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DEVOZIONE E LITURGIA A MELEGNANO
NEI SECOLI XV E XVI
Luigi Bardelli
Cerro al Lambro 2004

Seconda ristampa ulteriormente riveduta

NOTA 1998
Nel proporre al pubblico la mia tesi di laurea, circolata per vent’anni in copia
unica tra amici e studiosi di argomenti locali, ho ritenuto opportuno non
introdurre modifiche di sostanza (a parte la correzione di un paio di sviste
di cui mi ero accorto già prima della discussione, avvenuta l’11 marzo 1977),
limitandomi a correggere gli errori di battitura (di cui parecchi già allora segnalati
nell’errata corrige) e a rendere il testo più coerente per ortografia,
punteggiatura, abbreviazioni, maiuscole.
Impegni di vario genere, e un’assenza prolungata da biblioteche e archivi, mi
hanno impedito di por mano al necessario lavoro di revisione e aggiornamento,
che spero di intraprendere in vista di una seconda edizione.
Penso che pubblicare il testo di allora abbia in ogni caso un suo significato,
per il suo valore intrinseco, malgrado errori e lacune, e per il suo carattere di
testimonianza storiografica.
Solo per l’appendice documentaria ho ritenuto più importante l’esattezza
della trascrizione che non la fedeltà storica al testo del 1977. I documenti presentano
quindi un testo che per vari aspetti non corrisponde a quello di allora,
essendo stati rivisti anche i criteri di edizione.
La mia riconoscenza va a quanti mi hanno aiutato nella realizzazione della
tesi e di questo libro. Molti vivi sarebbero da nominare; ricorderò invece tre che
non sono più tra noi: Giuseppe Gerosa Brichetto, monsignor Enrico Cattaneo e
Maria Assunta Pogliaghi.
Cerro al Lambro, 23 marzo 1998.
Nota alla ristampa riveduta
A un anno dalla prima edizione ecco la ristampa riveduta, dove sono corretti
i molti errori di battitura contenuti soprattutto nell’appendice documentaria e
dovuti alla fretta di licenziare il libro in tempo per partecipare al premio Città
di Melegnano dedicato a ricerche e studi di argomento melegnanese. La nemesi,
incarnata in una commissione giudicatrice dalla manica piuttosto stretta, ha
meritatamente punito la mia ambizione, ma il debito verso gli amici lettori e
amanti di storia locale va ugualmente saldato.
Questa ristampa sostituisce l’edizione datata Melegnano 1998 e a questa ristampa
deve far riferimento chiunque non voglia o non possa accedere alla tesi
originale del 1977 conservata all’Università Cattolica di Milano. Se qualche errore
è rimasto, verrà corretto con un apposito errata corrige. Chi avesse una copia
dell’edizione del 1998 è invitato a buttarla e sostituirla con questa ristampa.
Cerro al Lambro, 21 marzo 1999.

Nota alla seconda ristampa ulteriormente riveduta
Questa è l’ultima volta che rimetto mano alla mia vecchia tesi, per togliere
gli ultimi errori di stampa e inserire nel testo i documenti 20-23.
Statemi bene.
Cerro al Lambro, 12 ottobre 2004.

candidato:
LUIGI BARDELLI
matr. n. 787207
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
MILANO
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
Tesi di Storia della Liturgia
DEVOZIONE E LITURGIA A MELEGNANO
NEI SECOLI XV E XVI
Anno Accademico 1975 - ’76
Relatore:
Ch.mo Prof. Mons. Enrico Cattaneo

BIBLIOGRAFIA
Abbreviazioni
ACAM Archivio della Curia Arcivescovile di Milano
APMe Archivio della Prepositurale di Melegnano
ASMi Archivio di Stato di Milano
Fonti manoscritte
ACAM, X, Melegnano; Parrocchie, Melegnano.
APMe.
ASMi, Fondo di Religione; Notai; Sezione storico-diplomatica, Comuni.
Datio di Melegnano, cod. 236 della Biblioteca Trivulziana.
Fonti edite
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1919.
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1876.
Documenti diplomatici tratti dagli Archivi Milanesi, per cura di L. Osio, Milano
1864-72.
Itinera Hierosolymitana saeculi IIII-VIII, recensuit et commentario critico instruxit
P. Geyger, Vindobone 1898 (CSEL, vol. 38).
Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, a cura di M. Magistretti e U. Monneret
de Villard, Milano 1917.
Il Museo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Milano, a cura di A. R. Natale,
s.n.t.

8 BIBLIOGRAFIA
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vol. XIV (1900).
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parte II).
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Studi
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TRISSINO G., Acta S. Savinae Trissinae, Milano 1626.
VIGOTTI G., La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII, Roma 1974.

Capitolo 1
ORIGINI CRISTIANE DI
MELEGNANO
La prima testimonianza dell’esistenza di Melegnano compare in una sottoscrizione
a un documento dell’anno 830 (“Ego Madelbertus cle(ricus) de Meloniano
in hanc cartola rogatus ad Iohannes t(es)t(is) s(ub)s(cripsi)”) 1 . Non esistono reperti
archeologici che rompano il silenzio precedente. Solo l’etimologia potrebbe
fornirci qualche indicazione sull’antichità e tipo di insediamento, ma le ipotesi
finora avanzate al riguardo non reggono all’analisi e si rivelano fantastiche o
insoddisfacenti 2 .
Per quanto attiene la diffusione del cristianesimo nella zona, le tradizioni
leggendarie non mancano. La più divulgata 3 è quella connessa con santa Savina
lodigiana cui un’antica versione degli atti dei santi martiri Nabore e Felice
attribuisce il trafugamento delle loro reliquie da Lodivecchio a Milano. Una successiva
amplificazione della leggenda, testimoniata per la prima volta nel Liber
Notitiae Sanctorum Mediolani, racconta che durante il tragitto da Lodivecchio
a Milano la santa, che trasportava i corpi dei due martiri nascosti in una botte,
fu fermata dai gabellieri “et dum interrogatur dixit se ducere mel. Illi spiculatores
spinam extrahentes mel habuerunt” 4 . La leggenda di questo miracolo è
nata sicuramente da una etimologia che faceva derivare il nome di Melegnano
da “mel”, e non dà quindi nessuna indicazione attendibile sulle origini del culto
cristiano a Melegnano.
Maggior peso sembra avere un’altra tradizione che, dal Muratori al Biraghi
al cardinal Schuster, localizza a Calvenzano, presso Melegnano, il martirio di
Severino Boezio, avvenuto nel 524 per ordine di Teodorico. Secondo il cardinal
Schuster, “in agro Calventiano” “in territorio Mediolanense” sarebbe esistito
1Il Museo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Milano, a cura di A. R. Natale, s.n.t., vol.
I, parte prima, doc. 52.
2Riassunte in C. AMELLI, Storia di Melegnano dalle origini all’anno Mille, Melegnano
1967, p. 11-16. Un’altra etimologia fu avanzata da D. OLIVIERI, Dizionario di toponomastica
lombarda, Milano 1961, p. 337 sub voce, interessante per il metodo ma errata. Anche la
proposta di C. AMELLI, op. cit., p. 28, è difficilmente sostenibile.
3Sulla “fortuna” di questa leggenda vedi A. CARETTA, Savina, in Bibliotheca Sanctorum,
Roma 1961-1970, vol. IX, p. 698-9; e P. BORELLA, S. Savina, Matrona Lodigiana, in
“Memorie storiche della diocesi di Milano”, vol. VII (1960), p. 241-253.
4Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, a cura di M. Magistretti e U. Monneret de Villard,
Milano 1917, col. 362.

12 CAPITOLO 1
un cenobio in cui Severino, prigioniero, avrebbe composto il De Consolatione
Philosophiae in attesa della sentenza definitiva 5 . Ma la probabile esistenza di
un “ager Calventianus” anche presso le mura dell’antica Pavia, unita a un’imponente
tradizione che assegna a Pavia la stesura dell’ultima opera di Boezio e
il suo martirio, rende estremamente debole l’identificazione muratoriana 6 .
Nessun peso invece sembra avere un’altra notizia riportata dal Coldani, che
attribuisce l’edificazione della chiesa di San Giovanni Battista di Melegnano
all’attività missionaria di san Giulio prete. L’informazione, proveniente secondo
il Coldani dai canonici di Orta, non è altrimenti documentata 7 .
Il primo documento su luoghi di culto cristiani nella zona di Melegnano è
dell’anno 836. Tra le disposizioni testamentarie di Ungeer, “avitator civitatis
Mediolani, germano quondam Hernusti”, c’è un lascito di alcuni beni “in vico et
fundo Maliano” in favore del senodochio di Santa Maria Madre di Dio “fundatum
vico Meloniano” 8 .
Nell’età carolingia c’era dunque a Melegnano un’istituzione religiosa che assisteva
i viaggiatori che percorrevano la strada romana Milano - Lodi - Piacenza.
Ma probabilmente la diffusione del cristianesimo nella zona risale a un’epoca
molto più antica, forse almeno al secolo VI, quando fu istituita la pieve di San
Giuliano in Strada, di cui Melegnano fece sempre parte fino al secolo XVII 9 . Del
resto la toponomastica della zona testimonia una colonizzazione intensa risalente
al periodo romano10 . È però impossibile con le testimonianze attualmente a
disposizione avanzare qualcosa di più che vaghe congetture sui tempi e i modi
dell’affermarsi del culto cristiano a Melegnano.
5I. SCHUSTER, La reclusione e l’uccisione di Severino Boezio “in agro Calventiano”, in
“La scuola cattolica”, vol. LXXI (1943), p. 369-372.
6F. GIANANI, “In agro Calventiano”, Melegnano 1961.
7G. COLDANI, Raggualio della Chiesa di S. Giovanni Battista del Borgo di Melegnano. . . ,
Biblioteca Ambrosiana, Ms. A 143, p. 3: “Quello però in somma che lo (Melegnano) rende più
particolare si è, che la di lui Chiesa vanta d’esser una delle cento edificate intorno al 390 da
S. Giulio d’Orta (Nota: Attestazi. dei Can. d’Orta)”.
8Codex Diplomaticus Langobardiae, a cura di G. Porro Lambertenghi, Torino 1876, col.
226-227, doc. CXXVII.
9G. ROSSETTI, Contributo allo studio dell’origine e della diffusione del culto dei Santi. . . ,
in “Contributi dell’Istituto di Storia Medioevale”, vol. II, Milano 1972, pp. 573-607.
10Ecco alcuni esempi tratti da D. OLIVIERI, op. cit., alle voci: Balbiano, dal gent. Balbius;
Calvenzano, dal gent. Calventius; Carpiano, dal gent. Carpius; Dresano, forse da Ad
Arisianum, dal gent. Arisius; Mulazzano, forse dal gent. Munatius, o dai nomi Mulutius, Molletius,
o altri; Pedriano, dal gent. Petreius; Tribiano, dal gent. Trebius; tutti nomi prediali. Per
Melegnano l’Olivieri propone il gent. Marinius, essendo stato tratto in inganno dalla grafia
“Marignano”, che compare piuttosto tardi ed è derivata dalle forme documentate Meloniano
- Melegnano - Meregnano - Maregnano. La forma più antica, “Meloniano”, non conosciuta
dall’Olivieri, suggerisce piuttosto una derivazione da “Milonianum”, dal gent. Milo (Milone),
testimoniato nel milanese da un’iscrizione (C.I.L. vol. V/2, p. 658, n. 5943: L. An(nius) Milo).

Capitolo 2
LA FONDAZIONE DELLA
PREPOSITURA DI
MELEGNANO (1442)
La vicenda dell’elevazione a prepositura della chiesa di San Giovanni Battista
di Melegnano è già stata affrontata da altri. Giacinto Coldani, nella seconda
parte del suo Raggualio, scritto nel 1747, ricostruisce i fatti sulla scorta dei soli
documenti ufficiali del 1442, con vari errori e lavorando di fantasia per riempire
le lacune 1 . La sua narrazione perciò, risultando praticamente una parafrasi di
quei documenti, non aggiunge nulla ad essi ed è inutile per la ricostruzione della
vicenda.
Recentemente Cesare Amelli, nella sua Storia di Melegnano dalle origini
all’epoca contemporanea, ha tentato, rispetto al Coldani, una interpretazione
storiografica di più ampio respiro, inserendo la vicenda “nel travaglio religioso
e riformistico del secolo”. Secondo l’Amelli, la prepositura di Melegnano fu da
una parte “una realizzazione riformistica nel vasto programma di Eugenio IV,
l’austero papa, colui che liquidò le autonomie monastiche per rinforzare unità
ecclesiastiche. Ma fu anche una spinta della periferia rurale verso Melegnano
in senso civico ed economico” 2 . Poiché l’Amelli utilizza nella sua ricostruzione
solo il Coldani e pochi altri documenti tratti dall’archivio della Prepositurale
di Melegnano, anch’egli non risulta di molto aiuto per la ricostruzione della
vicenda.
Nel 1442 Melegnano si presentava come un grosso borgo, circondato da mura
e fossato e fornito di un castello. Nel perimetro c’erano tre porte, ciascuna con
un sobborgo esterno. Il castello, costruito in origine dai Milanesi nel 1243 3 e poi
ricostruito o ampliato da Barnabò Visconti 4 , che vi dimorò a lungo 5 , ospitava
1G. COLDANI, op. cit., p. 68-73.
2C. AMELLI, Storia di Melegnano dalle origini all’epoca contemporanea, Melegnano 1974,
p. 64-67.
3G. GIULINI, Memorie spettanti alla storia, al governo, ed alla descrizione della città, e
della campagna di Milano, Milano 1760 ss., vol. VIII, p. 10.
4G. GIULINI, Continuazione delle memorie spettanti alla storia, al governo. . . , Milano
1771 ss., vol. II, p. 211.
5Cfr. C. AMELLI, op. cit., 1974, p. 49 ss.

14 CAPITOLO 2
un castellano che, oltre a essere vicario del duca per Melegnano, lo era anche di
tutta la Bazana, o di quello che ne restava dopo che gran parte di essa era stata
direttamente assoggettata all’autorità del comune di Milano nel 1385 6 : Melegnano
era infatti sottratta alla giurisdizione del comune di Milano e direttamente
soggetta all’autorità del duca 7 . Al castello di Melegnano sono anche legate altre
pagine della storia dei Visconti, come la morte di Gian Galeazzo, avvenutavi
nel 1402. Con l’estendersi del ducato, il castello venne perdendo in parte la
sua importanza strategica, e in quanto alle mura perimetrali è probabile che
non fossero mantenute in efficienza 8 , tant’è vero che quando nel 1449 Francesco
Sforza assalì Melegnano la prese al primo assalto e il castello, semidistrutto dalle
artiglierie, dovette arrendersi dopo sei giorni 9 .
Le fonti ci permettono di farci un’idea dello sviluppo sociale ed economico
del borgo. L’economia era soprattutto agricola, ma nel borgo si sviluppavano le
attività commerciali e alberghiere 10 , e quelle professioni, quali notai, medici e
insegnanti 11 , legate alla presenza di un ceto di persone agiate.
L’esatto numero degli abitanti non è dato sapere. Per il 1442 la popolazione
del borgo, compresi i sobborghi e le cascine sparse nei dintorni, veniva stimata
da alcuni in 1500 anime, da altri in più di 3000 12 . Tenendo conto che queste
6G. GIULINI, Continuazione cit., vol. II, p. 407.
7Documenti diplomatici tratti dagli Archivi Milanesi. . . per cura di L. Osio, Milano 1864-
72, vol. II, p. 6-7.
8Secondo il GIULINI, Continuazione cit., vol. III, p. 332, Filippo Maria Visconti non si
prese molto pensiero delle mura di Milano. Che anche a Melegnano esse venissero trascurate,
si può arguire da un documento del 4 ottobre 1426 in ASMi, Notai, cart. 333, in cui si parla
dell’affitto “de sedimine uno iacente in terra Melegniani, quod est cum hediffitiis muratis et
cupatis, curia usque ad secundam fenestram balesteriam existentem in muro fortilizii extra
fondespixium dicti sediminis”: tra i patti troviamo che gli affittuari “teneantur et debeant
infra menses decemocto proxime futuros facere seu fieri facere murum unum de lapide uno
cum dimedio et altitudinis prout est fondespixius dicti sediminis, qui murus veniat recte per
medium dictam secundam fenestram balesteriam, ita et taliter quod dicta fenestra remaneat
stopata”. Delle mura perimetrali, oggi non più esistenti, si sono trovati resti nei lavori di
sterro per le fondamenta di case, per le fognature o per gli impianti del gas e dell’acqua. Cfr.
C. AMELLI, op. cit., 1974, p. 52.
9I. SIMONETAE, Rerum gestarum Francisci Sfortiae Mediolanensis Ducis Commentarii,
a cura di G. Soranzo, Bologna 1932-1959, p. 287-8, in RR.II.SS, vol. XXI, parte II.
10Nel borgo si teneva un mercato settimanale già prima del 1416, come risulta da un accenno
contenuto nel codice 236 della Biblioteca Trivulziana, intitolato Datio di Melegnano, f.
2v (il giudice del dazio di Melegnano poteva procedere contro gli evasori “quolibet die feriato
et iuridico, dum non sit in die mercati”). Questo mercato cadeva di giovedì. In quanto agli
alberghi, già l’Azario accenna ai “bona hospicia” di Melegnano narrando l’episodio dell’incontro
tra Barnabò Visconti e un contadino nei boschi della Bassa Milanese (P. AZARII, Liber
gestorum in Lombardia, a cura di F. Cognasso, Bologna 1926-1939, p. 144, in RR.II.SS., vol.
XVI, parte IV). Nella prima metà del ’400 troviamo ricordati vari alberghi quali quello della
Campana, della Cernia e del Gallo, in ASMi, Notai, cart. 332, atti del 1◦ genn. 1417, 12 e 23
novembre 1422.
11Oltre a Giovannino Fagnani fu Antonino, di cui ci sono giunte le imbreviature (ASMi,
Notai, cart. 332-338), esercitava la professione notarile a Melegnano nel 1442 anche Beltramolo
Albiati di Luchino, delle cui imbreviature prima dell’ultima guerra si poteva ancora vedere
una parte per gli anni 1446-1454 (cfr. P. M. SEVESI, Santa Maria della Misericordia in
Melegnano, Melegnano 1932, p. 14). La presenza di tre medici è segnalata per il 1459 nella
testimonianza di don Donato Farisei riportata in App., doc. 8. Nelle imbreviature del Fagnani
si trovano accenni ad alcuni maestri; anche don Cristoforo Fasoli, rettore della chiesa di San
Giovanni Battista, insegnava grammatica (APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 16, f. 15v - 17r,
testimonianza di don Ambrogio Gallarati: “quia tunc temporis ipse testis ibat ad schollas
gramatice ad dictam ecclesiam, quia ipse presbiter 〈d. Christoforus de Faxolis dictus〉 Sancti
Amen docebat gramaticam”).
12APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 17, f. 3v: “ipsa cura de Melegnano non habet tria

LA FONDAZIONE DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO (1442) 15
cifre provengono da persone interessate rispettivamente a minimizzare e a gonfiare
l’effettiva consistenza demografica di Melegnano, è prudente ritenere che il
numero degli abitanti fosse tra i 2000 e i 2500.
Dal punto di vista ecclesiatico la situazione non era altrettanto fiorente. All’interno
del borgo esisteva una sola chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni
Battista e curata da un rettore eletto dalla comunità; essa faceva parte, senza
particolari distinzioni, della pieve di San Giuliano in Strada. C’era poi anche
un’altra chiesa, dedicata a San Pietro, retta da una confraternita di Disciplinati,
ma non vi risiedeva nessun sacerdote 13 . Poco fuori del borgo, verso Milano,
c’era un convento di frati Carmelitani e dall’altra parte del Lambro la chiesa di
San Materno 14 .
C’era dunque un evidente squilibrio tra il prestigio che il borgo deteneva nel
campo civile e la sua scarsa rilevanza nel campo ecclesiastico. Questo fu probabilmente
all’origine dell’azione intrapresa dalla comunità di Melegnano al fine di
innalzare la chiesa di San Giovanni Battista da semplice rettoria a qualcosa che
se non era una collegiata certo le somigliava molto, cioè a prepositura con un
prevosto e tre cappellani curati. Certo un ampliamento nel numero dei sacerdoti
poneva dei problemi di ordine finanziario. Le rendite della chiesa, assommanti
a circa 40 lire imperiali annue 15 , risultavano insufficienti per una dotazione
adeguata. Per reperire i fondi necessari c’erano due vie fondamentali (non escludentisi
tra loro): la comunità poteva impegnarsi ad ampliare la dotazione della
chiesa costituendo un nuovo patrimonio fondiario o fornendo ogni anno la quota
occorrente, oppure la chiesa si poteva appropriare dei beni di altri enti ecclesiastici.
Questa seconda via era la più vantaggiosa, in quanto sollevava la comunità
da un onere probabilmente eccessivo, dato il fine prefisso, e fu appunto quella
adottata.
Un ente da sopprimere per incorporarne i beni fu individuato nel monastero
di monache benedettine di Santa Maria della Stella, di Bruzzanello presso Mediglia
(MI), cui erano stati uniti in epoca imprecisata altri due monasteri, quelli
di Sant’Anna di Porta Comasina di Milano e dei Santi Nabore e Felice di Masate,
pieve di Gorgonzola 16 . I suoi redditi assommavano a circa 100 fiorini d’oro
millia animarum ad curandum et si minuerentur (sic; leggi: numerentur) non sunt adhuc
milequinquecentum”. E App., doc. 8.
13APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 16, f. 35v (testimonianza di Ambrogio Borroni fu Donato,
1459): “nec alia ecclesia fuit nec est in dicta terra de Melegnano nixi una alia ecclesiolla parva
que vocatur ecclesia Sancti Petri, in qua morantur batuti sive scruriati et non moratur aliquis
sacerdos”.
14Su queste chiese si rimanda al cap. 4 di questa tesi.
15Come risulta da varie testimonianze riportate in parte in App., doc. 8. Le oscillazioni tra
le 40 e 60 lire imperiali sono forse dovute al fatto che le stime più alte comprendono anche i
proventi dell’amministrazione dei sacramenti. È sicuramente erronea la cifra di 50 fiorini d’oro
riportata in App., doc. 4. Del resto nella bolla pontificia riportata in App., doc. 5, si parla di
20 fiorini d’oro.
16I tre monasteri sono ricordati nel Liber Notitiae. . . cit., col. 257 D (“Loco monasterii de
bruzanello ecclesia sancte Marie”), 63 C (“in monasterio brucanelo est altare sancti benedicti”),
28 A (“De sancta anna matre genitricis dei est ecclesia mediolani in porta cumacina”),
282 D (“In plebe grogonzola, loco Maxate, ecclesia sancti naboris”), 261 D (“Maxate altare
sancte Marie in ecclesia sancti naboris”). Nella Notitia Cleri Mediolanensis de anno 1398 circa
ipsius immunitatem, in “Archivio Storico Lombardo”, vol. XIV (1900), p. 280, è riportato
il monastero di Bruzzanello con una tassa di L. 20, s. 1; non è riportato quello di Sant’Anna;
quello dei Santi Nabore e Felice potrebbe essere l’imprecisato “Monasterium de (sic) L. 5,
s. 11, d. 10” riportato sotto Gorgonzola a p. 275. Questo potrebbe significare che nel 1398
i monasteri di Santa Maria e di Sant’Anna erano già uniti. Per altre notizie sul monastero
di Bruzzanello, vedi G. GEROSA BRICHETTO, Fuori di Porta Tosa. Studio sulle terre del

16 CAPITOLO 2
annui 17 . Mentre il monastero di Masate era disabitato, quelli di Santa Maria
della Stella, isolato tra i boschi, e di Sant’Anna, piccolo e inadeguato 18 , ospitavano
le monache Elisabetta Suadi, Caterina Marcellini, Giacomina Bizozero e
Alegranzina Alemanni detta Donina, con la badessa Castellina Barni 19 .
Si mise l’occhio anche su alcune chiese, quasi tutte nei dintorni di Melegnano,
i cui redditi assommavano a circa cinquantaquattro fiorini d’oro annui 20 . Erano
le chiese, allora vacanti, di San Martino di Mercugnano 21 , di Santa Margherita
di Faino e di San Bartolomeo “de Curte de Melegnano” 22 ; e inoltre la chiesa
di Santa Maria della Rocca, di patronato dei Brivio, di cui era beneficiale don
Dionigi Brivio, e le chiese di San Materno al Castelvecchio, Sant’Antonino di
Colturano e San Pietro di Vizzolo, che insieme formavano il beneficio di don
Donato Farisei 23 .
Si vede bene che l’obbiettivo principale era il monastero: della cifra che
si sperava di incamerare esso da solo forniva i due terzi. Era però necessario
ottenere l’approvazione del papa, trattandosi di un monastero benedettino, e
in primo luogo quella del legato pontificio, che era allora Gerardo Landriani,
vescovo di Como e cardinale col titolo di Santa Maria in Transtevere 24 .
Se non sappiamo quando nacque l’idea della prepositura, possiamo però
avanzare qualche congettura sul perché i notabili melegnanesi abbiano potuto
ritenere favorevole il momento da loro scelto. A quanto pare, il cardinale non
mostrava una particolare predilezione per gli istituti monastici, se proprio nel
Lambro nell’età medievale, Milano 1973, pp. 100-102.
17App., doc. 1 e 5 e APMe, cart I A, fasc. 1 passim.
18Prima del 1442 le monache erano venute a stare a Milano nel monastero di Sant’Anna,
perché quello di Bruzzanello era talmente fuori mano che esse “quandocumque dificulter poterant
habere sacerdotem qui earum confessiones audiret” (APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 16,
f. 19v.
19App., doc. 7.
20App., doc. 4.
21San Martino di Mercugnano, detto San Martino “Octave” (App., doc. 4), “Ogione”
(APMe, cart. IA, fasc. 1, doc. 2), “Ogiani” (APMe, cart. IIB, fasc.1, doc. 6), è la chiesa
di San Martino a “Octavo” del Liber Notitiae Sanctorum Mediolani cit., col. 245 B; l’attuale
San Martino Olearo.
221198: “ecclesie Sancti Bartholomei de contrada illorum de Melegniano” (Gli atti del comune
di Milano fino all’anno 1216, a cura di C. Manaresi, Milano 1919, p. 170); 1235: “presbiter
Marchixius S. Bartholomei de Curte de Melegnano” (GIULINI, Memorie cit., vol. VII, p.
598); 1398: “Porta Romana: . . . Sancti Bartholamey in curte de Melegnano” (Notitia Cleri
Mediolanensis cit., p. 21); 1466: “In Porta Romana . . . Non Parochiales. . . Sancti Bartolomei
in curte” (P. MAZZUCCHELLI, Osservazioni sopra il rito Ambrosiano, Milano 1828, p. 371).
Dovrebbe essere la chiesa di San Bartolomeo “in monasterio Sancti Celsi” del Liber Notitiae
Sanctorum Mediolani, col. 49 A. Cfr. G. VIGOTTI, La diocesi di Milano alla fine del secolo
XIII. . . , Roma 1974, p. 48.
23ASMi, Notai, cart. 333, 23 febbraio 1433: “Confessio Iohanis de Giramis facta per d.
presbiterum Donatum de Farixeis”, il quale era “beneficialis et rector ecclesie Sancti Antonini
de Culturano sub rectoria rectorie Sancti Materni de Castrovegio et Sancti Petri de Vizollo”.
24Gerardo dei Capitanei di Landriano, figlio di Antonio, fu canonico della chiesa della Trinità
di Pavia, amministratore della diocesi di Lodi dal 13 maggio 1418 e poi vescovo della stessa dal
15 marzo 1419. Diventò vescovo di Como il 6 marzo 1437. Nominato cardinale prete col titolo
di Santa Maria in Transtevere il 18 dicembre 1439, mantenne il vescovato di Como ed è perciò
chiamato “Cumanus” o “Comensis”. Fu legato a latere per la Lombardia e morì a Viterbo
il 9 ottobre 1445. È noto per aver scoperto nel 1421 tra i codici della biblioteca vescovile di
Lodi un codice di Cicerone, il “Laudensis”, contenente tra l’altro il De Oratore, l’Orator e il
Brutus, prima sconosciuti o solo parzialmente noti. C. EUBEL, Hierarchia Catholica Medii
Aevi. . . , 2. ed., Monasterii 1913-14, vol. I, p. 296; vol. II, p. 8 e 140. L. SAMARATI, I vescovi
di Lodi, Milano 1964, p. 165-8 e 170; L. TATTI, Annali sacri della città di Como, riveduti
dal P. D. Giuseppe Maria Stampa, deca terza, parte prima, Milano 1734, p. 261-277.

LA FONDAZIONE DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO (1442) 17
1442 diventava il primo commendatario dell’abbazia di Chiaravalle 25 . Non va
poi trascurata una probabile parentela, anche se forse non stretta, tra il cardinale
e quell’Antonino Landriani che le fonti ci indicano tra i promotori 26 e che
troveremo tra i patroni della nuova prepositura.
Sia come sia, nel maggio 1442 fu presentata al cardinale legato una supplica,
con cui si chiedeva la creazione a Melegnano di una prepositura con un
prevosto e tre cappellani, previa soppressione e annessione del monastero e col
corollario dell’annessione dei benefici suddetti. Il testo della supplica è riassunto
nei documenti 1 e 4, riportati in Appendice. Il modo con cui questi documenti
sono redatti è fuorviante, perché può far pensare a due distinte suppliche, l’una
riguardante la soppressione del monastero e l’erezione della prepositura, l’altra,
successiva di qualche tempo (anzi successiva alla nomina del prevosto Giovanni
Pagani il 19 luglio), riguardante l’unione delle sette chiese. In realtà le due
richieste furono concomitanti 27 . Ma per ragioni di chiarezza è forse opportuno
trattare separatamente i due aspetti della questione.
I motivi ufficialmente addotti per chiedere la soppressione del monastero e
l’erezione di una prepositura a Melegnano sono di ordine pastorale e liturgico:
da una parte l’unico rettore della chiesa di San Giovanni non poteva più attendere
alla cura della popolazione del borgo, a causa del suo grande aumento;
dall’altra il monastero di Santa Maria della Stella era quasi privo di monache
e semidistrutto, con grave danno per il culto divino; quindi, se si fosse soppresso
il monastero, con i suoi redditi si sarebbe potuta fondare a Melegnano una
prepositura con tre cappellani, a maggior gloria di Dio e salute delle anime.
Altri documenti ci rivelano aspetti, che sono presentati come determinanti, ma
che nei documenti ufficiali non compaiono: pettegolezzi sulla moralità personale
della badessa e delle monache 28 .
La supplica fu probabilmente presentata il 25 maggio, data in cui fu donata
al cardinale la prima delle molte partite di gamberi che troviamo segnate tra le
spese “pro impetratione bullarum” 29 . Il 26 maggio Antonino da Melegnanello
e Beltramo Lafrancono testimoniarono contro la badessa 30 (si trattò evidentemente
di testimonianze tendenti a rinforzare giuridicamente le affermazioni
contenute nella supplica).
Nel mese di giugno si sviluppò l’opera di pressione sulla badessa perché rassegnasse
le dimissioni, rendendo così vacante il titolo. Non sono noti i mezzi usati
per esercitare la pressione, ma certo furono efficaci, se il 6 luglio la badessa, attraverso
il proprio procuratore don Giovanni Mozardi, cappellano del cardinale,
rinunciò al titolo nelle mani del cardinale, il quale nello stesso giorno emise la
bolla con cui sopprimeva l’abbazia e la annetteva alla chiesa di San Giovanni
Battista, riservando alla ex badessa la pensione annua di quindici fiorini d’oro.
La soppressione del monastero pur non essendo definitiva, perché occorreva
ancora l’approvazione papale, era però immediatamente operante. Perciò colla
stessa bolla il cardinale legato innalzò la chiesa di San Giovanni Battista da
rettoria a prepositura con un prevosto e tre cappellani residenti, da mantenersi
25 C. EUBEL, op. cit., vol. II, p. 8.
26 App., doc. 4.
27 Cfr. App., doc. 6.
28 App., doc. 8, e APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 4 (senza data, ma prima del 1455).
29 App., doc. 6.
30 Ibidem.

18 CAPITOLO 2
coi beni del soppresso monastero 31 .
A quanto pare, le dimissioni “spontanee” della badessa non furono accettate
dalle altre monache. Una testimonianza successiva ci ragguaglia su questo aspetto
della vicenda e ci mostra il cardinale intervenire pesantemente per impedire
alle rimanenti monache di eleggersi una nuova badessa 32 .
Si procedette intanto al perfezionamento dell’erezione della prepositura e il
19 luglio il cardinale legato nominava il primo prevosto nella persona di don
Giovanni Pagani 33 . Il 28 luglio vennero promulgati gli statuti, con dettagliate
disposizioni sulla liturgia 34 .
L’obbligo della residenza imposto al prevosto e ai cappellani poneva il problema
dell’edificazione di una canonica. Perciò sempre sul finire di luglio fu
emessa una bolla che riservava a tal fine una parte dei redditi della nuova prepositura,
finché la casa non fosse finita; ma per non diminuire con ciò la massa
prepositurale, la comunità si impegnò a costituire redditi fondiarii per una cifra
corrispondente 35 .
Con un’altra bolla, ancora il 28 luglio, il cardinale definì le procedure per
l’elezione dei futuri prevosti e cappellani, concedendo il diritto di patronato
a Guglielmo Besana e Antonino Landriani e ai sei presidenti la comunità di
Melegnano 36 . Di Antonino Landriani ho già parlato in relazione ad una sua
probabile parentela col cardinale. In quanto a Guglielmo Besana, egli vide così
riconosciuta la parte preminente da lui avuta in tutta l’operazione, nella quale
in concreto agì come procuratore della chiesa 37 .
A questo punto mancava solo la definitiva approvazione papale. Nell’attesa si
procedette tra agosto e settembre 38 a espellere la badessa e le monache dal loro
monastero: la badessa venne a Melegnano e vi abitò fino alla morte, che avvenne
verso il 1450 39 ; le altre monache andarono ad alloggiare presso parenti oppure
in altri monasteri 40 . La chiesa di Melegnano versò alla badessa fino alla sua
morte i quindici fiorini d’oro annui che le spettavano secondo le disposizioni del
31App., doc. 1.
32App., doc. 7, testimonianza di don Girolamo Cortesella.
33App., doc. 2.
34App., doc. 3
35Bolla citata in App., doc. 6. Il testo non ci è pervenuto ma la disposizione è nota da
un accenno in App., doc. 4: “. . . ecclesiae Sancti Iohannis, cuius fructus etc. quos tamen ad
constructionem domorum hedificandarum et pro residentia prepositi et capellanorum elligendorum
quoad perfecte fuerint deputavimus. . . ”. La promessa fatta dalla comunità fu perfezionata
con un documento notarile solo nel 1454 (APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 5-6 (3 ottobre
1454): “in exequtione promissionis alias facte reverendissimo domino Gerardo tunc cardinali
et legato de latere de dando dicte ecclesie tot bona ex quibus singulis annis dicti floreni XXV
percipi possent pro ampliori dote prepositure et cappellanorum dicte ecclesie”). 25 fiorini del
valore di 32 soldi per fiorino equivalgono a 40 lire imperiali.
36Il documento, che non ci è pervenuto, è citato in App., doc. 6. La data si trova riferita
nella visita del 1567 (App., doc. 11). Il suo tenore è noto da vari accenni, il più antico dei quali
è in APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 7, f. 16v - 17r, ed è del 1455: “item litteras patentes prefati
domini cardinalis et legati vero sigillo ipsius domini legati sigillatas et subscriptas per Iacobum
de Paradiso, in quibus in effectu continetur sicut ipse legatus auctoritate sue legationis perpetuo
reservavit ius patronatus presentandi prepositum et capellanos pro tempore instituendos
in predicta ecclesia de Mellegniano nobilibus viris dominis Guillelmo de Bexana, Antoniono
de Landriano et sex communitatem Mellegnani presidentibus”. Il diritto di presentazione fu
esercitato fino al periodo di san Carlo Borromeo, come risulta da vari documenti in APMe,
cart. I B e dalla Visita del 1567 (App., doc. 11).
37Cfr. App., doc. 4 e 6.
38App., doc. 6
39App., doc. 8, testimonianza di don Donato Farisei.
40 Ibidem.

LA FONDAZIONE DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO (1442) 19
cardinale, e alle altre monache cifre minori per gli alimenti, almeno per qualche
anno 41 .
Come ho già detto, l’unione del monastero alla chiesa di San Giovanni Battista
necessitava, per diventare definitiva, dell’approvazione papale. Fu perciò
inviata una supplica dal rettore di San Giovanni e dalla comunità di Melegnano
al papa Eugenio IV, ottenendo in risposta una bolla, datata da Firenze il 13
ottobre 1442 e indirizzata a Leonardo del Maino, abate di San Simpliciano fuori
le mura di Milano, con cui si delegava quest’ultimo a confermare l’annessione,
prese le opportune informazioni 42 . L’8 agosto 1443 la comunità di Melegnano
nominò i propri procuratori per il processo di conferma davanti all’abate, nomina
accettata anche dal rettore di San Giovanni Battista, don Cristoforo Fasoli 43 .
È da notare che promotori della richiesta di conferma non figurano né il nuovo
prevosto né i patroni, ma solo il vecchio rettore e la comunità di Melegnano, e
che nella bolla papale non si fa cenno della prepositura da istituirsi coi beni del
soppresso monastero, ma si parla solo, in modo un po’ sibillino, di “multa ac
diversa ...tione dicte ecclesie incombentia etiam quasi insupportabilia onera”.
Si trattò forse di una formalità, con cui si evitava l’incongruenza di un effetto
(la prepositura) che precedeva nell’esistenza la propria causa (l’annessione del
monastero).
Non è chiaro il motivo per cui dall’ottobre 1442 si aspettò fino all’agosto
1443 per presentare la bolla papale all’abate di San Simpliciano. È possibile che
la bolla sia giunta a Melegnano con un certo ritardo, ma dieci mesi sembrano
troppi. D’altra parte è certo che il 29 marzo Guglielmo Besana per conto della
chiesa di San Giovanni Battista versò 16 fiorini d’oro in pagamento della bolla 44 .
Comunque, il processo di conferma cominciò in agosto e si concluse non oltre
dicembre in modo favorevole 45 .
Mentre si procedeva all’annessione del monastero, non si trascurava l’altro
obbiettivo, cioè l’annessione delle sette chiese. La supplica in questo senso fu
presentata come ho già detto verso la fine del maggio 1442 insieme a quella per
il monastero, o forse meglio si trattò di un’unica supplica per entrambe le questioni.
Le motivazioni addotte nella supplica sono, come per la soppressione del
monastero, di ordine pastorale e liturgico, ma con un accento maggiore sull’aspetto
economico dell’operazione, che avrebbe permesso una maggiore dotazione
della nuova prepositura 46 .
Lo scopo della supplica fu raggiunto il 30 luglio, quando il cardinale legato
emanò una bolla con cui univa alla prepositura di Melegnano testè fondata i
sette benefici, subito quelli vacanti, e quelli che non lo erano quando lo fossero
diventati per morte o rinuncia dei loro beneficiali 47 . Questo permise al neo
41Come risulta dai vari Libri dell’Entrata e della Spesa in APMe, cart. II A, fasc. 1. Non
sembrano credibili le affermazioni in contrario riportate in App., doc. 7.
42App., doc. 5.
43Ibidem. 44APMe, cart. II A, fasc. 1, Libro dell’entrata e della Spesa 1443, f. 24r: “Bulla una obtenta
a sanctissimo domino nostro domino papa pro confirmatione unionis facte per reverendum
dominum cardinalem ecclesie de Melegnano debet dare scriptos in credito Guillelmo de Bexana
in isto in folio XVI et sunt pro infrascriptis denariis per eum Guillelmum numeratis pro ipsa
bulla ut infra, videlicet: primo numeratos domino Zeno secretario prefati domini cardinalis
et eius parabula in Landriano pro parte solutionis dicte bulle, pro ducatis XVI in auro, die
XXVIIII martii anni suprascripti: L. L, s. XVI, d. -”.
45App., doc. 6.
46 App., doc. 4.
47 Ibidem.

20 CAPITOLO 2
prevosto Giovanni Pagani di prendere subito possesso delle tre chiese che erano
disponibili, e cioè San Bartolomeo “in curte de Melegnano”, Santa Margherita
di Faino e San Martino di Mercugnano 48 .
Già dalla fine di maggio invece ci si preoccupò di come giungere all’annessione
delle chiese non vacanti senza dover attendere la morte o la rinuncia spontanea
dei loro rettori, don Dionigi Brivio e don Donato Farisei. Con l’evidente approvazione
del cardinale legato si mandò loro un’ingiunzione perché si presentassero
“ad docendum legiptime de titulo” davanti a don Lodovico Garzia, auditore generale
del cardinale, su istanza di don Giovanni Mozardi, procuratore fiscale
dello stesso cardinale. Quella mandata a don Dionigi Brivio, che ci è pervenuta,
è datata 30 maggio 49 . Si trattò ovviamente di un’azione intimidatoria mirante a
indurre i due sacerdoti a venire a un compromesso. La cosa riuscì solo per metà.
Don Donato Farisei venne ben presto a un accordo con la comunità di Melegnano
e diventò dopo la fondazione della prepositura uno dei cappellani curati.
L’accordo prevedeva evidentemente che egli continuasse a percepire le rendite
del suo vecchio beneficio e in più ricevesse un conguaglio per il suo servizi di
cappellano 50 .
Con il Brivio le cose non andarono secondo le speranze. Egli si oppose fermamente
ai tentativi di estrometterlo dal beneficio di Santa Maria della Rocca
e dopo più di un anno di vicende giudiziarie riuscì vincitore. Alla chiesa di San
Giovanni Battista non restò che attendere la sua morte per poter procedere alla
presa di possesso di quel beneficio.
La documentazione esistente non ci permette di seguire nei particolari questa
vicenda se non per il 1442. Per quest’anno ci sono infatti pervenute due
comparizioni fatte dal procuratore di don Dionigi Brivio, la prima il 5 giugno
in risposta all’ingiunzione del 30 maggio, la seconda il 26 novembre in risposta
a un’ingiunzione del 23 dello stesso mese 51 . In quest’ultima si accenna a un’altra
comparizione fatta il 30 luglio il cui testo non ci è pervenuto 52 . Da queste
comparizioni si vede che alla fine del 1442 la situazione non era ancora definita.
Ma è da credere che i rappresentanti della chiesa di Melegnano fossero certi di
prevalere, perché troviamo nel 1443 un certo Ambrogio de Sancto Augustino
come rettore di Santa Maria della Rocca, cioè come quello dei tre cappellani cui
nella divisione dei beni della prepositura spettavano i redditi di questa chiesa.
Ancora per il 1443 troviamo ricordata al 28 agosto la revoca di un’ingiunzione
che era stata fatta ai fittabili della chiesa della Rocca a nome di don Dionigi
Brivio, ovviamente perché pagassero l’affitto a lui e non alla chiesa di San
Giovanni 53 . Da testimonianze successive sappiamo anche che gli incaricati della
nuova prepositura erano andati a prendere possesso di quel beneficio, vivente
48 Di quest’ultima ci è pervenuto il documento della presa di possesso, datato 6 agosto
(APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 2).
49 APMe, cart. II B, fasc. 1, doc. 6, f. 24 ss.
50 APMe, cart. II A, fasc. 1, Libro dell’Entrata e della Spesa 1442, f. 11 v: “[Presbiter
Donatus] Fariseus capelanus [ecclesie] Sancti Iohannis terre Melegnani”. APMe, cart. II A,
fasc. 1, Libro dell’Entrata e della Spesa 1443, f. 24v: Presbiter Donatus Fariseus “debet habere
scriptos in debito ecclesie Sancti Iohannis in isto in folio II et sunt pro eius merito unius anni
suprascripti 1443 quo servivit in dicta ecclesia ad celebrandam missam iuxta compoxitionem
cum eo factam per communitatem Melegnani: L. XXV, s. -”.
51 APMe, cart. II B, fasc. 1, doc. 6, dal foglio 26 alla fine.
52 Cfr. App., doc. 6 (1442): “Item numeratos uni qui portavit preceptum domino Dionixio
de Bripio die XXVIII iullii: L. -, s. I”.
53 App., doc. 6.

