Guida per l'insegnante - Palumbo Editore
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Elementi di didattica del Latino<br />
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no-italiano, presentare le desinenze come riportato nella Tav. 1. Si segnalerà ai ragazzi<br />
la possibilità <strong>per</strong> alcuni sostantivi, che si allegheranno come esempio, di avere<br />
desinenze caratterizzate dalla vocale i: -im all’Acc. sing., -i all’Abl. sing.<br />
Tale vocalismo in -i si indicherà come sempre presente nella declinazione dei<br />
nomi neutri uscenti al Nom. in -e, -al, -ar: -i all’Abl. sing., -ium al Gen. plur.,<br />
-ia ai casi diretti del plur.<br />
Si potrà poi evitare ai ragazzi la memorizzazione puntuale di particolarità scarsamente<br />
ricorrenti nei testi o non tali da costituire un serio ostacolo alla comprensione<br />
corretta del termine.<br />
In questo modo gli alunni avranno in proporzione più tempo <strong>per</strong> memorizzare<br />
un congruo numero di vocaboli, esercitarsi nella traduzione dal latino e risolvere<br />
la questione <strong>per</strong> loro spesso più problematica: imparare a risalire all’esatto<br />
Nom. della parola da tradurre.<br />
A questo proposito, opportune e più ampie spiegazioni potrebbero essere fornite<br />
invece sulla diversa formazione dei Nominativi e sugli eventuali fenomeni<br />
di mutazione consonantica o di gradazione vocalica che vi intervengono.<br />
Tavola 1<br />
M. e F. Sing. Plur. N. Sing. Plur.<br />
Nom. varia -es Nom. varia -a<br />
Gen. -is -um o -ium Acc. = Nom. -a<br />
Dat. -i -ibus Voc. = Nom. -a<br />
Acc. -em -es<br />
Voc. = Nom. -s<br />
Abl. -e -ibus<br />
4. La traduzione come occasione di incontro<br />
con la civiltà classica e come verifica<br />
dell’apprendimento linguistico e dell’abilità interpretativa<br />
di Daniela Vigasio (da «Nuova Secondaria», n. 2, 15-10-1996, pp. 92-94)<br />
1. Studio del latino e applicazioni pratiche<br />
Il tema della traduzione è vastissimo e problematico. Anche ridotto alle tre dimensioni<br />
indicate nel titolo (incontro con la civiltà classica, verifica dell’apprendimento<br />
linguistico, abilità interpretativa), rimane di ampiezza tale da non<br />
poter essere contenuto nei limiti di una trattazione ragionevole. Quindi io lo<br />
restringo ulteriormente, riducendolo alla sola versione del brano (che a scuola<br />
è <strong>per</strong>ò la traduzione <strong>per</strong> eccellenza) e privilegiando alcuni aspetti pratici.<br />
Tralascio così le fondazioni concettuali della traduzione latina nella sua interessante<br />
connessione con l’analoga problematica, che la linguistica teorica studia<br />
in diretta relazione con le lingue straniere. Per questi aspetti del problema<br />
rimando al mio saggio su La versione del brano nella scuola di latino, apparso<br />
nel volume collettaneo Il latino e il greco nella scuola oggi, Atlantica, Foggia,<br />
I ed. 1985, II 1987, pp. 187-221. Ivi compare anche una sufficiente bibliografia,<br />
che avrebbe bisogno solo di qualche aggiornamento. Da essa comunque ri-