1 INDAGINI AMBIENTALI PRELIMINARI NEL SEDIME PN16 DEL ...
1 INDAGINI AMBIENTALI PRELIMINARI NEL SEDIME PN16 DEL ... 1 INDAGINI AMBIENTALI PRELIMINARI NEL SEDIME PN16 DEL ...
Provincia di Brescia Regione Lombardia COMUNE DI BRESCIA INDAGINI AMBIENTALI PRELIMINARI NEL SEDIME PN16 DEL COMUNE DI BRESCIA RELAZIONE GEOLOGICA E IDROGEOLOGICA 1 INDICE 1. PREMESSA pag. 2 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO pag. 3 3. DESCRIZIONE DEI CORPI D’ACQUA SUPERFICIALI pag. 4 4. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE pag. 5 4.1. DESCRIZIONE DEGLI ACQUIFERI pag. 5 4.2. PIEZOMETRIA pag. 6 4. DESCRIZIONE DEGLI SCAVI REALIZZATI pag. 8
- Page 2 and 3: 1. PREMESSA Nella presente relazion
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- Page 6 and 7: 4.2. PIEZOMETRIA La direzione di de
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Provincia di Brescia Regione Lombardia<br />
COMUNE DI BRESCIA<br />
<strong>INDAGINI</strong> <strong>AMBIENTALI</strong> <strong>PRELIMINARI</strong><br />
<strong>NEL</strong> <strong>SEDIME</strong> <strong>PN16</strong> <strong>DEL</strong> COMUNE DI BRESCIA<br />
RELAZIONE GEOLOGICA E IDROGEOLOGICA<br />
1<br />
INDICE<br />
1. PREMESSA pag. 2<br />
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO pag. 3<br />
3. DESCRIZIONE DEI CORPI D’ACQUA SUPERFICIALI pag. 4<br />
4. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE pag. 5<br />
4.1. DESCRIZIONE DEGLI ACQUIFERI pag. 5<br />
4.2. PIEZOMETRIA pag. 6<br />
4. DESCRIZIONE DEGLI SCAVI REALIZZATI pag. 8
1. PREMESSA<br />
Nella presente relazione sono descritte le caratteristiche geologico-stratigrafiche e<br />
idrogeologiche del sito BS2 - <strong>PN16</strong> e del territorio che può essere da esso influenzato.<br />
Per l’inquadramento geologico del territorio è stato preso in esame il materiale<br />
disponibile attinente ad indagini e studi di carattere geologico e idrogeologico condotti<br />
in precedenza relativamente al territorio del comune di Brescia. In particolare sono<br />
stati utilizzati i seguenti lavori:<br />
- ARPA - DIPARTIMENTO DI BRESCIA - U.O. SISTEMI <strong>AMBIENTALI</strong> - AREA<br />
SUOLO E BONIFICHE (2005) - Prima indagine conoscitiva sullo stato della falda nel<br />
sito nazionale Brescia-Caffaro.<br />
- ARPA - DIPARTIMENTO DI BRESCIA - U.O. SISTEMI <strong>AMBIENTALI</strong> - AREA<br />
SUOLO E BONIFICHE (2006) - Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei - Studio<br />
idrogeologico della pianura Bresciana.<br />
- ARPA - DIPARTIMENTO DI BRESCIA - U.O. SISTEMI <strong>AMBIENTALI</strong> - AREA<br />
SUOLO E BONIFICHE (2006) - Pennacchio del tetracloruro di Carbonio nel sito<br />
nazionale Brescia-Caffaro.<br />
- AZIENDA SERVIZI MUNICIPALIZZATI DI BRESCIA (1986, 1987, 1988, 1989, 1990)<br />
- Statistiche ambientali. Comune di Brescia.<br />
- BONOMI T., VERRO R. (1998) - Caratterizzazione idrogeologica della Pianura<br />
Bresciana mediante l'uso di banche dati e Sistemi Informativi Territoriali.. Acque<br />
Sotterranee n.60, Anno XV, Dicembre 1998.<br />
- DENTI E., LAUZI S., SALA P., SCESI L. (1988) - Studio idrogeologico della pianura<br />
Bresciana tra i fiumi Oglio e Chiese. Studi idrogeologici sulla Pianura Padana, Milano.<br />
- ROSSI G. (1998) - Studio della rete idrografica e di colo della Città di Brescia.<br />
Committente: Amministrazione Comunale di Brescia.<br />
- VERCESI P.L. (1996) - Studio geologico del comune di Brescia - Revisione del<br />
P.R.G... Committente: Amministrazione Comunale di Brescia.<br />
- ZILIANI L. (1996) – Progetto di monitoraggio delle acque sotterranee – Pianura,<br />
anfiteatri morenici e fondovalle. Committente: Amministrazione Provinciale di Brescia.<br />
Inoltre si è tenuto conto dei dati raccolti nell’ambito del Piano di caratterizzazione ai<br />
sensi del D.M. 471/99 del sito ex CAM (Studio associato Ingegneria ed Ambiente,<br />
2004).<br />
Per definire in modo preliminare lo stato ambientale del suolo e del sottosuolo sono<br />