LA FONDAZIONE DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO (1442) 21
ancora don Dionigi Brivio 54 . In effetti troviamo tra i crediti di don Ambrogio
di Sant’Agostino per l’anno 1443 alcune spese fatte per restauri alla chiesa della
Rocca e per la causa in corso 55 . Dovette però trattarsi di una usurpazione
temporanea, perché dalle stesse testimonianze si rileva che, finché fu in vita, il
Brivio godette del beneficio della Rocca e solo dopo la sua morte avvenuta nel
1451 il beneficio passò alla prepositura di Melegnano 56 .
54 APMe, cart. II B, fasc. 1, doc. 1, f. 12: testimonianza di Ambrogio detto Rosso de Cattanei
di Melegnano in una causa per un pezzo di terra presso la Rocca (1463): “iam annis duodecim
et pluribus proxime preteritis reverendissimus nunc quondam dominus dominus Gerardus
de Landriano olim cardinalis dedit operam et eius causa, opere et facto dicta ecclesia domine
Sancte Marie nuncupate de Larocha fuit supposita dicte ecclesie de Mellegnano” . . . “et
recordor quod suprascriptus nunc quondam dominus Tibaldus olim genitor meus, qui erat
valde informatus de possessionibus et bonis ipsius ecclesie de Larocha, quia dicta ecclesia de
Larocha dotata fuit per predecessores dicti nunc quondam patris mey, ivit una cum olim et
tunc agentibus pro dicta ecclesia de Mellegnano, tempore quo dicta bona dicte ecclesie de
Larocha aprehensa fuerunt nomine dicte ecclesie de Mellegnano, ad insignandum eis possessiones
et bona dicte ecclesie de Larocha, quod fuit meo credere ante tempus epidimie proxime
delapse quando factum fuit intoytum et aprehensa fuerunt bona ecclesie predicte de Larocha
per agentes olim et tunc nomine ecclesie de Mellegnano” . . . “et vollo bene dicere quod nunc
quondam dominus presbiter Dionixius de Brippio, olim patruus suprascripte domine Zenevrege
et qui erat unus ex ordinariis ecclesie maioris Mediolani, fuit malle contentus quod dictus
nunc quondam pater meus iverit ad insignandum dicta possessiones et bona dominis tunc
preposito et capellanis et seu agentibus tunc pro dicta ecclesia de Mellegnano pro fatiendo
dictum introytum, et ea occcaxione odio habuit dictum patrem meum et etiam pervenit ad
differentiam cum dictis dominis tunc preposito et capellanis, et pro dicto anno fuit depositum
vinum dicte possessionis”.
55 APMe, cart. II A, fasc. 1, Libro dell’Entrata e della Spesa 1442, f. 11r: dominus presbiter
Ambrosius de Sancto Augustino beneficialis ecclesie de Larocha “debet habere pro canchanis
III et axiis VI et clovis XXIIII emptis pro ecclesia de Larocha a Iohanne Gambaro die XII
septembris 1443: L. I, s. . . . Item pro brentis . . . vini domino Georgio Prealono qui solicitavit
causam ecclesie de La Rocha contra dominum Dionixium de Bripio: L. VIII, s. . . . ”.
56 APMe, cart. II B, fasc. 1, doc. 7: processo tra donna Zenevrega Brivio e la chiesa di
Melegnano per un pezzo di terra già di proprietà della chiesa della Rocca, 1472, testimonianza
di don Donato Farisei: dopo aver dichiarato di essere stato prevosto di Melegnano per circa
quattro anni, aggiunge che “post mortem dicti domini Dionisii de Brippio, qui decessit de
anno curso MCCCCLI, usque ad annum cursum MCCCCLIIII ego prepositus et capellani
mei tenuimus et possedimus ecclesiam predictam de Larocha tamquam unitam dicte ecclesie
de Melegnano auctoritate legati de latere”.

Capitolo 3
GLI STATUTI DELLA
PREPOSITURA DI
MELEGNANO
La bolla del 6 luglio 1442, che fondava la prepositura di Melegnano, destinava le
rendite della chiesa di San Giovanni e del soppresso monastero di Santa Maria
della Stella al mantenimento del prevosto e dei tre cappellani curati e li obbligava
alla residenza e alla celebrazione del culto divino. Gli statuti, emanati il 28 luglio,
regolano i due aspetti che nel documento precedente erano lasciati nel vago. Essi
stabiliscono che delle rendite spettanti alla prepositura il prevosto ne riceva due
quinti e i cappellani un quinto ciascuno. L’obbligo della celebrazione del culto
divino viene dettagliato in questo modo: tutte le domeniche e i giorni festivi
il prevosto e i cappellani devono celebrare e cantare solennemente nella chiesa
di San Giovanni il mattutino, la messa e i vespri, e dire le altre ore canoniche;
chi non parteciperà al mattutino, alla messa e ai vespri incorrerà nella multa
di quattro soldi, se la festa è semplice; di otto, se doppia; di dodici, se sarà
Natale, Pasqua (con tre giorni prima e dopo), Pentecoste, san Giovanni Battista,
Corpus Domini (con tutta la sua ottava), Ognissanti, tutte le feste della Vergine,
sant’Ambrogio e san Gerardo confessore. Nei giorni feriali devono celebrare la
messa e dire le altre ore canoniche, almeno sottovoce, sotto pena di due soldi
per chi non parteciperà al mattutino, alla messa o ai vespri. Le assenze saranno
puntate dal custode e la multa si devolverà alla Fabbrica della chiesa. L’assenza
non giustificata da malattia, servizio della Chiesa o altra evidente necessità,
oltre alla multa comporta la perdita di una quota dei redditi corrispondente
all’assenza e chiunque la percepirà indebitamente sarà “ipso facto” scomunicato
e non potrà essere assolto finché non l’avrà restituita. Come dotatore della nuova
prepositura, il cardinale Gerardo Landriani ritenne giusto inserire negli statuti
altri due obblighi: che nella festa di san Gerardo confessore si celebrasse la messa
solenne in onore del santo, e le altre ore canoniche, sotto pena di 12 soldi; e che
il giorno seguente la memoria dei defunti si celebrasse la messa per i defunti e
soprattutto per i predecessori del cardinale legato, sotto la stessa pena 1 .
1 App., doc. 3.

24 CAPITOLO 3
Per qualche tempo questi statuti furono rispettati, ma all’epoca della visita
del 1567 di essi non si aveva memoria precisa, anzi se ne era smarrito lo scritto 2 .
In effetti ci sono differenze tra gli statuti e la prassi che era in vigore al momento
della visita: non era completamente rispettato l’obbligo della messa quotidiana
nei giorni feriali, non si deputava un puntatore (e quindi non si segnavano le
assenze e non si pagavano le multe) e non si celebrava la festa di san Gerardo
né la memoria dei legati defunti. San Carlo ordinò che il prevosto e i cappellani
celebrassero tutti i giorni tutte le ore canoniche nel coro, cioè nel presbiterio,
della chiesa; che si deputasse un puntatore, che agli assenti ingiustificati fosse
trattenuta una parte corrispondente dei redditi loro spettanti che andasse ad
accrescere la quota dei presenti. Concesse però una vacanza di tre mesi all’anno
per ciascuno, da non contarsi tra le assenze; ma anche in questo periodo erano
tenuti a celebrare la messa tutti i giorni festivi e almeno tre volte alla settimana
nei giorni feriali. L’ordinazione andava intesa senza pregiudizio di qualunque
onere maggiore cui fossero tenuti dal documento di fondazione della chiesa o
da altro. Dopo la visita di san Carlo si riordinò l’archivio, che all’epoca della
prima visita era disordinato e disperso, e si ritrovò il testo degli statuti. Nella
visita del 1597 troviamo annotato: “Haec ecclesia est Praeposituralis Collegiata
et habet Praepositum cum tribus capellanis curatis choralibus, et fundata fuit
Praepositura cum Capellanis per Reverendum Cardinalem Girardum legatum
e latere de anno 1442 cum dote quae nunc ascendit ad summam librarum fere
2000, cum onere celebrandi quotidie et recitandi horas canonicas in choro, cui
oneri non satisfaciunt; verum cum fuerint unita bona monasterii Stellae Mediolani
eidem Capitulo, quae ascendebant tunc temporis ad summam scutorum
100, nun vero excedunt summam scutorum 600, existimant se non teneri
ad horas canonicas, cum predicta unio non habuerit effectum. Verum tamen est
quod in bulla statutorum in qua Reverendissimus univit bona predicti monasterii
Capitulo praesupponit erectionem iam factam praepositurae et capellaniarum
cum eisdem oneribus curae et horarum canonicarum. Habent statuta condita ab
eodem fundatore, quae servantur praeterquam in recitatione horarum canonicarum,
canunt tamen missam diebus festivis, vesperas, completorium et orationen
vespertinam” 3 . Il visitatore, pur facendo un po’ di confusione, afferma che il
motivo per cui il prevosto e i cappellani curati, malgrado gli statuti, non si
sentivano impegnati alla recita quotidiana delle ore canoniche era che il mona-
stero della Stella, i cui beni costituivano il grosso della dote della prepositura,
in seguito ne era stato nuovamente distaccato. È plausibile che lo stesso motivo
abbia agito anche subito dopo la disaggregazione, favorendo l’abbandono degli
obblighi più impegnativi, ormai scarsamente remunerati. Seguendo questa ipotesi
si può determinare con una certa approssimazione il periodo in cui gli statuti
cominciarono ad essere disattesi ed è perciò opportuno narrare brevemente la
vicenda della restaurazione del monastero di Santa Maria della Stella4 .
2 App., doc. 11: “et interogatis si que habent statuta et privilegia ratione dicte ecclesie,
responsum fuit nil statutum in scriptis apparere, sed quod ex ritu tantummodo servant ea que
superius dicta sunt. . . ”.
3 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 10. Più avanti, dove si elencano gli annuali a
cui il prevosto e i cappellani curati erano tenuti, sotto il mese di novembre si legge: “Die
2, Capitulum tenetur ad annuale unum usque in perpetuum ex constitutione ecclesiae die
sequenti immediate solemnitatem Omnium Sanctorum. Item aliud die sequenti festum Sancti
Gerardi confessoris ut constat ex statutis erectionis bullae (sic) dictae ecclesiae 3 ◦ (sic) cal.
Augusti 1442”. Ibidem, f. 20v.
4 Per ricostruire la vicenda, oltre ai documenti espressamente citati, faccio riferimento a

GLI STATUTI DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO 25
L’aperto favore che il cardinale Landriani mostrava verso la chiesa di San
Giovanni tolse per qualche tempo ogni possibilità di opposizione e di rivalsa alle
monache che erano state espulse dal loro monastero dopo la soppressione del
1442. Lo scoppio della guerra per la successione del ducato di Milano impedì
loro probabilmente di sfruttare subito il momento favorevole rappresentato dalla
morte del cardinale nel 1445 e di Eugenio IV, che ne aveva approvato l’operato,
nel 1447. Ma dopo che Francesco Sforza ebbe conseguito il dominio sul ducato
di Milano, le monache superstiti chiesero al papa la reintegrazione del loro monastero,
affermando che la sua unione alla prepositura di Melegnano era stata
fatta dal cardinale Landriani per scopi diversi dall’aumento del culto divino e
che, quanto a questo, esso non era stato aumentato né c’era speranza che aumentasse
5 , e ottennero nel 1455 da Nicolò V un commissario che esaminasse
la situazione e decidesse in merito. Ma il prevosto di Melegnano Marco Vaghi,
trovando il giudice troppo favorevole alle monache, si appellò direttamente al
papa e la causa si trasferì a Roma 6 . Dopo essere stata esaminata per qualche
tempo in curia, Pio II da poco eletto l’avocò a sè e la risolse in favore delle
monache con una bolla del 12 gennaio 1459 7 , con cui reintegrava il monastero
soppresso, annullando l’unione fatta dal cardinale Landriani anche se era stata
confermata dall’autorità apostolica, e incaricava l’arcivescovo di Milano di
nominare badessa del monastero suor Apollonia Resti, monaca professa nel monastero
di Lentate, dopo aver preso le opportune informazioni. L’11 marzo di
quell’anno la nuova badessa prestava giuramento 8 . Il prevosto di Melegnano non
si limitò a prendere atto dell’esito disastroso del proprio appello al papa, ma
rinnovò le azioni giudiziarie, finché il papa, volendo definitivamente porre fine
alla questione, verso la fine del 1460 fece assegnare alla prepositura di Melegnano
una parte dei beni del monastero corrispondenti a una rendita di 20 fiorini
d’oro, come parziale risarcimento della perdita subita colla reintegrazione del
monastero 9 . Il prevosto di Melegnano non accettò l’assegnazione e continuò a
molestare in tutti i modi le monache citandole in giudizio e cercando di costringere
i loro fittavoli a pagare gli affitti alla prepositura di Melegnano. Ancora nel
1469 rivolgeva una supplica al papa in cui ribadiva le proprie ragioni e chiedeva
nuovamente la riunione del monastero alla prepositura 10 . L’esito della supplica
APMe, cart. I A, fasc. 1, quasi interamente dedicato ad essa.
5Cfr. App., doc 7. Inoltre “apertis verbis” in APMe, cart. 1 A, fasc. 1, doc. 17, f. 2v:
“dum quondam dominus cardinalis de Landriano vellet certas possessiones turbare quibusdam
intimis suis et cum non posset per viam tunc abbatisse, monialium et conventus, pretensam
unionem fecit de dictis monasteriis ipsi ecclesie de Melegnano, narrando licet minus vere ipsa
monasteria esse in suis structuris colapsa et in eis cessare divinum officium et alia, prout
in ipsa pretensa unione reperiatur contineri, fincxit quod errigerentur et una prepositura et
tres capellanie in dicta ecclesia de Melegnano, non valens alio modo appetitum suum ad
effectum deducere, per vim expulsit quatuor moniales a dictis monasteriis, que in eis altissime
famulabant et divina officia decantabant, nec monasteria ipsa erant colapsa, et per vim fecit
quod ipsa abbatissa renuntiavit abbatissatui huiusmodi et moniales dispersit, que abinde citra
in obprobrium religionis hinc inde necesse fuit mendicare, ipseque cardinalis postmodum ipsas
possessiones ab ipsis de Melegnano alienari fecit, que adhuc sunt alienate, et quod centum
valebat fecit dare pro triginta intimis et amicis suis. . . ”.
6APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 7, e App., doc. 7.
7La data e un riassunto della bolla in APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 17, f. 1v - 2r, e ibidem,
doc. 13, f. 1v.
8APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 11.
9Il tenore della bolla pontificia in APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 18. L’assegnazione fatta
dall’abate di San Celso per autorità apostolica il 14 novembre 1460, in APMe, cart. III A,
fasc. 1.
10APMe, cart. I A, fasc. 2. Nella supplica si accenna a un intervento della duchessa Bianca

26 CAPITOLO 3
fu probabilmente anche questa volta negativo, perché il prevosto non cercò più
di ottenere la soppressione del monastero, ma concentrò i suoi sforzi perché venissero
pagati i 20 fiorini d’oro di rendita, che erano stati assegnati nel 1460 e
che allora aveva rifiutati. L’esito dei nuovi processi fu positivo 11 e possiamo leggere
nella visita del 1567 tra i redditi della prepositura: “Redditus qui annuatim
solvitur per moniales monasterii della Stela Mediolani: L. 40, s. -, d. -” 12 , cifra
questa probabilmente transatta, perché è inferiore all’assegnazione originaria di
20 fiorini d’oro. Se, seguendo la nostra ipotesi, vogliamo ora indicare la data in
cui si cessò di osservare l’obbligo della recitazione quotidiana delle ore canoniche,
si potrebbe avanzare il periodo subito dopo il 1470. Infatti, caduta allora
ogni speranza di recuperare la dotazione iniziale della prepositura, non c’era più
motivo di seguitare a sostenere quell’onere con un compenso dimezzato.
Maria presso il papa Pio II in favore delle monache.
11 Il primo è del 1475, l’ultimo e, pare, conclusivo, è del 1485.
12 App., doc. 11

Capitolo 4
CHIESE, ALTARI E
CONFRATERNITE
NELLA PREPOSITURA
DI MELEGNANO DALLE
LORO ORIGINI ALLE
VISITE DI SAN CARLO
Secondo la visita effettuata nel 1597, la prepositura di Melegnano comprendeva,
oltre a Melegnano e i suoi sobborghi, i seguenti luoghi:
“Riozii Pidriani Culturani
Fornacium Mezani Molinarii a valle
Gambarellae Molinazi Pidriani Cabiani
Martinae Molinazii Sarmazani
Capsinae blancae Rampinae Calvenzani
Cattaneae Sanctae Brigidae Vizoli
Viridarii Cremae Molendini Cicerum
Rochae Montis Boni” 1
L’unica differenza rispetto alla situazione che san Carlo trovò nella visita del
1567 è costituita dai luoghi di Mezzano e Pedriano (col Molinazzo di Pedriano,
cioè, penso, il Vettabiolo), che san Carlo stesso in quell’occasione staccò dalla
prepositura di San Giuliano e aggregò a quella di Melegnano.
È difficile ricostruire con precisione i confini del territorio al momento della
fondazione della prepositura nel 1442. È probabile che non fosse neanche chiaramente
definito. Delle chiese unite dal cardinal Gerardo Landriani a quella di
1 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 18v. Il confronto di quest’elenco con la carta della
pieve di Melegnano della metà del 1700 (App., doc. 23) rivela piccole differenze sui confini,
perché in questa a nord è aggiunta la Colombera, a est il Molino e la Fornace, a sud la Legorina,
a ovest due delle tre cascine Medica, Silva e Bertarella (di cui una sarà la Cascina Bianca che
figura nell’elenco). Come si vede dalla fine del XVI alla metà del XVIII secolo il territorio
soggetto alla chiesa di Melegnano rimase praticamente costante.

28 CAPITOLO 4
Melegnano furono probabilmente ben presto trascurate per la loro lontananza
quelle di Santa Margherita di Faino, San Martino Olearo e San Bartolomeo in
Corte di Melegnano. Troviamo che per un certo periodo ci si prese cura di quella
di Balbiano 2 , ma non saprei dire a quale titolo; né dire come mai nel territorio
sia compreso il luogo di Santa Brera.
A parte l’esistenza di un senodochio di Santa Maria a Melegnano nell’anno
836 e la fondazione del priorato cluniacense di Calvenzano intorno al 1090,
bisogna attendere il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani per avere un quadro
dei luoghi di culto che esistevano nella zona sopradelineata. L’elenco che si
ottiene è questo:
Melegnano
chiesa di San Pietro (292 C)
chiesa di San Materno “ad castelantiam de Meregniano” (243 B)
chiesa di Santa Maria Maddalena “ad hospitale Meregniani” (234 A)
chiesa di Santa Maria (258 B)
altare di San Biagio “ad hospitale in ecclesia Sancte Marie” (55 A) 3
Santa Brera
chiesa di Santa Brigida (57 A)
chiesa di San Pietro (292 C)
Rocca Brivio
chiesa di Santa Maria “ad rocham de Meregniano” (258 B)
Vizzolo
chiesa di San Pietro (292 C)
altare di San Geminiano (149 B)
altare di Santo Stefano (344 A)
Sarmazzano
chiesa di San Protasio e Gervasio (302 C)
Calvenzano
nel monastero chiesa di Santa Maria (258 C)
altare di Sant’Andrea (3 D)
altare di Sant’Agata (26 A)
altare di San Biagio (55 A)
altare di San Barbaziano (60 C)
Colturano
chiesa di Sant’Antonino (12 D)
Pedriano
chiesa di San Michele (217 B)
altare di Santa Maria (261 D)
Non possiamo sapere se quest’elenco è del tutto esatto e completo. In particolare
non è chiaro se le chiese di Santa Maria e di Santa Maria “ad hospitale” siano
distinte o una sola 4 .
2 App., doc. 11
3 Nel Liber non ha una localizzazione esplicita, ma essendo elencato tra Bustighera e
Calvenzano, è verosimilmente da ascrivere a Melegnano.
4 Ne parlerò sotto la chiesa di San Biagio in questo capitolo.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 29
Nella sua visita del 1567 san Carlo vi trovò le seguenti chiese (comprendendo
Mezzano e Pedriano) 5 :
Melegnano: nel borgo
1) Chiesa prepositurale di San Giovanni Battista
altar maggiore con la Scuola del Santissimo Sacramento
cappella della Purificazione della Vergine Maria
cappella di Sant’Antonio
altare di San Pietro Martire
altare dei Santi Nabore e Felice
altare della Concezione della Vergine Maria con la Scuola della Concezione
altare di Sant’Ambrogio
2) Chiesa di San Pietro con la Scuola dei Santi Pietro e Biagio
altar maggiore
altare di Santa Maria
altare del Santo Sepolcro
3) Oratorio dell’Assunzione della Vergine Maria nel castello
Nei sobborghi:
4) Chiesa di San Rocco nel borgo della Fornace
altar maggiore
altri due altari sotto il portico davanti alla chiesa
5) Chiesa di San Materno
6) Chiesa di San Biagio
Santa Brera:
7) Chiesa di Santa Brigida
Rocca Brivio:
8) Chiesa della Natività della Vergine Maria
Riozzo:
9) Chiesa di San Rocco
Vizzolo:
10) Chiesa di San Pietro e Paolo
tre altari
Sarmazzano:
11) Chiesa di San Protasio e Gervasio
Calvenzano:
12) Chiesa di Santa Maria
almeno quattro altari
Colturano:
13) Chiesa di Sant’Antonino 6
tre altari
Pedriano:
14) Chiesa di San Michele
tre altari
5 App., doc. 11.
6 Nella visita, erroneamente, Sant’Antonio.

30 CAPITOLO 4
Mezzano:
15) Chiesa di Santa Maria della Neve
C’erano inoltre nei sobborghi di Melegnano tre monasteri:
16) Monastero di Santa Maria della Misericordia
17) Monastero di Santa Maria del Carmine
18) Monastero di Santa Maria dei Serviti
Un esame dei titoli di queste chiese e altari rivela in primo luogo la frequenza
della dedicazione a Maria Vergine e ai suoi misteri. In particolare nella chiesa di
San Giovanni Battista figura un altare dedicato all’Immacolata Concezione con
una confraternita sotto lo stesso nome, ed è agevole il collegamento fra questa
devozione e la costruzione del convento francescano di Santa Maria della Misericordia
nell’ultimo quarto del XV secolo. La leggenda di Santa Savina sembra
presente nell’altare dei Santi Nabore e Felice e colla chiesa di San Materno: il
legame è possibile per l’altare, costruito quando la leggenda era già divulgata,
meno probabile per la chiesa, citata nel Liber Notitiae al quale va forse fatta
risalire la divulgazione della leggenda stessa 7 . La dedicazione della chiesa di Pedriano
a San Michele può indicare il periodo longobardo per la sua fondazione;
è noto il culto dei Longobardi per questo santo e la chiesa, posta a breve distanza
dalla Vettabbia, non è lontana dalla zona sicuramente arimannica che si
stendeva lungo il Lambro nelle pievi di San Donato e San Giuliano 8 .
Le dedicazioni a San Rocco sono certo legate alle epidemie che funestarono
anche la Bassa Milanese a partire dal XIV secolo.
1 San Giovanni Battista
La prima menzione della chiesa di San Giovanni Battista è dell’anno 1398 9 e
finora non si sono trovate testimonianze più antiche della sua esistenza 10 . Il fatto
che non sia citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, benché di per sé non
sia conclusivo, suggerirebbe di datare la sua fondazione al XIII o XIV secolo.
Si può avanzare l’ipotesi che, cinta Melegnano di mura e costituita in borgo, si
sia sentita la necessità di edificare una nuova chiesa per comodità degli abitanti,
poiché l’unica chiesa che si veniva a trovare all’interno delle mura era quella
di San Pietro, piccola e inadeguata, e forse piuttosto che riattarla si preferì
costruirne una nuova.
I tentativi di spostare più addietro nel tempo la fondazione della chiesa di
San Giovanni Battista non poggiano su nessuna base documentaria. Il canonico
Giacinto Coldani, che ci ha lasciato un inedito Raggualio, scritto nel 1747, la
vuole fondata da san Giulio d’Orta intorno al 390. A sostegno di questa tesi egli si
limita a riportare una “attestazione dei Canonici d’Orta” 11 . Altrove afferma che
alcuni dicono “per tradizione antica” che san Giulio la dedicasse a Santa Savina.
Il Coldani confessa di non aver trovato nessun accenno a questa dedicazione nelle
7 Cfr. P. BORELLA, op. cit..
8 G. GEROSA BRICHETTO, op. cit., p. 27-28, n. 6, e p. 44.
9 Notitia Cleri Mediolanensis cit., p. 280. La chiesa risulta tassata di L. 6, s. 14, d. 3.
10 I vari interventi subiti dalla chiesa nel corso dei secoli ci impediscono di dedurre alcunché
dal suo stato attuale. La facciata, di stile tardo gotico, è il frutto di un “restauro” piuttosto
radicale eseguito nel 1913-14.
11 Vedi sopra, cap. 1, n. 7.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 31
scritture conservate nell’archivio della chiesa: solo, in un documento del 1506,
ha trovato notizia di una cappella laterale dedicata ai santi Nabore e Felice,
la qual cosa “dà una mezza probabilità alla tradizione, conciosiacosa che se
non vi fosse stata alcuna notizia della gran Donna, non averebbero edificata
ai medemi santi la suddetta Capella” 12 . Più avanti afferma decisamente che la
cappella laterale dei Santi Cosma e Damiano “altre volte, cioè circa l’anno 395
era dedicata ai gloriosi martiri Nabore, e Felice” 13 . Esisteva infatti una vecchia
tradizione, che si era sviluppata dalla leggenda di santa Savina e del miracolo del
miele, sulla edificazione di un tempio a Melegnano in memoria del miracolo 14 e
il Coldani evidentemente tenta una contaminazione fra due tradizioni distinte,
che attribuivano l’edificazione della chiesa di San Giovanni l’una all’attività
missionaria di san Giulio prete e l’altra agli abitanti di Melegnano memori del
transito dei corpi dei due martiri e del miracolo di santa Savina.
Più recentemente Cesare Amelli ha suggerito l’ipotesi che la chiesa di Melegnano
risalga al secolo VIII, basandosi sulla costatazione delle chiese dedicate al
Battista durante il periodo longobardo 15 . Ma l’assenza di testimonianze prima
del 1398 rende quest’ipotesi niente più che probabile.
Nel 1418 è testimoniato un altare dedicato a Santa Caterina 16 . Per lo stesso
anno il Coldani ricorda un’indulgenza di due anni e due quarantene concessa
dal papa Martino V 17 .
Fino al 1442 la chiesa di San Giovanni era una semplice rettoria, con un rettore
la cui elezione spettava alla Comunità e veniva poi sanzionata dal prevosto
di San Giuliano, nella cui pieve si trovava la chiesa 18 .
Ogni anno si festeggiava solennemente il giorno del santo titolare e per la
12G. COLDANI, op. cit., p. 10-11. Su santa Savina e il miracolo del miele, vedi cap. 1, p.
11 e n. 3-4.
13G. COLDANI, op. cit., p. 17.
14G. TRISSINO, Acta S. Savinae Trissinae, Milano 1626, p. 78, dopo la narrazione del
miracolo del miele si legge: “Verum sanctissimis Martyribus Nabori, et Foelici, Templum dicatum
diu Melignanenses extulerunt, vetustissimasque tabulas (ut accepi) in quibus multa de
Savina, et Sanctis martyribus memoriae posterorum conservabantur, sed furente Marte, mutuisque
dissidiis, loricatis furoribus, Christianis grassantibus, dum Oppidum saepe concutitur,
Templi excidio, illa omnia simul deleta sunt”.
15C. AMELLI, op. cit., 1974, p. 227.
16ASMi, Notai, cart. 332, in margine a una obbligazione del 3 febbraio 1418 si legge: “Factum
et datum debitoribus de licentia creditorum in ecclesia Sancti Iohannis ad altare Sancte
Chaterine, ideo canzellatum”.
17G. COLDANI, op. cit., p. 3 e 49. Egli non cita alcun documento e, contrariamente al suo
solito, non indica il giorno e il mese. Questo fatto suggerisce che egli non abbia visto né il
documento originale né una sua copia completa.
18ASMi, Notai, cart. 332, 10 febbraio 1422: rinuncia di don Beltramo Macchi al beneficio
e rettoria di San Giovanni con la concessione al Comune e uomini di Melegnano della piena
licenza e libera facoltà di eleggersi un nuovo rettore; 1 giugno: elezione fatta dagli uomini di
Melegnano di don Pietro Bocca come rettore etc.; 10 ottobre: don Cristoforo Fasoli prende possesso
del beneficio di San Giovanni Battista. In quest’ultimo documento si legge: “in presentia
mei notarii infrascripti et testium infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum et rogatorum
reverendus in Christo pater dominus frater Steffanus de Crivellis, Dei et apostolice sedis gratia
episcopus Chauriensis, cum per venerabilem dominum presbiterum Christoforum de Faxollis
presentatum fuit instrumentum unum traditum per Mafiolum Giocham notarium in archiepiscopali
curia Mediolani, in quo continetur sicut venerabilis dominus Raynaldus de Rizollo
prepositus ecclesie Sancti Iuliani, ad quem pertinebat conferre beneficium ecclesie Sancti Iohannis
terre Melegniani vachans per privationem domini presbiteri Beltrami de Machis” etc.
Probabilmente don Pietro Bocca non accettò l’elezione e si dovette procedere a una nuova
nomina.

32 CAPITOLO 4
festa venivano a Melegnano anche gli abitanti delle terre vicine 19 .
Il passaggio da semplice rettoria a prepositura con un prevosto e tre cappellani
curati produsse indubbiamente un arricchimento della pratica liturgica con
il canto della messa e delle ore canoniche. Secondo il Coldani, il 16 dicembre
1443 fu eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, con un priore e 40
scolari, ridotti poi a 24 20 .
Già dalla metà del ’400 è testimoniata la presenza dell’organo che accompagnava
le funzioni sacre 21 .
È probabile che migliorie e restauri siano stati effettuati tra la fine del XV
e l’inizio del XVI secolo, come testimoniano resti di affreschi del tardo Quattrocento
nell’attuale cappella del Battistero. Secondo il Coldani, nel 1482 si
cominciò a costruire la torre campanaria 22 e nel 1493 si formò il coro e la cappella
maggiore 23 . Il Coldani afferma anche che nel 1493 esistevano gli altari della
Concezione della Beata Vergine e di Sant’Antonio Abate 24 ; nel 1505 la cappella
della Purificazione, come risulterebbe da una scrittura dell’archivio 25 e nel 1506
l’altare dei Santi Nabore e Felice, probabilmente dai documenti attestanti la sua
consacrazione 26 .
Il 21 giugno 1506 Matteo dell’Olmo, vescovo di Laodicea, consacrò la chiesa
e l’altar maggiore, e il giorno seguente alcuni altari laterali 27 .
19 APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 16, f. 5v, testimonianza di Antonino Draghi (1459): “in qua
ecclesia Sancti Iohannis Batipste facta fuerunt et fiunt magna et pulcra festa omni anno in
quolibet festo sancti Iohannis, prout etiam fit Modoetie, et omnes terre circumstantes eo die
capitant ad dictam ecclesiam”.
20 G. COLDANI, op. cit., p. 14. Non è chiaro a quale periodo si riferisca il “poi” del Coldani,
poiché in una delle Visite (senza data, forse del 1581) sono segnalati 350 scolari (ACAM, X,
Melegnano, vol. 8, fasc. 5). Nel 1505 Caterina Prina lasciò erede universale dei propri beni la
scuola del Santissimo Sacramento con l’obbligo di una messa settimanale da celebrare all’altar
maggiore (APMe, cart. 8, fasc. 8).
21 APMe, cart. I A, fasc. 1, f. 35, testimonianza di Ambrogio Borroni (1459): da due anni il
teste risiede presso la chiesa di San Giovanni Battista “ad pulsandum orghanos [dicte ec]clesie
omnibus diebus festivis preceptis et tota octava [Corporis] domini nostri Ihesu Christi, in
quibus annis duobus [prepositus] et capellani omnibus diebus festivis preceptis [cantaverunt
(?)] matutinum, terziam, missam magnam in cantu [et postea] sextam et postea nonam et
postea vesperos et completam, et ipse testis pulsavit orghanos ad tertiam et postea ad missam
magnam et postea ad sextam et postea ad vesperos”.
22 G. COLDANI, op. cit., p. 3 e 7. Se la notizia è esatta, dovette trattarsi di una ricostruzione,
perché già in un documento del 6 aprile 1416 si legge: “Actum in orto ecclesie Sancti Iohannis
terre Melegnani iuxta campanile ipsius ecclesie . . . ” (ASMi, Notai, cart. 332).
23 G. COLDANI, op. cit., p. 4. Questa data è probabilmente sbagliata di un secolo: il coro
infatti fu costruito nel 1593, in seguito alle disposizioni date da san Carlo nel 1581. Cfr.
la visita del 1597 (ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 4v : “Haec capella maior fuit
reformata quatuor abhinc annis, sed non secundum formam praescriptam ab illustrissimo et
reverendissimo Carolo” etc. Dalle disposizioni di san Carlo si vede bene che allora non esisteva
ancora l’attuale abside semicircolare, e che il presbiterio terminava con una parete posta dove
ora comincia il coro. Cfr. la visita del 1579 (ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 15): “capella
maior fornicata ad formam quadrangulari variis figuris ornata, in qua capella extat altare
maius adherens parieti frontispiciali”.
24 G. COLDANI, op. cit., p. 15 e 32. L’altare della Concezione esisteva esisteva almeno dal
1488, come risulta dalla visita del 1597, ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 4v: “Ad
praedictum altare (Conceptionis B. M. V.) extat onus coelebrandi bis in hoebdomada vigore
legati relicti per quondam Antonium de Gambaris de anno 1488. . . ”.
25 G. COLDANI, op. cit., p. 22.
26 Ibidem, p. 10. Nel 1521 esisteva l’altare di San Pietro Martire, come risulta da un lascito
con l’obbligo di una messa quotidiana (APMe, cart. 20, fasc. 2).
27 La più antica testimonianza datata del giorno della consacrazione l’ho trovata nella visita
del 1597, ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 5v: “fuit consecrata de anno 1506 die 21 iullii
a reverendissimo Matheo ab Ulmo archiepiscopo Laudicensi, ut constat ex quadam schedula

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 33
Del 1512 sono le regole della Scuola dell’Immacolata Concezione, che specificavano
le devozioni e le pratiche particolari degli scolari, come la recita dell’ufficio
dell’Immacolata e la partecipazione alla messa cantata presso l’altare
dell’Immacolata la seconda domenica di ogni mese 28 .
Il 20 gennaio 1564 (1563 secondo lo stile pontificio) Pio IV concesse il famoso
giubileo perpetuo, noto come il Perdono di Melegnano, applicabile anche ai vivi,
per il venerdì santo e la natività di San Giovanni Battista 29 .
Il testo della visita di san Carlo del 1567 descrive la chiesa in modo abbastanza
particolareggiato. Essa era a tre navate, come è tuttora. L’altare maggiore
era curato dalla confraternita del Santissimo Sacramento. Le due cappelle in
testa alle navate laterali erano dedicate alla Purificazione della Vergine quella
di destra, e a Sant’Antonio quella di sinistra. C’erano poi subito fuori dalle
cappelle suddette due altari presso i primi pilastri: l’uno presso il pilastro di
destra era dedicato a San Pietro Martire, l’altro presso il pilastro di sinistra ai
Santi Nabore e Felice. Lungo la parete, presso il fondo della chiesa nella navata
di destra c’era l’altare della Concezione, con una Scuola dello stesso nome, e di
fronte nella navata di sinistra l’altare di Sant’Ambrogio. La chiesa nel complesso
era molto ampia, bella e ornata. Aveva una bella sacrestia e un campanile con
quattro campane, diroccato in cima per un fulmine caduto nel 1566. San Carlo
ordinò che si costruisse il battistero e si demolissero gli altari di San Pietro Martire
e dei Santi Nabore e Felice, trasferendone il titolo presso un altro altare.
Eresse nuovamente le Compagnie del Santissimo Sacramento e della Concezione,
dando alla prima la regola che era stata stabilita per le Scuole del Santissimo
Sacramento, e alla seconda, oltre alla loro del 1512, quella della Scuola della
Carità da osservarsi fin dove era possibile 30 .
2 San Pietro
L’accenno più antico alla chiesa di San Pietro, dopo quello del Liber Notitiae
Sanctorum Mediolani, è in un documento del 1415 31 . Nel 1442 vi aveva sede
una confraternita di Disciplinati 32 , testimonianza dell’influsso che anche a Melegnano
aveva esercitato il movimento sviluppatosi fortemente sul finire del XIV
secolo.
Nel 1486 il prevosto di Melegnano Francesco Rolandi concedette in feudo
perpetuo alla confraternita dei Disciplinati, detta della Morte dei Santi Pietro
reperta in demolitione altaris maioris et ut patet ex signis et crucibus”. Dello stesso periodo
è una annotazione del prevosto Vegezzi, senza data, ma certo tra il 1580 e il 1602 (ACAM, X,
Melegnano, vol. 8, fasc. 15): “Index sacrarum reliquiarum. . . In consecratione huius ecclesiae
die 21 iulii 1506 et altaris maioris necnon in consecratione nonnullorum altariorum in eadem
ecclesia die subsequenti, reconditae fuerunt nonnullae reliquiae in quibusdam vasibus stamneis
repositae, quae postea demolita iussu illustrissimi cardinalis Sanctae Praxedis archiepiscopi
cum non essent ad formam repertae fuerunt ac in tabernaculo antiquo parietis in frontispicio
ecclesiae repositae fuerunt” etc. Il COLDANI, op. cit., p. 10, sull’autorità di una pergamena
che allora si conservava in archivio, e una lapide collocata nel 1754 nel presbiterio riportano
invece la data del 21 giugno. È da notare che il 21 giugno 1506 cadeva di domenica.
28App., doc. 10. La Scuola fu eretta nel 1490, secondo una nota del 1589 (ACAM, X,
Melegnano, vol. 4, fasc. 8, f. 19).
29Sul Perdono di Melegnano vedi: C. AMELLI, Il Perdono di Pio IV, Melegnano 1963; e
dello stesso, Festa e Fiera del Perdono di Melegnano, Melegnano 1973.
30App., doc. 11.
31ASMi, Notai, cart. 332, doc. del 15 ottobre 1415.
32 “batuti sive scruriati”, cioè “scuriati”: APMe, cart. I A, fasc. 1, doc. 16, f. 35v.

34 CAPITOLO 4
e Biagio, le chiese di San Pietro e di San Biagio, dietro il pagamento di un
censo annuo 33 . In effetti da molti anni la confraternita si prendeva cura delle
due chiese e dell’ospedale annesso alla seconda: un documento del 1497 precisa
che lo facevano da più di sessant’anni, il che ci porterebbe intorno al 1430 34 .
I Disciplinati di Melegnano pare non avessero una propria regola: a san Carlo
durante la visita del 1567 dichiararono di seguire quella dei Disciplinati di
San Giovanni alle Case Rotte di Milano 35 . In questa visita la chiesa è descritta
con due altari laterali dedicati a Maria Vergine e al Santo Sepolcro. Più precisamente,
come si vede dagli schizzi eseguiti nel 1579 36 , la chiesa era divisa
in due navate: in capo alla navata di sinistra si trovava la cappella del Santo
Sepolcro con un gruppo scultoreo raffigurante la deposizione di Cristo nel sepolcro
37 ; l’altra navata oltre all’altar maggiore aveva in principio sulla destra
una nicchia con l’altare di Santa Maria. La chiesa risultava consacrata 38 . In una
casa attigua era stato trasferito l’ospedale che si trovava un tempo presso San
Biagio. La confraternita era composta da dodici persone, compreso il rettore,
priore e sottopriore 39 . La demolizione della chiesa campestre di San Biagio nel
1591 comportò il trasferimento del titolo nella chiesa di San Pietro, dove fu
costruita una nuova cappella laterale, nella parete della nave minore, intitolata
a San Biagio. Da allora la chiesa ricevette il doppio titolo dei Santi Pietro e
Biagio.
3 Oratorio dell’Assunzione nel castello
Le sole notizie che ho di questo oratorio provengono dalle visite pastorali, dove
è descritto in poche righe.
Nella visita del 1567 si dice che esso è costruito nel palazzo del marchese per
comodità dei suoi abitanti; è solo intonacato e non ha pitture; non è consacrato;
ha un solo altare; è completamente aperto senza facciata. San Carlo ordina che
l’oratorio sia chiuso con una parete, in modo che dai portici e dalle finestre del
castello non si possa udire la messa; la nuova parete dovrà avere delle finestre
con vetrate e una porta che si possa chiudere con una serratura; la chiesa sia
imbiancata e dipinta 40 . Nella visita del 1597 il visitatore non trova niente di
sconveniente nell’oratorio, che evidentemente è stato sistemato: il 10 luglio il
visitatore “accessit ad oratorium illustrissimi marchionis Melegnani in eius arce
constructum a meridie, sub titulo Sancti Francisci”. Questo può ben essere un
lapsus, perché poche righe dopo si parla del “monasterium Sancti Francisci”.
La descrizione prosegue dicendo: “Quoad longitudinem et latitudinem est ad
33 App., doc. 9
34 ASMi, Sezione storico-diplomatica, Comuni, cart. 42, Melegnano, doc. n. 18.
35 La regola approvata da san Carlo e recante la sua firma autografa si conserva presso il
Prevosto di Melegnano. Una copia in ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 18.
36 App., doc. 21 e 22.
37 Il gruppo, pur rimaneggiato, è tuttora visibile in una cappella laterale dell’attuale chiesa
di San Pietro, costruita sul luogo dell’antica nel XVII secolo; ed è noto a Melegnano col nome
di “Caragnòn de San Peder”.
38 F. SARESANI, Cenni storici dell’antico e moderno insigne borgo di Melegnano, Melegnano
1886, p. 294: “Trovasi. . . ne’ libbri antichi sotto l’anno 1537 che essa fu consecrata ab
Episcopo paupertatis; la qual notizia tornarebbe certo più grata, se chi la scrisse e tramandò
avesse pure notato quale fosse il Vescovo, ed a quale Religione ed ordine appartenesse”.
39 App., doc. 11
40 App., doc. 11.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 35
formam et hinc inde nihil indecens est. Habet iconam et altare ad formam.
Coelebratur aliquando ad commoditatem familiae, ritu romano” 41 .
4 San Rocco nel sobborgo della Fornace
Questa chiesa, che ovviamente non è ricordata nel Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani, non lo è neppure nei vari documenti e testimonianze riguardanti
l’erezione della prepositura di Melegnano nel 1442 42 . D’altra parte nella visita
del 1597 si afferma che alcuni tra i più vecchi ricordavano di avere visto delle croci
dipinte sulle pareti della chiesa, segno che essa era stata consacrata 43 . Questa
testimonianza ci può indurre a credere che la chiesa esisteva già intorno alla metà
del ’500. Secondo la visita del 1567 la chiesa non aveva dote; aveva un altare
all’interno e due altari sotto un portico davanti alla chiesa, dei quali né qui né
altrove viene detto il titolo 44 . Si può forse avanzare qualche congettura in base a
quanto detto nella visita del 1597: “in fronte ecclesiae extat vestibulum duabus
columnis suffultum et fornice tectum, cum imaginibus sanctissimae Virginis,
sancti Ambrosii, sancti Iohannis, sancti Rochi, sancti Sebastiani”. 45 . Sull’interno
della chiesa, sempre la visita del 1597 ci segnala un’antica pittura sulla parete
dietro l’altare, rappresentante Cristo in croce, con Maria Vergine e san Giovanni;
a sinistra dell’altare c’era una nicchia dipinta di rosso con una statua lignea di
San Rocco, ornata d’oro e colorata. Nella chiesa fu eretta nel 1572 la compagnia
di Sant’Ambrogio, detta poi dei Santi Rocco e Ambrogio 46 .
5 San Materno
Compare nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani coll’aggiunta “ad castelantiam
de Meregniano”, nella Notitia Cleri Mediolanensis del 1398 coll’aggiunta
“castri vegii” 47 . Le due qualifiche ci aiutano a localizzare approssimativamente
il sito dell’antico castello di Melegnano, precedente all’attuale visconteo-mediceo
e sull’altra riva del Lambro.
Era indubbiamente la chiesa parrocchiale del borgo del Castelvecchio, citato
negli statuti delle strade del 1346 48 . In un documento del 1433 troviamo che
alla rettoria di San Materno era stata unita quella di San Pietro di Vizzolo e di
Sant’Antonino di Colturano 49 . Insieme a queste altre chiese fu unita alla prepo-
41 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 33r.
42 APMe, cart. I A, fasc. 1.
43 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 30.
44 La piantina della chiesa è in App., doc. 20.
45 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 30v. Le pitture sono segnalate anche nella visita
del 1579: “extra oratorium in pariete frontispiciali extat vas aque benedicte affixum in pariete,
super qua extant multe imagines antique picte” (ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 13). È
probabile che l’affresco della Madonna in trono col bambino poppante, che oggi si trova nella
cappella laterale sinistra della chiesa di San Rocco, sia l’unico resto del gruppo descritto.
L’immagine vi fu collocata nel 1709 allorché la chiesa fu completamente rifatta a spese della
confraternita dei Santi Rocco e Ambrogio (F. SARESANI, Cenni storici. . . , manoscritto in
APMe, cart. “Storia di Melegnano”, parte II, foglio doppio n. 24).
46 L’archivio della confraternita, o quello che ne resta, è ora in ASMi, Fondo di Religione,
p. m., cart. 1443 (Confraternite, Melegnano, SS. Rocco e Ambrogio).
47 Notitia Cleri Mediolanensis cit., p. 280. La chiesa risulta tassata di L. 3, s. 18, d. 3. (Vi
si legge “Sancti Martini”, ma è ovviamente da intendere “Sancti Materni”).
48 Citato da L. PREVIATO, San Giuliano Milanese. Cenni storici, Milano 1975, p. 178.
49 Vedi cap. 2, n. 23

