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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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5. Entrare nel lessico latino<br />

di Oreste Tappi (da L’insegnamento del latino, Torino 2000, pp. 57-60)<br />

Una corretta strategia <strong>per</strong> lo studio del lessico latino e dei suoi rapporti con<br />

quello italiano deve passare attraverso almeno tre fasi:<br />

1. Prima e soprattutto l’alunno deve formarsi un’idea del valore generale della<br />

parola, che non corrisponde, o almeno non corrisponde spesso e/o del<br />

tutto ad una traduzione italiana; la quale in ogni caso dovrebbe essere integrata<br />

e talvolta anche sostituita completamente da una definizione, un’esemplificazione,<br />

una breve illustrazione (eventualmente anche un’immagine),<br />

1 che tengano anche conto del fatto che il significato di una parola si precisa<br />

all’interno dei rapporti che essa intrattiene con le altre nel sistema lessicale<br />

di appartenenza.<br />

Per fare un esempio, il lemma dell’aggettivo felix potrebbe essere illustrato<br />

con una spiegazione di questo genere: «Aggettivo che attiene alla fertilità<br />

e alla fecondità della terra, delle piante, degli animali e delle donne, come<br />

indica anche il suo legame etimologico con femina, filius, fetus, fecundus,<br />

fenus, attraverso una radice fel- che è la stessa del greco thelé (mammella).<br />

A questo significato attinente alla fecondità, che rimane o<strong>per</strong>ante<br />

almeno fino al I sec. d.C., se ne sovrappongono gradualmente altri traslati<br />

che lo ampliano nel senso della buona fortuna (sinonimo di fortunatus) e<br />

della ricchezza (sinonimo di pros<strong>per</strong>us) o sostituiscono al benessere materiale<br />

quello psicologico, facendo di felix un sinonimo di beatus». Credo che<br />

valga la pena, <strong>per</strong> fare spazio a tali spiegazioni, ridurre in parte quello dedicato<br />

dai vocabolari alla fraseologia d’autore, spesso poco fruibile da parte<br />

degli alunni che generalmente vi ricercano in modo acritico ed aleatorio<br />

la «traduzione».<br />

Credo invece che vadano conservate ed eventualmente ampliate le segnalazioni<br />

di costrutti particolari, secondo una metodologia didattica che colga l’intreccio<br />

fra lessico e morfo-sintassi e quindi la componente semantica della grammatica:<br />

p.e. il verbo adsum solo se è accompagnato da un 2° argomento indiretto al<br />

dativo (di <strong>per</strong>sona) significa assistere legalmente qualcuno in tribunale. 2<br />

2. Partendo dall’immagine mentale di base, l’alunno deve imparare a specificare<br />

il significato delle parole latine nei diversi contesti, cosa che spesso può<br />

e deve riuscire a fare da solo, esercitando anche logica e buon senso, purché<br />

venga abituato ed addestrato a farlo, piuttosto che precipitarsi a cercare<br />

la «traduzione» e la «frase sul vocabolario».<br />

Si tratta del resto di un problema presente in tutte le lingue, che <strong>per</strong> il latino<br />

assume tuttavia dimensioni molto più vaste, trattandosi di una lingua<br />

lessicalmente molto povera, il cui limitato numero di vocaboli era più che<br />

sufficiente <strong>per</strong> le esigenze di una piccola società agricola e rozza senza scien-<br />

1. I vocabolari Bianchi Lelli e Gaffiot corredano<br />

alcuni lemmi con fotografie e disegni (p.e. della<br />

domus, della villa, dell’abbigliamento delle Vestali,<br />

ecc.). Cfr. anche, da questo punto di vista,<br />

l’uso didattico di o<strong>per</strong>e come H. Koller, Orbis pictus<br />

Latinus, Artemis Verlag, Zurich und Muen-<br />

chen 1983.<br />

2. Per il concetto di «argomento», asse portante<br />

del modello di descrizione linguistica di Tesnière,<br />

vd. Sabatini 1990. Riteniamo il modello Tesnière<br />

molto adatto ad uno studio descrittivo e<br />

non prescrittivo della lingua latina.<br />

Elementi di didattica del Latino<br />

5<br />

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