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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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Elementi di didattica del Latino<br />

5<br />

54<br />

no-italiano, presentare le desinenze come riportato nella Tav. 1. Si segnalerà ai ragazzi<br />

la possibilità <strong>per</strong> alcuni sostantivi, che si allegheranno come esempio, di avere<br />

desinenze caratterizzate dalla vocale i: -im all’Acc. sing., -i all’Abl. sing.<br />

Tale vocalismo in -i si indicherà come sempre presente nella declinazione dei<br />

nomi neutri uscenti al Nom. in -e, -al, -ar: -i all’Abl. sing., -ium al Gen. plur.,<br />

-ia ai casi diretti del plur.<br />

Si potrà poi evitare ai ragazzi la memorizzazione puntuale di particolarità scarsamente<br />

ricorrenti nei testi o non tali da costituire un serio ostacolo alla comprensione<br />

corretta del termine.<br />

In questo modo gli alunni avranno in proporzione più tempo <strong>per</strong> memorizzare<br />

un congruo numero di vocaboli, esercitarsi nella traduzione dal latino e risolvere<br />

la questione <strong>per</strong> loro spesso più problematica: imparare a risalire all’esatto<br />

Nom. della parola da tradurre.<br />

A questo proposito, opportune e più ampie spiegazioni potrebbero essere fornite<br />

invece sulla diversa formazione dei Nominativi e sugli eventuali fenomeni<br />

di mutazione consonantica o di gradazione vocalica che vi intervengono.<br />

Tavola 1<br />

M. e F. Sing. Plur. N. Sing. Plur.<br />

Nom. varia -es Nom. varia -a<br />

Gen. -is -um o -ium Acc. = Nom. -a<br />

Dat. -i -ibus Voc. = Nom. -a<br />

Acc. -em -es<br />

Voc. = Nom. -s<br />

Abl. -e -ibus<br />

4. La traduzione come occasione di incontro<br />

con la civiltà classica e come verifica<br />

dell’apprendimento linguistico e dell’abilità interpretativa<br />

di Daniela Vigasio (da «Nuova Secondaria», n. 2, 15-10-1996, pp. 92-94)<br />

1. Studio del latino e applicazioni pratiche<br />

Il tema della traduzione è vastissimo e problematico. Anche ridotto alle tre dimensioni<br />

indicate nel titolo (incontro con la civiltà classica, verifica dell’apprendimento<br />

linguistico, abilità interpretativa), rimane di ampiezza tale da non<br />

poter essere contenuto nei limiti di una trattazione ragionevole. Quindi io lo<br />

restringo ulteriormente, riducendolo alla sola versione del brano (che a scuola<br />

è <strong>per</strong>ò la traduzione <strong>per</strong> eccellenza) e privilegiando alcuni aspetti pratici.<br />

Tralascio così le fondazioni concettuali della traduzione latina nella sua interessante<br />

connessione con l’analoga problematica, che la linguistica teorica studia<br />

in diretta relazione con le lingue straniere. Per questi aspetti del problema<br />

rimando al mio saggio su La versione del brano nella scuola di latino, apparso<br />

nel volume collettaneo Il latino e il greco nella scuola oggi, Atlantica, Foggia,<br />

I ed. 1985, II 1987, pp. 187-221. Ivi compare anche una sufficiente bibliografia,<br />

che avrebbe bisogno solo di qualche aggiornamento. Da essa comunque ri-

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