36 CAPITOLO 4
situra di San Giovanni Battista nel 1442. Alla visita del 1567 la chiesa di San
Materno si presentava completamente scoperta, con un bell’altare e un ampio
cimitero. Si afferma che si fa grande concorso di popolo soprattutto in quaresima;
e inoltre nei giorni dei santi Pietro e Paolo, di san Materno, della santa
Croce, dell’Assunzione di Maria Vergine e del Natale, per lucrare un’indulgenza
di 100 giorni concessa da alcuni cardinali nel 1488. Viene ordinato di procedere
al restauro, almeno del tetto sopra l’altare 50 . Ma, a quanto pare, si fece poco,
perché nel 1570 don Leonetto, trovandola in parte ancora scoperta, propose la
sua demolizione e l’erezione in sito di una croce 51 . La chiesa allora venne restaurata
52 , ma pochi anni dopo venne demolita, per dare spazio al nuovo convento
dei Cappuccini, la cui costruzione cominciò nel 1577 53 .
Da tempo si desiderava fondare a Melegnano un convento di Cappuccini.
Nella visita del 1567, san Carlo decise di concedere la chiesa di San Biagio
e gli annessi locali dell’ex ospedale ai Cappuccini di Milano, perché qualcuno
di loro potesse venire ad abitarvi54 . È probabile che i Cappuccini trovassero
il luogo inadeguato e lo rifiutassero, perché la chiesa di San Biagio restò ai
Disciplini che l’avevano in concessione. Ma la cosa doveva premere a san Carlo,
se nel 1570 ne parlò a Dionigi Brivio durante una sua visita alla Rocca. Al
Brivio sembrò di aver trovato un luogo adatto, “un bel et bon sito” 55 , ma anche
questa volta non si venne a nessun risultato. La questione fu poi presa a cuore
dalla Marchesa di Melegnano, Barbara del Maino, vedova di Agosto Medici,
fratello del famoso Gian Giacomo detto il “Medeghino”, la quale si offrì di
acquistare e donare un terreno adatto per edificarvi il convento. La donazione
fu accettata e il 22 maggio 1577 il Provinciale dei Cappuccini venne a Melegnano
a visitare il luogo, per stabilire con precisione il sito e le misure dell’edificio da
costruire. Due giorni dopo 56 , la Marchesa acquistò il terreno di 22 pertiche dai
fratelli Osculati al prezzo di 100 lire alla pertica 57 . Il 25 maggio fu posta, con
una solenne processione, la prima pietra. Il Provinciale chiese e ottenne da san
Carlo di poter demolire la chiesa di San Materno, che veniva ad occupare parte
della piazza davanti alla nuova chiesa del convento. Nel 1578 la costruzione era
praticamente finita e nel 1581 san Carlo venne a consacrare la chiesa dedicandola
a San Materno, in ricordo dell’altra distrutta. Nel 1589 c’erano nel convento nove
frati, di cui cinque sacerdoti (con un predicatore) 58 .
50App., doc. 11.
51ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 2, f. 5v.
52App., doc 14 e 17. Le spese furono sostenute da una confraternita, non meglio specificata,
che si riuniva presso la chiesa di San Materno.
53Per la storia della fondazione del convento, oltre a App., doc. 13-19, vedi V. BONA-
RI, I Conventi e i Cappuccini dell’Antico Ducato di Milano. Memorie Storiche raccolte da
manoscritti. Parte prima, Crema 1893, p. 120-128.
54App., doc. 11.
55App., doc. 13.
56App., doc. 15 e 16.
57ASMi, Fondo di religione, p. m., cart. 1839 (Cappuccini), nota del guardiano padre Raffaele
da Milano, della fine del ’700, nella quale a un elenco dettagliato della qualità e quantità
dei generi questuati è premessa una breve storia del convento.
58ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 11, f. 39.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 37
6 San Biagio 59
Nella Vita duecentesca di san Gualtiero di Lodi, scritta da BonGiovanni, si legge
che il santo fece riedificare vari ospedali in vari luoghi, uno presso Vercelli, uno
presso Tortona, uno a Crema, l’ultimo “supra Viterbii (altra lezione: Vittabii)
fluvium iuxta stratam Mediolanensem, non multum distans a Melegnano” 60 .
La Vita non indica la data precisa, ma è certo che l’attività ospedaliera di san
Gualtiero si sviluppò nel primo ventennio del 1200. Il sito indicato corrisponde
perfettamente a quello dell’ospedale di San Biagio, che una cartina del 1600
colloca presso la via Emilia, sulla sinistra uscendo da Melegnano verso Milano,
subito oltre la Vettabbia 61 . In quel punto la via Emilia, superata la Vettabbia,
percorreva un breve tratto in salita, per cui il luogo ha tuttora il nome di
Rampina.
Se l’identificazione della chiesa di San Biagio con l’ospedale ricostruito da
san Gualtiero è sicura, quella con la chiesa di Santa Maria “ad hospitale” con
altare di San Biagio, citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, è per lo
meno ragionevole. Un dubbio può sorgere sul fatto se la chiesa di Santa Maria
“ad hospitale” con altare di San Biagio e quella di Santa Maria siano due chiese
distinte o una sola. Se sono distinte, resta da identificare la chiesa di Santa
Maria, impresa pressoché disperata 62 .
Nella Vita di san Gualtiero si parla di ricostruzione: se la lettura è corretta,
la storia di quest’ospedale si spinge più indietro nel tempo. Non è azzardato
ricordare il cambio dei cavalli al nono miglio da Milano, menzionato in un Itinerario
del IV secolo 63 , perché non c’è dubbio che la pietra miliare si trovasse
non distante dalla Vettabbia verso Milano 64 .
Con la chiesa di San Biagio si completa l’elenco delle chiese situate lungo la
via Emilia probabilmente in sostituzione degli antichi cippi miliari: San Martino,
San Donato, San Cristoforo a Sesto Gallo, San Giuliano, Santa Maria alla Follaz-
za di Occhiò e San Biagio alla Rampina rispettivamente al IV, V, VI, VII, VIII,
IX miglio da Milano65 . È possibile che il senodochio di Santa Maria Madre di Dio
“fundatum vico Meloniano”, che troviamo esistente nell’836 66 , sia anch’esso da
identificare col nostro San Biagio, ma la vaghezza della localizzazione impedisce
di affermarlo recisamente.
Almeno dal 1430 la chiesa e l’ospedale di San Biagio, insieme con la chiesa
di San Pietro, erano curati dalla confraternita dei Disciplinati della Morte dei
Santi Pietro e Biagio 67 . Doveva trattarsi soprattutto della cura dell’ospedale,
59L. PREVIATO, op. cit., p. 234-6; F. SARESANI, op. cit., 1886, p. 295-296.
60A. CARETTA, La vita di S. Gualtiero di Lodi. Estratto dall’“Archivio Storico Lodigiano”,
1969, p. 20.
61Citata da L. PREVIATO, op. cit., p. 236.
62Il SEVESI, op. cit., p. 24, avanza l’ipotesi che ad essa venisse a risiedere il primo nucleo
di frati del convento di Santa Maria della Misericordia. Ma si potrebbe affermare la stesa cosa
per il convento dei Serviti.
63Itinerarium Burdigalense, in Itinera hierosolymitana saeculi IIII-VIII, recensuit et commentario
critico instruxit P. Geyger, Vindobonae, 1898 (CSEL, vol. 38), p. 32: “Civitas Laude
- mil. VII - mutatio ad nonum - mil. VII - Civitas Mediolanum”, dove il secondo “VII” va
probabilmente corretto in VIIII (la Tabula Peutingeriana dà tra Lodi e Milano la distanza di
XVI miglia).
64Storia di Milano della Fondazione Treccani, Milano 1953-66, vol. I, carta f. t. p. 136-7.
65Cfr. L. PREVIATO, op. cit., p. 173.
66 Cfr. cap. 1.
67 Vedi p. 33

38 CAPITOLO 4
perché tra le spese della prepositura di San Giovanni Battista per l’anno 1443
troviamo segnata una spesa fatta per la chiesa della Rampina 68 . Nel 1486 il
prevosto di Melegnano la concede in feudo perpetuo alla confraternita, insieme
alla chiesa di San Pietro 69 .
Nel 1497 l’ospedale è ancora funzionante, ma nella visita del 1567 troviamo
che l’ospitalità viene esercitata in una casa annessa alla chiesa di San Pietro,
non più a San Biagio. Più precisamente nella visita di don Leonetto nel 1570, si
dice che l’ospedale che un tempo si gestiva in un ampio locale presso la chiesa di
San Biagio viene ora gestito presso San Pietro 70 . Nella visita del 1567 san Carlo
ordina che il complesso chiesa-ospedale con i suoi beni sia ceduto ai Cappuccini
di Milano, cosicché qualcuno di loro possa abitarvi. Probabilmente i Cappuccini
rifiutarono e la chiesa restò ai Disciplinati fino al 1591, quando il prevosto Pietro
Maria Vegezzi chiese e ottenne di poterla demolire, trasferendone il titolo a una
cappella nella chiesa di San Pietro 70bis .
7 Santa Brigida a Santa Brera 71
Nel luogo di Santa Brera, secondo il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, c’erano
due chiese dedicate l’una a Santa Brigida e l’altra a San Pietro. Di questa non
ho altre notizie. L’altra, che aveva evidentemente dato il nome al luogo, nella
visita del 1567 viene trovata in stato miserevole: semidiroccata, scoperchiata e
tale che non vi si può celebrare perché anche l’altare è allo scoperto. San Carlo
ordina che si tratti cogli eredi di Francesco Capra, signori del luogo, perché la
chiesa venga profanata e ne facciano ricostruire altrove un’altra 72 . Ma, a quanto
pare, la chiesa fu restaurata e sopravvive fino ai nostri giorni.
8 La Natività della V. M. alla Rocca Brivio 73
La chiesa di Santa Maria “ad rocham de Meregniano”, riportata nel Liber Notitiae
Sanctorum Mediolani, fu probabilmente fondata e dotata dai Capitanei di
Melegnano (i da Melegnano) 74 nel XII o XIII secolo 75 , che perciò ne detenevano
il diritto di patronato. In data non facilmente precisabile la Rocca e le sue
68App., doc. 6.
69App., doc. 9
70ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 2, f. 5v.
70bis ASMi, Fondo di religione, p. m., cart. 1442: 24 ottobre 1591: “Ordinazione del M.
R. Sig. Pietro Maria Viglezo Proposto della chiesa di S. Giovanni Battista di Melegnano,
Vicario Foraneo e Delegato dall’Ill.mo e Rev.mo Arcivescovo di Milano, nella quale ordina la
demolizione dell’Oratorio di S. Biaggio sito fuori di Melegnano, atteso che minacciava ruina,
né si era voluta riparare, secondo era stato comandato. . . ”.
71L. PREVIATO, op. cit., p. 250.
72App., doc. 11.
73L. PREVIATO, op. cit., p. 246-249.
74Sulla famiglia dei da Melegnano non ci sono studi, salvo una tesi di perfezionamento della
dott. L. Fasola, che non ho visto, ma che è citata in “Quellen und Forschungen aus Italianischen
Archiven und Bibliotheken”, vol. 52 (1972), p. 126, n. 1. Il titolo della tesi è Una famiglia
capitaneale milanese e Federico I (i da Melegnano), tesi di perfezionamento dattiloscritta
presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, Pisa 1969/70 (relatore prof. C. Violante).
75Due testimonianze: una del 1463 citata nel cap. 2, nota 49; un’altra dei primi del ’500,
citata da C. AMELLI, op. cit., 1974, p. 77, che fa risalire la fondazione da parte della famiglia
dei Capitani di Melegnano a tre secoli prima.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 39
proprietà passarono dai da Melegnano al monastero di Calvenzano che le affittò
ai Brivio e ai Brivio passò anche il diritto di patronato 76 .
Nel 1442 la chiesa di Santa Maria della Rocca fu aggregata alla prepositura
di Melegnano, non senza contrasti, come ho ampiamente detto nel cap. 2.
Nella visita del 1567 si segnala che della chiesa si prende cura Dionigi Brivio,
che ha pure un piccolo oratorio all’interno della Rocca, con un proprio cappellano.
La chiesa ha bisogno di riparazioni 77 . Nella visita del 1597 la chiesa risulta
completamente restaurata a spese dell’Ill. Sig. Sforza Brivio con un pavimento
e un tetto nuovi 78 .
9 San Rocco a Riozzo
La chiesa di San Rocco di Riozzo non è ricordata, ovviamente, nel Liber Notitiae
Sanctorum Mediolani. Non ho notizie sulla sua fondazione. Nella visita del 1567 è
detta “molto bella”. Aveva un proprio cappellano mantenuto dai signori Matteo,
Fabrizio e Sasso Visconti. Gli abitanti del luogo chiesero che la si separasse da
Melegnano e la si ereggesse in parrocchia, e san Carlo acconsentì purché se ne
aumentasse la dote fino a 200 lire imperiali 79 . Dalla visita del 1597 si ricava che
gli uomini di Riozzo mantengono un cappellano che celebra tutti i giorni, e gli
pagano 200 lire imperiali, oltre a tre moggi di grano, sei brente di vino e tre
carri di legna, ma il luogo è sempre membro della prepositura di Melegnano 80 .
10 Santi Pietro e Paolo a Vizzolo
Non improbabile ricordo di un “termine” della centuriazione romana dell’agro
laudense 81 , la chiesa di San Pietro di Vizzolo compare nel Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani con gli altari di San Geminiano e Santo Stefano. Nel 1433 si
trova che era unita alle rettorie di San Materno al Castelvecchio e Sant’Antonino
di Culturano 82 . Insieme con esse fu aggregata nel 1442 alla prepositura di
Melegnano. Nella visita del 1567 si dice che la chiesa di San Pietro e Paolo è
pericolante, soprattutto presso l’altar maggiore; ha, o aveva, tre altari, e cioè
l’altar maggiore e altri due laterali, o piuttosto i loro resti. Probabilmente sono
i due altari citati nel Liber. Vi si celebra solo nella sua festa. San Carlo ordina
che entro tre mesi il prevosto e cappellani di Melegnano facciano riparare la
chiesa a loro spese e che ogni curato, finito il suo turno settimanale presso la
chiesa di San Giovanni, celebri in questa nella settimana seguente 83 . Nella visita
76L. PREVIATO, op. cit., p. 247, ipotizza per il passaggio della Rocca ai Brivio la seconda
metà del XIII secolo. Nella Notitia Cleri Mediolanensis cit., p. 280, la chiesa risulta tassata
di L. 4, s. 9, d. 6.
77App., doc. 11.
78ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 38v - 39v.
79App., doc. 11.
80ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 37v.
81A. CARETTA, Laus Pompeia (Lodivecchio) e il suo territorio, Milano 1954, p. 78. Nel
1957, durante i lavori per la costruzione di alcune villette, furono rinvenute monete degli
imperatori Valeriano e Gallieno (III sec. d. C.). C. AMELLI, op. cit., 1974, p. 19.
82Cap. 2, n. 18. Il fatto che nella Notitia Cleri Mediolanensis del 1398 non compaia San
Pietro di Vizzolo, mentre vi compare San Materno, può far pensare che l’unione dei due
benefici sia precedente a questa data.
83App., doc. 11.

40 CAPITOLO 4
del 1597, appare che la chiesa è stata restaurata, ma vi si celebra sempre solo il
giorno di San Pietro 84 .
11 Santi Protasio e Gervasio a Sarmazzano
La chiesa dei Santi Protasio e Gervasio, citata nel Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani, nel 1567 è indicata come soggetta alla casa Umiliata degli Ottazi 85 .
La chiesa è in pessimo stato e san Carlo ordina il sequestro dei beni del fittabile
della chiesa per il restauro.
Colla soppressione dell’ordine degli Umiliati, i beni della chiesa di Sarmazzano
passarono alla congregazione degli Oblati di Sant’Ambrogio. Dalla visita
del 1597, si ricava che la chiesa è stata restaurata e vi si celebra due volte la
settimana 86 .
12 Santa Maria di Calvenzano 87
Circa l’anno 1090 i fratelli Arialdo e Lanfranco e il loro cugino Attone, della
famiglia dei signori di Melegnano, cedettero all’abbazia di Cluny la chiesa di
Santa Maria di Calvenzano, che essi da tempo detenevano come feudo dalla
Chiesa milanese 88 . La chiesa quindi già esisteva, ma non è possibile stabilirne
l’antichità 89 . I beni del monastero, se non subito, certo coll’andar del tempo,
divennero ragguardevoli 90 : nel 1567 le rendite dell’ex priorato cluniacense di
Calvenzano assommavano a L. 7500 all’anno 91 . Qualche notizia sulla vita del
monastero si può ricavare dalle relazioni delle visite cui periodicamente veniva
sottoposto dai superiori dell’Ordine. Sappiamo così che, oltre al priore, vi
84 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 36.
85 App., doc. 11. Cfr. APMe, cart. II C, fasc. 3, pergamena del 30 aprile 1476: Marco Vaghi,
prevosto di Melegnano, Giacomo Sottocasa, Ambrogio Gallarati e Giampiero Mozzanica cappellani
curati, investono tale Domenico de Amici di Antonio dell’affitto di una vigna guasta
nel territorio del Castelvecchio, “ubi dicitur ad vineam Abdue”, di 18 pertiche; tra le coerenze:
“domus ecclesie Sanctae Mariae de Ottaciis”.
86 ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 34v - 35v.
87 M. MIRABELLA ROBERTI, Vizzolo Predabissi. Santa Maria Assunta di Calvenzano, in
Studi e ricerche nel territorio della Provincia di Milano, a cura di M. L. Gatti Perer, Milano
1967, p. 229-236.
88 La carta, senza data, con cui Anselmo III, arcivescovo di Milano, concede la chiesa ai
Cluniacensi è stata pubblicata varie volte, ad es. G. GIULINI, Memorie, cit., vol. IV, p. 536;
e Recueil des chartes de l’Abbaye de Cluny, formé par A. Bernard, completé. . . par A. Bruel,
Paris, 1876-1903, vol. V, p. 144-145 (dove è attribuita erroneamente ad Anselmo IV).
89 È molto probabilmente infondata l’opinione di chi ritiene Calvenzano milanese il luogo
del martirio di Severino Boezio (vedi cap. 1). I coperchi dei sarcofagi, visibili nei fondamenti
dell’abside, non bastano a far risalire la chiesa al VI secolo. L’esame dello stile architettonico
della chiesa attuale attribuisce al X-XI secolo la zona absidale con quattro campate e mezzo;
le ultime due campate e mezzo e la facciata al XV secolo. I rilievi del portale, rappresentanti
scene della Natività di Cristo, sono attribuiti al primo quarto del XII secolo; dello stesso
periodo è un concio di arco rappresentante una scena di caccia, che si trovava murato in una
parete all’interno della chiesa e che recentemente è stato rubato. Nel catino dell’abside c’è
un affresco del XIV secolo rappresentante la Vergine incoronata da Cristo, con san Giovanni
Evangelista, san Giovanni Battista, e gli angeli Gabriele e Michele.
90 Nella Notitia Cleri Mediolanensis cit., p. 26, risulta tassato per lire 95, s. 10.
91 App., doc. 11.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 41
risiedevano normalmente due monaci, vi si celebravano gli uffici divini, vi si
esercitava l’elemosina e l’ospitalità 92 .
La decadenza dell’ordine cluniacense coinvolse anche questo monastero, di
cui nel 1558 divenne commendatario san Carlo Borromeo. Dalla visita del 1567
si ricava che a questa data i beni di Calvenzano erano già passati al Collegio
Borromeo di Pavia 93 .
Il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani attribuisce alla chiesa quattro altari,
dedicati a Sant’Andrea, Sant’Agata, San Biagio e San Barbaziano, e almeno tre
sono gli altari laterali che san Carlo vi trova nella visita del 1567, e di cui non
viene indicato il titolo. San Carlo ordina di demolirli e di trasferirne due lungo le
pareti laterali a metà della chiesa; ordina di spostare un poco l’altare maggiore
verso il mezzo della chiesa; ordina pure di separare l’abside maggiore dalle due
minori con due pareti, in modo da poter costruire in queste il campanile e la
sacrestia. Nella chiesa celebra tutte le domeniche e talvolta nei giorni feriali un
cappellano, per il prezzo di lire cento annue, tratte dalle rendite della chiesa.
San Carlo gli aumenta lo stipendio a lire 150, con l’obbligo di celebrare tutti i
giorni, eccetto un giorno alla settimana. Gli ordini riguardanti la chiesa furono
in parte revocati da don Leonetto nel 1570: non si sposti l’altar maggiore, non
si trasferiscano i due altari che si trovano nelle absidi laterali e non vi si faccia
la sacrestia che già esiste in un locale fuori della chiesa 94 .
Dalla visita del 1597 veniamo a sapere che l’abside minore di destra è stata
trasformata in sacrestia, che sul tetto c’è una campana, sostenuta da due o tre
pilastrini, che viene suonata al mattino e alla sera per l’Ave Maria. A questa
data i beni dell’ex priorato sono già dei Canonici del Duomo di Milano 95 .
13 Sant’Antonino a Colturano
Ricordata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, nel 1433 risulta essere una
sottorettoria della rettoria di San Materno al Castelvecchio e San Pietro di
Vizzolo, con le quali nel 1442 viene aggregata alla prepositura di Melegnano 96 .
Nella visita del 1567 si dice che la chiesa ha un proprio cappellano curato che
esercita la cura delle anime con la licenza del prevosto e cappellani di Melegnano
e che viene mantenuto dagli abitanti del luogo.
La chiesa ha due altari laterali, di cui non viene detto il titolo e di cui si ordina
la demolizione; salvo trasferirne uno lungo la parete a metà della chiesa dove
è dipinta un’immagine della Madonna. San Carlo propone di creare Colturano
parrocchia, se gli abitanti doteranno al chiesa di almeno 200 lire all’anno 97 .
Nella visita del 1597 il cappellano viene pagato 230 lire all’anno, ma la chiesa
continua ad essere soggetta alla prepositura di Melegnano 98 .
92Statuts, chapitres généraux et visites de l’ordre de Cluny, par G. Charvin, Paris, 1965-
1970, vol. I, p. 403; vol. II, p. 244, 287; vol. III, p. 248; vol. IV, p. 21, 38, 48, 58, 126. La prima
visita riportata è del 1281, l’ultima del 1378.
93App., doc. 11.
94ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 2, f. 7v - 8r.
95ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 35v - 36r.
96Cap. 2, n. 23.
97App., doc. 11.
98ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 33v - 34.

42 CAPITOLO 4
14 San Michele a Pedriano
Citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, con un altare intitolato a Santa
Maria, fu aggregata alla prepositura di Melegnano in seguito a una richiesta
presentata dagli abitanti del luogo a san Carlo durante la visita del 1567 99 .
Secondo questa visita la chiesa allora aveva tre altari, di cui non viene detto
il titolo; era in cattivo stato, senza arredi e paramenti; vi si celebrava solo due
o tre volte all’anno. San Carlo ordinò di demolire i due altari laterali, troppo
piccoli, di rifarne uno solo di dimensioni regolari, e di provvedere almeno al
minimo necessario per poter celebrare 100 .
Dalla visita del 1597 101 risulta che la chiesa era stata restaurata e la cappella
dell’altar maggiore ricostruita a spese del comune di Pedriano e del Luogo Pio
delle Quattro Marie, che era proprietario di quasi tutto il luogo 102 .
15 Santa Maria della Neve a Mezzano 103
Benché a Mezzano si sia trovata la più antica testimonianza di insediamenti
umani di tutta la Bassa Milanese, e cioè alcune tombe galliche e romane, con
reperti databili dal IV sec. a. C. al I d. C. 104 , del luogo di Mezzano non si ha
notizia nei documenti fino al XII secolo. Della sua chiesa, che non è ricordata nel
Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, la più antica testimonianza finora trovata
è del 1553, ma nella visita del 1567 viene detta “antiqua”. Da questa visita si
rileva che la chiesa era stata consacrata, non aveva dote, e non si celebrava che
nel giorno della sua festa. Gli abitanti del luogo chiesero a san Carlo di venire
uniti alla prepositura di Melegnano e san Carlo acconsentì 105 . Nel 1597 gli
abitanti di Mezzano riferirono al visitatore che la chiesa “habebat alias dotem
scutorum aureorum 1500. Bona autem huius ecclesie a fratribus Sancti Francisci
possidentur, et tenebantur, ut aiunt, ad coelebrationem missae quotidiane,
sed auctoritate apostolica translatum fuit onus ad ecclesiam Sancti Francisci
sine consensu populi de quorum interesse agitur” 106 .
16 Monastero di Santa Maria della Misericordia 107
Il convento francescano di Santa Maria della Misericordia, detto di San Francesco,
fu iniziato nel 1475 e inaugurato nel 1487, e le spese della fondazione furono
sostenute dagli uomini di Melegnano.
Il numero dei frati che vi risiedevano non è segnato nella visita del 1567, ma in
quel periodo dovevano essercene 11. Il venerabile Gonzaga ne segnala 16 intorno
al 1587 108 , ma una nota del 1589 riporta 12 frati, di cui sette sacerdoti(compreso
99App., doc. 12.
100App., doc. 11.
101ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 37v.
102Così nella visita del 1567, App., doc. 11: “hec vila fere tota cum eius territorio est loci pii
Quatuor Mariarum Mediolani”. Il luogo pio l’aveva avuto in eredità nel 1488. L. PREVIATO,
op. cit., p. 233.
103L. PREVIATO, op. cit., p. 237-246.
104L. PREVIATO, op. cit., p. 8-9.
105App., doc. 11 e 12.
106ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 38v.
107P. M. SEVESI, Santa Maria della Misericordia in Melegnano, Melegnano 1932.
108 Ibidem, p. 112.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 43
un confessore e un predicatore) 109 . Nello stesso anno i redditi del convento erano
di lire cento. La chiesa non è descritta nelle visite: sappiamo solo che ci doveva
essere un altare dedicato a San Giuseppe, perché c’era una Scuola con questo
nome 110 . San Carlo fa togliere dalla chiesa un sepolcro e dà disposizioni perché
siano osservate le norme stabilite dal concilio provinciale e dalle bolle pontificie
in materia di funerali e di clausura.
17 Convento di Santa Maria del Carmine 111
Avendo già identificato la chiesa di Santa Maria “ad hospitale” citata nel Liber
Notitiae Sanctorum Mediolani con la chiesa e ospedale di San Biagio, è
plausibile ora identificare la chiesa di Santa Maria Maddalena “ad hospitale
Meregniani” con l’attuale chiesa del Carmine. In effetti che essa prima di diventare
un convento di Carmelitani fosse un ospedale è affermato nel 1671 dal
priore del convento Girolamo Conte in una nota premessa al Libro Campione
che elenca tutte le proprietà del convento e nel 1690 dal padre Fornari nel suo
Anno memorabile de’ Carmelitani. Il primo scrive: “Cum in exquirenda ex antiquitate
scripturarum huius nostri sacri monasterii prima fondatione et origine in
cassum laboratum sit, et hoc fortasse ex ingruentium illis temporibus bellorum
turbulentiis et temporum vicissitudinibus universa subvertentibus, petenda igitur
et eruenda ex subsequentibus monumentis aliqualis saltem cognitio. Primo
namque ex quodam factum tale coligitur, nobis donatum ab actoribus et sindicis
hospitalis tunc temporis sub nomine Sanctae Mariae de ressana l’ovo multo
ante annum 1393, ut ex eo et aliis antiquis monumentis, quae hic ad evitandam
prolixitatem non exprimuntur, sed videri datur in archivio conventus, n. 1” 112 .
Il secondo afferma che intorno al 1393 fu fondato a Melegnano un convento in
un ospedale, e prosegue dicendo che sulla porta della chiesa ai suoi tempi c’era
dipinta un’immagine della Vergine detta “Santa Maria la ova” o “dell’ova”, per
via di un miracolo: una fanciulla, che passava davanti alla porta della chiesa
con un canestro d’uova, cadde e le ruppe, e, temendo i maltrattamenti dei suoi
genitori, invocò la Vergine, che la esaudì e risanò, o reintegrò, le uova 113 .
La dispersione dell’archivio, seguita alla soppressione del convento nel 1769,
ci impedisce di verificare l’affermazione del priore Girolamo Conte relativa alla
data di fondazione, ma sul nome di Santa Maria “de ressana l’ovo” è forse possibile
fare un po’ di luce, citando un documento del 1433 in cui il convento è
detto di Santa Maria “de Resanarollo” 114 . Sull’ospedale precedente il convento,
c’è da dire che il Coldani lo considerò fondato da san Gualtiero di Lodi insieme
con quello di San Biagio 115 , sull’autorità del Ciseri, che nel suo Giardino istorico
lodigiano, pubblicato nel 1732, attribuiva al santo la costruzione di due ospedali
presso Melegnano: “un altro (ospedale) vicino a Melegnano presso il fiume Lam-
109 ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 11, f. 36.
110 P. M. SEVESI, op. cit., p. 50.
111 C. AMELLI, La Chiesa del Carmine in Melegnano, Melegnano 1965.
112 APMe, Libro Campione del convento del Carmine, f. 1.
113 G. M. FORNARI, Anno Memorabile de Carmelitani, Milano 1688-1690, vol. II, p. 54.
114 ASMi, Notai, cart. 333, doc. del 19 gennaio 1433.
115 F. SARESANI, op. cit., p. 295. Attribuisco l’affermazione al Coldani, benché non ci sia
pervenuta la seconda parte della sua Relazione dell’antico e moderno borgo di Melegnano,
perché il Saresani esplicitamente dichiara la propria opera una parafrasi di quella del Coldani.

44 CAPITOLO 4
bro tra Lodi, e Milano, un altro sopra il fiume Vicciabbia” 116 . In realtà la Vita
di san Gualtiero scritta da BonGiovanni parla di un solo ospedale fondato dal
santo presso Melegnano e si tratta di quello di San Biagio 117 . Il Coldani ritenne
pure che la chiesa del Carmine si identificasse con quella di San Bartolomeo in
Corte, che nel 1442 fu unita alla prepositura di Melegnano. È certo che la sua
affermazione non si basa su nessun documento, ma che, non avendo nessuna
notizia della chiesa di San Bartolomeo in Corte di Melegnano, egli avanzava
l’identificazione che riteneva più probabile 118 .
La visita del 1567 non descrive il convento né la chiesa, e non indica il numero
dei frati che vi risiedono, limitandosi a riportare il nome del priore, fra Sinesio
de Bugatis de Candia, e a segnalare che i frati non rispettavano i decreti del
concilio provinciale e le bolle pontificie in materia di funerali e di clausura.
Una nota del 1589 assegna al convento sette frati, di cui quattro sacerdoti
(con un confessore), e fa ascendere i redditi a circa 400 lire annue 119 , mentre la
visita del 1597 segnala la presenza di sette frati, di cui tre sacerdoti 120 . Questa
visita parla pure della confraternita dell’Annunciazione presso l’altare con lo
stesso titolo, costruito nella chiesa a sinistra dell’ingresso. La confraternita era
retta da un priore, un sottopriore, un tesoriere e un cancelliere, e faceva celebrare
all’altare dell’Annunciazione tutte le domeniche e due volte alla settimana.
Inoltre una volta al mese soleva portare in processione per il borgo l’immagine
della Vergine 121 .
18 Convento di Santa Maria delle Grazie, dei Servi
di Maria 122
Il 16 aprile 1513 il Priore Generale dei Serviti concedeva a fra Nicolò Malacrida
da Como l’autorizzazione ad acquistare a Monza o altrove un terreno su cui
edificare un convento. Forse fra Nicolò aveva messo l’occhio su qualche luogo
di Monza, ma, non sappiamo perché, decise invece di costruire il convento a
Melegnano. Perciò mandò una supplica a Massimiliano Maria Sforza duca di
Milano per ottenere la licenza di acquistare a più riprese alcuni sedimini e case
nel Borgo del Lambro di Melegnano per la somma di 300 ducati, per farvi edificare
una chiesa e un monastero del suo ordine, e ne ottenne risposta favorevole
in data 30 agosto 1514. Si era appena forse finito di costruire, quando nel set-
116A. CISERI, Giardino istorico Lodigiano, o sia istoria sacro-profana della città di Lodi, e
suo distretto, Milano 1732, p. 134.
117Vedi p. 37. L’errore del Ciseri si spiega tenendo conto di una traduzione-parafrasi della Vita
di BonGiovanni, scritta da Giacomo Antonio Porro nel XVII secolo (pubblicata in “Archivio
Storico Lodigiano”, 1944, p. 127-134) e che il Ciseri conosceva. Il Porro scrive: “et vicino al
fiume Lambro poco lontano da Merignano fra Lodi e Milano”, e non parla della Vettabbia.
Non saprei dire se la lezione “Lambro” in luogo di “Vettabbia” sia stata introdotta dal Porro
stesso o l’abbia trovata nella copia della Vita da cui traduceva. Certo il Ciseri, lavorando, per
così dire, con un occhio sul testo latino della Vita e con l’altro sulla traduzione del Porro,
ha contaminato le due letture, sdoppiando così l’unico ospedale fondato da san Gualtiero a
Melegnano.
118Vedi cap. 2, n. 22.
119ACAM, Melegnano, vol. 4, fasc. 11, f. 37.
120ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 6, f. 33v.
121ibidem, f. 31v - 32v.
122A. GIANI - L. M. GARBIO, Annalium sacri ordinis fratrum Servorum B. Virginis Mariae
a suae institutionis exordio, vol. II, Lucca 1721, p. 48-50, 133-134.

CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPOSITURA DI... 45
tembre del 1515 passarono da Melegnano le truppe di Francesco I. È probabile
che tra i molti guasti compiuti dall’esercito francese nella zona vada contato
anche un grave danneggiamento del nuovo convento di Santa Maria delle Grazie
di Melegnano. Se a ciò si aggiunge la difficoltà di reperire un numero sufficiente
di frati da farvi risiedere, si comprende come il convento restasse deserto, anzi
che venisse addirittura venduto. Passarono degli anni prima che fra Vincenzo
Bianchi da Varese lo ricomprasse e restaurasse, ricevendone perciò la carica di
priore. Questo avvenne verso il 1538 123 .
Nella visita del 1567 praticamente non si dice nulla del convento di Santa
Maria delle Grazie, in quella del 1597 non lo si nomina neppure. Nel 1589 è
segnalata la presenza di quattro frati, di cui due sacerdoti con un confessore, e
i redditi del convento sono di 400 lire all’anno 124 .
123 Nella lettera riportata in A. GIANI - L. M. GARBIO, op. cit., p. 133, si afferma che il
5 luglio 1538 fra Vincenzo da Varese fu nominato governatore e amministratore del convento
di Melegnano, da lui recuperato e restaurato. Ma poiché quella lettera è del 2 maggio 1538,
la data riferita è sicuramente errata, probabilmente nell’ultima cifra dell’anno. Poiché nella
lettera riportata a p. 134, che è datata 17 maggio 1542, si dice che il convento era stato
recuperato “proximis decursis annis”, se l’anno del recupero non è il 1538 certo è uno di quelli
immediatamente precedenti.
124 ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 11, f. 38. L’archivio del convento, o quanto ne resta,
si trova ora in ASMi, Fondo di religione, p. m., cart. 1840.

Conclusione
Come molte altre località, anche Melegnano presenta un lungo periodo della
sua storia avvolto nella nebbia. I “monumenta” che si scorgono non sono spesso
precisabili cronologicamente per mancanza di documenti e di indagini archeologiche
capillari e competenti. Queste ultime, insieme con più ampie ricerche
archivistiche, sarebbero molto utili per ampliare le nostre conoscenze intorno ai
luoghi di culto e alla spiritualità nella Bassa Milanese nei secoli XV e XVI, in
genere poco conosciuti e di cui è facile trovare giudizi prevalentemente negativi.
Mi sembra però che la presente ricerca abbia messo in luce due fatti che possono
mitigare almeno in parte questi giudizi. La creazione del capitolo a Melegnano è
un chiaro indice di una volontà di vita ecclesiastica seria, guidata dalla preghiera
liturgica: è la prova di una esigenza di spiritualità proveniente dal “basso”, dove
era più sentita che non ai livelli superiori della gerarchia. Anche la vicende delle
monache di Santa Maria della Stella rivelano il desiderio di una ripresa della vita
monastica, dopo un periodo di decadimento, dovuto anche alla mancanza di una
assistenza spirituale adeguata. Indubbiamente la ricerca ha messo in evidenza
una decadenza dello spirito liturgico a Melegnano tra la fine del XV e l’inizio del
XVI secolo, come si rileva dall’inosservanza degli statuti della prepositura per
quanto riguarda la recita quotidiana delle ore canoniche e dall’accentuarsi del
ricorso alla devozione privata quale risulta dalle regole della confraternita della
Concezione. Ma questo non sorprende, essendo in coincidenza con uno dei periodi
più bui della storia della Chiesa milanese. Infine la ricerca ha mostrato anche
per Melegnano la decisa attività riformatrice di san Carlo, volta a introdurre
nella sua diocesi, a tutti i livelli, la riforma sancita dal concilio di Trento.

Appendice

50 APPENDICE
Nota 1998
Come ho detto nella nota introduttiva, per l’appendice documentaria ho ritenuto
più importante l’esattezza della trascrizione che non la fedeltà storica al testo
del 1977. Il testo qui riprodotto è perciò molto migliore di quello di allora.
Per i documenti n. 1 e 3, ricostruiti su copie del XVI e XVII secolo, riporto
ora in nota tutte le varianti (che non siano di punteggiatura o uso delle maiuscole),
mentre allora mi ero limitato alle più significative 1 . Il testo della bolla
di Eugenio IV del 13 ottobre 1442, riprodotto all’interno del documento n. 5,
è ora ricostruito anche con l’aiuto di un’altra trascrizione contenuta in un atto
scoperto successivamente 2 . Gli altri documenti sono stati trascritti da fotocopie,
salvo i documenti n. 2, 4, 7 e 8, che riproducono le mie trascrizioni di allora.
Con la possibile eccezione di questi ultimi testi, ho rispettato scrupolosamente
il testo originale ad eccezione della punteggiatura, delle maiuscole e degli
accenti. Distinguo u e v, non distinguo i e j. Ho sciolto le abbreviazioni, ma dove
l’esito è incerto ho qualche volta indicato l’integrazione tra parentesi tonde. Un
punto di domanda tra parentesi tonde indica una lettura incerta. Non segnalo
con (sic) o (!) le singole grafie stravaganti o scorrette, ma dove la correzione non
è evidente segnalo in nota la forma corretta preceduta dall’abbreviazione i.e. =
cioè. Uno o più puntini segnalano parti del testo illeggibili per guasti, fori ecc.
(eventuali lettere o parole tra parentesi quadre sono quindi letture più o meno
ipotetiche). Le parentesi angolari contengono lettere o parole che non compaiono
nel manoscritto, di solito per svista dell’amanuense, ma che sono necessarie al
senso. Alcuni asterischi indicano spazi lasciati bianchi dall’amanuense. I segni
⌊ e ⌋ racchiudono parole scritte sopra il rigo. Nell’apparato critico uso le abbreviazioni:
om. omette, omettono; agg. aggiunge, aggiungono; i.e. cioè; canc.
cancellato, corr. corretto.
1Oggi come allora nei testi ricostruiti elimino anche tutti i dittonghi ae e oe, adeguandomi
all’uso prevalente dell’epoca.
21443 agosto 14, 20, ottobre 30: processo di conferma dell’unione dei monasteri alla chiesa
di Melegnano davanti a Leonardo del Maino, abate di San Simpliciano fuori le mura di Milano,
commissario pontificio (imbreviatura del notaio Giovanni Ciocca, ASMi, Notai, cart. 139).

