di difficile gestione, in quanto applicata al monte<br />

ore di ogni singola materia. Il riferimento al monte ore complessivo annuale,<br />

ferma restando la presenza di tutte le discipline previste dal curricolo, faciliterebbe<br />

l’utilizzo di questo spazio di flessibilità. La complessità organizzativa derivante<br />

da quest’innovazione richiede inoltre una forte flessibilità nella gestione<br />

delle risorse umane, che si può realizzare grazie all’organico funzionale.<br />

Innovazioni professionali, che riguardano la progettazione del consiglio di classe e<br />

dei gruppi di lavoro <strong>per</strong> discipline e <strong>per</strong> ambiti disciplinari, i cui componenti devono<br />

compiere un’attenta analisi disciplinare, individuando i nuclei fondanti e articolando<br />

il curricolo in moduli. Infatti, la strategia modulare <strong>per</strong>mette di fare acquisire<br />

agli alunni “competenze specifiche comunque significative, verificabili, documentabili<br />

(con la certificazione) e capitalizzabili (cioè cumulabili)” 2 su<strong>per</strong>ando la logica<br />

– ancora presente in alcuni programmi ministeriali – della trasmissione di conoscenze<br />

non strutturate, scarsamente utili <strong>per</strong> l’acquisizione di sa<strong>per</strong>i significativi.<br />

L’impegno professionale deve essere prioritariamente rivolto al lavorare collegialmente,<br />

<strong>per</strong> rendere confrontabili e omogenee le programmazioni sia dei consigli<br />

di classe, che quelle individuali.<br />

2. G. Domenici, Manuale dell’orientamento e della didattica modulari, Ed. Laterza, 1998.

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