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Guida per l'insegnante - Palumbo Editore

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visioni all’interno dei lemma. Lo scopo di queste suddivisioni non è tanto quello<br />

di proporre una serie di casuali corrispondenze, quanto di analizzare in modo<br />

compiuto e precisare l’ambito semantico del lemma, i suoi eventuali ampliamenti<br />

o le sue riduzioni avvenute nel corso della storia, e così via. È insomma<br />

utile sottolineare che chi costruisce un vocabolario non fa un lavoro mirato<br />

alla lettura di un brano o alla traduzione in un’altra lingua: nonostante l’impressione,<br />

il vocabolario dal latino in italiano (o francese, tedesco e così via)<br />

non è fatto in funzione dell’italiano (o francese o tedesco), ma in funzione del<br />

latino. Con espedienti grafici diversi da strumento a strumento vengono individuati<br />

i valori fondamentali del lemma e le sottodivisioni, con un procedimento<br />

che si basa su due o più livelli: nel C fino a sei, contraddistinti da numeri romani,<br />

numeri arabi, lettere maiuscole, lettere minuscole, lettere greche, doppie<br />

lettere greche (<strong>per</strong> la verità in modo non sempre coerente); il CM usa numeri<br />

arabi; il L segni grafici diversi <strong>per</strong> indicare le varie accezioni e sottoaccezioni.<br />

Infine, il vocabolario ha anche il compito di individuare le diverse modalità<br />

con cui una parola si può collegare con le altre della frase: anche qui sarà<br />

utile soffermarsi sulle diverse scelte o<strong>per</strong>ate dai vari lessici, distinguendo fra<br />

quelli in cui la reggenza è dichiarata esplicitamente (CM e L) e quelli in cui va<br />

ricavata da un’attenta lettura del lemma (C); ancora, il L indica le varie reggenze<br />

all’inizio del lemma, prima di procedere alla descrizione delle diverse<br />

accezioni, mentre il CM le indica nel corso della trattazione. Si tenga presente<br />

che determinate reggenze possono essere connesse o a determinati valori<br />

assunti dalla parola o a determinate epoche: anche in questa direzione la lettura<br />

del lessico dovrà essere attenta e preoccupata di capire. Non si dovrebbe<br />

mai trascurare una lettura completa degli esempi riferiti <strong>per</strong> ogni sezione o sottosezione:<br />

se, <strong>per</strong> esempio, <strong>per</strong> una determinata accezione indicata dal lessico<br />

sono presenti solo esempi di Plauto o solo esempi di autori tardi, è altamente<br />

probabile che quella determinata accezione sia ristretta a quei soli <strong>per</strong>iodi, anche<br />

se il vocabolario non si pronuncia esplicitamente in questo senso. Si osservi<br />

ancora che l’uso di diversi caratteri di stampa è un ulteriore artificio utilizzato<br />

<strong>per</strong> separare le accezioni principali da quelle meno usuali, ovvero <strong>per</strong><br />

distinguere fra traduzione del lemma e traduzione dell’esempio e così via. Anche<br />

su questi particolari sarà utile richiamare l’attenzione dello studente.<br />

3. Latino e didattica breve<br />

di Daniela Vigasio (da «Nuova Secondaria», n. 2, 15-10-1996, pp. 92-94)<br />

1. Memorizzazione di nuclei semantici<br />

Perché si abbrevino i tempi di preparazione all’attività vera e propria del tradurre<br />

e <strong>per</strong>ché si eliminino da sé le ipotesi fuorvianti, ritengo sia necessario<br />

che gli studenti apprendano il significato fondamentale di un numero di vocaboli<br />

relativamente ampio, scelti tra quelli di più frequente ricorrenza nelle frasi<br />

proposte dal libro di testo, effettivamente funzionali alla lettura di un corpus<br />

di autori che dovrà risultare accessibile al termine del biennio.<br />

Un modo <strong>per</strong> rendere più rapido ma al tempo stesso significativo questo stesso<br />

lavoro è sottolineare, nei numerosi casi in cui sia possibile, i nessi etimolo-<br />

Elementi di didattica del Latino<br />

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