DOCUMENTO 1 51
1442 luglio 6.
1
Il cardinal Gerardo Landriani, legato pontificio per il ducato di Milano, su richiesta
degli uomini di Melegnano sopprime i monasteri uniti di Santa Maria
della Stella, Sant’Anna e Santi Nabore e Felice e li unisce alla chiesa di San Giovanni
Battista di Melegnano, nella quale crea una prepositura con un prevosto
e tre cappellani curati da sostentarsi coi beni dei monasteri soppressi.
Originale perduto. Testo ricostruito su quattro copie del XVI-XVII secolo:
A: ACAM, Parrocchie, Melegnano;
B: ACAM, X, Melegnano, vol. 5, fasc. 9;
C: ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 24;
D: ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 14.
Gerardus, miseratione divina tituli Sancte Marie in 1 Transtiberim sancte Romane
Ecclesie presbiter cardinalis, Comensis 2 vulgariter nuncupatus, in civitate ac provincia
Mediolanensi necnon toto dominio illustrissimi principis domini ducis Mediolani apostolice
sedis legatus, universis ac 3 singulis Christifidelibus presentes litteras inspecturis
salutem in Domino sempiternam. Ad futuram rei memoriam.
Inter cetera desiderabilia cordis nostri illud intensis desideriis affectamus, ut ubique
Altissimi maiestas 4 collaudetur in benedictionibus et 5 gratiarum actionibus suique cultus
gloriosi nominis amplietur et nunquam a clementissimi Salvatoris nostri laudibus
desistatur. Exhibita 6 siquidem nobis nuper pro parte hominum et personarum castri
de Meregnano 7 , diocesis 8 Mediolanensis, petitio continebat quod, cum in ipso castro,
quod satis notabile et populosum existit, sit quedam parochialis et curata ecclesia
sub vocabulo Sancti Ioannis Baptiste constructa, solum unicum habens rectorem, qui
propter multitudinem et excrescentiam 9 populi in benedictionibus domini nostri Iesu
Christi multiplicati ipsius cure commode intendere non potest, et, sicut 10 eadem petitio
subiungebat, sit in loco de Brozano dicte diocesis 11 quoddam monasterium, ordinis
Sancti 12 Benedicti, sub vocabulo 13 Sanctarum 14 Marie et Anne necnon Sanctorum
Naboris et Felicis situm, alias simul unitorum, quod pene monialibus destitutum ac in
suis edifitiis 15 et structuris ruinosum existit et in divinis offitiis 16 grande patitur detrimentum,
cumque 17 si 18 memoratum monasterium quod, per liberam resignationem 19
1om. C
2Come(n)t() D
3et BD
4maestas A
5ac A
6exibita AC
7Marignano A
8diecesis A, dioecesis (?) B, dioc() C, dioec. D
9excretentiam (?) A
10sicuti A, sic() D
11diocoesis B, diecesis AC, dioec() D
12om. A
13vocabulis D
14corr. da Sanctae D
15edificiis B, edifi[...] C
16officiis BC, et structuris ruinosum existit et in divinis officiis (offitiis D) agg. BD
17cum B, quodque C, quod D
18 sit A
19 ressignationem A

52 APPENDICE
dilecte nobis in Christo Casteline 20 de Barni Mediolanensis, olim ipsius monasterii
abbatisse, per presbiterum Ioannem Mozardum 21 capellanum nostrum, procuratorem
suum, ad hoc ab ipsa specialiter 22 constitutum, in manibus nostris hodie sponte factam
23 et per nos admissam cum reservatione 24 annue pensionis florenorum quindecim
auri de camera pro ipsius vite sustentatione 25 singulis annis in festo Sancti Martini debendorum
per eum qui pro tempore ipsius ecclesie fuerit deputatus seu economum qui
interea deputabitur 26 , donec de preposito provideatur, vacat 27 ad presens, abbatiali in
eodem 28 dignitate et ordine huiusmodi Sancti Benedicti suppressis et extinctis prefate
ecclesie Sancti Ioannis 29 de Meregnano 30 in perpetuum uniretur et incorporaretur,
posset exinde in ipsa ecclesia creari dignitas unius prepositure 31 ac tres capellani in ea
deputari, ex dictis monasterii redditibus, fructibus et 32 proventibus commode sustentari
33 possent et in ipsa ecclesia continuam residentiam 34 facere, divinum offitium 35 in
ea die 36 noctuque psallere 37 ac curam animarum illius castri et hominum atque personarum
38 ibi degentium et habitantium regere 39 , gubernare et administrare; quare
prefati homines et persone nobis humiliter supplicarunt 40 , ut prefatum monasterium
dignitate et ordine supradictis prius in eo suppressis et extinctis dicte ecclesie unire
in perpetuum ac annectere et incorporare necnon in ipsa ecclesia preposituram unam
cum tribus capellanis, qui in ipsa ecclesia continuam residentiam 41 facere teneantur et
debeant, creare dignaremur. Nos igitur huiusmodi supplicationibus inclinati prefatum
monasterium, cuius fructus, redditus et proventus centum florenorum auri de camera
secundum communem estimationem 42 valorem annuum, ut accepimus, non excedunt,
sic ut prefertur vel alias quovis modo aut ex alterius cuiuscunque 43 persona vacet, in
quo ex nunc auctoritate 44 legationis nostre dignitatem et ordinem supradictos 45 extinguimus
et supprimimus 46 , ac 47 prefate ecclesie Sancti Ioannis cum omnibus iuribus et
pertinentiis suis in perpetuum unimus, annectimus et incorporamus, cum reservatione
48 tamen dicte annue pensionis 49 singulis annis in festo Sancti Martini, ut prefertur,
20Castellinae AD
21Morardum ABC
22sp(eci)aliter B, spe(cia)l(ite)r C, spetial(ite)r D
23corr. da statutam B
24resservatione D, corr. da resrevatione (?) B
25substentatione D
26econumus q. i. d. A, economus (corr. da iconomum) q. i. d. B, in oeconumum d. i. C,
oenconomum q. i. d. D
27vacari A, vacans B, [va]cante C, vacante D
28abbatiali in eodem ABD, in eodem abbatiali C
29Baptistae agg. C
30Marignano A
31dignitas unius praepositurae ABD, una praepositura C
32ac A
33substentari D
34ressidentiam A
35officium BC, off(ici)um D
36diu BC
37psalere A
38in agg. D
39reggere D
40supplicaverunt D
41ressidentiam A
42aestimationem B, exestimat(ion)em (?) su correzione C, extimationem D
43corr. da cuiusqunque A, cuiuscumque D
44authoritate D
45supradictum A
46suprimimus B
47ac da espungere
48corr. da restauratione B, resservatione D
49tamen dictae annuae pensionis ABD, annuae pensionis dictae C

DOCUMENTO 1 53
per prepositum qui pro tempore fuerit et interea per alium, donec de preposito provisum
fuerit, ipsi domine Casteline 50 debende, ac in ipsa ecclesia eadem auctoritate 51
preposituram unam erigimus et creamus cum tribus capellanis ex redditibus et proventibus
supradictis sustentandis 52 et inter 53 ipsos 54 dividendis secundum statuta per nos
in dicta ecclesia creata et ordinata, faciendo 55 in ipsa ecclesia continuam residentiam 56
et in divinis eidem deserviendo.
Datum Mediolani, in domibus nostre solite residentie, anno a nativitate Domini
millesimo 57 quadringentesimo 58 quadragesimo secundo, secundo 59 nonas 60 iulii,
pontificatus 61 sanctissimi in Christo patris et 62 domini nostri domini Eugenii divina
providentia pape quarti anno duodecimo.
Gratis ubique pater Abbas. Ioannes de Mollo. 63
50 Castellinae A, Castelline D
51 auth(oritat)e D
52 substentandis B
53 om. A
54 ipsis C
55 facientibus A, facien(do) B, faciendo C, facient D
56 ressidentiam A
57 milesimo A
58 quadrigentesimo A
59 2. A, om. CD
60 nonis C
61 pontificis B
62 om. C
63 Gratis ubique pater Abbas. Ioannes de Mollo C, om. AB, etc. D

54 APPENDICE
1442 luglio 19.
2
Il cardinal Gerardo Landriani nomina prevosto di Melegnano don Giovanni
Pagani.
Originale in pergamena, con frammento di sigillo pendente di cera.
APMe, cart. I B, fasc. 1.
(Nota dorsale:) Bulla de creatione prepositi ordinati ad ecclesiam Sancti Iohannis
de Melegnano
Gerardus, miseratione divina tituli Sancte Marie in Transtiberim sancte Romane
Ecclesie presbiter cardinalis, Comensis vulgariter nuncupatus, in provincia Mediolanensi
necnon toto dominio illustrissimi principis domini ducis Mediolani apostolice
sedis legatus, dilecto nobis in Christo Iohanni de Paganis, presbitero Mediolanensis
diocesis, salutem in Domino sempiternam.
Vite ac morum honestas aliaque laudabilia probitatis et virtutum merita, quibus
iamdudum personam tuam novimus insignitam, nos inducunt ut congruis te persequamur
favoribus. Superioribus namque diebus presentis mensis in ecclesia Sancti Iohannis
de Meregniano, Mediolanensis diocesis, preposituram unam, que dignitas in ipsa ecclesia
non collegiata sit principalis, auctoritate apostolica qua fungimur creavimus,
ut in litteris nostris desuper confectis, quarum tenorem hic de verbo ad verbum pro
sufficienter expresso haberi volumus, plenius continetur; et desiderantes de persona
idonea illi providere prepositure adhuc vacanti, teque premissorum meritorum tuorum
intuitu favore volentes prosequi gratioso, motu proprio, non ad tuam neque alterius
pro te nobis super hoc oblate petitionis instantiam, sed de nostra mera liberalitate,
predictam preposituram sic ut prefertur vacantem et in dicta ecclesia non collegiata
per nos creatam, cui monasterium Sancte Marie della Stella, alias de Borzanello,
ordinis Sancti Benedicti, Mediolanensis diocesis, cum omnibus iuribus et pertinentiis
suis ac redditibus, fructibus et proventibus universis auctoritate legationis nostre univimus
et incorporavimus, inter prepositum et tres capellanos deputandos secundum
ordinamenta per nos facta dividendis, tibi cum omnibus iuribus et pertinentiis suis
conferimus et de illa etiam providemus, decernentes ex nunc irritum et inane, si secus
super hiis scienter vel ignoranter contigerit attemptari. Quocirca cupientes ut huiusmodi
gratia nostra suum debitum consequatur effectum, tenore presentium dilecto
nobis in Christo priori Sancte Marie de Calvenzano, Mediolanensis diocesis, auctoritate
nostra per hec scripta committimus et mandamus, quatinus per se vel alium,
te vel procuratorem tuum ad hoc legitime constitutum tuo nomine in et ad corporalem
dicte prepositure possessionem iuriumque et pertinentiarum eiusdem inducat
et deffendat inductum, ammoto exinde quolibet illicito detentore, faciatque tibi de
fructibus dicte prepositure spectantibus et pertinentibus ac redditibus et proventibus,
iuribus et obventionibus illi deputatis integre responderi, contradictores auctoritate
nostra prefata per censuram ecclesiasticam quomodolibet compescendo, non obstante
si presens non fueris ad prestandum de observandis statutis et consuetudinibus dicte
ecclesie solitum iuramentum, dummodo in absentia tua per procuratorem idoneum et
cum ad ipsam accesseris corporaliter illud prestes, seu quod alia beneficia compatibilia,
quorum nomina et valorem hic pro sufficienter expressis haberi volumus, obtines;
statutis, constitutionibus, consuetudinibus et ordinationibus in contrarium facientibus
non obstantibus quibuscumque.
Datum Mediolani, in domibus nostre solite residentie, anno nativitatis Domini millesimo
quadringentesimo quadragesimo secundo, decimo nono mensis iullii, pontificatus

DOCUMENTO 2 55
vero sanctissimi in Christo patris et domini nostri domini Eugenii divina providentia
pape quarti anno duodecimo.
(Sulla plica:) Gratis ubique pater Abbas etc. Iacob de Paradiso.

56 APPENDICE
1442 luglio 28.
3
Il cardinal Gerardo Landriani promulga gli statuti della prepositura di Melegnano.
Originale perduto. Testo ricostruito su tre copie del XVI-XVII secolo:
A: ACAM, X, Melegnano, vol. 3, fasc. 14;
B: ACAM, X, Melegnano, vol. 5, fasc. 9;
C: ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 24.
Gerardus, miseratione divina tituli Sancte Marie in Transtiberim sancte Romane
Ecclesie presbyter cardinalis, Comensis vulgariter nuncupatus, in civitate et provincia
Mediolani necnon in toto dominio illustrissimi principis domini ducis 1 Mediolani
apostolice sedis legatus, dilectis nobis in Christo preposito et capellanis Sancti Ioannis
de Mellegnano 2 , Mediolanensis diocesis 3 , presentibus et futuris salutem in Domino
sempiternam.
Suscepti regiminis cura grandis nos excitat, ut utilitatibus ecclesiarum nostre legationi
supositarum, illis maxime per que animarum saluti consulitur 4 cultusque divinus
augetur et ingens populi devotio inducitur, novorum 5 editorum statutorum, quantum
cum Deo possimus, providere curamus. Sane alias in ecclesia Sancti Ioannis predicta
unam auctoritate legationis nostre 6 ereximus preposituram et tres deputari ordinavimus
capellanos, qui curam illius populi una cum preposito pro tempore existente regere
et in illa ecclesia deservire, die noctuque divinum officium 7 psallere habeant; et quia 8
secundum Apostolum iustum est 9 et dignum, quod qui altari servit de altari vivere debeat,
statuimus et ordinavimus 10 quod redditus olim monasterii Sancte Marie de la 11
Stella, ordinis Sancti Benedicti, Mediolanensis diocesis 12 , et ecclesie Sancti Iohannis
predicte, cui illud monasterium auctoritate 13 legationis univimus 14 et incorporavimus,
ut per litteras nostras desuper 15 confectas 16 , quarum tenorem hic pro sufficienter expresso
haberi volumus, plenius continetur, spectantes et pertinentes dividantur inter
prepositum dicte ecclesie et capellanos deputandos hoc modo videlicet, quod 17 scilicet
prepositus, qui pro tempore fuerit, ex quinque partibus dictorum reddituum ac
fructuum duas, et dicti tres capellani deputandi reliquas tres partes, scilicet quilibet
suam sibi contingentem partem, ipsi tamen ecclesie in divinis officiis serviendo et ibi
missas 18 temporibus debitis et statutis celebrare habeant. Statuimus et ordinamus 19 ,
1duc() BC, ducat() A
2Melegnano C
3dioc() AB, diec() C
4consult() B
5nonorum B
6canc. ex C
7offic() B, offit() A, off()m C
8quia A, q() B, q(uonia)m C
9⌊est⌋ B
10corr. da ordinamus C
11Sanctae Mariae de la AB, d(e)lla C
12dioc() AB, diec() C
13nostrae agg. B
14unimus (corr. da univimus)A
15dusuper B
16confertas B
17qui AB
18missam C
19ordinavimus B

DOCUMENTO 3 57
quod singulis diebus dominicis et festivis prefatus prepositus una cum dictis capellanis
matutinum, missam et vesperos solemniter 20 celebrare et cantare ceterasque horas canonicas
in dicta ecclesia dicere teneantur 21 et debeant, et qui in ipsis matutino, missa
et 22 vesperis interesse neglexerit, penam 23 solidorum 24 quatuor, si festum simplex fuerit,
si duplex octo, si vero Nativitatis Domini, 25 Resurectionis 26 cum 27 tribus diebus
ante et post et post 28 , Pentecostes, Sancti Ioannis Baptiste, Corporis Christi cum 29
tota eius octava, Omnium Sanctorum ac omnium festivitatum gloriosissime Virginis
Marie, Ambrosii ac 30 gloriosi confessoris Gerardi, penam solidorum 31 duodecim incurrant,
fabrice dicte ecclesie irremissibiliter 32 applicandorum; diebus autem feriatis
quilibet missam suam in ipsa ecclesia celebrare ceterasque canonicas horas 33 saltem
submissa voce dicere teneantur, et qui contrafecerit per custodem pro tempore deputatum
punctetur et penam solidorum 34 duorum ut supra applicandorum, si 35 matutino,
misse et vesperis non interfuerit, incurrat; et qui non veniendo ut supra ad officia
predicta de dictis redditibus et fructibus aliquid acceperit 36 , illis exceptis et quos corporalis
infirmitas vel evidens alia necessitas seu ecclesie utilitas excusaverit, penam
excommunicationis ipso facto incurrat, a qua non possit absolvi donec integraliter
restituerit quod indebite acceperit. Item cum dignum sit 37 , qui seminat temporalia,
metat et spiritualia, ordinavimus quod in festo gloriosi confessoris Gerardi, sub cuius
vocabulo et nomine Deo dante vitam ducimus, missam solempnem 38 in eius veneratione
et ceteras horas canonicas celebrare teneantur et ipsis interesse, sub pena de qua
supra, et die sequenti memoriam defunctorum missam similiter pro defunctis omnibus
et nostris maxime pro predecessoribus defunctis 39 celebrare debeant et eandem penam
incurrisse 40 debeat 41 qui venire neglexerit 42 .
Lecta et publicata fuerunt predicta omnia et singula statuta per prefatum reverendum
dominum cardinalem apostolice sedis legatum in domibus eius solite residentie
Mediolani, in porta Vercellina 43 , in parochia Sancti Petri intus Vineam sitis existentem,
presentibus reverendo domino Petro de Viterbio 44 , abbate Sancti Petri de Laude
Veteri 45 , et venerabili viro decretorum doctore 46 domino Balthasarro 47 de Rino, cano-
20solenn(it)er B
21teneant AB
22om. A
23poena B
24soldorum B, sol() C
25et agg. C
26Resurrectionis B
27co(n) B
28et post et post probabile dittografia
29con B
30et B
31soldorum B, sol() C
32irremisibiliter C
33canonicas horas AC, horas canonicas B
34soldorum B, sol() C
35canc. in C
36aliquid acceperit AC, acceperit aliquid B
37⌊sit⌋ C
38solennem B, solem C
39defonctis A
40incurisse C
41debeant A
42neglexirit A
43Vercelina B
44Vitterbio A
45Vetteri A
46om. B
47Balthasaro B, Baldasarro C

58 APPENDICE
nico Mutinensi, ac domino Simone de Incusite, monaco 48 professo monasterii Sancte
Marie Clarevallis 49 , ordinis Cisterciensium, Mediolanensis diocesis 50 , testibus idoneis
et notis, ad predicta omnia et singula habitis, vocatis atque rogatis.
Datum 51 quinto kalendas 52 augusti millesimi quadragantesimi 53 quadragesimi 54
secundi, indictione 55 quinta, pontificatus sanctissimi domini domini nostri 56 Eugenii
divina providentia 57 pape quarti anno duodecimo.
Iacob de Paradiso 58
48monacho B
49Clarevalis B, Clare Vallis C
50dioc() AB, diec() C
51dat() AC, datae B
52k()l()s A, kalen() B, cal() C
53quadrigentesimi A, quadragentesimi B
54om. A
55indicione A
56canc. Clem C
57divina providentia BC, om. A
58Ia. de Paradiso A, om. BC

DOCUMENTO 4 59
1442 luglio 30.
4
Il cardinal Gerardo Landriani unisce alla prepositura di Melegnano le chiese di
San Bartolomeo in Corte di Melegnano, Santa Margherita di Faino, San Martino
di Ottava, San Materno del Castelvecchio, San Pietro di Vizzolo, Sant’Ottorino
(sic) di Colturano e Santa Maria della Rocca.
Originale in pergamena, con sigillo pendente perduto.
ACAM, Parrocchie, Melegnano.
(Nota dorsale:) Bulla unionis ecclesiarum Sancte Marie dela Rocha, Sancti Materni
Castroveteri, Sancti Bartholomey in Curte, Sancti Martini Octave, Sancte Margarite
de Fayno et Sancti Ottorini de Colturano unitarum cum ecclesia Sancti Iohannis de
Meregnano
Gerardus, miseratione divina tituli Sancte Mariae in Transtribrim sancte Romane
Ecclesiae presbiter cardinalis, Cumensis vulgariter nuncupatus, in civitate et provintia
Mediolanensi necnon et toto territorio et dominio illustrissimi principis domini
ducis Mediolani apostolicae sedis legatus, dilecto nobis Christo preposito
ecclesiae Sancti Iohannis de Meregnano, diocesis Mediolanensis, salutem in Domino
sempiternam.
Legationis offitio in provintia Lombardiae presidentes ecclesiarum et personarum
earumdem Domino in divinis famulantium, ne temporalium rerum praemantur inopia,
quomodo 1 et tranquilitati consulimus eisque, quantum cum Deo possumus, favorem
benevolum impartimur. Sane pro parte tua nobis nuper exhibita petitio continebat
quod, licet olim ecclesiis Sancti Bartholomei de curte de Meregnano, Sancte Margarite
loci de Faino et Sancti Martini Octave et Sancti Materni de Castroveteri, Sancti
Petri de Vizollo et Sancti Octorini loci de Culturano et Sancte Marie loci della Rocha,
diocesis suprascritte, utpotae ex quarum cuiuslibet fructibus, redditibus et proventibus
rector illarum decenter vivere et divinus cultus vigere consueverat, tamen
a plerisque annis citra propter guerras et alia mala, que partes illas diutius aflixerunt,
ipse ecclesiae grande in divinis patiuntur detrimentum et ad tantam inopiam
et fructuum exhiguitatem devenire 2 quod nedum ipsarum altera, sed simul unitae,
ad rectoris sustentationem vix sufficere possunt; quodque si memorate ecclesiae, quarum
Sancti Bartholomaei, Sancte Margarite et Sancti Martini ecclesiae supradicte,
sicut accepimus, tanto tempore vacaverunt quod de ipsarum vacationis modo certa
noticia non habetur, et alie, silicet Sancti Materni et Sancti Petri, Sancti Octorini et
Sancte Mariae, si vacant vel cum vacaverint, dicte ecclesiae Sancti Iohannis imperpetuum
unirentur, annectarentur et incorporarentur, prefati prepositus et capellani
elligendi in ipsa ecclesia Sancti Iohannis, quibus per hoc fore decentius de necessariis
vite provisum, parati essent in dictis ecclesiis cultum huiusmodi restaurare et
in ipsa ecclesia Sancti Iohannis promptius deservire; quare pro parte tua fuit nobis
humiliter supplicatum, ut super his opportune providere dignaremur. Nos itaque de
premissis certam notitiam habentes, predictis etiam dilectorum in Christo nobilium
Gulielmi de Bexana et Antonii de Landriano ac ceterorum illius castri hominum in
hac parte supplicationibus inclinati, dictas ecclesias, que ut asseritur a dicta ecclesia
Sancti Iohannis non multum distare videntur et quarum omnium modernis temporibus
1 i.e. commodo
2 i.e. devenerunt

60 APPENDICE
fructus, redditus et proventus quinquaginta quatuor florenorum auri de camera secundum
comunem estimationem valorem annuum non excedunt, cum omnibus iuribus et
pertinentiis suis eidem ecclesiae Sancti Iohannis, cuius fructus etc., quos tamen ad
constructionem domorum hedificandarum et pro residentia prepositi et capellanorum
elligendorum quoad perfecte fuerint deputavimus, quinquaginta florenorum similis 3 valorem
annuum non excedunt, auctoritate apostolica qua fongimur et ex certa scientia
uniimus 4 , annectimus et incorporamus, ita ut si vacant seu altera ipsarum ex nunc
vacet, alioquin cedentibus vel decedentibus ipsarum rectoribus vel administratoribus,
si qui nunc sunt, seu cedente vel decedente alterius ipsarum rectore vel administratore,
si quis nunc est aut illas seu alteram illarum quomodolibet dimitente vel dimitentibus,
liceat ipsi preposito ipsius ecclesiae Sancti Iohannis pro tempore existente 5 per se vel
alium seu alios corporalem possessionem ipsarum ecclesiarum seu et alterius earum
iuriumque et pertinentiarum dictarum authoritate propria libere aprehendere et perpetuo
retinere ac illarum fructus, redditus et proventus dividere inter se secondum
statuta per nos creata et ordinata in suosque et eandem ecclesiam Sancti Iohannis et
aliarum suprascrittarum usus convertere, diocesani loci vel alicuius alterius licentia
minime requis[it]a.
Datum Mediolani, nostre solite residentiae, anno nativitatis Domini millesimo quadrigentesimo
quadragesimo secundo, tertio calendas augusti, pontificatus sanctissimi
in Christo patris et domini nostri domini Eugenii divina providentia papae quarti anno
duodecimo.
(Sulla plica:) Iacob de Paradiso.
3 i.e. similiter (?)
4 i.e. unimus (corr. da univimus)
5 i.e. existenti

DOCUMENTO 5 61
1443 agosto 8.
5
Gli uomini di Melegnano eleggono i loro rappresentanti per il processo di conferma
dell’unione dei monasteri alla chiesa di San Giovanni Battista di Melegnano
davanti a Leonardo del Maino, abate di San Simpliciano di Milano, commissario
pontificio.
Originale in pergamena, in parte guasto per fori e macchie di muffa.
APMe, cart. I A, fasc. “Documenti dell’Antica Collegiata di Melegnano. . . ” 1
In nomine Domini, anno a nativitate eiusdem milesimo quadringentesimo quatragesimo
tertio, indictione sexta, die iovis octavo mensis augusti, pontificatus sanctissimi
in Christo patris et domini nostri domini Euzenii divina providentia pape quarti anno
tertiodecimo, in terra Mellegnani, diocexis Mediolanensis, ad banchum i[uri]dicum
i[n]frascripti domini capitanei, ubi per eum ius reditur, convocata et congregata universitate
vicinorum et parochianorum ecclesie Sancti Iohanis Baptiste castri Mellegnani,
Mediola[nensis diocexis, de] mandato et impositione spectabilis viri domini Iohanis de
Caciis capitanei dicti burgi seu castri, in qua quidem congregatione aderant, fuerunt et
sunt prefatus [dominus] c[a]p[itan]eus et cum eo dominus Protasius de Bernadigio fillius
quondam domini magistri Petri, vicarius dicte terre, dominus Guillelmus de Bexana fillius
quondam domini Antonii, Iohaninus de Fag[nan]o fillius [domini] Antonii, magister
Iohannes de Mozanicha fillius quondam magistri Boneti, dominus Mafeus de Craspiatica
filius quondam domini Iohanis et dominus Ambrosius de Bal[bis] fillius quondam
domini Iacobi, s[e]x [pre]s[identes] negociis terre predicte; Mafiolus de Gambaris filius
quondam domini Antonii consul dicte terre, dominus Iohannes de Spiziariis fillius
quondam domini Alberti, dominus Franciscolus de Lig[natiis] fillius [quondam] domini
Georgii, dominus Luchinus de Albiate filius quondam domini Belt(ramoli), dominus
Georgius Prealonus filius quondam domini Albertoli, magister Christoforus de Oss[ago]
filius quondam domini Antonii, V[iscar]dus de [C]antono fillius quondam domini Petri
Iohanis, Antoninus de Gentiis fillius quondam domini Belt(ramoli), Dominichus de
Tavazano filius quondam Bel...., [Ioh]aninus de Voe filius quondam Comi[ni], Gabriel
de Baxilicapetri fillius quondam domini Petri Iohanis, Thomasius de Monzanicha filius
quondam magistri Antonini, magister Iohanes de Restochano filius quondam Iacopi,
Iohanninus de Longis fillius quondam Antonini, Donatus de Bexana fillius quondam domini
Antonii, Iohannes de [Baxilica]petri fillius quondam domini Antonioli, Iohannes
Cataneus de Baxilicap[etr]i fillius quondam domini Antonii, Franzolus de [Lo]matio
fillius quondam magistri Girardi, Gualterius de Baxilicapetri fillius quondam domini
Conradini, Galdinus de Mazenta fillius quondam domini Prandi, Antoninus dictus
......us de Lonate fillius quondam Iohanis, Iohannes de Naxiis fillius quondam Steffanini
dicti Maxinele, Dominichus de Cantono fillius quondam domini Antonii, Bartolomeus
de Cropelo fillius Nicholini, Iohaninus dictus Ram....s de Cavezalis filius Francischoli,
Luchinus de Baxilicapetri fillius domini Iohanis, P(ar)rinus de Menclotiis fillius quondam
Paulini, Paulus de Polerano fillius quondam Comini, Donatus de Cassano fillius
quondam Ambrosioli, Beltramus de Banfis filius quondam Caroni, Rolandus de Bugatis
fillius quondam [Do]nati, ..pfiolus (?) Panigada fillius quondam An[selmi] dicti
Montagnie, Iacobus de Landriano fillius quondam domini Antonii, magister Andreas
de Bossis fillius quondam ∗∗∗, Bertus de Cla...o fillius quondam Iohan..., ....... de ...zolo
fillius Martini, Antonius de Strepis fillius Ambrosii dicti Abbatis, Morandus de Morandis
fillius quondam Petrini, Iohannes de Mantegatiis fillius magistri A......, .....us
1 [Per altra copia della bolla di Eugenio IV (segnalata con B nell’apparato) vedi p. 50.]

62 APPENDICE
de Galarate fillius quondam domini Iohannini, Antonius de Burris fillius quondam domini
Mafioli, Christoforus Temacoldus fillius Donini (?), Thomasius de Pavexiis fillius
Ambrosii, A[nse]lminus de Rotoris fillius quondam Rolandi, Ambrosius de Salvanezio
fillius quondam Zanini, Andriolus de Bertonicho fillius Rubei, Symon de Brippio
fillius quondam Lafranchi, Pasquinus de Banfis fillius quondam Traxeli, Iacobus Bonarinus
de Brippio fillius quondam Antonii, Antoninus de Palferris fillius domini Georgii,
Daninus de Lacane[pa] fillius quondam Antoniatii, Ioxep de Lignatiis fillius domini
Francischoli, Iacobus Aschanus fillius quondam Bassanini, Iacobus de Ortigario fillius
quondam Iohanis, Iohaninus de Ranchate fillius quondam Mafioli, Martinus de Quinzano
fillius quondam Venturini, Ambrosius de Mont... fillius Belt(rami), Ambrosius
Paliarinus de Bexana fillius quondam Gasparri, Iohannes de Conc...(?) fillius domini
Petri, Antonius de Squassis fillius domini Cabrii, Matheus ....zia fillius quondam Zanini,
Morelus (?) de Spiziariis fillius domini Iohannini, Abbas de Banfis fillius quondam
Caroni, Bertola de Cantono fillius quondam domini Antonii, Iohannes de B[ex]utio
fillius Petrini, August.......zia fillius quondam domini Iohanis, Donatus de Nasiis fillius
quondam Maxinele, Mafinus Pan.urus (?) fillius quondam Petroli, Bas[sia]nus de
Lomatio fillius Dominici, dominus F[rancesc]hinus de Oxnago fillius quondam [domini]
Maffioli, Andriolus de Craspiaticha fillius domini Mafei, Gregorius Tadonus fillius
quondam domini Christofori, Ayroldinus Rugia fillius Stephanini et Leo de Baxilicapetri
fillius quondam domini Antonioli, omnes vicini et parochiani predicte ecclesie, qui
sunt [et fac]iunt maiorem et saniorem partem vicinorum et parochianorum predicte
ecclesie, ut ibidem dixerunt et protestati fuerunt et dicunt et protestantur, .... in ipsa
congregatione prefati dominus capitaneus necnon parochiani suis nominibus et nomine
et vice universitatis parochianorum dicte ecclesie Sancti Iohannis, citra tamen revocationem
alliorum sindicorum per eos ......ius constitutorum, fecerunt, constitue[runt]
[et] solempniter ordinaverunt et faciunt, constituunt et ordinant sese vicissim, videlicet
un[us un]um et allius et alter allium et allios et item sapientes et discretos viros dominos
Antonium de Grassis, Christoforum de Grassis, Baldesarum de Capris, Iohannem
Giocham, Ottorinum de Caravate, ∗∗∗ de Calvis et Petrolum de Gambaris, abscentes
tanquam presentes et quemlibet eorum in solidum suos certos missos, nuntios, sindicos
et procuratores speciales et [quidquid] melius dici et esse possunt, specialiter
[ad] nomine ipsorum const[ituentium] suis et dictis nominibus comparendum coram
reverendo patre domino L[eon]ardo de Mayno Dei gratia [abbate] monasterii Sancti
Simpliciani extra muros Mediolanensis, executore seu comissario per sanctissimum in
Christo patrem et dominum nostrum dominum Eugenium divina providentia papam
quartum deputato per litteras apostolicas tenoris huiusmodi:
Eugenius episcopus, servus servorum Dei, dilecto filio abbati monasterii Sancti
Simpliciani extra muros Mediolanensis, salutem et apostolicam benedictionem. Exposcit
nobis iniunctum apostolice servitutis officium ut ea que pro ecclesiarum et
ecclesias[ticarum per]sonarum comodo et utilitate processisse comperimus, ne im[pugnan]tium
subiaceant iaculis, apostolici muniminis presidio soli[de]mus. S[ane pr]o parte
dilectorum 2 moderni rectoris parochialis ecclesie Sancti Iohanis 3 Baptiste castri
Mellegnani 4 , Mediolanensis diocesis, necnon universitatis 5 hominum dicti castri nobis
nuper exhibita petitio continebat, quod olim dilectus 6 noster [Gerardus], tituli Sancte
Marie in Transtiberim presbiter cardinalis, in partibus illis apostolice sedis legatus,
atendens 7 Sanctorum Marie et Anne necnon Sanctorum Felicis et Naboris, [ordinis
2 filiorum agg. B
3 Iohannis B
4 Meregnani B
5 universorum B
6 dillectus filius B
7 attendens B

DOCUMENTO 5 63
Sancti] Benedicti, dicte diocexis 8 , monas[teria invicem c]anonice unita, monialibus 9
pene destituta ac in suis structuris et hedificiis 10 [t]ot[ali]s 11 fere ruine exposita necnon
[etiam] eorumdem monasteriorum possessiones et bona ad prophanos propterea
usus deducta fore, proindeque consciderans 12 quod rector ipsius ecclesie pro [tempore]
existens propter [illiu]s parochianorum 13 , qui [numero sunt] copiosi et in dies benedicente
D[omin]o augmentantur, ac allias 14 multa ac diversa [ei ra]tione dicte ecclesie
incombentia 15 etiam quasi insupportabilia onera perferre haberet ac ad illa supportanda
eidem 16 propter varios et sinistros passim [em]ersos eventus eiusdem ecclesie
minime suppeterent facultates, prefatus legatus matura super hiis per eum prehabita
deliberatione monasteria predicta, quorum regimini et administrationi dilecta in Christo
filia Castelina 17 tunc ipsorum monasteriorum abbatissa in manibus dicti legati
cessit, et que per cessionem huiusmodi per ipsum legatum admissam tunc vacabant 18 ,
abbatissali dignitate et ordine huiusmodi inibi penitus suppressis et extinctis eidem
[ecclesie] auctoritate legationis huiusmodi [sub] certis modo et forma perpetuo univit,
incorporavit et annexuit, prout in ipsius legati autenticis desuper confectis litteris 19
plenius [continetur], pro parte rectoris et hominum [predictorum] asserentium quod
ecclesie viginti, monasteriorum vero predictorum [centum florenorum] auri fructus,
reditus 20 et proventus secundum communem extimationem vallorem 21 annuum non
excedunt, [nobis fu]it humiliter supplicatum, ut unioni, incorporationi et annexioni
huiusmodi omnibusque alliis in dictis litteris 22 contentis, ad hoc quod firmius subsistere
[com]prob[entur], robur apostolice confirmationis adiicere de benignitate apostolica
dignaremur. Nos igitur, qui de premissis certam non habemus, huiusmodi
supplicationibus 23 inclinati, discretioni tue per apostolica scripta mandamus, quatenus
24 super premissis omnibus et singulis ac eorum circumstanciis 25 universis auctoritate
nostra t[e diligenter in]formes et si per inf[ormationem] [huiusmodi it]a esse
inveneris super [quo] tuam cons[cienti]am [on]er[amus] incorporationem, unionem et
annexionem prefatas necnon prout [illa contingant] omnia et singula in dictis litteris 26
contenta et quecumque inde secuta 27 auctoritate nostra approbes et confirmes, [supplendo]
omnes d[e]ff[ec]tus, si qui forsan [intervenerint in eisdem]. Datum Florentie,
[anno] incarnationis dominice milesimo 28 quadringentesimo quatragesimo 29 secundo,
[tertio] idus octobris 30 , pontificatus nostri anno duodecimo. A..... A. de Magris (?);
i.......... presentandum eidem domino abbati executori seu comissario in dictis litteris
apostolicis et ad petendum et obtinendum executionem earum necnon ad fatiendum
8 dioc() B
9 monnialibus B
10 edificiis B
11 totali B
12 considerans B
13 parrochianorum B
14 alias B
15 incumbentia B
16 etiam B
17 Castellina B
18 vocabant B
19 literis B
20 redditus B
21 valorem B
22 literis B
23 suplicationibus B
24 quatinus B
25 circunstantiis B
26 literis B
27 eadem agg. B
28 millesimo B
29 quadragesimo B
30 octubris B

64 APPENDICE
eidem domino abbati executori et comissario quam[libet] .....tionem in et super dictis
litteris apostolicis et pro earum executione fieri necessariam seu opportunam, .....
ad petendum et obtinendum [incorporationem], unionem et [annexion]em de quibus
in dictis litteris apostolicis [fit mentio] et omnia et singula in dictis litteris apostolicis
[contenta et] quecumque inde secuta auctoritate apostolica per prefatum dominum
[abbatem] executorem et comissarium approbari et confirmari ac ...... d........siane ....an
inter............ ...... et [gener]aliter [ad] omnia allia et singula [faciendum, ge]rendum ac
[exercen]dum qu[e in] premissis et circa premissa et quelibet premissorum ..........nt
debita seu opportuna que ipsi constituentes suis et [dictis nomi]nibus facere possent si
personaliter interessent, etiam si talia forent que mandatum ex[igerent ma]gis speciale,
pro[mittendo et] constituendo suis et dictis nominibus [sub o]bligatione sui et omnium
suorum et dictarum universitatis et ecclesie bonorum presentium et futurorum pig[neri
michi] notario infrascripto persone [publice stippula]nti et recippienti nomine et vice
cuiuslibet persone cuya interest vel interesse poterit quomodolibet in futurum sese
perpetuum ratum, [gra]tum et [firmum] habere et tenere quicquid per dictos sindicos
et procuratores suos et quemlibet eorum in solidum actum, dictum, gestum et [fact]um
fuerit in premissis et circa premissa et quelibet premissorum. Et de predictis rogatum
fuit per me notarium publicum debere confici instrumentum.
Actum ad predictum banchum iuridicum prefati domini capitanei .........., presentibus
domino Guillelmo de Giramis fillio quondam domini Albertoli, habitante in loco de
Colturano, plebis Sancti Iulliani in strata, ducatus [Mediolani], domino presbitero Ambrosio
d[e Gros]sis 31 , beneficiale ecclesie Sancti Martini loci de Carpiano, suprascripte
plebis, et Iohanne de Pusterla fillio quondam domini Bertholi, habitante in dicto loco
de Carpiano, omnibus testibus notis, ydoneis et ad predicta vocatis et rogatis.
Postea vero suprascriptis anno, indictione et die incontinenti post predicta, venerabilis
vir dominus presbiter Christoforus de Faxolis, beneficialis et rector suprascripte
ecclesie Sancti Iohannis Baptiste terre Mellegnani, diocexis Mediolanensis, ad cuius
notitiam pervenit, ut dixit et protestatus fuit et dicit et protestatur, de suprascripto
instrumento sindicatus et procure facte per suprascriptos homines terre Mellegnani
suis nominibus ac nomine universitatis parochianorum dicte ecclesie ut supra, eidem
domino presbitero Christoforo etiam lecto per me notarium infrascriptum vulgariter
de verbo ad verbum ad ipsius plenam inteligentiam, sponte et ex certa scientia ac
omnibus modo, iure, via et forma quibus melius potuit et potest, fecit, constituit et
solempniter ordinavit et facit, constituit et ordinat omnes et singulos suprascriptos
superius in predicto instrumento sindicatus et procure nominatos et quemlibet in solidum
suos nomine [dicte] ecclesie suos certos missos, nuntios, sindicos et procuratores
speciales et quicquid melius dici et esse possunt, specialiter ad producendum et exhibendum
suprascriptas litteras apostolicas tenoris suprascripti prefato domino abbati
Sancti Simpliciani et ad petendum et obtinendum executionem earum necnon ad allia
quelibet omnia et singula faciendum et in omnibus et per omnia ........ prout supra fecerunt
suprascripti homines terre predicte Mellegnani, et cum similibus solempnitatibus,
clauxulis et promissionibus prout fecerunt suprascripti homines. Et de predictis idem
dominus presbiter Christoforus rogavit me notarium infrascriptum ut inde publicum
conficerem instrumentum.
Actum in suprascripta terra Mellegnani, in domo rescidentie ipsius domini presbiteri
..... ......bicular........ in qua .... iacet infirmus, presentibus suprascriptis testibus
superius nominatis et notis et ydoneis et ad premissa specialiter vocatis et rogatis.
(S.N.) Ego Beltramolus de Albiate fillius [domini] Luchini, civitatis [Mediolani]
publicus imperiali auctoritate notarius, [habitator] suprascripte tere Melegniani, hanc
cartam rogatus tradidi, scripsi [et subscripsi].
31 [Il nome del beneficiale di San Martino di Carpiano compare in ASM, Notai, cart. 335
(imbreviature di Giovanni Fagnani fu Antonio), 1440 febbraio 29.]

DOCUMENTO 6 65
1442 - 1443
6
Spese sostenute da Guglielmo Besana per conto della chiesa di San Giovanni
Battista di Melegnano.
Originale cartaceo, corroso dall’umidità nei margini inferiore e destro.
APMe, Cart. II A, fasc. 1, Libro dell’Entrata e della Spesa 1442 (senza coperta),
f. 8r - 10r 1 .
(f. 8r)
MCCCCXLII
(Colonna di sinistra:)
Expense facte pro impetratione bullarum obtentarum
pro ecclesiis unitis cum ecclesia Sancti
Iohannis de Melegnano et pro alliis diversis serviciis
dicte ecclesie Sancti Iohannis debent dare
scriptos in credito Guillelmo de Bexana in isto in
folio primo et sunt pro infrascriptis quantitatibus
denariorum numeratis ut infra videlicet:
Primo pro gambaris donatis domino cardinali
in Mediolano computato dacio die XXV maii anni
suprascripti lb. s. XV d.
Item numeratos pro cartis III pro testamento
Girardi Bugati explendo lb. s. XII
Item numeratos Donato Suganapo pro perquisitione
dicti testamenti lb. s. IIII
+ Item numeratos Symoni notario domini cardinalis
pro preceptis II emanatis domino Dionixio de
Bripio et presbitero Farixeo lb. s. II
Item numeratos Antonino de M(ar)gnanelo et
Belt(ramo) Lafranchono qui dixerunt testimonium
contra abatissam pro expensis factis per eos XXVI
maii lb. s. VIII
Item pro gambaris datis domino cardinali computato
datio Mediolani die XXVIIII maii lb. s. XII
Item numeratos Symoni notario ut supra pro
precepto I misso Iohanni Bugato et uni illorum de
Vitalibus lb. s. X
Item numeratos Marino famulo domini cardinalis
pro sigilando dicta precepta lb. s. VIII
Item numeratos uni qui portavit preceptum unum
domino Dionixio de Bripio die XXX maii lb. s. I
+ Item numeratos uni fillio Ant(onii) de Baxilicapetri
d(icti ?) Protaxii pro vitulo I dato domino
cardinali VIII iunii lb. VIII s. V
1 Con una croce nel margine sinistro ho segnato le voci che compaiono anche in una versione
più breve di questa nota-spese, in APMe, cart. II A, fasc. 1, Libro dell’Entrata e della Spesa
1442 (coperto con pergamena), f. 10.

