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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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ca modulare le conoscenze si possono anche organizzare a blocchi, combinandosi<br />

secondo un disegno flessibile. Quindi durante il progredire del <strong>per</strong>corso formativo<br />

si può cambiare la collocazione di un modulo spostandolo rispetto alla programmazione<br />

originaria, in funzione di esigenze che man mano si prospettano.<br />

Nel sistema della formazione professionale è stato introdotto già da tempo il concetto<br />

di modulo, inteso come componente elementare di un <strong>per</strong>corso formativo<br />

individuale che lo studente costruisce accumulando moduli, intesi come unità<br />

capitalizzabili.<br />

La verifica delle competenze acquisite al termine del modulo comporta il riconoscimento<br />

e la certificazione di un credito formativo che viene sommato con altri,<br />

in numero e qualità sufficienti al rilascio di un titolo professionale.<br />

Queste competenze possono essere conseguite dal soggetto a seguito della frequenza<br />

di corsi di formazione professionale, di un’es<strong>per</strong>ienza lavorativa, o <strong>per</strong> effetto<br />

di autoformazione; la certificazione è <strong>per</strong>ò subordinata ad una verifica, che mira ad<br />

accertare il conseguimento di competenze esplicitate sotto forma di standard.<br />

Il modulo, secondo quest’approccio, viene costruito prescindendo da un rapporto<br />

con i docenti e con il gruppo di classe.<br />

Nell’ottica scolastica invece – così come abbiamo detto all’inizio – l’organizzazione<br />

modulare deve tenere presente l’aspetto dell’organizzazione del lavoro scolastico,<br />

con riferimento al rapporto con il gruppo di alunni che costituiscono la classe<br />

e con il gruppo di docenti del consiglio di classe, <strong>per</strong> la realizzazione di moduli<br />

pluri o interdisciplinari con spazi orari da destinare allo svolgimento del modulo,<br />

in funzione sia del tempo scuola degli alunni, sia del carico orario dei docenti.<br />

In quest’ottica la programmazione modulare presuppone:<br />

a) l’organizzazione sia del tempo scuola, sia dei carichi orari – docenti in funzione<br />

dei tempi richiesti dalla realizzazione dei moduli;<br />

b) la disaggregazione della classe, che in determinati <strong>per</strong>iodi potrà suddividersi<br />

in gruppi di studenti omogenei <strong>per</strong> livello.<br />

O<strong>per</strong>ativamente si concorda:<br />

• la parte del tempo scuola degli alunni da destinare a ciascun modulo;<br />

• i tempi degli interventi individuali e/o di compresenza dei docenti, in funzione<br />

della realizzazione di moduli pluri o interdisciplinali;<br />

• la composizione dei gruppi d’alunni coinvolti nel modulo.<br />

Il regolamento sull’autonomia (d.P.R. 275 del 8.3.1999) prevede all’art. 4.2 “l’articolazione<br />

modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina” e “l’articolazione<br />

modulare di gruppi di alunni”. In questo caso il concetto di modulo ha<br />

un’accezione organizzativa, che <strong>per</strong>ò è funzionale alla didattica. In altri termini<br />

gli orari e le classi vengono organizzati modularmente al fine di <strong>per</strong>mettere la costituzione<br />

di <strong>per</strong>corsi formativi che coinvolgano più discipline, su<strong>per</strong>ando la scansione<br />

settimanale degli orari dei docenti.<br />

In prospettiva il <strong>per</strong>corso formativo potrebbe essere organizzato non più <strong>per</strong><br />

classi di età, ma appunto <strong>per</strong> moduli legati ad un sistema di crediti formativi, così<br />

come avviene in alcuni <strong>per</strong>corsi s<strong>per</strong>imentali che hanno reso più flessibile il progetto<br />

Sirio (esempio il progetto nuove opportunità integrate <strong>per</strong> Torino).<br />

Vediamo ora come si realizza, da un punto di vista o<strong>per</strong>ativo, la progettazione<br />

Materiali <strong>per</strong> la programmazione didattica<br />

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