stati effettuati n. 13 scavi esplorativi con prelievo di campioni.<br />
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2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO<br />
L'area in oggetto è situata a sud della linea ferroviaria Milano-Venezia e del centro<br />
storico della città di Brescia.<br />
È ubicata in corrispondenza dell'ampio conoide alluvionale che il Fiume Mella ha<br />
prodotto allo sbocco della Valle Trompia in pianura (Figura 1: Inquadramento<br />
geologico e idrogeologico).<br />
Questo corso d’acqua, che originariamente ha divagato su tutto il conoide, ha<br />
successivamente abbandonato il settore orientale e quello centrale, concentrando il<br />
flusso nel settore occidentale, dove sono riconoscibili aree interessate in tempi via via<br />
più recenti dalla sua azione erosiva e/o deposizionale.<br />
In particolare il sito oggetto di studio è situato nella zona di transizione tra le alluvioni<br />
fluviali antiche di età olocenica e le alluvioni fluvio-glaciali e fluviali di età pleistocenica<br />
(Tavola 1 - Inquadramento geologico e idrogeologico).<br />
La linea di demarcazione tra le due unità non è individuabile con chiarezza,<br />
considerato che il territorio è completamente urbanizzato. In ogni caso si tratta di<br />
ghiaie a matrice sabbiosa e sabbioso-limosa. La percentuale di frazione limosa varia in<br />
senso sia verticale che orizzontale. Localmente sono presenti lenti limoso-argillose. In<br />
superficie è presente una copertura di materiali limoso-argillosi potente 2-3 m.<br />
Infatti le stratigrafie dei sondaggi a carotaggio continuo effettuati nel sito ex CAM<br />
indicano la presenza di materiale prevalentemente limoso-argilloso nei primi 2-3 metri;<br />
inferiormente si rinvengono ghiaie con sabbia più o meno limose. La percentuale di<br />
frazione limosa varia in senso sia verticale che orizzontale. Localmente sono presenti<br />
lenti limoso-sabbiose che non presentano continuità laterale.<br />
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3. DESCRIZIONE DEI CORPI D’ACQUA SUPERFICIALI<br />
Dal punto di vista idrografico i principali corsi d’acqua che interessano la città di<br />
Brescia sono il Fiume Mella ed il Torrente Garza che scorrono ad una distanza<br />
dall’area tale da non influenzarla.<br />
Inoltre il territorio urbano di Brescia è caratterizzato da una rete idrografica minore<br />
costituita da canali irrigui e di colo che sono stati in buona parte tombati.<br />
In particolare nei pressi dell’area in esame si segnala il Vaso Garzetta di San Zeno<br />
che proviene dal centro storico cittadino. Esso si origina dal F. Celato in corrispondenza<br />
del partitore sotterraneo detto “del Serraglio” in via A. Calini. Prosegue in canale<br />
tombato sotto gli edifici in lato est di via Gramsci; segue poi via Einaudi, attraversa via<br />
Vittorio Emanuele II e via XX Settembre, continua lungo via Saffi, attraversa via L.<br />
Gambara e la sede ferroviaria arrivando in via Sostegno. Sotto il cavalcavia Kennedy si<br />
trova un manufatto partitore sotterraneo a salto dal quale si dipartono la Garzetta di<br />
San Zeno, il Vaso Guzzetto ed il Vaso Codignole.<br />
Il Vaso Codignole scorre, sempre tombato, a sud-est dell’area in esame,<br />
raggiungendo via Corfù (Figura 2).<br />
Ad ovest del sito scorre il Vaso Dragone sinistro che deriva le acque dal Fiume<br />
Bova ed è sempre tombato.<br />
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4. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE<br />
4.1. DESCRIZIONE DEGLI ACQUIFERI<br />
I depositi alluvionali che caratterizzano l'area oggetto di studio sono costituiti<br />
prevalentemente da ghiaie con sabbia più o meno limose. Sono presenti lenti limoso-<br />
argillose.<br />
Questa unità idrogeologica, denominata "ghiaioso-sabbiosa" (Denti, Lauzi, Sala,<br />
Scesi, 1988), è potente circa 40 m.<br />
Più in profondità è presente l’"unità conglomeratica", costituita da materiali<br />
conglomeratici, sabbiosi ed arenacei con intercalazioni argillose e ghiaiose. Questa<br />