66 APPENDICE
Item numeratos pro pissibus et gambaris missis
in Clarevale pro adventu domini marchionis Mantue
et fuerunt requisiti lb. I s. XII
Item pro gambaris datis domino cardinali computato
datio Mediolani XII iunii lb. s. X
Item numeratos pro scriptura et expletura testamenti
Girardi Bugati die XV iunii lb. IIII s. 2
Item numeratos pro gambaris datis domino cardinali
in Claravale XX iunii lb. s. VIII
Item numeratos pro gambaris datis ut supra
die XXVI iunii lb. s. XII
Item numeratos pro gambaris datis ut supra
die XXVIIII iunii lb. s. XII
Item numeratos pro temalis et alliis pissibus
datis domino cardinali in Mediolano computato datio
et pro gambaris VI iullii lb. I s. VIIII d. VIIII
+ Item pro cartis II pro explendo procuram domine
abatisse et renunti[ationem] factam lb. s. VIIII
+ Item numeratos domino Averar[do notario domini
cardinalis pro] expletura dicte p[rocure et renuntiationis]
die VI [iullii lb. I s. XII]
+ Item numeratos domino Baldesari vicario domini
cardinalis pro ditatu bule facte pro monasterio
de Bruzano unito etc. pro floreno I in auro lb. III s. III d. VI
+ Item numeratos pro carta I pro scribendo dictam
bullam lb. s. VI
+ Item numeratos domino archipresbitero pro scriptura
dicte bulle in forma lb. s. XVI d. VI
+ Item numeratos Iacopino notario qui exemplavit
dictam bullam in papiro lb. s. VIIII
+ Item numeratos pro capsa I pro dicta bulla lb. s. VII d. VI
+ Item numeratos suprascripto Iacopino pro littera
iconimatus lb. s. VIII
Item numeratos pro una colatione facta cum
Rossino Piora lb. s. VIII
Item numeratos pro pissibus et gambaris datis
domino cardinali computato datio XIII iullii lb. I s. I
Item pro payris VI pipionum datis ut supra die
XVII iullii lb. s. XVII
Item numeratos pro carta I pro bula domini
prepositi lb. s. IIII d. VI
+ Item pro carta I pro bula statutorum factorum
et servandorum per prepositum et capelanos lb. s. IIII d. VI
+ Item numeratos domino Baldesari et notario
suo pro dictatu et scriptura dictarum duarum bullarum
pro ducatis IIII XVIIII iullii lb. XII s. X[IIII]
+ Item numeratos pro capsis II pro dictis bullis lb. s. X[VI]
+ Item numeratos pro sigilando dictas capsas lb. [s. VI]
+ Item numeratos domino Petro de Tradate pro
dictatu suprascriptorum statutorum lb. I [s. IIII
Item numeratos pro resto pretii equi empti ultra
ducatos XVIII numeratos per dominum Preo-
2 canc. IIII

DOCUMENTO 6 67
stinum Pioram computata doana, marosso, capizia
I et benessone die XX iullii lb. XV[ s. X? ]
+ Item numeratos pro uno processu facto in favorem
prepositi lb. [I s. VI]
Item numeratos pro gambaris emptis 3 in Mediolano
pro domino cardinali XXVI iu[llii ]
+ Item numeratos pro carta I pro bulla f[acta] pro
constructione domorum fien[dorum pro] preposito
et capelanis [lb. s. IIII]
Item pro cartis II pro bullis [factis] pro capelis
unit[is et pro electione] fienda de prep[osito et
capelanis ]
Item numeratos domino B[aldesari et] eius notar[io
pro dictatu et scriptura] dictarum bulla[rum ]
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ]
(Colonna di destra:)
Debent habere scriptos ei in debito in folio presenti
a tergo lb. LXXXIIs. I d. III
(f. 8v)
MCCCCXLII
(Colonna di sinistra:)
Expense antedicte debent dare scriptos eis in
credito in folio presenti a tergo lb. LXXXIIs. I d. III
Item numeratos Cabrieli de Raude qui tenuit
suprascriptum equum pro vendendo pro diebus VII
computatis s. III datis famulo lb. II s. III
Item numeratos uni qui portavit preceptum I
domino Dionixio de Bripio die XXVIII iullii lb. s. I
Item numeratos pro bocalibus IIII vini albi de
Riozo s. VIIII et pro gambaris s. VI datis domino
cardinali in Clarevale XXVIIII iullii lb. s. XV
Item pro gambaris et pissibus datis domino episcopo
Astensi computato datio Mediolani die XVIII
augusti lb. s. XIII
Item pro colatione I soluta Iacopino famulo domini
Baldesaris qui portavit litteras pro nobis domino
cardinali Parmam die XVIII augusti lb. s. V d. IIII
Item numeratos pro gambaris et pissibus datis
domini cardinali in Clarevale die XXIIII augusti lb. s. XIIII
Item pro gambaris missis ut supra die XXV
augusti lb. s. VIII
Item numeratos pro dacio pissium et gambarorum
datorum domino Iohanni Homodeo et domino
Antonio Grasso occaxione decime lb. s. IIII d. VI
Item numeratos Petro de Ortigario pro mensuratura
et portatura vene donate etc. lb. s. IIII
+ Item numeratos pro una littera emanata domino
vicario domini archiepiscopi pro monialibus
distribuendis lb. s. IIII
3 emptis con segno di abbreviazione superfluo

68 APPENDICE
[Item] pro gambaris missis domino [cardinali]
die IIII septembris lb. s. V
[Item pro] gambaris missis ut supra computato
[datio Mediolani] die VII septembris lb. s. VII d. VI
+ [Item numeratos duobus pres]biteris qui celebraverunt
[in Bruzano com]putatis expensis eis factis
[die VIII septembris] lb. s. XIIII d. II
[Item numeratos pro gambari]s portatis domino
cardinali .......... die XII septembris lb. s. VI
[Item pro gambaris p]ortatis ut supra in Landriano
.......... septembris lb. s. VII d. III
[Item pro gambar]essis ut supra in ..............
[die] XV septembris lb. s. VI
+ [Item pro expensis equi] domini Antonii Catanei
[et mei in Mediolano die XVII septembris] lb s. II
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] lb. s. XIII d. III
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] [lb.] s. IIII d. VI
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] [lb. ]s. XIII d. VI
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] [lb. s....]I d. VI
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] [lb. s....]I
[Item . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lb. ... s. ... d. ...?]
+ Item debent dare pro expensis equorum suprascriptorum
in Mediolano et pro colatione una in
Betorino die VIII octobris lb. s. IIII d. X
Item pro pissibus et gambaressis portatis domino
cardinali in Claravale XIII octobris lb. s. XIII d. X
Item pro gambaressis portatis ut supra in Mediolano
computata expensa equi domini Antonii
XXIII octobris lb. s. VI
Item pro pissibus et gambaressis portatis ut
supra die XXVII octobris lb. s. XIIII
Item numeratos pro uno precepto facto fictabilibus
in Mediolano pro ficto solvendo lb. s. ∗∗∗
Item numeratos pro temalis et luziis portatis
domino cardinali in Clarevale die XXIII novembris lb. s. XIIII
Item numeratos Symoni pro uno precepto misso
domino Dionisio de Bripio die suprascripto lb. s. VI
Item numeratos pro sigilando ipsum preceptum lb. s. III
Item numeratos Iohanni de Lonate servitori qui
portavit dictum preceptum suprascripto domino
Dionisio die XXIIII novembris lb. s. VI
+ Item numeratos pro rebus domine abatisse reducendis
extra domum de Mediolano mandato domini
cardinalis, videlicet primo datos portatoribus
IIII qui oneraverunt caretam I de ipsis rebus lb. s. VII
+ Item numeratos duobus alliis portatoribus qui
oneraverunt unam alliam caretam lb. s. VIII

DOCUMENTO 6 69
+ Item numeratos pro portatura certarum rerum
a dicta domo in contrata de Rodelo lb. s. I d. VIIII
+ Item numeratos pro pane et formagio pro colatione
facta in domo suprascripta lb. s. III d. VI
+ Item numeratos duobus caretonis qui conduxerunt
ex rebus suprascriptis in burgo Porte Romane lb. II s.
+ Item pro exoneratura dictarum rerum lb. s. IIII
+ Item numeratos pro cabia I pro pulis domine
abatisse reducendis lb. s. VII d. VI
+ Item numeratos Petrino de Albayrate qui operatus
fuit duobus diebus causa dictarum rerum lb. s. VIII
+ Item numeratos pro expensa equi domini Antonii
Catanei in Mediolano pro diebus II et noctibus
II lb. s. XIII
+ Item numeratos Antonino Olzelo pro victura I
facta a Mediolano Melegnanum cum [rebus] suprascriptis
lb. II s. VI
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .... s. VI d. V 4
(Colonna di destra:)
Debet habere scriptos in debito ecclesie Sancti
Iohannis de Melegnano in isto in folio primo et sunt
pro istis expensis pro ipsa ecclesia usque die XXX
decembris anni suprascripti in summa lb. CIII s. XIIII d. V
(f. 9v)
MCCCCXLIII 5
(Colonna di sinistra:)
Expense facte pro ecclesia Sancti Iohanis de
Melegnano debent dare scriptos in credito Guillelmo
de Bexana in isto in folio ∗∗∗ et sunt pro infrascriptis
6 quantitatibus denariorum numeratis per
eum Guillelmum nomine et occaxione suprascripte
ecclesie pro eius servitio ut infra, videlicet primo
numeratos Antonino Zeratino pro somis II vene donate
domino Baldesari vicario domini cardinalis die
III ianuarii anni suprascripti lb. III s. XVI d.
[Item] numeratos pro una inhibitoria [mis]sa
domino colectori pape qui .....iebat fictabiles de
Fayno [die] VI ianuarii lb. s. III d.
[Item numeratos] domino Salvino de Verderio
.....io I libris IIII onzis II datis [domino car]dinali
primo februarii lb. s. XIIII d.
[Item numeratos] pro caponis IIII grassis [datis]
ut supra die XIIII februarii lb. II s. VIII
[Item pro] expensa equi domini Antonii ..... [in]
Mediolano die suprascripto lb. s. III
4 non è una somma: forse è una spesa aggiunta
5 da qui alla fine canc.
6 canc. expen(sis)

70 APPENDICE
Item numeratos pro ditatu procuratorii facti
per prepositum suprascripte ecclesie pro concordio
habendo a domina 7 papa pro bulla fienda et pro
scriptura lb. s. XIIII
Item numeratos Vicentio de Ferariis et Christoforo
cavalantibus pro brentis IIII vini conductis
a Robiano domine abbatisse VI martii lb. s. XVI
[Item] pro libris III q. I pissium datis [domino
cardinali] in Mediolano die ... martii lb. s. VIIII d. VI
[Item] pro expensa equi domini Antonii antedicti
et mei die suprascripto lb. s. III d.
[Ite]m pro formagia I donata [domino] Antonio
Grasso computatis s. IIII pro datio s. XXV et pro
s. IIII ovorum donatorum ut supra s. VIII [et pro
expen]sis equi domini Antonii ..... [us]que die XVII
aprilis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lb. I s. XIIII d. VI
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lb. I s. IIII
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lb. s. I d. VI
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . [lb.] I s. XII
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... ..... .....
Item debent dare numeratos domino Girardo
de Birago pro uno rescripto obtento pro ecclesia et
pro expensis factis pro bulla lb. V s. VII d. VI
Item numeratos uni corerio qui portavit suprascriptum
rescriptum die X augusti lb. s. IIII
Item pro pisse donato domino Antonio Grasso
die XIIII augusti quando presentata fuit bula
domini pape pro confirmatione unionis lb. s. VII
Item numeratos Iohanni Gioche pro precepto I
misso scholaribus Sancte Anne die suprascripto lb. s. II
Item numeratos suprascripto Iohanni pro productione
facta coram domino abate Sancti Simpliziani
de certis instrumentis pro verificatione bule
impetrate die XX augusti lb. s. VIII
Item numeratos uni corerio qui portavit bulam
Senis pro corigendo die suprascripto lb. s. IIII
Item numeratos Bonzoani servitori pro citatione
portata Nicolino Farinatio XXII augusti lb. s. I d. VI
Item numeratos suprascripto servitori pro uno
precepto facto fictabilibus de Larocha 28 augusti lb. s. II d.
Item numeratos pro una revocatione facta de
uno precepto facto suprascriptis fictabilibus nomine
domini Dionisii de Bripio die suprascripto lb. s. IIII d.
7 i.e. domino

DOCUMENTO 6 71
Item pro lb. III gambarorum dat(is) domino
Petro de Landriano computato datio Mediolani lb. s. VI d.
Item numeratos domino Georgio Prealono pro
certis expensis factis pro ecclesia Rampine lb. s. VIII
Item numeratos pro libris III gambarorum donatis
domino Gerardo de Birago XVII septembris lb. s. VI
Item numeratos domino Georgio Prealono pro
dando domino Antonio Grasso pro eius merito confirmationis
bule et alliorum die XIIII octobris lb. III s. III d. VI
Item numeratos suprascripto domino Georgio
pro dando Iohanni de Giochis notario causa suprascripta
lb. s. XVI d.
Item numeratos pro gambaris donatis domino
abbati Sancti Simpliziani Mediolani comissario
pro ipsa bula computato datio et portatura die
suprascripto lb. s. VI d. VI
Item numeratos Iohanni Gioche pro capitulis
factis pro verificatione bule die XXIIII octobris lb. s. VI
Item domino Georgio Prealono pro emendo libras
VI 8 confect(ure) zuchari pro donando domino
abbati Sancti Simpliziani pro confirm[atione bu]lle
die XXX octobris, emptum fu[it] .... lb. III s. X d.
Item pro victura m. III st. V bladi cond[ucti]
..... die XXVIIII octobris [lb.] s. XII
Item numeratos Iohanni Trezono . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .... .... ....
(Colonna di destra:)
Debent habere scriptos eis in debito in folio
sequenti lb. XXXI s. IIII d. VI
(f. 10r)
(Colonna di sinistra:)
Expense facte pro ecclesia Sancti Iohannis debent
dare scriptos eis in credito in folio VIIII a
tergo lb. XXXI s. IIII d. VI
Item numeratos pro citationibus III factis missis
fictabilibus Porte Cumane Mediolani die XV
novembris lb. s. VI
Item numeratos Fra servitori qui citavit omnes
debitores suprascriptos et eorum fictabiles die
suprascripto lb. s. IIII
Item numeratos suprascripto servitori si 9 debuit
facere relationem die XVI novembris lb. s. I
Item numeratos pro uno libro pro rationibus
dicte ecclesie lb. s. V
Item numeratos pro pensione domus domini
Arigoli conducte 10 pro domina abatissa usque ad
festum Pasche anni suprascripti lb. III s. V
8 corr. da VII
9 i.e. qui.
10 corr. da conducta (?)

72 APPENDICE
Item numeratos Iohanni Rugie pro pensione
domus pro suprascripta a festo Pasche usque ad
festum Sancti Martini lb. IIII s.
Item numeratos Mafeo de Caspiaticha pro pensione
domus conducte pro presbitero Ambrosio de
Sancto Augustino a callendis augusti usque XI novembris
lb. II s. VIII
Item numeratos pro 11 monitione una facta pro
excommunicando fictabiles extra Portam Cumanam
XXVI novembris lb. s. II
Item numeratos pro portitura certarum rerum
domine abbatisse a curia de Rovelo ad Sanctam
Mariam Pestivinum lb. s. XII
Item numeratos Abati Banfo pro conductura
brentarum I stariorum II vini et stariorum VIII
cum dimidio bladi a Lastrepata Meleg(nanum) die
VII ianuarii 1444, item Corolo de Concoretio s. XII
Item numeratos domino Cabrieli Bolgorono pro
inquirendo investituram libellariam factam per dominum
Baldesarum de Castiliono in Mafiolum Giocham
die XV ianuarii lb. s. IIII
Item numeratos pro feno empto pro equo meo
in Mediolano diebus XXX XXXI ianuarii lb. s. IIII
Item numeratos Petrolo Brazolo pro portatura
bladi decime illorum de Ucloe die VI februarii lb. s. I
Item numeratos pro cartis pro explendo confirmationem
bulle domini pape usque die XII decembris
preteriti lb. s. VI
(Colonna di destra:)
Debent habere quia portavi istas expensas in
libro coperto carta in folio XX, ideo canzellavi.
11 canc. da muif (?)

DOCUMENTO 7 73
1455 agosto 3 - settembre 3.
7
Capitoli e testimonianze in favore delle monache della Stella presentati da Cristoforo
Grassi, loro procuratore, davanti a don Giampiero Terzaghi, prevosto di
San Giovanni di Cesano, commissario deputato dal papa per decidere sulla separazione
dei monasteri che erano stati uniti alla chiesa di San Giovanni Battista
di Melegnano.
Copia semplice.
APMe, cart. II B, fasc. 1, doc. 5, f. 1r–2v, 29r–32v, 34r–37v.
In nomine Domini, amen. Infrascripti sunt testes eorumque dicta sacramenta et
atestationes producti ut infra per infrascriptum dominum Christoforum de Grassis,
procuratorem et procuratorio nomine ut infra, ad finem et effectum infrascriptos et
super infrascriptis capitulis probe productis, recepti, interogati et examinati per me
Steffanum de Cardano notarium Mediolanensem ad hoc ellectum, sub anno Domini
curente in MCCCCLV, indictione terzia et quarta, diebus et horis infrascriptis, quorum
quidem capitulorum probe tenor tallis est ut infra, videlicet:
Ad finem et effectum quod per vos venerabilem virum dominum Iohannem Petrum
de Terzago, prepositum ecclesie Sancti Iohannis de Cexano, Mediolanensis diocesis,
executorem seu comissarium per sedem apostolicam deputatum, procedatur et procedi
possit ad disolutionem et seperationem monasteriorum Sancte Marie et Sancte
Anne ac Sanctorum Naboris et Felicis, ordinis Sancti Benedicti, Mediolanensis diocesis,
olim ut asseritur unitorum ecclesie Sancti Iohannis burgi de Melegnano, predicte
diocesis, per bone memorie reverendum patrem dominum dominum Girardum olim
miseratione divina ecclesie Sancte Marie et 1 Transiberim presbiterum cardinalem
et in partibus apostolice sedis legatum, provideaturque predictis monasteriis de
persona ydonea, aliasque ad omnem bonum finem et effectum qui melius prodesse et
proficere possunt probare intendit dominus Christoforus de Grassis procurator et procuratorio
nomine religiosarum dominarum Elisabet de Suatis, Caterine de Marcelinis
et Iacobine de Bizozero, monialium predictorum monasteriorum, et cuiuslibet earum
et fidem facere vult ut infra, non astringens se propterea dictis nominibus ad aliquam
superfluam probationem, videlicet:
Imprimis quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et
est, quod predicta monasteria Sancte Marie et Sancte Anne et Sanctorum Naboris et
Felicis tempore pretense unionis ut dicitur facte de illis ecclesie Sancti Iohannis dicti
burgi de Melegniano, que facta dicitur de anno MCCCCXLII, et ante dictam pretensam
unionem habebantur, regebantur et gubernabantur per venerabilem religioxam
dominam Castelinam de Barnis, ipsorum monasteriorum abbatissam, et cum ipsa domina
abbatissa erant in dictis monasteriis quatuor moniales, scilicet prefate domine
Elisabet de Suatis, Caterina de Marcelinis et Iacobina de Bizozero, superstites, et una
alia expost defuncta, scilicet Alegranzina dicta Donina de Alamania, et quod tunc
temporis et ante ipsa monasteria Sancte Marie, Sancte Anne et Sanctorum Naboris
et Felicis erant in bono statu et minime ruynam minabantur, et posessiones et bona
et iura ipsorum monasteriorum culte et culta erant et colebantur et in bono statu
existebant, et sic ut supra habitum, tentum et reputatum fuit et habetur, tenetur et
reputatur palam, notorie et communiter seu secundum quod et prout testes dicere
voluerint in favorem et sine preiudicio capitulantis.
1 i.e. in

74 APPENDICE
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est,
quod predicta monasteria unita dicuntur dicte ecclesie Sancti Iohannis de Melegnano
eo pretextu quod ipsa ecclesia Sancti Iohannis Melegnani calegiata 2 efficeretur ad 3
prepositum per tempora haberet cum tribus capelanis, qui quidem prepositus et capelani
ad ipsam ecclesiam Sancti Iohannis residentiam facerent et divinis officiis in
ipsa intenderent, et quod fuit et est absque eo quod a tempore dicte pretense unionis
citra, cum iam anni tredecim proxime preteriti fluxerint, ad ipsam ecclesiam Sancti
Iohannis rescidentiam fecerint prepositus et capelani pretextu dicte pretense unionis
nec ultra unum presbiterum qui sicut per antea ecclesiam ipsam obtinebat tanquam
illius rector, licet aliquando se prepositum nominaverit, ipsi ecclesie prefuerit, nec spes
fuit nec est quod ordinatio prefati domini legati, ut prefertur, effectum habere posset,
et sic ut supra habitum, tentum et reputatum fuit et habetur, tenetur et reputatur
palam, notorie et communiter seu secundum et prout testes dicere voluerint in favorem
et sine preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est,
quod propter dictam pretensam unionem ipsa monasteria destructa remanserunt et
ad brutorum loca et habitationes, prohodolor!, reducta seu redacta fuerunt prefateque
moniales per varia loca discurentes vitam mendicare coacte sunt in religionis obprobrium
ac malum exemplum et scandalum plurimorum et quod fuit et est absque eo
quod de fructibus, reditibus et proventibus predictorum monasteriorum predictis monialibus
saltem pro alimentis earum provisum fuerit, et quod fuit et est absque eo
quod dispositio prefati domini cardinalis et legati quo ad augumentum cultus divini in
eadem ecclesia de Melegnano effectum habuerit, et absque eo quod in ipsis monasteriis
per regentes ecclesiam Sancti Iohannis ut asseritur deputatos per prefatum dominum
legatum circha provixionem dictorum monasteriorum, ne ad usus prophanos reducerentur
prout redacta sunt, diligentia facta fuerit, et sic ut supra habitum, tentum et
reputatum fuit et habetur et reputatur palam, notorie et communiter seu secundum
quod et prout textes dicere voluerint in favorem et sine preiudicio capitulantis.
Item quod de predictis et quolibet predictorum fuit, stetit et est publica vox et
fama.
(omissis)
Die iovis XXI mensis augusti in vesperis.
Dominus Aluisius de Busti, filius quondam domini Guidoli porte horientalis, parochie
Sancti Pauli in Compedo Mediolani, testis productus ut supra, iuravit ut supra
dicere veritatem ut supra et in omnibus et per omnia prout iuravit suprascriptus
primus testis et hoc presente ut supra et qui suo sacramento
super primo capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: de
isto capitulo et contentis in eo dico prout alias dixi super primo capitulo in manibus
Beltramini de Carchano notarii tunc ad hoc ellecti ad instantiam dictarum dominarum
monialium in presenti capitulo nominatarum de iis factis de quibus in presenti capitulo
fit mentio, legi et ipsi meo dicto volo perpetuam fidem adhiberi, quemadmodum si
illud in presenti causa perhibuissem, cuius quidem dicti omisso prologo tenor tallis est
videlicet: Super primo capitulo sibi lecto et contentis in eo et lecta sibi supplicatione
legenda secundum formam dicti capituli dixit hic testis se tantum scire de contentis
in dictis suplicatione et comissione quas legit, videlicet quod de anno MCCCCXLI, ut
credit, de mense ianuarii, de die non bene recordatur, fuit ipse Aluisius, qui erat prout
est nunc archiepiscopalis notarius Mediolani, vocatus ad rogandum unum instrumentum
professionis quam emitere volebat et emissit domina Iacobina de Bizozero et de
emissione rogatus tradidit instrumentum ad quod se reffert, erant domine abbatissa et
tres alie moniales, et cum ipsa domina Iacobina erant quatuor, videlicet dicta domina
Castelina de Barni abbatissa, domine Ysabeta de Seradis sive de Malcolzadis, Donina
dicta Alegranzina de Alamanis et Caterina de Marcelinis professe dicti monasterii,
2 i.e. colegiata
3 i.e. ac

DOCUMENTO 7 75
prout asserebant, et deinde dicta Iacobina, rescidentiam faciendo et divina officia celebrando
et moniales ipse honestam vitam deducendo suo credere et videre; et quod
bone memorie quondam dominus Girardus cardinalis, minus vere pretendens monasteria
ipsa monialibus penne destituta et in suis stricturis 4 et hedificiis totali ruyne
exposita necnon etiam earumdem 5 monasteriorum posessiones et iura ad prophanos
uxus propterea deducta fore, monasteria ipsa sicut asseritur parrochiali ecclesie Sancti
Iohannis de Melegnano univit, in qua sicut asseritur preposituram creavit, et quod tunc
temporis in ipsis monasteriis erant predicte moniales rescidentiam facientes, monasteria
ipsa minime in stricturis 6 et hedificiis totali ruyne exposita non erant, quinymo,
ut creditur 7 ipse Aluisius et prout vidit tempore dicte professionis in dicto monasterio
sito apud Sanctum Marcelinum Mediolanensem, erant in bono statu et scilicet 8 credit
de posessionibus, tamen eas posessiones non vidit nec in eis fuit nec stetit nec scit
ubi sunt nixi per auditum, nec bona erant ad prophanos uxus deducta, quinymo per
abbatissam et moniales predictas seu eorum et dictorum monasteriorum nominibus
legiptime tenebantur; quodque prefatus dominus tunc legatus sub pretextu huiusmodi
unionis expulit abbatissam et moniales predictas de dictis eorum monasteriis easque
oportuit quod et domos parentum et alia loca discurere prout etiam oportet dictas
dominas Iacobinam et Caterinam, cum abbatissa et una ex aliis dominabus deffuncte
sunt et alia superstitis sit ad monasterium Sancti Victoreli extra civitatem Mediolani.
Interogatus etc. respondit: domina Caterina stetit cum quodam Brunoro de Sovicho
pro potixicha et Iacobina cum genitrice sua. Interogatus etc. dixit: tempore predicto
MCCCCXLI dicte domine abbatissa et moniales habebant ecclesiam cum altari, nunc
vero in ecclesia ubi erat altare masculi cum feminabus invicem comiscent, divinis 9 cultus
in dictis monasteriis cessavit et cessat et huiusmodi monasteria per ecclesiasticas
personas neglecta fuerunt et sunt, magistra rerum experientia demostrat.
Interogatus, suo credere ea, per ea que tunc audivit dici, predicta fuere facta pro eo
quod prelibatus dominus legatus volebat complacere tunc domino Placentino de orto
monasteriorum predictorum magno domi sive qui illum volebat. Item interogatus,
quod postquam tunc abbatissa renunciavit fuit electa dicta Donina, dicta Alegranzina,
de Alamanis in abbatissam per moniales, sed prelibatus dominus legatus dedit operam
quod quidam tunc Iacobinus de Cortexela, qui similiter erat notarius dicte curie et qui
procurabat pro ipsa Donina ellecta in abbatissam ut prefertur, fuit detentus ut eam
renunciaret et sic dicta Donina ellecta eidem abbatissatui, ut dicitur et etiam dicebatur,
renunciavit. Et hoc est in effectum quantum scio dicere de contentis in presenti
capitulo.
Super secundo capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: de
contentis in presenti capitulo ego scio sic dicere tantum, videlicet quod ego testis intelexi
quando prefatus dominus cardinalis etc. erat in istis partibus et in eius domo, cum
quo ego testis praticabam, quod predicta monasteria unita dicebantur dicte ecclesie de
Melegnano eo pretextu quod ipsa ecclesia Sancti Iohannis colegiata efficeretur ac prepositum
pro tempore haberet cum tribus capelanis, qui quidem prepositus et capelani
ad ipsam ecclesiam Sancti Iohannis facerent et divinis officiis in ipsa
intenderent. Interogatus etc. respondit: ego bene credo quod ad ipsam ecclesiam Sancti
Iohannis de Melegnano nunquam fuerunt nec rescidentiam fecerunt aliqui capelani
nixi prepositus, quia dum procurarem cum presbiteris Antonio et Donato per me nominatis
super secundo capitulo predicti alii mei dicti, singula singulis refferendo, quod
vellent providere eisdem monialibus superstantibus et maxime dicte domine Iacobine,
ne mendicarent in obprobrium religionis de vitu et vestitu, prout in ipso secundo ca-
4 i.e. structuris
5 i.e. eorumdem
6 i.e. structuris
7 i.e. credit
8 i.e. similiter (?)
9 i.e. divinus

76 APPENDICE
pitulo dixi, semper et continue michi dicebant: Si volunt renuntiare nos procurabimus
sibi de aliqua quota parte de reditibus dictorum monasteriorum; et si stetissent aliqui
capelani ad ipsam ecclesiam Sancti Iohannis de Melegnano, dicti presbiteri Antonius
et Donatus nominati per me in dicto alio meo dicto super secundo capitulo predicta
michi dixissent vel alias scivissem. Quod autem non fuerit nec sit spes quod ordinatio
prefati domini cardinalis effectum habere possit, ad hoc respondeo quod hoc nescio
nec aliud scio dicere de contentis in presenti capitulo.
Super terzio capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: ego
dico prout etiam in dicto alio meo dicto super dicto secundo capitulo dixi, ad quod me
reffero, cuius quidem dicti super ipso secundo capitulo tenor tallis est, videlicet: super
secundo capitulo dixit se tantum scire, videlicet: primo quidam Guillelmus de Bexana
laycus tunc et dominus quondam presbiter Antonius de Solario postea, ut dicebatur,
creatus prepositus dicte ecclesie Sancti Iohannis de Melegnano fuerunt gavixi dictis reditibus,
tamen in ipsa ecclesia de Melegnano minime, ut credit, divinis 10 cultus auctus
fuit, quinymo ipse presbiter Antonius de Solario, qui erat afinis dicti Aluisii, ut dicebat,
pro eo quod dictus Guillelmus de Bexana, qui fuerat procurator et predictorum gestor
per dictum legatum subsecutat() 11 vite condecentem, et pluries propter compasionem
quam eisdem monialibus gerebat et ne in obprobrium religionis mendicarent, procuravit
cum ipso presbitero Antonio, dum viveret, quod eisdem monialibus superstitibus
de bonis et reditibus dictorum monasteriorum procuraret vite et promissit facere, tamen
eisdem nichil vel parum ullo tempore dedit et interea decessit. Item dixit similiter
compasione motus cum quodam presbitero Donato de Phariseis similiter postea ellecto
in prepositum operam et solicitudinem fecit quod eisdem procuraret de dictis vite
et vestitu, qui etiam sic promisit in dies, tamen hucusque ut dicitur non facit. Item
interogatus, adhuc dixit quod mendicasset iamdudum nixi afuisset sufragium bonarum
personarum que sibi subvenerunt; et hec sunt ea que scit de contentis in dictis
capitulis. Interogatus etc., dixit cognovisse predictas quondam abbatissam et moniales
defunctas et superstites, necnon predictos quondam dominum legatum et cardinalem
Placentinum deffunctos ac dominos Guillelmum de Bexana, presbiteros quondam Antonium
de Solario olim prepositum 12 et
eorum staturas et effigies describere si expediens foret. Interogatus per me
Steffanum de Cardano notarium infrascriptum etc. respondit: ego bene intelexi ac vidi
etiam a tempore dicti alii mei dicti per me alias perhibiti ut supra citra quod dicte
domine moniales superstites iverunt vacuando, prout in ipso alio meo dicto dixi, et vidi
etiam et intelexi quod ipsa monasteria remanserunt destituta et reducta ad brutorum
loca, ut etiam in dicto alio meo dicto dixi, ad quod me reffero ut supra. Et hoc
in effectu quantum scio dicere de contentis in presenti capitulo.
Super capitulo vocis et fame sibi lecto interogatus dixit hic testis: de ista voce
et fama et de istis factis dixi vobis supra ea que scivi et scio et bene scio quid est
publica vox et fama, quia publica vox et fama est id quod scitur et in pubblico dicitur
a pluribus. Interogatus super generalibus recte respondit ut supra.
(omissis)
Die veneris XXII mensis augusti in vesperis.
Dominus presbiter Ieronimus de Cortexela, rector ecclesie Sancte Marie ad Circhulum
Mediolani ac maceconus ecclesie maioris Mediolanensis, testis productus ut supra
iuravit ut supra in manibus domini presbiteri Donati de Lampugnano capelani capelle
Sancte Barbere constructe in ecclesia Sancti Steffani in Brolio Mediolani dicere veritatem
ut supra, et in omnibus et per omnia iuravit prout iuravit suprascriptus primus
testis et hoc presente ut supra et qui suo sacramento
10 i.e. divinus
11 substentationem? C’è evidentemente una lacuna.
12 o qualcosa di simile è caduto per
omoteleuto.

DOCUMENTO 7 77
super primo capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: Ego
memini alias testimonium perhibuisse ad instantiam dictarum dominarum monialium
dicti monasterii super simili capitulo vel equipolenti, quod quidem meum dictum velem
per prius a te notario audire legi, et requiro a te notario ut ipsum meum dictum michi
legas. Et ego notarius, qui habeo dictum ipsius testis super dicto quaterno testium
michi dato parte dicti domini Christofori de Grassis procuratoris ut supra, eidem testi
legi et perlegi, quo lecto ipse testis dixit et respondit: Ego dico in omnibus et per omnia
et de verbo ad verbum prout in ipso meo dicto dixi, quodque ipsum meum dictum
afirmavi et afirmo nec ab eo vollo 13 modo discedere vollo, quinymo ipsi meo dicto vollo
perpetuam fidem adhiberi debere, quemadmodum si illud in presenti causa perhibuissem,
cuius quidem dicti omisso prologo tenor tallis est, videlicet: Super primo capitulo
sibi diligenter lecto et contentis in eo et lecta sibi dicta supplicatione eidem legenda
secundum formam dicti capituli dixit hic testis: Vera sunt que in presenti capitulo continentur.
Interogatus etc. respondit: Scio contenta in presenti capitulo esse vera, quia
ego testis qui sum etatis annorum quinquaginta recordor quod prefatus reverendus
pater dominus Girardus cardinalis predictus una certa die de qua aliter non recordor
nixi quod fuit ab anno curso in MCCCCXL citra prefatus reverendus pater dominus
Girardus cardinalis predictus, intendens unionem predictam facere, prout fecit, operatus
fuit quod 14 dicta Castelina tunc abbatissa dictorum monasteriorum ut renunciaret
prout renunciavit dicto abbatissatui dictorum monasteriorum, et finaliter ipsa domina
Castelina abbatissa sic mota fuit persuasione dicti domini cardinalis dicto suo
abbatissatui renunciavit, et hoc persentito per moniales dictorum monasteriorum, que
erant numero quatuor meo credere, ipse moniales in unionem convenientes, nolentes
consentire dicte unioni, quinymo disentire, me testem suum sindicum et procuratorem
ad eligendum personam ydoneam in abbatissam dicti monasterii tunc vacantis
per rescignationem predictam per suprascriptam dominam Castelinam constituerunt
per instrumentum et michi testi dictum instrumentum sindicatus intimari fecerunt et
rogare ut vellem personam ydoneam in abbatissam dicti monasterii eligere auctoritate
michi concessa per ipsas dominas moniales, et hoc persentito coloquium habui cum
nunc quondam Iacobino de Cortexela olim et tunc fratre meo, dicendo quod non volebam
me intromitere de ista ellectione nec aliquam volebam eligere in abbatissam dicti
monasterii, qui Iacobinus de Cortexela michi persuasit ut vellem personam ydoneam
eligere in abbatissam dicti monasterii; et tunc ego testis volens complacere dicto Iacobino
et etiam dictis monialibus deliberatione habita unam ex dictis monialibus dicti
monasterii in abbatissam dicti monasterii ut supra vacantis elligi 15 et nominavi, cum
solempnitate debita in talibus opportunis, et per publicum instrumentum rogatum ut
puto per suprascriptum Iacobinum fratrem meum et notarium Mediolanensem, que
oblatio per me facta ad notitiam pervenit prefato domino cardinali et operatus fuit
cum reverendo tunc domino Francisco olim et tunc archiepiscopo Mediolanensi detineri
faciendo ipsum Iacobinum fratrem meum et ipsum carceribus mancepari, qui dominus
archiepiscopus ad mandatum prefati domini cardinalis eum Iacobinum detinuit et eum
includi fecit eis carceribus, in quibus spatio dierum quinque stetit, et finaliter preteritis
dictis quinque diebus eum relaxavit a dictis carceribus cum magnis precibus et intercessionibus
factis parte dicti Iacobini, cum promissione tamen quod ipse Iacobinus se
non intromiteret de dicta ellectione nec de dicto monasterio. Et vidi quod tempore
quo facta fuit dicta unio erant dicta domina Castelina et dicte quatuor moniales in
dictis monasteriis, videlicet dicta domina abbatissa in monasterio de Bruzianelo, diocesis
Mediolanensis, et dicte moniales in monasterio Sancte Anne Mediolani et ibidem
rescidentiam facientes et divina officia celebrantes et honestam vitam deducentes, et
monasteria ipsa minime erant in suis stricturis 16 et hedificiis totali fere ruyne exposi-
13 i.e. ullo
14 i.e. cum
15 i.e. ellegi
16 i.e. structuris

78 APPENDICE
ta, quinymo erant in bono statu et posessiones et bona eorundem monasteriorum non
erant ad prophanos uxus deducta, quinymo per abbatissam et moniales predictas seu
eorum et dictorum monasteriorum nominibus tenebantur prout vidi ego testis, et prefatus
dominus legatus sub pretextu huiusmodi unionis expulit abbatissam et moniales
predictas a dictis eorum monasteriis et eas moniales vidi extra dictum monasterium
et venire ad domum meam et dicti Iacobini fratris mei, querendo habitaculum et quod
vellem ego testis et dictus frater meus operari de eorum habitaculo, et post pretensam
unionem cultus divinus in dictis monasteriis cessavit et cessat de presenti et huiusmodi
monasteria per ecclesiaticas personas neglecta fuerunt et negliguntur de presenti; et
sic prout vobis supra dixi et in dicto capitulo continetur habitum, tentum, tractatum
et reputatum fuit et hodie sic fuisse habetur, tenetur, tractatur et reputatur palam,
publice et communiter et de hiis omnibus et singulis fuit, stetit et est publica vox et
fama in civitate Mediolani, et sic ego testis habui, tractavi et reputavi et de presenti
habeo et reputo.
Super secundo capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: Ego
testis nescio nixi per auditum, qui bene audivi et audiebam dici quod dicta monasteria
unita erant dicte ecclesie Sancti Iohannis de Melegnano eo pretextu quod ipsa
ecclesia Sancti Iohannis colegiata eficeretur ac prepositum pro tempore haberet cum
tribus capelanis seu canonicis, qui quidem prepositus et capelani seu canonici ad ipsam
ecclesiam Sancti Iohannis rescidentiam facerent et divinis officiis intenderent; et hoc
audivi dici palam et publice et communis vulgus in hac civitate Mediolani sic fuit et
est per et inter informatos de predictis et aliter nescio quod ad ipsam ecclesiam Sancti
Iohannis dicti prepositus et capelani seu canonici a dicta unione citra non fecerint
rescidentiam, quia non praticavi nec conversatus in ipsa terra de Melegnano.
Quod autem non fuerit nec sit spes quod ordinatio prefati domini legati ut prefertur
effectum habere posset, ad hoc respondeo quod hoc nescio, quia ygnoro articula ipsi
domino legato incessa, nec aliud scio dicere de contentis in presenti capitulo.
Super terzio capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit hic testis: Ego
testis vidi a tempore quo prefate domine moniales expulse sunt a dicto monasterio
Sancte Anne, quod fuit post dictam unionem citra, quod ipsum monasterium Sancte
Anne remansit ad prophanos uxus, et hoc vidi transeundo deversus ipsum monasterium;
quod autem prefate domine moniales per varia loca discurentes vitam mendicare
coacte sunt, prout in capitulo continetur, ad hoc respondeo et dico prout in dicto alio
meo dicto dixi, et modo est annus unus vel circa preteritus quod vidi unam ex dictis
monialibus dictorum monasteriorum, sed nescio quo nomine vocaretur, in quodam
monasterio sito apud ecclesiam Sancti Victoris ad Corpus foris Mediolani, et credo
etiam quod adhuc sit ipsa monialis in ipso monasterio; nescio nunc quid secutum fuerit
de aliis monialibus dictorum monasteriorum a tempore dicti mei dicti citra, sed
credo bene quod ipsis dominabus monialibus non provisum fuerit de fructibus et reditibus
dictorum monasteriorum, saltim pro eorum alimentis, et hoc etiam credo maxime
per rationes quas in dicto alio meo dicto alegavi. Et aliud in effectu nescio dicere de
contentis in presenti capitulo. Et sum ego testis etatis annorum LX vel circa.
Super capitulo vocis et fame sibi lecto interogatus dixit hic testis: Ego dixi superius
id quod scio de istis factis. Interogatus super generalibus recte respondit et fui citatus
ut supra.
(omissis)

DOCUMENTO 8 79
1459 ottobre 16 – 20.
8
Capitoli e testimonianze contro le monache della Stella presentati dal prevosto di
Melegnano davanti a Nicola Guinizano, arciprete della Chiesa lucchese e delegato
dal papa per esaminare la causa tra il prevosto e le monache suddette.
Copia autentica.
APMe, cart. IA, fasc. 1, doc. 16, f. 1r–5r, 13r–16r.
In nomine Domini, amen. Infrascripti sunt testes producti coram infrascripto reverendo
in Christo patre domino Nicholao de Quinixanis, archipresbitero Ecclesie Lucane,
camere apostolice clerico ac nuncio apostolico, comissario et delegato, specialiter
deputato per breve sanctissimi domini nostri pape, per infrascriptum venerabilem virum
dominum presbiterum Marchum de Vaghis prepositum ecclesie colegiate ecclesie 1
Sancti Iohannis de Melegnano, diocesis Mediolani, suo nomine et procuratorem et procuratorio
nomine canonicorum seu capelanorum dicte ecclesie in causa infrascripta et
super infrascriptis capitulis et interogatoriis partis adverse probe productis, ac recepti,
examinati et interogati per me Lazarum de Cayrate de Collino notarium Mediolani
ad hoc ellectum sub anno Domini curente MCCCCLVIIII, indictione octava, diebus
et horis infrascriptis, qui tamen testes personaliter iuraverunt de veritate dicenda in
manibus prefati domini comissarii apostolici et per prefatum dominum comissarium
moniti fuerunt de veritate dicenda in et super infrascriptis capitulis et interogatoriis
partis adverse, quorum quidem capitulorum et interogatoriorum partis adverse tenor
tallis est, videlicet:
In nomine Domini, coram vobis reverendo in Christo patre domino Nicholao de
Guinixano, archipresbitero Ecclesie Luchane, camere apostolice clerico ac nuncio apostolico,
comissario et delegato specialiter deputato per breve infrascripti sanctissimi
domini nostri pape sigillatum sigillo pischatoris tenoris huiusmodi: Pius papa secundus
dilecto fillio Nicholao de Guinzano de Luca, camere apostolice clerico, nuncio
nostro, dilecte filii 2 salutem et apostolicam benedictionem. Inteleximus quandam
causam diu inter dillectos filios prepositum et canonichos collegiate ecclesie Sancti Iohannis
Batipste de Melegnano ex una et dilectas in Christo filias assertam abbatissam
et moniales asserti monasterii de Bruzanello dudum suppressi, Mediolanensis diocesis,
de et super unione ipsius monasterii alias per bone memorie dominum cardinalem
Cumanum nuncupatum in partibus illis apostolice sedis legatum predicte ecclesie per
eundem in preposituram errecte facta et per felicis recordationis Eugenium quartum
predecessorem nostrum confirmata diu tam in partibus quam in Romana curia coram
diversis iudicibus fuisse ventilatam et nunc coram dilecto filio Lazallo Sedello ex delegatione
apostolica pendente indecisa. Nos autem cupientes liti et cause huiusmodi
finem inponere per hec scripta apostolica tenore presentium discretioni tue comitimus
et mandamus, quatenus de unione predicta an sit utilius et salubrius animabus
habitantium in dicto loco de Melegnano et in augumentum dni cultus cedat
dictam unionem confirmare an assertam abbatissam et moniales huiusmodi que asserunt
inoneste vixisse et vivere in statum pristinum reducere auctoritate apostolica
te diligenter informes et nobis fideliter veritatem eorum que repereris refferas. Datum
Mantue sub anullo pischatoris anno Domini MCCCCLVIIII, die XXVIII septembris
anno primo; venerabilis vir dominus Marchus de Vaghis prepositus suprascripte colegiate
ecclesie Sancti Iohannis de de 3 Melegnano, diocesis Mediolani, suo nomine et
1ecclesie colegiate ecclesie dittografia
2i.e. fili
3de de dittografia

80 APPENDICE
procurator et procuratorio nomine canonicorum seu capellanorum dicte ecclesie, ad
omnem bonum finem et effectum qui melius eidem suo et dictis nominibus prodesse
et proficere possunt, et fidem et informationem facere vult et intendit ut infra, non
astringens se propterea ipse dominus prepositus suo et dictis nominibus ad aliquam
superfluam probationem, videlicet:
Imprimis quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et
est quod olim, scilicet ante annum cursum MCCCXLII per totum tempus quod eius
principii de contrario memoria hominum non existebat, in diocesi Mediolani fuerat,
steterat et erat, prout est etiam de presenti, locus unus seu terra una nuncupata
Melegnanum, qui quidem locus seu terra erat et est notabilis et populosa, et quod in
ipso loco seu terra de Melegnano dicto anno curso MCCCCXLII erat una solla ecclesia
parochialis et curata sub vocabulo Sancti Iohannis Batipste, cuius fructus, reditus
et proventus XX ti florenorum auri de camera secundum communem extimationem
valorem annuum non excedebant, et quod ipsa ecclesia solum unum rectorem curatum
habebat, et quod ipsa ecclesia tunc temporis habebat, prout etiam habet de presenti,
sub eius cura animas tria millia et ultra, et quod unus solus rector nec etiam duo
poterant neque possunt tot animabus et tanto populo ac cure et regimini animarum
suppositarum cure dicte ecclesie de Melegnano et ipsi ecclesie comode satisfacere; et sic
ut supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit et habetur, tenetur, tractatur
et reputatur pallam, publice, communiter et notorie et per publicam vocem et famam
vel prout testes de predictis et quolibet predictorum dicere voluerint in favorem et sine
preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est
quod de dicto anno curso MCCCCXLII et ante per tantum tempus, quod de contrario
memoria hominum non existit, prope dictum locum seu terram de Melegnano predicto
per miliaria tria vel circa situm est quodam monasterium de Bruzanello, ordinis
Sancti Benedicti, in loco satis solutario et silvestri, et in eo loco ultra abbatissam et
moniales ipsius monasterii non habitabant alie persone prepterquam massarius unus
ipsius monasterii cum sua familia, et quod huic monasterio de Bruzano unita erant et
incorporata alia duo monasteria, unum scilicet nominatum Sanctorum Naboris et Felicis
, diocesis Mediolani, et alium 4 monasterium Sancte Anne Mediolani,
et quod ipsum monasterium de Maxate iam longo tempore ex toto destitutum et inhabitatum
remansit propter guerras que viguerant in partibus illis et quod monasterium
Sancte Anne Mediolani vestigia non habebant 5 , sed solummodo erat ad
instar domus profane et private, et quod in illa domo nulla prorsus clausura tenebatur,
quinymo unicuique patebat accessus, et quod per annos I, II, IIII, VI et X preteritos
et ultra inmediate precedentes ipsum annum MCCCCXLII dictis monasteriis unitis
preerat pro abbatissa quedam domina Castellina de Barni cum quatuor monialibus,
scilicet Iacobina de Bizozero, Donina de Alamanis, Ixabeta de Suadis et Caterina de
Marcelinis, omnibus de incontinentia et de inonestate diffamatis et vituperatis et inter
alia quod dicta domina Castelina habuerat et habebat filium unum nomine Bonifacium
conceptum ex presbitero Iohannino de Marinonibus, rectore parochialis ecclesie
loci de Cassano, Cremonensis diocesis, et quod ipsa domina Castellina absque aliqua
erubesentia se carnaliter comiscebat cum dicto presbitero Iohannino et cum pluribus
aliis personis et in ipso crimine perseveravit pluribus et pluribus annis, etiam
usque quo amota fuit a dicto abbatissatu, et dicta Iacobina de Bizozero filiam unam
conceperat et habuerat ex presbitero Iohanne de Gluxiano gradiantem super terram
et alie etiam tres moniales vitam ducebant inonestam et inonestissimam in maximum
opprobium religionis sue et aliarum monialium et religiosarum civitatis Mediolani,
et quod bone memorie dominus Girardus miseratione divina tituli Sancte Marie
in Transtiberim presbiter cardinalis tunc apostolice sedis legatus in civitate et diocesi
Mediolani et partibus circumstantibus, proinde considerans et diligenter atendens
4 i.e. aliud
5 i.e. habebat

DOCUMENTO 8 81
quod dicta ecclesia Sancti Iohannis de Melegnano, que parochialis erat et curata et solum
unicum rectorem habebat, qui propter multitudinem et excresentiam populi
sub cura ipsius ecclesie degentis cure dicte ecclesie satisfacere non poterat, ac turpem
et inhonestissimam vitam dicte abbatisse et monialium predictarum, ex quarum vita
et peximis moribus omnibus religioxis civitatis et diocesis Mediolani maxima redundabat
infamia, dignitatem abbatialem et ordinem Sancti Benedicti in ipso monasterio
de Bruzano et aliis monasteriis, ut prefertur, sechum unitis auctoritate apostolica qua
tunc fungebatur supprexit et extrinxit 6 ipsaque monasteria cum suis iuribus et pertinentiis
predicte ecclesie de Melegnano perpetuo univit et incorporavit et in ipsa
ecclesia de Melegnano preposituram unam cum tribus capelanis, qui omnes curam
dicte ecclesie et animarum sub illius cura agentium exercerent et gererent ac missas et
alia divina officia in prefata ecclesia de Melegnano celebrarent et decantarent, creavit
et exeexit ex reditibus et proventibus dictorum monasteriorum, quorum omnium
fructus, reditus et proventus florenorum centum auri de camera secundum communem
extimationem valorem annuum non excedebant nec excedunt, sustendandis 7 ; et sic ut
supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit et habetur, tenetur, tractatur et
reputatur pallam, publice, communiter et notorie et per publicam vocem et famam vel
prout testes de predictis et quodlibet 8 predictorum dicere voluerit in favorem et sine
preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est
quod de anno curso MCCCCXLVII, de mense augusti ipsius anni, bone memorie illustrissimus
dominus Fillippus Maria tunc dux Mediolani mortem obiit et post eius
mortem in ducatu Mediolani viguit guerra et maxime in partibus Mediolani et dicta
guerra perseveravit usque de anno curso MCCCCL, usque quo modernus dominus
noster dominus Francischusfortia dux Mediolani obtinuit dominium ducale civitatis
Mediolani, et quod in dictis temporibus, quo mortuus fuit dominus Filippus Maria
dux usque quo prefatus dominus dominus Francischus Sfortia predictum dominium
obtinuit, predictum castrum Melegnani pro maiori parte repletum fuit et stetit gentibus
armigeris, in tantum quod prepositus et capelani predicte ecclesie de Melegnano
apud eam rescidere non poterant neque etiam ex fructibus, reditibus et proventibus
dicti monasterii substentari, cum propter guerras predictas ex fructibus dicti monasterii
nichil percipi posset; et sic ut supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit
et habetur, tenetur, tractatur et reputatur palam, publice, communiter et notorie et
per publicam vocem et famam vel prout testes de predictis et quodlibet 9 predictorum
dicere voluerint in favorem et sine preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est
quod statim aquisito dominio huius civitatis Mediolani per prefatum dominum Francischum
Sfortiam ducem nostrum, quod fuit de anno curso MCCCCL et de mense
februarii ipsius anni, prepositus ipsius ecclesie de Melegnano necnon ipsi tres capellani
deputati ad dictam ecclesiam de Melegnano rescidentiam fecerunt et ibidem divina
officia cantaverunt et ordinationem dicti domini cardinalis executi fuerunt et abinde
citra continue et continuato tempore prefate ecclesie serviverunt ipse prepositus et tres
capellani predicti secundum dispoxitionem et ordinationem dicti cardinalis, et quod
ex unione, anecxione et incorporatione predicta necnon etiam ex erectione et creatione
dicte prepositure et suprascriptorum trium capellanorum divinus cultus plurimum
augumentatus est et anime habitantes in dicta terra Melegnani multo melius solito reguntur
et gubernantur; et sic ut supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit
et habetur, tenetur, tractatur et reputatur pallam, publice, communiter et notorie et
per publicam vocem et famam vel prout testes de predictis et quodlibet 10 predictorum
6 i.e. extinxit
7 i.e. sustentandis
8 i.e. quolibet
9 i.e. quolibet
10 i.e. quolibet

