Guida per l'insegnante - Palumbo Editore
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neanche là in modo sistematico). Soprattutto questo sistema deve offrire condizioni<br />
di certezza, quindi limitarsi all’impalcatura concettuale e fondamentale.<br />
Faccio l’esempio del <strong>per</strong>iodo ipotetico, che è definibile nelle sue linee principali,<br />
ma poi esposto a variazioni e passibile di più interpretazioni (vedi la variabilità<br />
e la discutibilità di tale costrutto nella sat. 1,9 di Orazio). Quindi: la struttura di<br />
fondo, «regolare», al biennio, il resto al triennio.<br />
Nel secondo anno lo studente dovrebbe essere in grado, mentre completa la teoria,<br />
di leggere, col sussidio di note progressive, un corpus limitato di autori latini,<br />
verso la fine preferibilmente non frammentati (<strong>per</strong> ottenere una sufficiente<br />
continuità di argomento, i capitoli, che presentano difficoltà su<strong>per</strong>iori allo standard<br />
previsto, possono essere forniti di traduzione a fronte, <strong>per</strong> evitare note complicate<br />
e <strong>per</strong>ciò scoraggianti).<br />
2. Metodo e procedimento<br />
Il corpus deve essere scelto e organizzato dall’insegnante fin quasi dall’inizio del<br />
primo anno, cioè subito dopo aver accertato la preparazione linguistica e concettuale,<br />
e la disponibilità degli alunni. Da esso deve infatti esser tratto il sistema<br />
linguistico, che sarà oggetto dello studio organico degli alunni. La preoccupazione<br />
culturale e informativa nell’allestimento del corpus rimane sempre importante,<br />
ma è realistico pensare che non potrà essere soddisfatta se non con<br />
l’integrazione di letture in traduzione. Invece da un punto di vista linguistico è lecito<br />
prevedere che, se adeguatamente scelto, un corpus anche modesto consente<br />
di costruire e documentare quel sistema semplice ed elementare, ma chiaro e<br />
certo nella struttura e nella logica, che si è posto come obiettivo linguistico. Siccome<br />
anche in un corpus di questo genere non mancheranno le eccezioni, gli hapax,<br />
i nedum, questi rimarranno nelle note ad hoc e non entreranno nel sistema.<br />
Il presupposto è che un sistema così costruito metta poi in grado nel triennio di<br />
leggere una grande <strong>per</strong>centuale della letteratura latina (al resto, usi stilistici, linguaggi<br />
settoriali, evoluzione storica ecc., provvederanno anche là le note).<br />
La proposta dunque prevede che sia l’insegnante, non l’alunno, a trarre le regole<br />
dal testo, e non il libro di teoria a organizzarle in sistema. La tentazione di seguire<br />
pedissequamente il testo è sempre forte, ma il libro manca necessariamente<br />
di un referente concreto, mentre è un indispensabile strumento di consultazione<br />
e una raccolta di materiale (ma non deve sostituirsi didatticamente al<br />
maestro). Va da sé che un sistema così fatto non sarà diverso da quello del manuale,<br />
ma diversamente dimensionato e graduato. Non essendovi, che io sappia,<br />
manuali di esercizi pensati secondo questo disegno, gli esempi ricavati direttamente<br />
dal corpus dovranno essere aggiunti se non sostituiti dall’insegnante a<br />
quelli del manuale in adozione. Tale integrazione sarebbe utile anche <strong>per</strong> dare<br />
contesto alle frasi, che comunque devono avere sempre qualche significatività. Il<br />
sistema può esser proposto nel modo tradizionale, partendo dagli elementi semplici<br />
come le declinazioni e le consuete anticipazioni di coniugazioni e sintassi.<br />
Con questa impostazione molti idola scholae <strong>per</strong>altro dovrebbero scomparire o<br />
ridursi, come <strong>per</strong> es. l’attrazione modale, ma soprattutto si dovrebbe soddisfare<br />
la duplice e spesso poco conciliabile esigenza della funzione esegetica (dunque<br />
strumentale) della lingua e del valore autonomo del suo studio.<br />
Materiali <strong>per</strong> la programmazione didattica<br />
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