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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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Elementi di didattica del Latino<br />

5<br />

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za né arte, ma che a contatto con culture più evolute e raffinate come quella<br />

greca si è progressivamente adattata ad esprimere contenuti molto più<br />

ricchi e complessi. Per cui ogni parola latina porta con sé una serie numerosissima<br />

di traslati.<br />

P.e. il valore generale del verbo petere è quello del cercare di raggiungere: bisogna<br />

poi imparare ad applicarlo sensatamente a circostanze diverse come quella<br />

di petere urbem (puntare sulla città) o petere pecuniam (battere cassa). Come<br />

vedremo negli elaborati degli alunni riportati in questo capitolo, anche dal punto<br />

di vista dell’educazione intellettuale è molto più utile che essi cerchino di districarsi<br />

nei meandri delle variazioni semantiche, magari in modo impreciso,<br />

piuttosto che trovare (e spesso dimenticare subito) soluzioni pronte. P.e. nella ricerca<br />

sul lessico dell’amore, si rivela fattore di consapevolezza linguistico-culturale<br />

e <strong>per</strong>sino esistenziale l’indagine da parte degli alunni sul nesso e sul cammino<br />

<strong>per</strong>corso dalla parola caritas dalla «carestia» dei contadini romani alla traduzione<br />

geronimiana del greco agápe in Paolo di Tarso.<br />

3. Nella eventuale sede di traduzione in italiano di un testo (non di un vocabolo<br />

isolato), l’alunno deve effettuare la sua ricerca non nel vocabolario di<br />

latino, ma nella ricchezza del vocabolario italiano, prima di tutto in quello<br />

mentale proprio.<br />

L’alunno deve essere comunque allenato ed incoraggiato ad usare capacità deduttiva,<br />

intuito, capacità di adattamento alle situazioni, nonché ad avere fiducia<br />

nelle doti di questo genere che spesso possiede in buona misura, ma che<br />

generalmente esercita solo fuori della scuola. Se praetorium designa la sede<br />

del praetor ed il testo racconta una campagna militare, secondo buon senso si<br />

tratterà forse di una tenda d’accampamento piuttosto che di un edificio. 3<br />

Ma, come emerge da tutto quanto ho detto finora, <strong>per</strong> comprendere tanti vocaboli<br />

latini l’alunno deve comunque possedere una buona conoscenza dell’enciclopedia<br />

culturale romana, che, circolarmente, è proprio quella che si va<br />

costruendo anche attraverso lo studio del latino e del suo lessico. P.e. la tenda<br />

del praetor è collocata al centro dell’accampamento, all’incrocio del cardo con<br />

il decumanus. Ma che cosa sono cardo e decumanus? E come funzionava la<br />

guerra antica? Essa p.e. era stagionale e <strong>per</strong>ciò l’accampamento invernale funzionava<br />

diversamente che nella bella stagione, ecc.<br />

Altro esempio: il verbo agere possiede comunque, secondo il vocabolario Gaffiot,<br />

4 significati: molti, ma ancora gestibili a fronte delle 44 voci più un certo<br />

numero di sotto-voci elencate dall’Oxford Latin Dictionary; ma espressioni come<br />

agere cum populo richiedono indispensabilmente la conoscenza delle istituzioni<br />

romane. Va ribadita in proposito l’utilità delle informazioni di questo<br />

genere contenute comunque nei vocabolari, all’interno dei lemmi o in schede<br />

d’appendice, ma rimane anche il problema che la loro proficua utilizzazione<br />

da parte degli alunni si può inserire solo in una metodologia tutta diversa da<br />

quell’affannosa corsa contro il tempo che caratterizza non <strong>per</strong> caso le tradizionali<br />

esercitazioni e prove scolastiche basate sulla «versione».<br />

3. Vd. le note degli alunni nell’Esercizio di comprensione 5.1.2.2 su un testo di Valerio Massimo.

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