82 APPENDICE
dicere voluerint in favorem et sine preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et publice dicitur et publica vox et fama fuit, stetit et est
quod dicta domina Castelina de Barni, Donina de Alamanis et Isabeta de Suadis,
olim dicti monasterii de Bruzanelo moniales, iam annis quatuor, sex et ultra preteritis
decesserunt; et si ut supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit et habetur,
tenetur, tractatur et reputatur pallam, publice, communiter et notorie et per publicam
vocem et famam vel prout testes de predictis et quolibet predictorum dicere voluerint
in favorem et sine preiudicio capitulantis.
Item quod verum est et rei veritas sic se habet quod utilius et salubrius cedit animabus
habitantibus in dicto loco Melegnani et in augumentum divini cultus predictam
unionem factam per suprascriptum bone memorie dominum cardinalem et legatum
prebendam, quam quod predicta domina Appolonia et suprascripta Iacobina et Caterina,
olim moniales predicte, in pristinum statum reducantur, quodque etiam verum
est et rei veritas sic se habuit et habet quod predicta unio, annexio et incorporatio
olim facta de predictis monasteriis cum predicta ecclesia Sancti Iohannis de
Melegnano dissolveretur, exinde gravia schandala exoriri verisimiliter possent et animabus
sub cura dicte ecclesie de Melegnano degentibus multa pericula obvenire; et sic
ut supra habitum, tentum, tractatum et reputatum fuit et habetur, tenetur, tractatur
et reputatur palam, publice, communiter et notorie et per publicam vocem et famam
vel prout testes de predictis et quolibet predictorum dicere voluerint in favorem et sine
preiudicio capitulantis.
Item quod rei veritas sic se habuit et habet quod domina Apolonia de Restis annis
I, II, III proxime preteritis et ultra inmediate precedentibus mensem martii proxime
preteriti residentiam fecit in monasterio de Lantate, porte horientalis parochie Sancti
Steffani in Brolio Mediolani, et in eodem monasterio sacerdotes et laycos admissit
et cum eis in dicto monasterio locuta fuit et quod dicta domina Apolonia diffamata
fuit et est quod impertinenter vixit et inhonestam vitam duxit et ducit et puerum
unum peperit de presenti gradientem super terram; et sic ut supra habitum, tentum,
tractatum et reputatum fuit et habetur, tenetur, tractatur et reputatur palam, publice,
communiter et notorie et per publicam vocem et famam vel prout testes de predictis
et quolibet predictorum dicere voluerint in favorem et sine preiudicio capitulantis.
Item quod de predictis et quodlibet 11 predictorum fuit, stetit et est publica vox et
fama.
Hec sunt interogationes fiende pretensis testibus producendis pro parte presbiteri
Marci de Vagis rectoris ecclesie Sancti Iohannis de Melegnano ut infra, videlicet:
Quia timetur de subornatione eorum pretensorum testium, eo quia super aliis
artichulis et atestationibus publicatis et super quibus lata est sententia ipse presbiter
Marchus, licet non possit de iure, vult iterato super eisdem vel directe contrariis testes
recipi facere, generaliter interogetur quilibet testis cuius condictionis existit et si qua
prefulgit dignitate et que ars est sua et si est vel degit sub cura ecclesie Sancti Iohannis
de Melegnano etc.
Super primo capitulo, si testis nichil afirmaverit, ulterius non queratur; si vero
afirmaverit fructus, reditus et proventus predicte ecclesie de Melegnano non excedere
valorem florenorum viginti de camera, queratur qualiter sit et si sit omnia
bona ipsius ecclesie de Melegnano et in quo loco iacent; si vero dixerit per auditum,
queratur a quibus audivit et quibus partibus et si afirmaverit sub cura dicte ecclesie
de Melegnano esse animas tres mille, queratur qualiter sit et si numeravit eas.
Super secundo artichulo, si testis aliquid afirmaverit, queratur de causa scientie; si
vero dixerit per auditum, queratur a quibus et ut supra.
Super tertio fiant interogationes ad arbitrium recipientis.
11 i.e. quolibet

DOCUMENTO 8 83
Super quarto interogetur qui sunt illi capellani et quomodo vocantur et a quibus
titulum habuerunt et habent et si viderunt ipsos continue apud dictam ecclesiam de
Melegnano rescidere et si vidit cantare divina officia.
Item fiant alie interogationes debite tactum est superius.
Super quinto artichulo interogetur testis ad arbitrium recipientis.
Super sexto artichulo interogentur testes de suficientibus causis et ad arbitrium
recipientis.
Super septimo artichulo queratur diligenter de contentis in eo et reperiatur, respectu
ipsius domine Apolonie, artichulum esse falsum, prout est etiam sextus artichulus
precedens.
(omissis)
die martis sextodecimo mensis octobris post prandium.
Venerabilis vir don Donatus de Farixeis, monachus et professus monasterii Sancti
Simpliziani porte Cumane foris Mediolani, habitans in domibus dicti monasterii, testis
productus, monitus et requisitus ut supra, iuravit in omnibus et per omnia prout
iuravit suprascriptus primus testis et hoc presente ut supra.
Super primo capitulo, quod incipit Imprimis, sibi lecto et contentis in eo, vulgari
sermone ad eius plenam inteligentiam interogatus dixit et respondit vera esse omnia
contenta in presenti capitulo. Interogatus de causis scientie etc. respondit se predicta
scire quia ipse testis scit dictam terram de Melegnano ab eius testis nativitate citra, et
qui testis natus fuit in dicta terra Melegnani, et semper vidit ipse testis dictam terram
Melani fore et esse multum populosam, in qua terra ipse testis iam vidit tres
medichos, in qua terra Melegnani ipse testis ab eius nativitate citra semper praticavit,
et multis annis ipse testis ante eius professionem tenuit beneficium unum Sancti Materni
continguum terre de Melegnano, et est ipse testis informatus de dicta ecclesia Sancti
Iohannis Batipste et de fructibus et reditibus eiusdem et scit ipse testis quod fructus
et reditus dicte ecclesie ab eius recordari citra non excesserunt nec excedunt sumam
librarum quadraginta imperialium, quia scit ipse testis proprietates dicte ecclesie, que
sunt pro maiori parte in dicta terra de Melegnano, et omnes sunt alibelate, et de anno
curso MCCCCXLIIII ipse testis exegit intratas dicte ecclesie, quia don Christoforus de
Faxolis, dictus Sancti Amen, tunc rector dicte ecclesie, decessit die tertio aprilis anni
cursi MCCCCXLIIII, tempore quadragesime 12 , et ipse testis tunc ivit ad faciendum
curam dicte ecclesie pro mensibus sex, et quia ipse testis sollus non poterat atendere
ipsi cure, presbiter Ambrosius de Caxorate ipsum testem adiuvavit regere ipsam curam
et reperit ipse testis quod ipse don Christoforus preparaverat mille mille 13 ostias
pro administrando corpus domini nostri Iesu Christi animabus suppositis cure ipsius
ecclesie et in die paschatis ipse testis habuit satis per septem horas ad administrandum
corpus domini nostri Iesu Christi animabus suppositis ipsi ecclesie et non suficerunt
ipse mille ostie et oportuit frangere de ostiis magnis et de una magna dare quatuor et
sex personis, tanta erat multitudo animarum suppositarum ipsi ecclesie, atento quod
mille ostie non suficerunt. Interogatus super interogationibus partis adverse, respondit
prout supra dixit et quod sciret quaxi nominare omnes personas facientes fictum ipsi
ecclesie Sancti Iohannis Batipste ac sciret ire in bonis dicte ecclesie, et aliud nescit
quam supra dixit et si fuisset bonum beneficium ipse testis tunc acceptasset dictum
beneficium, quia homines volebant libenter elligere dictum testem in eorum rectorem.
Super secundo capitulo sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit et respondit,
verum esse quod ab anno curso MCCCCXLII retro in tota memoria ipsius testis
semper fuit, stetit et erat prope dictam terram de Mellegnano quodam monasterium
de Bruzanelo, ordinis Sancti Benedicti, in loco satis solutario et silvestri et
in medio nemorum, quod monasterium ipse testis incepit scire et cognoscere de anno
curso MCCCCXXXI et in eo loco in quo erat dictum monasterium ultra abatissam et
moniales non habitabant alie persone, prepterquam unus massarius et unus mulinarius
12 [La pasqua nel 1444 cadeva il 12 aprile.]
13 mille mille dittografia

84 APPENDICE
cum eorum familiis, cui monasterio de Bruzanelo, prout vidit ipse testis instrumenta
unionis, unita erant et incorporata alia duo monasteria, unum scilicet nominatum
Sanctorum Naboris et Felicis de Maxate, diocesis Mediolanensis, et aliud monasterium
Sancte Anne Mediolani, quod monasterium de Maxate iam longo tempore in
toto destitutum et inhabitatum est, ut dicitur, propter guerras antiquas, prout vidit
ipse testis dictum monasterium de anno curso MCCCCLI, et opinio ipsius testis est
quod tantum habitaret unus massarius in dicto monasterio de Maxate ante guerras
que fuere ab anno curso MCCCCXLVII citra, et ipsum monasterium Sancte Anne
Mediolani vestigia monasterii non habebat sed solummodo erat domus seu stabulum
bestiarum, in qua tenebantur bestie per becharios, prout iam vidit ipse testis, et in
solario dicti monasterii habitabant alique paupercule mulieres; quomodo autem clauderetur
dictum monasterium de nocte ignorat ipse testis, sed de die bene tenebatur et
stabat apertum ipsum monasterium prout facit porta Romana; quibus omnibus tribus
monasteriis unitis ut supra de dicto anno curso MCCCCXLII et ante usque ad annum
cursum MCCCCXXXI, prout scit ipse testis, fuit, stetit et erat pro abbatissa quedam
domina Castelina de Barni, quam ipse testis incepit cognoscere de dicto anno curso
MCCCCXXXI, que abbatissa bene habebat moniales sed nescit numerum nec eorum 14
nomina, et credit ipse testis quod de dicto anno curso MCCCCXXXI ipsa domina abbatissa
haberet nixi duas moniales professas, de anno vero curso MCCCXLII credit
ipse testis quod ipsa domina abbatissa haberet tres moniales, quarum una vocabatur
Caterina et altera Iacobina, que Caterina auditu erat neptis dicte abbatisse et ygnorabat
litteras, sed pur quia erat sua neptis illam fecit monialem et professam, et quando
primo ipse testis incepit cognoscere dictam abbatissam illam cognovit quia ipse testis
cum presbitero Donato de Magistris, dicto presbitero Gionino, rectore ecclesie Sancte
Marie de Bustigera, veniebant uno die paschatis 15 a Sancto Bove, qui presbiter Donatus
conduxit dictum testem ad dictum monasterium de Bruzanello, qui presbiter
Donatus sechum habebat unam catelam et ipsa abbatissa habebat unum catellum,
et dum essemus in orto dicti monasterii dicta abbatissa, dictus presbiter Donatus et
ego testis et simul loquentium 16 , ipse catulus fecit et faciebat festum ipsi catule, volendo
eam catulam carnaliter cognoscere, et ipsa catula nolebat stare firma, et ipsa
abbatissa tunc dixit ipsi catule: Quomodo es incurialis!, et de istis verbis ipse testis
habuit magnam erubescentiam, quia ipsa abbatissa in presentia nostrum usa fuisset
similibus verbis, et hoc est quantum mallum et inonestatem quod vel quam vidit ipse
testis in dictam abbatissam nec moniales, sed voce et fama ipse abbatissa et moniales
bene fuerumt et erant inoneste et diffamate et incontinentes, prout in capitulo continetur,
et habuit ipse testis unum massarium, qui vocabatur Antoninus de Ferrariis
de Gradi, qui dicebat multum mallum de eis et qui dicebat se cognovisse carnaliter
dictam abbatissam et dicebat ipsam portare standardum, et cognovit bene ipse testis
quendam Bonifatium et cum eo locutus fuit, qui dicebatur publice esse filium ipsius
abbatisse et presbiteri Iohannini de Marinonibus, et ex illo respectu ipsa abbatissa
permitebat ipsum presbiterum Iohannem gaudere posessione de Maxate, que est perticarum
septem centum, pro brentis novem vini singulo anno consignato 17 in civitate
Mediolani, et etiam cognovit ipse testis dominam Luchinam Gobetam, comorantem in
terra Melegnani, que dicitur etiam publice esse filiam suprascripte abbatisse et dicti
presbiteri Iohannini, et audivit ipse testis dici quod ipsa abbatissa sine aliqua verecondia
ibat in gropa cuiusdam Guillelmi de Herba armigeri et etiam Prevostini Piore, qui
non erant eius afines, et per vocem et famam similiter alie moniales dicti monasterii
erant inhoneste et diffamate et que faciebant de corpore suo prout faciunt meretrices
et quod ipsum monasterium apelatur tunc locus communis, et tempore quo ipse
abbatissa et moniales morabantur in dicto monasterio grandinavit in partibus illis
14 i.e. earum
15 [La pasqua nel 1431 cadeva il primo aprile.]
16 i.e. loqueremur ?
17 i.e. consignatis

DOCUMENTO 8 85
multis annis continuis et dicebatur quod hoc veniebat propter dictum monasterium et
monachos, presbiteros et fratres qui ibant ad dictum monasterium ad utendum carnaliter
cum dictis abbatissa et monialibus, et per auditum ipsa Iacobina monialis dicti
monasterii habuit unum filium vel filiam a quodam presbitero Iohanne tunc rectore
ecclesie Sancti Marcelini Mediolani, ob quam rem ipse presbiter Iohannes privatus
fuit a dicto beneficio, ut credit, a reverendo domino archipresbitero Mediolani. Scit
etiam ipse testis quod dicta Caterina monialis stetit cum Brunoro de Sovicho layco
ad regendum quosdam filios naturales dicti Brunori, postquam private fuerunt ipse
abbatissa et moniales a dicto monasterio; quam Caterinam et ipsam Iacobinam ipse
testis bene cognoscit, et sic per auditum, vocem et famam ipse abbatissa et moniales
duxerunt inhonestam vitam in opprobrium dicti monasterii eiusque ordinis, usque
ad tempus quo reverendus dominus cardinalis de Landriano, tunc legatus apostolicus,
univit dicta monasteria cum dicta ecclesia Sancti Iohannis Batipste et privavit ipsas
abbatissam et moniales, salvo quod taxavit ipsi abbatisse florenos XV de camera in
anno sibi dandos per prepositum dicte ecclesie Sancti Iohannis Batipste, et unam ex
dictis monialibus poxuit in monasterio Sancti Victoreli supposito monasterio de Miramondo
et ipsam Iacobinam posuit in monasterio Sancte Margarite Mediolani, sed
postea exivit a dicto monasterio. Per respectum vero ad reliquas partes dicti capituli,
dixit ipse testis vera esse omnia contenta in dictis reliquis partibus. Interogatus de
causis scientie respondit se predicta scire per rationes quas supra dixit et quia scit ipse
testis quod prefatus dominus cardinalis ex respectibus et causis contentis in capitulo
univit dicta monasteria cum suis iuribus et pertinentiis cum dicto monasterio 18 Sancti
Iohannis Batipste, et vidit ipse testis quod ipsi prepositus et capelani postea cantaverunt
missas et divina officia in dicta ecclesia, et quia scit ipse testis ubi sunt maiores
partes intratarum dictorum monasteriorum et in presenti civitate Mediolani et alibi;
et aliud nescit de dicto capitulo quam predixit.
Super terzio capitulo sibi lecto ut supra interogatus dixit et respondit, vera esse
omnia contenta in presenti capitulo. Interogatus de causis scientie respondit se predicta
scire rationibus suprascriptis et quod eo tempore guerrarum ipse testis stetit in
Mediolano et quod ipse testis in duobus annis in dictis guerris perdidit in dicta terra
Melegnani brentas centum viginti vini et modios viginti quinque bladorum et alias
multas res.
Super quarto capitulo sibi lecto ut supra interogatus dixit et respondit, vera esse
omnia contenta in presenti capitulo et rationibus suprascriptis et quia in diebus festivis
in dicta ecclesia cantantur omnes hore canonice et in aliis diebus matutinum, misse et
vespera fiunt sub voce submissa.
Super quinto capitulo sibi lecto ut supra interogatus dixit et respondit, quod scit
bene ipsam dominam Castelinam olim abbatissam ut supra esse defunctam iam annis
decem vel circa proxime preteritis in dicta terra Melegnani et esse sepultam in dicta
ecclesia Sancti Iohannis, cui factus fuit magnus honor et factum fuit unum pulcrum
monimentum novum in corpore ecclesie pro dicta domina abbatissa, cuius exequiis
interfuit ipse testis. De morte autem dictarum Donine et Ysabete nichil scit ipse testis.
Super sexto capitulo sibi lecto ut supra interogatus dixit et respondit, vera et
plusquam vera esse omnia contenta in presenti capitulo. Interogatus de causis scientie
etc. respondit rationibus predictis et quia ipsum monasterium de Bruzanelo erat causa
dampnationis multarum animarum et ista unio et anexio fuit et est causa salvationis
multarum animarum. Interogatus si aliquando fiebant divina officia in dicto monasterio
de Bruzanelo respondit se nescire.
Super septimo capitulo sibi lecto ut supra interogatus dixit et respondit, de contentis
in presenti capitulo se nichil scire nixi auditu, quia ipse testis audivit a dono
Thimoteo de Capitaneis, priore Paludis, ipsam dominam Apoloniam in presenti anno
18 i.e. cum dicta ecclesia

86 APPENDICE
habuisse unum filium, sed ipse testis ipsam dominam Appoloniam non cognoscit nec
eam vidit. Et est ipse testis etatis annorum LII vel circa.
Super capitulo vocis et fame sibi lecto et contentis in eo interogatus dixit et respondit,
de predictis que supra dixit fore et esse publicam vocem et famam. Interogatus
etc. respondit vocem et famam esse id quod dicitur per populos et villas. Interogatus
super generalibus recte respondit ut supra et fuit monitus ut supra.
(omissis)

DOCUMENTO 9 87
1486 luglio 26.
9
Don Francesco Rolandi, prevosto di Melegnano, concede in feudo perpetuo alla
scuola dei Disciplinati della Morte dei santi Biagio e Pietro le chiese di San
Pietro e di San Biagio con le loro pertinenze.
Copia semplice.
ASMi, Fondo di Religione, p. m., cart. 1442.
In nomine Domini, amen. Anno nativitatis eiusdem millesimo quadringentessimo
octuagessimo sexto, indictione quarta, die merchurii vigessimo sexto mensis iulii.
Coram venerabili viro domino Dominicho de Bochis, iuris utriusque doctore, prothonotario
apostolico ac canonico Avinionensi, reverendissimi in Christo patris et domini
domini Iohannis miseratione divina sancte Mediolanensis Ecclesie archiepiscopi
ac sacrosante Romane Ecclesie etiam Sancte Praxedis presbiteri cardinalis vicario generali,
pro tribunali sedente super quadam cathedra posita in quadam camera in terra
posita in archiepiscopali aula Mediolanensi, sita in porta Orientali, parochia Sancti
Pauli in compedo Mediolani, quem locum et quam cathedram pro eius loco et cathedra
idoneys pro infrascriptis exequendis ellegit et elligit, personaliter constitutus
venerabilis vir dominus presbiter Franciscus de Rolandis prepositus ecclesie Sancti Iohannis
Baptiste de Melegnano, Mediolanensis diocesis, prefato domino vicario dixit,
naravit et exposuit et dicit, narat et exponit quod in dicta terra Melegnani adest quedam
ecclesia sive oratorium sub vocabulo Sancti Petri, errecta et hedificata in parochia
et infra limites parochiae suae et que est filiola et dependet a dicta sua ecclesia, et similiter
alia ecclesia sub vocabulo Sancti Blaxii hospitalis nuncupati extra dictam terram
Mellegnani, que similiter dependet a dicta sua ecclesia, que ecclesie hactenus et longo
tempore tencte, recte et gubernate fuerunt cum consensu prepositi dicte ecclesie per
universitatem consortii Disciplinatorum terre ipsius Mellegnani, nuncupati Disciplinati
Morte Sanctorum Blaxii et Petri terre Mellegnani, et in et super ecclesiis ipsis et
utraque earum Disciplinati ipsi hedificari et construi fecerunt cassamenta et precipue
prope dictam ecclesiam Sancti Petri, in qua pro negotiis consortii sui se congregant et
congregari solent, et prope ecclesiam ipsam Sancti Blaxii construi et hedificari fecerunt
quamplura hedificia et cassamenta pro hospitando pauperes et pelegrinos itinerantes
et de lectis et fornimentis lectorum pro eorum necessitate providerunt et altaria dictarum
ecclesiarum ornari fecerunt, ac de paleis, planetis, calicibus et aliis paramentis
necessariis suis sumptibus ornari feccerunt et in dies in reparando et hedificata teneundo
19 dictas ecclesias non cessant et circha alia bona opera ipsi scolares sive societas
se exercent, et premissis attentis dominus prepositus ipse, ut scolares ipsi de bono
in melius se hexiberi et operari possint, cogitavit ecclesias ipsas eisdem consortio et
scolaribus dare et concedere cum infrascriptis bonis, iuribus et pertinentiis in feudum
perpetuum pro infrascripto ficto sive censu annuatim prestando et propterea a prefato
domino vicario petiit et requisivit et petit et requirit licentiam sibi concedi et dari debere
ad infrascriptam concessionem feudalem procedendi cum pactis et conditionibus
infrascriptis. Prefatus autem dominus vicarius, qui, ut dixit, de predictis omnibus et
singulis informationem habuit et habere voluit et quia ita esse comperivit prout eidem
naratum est et predicta cedere ad divini cultus augumentum, decorem, ornamentum et
utilitatem dictarum ecclesiarum, eidem domino preposito procedendi ad dictam concessionem
feudalem cum pactis et conditionibus infrascriptis licentiam et facultatem
19 i.e. tenendo

88 APPENDICE
concessit et concedit et impartitus est et impartitur facultatem et potestatem. Qua licentia
sic obtenta, prefatus dominus Francischus de Rolandis prepositus antedictus suo
nomine et nomine dictae ecclesiae investivit nomine feudi usque in perpetuum duraturi
magistrum Iohannem de Granzino filium quondam domini ∗∗∗ habitantem in terra
Mellegnani, Mediolanensis diocesis, scolarem dictae scolle ac sindicum et procuratorem
et sindicario et procuratorio nomine dominorum prioris et scolarium dictae scolle ad
hec et alia facienda specialiter constitutus 20 , prout constare dixit publico instrumento
procure tradito et rogato per Antonium Bartholameum de Fagnano notarium Mediolani
anno Domini millesimo quadringentessimo octuagessimo secundo, indictione quinta
decima, die lune quarta mensis februarii, sive anno, indictione et die in eo contentis,
presentem, stippulantem et reccipientem ac se investientem et obligantem ut infra:
nominative de dicta ecclesia Sancti Petri sita in dicta terra Mellegnani et de sedimine
uno contiguo dicte ecclesiae, quod est cum suis hedificiis, videlicet camera una in terra
et camera una desuper, curte, orto, putheo et aliis suis iuribus et pertinentiis, cui
coheret ab una parte Angelini de Tudonibus mediante platea dictae ecclesiae Sancti
Petri imparte et imparte Stephani de Ferrariis mediante strata per quam itur ad dictam
ecclesiam Sancti Petri, ab alia Christofori dicti Ribidoli de Brusatis et a duabus
partibus Iacobi de Bruxatis, ab alia dictae ecclesie Sancti Petri, ab alia monasterii
Sancte Mariae de Ottaziis Mediolani imparte et imparte dicti Christofori de Bruxatis;
item de cassiis duobus domus sitis et iacentibus ibi prope, cui coheret ab una parte
Iacobi de Bruxatis, ab alia strata, ab alia predicti monasterii Sancte Mariae de Ottaziis
et ab alia dicte ecclesiae Sancti Petri; item de ecclesia predicta Sancti Blaxii sita
extra dictam terram Mellegnani cum suis cassamentis, iuribus et pertinentiis ac ortis
et ortalitiis circumdantibus dictam ecclesiam, cum omnibus suis iuribus et pertinentiis;
item de omnibus axiis, accessiis, ingressibus et regressibus, uxibus, viis, utilitatibus,
comoditatibus, actionibus, rationibus, iuribus et pertinentiis, dictis bonis et ecclesiis
quomodolibet pertinentibus et spectantibus ac competituris, eo tenore quod ab hodie
in antea usque in perpetuum dicti domini prior et scolares nomine dictae scole,
qui sunt et pro futuro erunt, habeant, teneant, gaudeant et possideant in feudum et
nomine feudi dictas ecclesias et bona ut supra in feudum concessa cum suis iuribus
et pertinentiis, dando et solvendo et quod dare et solvere teneantur et debeant dicti
domini prior et scolares dictae scole dicto domino preposito et pro tempore preposito
dicte ecclesie omni anno usque imperpetuum in quolibet festo Sancti Iohannis Baptiste
finis cuiuslibet anni paria quattuor polastrorum et libras duas cancrum sive gambarorum
in signum subictionis cum omnibus expensis, damnis et interesse que fierent
vel quomodolibet paterentur pro predicto censu petendo, exigendo, consequendo et
habendo vel ab alio mutuo recuperando, termino solvendi preterito, que omnia et singula
fecerunt et faciunt cum et sub infrascriptis pactis, modis, formis, condictionibus
et clausulis per et inter dictas in principio, medio et fine huius contractus
et per totum hunc contractum apositis et firmatis, videlicet:
primo, pacto quod dicti domini prior et scolares teneantur et debeant in singulis
festivitatibus sanctorum Petri et Blaxii cuiuslibet anni facere et dare dominis preposito
et cappellanis ac clericis dicta ecclesie Sancti Iohannis et pro tempore dominis
preposito et cappellanis dicte ecclesie pastum unum condecentem ipsis dominis preposito
et cappellanis ac clericis dicte ecclesie Sancti Iohannis decantantibus missam
unam magnam in cantu in singulis diebus dictarum festivitatum;
item pacto quod dicti domini prior et scolares et pro tempore prior et scolares dictae
scole teneantur et debeant recognoscere dictum dominum prepositum et ecclesiam et
pro tempore domino preposito dicte ecclesie in eorum dominum respectu dictarum
ecclesiarum et pro dicto censu omni anno in singulis annis viginti semel tantum;
renuntiando predicte ambe partes et utraque earum exceptioni non facti et non
celebrati huiusmodi instrumenti investiture feudalis taliter ut supra et predictorum et
20 i.e. constitutum

DOCUMENTO 9 89
infradictorum omnium et singulorum non ita actorum et factorum omnique probationi
et defensioni in contrarium.
Quare predicte ambe partes et utraque earum promisserunt et vadiam dederunt
obligando sese et omnia eorum et cuiuslibet eorum bona mobilia et immobilia presentia
et futura, res et iura et etiam suppelectilia domus et ea omnia que alias verisimiliter
non cadunt nec veniunt in generali obligatione pignori sibi ipsis vicisim et ad invicem
videlicet una pars alteri et altera alteri presentibus, stippulantibus et reccipientibus,
videlicet predicti feudatarii predictum fictum sive censum eidem domino preposito presenti,
stippulanti et reccipienti omni anno usque in perpetuum in termino suprascripto
dare et solvere et predicte ambe partes et utraque earum presens instrumentum et quecumque
in eo contenta semper et omni tempore ratum, gratum et firmum et rata, grata
et firma habere et tenere, atendere et observare, adimplere et executioni mandare et
nullo tempore contrafacere nec venire aliqua ratione vel causa de iure nec de facto,
modo aliquo vel ingenio,
et hec omnia sub refectione et restitutione omnium expensarum, damnorum et
interesse litis, et ex hoc etiam acto, dicto et pacto speciali quod, si aliquo tempore agi
contingerit de et pro predictis aut aliquo predictorum, possit pars causam agendi habens
aliam partem ubique et sub quolibet iusdicente realiter et personaliter convenire,
licet ibi non esset suum proprium domicilium,
renuntiando privilegio sui fori et omnibus aliis feriis et dilationibus causarum solemnibus
et repentinis et cuilibet interdictioni earum, et quod dare nequiant sibi ipsis
vicisim et ad invicem pro predictis nec aliquo predictorum cartas nec notas debiti communis
Mediolanensis nec aliquid aliud quam bonam pecuniam numeratam tantum,
contra recipere debentis volontatem;
renuntiando omnibus statutis, consciliis et ordinamentis necnon provisionibus et
ordinationibus factis vel fiendis per commune Mediolanense et per quodvis aliud comune,
colegium, capitulum et universitatem et quamlibet aliam personam in contrarium
et constituerunt predictae ambae partes et utraque earum suis et dictis nominibus
se tenere et possidere omnia sua bona, res et iura presentia et futura, videlicet una
pars nomine alterius et pro ea et altera alterius et pro ea, ita quod, adveniente casu
petendi ut supra, liceat et licitum sit parti ipsi causam agendi habendi etiam sua propria
auctoritate et sine bano, contumatia, nuntio vel servitore alichuius iusdicentis et
cum eis, ubique invenerit de bonis et rebus alterius partis, robare, contestari, saxire,
sequestrari, occupare, capere, aprendere possessionem, intrare, vendere et alienare et
insolutum accipere et retinere cum bonis et rebus alterius partis usque ad plenam et
completam solutionem et integram satisfationem totius eius pro quo agi contingerit,
et ob hoc non inteligatur parti ipsi vim vel violentam factam esse.
Quibus omnibus et singulis prefatus dominus vicarius suam et et 21 prefati reverendissimi
domini domini cardinalis et archiepiscopi Mediolani authoritatem pariter et
decretum interposuit et interponit et ut dixit cum plena et plenissima cause cognitione.
Et de predictis rogatum fuit per me notarium infrascriptum publicum confici
debere instrumentum.
Actum ut supra, presentibus provido viro Baptista de Varisio filio quondam domini
Iohannis, portae Nove, parochie Sancti Donini ad Maziam Mediolani, presbitero Christophoro
de Banfis, presbitero Mediolansis diocesis, et Iohanne Georgio de Gallarato
filio domini Antonii, porte Orientalis, parochie Sancti Babille foris Mediolani, testibus
omnibus idoneys ad premissa vocatis specialiter et rogatis.
Subscriptum cum signo tabellionatus: Ego Nicolaus de Draghis filius quondam
domini Blaxii, porte Nove, parochie Sancti Euxebii Mediolani, publicus imperiali authoritate
ac curie archiepiscopalis Mediolani notarius, presens instrumentum per alium
me aliis occupato negotiis fideliter scriptum rogatus tradidi et me subscripsi signumque
21 et et dittografia in fine di riga

90 APPENDICE
meum apposui consuetum in fidem et testimonium omnium et singulorum premissorum.

DOCUMENTO 10 91
1512.
10
Regola della Compagnia della Concezione eretta nella chiesa di San Giovanni
Battista di Melegnano.
Copia sottoscritta dal priore, sottopriore etc. intorno al 1570.
ACAM, X, Melegnano, vol. 7, fasc. 3.
(recto) In nomine Domini, amen. Questa è la regula dela santisima Conceptione
dila gloriosa Virgine Maria, regina de tutto il mondo, imperatrice del celo e advocata de
pecatori, da essere oservata per li devotti di essa Conceptione constructta ne la giesia
de Santo Iohanne Battista de Melegnano 1 nel anno MDXII, in la quatragiessia
de detto anno ut infra videlicet:
Prima che caduna persona cossì maschio come femina che siano di detta Compagnia
cum suma fede sieno obedientii alli comandamenti di Dio e dila sancta matre Giessia
et habiano carità al proximo, non facendo quelo ad alltri che non voleseno fusse fatto
a loro;
Item che li predetti di detta Compagnia debiano dir lo officio de la santisima
Conceptione che sa legere; che non sa legiere dicha in scontro di detto officio cinque
Pater et cinque Ave Marie et una Salve Regina et il Credo;
Item che li predetti di detta Compagnia, se pono, debiano ogni dì devottamente
odire la messa et li divini officii et maxime ogni festa comandata da la santa matre 2
Giesia; non siano biastematori de Dio né de santi e, se pur acadesse a biastemar per
acaduno modo, dicano statim post dita bestema una Ave Maria, a ciò che la gloriosa
Vergiene Maria li leva quel pesimo pechato;
Item che li predeti di detta Compagnia debiano ogni seconda dominica del messo
venire a odire la mesa in canto quella si cantarà alo altare dela santisima Conceptione
et fare la sua obblatione 3 secondo il parer suo, e che non potrà venir per qualche
legitimo inpedimento li mandi et non potendo né venir né mandar saltel 4 dicha cinque
Pater e Ave Maria et una Salve et il Credo et offerischa almene in fine del anno per
tutte le dominiche manchate;
(verso) Item che li prediti dila detta Compagnia debiano saltem due volte l’anno
confesarsi diligentemente et comunicarse secondo l’ordine di la santa matre Giesia, cioè
ala Pasqua di Resuretione et l’altra ala festa di la Natività aut de da 5 Conceptione,
come melio parerà a loro;
Item che li predeti di la detta Compagnia, se haveran noticia dila morte de alcuno
di detta Compagnia o mascio o femina, dicano per l’anima di tal defonte una
corona dela Madona, a ciò che Dio habia mesericordia de l’anima de tal defonte, over
far dire tre messe in fine del anno che non volese dir la corona;
Item che li predeti di detta Compagnia vengano ali officii che se farano da morte
ogni tre messi, sema che sono quatro officii l’anno, per l’anima deli defonti dila
Compagnia;
Avisando i detti devoti di essa Compagnia che, mentre non restano de adimpire la
sudeta regula per dispregio, servando però li artichulli che sono di comandamento per
la santa matre Giexia, per il resto se intende non caschano in pechato mortale.
1 canc. del
2 canc. matre
3 corr. da obligatione
4 i.e. saltem
5 i.e. la

92 APPENDICE
Io Iacobo Maccagno priore dela sudetta scuola afermo questa esser la regula dela
nostra scuola.
Io Bartolameo Reyno sottopriore dila sudetta scolla affermo come sopra.
Io Giovanni Pedro Calvenzano tesorero dila sudetta scuolla afermo come di sopra.
Io Giovanni Pedro di Martini scholaro de la sudetta schola afermo quanto di sopra.
Io Ieronimo Reyno prohurator de detta schola afermo quanto di sopre.

DOCUMENTO 11 93
1567 maggio 30 - giugno 1.
11
Visita pastorale di san Carlo Borromeo a Melegnano e in alcuni luoghi della
pieve di San Giuliano.
ACAM, X, Melegnano, vol. 8, fasc. 1.
Ed.: f. 38v, 58v-59r, in P. M. SEVESI, op. cit., p. 113.
(f. [0]r) Rubrica
Sanctissimum sacramentum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. I
Reliquiae sanctorum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 2
Olea sancta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 2
Baptisterium . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Cimiterium . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Fundationis ecclesie origo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 3
Nomina praepositi et capellanorum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 3
Nomina locorum quae parochiali subsunt cum numero animarum . . . . . . . . . . . fo. 4
Inconfessi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 4
Altare maius . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Scola Sanctissimi Sacramenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Altare Purificationis Virginis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Altare Sancti Antonii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 5
Altare Sancti Petri Martiris. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 5
Altare Sanctorum Naboris et Felicis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 5
Altare Conceptionis Virginis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Scola Conceptionis. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. eo
Altare Sancti Ambrosii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 7
Status ecclesie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 7
Paramenta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 8
Fabrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 12
Ordines et tituli omnium sacerdotum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 14
Redditus praepositi et capellanorum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 16
Annualia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 19
Officia quae celebrantur in ecclesia et quibus horis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 20
Ludi magister . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 21
Custod . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Clerici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. eo
Funeralia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 22
(f. [0]v) Indulgentiae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 23
Aedes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 23
Examen presbiterorum et clericorum. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 25 1
Nomina omnium aliarum ecclesiarum que sunt sub parochia . . . . . . . . . . . . . . . fo. 25
Monasteria burgi Melegnani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 26
Paces per nonnullos ex inconfessis factae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 26
Querela contra dominum presbiterum Dionisium de Grandatis . . . . . . . . . . . . . fo. 26
Querela contra dominum Iohannem Antonium Prealonum. . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 27
Ecclesia Sancti Petri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 27
1 riga nel margine sinistro.

94 APPENDICE
Scola Sancti Petri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 27
Oratorium 2 ⌊Assumptionis Dive Marie⌋ in castro illustrissimi marchionis. . . fo. 30
Ecclesia Sancti Rochi in burgo Fornacis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 30
Ecclesia Sancti Materni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 31
Ecclesia Sancti Blasii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 32
Ecclesia Sancte Brigide in loco de Breda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 33
Ecclesia Nativitatis Mariae in loco delle Rochae. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 33
Ecclesia Sancti Rochi in loco de Ariozo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 34
Ecclesia Sanctorum Petri et Pauli in loco de Vizolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 35
Ecclesia Sanctorum Protasii et Gervasii in loco de Sormazano . . . . . . . . . . . . . . fo. 35
Ecclesia Sancte Mariae de Calvenzano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 36
Ecclesia Sancti Antonii in loco Colturani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 37 3
Monasterium ordinis Sancti Angeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 38
Monasterium fratrum ordinis Fratrum Carmelitanorum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 38
Quedam loca sub praepositura Sancti Iuliani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 38 4
Ecclesia Sancti Michaelis in loco Pidriani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 39
Ecclesia Sanctae Mariae in loco Mezani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 40
Ecclesia Sanctorum Iacobi et Christofori in loco Balbiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 40
Ecclesia Sancti I∗∗∗ in loco Burgi Novi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 41
Comparitio per homines Balbiani facta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 41
Testes recepti super dicta comparitione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fo. 42
Ordinationes parochialis ecclesiae Melegnani
et superdictarum omnium ecclesiarum incipiunt. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .fo. 44
(f. 1r Sanctissimum sacramentum) In nomine Domini. Anno a nativitate eiusdem
millessimo quingentessimo sexagessimo septimo, indictione decima, die veneris
trigessima mensis maii.
Illustrissimus et reverendissimus dominus dominus Carolus, Dei et apostolicae sedis
gratia sancte Romanae Ecclesiae presbiter cardinalis Borromeus, Mediolanensis archiepiscopus
etc., ulterius progrediendo in opere per prelibatam illustrissimam Dominationem
suam cepto, eius scilicet universae diocesis visitandae, ea qua decet riverentia
Mediolano recedens ad burgum Melegnani se contulit, et ante ipsius burgi ingressum,
habitu pontificali assumpto, valde devote ac riverenter fuit tum ab infrascriptis praeposito
et capellanis ac cetero clero tum a nobilibus et incolis loci, prout convenit, obviam
habitus, et ad infrascriptam ecclesiam Sancti Iohannis Baptiste parochialem dicti burgi
cum laudibus et hymnis comitatus, et ibi post factas et servatas solemnitates ex
more servari solitas, et post factam universo populo orationem et hortationem,
Imprimis visitatum fuit sanctissimum (f. 1v Sanctissimum sacramentum) eucharastiae
sacramentum tentum in armariolo in pariete a manu dextra altaris maioris, ex
lapidibus condecenter ornatis constructo.
Et visum fuit quod sanctissima eucharastia conservatur in tabernaculo aeneo intus
dictum armariolum reposito, quod repertum fuit valde pulvere aspersum.
In eodem etiam 5 armariolo reperta fuit quedam capsula lignea, in qua visae fuerunt
quamplures particulae consecratae et indecenter absque aliquo corporali tentae in
quodam velo adeo simplici et male contexto, ut super nuda asside fundi ipsius capsule
visa fuerunt quamplura ipsarum particularum fragmenta corosa quae velum predictum
penetrarant.
Deante ipsum armariolum visa fuit lampas ardens quam dixerunt continuo manuteneri
6 ex oleo, quod per custodem ostiatim exigitur gratis.
2corr. da ecclesia
3riga nell’interlinea
4riga canc. Ecclesia Sancti Antonii in loco Colturani. . . fo. 38
5canc. tabernaculo
6canc. expensis fabricae de qua infra

DOCUMENTO 11 95
Et ideo dicta capsula cum velo ac fragmentis supradictis statim iussu praelibatae
illustrissimae Dominationis suae fuerunt combusta super (f. 2r Reliquiae) sanctuario
de quo infra.
Propositum fuit de ipsa sanctissima eucharastia amplius non tenenda 7 intus dictum
armariolum, sed de faciendo tabernaculo ligneo pulcro et inaurato, et eo super altare
maiori cum sanctissima eucharastia 8 collocando.
Nullam habent pixidem pro populi et infirmorum comunione. 9
Dellatum fuit prelibatae illustrissime Dominationi suae quod nuperime orta est
maxima contentio inter nobiles dicti loci ex una et populares 10 ex altera; nam ipse
⌊populus⌋ 11 contra solitum vellet 12 in societate nobilium defferre ⌊duo ex sex baculis
baldechini in levando et deponendo⌋ baldechinum 13 ⌊in elevatione sanctissimi Sacramenti
ab ecclesia, et in eiusdem depositione, cum defertur in processione que fit⌋ in
die sanctissimi Corporis Christi, et eius octava. 14
Et interogatis praedictis dominis praeposito et capellanis si quae adsunt in dicta
ecclesia sanctorum reliquiae,
associarunt praelibatam illustrissimam Dominationem suam in sacrastiam, de qua
infra, et ibi ostenderunt quandam scatulam magnam intus habentem quoddam vasculum
ex stamno, in quo reconditae sunt quedam parvulae sanctorum reliquiae ignotae,
et in eadem capsula visae fuerunt quedam bullae et alia similia prophana et hanc
scatulam in eadem sacrastia semper conservare dixerunt.
Propositum fuit de ipsis sanctorum reliquiis conservandis in armariolo supradicto
ubi nunc sanctissima tenetur eucharastia.
(f. 2v Olea sancta - Baptisterium - Cimiterium) Olea sancta 15 separatim et destinte
conservantur in tribus vasculis, cum tribus scatulis pariter separatis.
Nullum repertum fuit adesse baptisterium in dicta ecclesia.
Sacrarium vero est constructum in capella Sancti Antonii de qua infra a manu
sinistra dicti altaris, et visum fuit clausum sera et clavi.
Cimiterium, ut ex superficie apparet, alias erat undique muris vallatum, nunc
autem est pro maiori parte dirutum.
Exinde prelibata illustrissima Dominatio sua interogatis praepositis 16 praeposito
et capellanis de statu et regimine ecclesiae praedictae,
Responsum fuit ut infra videlicet:
Quod, licet dicta ecclesia sub vocabulo praepositurae nuncup[atur], nihilominus
non est collegiata, sed tantummodo parochialis.
Et quod ecclesia ipsa dicitur esse iuspatronatus quorundam (f. 3r Fundationis
ecclesie origo - Nomina praepositi et capellanorum) de agnatione de Bessana et de
agnatione de Landriano, ac comunitatis dicti burgi Melegnani, et prout constare dixerunt
ex dotatione seu augmentatione ipsius ecclesiae, apparente asserto privilegio per
olim reverendum Gerardum presbiterum cardinalem et in civitate et in provincia Mediolani
apostolicae sedis legatum e latere, ut dicitur, concesso, et ut constare dixerunt
bulla autentica expedita sub anno 1442, V Kalendas augusti, XII anno Eugenii papae
quarti.
Et quod ad ipsam ecclesiam ressident infrascripti, videlicet:
7 canc. ar
8 canc. conserva
9 paragrafo nell’interlinea
10 canc. plebeos
11 canc. plebei
12 corr. da vellent
13 canc. cum ad associandum sanctissimum sacramentum
14 Dellatum - octava nel margine superiore
15 canc. conservantur
16 i.e. praedictis

