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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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Materiali <strong>per</strong> la programmazione didattica<br />

6 <br />

74<br />

3. La progettazione modulare<br />

III) Al di là dei brani proposti <strong>per</strong> i vari moduli secondo le modalità indicate, si<br />

può cominciare un lavoro più specifico sugli autori, con contestualizzazione, decodificazione<br />

della lingua letteraria, ricodificazione, eventualmente con il raffronto<br />

con diverse traduzioni letterarie. Non propongo testi particolari, <strong>per</strong>ché<br />

esistono molte antologie variamente impostate. L’importante è che sia chiaro<br />

che quanto si sta facendo è l’obiettivo fondamentale dello studio del latino: quindi<br />

i testi devono essere significativi dal punto di vista espressivo e attraenti come<br />

contenuto. È inutile far credere ai ragazzi di star facendo un lavoro approfondito<br />

su storia o mito leggendo Eutropio o Igino.<br />

di Graziella Arnaldi Fresia (da «Rivista dell’istruzione», n. 6, 2001, pp. 934-939)<br />

L’organizzazione modulare, nella sua accezione più completa, presuppone la<br />

combinazione tra diversi elementi che riguardano il curricolo, il tempo di insegnamento/apprendimento<br />

e lo spazio orario.<br />

L’innovazione può limitarsi al primo aspetto relativo all’organizzazione curricolare, –<br />

così come avviene nella formazione professionale – e tradursi in una programmazione<br />

a blocchi, ognuno dei quali viene definito modulo. Secondo G. Domenici esso<br />

costituisce “una parte significativa, altamente omogenea e unitaria di un più esteso<br />

<strong>per</strong>corso formativo, disciplinare, pluri-multi-interdisciplinare programmato (una<br />

parte del tutto), ma in grado di assolvere ben specifiche funzioni e di far <strong>per</strong>seguire<br />

ben precisi obiettivi cognitivi verificabili documentabili e capitalizzabili”. 1 Partendo<br />

da questa definizione possiamo dire che gli elementi costitutivi del modulo sono:<br />

• l’individuazione di obiettivi (prevalentemente, ma non esclusivamente cognitivi)<br />

verificabili con riferimento ai livelli di apprendimento ed esplicitati in<br />

termini di conoscenze, competenze e capacità che gli allievi devono conseguire<br />

e che devono essere documentabili e capitalizzabili, cioè cumulabili;<br />

• l’omogeneità/unitarietà interna rispetto agli obiettivi, ai contenuti, agli argomenti,<br />

alle attività e alle metodologie adottate.<br />

L’estensione del segmento di curricolo che viene utilizzato <strong>per</strong> la costruzione del<br />

modulo può essere molto varia; importante è che sia unitaria da un punto di vista<br />

concettuale, con riferimento a un determinato problema.<br />

Il modulo è costituito da ulteriori segmenti formativi unitari che sono le unità didattiche,<br />

anch’esse autoconsistenti come il modulo, ma che non <strong>per</strong>mettono di<br />

conseguire competenze significative ai fini della certificazione.<br />

La connessione tra moduli può essere:<br />

a) in sequenza lineare (verticale), in relazione a criteri di propedeuticità degli argomenti<br />

previsti <strong>per</strong> ciascun modulo (così come avviene con la programmazione<br />

<strong>per</strong> unità didattiche);<br />

b) in parallelo (orizzontale), quando si adottano criteri sincronici stabilendo connessioni<br />

trasversali tra due o più moduli, in modo da sviluppare abilità di associazione.<br />

In sintesi, nella programmazione didattica tradizionale il <strong>per</strong>corso formativo è<br />

lineare, rigido, composto da unità didattiche sequenziali, mentre con la didatti-<br />

1. G. Domenici, Manuale dell’orientamento e della didattica modulari, Ed. Laterza, 1998.

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