unità nel pozzo Zanardelli (n.48), situato 550 m a NE rispetto al sito in esame, si<br />
spinge fino a 90 m di profondità.<br />
Inferiormente si rinviene l’"unità Villafranchiana", rappresentata da argille e argille<br />
limose grigio-azzurre con intercalazioni ghiaiose o ghiaioso-sabbiose e rare lenti<br />
torbose.<br />
La stratigrafia del pozzo più vicino all’area in esame, ovvero del pozzo Zanardelli<br />
(n.48), evidenzia la presenza di materiali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi con argilla<br />
fino a 36,5 m; quindi inizia l’unità conglomeratica, costituita da alternanze di livelli<br />
conglomeratici più o meno compatti e di orizzonti argillosi o argilloso-sabbiosi.<br />
L'unità ghiaioso-sabbiosa e l'unità conglomeratica contengono una falda libera. La<br />
presenza di orizzonti a minore permeabilità, costituiti sia da livelli a granulometria fine<br />
che da conglomerati compatti, determina un deflusso preferenziale dell'acqua nei<br />
litotipi più permeabili e di conseguenza la circolazione idrica si sviluppa<br />
prevalentemente in livelli sovrapposti.<br />
Si ritiene comunque che i livelli siano in parte tra loro intercomunicanti, in quanto gli<br />
orizzonti a bassa permeabilità non sembrano estesi e continui a tal punto da separare<br />
completamente gli acquiferi. Di conseguenza i livelli acquiferi contenuti nell'unità<br />
ghiaioso-sabbiosa e nell'unità conglomeratica possono essere ricondotti ad un'unica<br />
circolazione idrica sotterranea.<br />
Al contrario i livelli ghiaioso-sabbiosi presenti all'interno dei depositi limoso-sabbiosi<br />
dell'unità Villafranchiana sono sede di falde confinate.<br />
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4.2. PIEZOMETRIA<br />
La direzione di deflusso delle acque sotterranee può variare sensibilmente in<br />
relazione alle condizioni di ricarica e ai prelievi idrici operati dai pozzi.<br />
I dati piezometrici rilevati con frequenza bimestrale dall’A.S.M. di Brescia<br />
evidenziano infatti nei periodi di scarsa ricarica della falda la presenza a W del centro<br />
storico di una depressione nella superficie piezometrica indotta dai forti prelievi idrici<br />
operati dai pozzi. Quando tale depressione si approfondisce e si allarga può arrivare<br />
ad interessare la falda sotto il sito CAM, provocando una direzione di deflusso delle<br />
acque verso NW.<br />
SW.<br />
Normalmente la direzione di deflusso delle acque va da N verso S o da NE verso<br />
Anche il gradiente piezometrico cambia sensibilmente, in quanto la presenza della<br />
depressione può indurre in corrispondenza del sito in esame un sensibile<br />
“appiattimento” della falda.<br />
Sulla Carta di inquadramento geologico e idrogeologico (Figura 1) è stata riportata<br />
la piezometria relativa al gennaio 1994, corrispondente alla situazione di massimo<br />
piezometrico (e quindi di minima soggiacenza della falda) rilevata dal 1985 al 1996.<br />
Essa è tratta dallo "Studio geologico" prodotto nel 1996 dal Prof. Vercesi per la<br />
Revisione del Piano Regolatore Generale di Brescia. In corrispondenza dell'area in<br />
esame, la falda si trova a circa 116 m s.l.m. ed il flusso delle acque risulta diretto verso<br />
S. Il gradiente idraulico è intorno al 2‰. La soggiacenza della falda acquifera nel<br />
periodo 1985-1996 in corrispondenza dell’area in esame è variata da 20 m (gennaio<br />
1994) a 28 m (maggio 1990). L'escursione piezometrica misurata dal 1985 al 1996 è<br />
stata pari a 8 m.<br />
Nell’ambito del Piano di caratterizzazione ai sensi del D.M. 471/99 del sito ex CAM,<br />
sono state effettuate, dall’ottobre 2001 ad oggi, una dozzina di campagne di misura del<br />
livello piezometrico nei piezometri installati all’interno del sito. Il flusso delle acque è<br />
risultato generalmente diretto verso SW o SSW. La soggiacenza della falda nel<br />
periodo di osservazione (ottobre 2001-febbraio 2007) ha raggiunto il valore massimo<br />