96 APPENDICE
Primo 17 reverendus dominus presbiter Baptista de Pavesiis, dictus praepositus,
etatis annorum 78 vel circa et ab anno 1527 citra ressidens.
Et una cum eo infrascripti tres capellani curati ⌊titulati⌋, videlicet:
dominus presbiter Baptista Verderius, antiquior capellanus, etatis annorum 67 et
ab anno 1528 citra ressidens;
dominus presbiter Hieronimus de Ferariis, sequens (f. 3v) capellanus, etatis annorum
62 et ressidens ab anno 1529 citra;
et dominus presbiter Dionisius de Grandatis, sequens capellanus, etatis annorum
36 et ressidens ab annis tribus citra.
Et quod ipsi omnes curam animarum exercent gradatim per ebdomodas, incipiendo
a praeposito, salvo 18 respectu cure animarum 19 ab extra burgum Melegnani degentium,
⌊nam⌋ cura ipsa alio ordine exercetur, scilicet 20 a quolibet eorum gradatim, sua
perfecta ebdomada.
Et interogatis de familiis ac numero animarum sub dicta parochiali degentium
Responsum fuit ut infra, videlicet:
primo quod locus preedictus Melegnani facit focolaria n ◦ 321, ex quibus adsunt
familie 21 nobilium, reliquae vero sunt ruralium.
Et quod sub parochiali adsunt infrascripte ville, videlicet:
(f. 4r Nomina locorum quae subsunt parochiali cum numero animarum - Inconfessi)
Locus de Sancta Breda, qui distat a parochiali per miliare unum vel circa et facit
focolaria n ◦21 XII;
Locus delle Roche, qui distat per medium miliare et facit focolaria n ◦ 6;
Locus de Riozio, qui pariter distat per medium miliare, 22 una cum
Loco 23 delle Fornaci contiguo 24 faciunt focolaria n ◦ 54;
Locus de Vizolo distans per miliare unum et facit focolaria n ◦ 25;
Locus de Sarmazano pariter distans per aliud miliare et facit focolaria n ◦ 6 25 ;
Locus de Calvenzano distans per aliud miliare et facit focolaria n ◦ 7; 26
Et locus de Colturano distans per miliaria duo et facit focolaria n ◦ ∗∗∗; 27
Et quod in totum dicta parochialis Melegnani sub se habet animas 1800 a comunione
et quod ex eis inconfessi sunt infrascripti, videlicet:
Primo ⌊Beltramus⌋ 28 de ⌊Zuchis⌋ 29 , qui non cohabitat cum uxore;
(f. 4v Altare maius - Scola Sanctissimi sacramenti - Altare purificationis Virginis
Mariae) Iohannes Albertus de Bertonicis ob inimititiam cum domino Baptista
Brambilla;
Iohannes Petrus et Iohannes Iacobus fratres de Nigris ob inimicitiam contra dominum
Petrum Paulum de Comitte;
Iohannes Antonius 30 et Iacobus, pater et filius, de Brusatis.
Deinde visitata fuerunt altaria in dicta ecclesia existentia que sunt numero septem.
Et primo visitatum fuit altare maius, cuius capella est satis pulcra et ornata.
Ancona altaris pariter est satis pulcra et ornata.
Bradella dicti altaris est nimis angusta.
17canc. ipse
18canc. quod
19canc. in
20canc. per eosdemmet et quemlibet eorum
21canc. septem
22canc. et facit focolaria numero
23corr. da Locus
24corr. da contiguus ; canc. suprascripto proxime loco qui facit
25canc. 7
26paragrafo canc. Et locus de Colturano distans per aliud miliare et facit focolaria n◦ 27 paragrafo nell’interlinea
28 canc. Alexander
29 canc. Romanis
30 canc. de

DOCUMENTO 11 97
Ad dictum altare exercetur scola Sanctissimi Sacramenti, non constat tamen de
aliqua ipsius errectione, et huius curam habent consul 31 burgi Melegnani et quidam
scolares per praepositum deputati.
Nullos habent redditus, sed tantummodo oblationes de quibus infra.
Celebrare faciunt missam solemnem per praepositum et capellanos in 3 a domnica
cuiuslibet mensis, et oblationes quae tunc fiunt remanent scolae; dixerunt et alias
fieri oblationes 32 ut infra, videlicet: in sacra concionatione dierum Nativitatis Christi et
Pasce Resurectionis, quae pariter remanent ipsi scolae, in manibus scilicet consulis qui
eas omnes expendit in emendis ceris pro illuminando sanctissimo sacramento maxime
cum ad infirmos defertur.
In dicta capella maiori adest chorus, cuius sedes satis decent.
A manu sinistra dicti altaris adest hostium per quod egreditur in campanile de quo
infra.
E dicto campanili egreditur in sacrastiam de qua infra.
E latere dextro dictae capellae maioris adest alia capella sub invocatione Purificationis
Virginis Mariae, quae dividitur a capella maiori pariete quadam per brachia
(f. 5r Altare Sancti Antonii - Altare Sancti Petri Martiris) tria tantum errecto, et
altare in ea constructum est male ornatum et absque cruce nec candelabris.
A manu quoque sinistra capelle maioris praedicte adest alia capella Sancti Antonii,
que pariter extat divisa ut supra 33 .
Supradictae tres proximae capellae extant divisae a ressiduo ecclesie quibusdam
cancellis ligneis, super quibus collocati sunt quamplures cerei magni qui dicuntur
accendi in solemnibus festis.
Ab extra dictas capellas, secus pilastrum, a manu dextra constructum extat altare
Sancti Petri Martiris.
Dotatum libris sexaginta imperialibus in anno 34 per nunc quondam dominum
Darium de Osnago cum onere celebrandi missam singulo die.
Capellanus nunc est dominus presbiter Bartholomeus Verderius custos ut infra et
qui satisfacit.
Prope dictum altare adest porta per quam egreditur super cimiterium.
Propositum fuit de hoc altare demoliendo.
(f. 5v Altare Sanctorum Naboris et Felicis - Altare Conceptionis Virginis - Scola
Conceptionis Virginis) A manu vero sinistra, e regione, secus pilastrum organa de
quibus infra sustinens, extat aliud altare Sanctorum Naboris et Felicis.
Ad hoc altare fabricerii, de quibus infra, celebrare faciunt missam singulo die ex
legato per olim dominum presbiterum Iohannem Angelum Galleranum, alias Mediolani
ecconomum, facto; dictum tamen legatum loquitur 35 in genere, scilicet quod missa
celebretur in ecclesia nullo 36 praescripto altari 37 .
Capellanus nunc est dominus presbiter Bernardinus Ascanus 38 organista ut infra,
pro mercede librarum 70 in anno.
E regione organorum adest porta quae egreditur in canonicam 39 .
Altare 40 ⌊Conceptionis⌋ Virginis Marie secus parietem a manu dextra in fundo 41
ecclesie constructum, cuius ancona habet vitream deante transparentem.
31consul è cancellato, ma non è chiaro se il notaio intendesse cancellare anche burgi
Melegnani et
32canc. in
33canc. et penes quam capellam extat porta que ingreditur in canonicam ut infra
34canc. ab
35canc. gn
36legatum - nullo nell’interlinea ; canc. praescr
37praescripto altari nel margine sinistro
38corr. da Ascanius
39paragrafo nel margine sinistro
40canc. Purificationis
41 canc. ex

98 APPENDICE
E latere dextro dicti altaris adest hostium, per quod egreditur in quendam locum
ubi nonnulla ad usum 42 infrascripte scole conservantur.
Ad hoc altare adest scola, que regitur per priorem et decem scolares, ex quibus
unus in cancelarium et alius in (f. 6r Scola Conceptionis Virginis) thesaurarium per
dominum praepositum elliguntur 43 ad eius nutum.
Ad hoc altare celebratur missa solemnis per praefatum dominum praepositum et
capellanos in 2 a die dominica 44 cuiuslibet mensis, et oblatio tunc fieri solita remanet
scolaribus.
Scola praedicta habet infrascriptos redditus et bona, videlicet:
Primo fictum libellarium quod solvitur per dominum
Marcum Antonium Palferrum cum onere
ipsis scolaribus celebrari faciendi missas 45 ⌊duas⌋ 46
in ebdomoda
Scolares tamen praedicti dixerunt quod huiusmodi
fictum alias erat librarum 30 ⌊cum onere
celebrandi quater in ebdomoda⌋, sed quod dictus
Palferrus dicit fuisse sic ut supra reductum, et propterea
celebrantur misse due tantummodo in ebdomoda.
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 20 s. d.
Benedictum Pandinum
Fictum libellarium quod solvitur per magistrum
lb. 2 s. 5 d.
Iacobum Philippum Castiragum
(f. 6v) Fictum libellarium quod solvitur per
lb. 10 s. d.
Matheum de Zunico
Fictum libellarium quod solvitur per Franci-
lb. 6 s. d.
scum de Blanchis dictum el Borono lb. 5 s. 47
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
d.
Bartholomeum et fratres de Reinis
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 4 s. 4 d. 6
Franciscum Cedronum
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 9 s. d.
Iohannem Angelum Galleranum
Petiam unam terre campi, moronis consitam,
perticarum septem, que de presenti locata est do-
lb. 4 s. d.
mino Iohanni Iacobo Verderio
Fictum libellarium quod solvitur per Iacobum
lb. 25 s. d.
Merisium
Fictum libellarium quod solvitur per dominam
lb. 4 s. 10 d.
Paulam de Gambaris et filios
Fictum libellarium quod solvitur per Franci-
lb. 5 s. 10
scum de Prato dictum 48 Gagianum
(f. 7r Scola Conceptionis Virginis) Fictum libellarium
quod solvitur per illustrissimum mar-
lb. 1 s. 4 d.
chionem Melegnani
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
lb. 8 s. 15
Petrum Vistarinum lb. 10 s. d.
42 canc. fabrice necnon et mobilia
43 corr. da elligitur
44 canc. ebdomoda
45 canc. duas ⌊sex⌋
46 canc. in ebdomoda lb. 30 ⌊20⌋ s.
47 una cifra canc.?
48 canc. Gagiano

DOCUMENTO 11 99
Fictum libellarium stariorum duorum frumenti
quod solvitur per heredes Stephani Rancheti lb. s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per magistrum
Dominicum Ferrarium lb. 5 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per Iacobum
et consortes de Ciseris lb. 79 s. 16 d.
Fictum libellarium quod solvitur per Andream
Cinquantam lb. 4 s. 10 d.
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
Baptistam Martinum dictum Comellum lb. 10 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per 49 dominum
Iohannem Petrum Brusatum lb. 20 s. d.
Et in summa lb. 186 s. d.
Dictum etiam fuit quod si quis non scolaris cupiat reponi 50 in sepultura ipsorum
scolarium, quod scola certum quid ⌊ab eo⌋ pro tali sepultura exigit 51 .
Ex quibus quidem redditibus scolares ipsi dixerunt disponi ut infra, videlicet:
Et primo per ipsos scolares solvitur annuum
fictum (f. 7v Altare Sancti Ambrosii - Status ecclesiae)
libellarium comuni de Vizolo, videlicet lb. 9 s. 4 d.
Item organistae ultra mercedem que solvitur
per fabricerios lb. 12 s. d.
Item eidem organistae ultra mercedem quae ei
solvitur pro capellania de qua supra lb. 10 s. d.
Item capellano altaris Sancti Petri Martiris ultra
mercedem ut supra lb. 10 s. d.
Item praeposito et capellanis lipras XII casei
in anno pro missa 52 in die eorum festi solemniter
celebranda 53 .
Residuum vero dictorum reddituum pauperibus
errogatur in ⌊tot⌋ pane 54 ut puta octo vel decem
modia furmenti omni anno.
Altare Divi Ambrosii constructum secus parietem a manu sinistra ad introitum
ecclesie.
Quod ⌊est nimis angustum et habet bradellam pariter angustam⌋ caretque cruce
et candelabris et nullam habet dotem.
Dicta ecclesia est satis ampla, pulcra et ornata.
Verum impeditur fere tota quampluribus bradellis muliebribus.
Nulla adsunt confessionalia.
In ea adsunt organa satis venusta.
Organista est dominus presbiter Bernardinus Ascanus pro mercede librarum 88
imperialium in anno (f. 8r Status ecclesiae) quae eidem solvuntur per fabricam de qua
infra.
In pariete a manu sinistra navis maioris fixe sunt sunt 55 quedam mesulae inaurate,
quibus alias sustinebatur depositum illustrissimi quondam marchionis 56 ⌊Melegnani⌋,
que tollende sunt.
49canc. dominum Iohannem
50Dictum - reponi nell’interlinea
51in sepultura - exigit nel margine sinistro
52Item - missa nell’interlinea
53in die - celebranda nel margine sinistro
54canc. cocto videlicet
55dittografia 56canc. del Vasto

100 APPENDICE
In fundo ecclesie collocata extant duo vasa marmorea pro aqua benedicta, videlicet
unum a dextris et alterum a sinistris, et quod est a dextris est retrotrahendum secus
pilastrum 57 prout est et aliud, ne navim maiorem impediat.
Ibidem a dextris prope dictum pilastrum in terram fixus est cippus pro elemosinis
fabrice, qui pariter dictam navim impedit.
Campanile est deante sacrastiam constructum prout superius dictum fuit et habet
quatuor campanas supra.
Dictum campanile est semidirutum ob fulmen quod 58 super eo in 59 anno exacto
cecidit.
Sacrastia est 60 e latere capelle maioris et post dictum campanile, prout supra
dictum fuit, constructa.
(f. 8v Paramenta) Hec sacrastia est satis pulcra et ornata.
Dicta ecclesia habet canonicam annexam, prout inferius loco suo dicetur 61 .
In dicta ecclesia ac sacrastia reperta fuerunt infrascripta mobilia et paramenta,
videlicet:
Prima uno puviale di brocato d’oro con l’ornamento et cappino di riccamo.
Puviali n ◦ 2 di rasso cremesile con li frissi et cappino di brocato d’oro.
Uno puviale di damasco bianco con il friso et capino di brocato d’oro.
Uno piviale di veluto turchino con il frisio verde, qual è frusto.
Pianede n ◦ 2 di brocato d’oro con le soi crosere d’argento.
Tonicelle doi di damasco bianco fornite di brocato d’oro.
Tonicelle doi di damasco bianco frusto.
Tonicelle doi di saglia negra fornite di rasso cremesile.
Pianeda una di damasco bianco fornita di brocato d’oro.
Pianete n ◦ 3 di rasso cremesile cioè una con la crosera di tela d’oro, 62 una con la
crosera di brocado d’oro, (f. 9r Paramenta) et l’altra con la crosera di damasco gialdo.
Una pianeda di veluto negro con sopra uno crucifisso riccamato.
Una altra simile pianeda con la crosera di rasso turchino.
Una pianda fatta a liste di rasso con la crosera di brocato d’oro.
Una pianeda di veluto verde con la crosera di brocato d’argento.
Una pianeda di rasso morello con la crosera di tella d’oro.
Una pianeda di rasso turchino con la crosera di rasso afigurato verde et gialdo.
Una pianeda di damasco morello con la crosera di damasco 63 cremesile.
Una pianeda di rasso cremesile afigurato con la crosera di veluto verde.
Una pianeda di rasso tanè con la crosera di ormesino incarnato.
Una pianeda di zambaloto negro con la (f. 9v) crosera rossa fatta a recami.
Una pianeda di damasco morello con la crosera bianca et gialda fatta a fogliami.
Pianeda una di damasco in color d’oro con la croce di brocato d’oro et uno
crucifisso.
Una pianeda di saglia negra con la crosera di rasso cremesile.
Pianede doi di panno morello di Grema con la crosera di ormesino color di persico,
et l’altra crosera di saglia rossa.
Pianede doi di panno rosso con le crosere di rasso gialdo.
Una pianeda ranzada seu tanè chiaro con la crosera di rasso rosso.
Una pianeda di panno negro rotta et la crosera gialda rotta.
57 canc. nam (?)
58 canc. cecid
59 canc. hoc
60 canc. a tergo
61 paragrafo nell’interlinea
62 canc. et
63 canc. turchino

DOCUMENTO 11 101
Pallii doi 64 di brocato d’oro con il frontale d’argento, l’altro con la franza di ⌊seda⌋
color d’oro et cremesile.
Uno pallio di veluto cremesile con la figura di Ihesu Christo et di sancto Giovanni
(f. 10r Paramenta) quando fece il batesmo, recamato 65 d’oro.
Uno pallio di rasso cremesile, con la figura della Madona et altre liste aricamate
et con il frontale di tela d’oro.
Uno pallio di damasco morello con sopra la figura della Madona aricamata.
Uno pallio di rasso gialdo con sopra la figura di santo Giovanni aricamata et con
il frontale.
Pallii doi di damasco bianco, sopra l’uno de quali gl’è uno ricamato uno Iesus 66
d’oro ett l’altro la figura della Madona et con uno frontale verde frusto.
Pallii doi di rasso negro, cioè uno con la franza 67 verde, et l’altro biancha et negra.
Pallii doi di veluto negro tutti doi frusti, sopra uno de quali gl’è una Pietà aricamata.
Uno pallio di veluto rosso afigurato con il suo frontale del medemo.
Uno pallio di damasco morello con la franza (f. 10v) biancha et morella.
Pallii n ◦ 3 di ormesino et rasso frusti.
Uno pallio di cendale verde frusto.
Uno pallio di rasso cremesile fatto a liste con il frontale verde rotto.
Uno pallio di rasso morello con la franza bianca et verde.
Uno pallio di saglia negra con una croce di ormesino verde.
Uno pallio di panno negro con la croce di rasso gialdo.
Pallii n ◦ 7 di tela quali del continuo restano sopra l’altari.
Balduchino uno di brocato d’oro con il suo frontale d’oro.
Balduchino uno di rasso cremesile con il suo frontale.
Frontali doi di veluto rosso con la franza biancha et turchina et l’altro di rasso
rosso con sopra trei 68 Ihesus recamati et la franza d’oro.
Frontali doi verde, cioè uno di veluto (f. 11r Paramenta) et l’altro di rasso con le
croci d’oro.
Frontali 3 di seda de diversi colori.
Camisci doi con le peze di brocato d’oro.
Camiscio uno con le peze di tela d’oro.
Camisci doi con le peze di rasso cremesile.
Camiscio uno con le peze di veluto verde.
Camisci 3 con le peze di rasso afigurato de diversi colori.
Camesci quatro con le peze di saglia negra.
Camiscio uno con le peze di saglia turchina.
Amiti 3 d’oro, cioè doi con le croci d’argento et uno con uno Ihesus di perle.
Amitti 4 di damasco bianco, cioè 3 con le croci d’oro et l’altro con uno Agnus Dei.
Amiti 3 di rasso cremesile con le croci d’oro.
Amitti 3 di damasco morello, cioè doi di rasso in color d’oro et l’altro cremesile.
Item uno di veluto verde con le croci di rasso paiado.
Amitti doi di veluto negro frusto con le (f. 11v) croci d’oro et argento.
Amitti 3 di saglia negra con le croci di rasso rosso.
Amitto uno di rasso tanè con le croci di rasso paiado.
Amitto uno di panno morello con le croci di rasso cremesile.
Amitti XI di seda de diversi colori senza tella.
Stolla una di brocato d’argento.
Stole di seda de diversi colori n ◦ XII.
64 corr. da dui (?)
65 corr. da recamati
66 corr. da Giesus
67 canc. negra
68 canc. Ieh

102 APPENDICE
Manipulo uno di brocato d’oro.
Manipuli XI di seda de diversi colori.
Stole di panno et saglia n ◦ 5.
Manipuli di panno et saglia n ◦ 7.
Cordoni con li fiochi di seda n ◦ 3.
Cordoni di fillo n ◦ 15 tra boni et frusti.
Tovaglie per l’altari tra bianche et signate n ◦ 26.
Mantili per l’altari n ◦ 37.
Mantili 3 per il lettorino.
Spalete doi di corame d’oro et doi di (f. 12r Paramenta) lana fatte a liste, fruste.
Tabernaculo uno di argento grande.
Tabernaculo uno di 69 metallo picolo.
Calici n ◦ 3, cioè doi tutto d’argento et l’altro con la coppa sola d’argento.
Campanele n ◦ 4, cioè 3 bone et una frusta.
70 ⌊Bacinete⌋ n ◦ 3 di ottone tra bone et rotte, di ottone.
Para 5 candeleri di ottone tra grandi et picoli.
Uno turribulo di ottone.
Lampadarii doi di ottone.
Croci doi d’aramo sopra indorate.
Missali n ◦ 8 parte Romani et parte Ambrosiani.
Breviarii doi grandi.
Libri n ◦ X da canti tra grandi et picoli.
Cosini d’arame n ◦ 6 per l’altari.
Uno mondino di legno depinto.
(f. 12v Fabrica) Dictum fuit quod infrascriptis paramentis amplius non utantur,
videlicet:
Manipulis et stolis albis,
Quatuor ex corporalibus,
Amicto nigri coloris,
Alio taneti coloris.
Lacerata fuerunt quamplura purificatoria, uti indecentia.
Prophanati fuerunt duo calices et tres patenae, 71 ad hoc ut inaurentur.
In uno ex guarneriis banci ubi dicta paramenta conservantur in sacrastia conservantur
etiam scripturae dictae ecclesie.
Nullum adest oratorium nec lavatorium in dicta sacrastia pro sacerdotibus.
Et interogatis praedictis dominis praeposito et capellanis necnon sindicis et hominibus
ac aliis deputatis dicti burgi pariter ad praesentiam prelibati illustrissimi cardinalis
convocatis, quosnam redditus et bona habeat 72 fabrica (f. 13r Fabrica) dictae ecclesie,
Responsum fuit quod dicta fabrica habet 73 ⌊nonnullos⌋ redditus et bona, 74 quorum
cura habetur per duos fabricerios per praepositum elligi solitos et qui fabricerii nunc
sunt:
Dominus Ioseph a Basilica Petri et
Dominus Alexander Reina.
Et qui quidem redditus et bona sic describuntur, videlicet:
Primo fictum libellarium quod solvitur per dominum
Iohannem Petrum de Brusatis lb. 7 s. 16 d.
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Franciscum a Basilica Petri lb. 1 s. 12 d.
69 canc. arame (?)
70 canc. Campanele
71 canc. ut
72 canc. dicta ecclesia
73 canc. infrascriptos nonnullos (?)
74 canc. videlicet

DOCUMENTO 11 103
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Ambrosium Pizatum (?) 75
Fictum libellarium quod solvitur per heredes
lb. 1 s. 12 d.
illustrissimi marchionis Guasti
Fictum libellarium quod solvitur per Franci-
lb. 30 s. 15
scum et consortes de Martinis
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 55 s. 8 d.
Franciscum et nepotes a Basilica Petri
(f. 13v) Fictum libellarium quod solvitur per
lb. 42 s. d.
Dionisium Rancatum
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
lb. 16 s. d.
Antonium Brazolum
Fictum libellarium quod solvitur per magnifi-
lb. 6 s. d.
cum B(er)nabonem Vicecomittem
Fictum libellarium quod solvitur per filios do-
lb. 25 s. d.
mini Angeli a Basilica Petri
Et in summa computatis ⌊etiam⌋ oblationibus
que fieri solent in diebus Iovis et Veneris sancti,
in diebus Ascensionis, in die
lb. 7 s. d.
76 Sanctissimi Corporis
Christi et in die Sancti Iohannis Baptistae, in
totum in circa
Ex quibus quidem redditibus dixerunt disponi
ut infra videlicet:
Et primo pro mercede domini presbiteri Ber-
lb. 200 s. d.
nardini Ascani capellani ut supra omni anno
Item eidemmet Ascano pro mercede pulsandi
lb. 70 s. d.
organa prout supra
Residuum vero expendi dixerunt circa paramenta
et ecclesie ornatum ac reparationem.
lb. 88 s. d.
(f. 14r Ordines et tituli omnium sacerdotum) Post hec 77 interogatis etiam praedictis
dominis praeposito et capellanis curatis ac aliis in dicta ecclesia sic ut supra
deservientibus de eorum ordinibus et titulis,
Primo praedictus reverendus dominus presbiter Baptista Pavesius praepositus exhibuit
78 tantummodo litteras quatuor minorum ordinum et subdiaconatus, ceteros
vero ordines dixit amississe.
Exhibuit etiam licentiam seu bullam ut ad sacerdotium ordinari posset extra
tempora.
Exhibuit quoque bullam per quam apparet eum fuisse provisum de dicto beneficio
per olim reverendum viccarium Tonsum, mediante ellectione per patronos facta ob
obitum domini Luchini de Amigonibus, et prout patet ex ipsa bulla 79 seu instrumento
institutionis recepto per olim dominum Franciscum Carabellum sub die 80 6 mensis
septembris anni 1527.
2 ◦ praefatus dominus presbiter 81 Baptista Verderius (f. 14v) pariter omnium eius
ordinum litteras exhibuit, ex quibus apparet ipsum fuisse ⌊Mediolani⌋ promotum ad
clericatum et prout legitur in instrumento rogato per quondam dominum Iohannem
Antonium Belnigardum olim curie archiepalis cancellarium sub die 23 martii
1520.
75 Pizotum? Pizetum?
76 canc. Corpo
77 canc. praelibata
78 canc. omnes litteras eius ordinum
79 canc. recepta
80 canc. X ma martii 1525
81 canc. B

104 APPENDICE
Ad presbiteratum 82 quoque Mediolani, prout patet instrumento rogato per dominum
Carabellum sub die XXIII septembris 1525.
Et dixit se fuisse provisum de dicto beneficio per ellectionem patronorum, scilicet
familie de Bessana, de Cattaneis et 83 de Landriano et communitatis, prout patet ∗∗∗ 84 .
3 ◦ dominus presbiter Hieronimus de Ferariis exhibuit litteras omnium eius ordinum
praeter presbiteratus, quas dixit amississe.
Et instrumentum 85 clericatus fuit receptum per olim dominum Carabellum sub die
X ma martii 1525.
Provisiones vero dicti eius beneficii licet monitus non exhibuit.
(f. 15r Ordines et tituli omnium sacerdotum) 4 ◦ prefatus quoque dominus presbiter
Dionisius de Grandate exhibuit litteras omnes ius ordinum.
Et apparet eum fuisse ad clericatum promotum per reverendum Melchionem Cribellum,
prout legitur ex instrumento recepto per olim dominum Tritium sub die XVII
septembris anni 1546
Ad presbiteratum vero per reverendum dominum Arcimboldum, prout legitur in
instrumento recepto per spectabilem dominum Iohannem Parpalionum sub die 23
decembris 1553.
Et dixit se fore provisum de dicto beneficio per resignationem reverendi et magnifici
iurisperiti domini Pauli Patrocinii, prout patet ⌊instrumento⌋ institutionis 86 factae per
reverendum et magnificum dominum ∗∗∗ viccarium curiae archiepiscopalis et rogatae
per spectabilem dominum Bartholomeum Parpalionum Mediolani notarium, quod dixit
adhuc non explevisse.
V ◦ dominus etiam presbiter Bartholomeus Verderius 87 ⌊custos ut infra⌋ ex aspectu
⌊est⌋ etatis annorum 45.
Exhibuit omnium eius ordinum litteras et fuit (f. 15v Custos - Organista - Ludi
magister) promotus ad clericatum per reverendum Franciscum Landinum, prout patet
instrumento recepto per dominum Iohanem Solonatum die nono mensis iunii 15∗∗.
Ad presbiteratum vero per reverendum dominum Melegnanum et prout legitur in
instrumento rogato per Carabellum die X iunii 1536.
6 ◦ praefatus dominus presbiter Bernardinus ⌊Ascanus⌋ organista et ipse exhibuit
litteras omnes eius ordinum et fuit promotus ad clericatum per reverendum Melegnanum,
prout constat instrumento rogato per dominum Carabellum sub die XXI mensis
maii 1535.
Ad presbiteratum vero per reverendum Melchionem Cribellum, prout patet instrumento
rogato per Tritium sub die XVIII septembris 1546.
7 ◦ dominus presbiter Marcus de Livizano capellanus praedicti domini praepositi
ac ludi 88 magister dixit esse etatis annorum 47 et quod est oriundus Regii.
Exhibuit dimissoriam habitam a reverendo et magnifico (f. 16r Redditus praepositi
et capellanorum) domino Ormaneto sub die 20 mensis novembris anni 1565, in qua
idem dominus Ormanetus attestatur vidisse alias dimissorias et litteras eius ordinum,
et quod ad presbiteratum fuit promotus sub die 20 septembris anni 1544.
Et interogatis praedictis reverendis dominis praeposito et capellanis curatis quosnam
habeant redditus et bona et de uniuscuiusque eorum praebendis,
Responsum fuit quod 89 ipsi nullas habent praebendas, sed quod eorum redditus
constant ex ressidentia tantum et quod ⌊ex⌋ redditus praedictis fiunt quinque
portiones, quarum duas ⌊habet⌋ praepositus et 90 ipsi tres capellani ⌊videlicet⌋ unam
82 canc. vero
83 canc. p
84 spazio di due righe in bianco
85 canc. fui
86 corr. da institutione
87 canc. etatis
88 canc. praeceptor
89 canc. eorum redditus constant
90 canc. tres

DOCUMENTO 11 105
pro singulo eorum, ⌊ressidentiam tamen et non aliter⌋, et quidem redditus et bona
iuxta notulam per eos datam sic describuntur, videlicet:
Redditus qui annuatim solvitur per moniales
monasterii della Stela Mediolani
Fictum libellarium quod solvitur per magnifi-
lb. 40 s. d.
cum dominum Pompeum de Porris
(f. 16v) Fictum libellarium quod solvitur per
lb. 45 s. d.
dominum Aluisium de Desio
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 16 s. d.
Bernardum Terzagum
Fictum libellarium quod solvitur per venerabiles
monacos
lb. 47 s. d.
91 Franciscanos ordinis Penitentiae in
burgo Vigentini Mediolani
Fictum
lb. 10 s. d.
92 quod solvitur per dominum Hieronimum
Pavesium de Melegnano 93 super perticis 120
terre vineae eidem locatis cum pacto super eis faciendi
melioramenta et quod ab ipsis bonis non
possit ammoveri nisi solutis ipsis melioramentis
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 132 s. d.
Petrum Bamphum
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 7 s. 10 d.
Franciscum Oldanum
Fictum libellarium quod solvitur per magistrum
lb. 8 s. d.
Iohannem Mariam Calvenzanum 94
(f. 17r Redditus praepositi et capellanorum) Fictum
libellarium quod solvitur per dominum
lb. 7 s. 2 d.
95 Franciscum
Cinquantam et Bernardinum Porcarium, ultra
paria 3 caponorum
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 20 s. d.
Alexandrum Rancatum
Fictum libellarium quod solvitur per monacos
lb. 10 s. d.
96
Carmelitanos 97 burgi Melegnani
Fictum libellarium quod solvitur per Margari-
lb. 5 s. 14 d.
tam Peloiam
Fictum libellarium libellarium
lb. 4 s. 10 d.
98 quod solvitur
per heredes dominae Elisabet Fracapanis
Fictum libellarium quod solvitur per Bartholo-
lb. 8 s. d.
meam et sorores de Baruffis
Fictum libellarium quod solvitur per heredes
lb. 9 s. 10 d.
Iohannis de Fiorolo
Fictum libellarium quod solvitur per heredes
lb. 4 s. 18 d.
Iacobi Bochi, ultra ontias sex incensi
(f. 17v) Fictum libellarium quod solvitur per
lb. s. 6 d.
dominum Iohannem Petrum de Brusatis
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
lb. 2 s. 8 d.
Iohannem Angelum Galleratum lb. 5 s. d.
91canc. monasterii
92canc. libellarium
93canc. lb. 132 s. d.
94canc. Calvenzanum
95corr. da domino ; canc. Francisco Cin
96canc. m
97canc. m
98dittografia

106 APPENDICE
Decima que solvitur per fictabiles loci de Sarmazano
lb. 3 s. 4 d.
Fictum libellarium quod solvitur per Ambrosium
della Flore lb. 5 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
Petrum de Modena lb. 12 s. d.
Verum dixerunt quod contra dictum emphiteotam
agitur lis pro relaxatione bonorum emphiteuticorum.
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Galeaz a Basilica Petri lb. 4 s.
Fictum libellarium quod solvitur per dominos
Iohannem Franciscum et Hieronimum de Gambara lb. 2 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per dominos
Iohannem Donatum et fratres de (f. 18r Redditus
praepositi et capellanorum) Martinis lb. 4 s. 10
Fictum libellarium quod solvitur per Alexandrum
de Martinis, ultra par unum caponorum lb. 8 s. 10
Fictum libellarium quod solvitur per dominum 99
Erasmum de Septala lb. 7 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
Mariam Merisium lb. 4 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per Iosephum
Bardotum lb. 2 s. 8
Fictum libellarium modiorum duorum misturae
quod solvitur per dominum Iohannem Ambrosium
Salvanescum lb. s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per Clementem
et ⌊eius⌋ sorores de Farinaschis lb. s. 16
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Bartholomeum Reinam ultra ontias 3 incensi lb. s. 12
(f. 18v) Fictum libellarium modii unius 100 et
quarteriorum duorum furmenti quod solvitur per
heredes domini Salinini Panigati lb. s. d.
Petia una terre ⌊vineae⌋ in loco Vizoli perticarum
XII quae de presenti locata est lb. 7 s. 4
Alia petia terrae ⌊vineae⌋ in eodem loco perticarum
10 que de presenti locata est lb. 6 s. d.
Alia petia terre prati, qui non irrigatur, sita in
territorio Castri Veteris perticarum 20 tab. 19, que
de presenti locata est lb. 42 s. d.
Alia petia terre 101 vineae in eodem loco perticarum
18, que de presenti locata est lb. 18 s. 8 d.
Alia petia terre vineae in loco Melegnani 102
perticarum 28 cum domuncula una, que de presenti
locata sunt lb. 93 s. 8 d.
Alia petia terre ⌊vineae⌋ in loco Vizoli perticarum
28, que de presenti locata est lb. 65 s. 11 d.
(f. 19r Redditus praepositi et capellanorum) Alia
petia terre vineae contiguae suprascripte aliae
99 canc. Hieronimum de Septala
100 canc. furmenti
101 canc. in
102 canc. cum

DOCUMENTO 11 107
proximae perticarum XII, que de presenti locata
est lb. 31 s. d.
Alia petia terrae sita in territorio Cassalis Maiochi,
diocesis Laude, perticarum 64, partim campi
et partim vineae, et que de presenti extat locata lb. 109 s. 7 d.
Et alia petia terre ⌊vinea⌋ in loco Castriveteris
perticarum 8, que de presenti locata est lb. 7 s. d.
Et que omnes summe in totum ascendunt ad
summam librarum videlicet lb. 823 s. d.
vel circa.
(f. 19v Annualia) Dixerunt quoque iidem domini
praepositus et capellani curati quod ultra redditus
predictos etiam 103 habent nonnullos alios redditus
et bona pro certis annualibus in dicta ecclesia
faciendis et qui quidem redditus et bona iuxta
notulam per eos datam sic describuntur, videlicet:
Fictum libellarium quod solvitur per Bernardinum
Manzochum lb. 4 s. 10
Fictum libellarium quod solvitur per Clementem
et eius sororem de Farinatiis lb. 4 s. d.
Petiam unam terrae campi sitam in territorio
Colognii perticarum 20, que de presenti locata est
Mapheo Calvo pro ficto lb. 40 s. d.
Fictum libellarium quod solvitur per magnificum
dominum Aluisium Pallatium lb. 1 s. 16
Fictum libellarium quod solvitur per (f. 20r
Annualia) heredes domini Nicolai Fracapanis ultra
caponum unum et 104 ova sex gallinacea lb. 3 s. 13 d. 5 (?)
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Cesarem de Fano lb. 1 s. 10 d.
Fictum libellarium quod solvitur per dominum
Franciscum de Blanchis dictum Boronum lb. 15 s. d.
105 Fictum libellarium quod solvitur per Baptistam
dictum Boncompagno lb. 1 s. d.
Et fictum libellarium ⌊et seu legatum⌋ quod
solvitur per domin(os) Iohannem Petrum et fratrem
de Brusatis cum onere faciendi offitium unum
cum quatuor missis in anno lb. 7 s. 10
Verum praedictus dominus Iohannes Petrus ad
praesentiam praedicti illustrissimi cardinalis existens
conquestus est quod licet dictum legatum
quottannis exolvat nihilhominus ab annis tribus
citra dicta officia non fuerunt celebrata.
(f. 20v Officia quae celebrantur in ecclesia et quibus horis) Et interogatis quod
onus habeant celebrandi et que officia celebrentur in dicta ecclesia,
Responsum fuit quod ultra onus curae per ebdomodas prout superius dictum fuit
exercendae, quod ex inveterata etiam consuetudine praepositus et capellani ipsi celebrant
eorum missam singulis diebus festivis ex praecepto, in aliis vero diebus feriatis
pariter missam celebrant secundum opportunitatem temporis et populi, taliter quod
103 canc. exigunt infr
104 canc. vet (?)
105 canc. Et

108 APPENDICE
singula die feriata 106 quatuor vel saltem tres misse celebrantur in dicta ecclesia, missis
⌊tamen⌋ 107 aliorum capellanorum de quibus supra computatis.
Et quod ebdomodarius 108 missam ultimo loco semper celebrare consuevit.
Et quod ex inveterata consuetudine ut supra, etiam singulis diebus festivis recitari
solent in 109 choro dicte ecclesie infrascripte hore 110 in cantu, videlicet:
Matutinum,
(f. 21r Officia quae celebrantur in ecclesia et quibus horis) Prima,
Tertia,
Missa magna et 111
Vesperas.
In diebus vero feriatis etiam eademmet hore semper recitantur sub voce tamen in
ecclesia.
Verum 112 quod in quadregissmali tempore cantantur omnes hore canonicae in
singulis diebus et suis horis debitis, et tam in diebus festivis quam non.
Punctatorem tamen aliquem deputare non consueverunt.
Et interogatis, si qui alii presbiteri in dicta ecclesia celebrant ⌊et seu in dicto
burgo Melegnani commorantur⌋, necnon et de custodibus et clericis ac aliis officialibus
in dicta ecclesia deservientibus,
Responsum fuit quod nullus alius sacerdos in dicta ecclesia celebrat, nec etiam quis
alius sacerdos in dicto burgo permanet, praeter ludi magistrum, qui vocatur dominus
presbiter Marcus de Livizano, et qui ad presentiam praedicti illustrissimi cardinalis
(f. 21v Ludi magister - Custos et clerici) convocatus dixit quod tenet scolares XXX ta
in circa et alias nomine praedicti domini praepositi celebrabat in dicta ecclesia singulis
diebus festivis, et item faciebat 113 ebdomodam ipsi praeposito in quarta quaque
ebdomoda tangentem, 114 res tamen ad curam animarum pertinentes praepositus per
se ipsum exercebat, et praemissa pro mercede librarum septuaginta in anno.
Dixitque quod a certo tempore citra sic volente praeposito destitit a celebrando ut
supra.
Verum quod de presenti etiam convenit cum praedicto praeposito de celebrando
ut supra et prout supra.
Dixeruntque quod in dicta ecclesia custos gratis inservit, videlicet dominus presbiter
Baptista Verderius superius nominatus.
Necnon et 115 ⌊quatuor⌋ clerici qui gratis pariter inserviunt, videlicet:
Baptista de Martinis filius domini Francisci etatis annorum 15 vel circa.
Lelius de Martinis filius domini Iohannis Pauli etatis annorum XVII vel circa.
Iacobus de Brambilla filius domini Andreae (f. 22r Funeralia) etatis annorum 15
et
Dominus Iohannes Ambrosius de Cechonis filius domini Antonii Mariae etatis
annorum 16.
Et qui omnes incedunt in habitu.
Interogatis quoque de ritu et mercede ac aliis preheminentiis servari et dari solitis
in funeralibus faciendis,
Responsum fuit servari ac exigi prout infra, videlicet:
106 canc. saltem
107 canc. cape
108 corr. da ebddomodarius
109 canc. dicta ecclesia
110 canc. videlicet
111 canc. vesperas
112 canc. et
113 canc. quartam
114 canc. in
115 canc. duos ⌊tres⌋

DOCUMENTO 11 109
Quod 116 quod 117 ad aliqua funeralia petitur solus presbiter et quandoque duo, et
tunc dari solent solidi quatuor pro quolibet et clericis solidi duo pro quolibet eorum,
salvo quod in funeralibus pauperum ipsis clericis ⌊datur tantummodo assis⌋.
Ad aliqua vero petitur totum capitulum et tunc etiam eadem merces datur, salvo
quod portio praepositi duplicatur, et salvo quod, si extra burgum eundum sit, tunc
dantur solidi VI pro singulo et merces praepositi duplicatur ut supra 118 .
Et si apponatur pallium brocati, pro eo exigi solent librae quinque imperiales,
quarum medietas capitulo 119 remanet et altera medietas sacrastiae applicatur.
(f. 22v) Et quod pro pallio velluti exigi solent solidi 36, quorum solidi XXIIII
remanent capitulo et residuum fabricae, salvo quod burgus Lambri nuncupatus in
totum solvit solidos decem capitulo.
Et quod pro aliis paliis sericeis exigi solent solidi XXIIII, qui dividuntur pro
medietate inter capitulum et fabricam.
Pro palliis vero panneis exiguntur solidi XII, qui in totum remanent capitulo.
Et quod pro cruce aurea capitulum accipit solidos IIII et solidus unus datur eam
deferenti.
Si 120 campana maior in funeralibus quis pulsari velit, solidos XXIIII fabricae
solvere 121 solet, et solidos duos illi qui eam pulsarit.
Pro sepulturis capitulun nil accipere 122 dixerunt, verum quod fabrica 123 pro eis acceptat
quicquid sponte dari contingit 124 , ut puta solidos X usque (f. 23r Indulgentiae)
in duodecim.
Et quod semper dari solet candella 125 unicuique presbitero, et praeposito duae.
Et quod funeralium cera remanet capitulo, verum quod illam in totum insumunt
in ecclesia.
Et interogatis si que habent statuta et privilegia ratione dicte ecclesie,
Responsum fuit nil statutum in scriptis apparere, sed quod ex ritu tantummodo
servant ea que superius dicta sunt.
Et quod eis latet an dicta ecclesia sit in aliquo privilegiata, salvo quod obtinet
infrascriptas indulgentias, videlicet:
Primo indulgentiam dierum 300 alias per tres illustrissimos cardinales concessa
126 cuntis personis ecclesiam predictam in diebus infrascriptis visitantibus,
videlicet:
in die Veneris Sancti,
in die Ascensionis domini nostri Ihesu Christi,
(f. 23v Aedes) in die sanctissimi Corporis Christi,
in die Sancti Iohanis Baptistae.
Et aliam indulgentiam dierum 900 per novem illustrissimos cardinales concessam
iis omnibus personis dictam ecclesiam in diebus infrascriptis visitantibus, videlicet:
in die Ascensionis Corporis Christi,
in die Nativitatis Sancti Iohannis Baptiste,
in die Conceptionis Virginis Mariae,
et in die Assumptionis eiusdem.
116canc. si
117dittografia 118praepositi - supra nel margine sinistro.
119canc. et alter
120canc. Pro
121canc. sol
122canc. dixit
123canc. pro eis
124canc. velent
125canc. i
126canc. ill. per