nel settembre 2003, pari a circa 26 m da p.c., ed il valore minimo nell’ottobre 2001,<br />
pari a circa 22 m da p.c..<br />
Le misure piezometriche effettuate da ARPA - Dipartimento di Brescia nel<br />
settembre 2006 (Pennacchio del tetracloruro di Carbonio nel sito nazionale Brescia-<br />
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Caffaro) evidenziano nell’area in esame una direzione di deflusso delle acque da NNW<br />
verso SSE.<br />
I pozzi pubblici attivi sono ubicati a distanze superiori ad 1 km.<br />
Nello "Studio geologico" precedentemente citato, allegato alla Revisione del Piano<br />
Regolatore Generale di Brescia, la vulnerabilità della falda acquifera è risultata<br />
“moderata”.<br />
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5. DESCRIZIONE DEGLI SCAVI REALIZZATI<br />
Il 21 marzo 2007 nell’area <strong>PN16</strong> sono stati effettuati n. 13 scavi esplorativi,<br />
finalizzati alla verifica dello stato ambientale del terreno insaturo. L’ubicazione degli<br />
scavi esplorativi è riportata in Tavola 2, allegata alla Relazione Tecnica.<br />
Gli scavi esplorativi sono stati eseguiti utilizzando un escavatore meccanico a<br />
benna rovescia e hanno raggiunto una profondità compresa tra 1,40 (ICO) e 2,80<br />
(CBD) m da p.c., in modo da permettere il raggiungimento del terreno naturale.<br />
Il materiale scavato è stato disposto in cumuli ai lati dello scavo tenendo separata la<br />
porzione più superficiale, in modo da poter ricostituire, per quanto possibile, l’originaria<br />
successione stratigrafica all’atto della chiusura dello scavo stesso.<br />
Per ogni scavo è stata effettuata la ricostruzione stratigrafica e sono state scattate<br />
le relative fotografie.<br />
Le stratigrafie (allegate a fine relazione) evidenziano che il terreno naturale è<br />
costituito da limo sabbioso talora ghiaioso di colore marrone che ricopre ghiaia<br />
sabbioso-limosa.<br />
Di seguito si descrive la situazione stratigrafica all’interno delle singole aree.<br />
AREA CANTARELLI MORO & PARTNERS<br />
I due scavi effettuati all’interno dei capannoni (CMNO e CMSO) evidenziano la<br />
presenza, inferiormente alla soletta di cemento, di un livello di materiale di riporto<br />
potente 0,30 m che ricopre il terreno naturale. Il terreno di riporto risulta invece<br />
mancante nello scavo CMNE.<br />
Il terreno naturale è costituito da uno strato di limo argilloso debolmente ghiaioso,<br />
potente circa 1 m, che ricopre ghiaia con limo debolmente ciottolosa.<br />
AREA IMMOBILIARE CHIARA<br />
All’interno dell’area sono stati eseguiti n.3 scavi ed inoltre sono stati prelevati alcuni<br />
campioni superficiali (ICS) da un cumulo di terreno.<br />
I tre scavi mostrano la presenza in superficie di un livello potente circa 0,40 m di<br />
materiale di riporto o comunque rimaneggiato. Al di sotto è presente il terreno naturale<br />
costituito da circa 0,80 m di limo sabbioso debolmente ghiaioso che ricopre ghiaia<br />
limosa debolmente ciottolosa.<br />
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PROPRIETÁ FPM E GOSIO SERGIO<br />
I due scavi eseguiti indicano l’esistenza di uno strato di materiale di riporto potente<br />
0,5-0,6 m, inferiormente al quale è presente il terreno naturale costituito da limo<br />
sabbioso debolmente ghiaioso (spessore: 0,5-1,0 m) che ricopre ghiaia limosa<br />
debolmente ciottolosa.<br />
COMUNE DI BRESCIA<br />
All’interno del parco sono stati effettuati n.4 scavi, le cui stratigrafie evidenziano che<br />
per modellare la morfologia debolmente ondulata del prato è stato utilizzato materiale<br />
di riporto che è stato steso sul terreno naturale costituito da limo argilloso più o meno<br />
sabbioso.<br />
Ne deriva che lo spessore del materiale di riporto varia all’interno dell’area in<br />
relazione alla morfologia che è stata prodotta. Nei quattro scavi eseguiti risulta infatti<br />
compreso tra 1,2 m (CBA) e 1,9 m (CBD).<br />
Brescia, maggio 2007<br />
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Dott. Geol. Laura Ziliani