110 APPENDICE
Necnon et aliam indulgentiam plenariam per sanctissimum pontificem Pium quartum
concessam iis omnibus qui dictam ecclesiam visitarint 127 in diebus infrascriptis,
videlicet:
in die Veneris Sancti et
in die Sancti Iohannis Baptistae.
Post hec praelibata illustrissima Dominatio sua visitavit omnes domos ipsius ecclesie
et eidem ecclesie annexas et quas habitant praedicti domini praepositus et capellani
curati.
Et primo compertum fuit quod e dictis domibus, quae insimul iunctae sunt, in
stratam seu plateam publicam egreditur per (f. 24r Aedes) tres portas ut infra, videlicet:
una egreditur in ecclesiam prout superius dictum fuit,
alia egreditur in ⌊publicam⌋ plateam a fronte ecclesie et
alia egreditur in stratam publicam a fronte campanilis.
Deinde primo visitata fuit domus in qua habitat praedictus dominus praepositus et
que domus habet loca quinque in terra 128 , quorum tria satis conveniunt, ultra stalam
et canepas duas, 129 desupra autem nil adest praeter solarium.
Et qui praepositus secum in eadem domo tenet ancillam, satis tamen annosam.
2 ◦ visitata fuit domus quam habitat praedictus dominus presbiter Baptista Verderius,
que habet loca tria in terra ultra canepam, desupra autem solam cameram cum
solario.
Et latrina dicte domus est secus parietes ecclesie ⌊indecenter⌋ constructa. 130
Habet etiam stalam et capsinam secus eosdem parietes 131 ⌊indecenter⌋ constructas
prope scilicet (f. 24v Aedes) portam in ecclesia sic ut supra egredientem.
Qui presbiter in eadem domo secum ⌊pariter⌋ tenet aliam ancillam, satis tamen
annosam nec suspectam.
3 ◦ visitata fuit domus quam habitat praedictus dominus presbiter Hieronimus Ferarius
et quae est e regione suprascriptae proximae et habet loca duo in terra ultra
canepam et duo loca superiora, in qua domo etiam habitat quedam 132 dicti capellani
nepos una cum marito.
4 ◦ visitata fuit domus quam habitat praedictus dominus presbiter Dionisius de
Grandatis, que habet loca duo in terra ultra canepam subteraneam, videlicet subtus
sacrastiam ecclesie, desupra autem habet loca quatuor, duo scilicet satis apta et
habitabilia et alia duo fere diruta.
In uno ex dictis locis superioribus habitat dominus presbiter Bernardinus Ascanus
organista.
Dominus Iohannes Petrus de Brusatis ibidem ad presentiam praedicti illustrissimi
cardinalis existens petiit provideri ne e finestra in uno ex dictis locis superioribus
existenti (f. 25r Aedes) conspici possit in domum et viridarium ipsius Brusati, prout
de presenti indecenter conspici posse asserit.
Visitata etiam fuit camera una intus campanile constructa, quam habitat praedictus
dominus presbiter Baptista Verderius custos ecclesie.
Intra fines dictarum domorum, scilicet prope 133 domum praedicti domini praepositi,
adest viridarium unum et ex eo praedictus dominus praepositus gaudet duabus
portionibus et ressiduo gaudent supradicti tres capellani curati, videlicet singuli eorum
una portione.
127 canc. d
128 canc. satis pulcr
129 canc. in
130 canc. Secus etiam eosdem parietes
131 canc. prope pro
132 canc. nepos
133 canc. portam

DOCUMENTO 11 111
Fabricerii ad praesentiam praedicti illustrissimi cardinalis convocati conquesti sunt
quod hactenus semper gravati fuerunt et in presentiarum gravantur ad omnes impensas
quae fieri contingunt circa refectionem et dictarum domorum reparationem, cum tamen
hae impensae spectassent et spectarent praedictis praeposito et capellanis et seu illi
eorum domum refficiendam vel reparandam habitanti.
(f. 25v Examen presbiterorum et clericorum) Exinde praelibata illustrissima Dominatio
sua ad se accersitis praedictis dominis praeposito et capellanis curatis ac
aliis presbiteris et clericis dicte ecclesie et unoquoque eorum, singulariter et debite
referendo, 134 examinato de eius doctrina et habilitate,
Primo ex examine praedicti domini praepositi compertum fuit illum fore 135 ⌊minus⌋
idoneum 136 ⌊et⌋ 137 ob decrepitatem 138 curam animarum vix exercere potest.
139 Ideo dictum fuit quod 140 ⌊bonum⌋ foret ei 141 coadiutorem dare.
2 ◦ ex examine domini presbiteri Baptistae Verdelli capellani curati compertum fuit
eum 142 et in litteris et in cura animarum ignarissimum 143 .
Dictum fuit de ei 144 omnino interdicenda animarum cura.
3 ◦ ex examine domini presbiteri Hieronimi Ferarii capellani curati compertum
fuit eum fore in litteris ignarum et in cura animarum minus peritum, aliis tamen
tolerabiliorem 145 .
Dictum tamen fuit quod tollerari possit ob deficientiam sacerdotum.
4 ◦ ex examine domini presbiteri Dionisii de Grandatis capellani curati compertum
fuit eum 146 (f. 26r Examen presbiterorum et clericorum) satis bene legere et intelligere,
in rebus vero ad curam animarum pertinentibus valde ineptus apparet, propterea
et cum etiam male de eo audiatur dictum fuit de eo transmittendo ad carceres vel saltem
in curia archiepiscopali Mediolani per aliquod tempus, ut ibi summis eclesiasticis
operam navare possit 147 .
V ◦ ex examine domini presbiteri Bartholomei Verderi custodis et capellani simplicis
compertum fuit illum nec satis idoneum fore ad celebrandam missam, tamen ob eius
integritatem et bonam famam apud omnes dictum fuit quod bonum est illum tollerare,
verum quod post aliquot dies Mediolani se praesentaret 148 .
6 ◦ ex examine domini presbiteri Bernardi de Ascanis 149 organistae et capellani
compertum fuit illum fore satis idoneum pro capellano tantum.
7 ◦ ex examine domini presbiteri Marci Livizani ludi magistri et capellani praedicti
domini praepositi compertum fuit illum fore in litteris satis idoneum necnon et pro
capellano, in rebus vero curae animarum non satis peritum, et cum aliquo polleat
ingenio facillime etiam brevi tempore idoneus evaderet ad animarum curam.
8 ◦ Baptista de Martinis clericus repertus fuit satis idoneus 150 eius etate inspecta,
et 151 habitus fuit pro iuvene alicuius spei.
9 Lelius de Martinis repertus fuit minus idoneus eius etate inspecta.
134canc. i
135canc. satis
136canc. et sufficientem
137canc. tamen
138canc. v
139canc. Et
140canc. ute (?) salubre
141canc. coad
142canc. fore
143canc. et minus peritum fore
144canc. int
145rem nel margine sinistro
146canc. ea
147ut - possit nel margine sinistro
148dies - praesentaret nel margine sinistro
149canc. co
150canc. pro etat
151canc. iudic

112 APPENDICE
10 Iacobus de Brambilla, qui habitum clericalem extern[a] die tantum suscepit,
parum idoneus repertus est.
11 Ambrosius de Zuconis clericus et qui est nepos prae[dicti] domini praepositi
repertus fuit parum sufficiens, licet aliquo polleat ingenio.
(f. 26v Nomina ecclesiarum quae dicte parochiali subsunt) Expost interogatis etiam
praedictis dominis praeposito et capellanis curatis de aliis ecclesiis et oratoriis dictae
parochiali Melegnani subiectis,
Responsum fuit quod sub dicta parochiali adsunt infrascripte ecclesiae, videlicet:
In terra Melegnani et eius burgis
Primo ecclesia Sancti Petri per scolares tenta.
Oratorium Conceptionis Virginis Mariae in edibus castri illustrissimi marchionis
Melegnani.
Ecclesia Sancti Rochi in burgo Fornacis.
Ecclesia Sancti Materni.
Ecclesia Sancti Blasii per eosdem scolares Sancti Petri tenta.
Ecclesie forenses
Ecclesia Sancte Brigide in loco de Breda.
Ecclesia Nativitatis Marie in loco delle Roche.
Ecclesia Sancti Rochi in loco de Riozio.
Ecclesia Sancti Petri in loco de Vizolo.
Ecclesia Sanctorum Protasii et Gervasii in loco de Sarmazano.
(f. 26(bis)r Monasteria burgi Melegnani) Ecclesia Assumptionis Divae Marie in
loco de Calvenzano. 152
Ecclesia Sancti Antonii in loco de Colturano.
Interogatis etiam de monasteriis in dicta parochiali existentibus,
Responsum fuit quod adsunt tantummodo tria monasteria in terra Melegnani
existentia, videlicet:
Primo monasterium fratrum de Misericordia nuncupatorum, ordinis fratrum Divi
Angeli Mediolani;
Monasterium fratrum Dive Mariae, ordinis fratrum Carmelitanorum Mediolani;
Et monasterium fratrum Divae Mariae Gratiarum, ordinis fratrum monasterii
Gratiarum Mediolani.
Praemissis omnibus sic ut supra completis, praelibata illustrissima Dominatio sua
iussit ad se evocari omnes inconfessos.
(f. 26(bis)v Paces per nonnullos ex inconfessis factae - Querela contra dominum
presbiterum Dionisium de Grandatis) Et primo vocatus ⌊fuit⌋ Albertus Bertonius supradictus,
inimititiam agens cum domino Baptista Brambilla, qui Albertus medio et
opera praelibate illustrissime Dominationis sue amplam pacem et remissionem fecit
dicto domino Baptiste, prout patet instrumento per me notarium recepto sub die
suprascripto.
2 ◦ vocati 153 ⌊fuerunt⌋ domini Iohannes Iacobus et Iohannes Petrus fratres de Nigris
⌊supradicti⌋, inimititiam agentes contra dominum 154 Petrumpaulum de Comitte, qui
domini fratres medio et opera ut supra et ipsi amplam pacem et remissionem fecerunt,
prout patet publico instrumento recepto ut supra et prout supra.
Vocati etiam fuerunt ceteri omnes alii inconfessi, qui 155 comparuerunt et satisfacere
promisserunt.
152 paragrafo canc.: Ecclesia Sancti Antonii in loco de Colturano.
153 canc. prae
154 canc. pt (?)
155 canc. promiss

DOCUMENTO 11 113
Inter hanc visitationem faciendam porrecta fuit quedam querela contra praedictum
dominum presbiterum Dionisium de Grandatis, capellanum curatum, que videatur cum
precepto eidem facto ut scilicet Mediolani in (f. 27r Querela contra dominum Iohannem
Antonium Prealonum) fortiis magnifici viccarii archiepiscopalis se consignet et prout
legitur ex dicta querela et praecepto que videantur.
Porrecta etiam fuit quedam querela per Beltraminam de Bonetis et Liviam eius
filiam contra nobilem dominum Iohannem Antonium Prealonum, quem dicunt violasse
156 ipsam Liviam sub promissione eam ducendi in uxorem et prout patet ex ipsa
querela que videatur. 157
(f. 27v Ecclesia Sancti Petri - Et scola) Postea die sabbati sequenti visitate etiam
fuerunt supradicte omnes 158 alie ecclesie sub dicta parochiali existentes et prout infra,
videlicet:
Et primo visitata fuit dicta ecclesia Sancti Petri in dicto burgo Melegnani.
Que est consecrata.
Et huius curam habent scolares Sanctorum Petri et Blasii nuncupati, qui sunt n ◦
XII, inter quos adest rector, prior et subprior.
In hac ecclesia adsunt tria altaria non consecrata, videlicet:
Altare maius
Altare Dive Marie
Altare Sanctissimi Sepulchri 159 , cum pluribus figuris sculptis. 160
In dicta capella Sepulchri alias aderat finestra, que nunc est obtusa, et dictum fuit
de ea aperienda.
Dictum etiam fuit de obturando oculo qui est in pariete desuper altare maius in
capite ecclesie.
(f. 28r Scola Sancti Petri) Dicta confraternitas habet infrascriptos redditus 161 et
bona, videlicet:
Perticas duas terre locatas domino Iohanni Petro
Brusato
Fictum libellarium quod solvitur per heredes
lb. 2 s. 8
quondam domini Pauli Reine
Fictum libellarium quod solvitur per Iohannem
lb. s. 15
Petrum Paduanum lb. 1 s. 4
Domum unam 163 ⌊sitam in burgo Melegnani
que⌋ nunc 164 ficti simplicis nomine locata est diversis
personis ut infra, videlicet:
Primo Francisco Bertochino qui solvit lb. 10 s.
Paulo Valarino qui solvit lb. 13 s.
Iohanine de Prato que solvit lb. 6 s.
Franceschinae de Mozutis que solvit lb. 6 s.
156canc. dicta
157due paragrafi canc.:
Exinde praelibata illustrissima Dominatio sua ad se accersitis praedictis dominis praeposito
et capellanis curatis et unoquoque eorum singulariter et debite refferendo examinato de eius
sufficientia et habilitate in dicta cura exercenda,
Cognitum fuit praefatum dominum praepositum iam senio confectum, necnon et dictos
⌊omnes⌋ capellanos curatos inexpertes ac minus idoneos fore tum in litteris tum in aliis que
ad animarum curam pertinent et sciri debent.
158canc. ecclesie
159corr. da Sepulcri
160paragrafo canc.: Et aliud altare prope portam ecclesie
161canc. videlicet
162riga nell’interlinea
163canc. ecclesie praedicte annexam et in qua alias exercebatur hospitalitas, et
164 canc. eam loco
162

114 APPENDICE
Item aliam domum annexam ecclesie, in qua
pro parte exercetur 165 hospitalitas et pro parte locata
est tribus 166 pensionantibus, videlicet: 167
Iacobo de Castello qui solvit lb. 7 s.
Francisco Fracapani lb. 10 s.
Et Thomasio Carpanesio qui solvit lb. 16 s.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Que omnes partite faciunt lb. 72 s. 7
(f. 28v) Quos quidem redditus dixerunt expendi ut infra, videlicet:
Primo in celebrari faciendo singulis diebus veneris in quadragessima.
Residuum vero 168 pauperibus errogatur 169 et maxime in festo Navitatis Christi,
quo die distribuuntur modia 3 panis frumenti;
Et in muniendis lectis pro dicta pauperum hospitalitate;
Et in reparandis dictis domibus.
Visita quoque dicta domo, dictum fuit quod destruendum est capsinotum et
porcile secus parietes ecclesie predictae indecenter constructum in dicta domo ecclesie
annexa.
Non constat de aliqua errectione dicte confraternitatis.
Nec habent aliquas regulas proprias, sed tantummodo 170 exhibuerunt copiam quarundam
regularum per ipsos scolares (f. 29r Scola Sancti Petri) sumptam a confraternitate
scolarium Sancti Iohannis 171 ad Domum Ruptam Mediolani, ut 172 et ipsi
scolares Sancti Petri eammet servarent, licet illam ab aliquo superiore comprobare
non fecerint.
Et que quidem regulae infrascripta continent capitula, videlicet:
De corpore disciplinando seu afligendo, et de ipsius scole regimine.
De habitu et indumentis 173 ipsorum disciplinatorum et quibus diebus 174 se induere
habeant dicta vestimenta more disciplinantium.
Quod aliquis ex confraternitate non se imisceat in rebus mundanis.
Quid servandum circa receptionem eorum qui ingredi voluerint dictam confraternitatem.
De indulgentiis unicuique ex dicta confraternita[te] concessis.
De pena eorum qui 175 temporibus (f. 29v) ordinatis in domum ubi dicta scola
exercetur non convenerint.
Quando et quomodo facienda sit officialium ellectio.
Quid servandum in pauperibus succurrendis.
De bladis et vino per massarios uniuscuiusque dictae confraternitatis quotannis
tempore messium et vendemiarum exigendis ab unoquoque scolari.
De legatis et aliis dictae confraternitati comissis exequendis sub certa pena.
Et quod nullus in dicta confraternitate recipiatur nisi et habitum induat.
Scolares predicti petierunt dictas regulas sibi concedi et eas comprobari.
165Item - exercetur nell’interlinea
166canc. duobus
167hospitalitas - videlicet nel margine sinistro
168canc. impenditur in f
169canc. hoc modo
170canc. co
171canc. Baptiste domus
172canc. eas
173canc. scolarium et
174canc. more
175canc. non in do

DOCUMENTO 11 115
(f. 30r Ecclesia in castro illustrissimi marchionis) 2 ◦ visitatum 176 etiam fuit dictum
177 ⌊oratorium 178 Assumptionis Divae Mariae⌋ constructum 179 in pallatio castri
illustrissimi marchionis Melegnani pro commoditate habitantium in dicto opido et
quod oratorium est tantummodo incrustatum et adsque aliqua pictura 180 .
Dicta capella adhuc non est consecrata 181 .
Habet unicum altare.
Est 182 omnino aperta a fronte.
Dictum fuit de ea claudenda.
(f. 30v Ecclesia Sancti Rochi in burgo Fornacis) 3 ◦ visitata fuit dicta ecclesia Sancti
Rochi, que est in burgo Fornacis nuncupato ab extra portam castri.
Habet unicum altare intra ipsam ecclesiam.
Deante ipsam ecclesiam adest porticus, subtus quam 183 a dextris scilicet et a
sinistris porte ecclesie adsunt duo alia altaria.
Hec ecclesia nullam habet dotem nec celebratur nisi ex devotione.
Dictum fuit quod porticus predicta est circumcirca saltem cancellis ligneis claudenda
et quod destruenda sunt dicta duo altaria.
(f. 31r Ecclesia Sancti Materni) 4 ◦ visitata fuit dicta ecclesia Sancti Materni in
terra Melegnani, in burgo scilicet Lambri nuncupato.
Hec ecclesia est omnino discoperta, dempta capella magna, que est ⌊discoperta
licet⌋ opere fornicato fabricata.
In dicta capella adest altare satis pulcrum, non tamen consecratum.
Ad illud celebratur solummodo in die eius festi 184 .
Adest cimiterium satis amplum, super quo seu in eius finibus quondam domini
Iohannes Antonius et Alexander fratres de Recate plantari fecerunt nonnullas plantas
moronorum 185 .
In hac ecclesia maxima habetur devotio maxime in quadragessima 186 , ⌊quo⌋ tempore
numerosus populus ad eam concurrit.
In diebus etiam infrascriptis, videlicet:
Sanctorum Petri et Pauli,
Sancti Materni,
Sancte Crucis,
Assumptionis Beate Virginis Mariae,
Nativitatis domini nostri Ihesu Christi,
pariter numerosus populus ad ipsam ecclesiam concurrit ob indulgentiam 187 ⌊dierum
centum⌋ usque de anno 1488 per quosdam (f. 31v) cardinales concessam visitantibus
dictam ecclesiam in diebus supradictis et manus adiutrices porrigentibus.
Dictum fuit quod ecclesia praedicta esset cooperienda et saltem capella maior, ⌊et
penes eam per alia brachia quatuor⌋ de presenti, ressiduum vero quam primum fieri
poterit, et quod 188 in presentiarum etiam essent aptande portae et tenendae clausae.
(f. 32r Ecclesia Sancti Blasii) V ◦ visitata etiam fuit dicta ecclesia Sancti Blasii,
quae est campestris prope dictum burgum Melegnani.
176corr. da visitata
177corr. da dicta ; canc. capella
178canc. Sancte Marie
179corr. da constructa
180quod - pictura nell’interlinea
181canc. nec habet aliquam invocationem
182canc. aperta
183canc. scilicet
184aggiunto in fine di riga e cancellato nella riga successiva, ove ora comincia il paragrafo
seguente.
185finibus - moronorum nel margine sinistro
186corr. da quadragessimali
187canc. in his diebus per ill(ustrissimos)
188canc. interim

116 APPENDICE
Que quidem ecclesia est antiquissima.
Et in ea celebratur tantummodo in die eius festi.
Huius curam habent scolares supradicti Sancti Petri.
Nullos habet redditus praeter domum deante ecclesiam cum horto, super qua domo
et horto scolares ipsi solvunt annuum fictum seu censum praedictis reverendis dominis
praeposito et capellanis curatis parochialis ecclesie Melegnani predicti.
Et hanc domum habitat 189 massarius in maximum dedecus ecclesiae.
Nam transitus ad ipsam domum fit per ecclesiam.
Et porta ac due finestrae ecclesiae 190 respiciunt in dictam domum.
Dictum fuit de ea ecclesia cum domo et horto ac aliis eius iuribus concedenda 191
(f. 32v) et aplicanda venerabilibus monacis ordinis Capucinorum Mediolani, ut ibi
aliquis eorum habitare valeat.
Et ita expost 192 ad praesentiam praedicti illustrissimi cardinalis convocatis dictis
scolaribus Sancti Petri necnon praedictis dominis praeposito et capellanis curatis dictae
parochialis Melegnani, fuit facta dicta applicatio et concessio et prout latius constat
ex instrumento per me notarium infrascriptum recepto sub die suprascripto, quod
videatur.
(f. 33r Ecclesia Sancte Brigide in loca de Breda) 6 ◦ visitata fuit dicta ecclesia
Sancte Brigidae in loco de Breda.
Que est antiquissima et 193 ⌊multum⌋ diruta nec soffitata et talis quod in ea celebrari
nequit, maxime cum 194 fornix ipsius capellae diruta sit 195 .
Desupra adest columbarium.
Nesciri potuit an aliquam habeat dotem.
Nulla habet mobilia nec paramenta.
⌊Dictum fuit quod tractandum esset cum⌋ heredibus 196 quondam magnifici domini
Francisci Caprae ⌊dominis dicti loci⌋ hanc ecclesiam prophanandam 197 ⌊esse⌋ et ⌊quod
ipsi⌋ aliam capellam alibi ⌊in 198 eadem villa⌋ construi faciant 199 .
Providendum etiam foret ⌊per eosdem 200 heredes⌋ de apparamentis pro celebranda
missa 201 .
(f. 33v Ecclesia Nativitatis Mariae in loco della Rocha 202 ) 7 ◦ visitata quoque fuit
dicta ecclesia Nativitatis Marie in loco della Rocha 203 ).
Huius 204 curam habet 205 ⌊illustrissimus⌋ dominus Dionisius de Brippio.
Et est instauranda et reparanda ac soffitanda. Fornix quoque altaris maioris est
instauranda.
Idem illustrissimus dominus Brippius habet oratoriolum in eius domo 206 ⌊ad⌋ eius
comodum, quod est nimis angustum.
189corr. da habitatur
190canc. respon
191canc. et
192canc. et
193canc. fere
194soffitata - cum nell’interlinea
195fornix - sit nel margine sinistro
196corr. da heredes
197corr. da prophanant (?)
198canc. loco
199corr. da facere ; canc. ceperint ; paragrafo canc.: Dictum fuit quod (canc. agi) tractari
posset cum ipsis magnificis de Capris, ut dictam capellam per ipsos fieri ceptam perficiant, et
quod dicta ecclesia Sancte Brigidae possit prophanari et ei concedi.
200canc. de Capris
201canc. p
202della Rocha corr. da delle Roche
203della Rocha corr. da delle Roche
204canc. Que
205canc. magnificus
206canc. pro

DOCUMENTO 11 117
In dictaque eius domo tenet 207 capellanum, videlicet dominum presbiterum ∗∗∗ de
Caravagio, qui 208 ut dictum fuit aberat in burgo Melegnani. 209
In die sequenti capellanus praedictus visus fuit per praelibatam illustrissimam Dominationem
suam in castro illustrissimi marchionis et erat indutus caligis turgidis et
licet eidem iniunctum fuerit ut ⌊deponeret dictas caligas et⌋ a prandio se presentare
deberet coram Dominatione sua, ut etiam examinari posset, audacter et sine aliquo
rubore 210 nolle 211 dictas caligas deponere, nam asserebat nullas alias habere, et exinde
amplius copiam sui non fecit nec visum fuit.
(f. 34r Ecclesia Sancti Rochi in loco de Ariotio) 8 ◦ visitata etiam fuit dicta ecclesia
Sancti Rochi in loco de Ariotio.
Que est satis pulcra.
Dominus presbiter Demetrius de Quinteriis ressidet ad hanc ecclesiam qui dixit
quod fere singulis diebus celebrat missam, licet asserat teneri celebrare solummodo in
diebus festivis.
Post altare maius adest sacrastiola.
Hec ecclesia habet domum annexam cum horto.
Magnifici domini Matheus et Fabritius 212 fratres Vicecomites ac magnificus dominus
Saxus Vicecomes manutenent dictum capellanum, cui prestant et concedunt 213
infrascriptos redditus et bona, videlicet:
modia tria furmenti,
metretas sex vini et 214
libras 65 imperiales in anno 215 .
Homines dicti loci petierunt dictam ecclesiam in parochialem separatam a cura
(f. 4v Ecclesia Sanctorum Petri et Pauli in loco de Vizolo) Melegnani errigi.
Dictum fuit de ⌊dicta parochiali⌋ errigenda, modo augeatur dos usque ad summam
librarum ducentum imperialium. 216
9 ◦ visitata etiam fuit dicta ecclesia Sanctorum Petri et Pauli in loco Vizoli.
Que ruinam minatur de proximo ⌊maxime prope altare maius⌋ ob antiquitatem et
est absque celo.
Portae carent valvis. Adest cimiterium apertum.
Habet ⌊seu habebat⌋ tria altaria, videlicet:
Altare maius non consecratum,
Et 217 alia duo seu potius eorum vestigia e lateribus dicti altaris maioris.
Dicta ecclesia habet domum annexam, quam possident praedicti domini praepositus
et capellani curati parochialis ecclesie loci Melegnani.
Et qui domini praepositus et capellani etiam gaudent omnibus aliis bonis quibus
dicta ecclesia alias erat dotata, attento quod dicta ecclesia cum omnibus (f. 35r Ecclesia
Sanctorum Petri et Pauli in loco Vizoli) eius bonis, ut asseritur, alias fuit dicte parochiali
unita et applicata per illustrissimum quondam cardinalem Gerardum 218 Lan-
207canc. dominum presbiterum
208canc. ⌊ut dictum fuit⌋ visus fuit cum caligis bursa turgidis
209paragrafo canc.: Iniunctum fuit dicto capellano ut eodem die se praesentaret coram
praelibata illustrissima Dominatione sua in burgo Melegnani.
210canc. non
211i.e. noluit? dixit se nolle?
212canc. ac Saxus
213dominus - concedunt nell’interlinea ; canc. Habet etiam
214Segue, scritta nell’interlinea, ma evidentemente fuori posto, l’intestazione di una lista
che non è stata trascritta: Dicta ecclesia habet infrascripta mobilia et paramenta, videlicet:
215canc. ex quibus librae 25 imperiales annuatim solvuntur per magnificos dominos Fabritium
et Saxum Vicecomittes dominos dicti loci et hoc occaxione cuiusdam petiae terrae vineae
perticarum 18 vel circa (canc. existentis) que est ecclesie et quam ipsi locant libris 40 in anno
216paragrafo canc.: paramenta
217 canc. ali
218 corr. da Gerargum

118 APPENDICE
drianum, tunc legatum e latere in partibus Lombardiae, et prout dictum fuit constare
ex instrumento recitate unionis 219 facte usque in anno 1442, non tamen viso.
In dicta ecclesia non celebratur nisi in die eius festi, quo die 220 omnes Melegnani
sacerdotes eo accedere consueverunt ad missam solemniter celebrandam.
Nulla habet mobilia 221 nec paramenta.
Adest campanile cum unica campana.
(f. 35v Ecclesia Sanctorum Protasii et Gervasii de Sarmazano) 10 visitata etiam
fuit dicta ecclesia Sanctorum Protasii et Gervasii in loco de Sarmazano, que est
membrum praepositure Otatii ordinis Humiliatorum commendatae.
Quae est discoperta.
Absque solo.
Portae sunt absque valvis.
Finestre absque stamegnis.
Habet porticulum apertum.
Est 222 dotata quibusdam bonis nunc locatis magnifico domino Bartholomeo Reinae
redditus scutorum 400 vel circa in anno 223 .
Nulla habet paramenta.
Non celebratur in dicta ecclesia nisi in die eius festi 224 .
Adest campanella super duobus pilastrellis.
Dictum fuit de faciendo sequestrum penes dictum fictabilem ad effectum ut dicta
ecclesia ornetur et provideatur de apparamentis.
Et ita transmissum fuit dictum sequestrum, quod videatur cum rellatione. 225
(f. 36r Ecclesia Sancte Mariae de Calvenzano) 11 visitata quoque fuit dicta ecclesia
Sancte Mariae in loco de Calvenzano, 226 ⌊prioratus secolaris annexus collegio Papiensi
Borromeo et cuius⌋ est administrator praedictus illustrissimus cardinalis, et est dotata
tot et tantis bonis immobilibus quae nunc locantur libris septem mille quinque centum
imperialibus in anno 227 .
Est 228 satis ampla, sed antiqua.
Porta non habet claves et est simplex.
Altare maius est 229 trahendum magis citra versus medium ecclesiae, nunc nullam
habet anconam, verum fit de presenti.
Cetera vero 230 altaria sunt demolienda et duo ex eis sunt transferenda secus parietes
e lateribus ad medium ecclesiae.
Ab utroque latere altaris maioris errigendus et seu construendus foret paries 231
scilicet inter columnas, ut ab altara 232 parte construi valeat sacrastia et ab altera
campanile.
233 Habet domum annexam satis comodam et pulcram.
234 Dominus presbiter Iohannes Petrus de Ano ressidet ad dictam ecclesiam, qui
dixit quod missam ibi celebrat omnibus diebus festivis et etiam aliquando per eb-
219canc. rogato per l
220canc. s
221canc. et
222canc. Non cele
223in anno nel margine sinistro
224festi aggiunto in fine di riga e cancellato nella riga seguente, ove ora comincia il paragrafo
successivo.
225riga canc. bona
226canc. quam possidet ipsemet illustrissimus et reverendissimus cardinalis
227tot - anno nel margine sinistro
228canc. valde antiqua
229canc. m
230canc. duo
231canc. l
232i.e. altera
233paragrafo nell’interlinea
234canc. Capellanus est dominus

DOCUMENTO 11 119
domodam pro mercede librarum (f. 36v) centum imperialium in anno, quae eidem
solvuntur ex dictis redditibus.
Celum ecclesie 235 est in aliqua parte soffitatum. 236
Faciendae essent stamegnae super finestris.
Adsunt tamen nonnullae finestrae et alia foramina que viderentur obturanda.
Parietes ecclesie ac volta essent incrustandi et desunt alique volte navium e lateribus
existentium 237 .
Non adest aliquod campanile nec campana.
In ecclesia adest depositum lapideum, quod sustinetur duabus colunnis.
Dictum fuit de eo tollendo.
Nulla fere habet paramenta.
Dictus capellanus conquestus est quod nequit amplius inservire pro mercede adeo
tenui et propterea compertum fuit ipsum ⌊mercimoniis et aliis⌋ rebus prophanis operam
dare.
(f. 37r Ecclesia Sancti Antonii in loco Colturani) 12 visitata etiam fuit dicta ecclesia
Sancti Antonii in loco predicto Colturani, ubi cura animarum exercetur per
infrascriptum capellanum curatum cum licentia tamen reverendi domini praepositi et
capellanorum curatorum dicti burgi Melegnani.
In dicto loco adsunt familiae triginta vel circa.
Nullum ibi adest tabernaculum ligneum nec tenetur sanctissima eucharastia.
Nec adest baptisterium.
Cimiterium patet bestiis.
Capellanus 238 rector est dominus presbiter Baptista de Scottis, qui in actu huius
visitationis non fuit repertus, nam, ut vicini dixerunt, iverat ad quoddam funere 239
in alia parochia et quod etiam secum contulerat crucem, et hoc est contra formam
concilii provincialis.
Cui capellano homines ipsi dixerunt dare et solvere libras centum viginti imperiales
omni anno, ultra domum ecclesie annexam et satis commodam pro habitatione ipsius
rectoris cum horto annexo.
Nec aliam dotem habere dixerunt.
Altare maius consecratum.
(f. 37v) Capella dicti altaris, opere fornicato fabricata, est incrustanda.
Adsunt alia duo altaria que sunt destruenda, quorum alterum potest transferri
secus parietem ad medium ecclesie ubi picta est figura divae Mariae.
Portae non clauduntur clavi.
Faciendae sunt crates ferreae super fenestella respiciente versus suprascriptum
hortum.
Adest campanella super duobus pilastrellis.
Propositum fuit 240 ⌊de⌋ ibi errigenda parochialis 241 , si vicinantia dotem condecentem
constituere velit.
Et quod interim dictus capellanus curatus a sacramentorum administratione desistat.
Eodem die dictus capellanus iussus citari comparuit in burgo Melegnani coram illustrissima
Dominatione sua, et 242 cum ex ordine praelibate Dominationis suae examinari
vellet de eius 243 doctrina et idoneitate, multum pernaciter instetit nole exa-
235 canc. non
236 paragrafo canc.: In dicta ecclesia
237 et - existentium nell’interlinea
238 nel margine sinistro
239 i.e. funus
240 canc. vel quod
241 canc. esset
242 canc. et examinatus
243 canc. suff

120 APPENDICE
minari, et tandem examinatus repertus fuit litterarum ignarus et ad curam exercendam
minus idoneus.
Dictum tamen fuit quod ob sacerdotum deficientiam eum tollari posse, ut
dictam curam exercere possit in casibus necessitatis.
(f. 38r Monasterium ordinis Sancti Angeli) 13 prope dictum 244 burgum Melegnani
per ∗∗∗ adest monasterium dictorum fratrum Misericordiae, ordinis Sancti Angeli, in
quo de presenti ressident ∗∗∗ fratres, videlicet:
Venerabilis frater Franciscus de Bamphis, viccarius,
frater Ioseph de Brixia,
frater Ciprianus Brixiensis guardianus 245
In ecclesia dicti monasterii Sancte Mariae nuncupata visum fuit quoddam depositum
supra terram eminens, quod dixerunt esse cuiusdam ex agnatione de Basilicapetri.
Et dictum fuit de eo tollendo.
Visae etiam fuerunt quedam celulae, quae habent hostia ab extra monasterium, et
in quibus fratres morari solent ad audiendas confessiones.
Dictum quoque fuit de hostiis ipsis pariter obturandis, ne amplius illis pro confessionalibus
utantur, nam alia confessionalia illignea facienda sunt in ecclesia iuxta
formam per regulas generales traditam.
Renuntiatum fuit prelibatae illustrissimae Dominationi suae dictos fratres minime
observare que decreta sunt 246 circa funeralia per 247 provinciale concilium necnon per
bullas a sede apostolica emanatas.
Et ulterius dictos fratres in eorum viridario seu barcho admittere mulieres contra
ipsorum ordinum formam.
(f. 38v Monasterium fratrum ordinis Carmelitanorum - Monasterium fratrum ordinis
Gratiarum Mediolani) 14 prope dictummet burgum Melegnani per ∗∗∗ adest
dictum monasterium fratrum ordinis 248 Carmelitanorum, in quo de presenti ressident
∗∗∗ fratres, videlicet:
Venerabilis frater Zinesius de Bugatis de Candia prior.
Renuntiatum fuit praelibatae illustrissime Dominationi suae dictos 249 quoque fratres
minime observare que ex dictomet concilio ac bullis decreta sunt circa funeralia
et mulieres in monasteriis et eorum virid[ariis] non admittendas.
Prope etiam dictummet burgum per ∗∗∗ adest dictum aliud monasterium fratrum
ordinis Gratiarum Mediolani, in quo de presenti ressident ∗∗∗ fratres, videlicet: 250
(f. 38r Quedam loca sub praepositura Sancti Iuliani) 251 Et cum inter visitationem
dictarum ecclesiarum sic ut supra faciendam, praelibatae illustrissimae Dominationi
suae significatum fuerit, tum etiam ipsamet viderit nonnulla loca que, licet sub cura
praepositurae plebis 252 Cimiterium patet bestiis. praepositura et magis propinqua sunt
parochiali de Melegnano, ita quod magis salubre et utile videretur vel quod loca ipsa
curae dicti loci de Melegnano unirentur vel quod aliqua parochialis in dictis locis
errigeretur.
Et que quidem loca sunt hec, videlicet: 253
Locus Pidriani ubi adest ecclesia Sancti Michaelis,
Locus Mezani ubi adest ecclesia Sancte Mariae de 254 Nive,
Locus Balbiani ubi adest ecclesia Sanctorum Iacobi et Christofori,
244 canc. mo
245 spazio di tre righe in bianco
246 canc. per
247 canc. conci
248 canc. Carm[e]
249 canc. fratres (?)
250 il resto della pagina in bianco
251 riga cancellata: exequi promittente etc.
252 corr. da Sancti
253 riga parzialmente canc.: Locus Colturani ubi adest ecclesia Sancti Antonii
254 canc. in fine riga nive

DOCUMENTO 11 121
Locus Burgi Novi prope dictum locum Balbiani ubi adest ecclesia Sancti ∗∗∗.
Et ideo hae omnes ecclesiae etiam fuerunt visitatae ut infra, videlicet: 255
(f. 39v Ecclesia Sancti Michaelis in loco Pidriani) Primo 256 visitata 257 fuit dicta
ecclesia Sancti Michaelis in loco Pidriani praedicti, qui facit focolaria 15, et hec vila
fere tota cum eius territorio 258 est loci pii Quatuor 259 Mariarum Mediolani 260 .
Est antiquissima et in omnibus male 261 tenta.
Adsunt 262 ⌊tria altaria, quorum duo sunt nimis parvula et⌋ ambo sunt refficienda
iuxta regulas.
In dicta ecclesia bis tantum aut ter in anno celebratur.
Nulla habet mobilia nec paramenta.
Vicini dicti loci porrexerunt memoriale petentes uniri parochiali loci Melegnani,
quod videatur.
(f. 40r Ecclesia Sancte Mariae de Nive in loco Mezani) 2 ◦263 visitata quoque fuit
dicta ecclesia Sanctae Mariae 264 de Nive in loco Mezani.
Quae est antiqua, nec soffitata praeter capellam altaris maioris.
Est consecrata.
Nullam habet dotem.
Non celebratur nisi in die eius festi.
Nulla habet paramenta.
Porta est absque clave.
Vicini quoque dicti loci in eodem memoriali de quo supra petierunt uniri parochiali
dicti burgi Melegnani.
255 due facciate canc.: (f. 38v Ecclesia Sancti Antonii in loco Colturani) Et primo visitata
fuit dicta ecclesia Sancti Antonii in loco praedicto Colturani ubi cura animarum exercetur et
ubi adsunt familie n ◦ 30 in circa.
Nullum ibi adest tabernaculum ligneum nec tenetur sacramentum.
Nec baptisterium.
Cimiterium patet bestiis.
Rector est dominus presbiter Baptista de Scottis qui repertus non fuit, nam ut vicini dixerunt
ivit ad quodam funebre (canc. et secus) ⌊in alia parochia⌋ ad quod etiam crucem
attulit contra formam concilii provincialis.
Cui homines ipsi dixerunt dare libras centum viginti imperiales in anno, ultra domum
ecclesie annexam et satis commodam pro habitatione (canc. re) ipsius rectoris cum horto
annexo.
Nec aliam dotem habere dixerunt.
Altare maius consecratum.
Capella dicti altaris opere fornicato fabricata est incrustanda.
Adsunt alia duo altaria que sunt (f. 39r Ecclesia Sancti Antonii in loco Colturani) destruenda,
quorum alterum potest transferri secus parietem ad medium ecclesie ubi (canc.
adest) picta est figura dive Mariae.
Portae non clauduntur clavi.
Faciende sunt crates ferreae super fenestella respiciente versus suprascriptum hortum.
Adest campanella super duobus pilastrellis.
Propositum fuit quod vel ibi errigenda esset parochia si vicini dotem condecentem constituere
velint, vel quod unienda foret (canc. parochal (?)) parochiali loci Melegnani, et quod
interim dictus rector a sacramentorum administratione desistat.
256 corr. da 2 ◦
257 canc. etiam
258 corr. da territorii
259 et - Quatuor nell’interlinea
260 Mariarum Mediolani nel margine sinistro
261 canc. tenta
262 canc. duo altariola quae
263 corr. da 3 ◦
264 canc. in

122 APPENDICE
(f. 40v Ecclesia Sanctorum Iacobi et Christofori in loco Balbiani) 3 ◦265 visitata
etiam fuit dicta ecclesia Sanctorum Iacobi et Christofori in loco Balbiani, qui facit
focolaria n ◦ 60 et animas 160 a comunione.
Est membrum curae loci Bustegherae, alias tamen, ut dictum fuit, erat sub cura
burgi Melegnani.
Adsunt duo altaria, videlicet:
altare maius cum picturis et petra sacra, discopertum 266 ;
aliud ad medium ecclesie pariter nudum.
Non habet aliquam dotem.
Nec umquam celebratur.
Vicini dixerunt quod presbiter Erasmus de Aplano, solitus habitare in loco de
Busteghera et ibi curatus, promisserat se venturum ad dictam ecclesiam Balbiani ad
celebrandum, sed quod expost ad Lutheros aufugit, ut publice dicitur.
Dicta ecclesia non est soffitata nisi cum cuppis.
Habet quandam domunculam annexam fabricatam seu emptam per vicinos.
(f. 41r Ecclesia Sancti ∗∗∗ in loco Burgi Novi) Ibi reperta fuerunt infrascripta
mobilia et paramenta, videlicet:
misalie 267 unum
candelabra duo oricalchi 268
calis cum patena
petra sacra
apparamentum ex panno violacei coloris cum reliquis pro celebrando
pallium unum.
4 ◦ 269 visitata etiam fuit dicta ecclesia Sancti ∗∗∗ in loco Burgi Novi, distantis a
dicto loco Balbiani per medium miliare.
Quod est dotatum libris centum imperialibus in anno, que solvuntur pro medietate
per magnificum dominum ∗∗∗ Serbelonum et pro alia medietate per hospitale Pietatis
Mediolani, cum onere celebrandi missam singulo die.
Homines dicti loci Balbiani ad presentiam (f. 41r Comparitio per homines Balbiani
facta) praelibate illustrissime Dominationis suae convocati obtulerunt comparitionem
tenoris subsequentis, videlicet:
1567 die dominico primo mensis iunii.
Coram illustrissimo et reverendissimo cardinali Borromeo existenti in terra Melegnani
270 pro visitatione ipsius loci et pertinentiarum facienda,
Comparuerunt Franciscus Chieppus, Ambrosius Corbelinus, Sanctinus Martinus,
Togninus de Barbareschis consul et Petrus Martinus, omnes habitatores loci Balbiani,
plebis Sancti Iuliani, Mediolanensis diocesis, suo nomine proprio et nomine etc.
dictorum omnium hominum ipsius loci, et exposuerunt illustrissime et reverendissime
Dominationi suae quemadmodum in ipso loco sunt circa quadraginta focolaria, anime
vero a comunione centumquinquaginta et plures, et in eodem loco Balbiani extat ecclesia
cum domuncula annexa et aliqua mobilia pro parando sacerdote (f. 42r) et missa
celebranda, sed tamen nullam habet dotem, et suppositi sunt pro cura animarum loco
Busteghere.
Et cum extet legatum librarum centum imperialium in anno legatarum per dominum
∗∗∗ de ∗∗∗ ecclesie Sancti ∗∗∗ loci Burgi Novi, distantis ab ipso loco Balbiani per
medium miliare, cum onere celebrandi quotidie, quod legatum tenentur solvere locus
pius Charitatis Mediolani pro dimidia parte et pro reliqua dimidia magnifici domini
265 corr. da 4 ◦
266 corr.
267 i.e. missale corr. da misalia ; canc. duo
268 corr. da aurichalchi
269 corr. da V ◦
270 canc. ut supra

DOCUMENTO 11 123
Serbeloni Mediolani, oraverunt illustrissimam Dominationem suam quatenus velit unire
ipsum legatum eidem eorum ecclesie Sanctorum 271 Iacobi et Christofori Balbiani
aut alia ratione providere, quia et ipsi homines conabuntur inter se saltem quinquaginta
alias libras annuatim solvere pro salario unius curati qui ibi curam eorum animarum
exerceat, et sic errigatur ipsa ecclesia in parochialem separatam.
Aut saltem ipsum locum Balbiani dividere a cura Busteghere et potius aplicare
curae Melegnani, casu quo praenarratum (f. 42v Testes recepti super comparitione suprascripta)
legatum non eidem uniatur, attento quod etsi dictus locus Balbiani sit
constitutus inter Melegnanum et Bustegheram ab utroque duobus miliaribus distans,
tamen est proprior 272 Melegnano quam Bustegherae, et quod plures sunt presbiteri
Melegnani, Bustegherae autem est nisi unus presbiter qui aliquando in casibus necessitatis
non statim invenitur, praeterea strata qua Bustegheram e Balbiano itur pessima
est, bona autem quae Melegnanum tendit, et dignetur illustrissima Dominatio sua eos
eximere ab obligatione solvendi libras sex imperiales et tres lipras cerae albae curato
Busteghere omni anno.
Illustrissima Dominatio sua visa petitione suprascripta iussit super praemissis
informationes sumi. 273
Die suprascripto.
Coram illustrissima Dominatione sua assumpti et vocati ex officio infrascripti duo
testes videlicet
Baptista de Castello, filius quondam Iohannis Antonii, et Iohannes Petrus de
Cremaschis, filius Angelini, ambo habitatores Melegnani, iurati etc.
(f. 43r Testis 274 recepti ut supra) Et interogati deponunt se optime informatos pro
certo scire locum Balbiani propinquiorem esse terrae Melegnani quam loco Bustegherae
et viam sine comparatione meliorem esse quae ab eo loco Melegnanum tendit quam
quae Bustegheram, et profecto magis comodum esse curam animarum loci Balbiani
regi a curato Melegnani quam a curato Bustegherae.
Subdentes quod alias eam curam exercebat ipse curatus Melegnani, sed quia aliquid
fastidii, parum vero commodi sentiebat eam curam remissit ad curatum Busteghere.
Etatis sunt ipsi testes prior scilicet Baptista de Castello annorum 60 et ultra, et alter
30 vel circa.
Super generalibus interogatis recte responderunt
Et praedicta omnia scire dixerunt quia viderunt et sciunt ut supra dixerunt etc.
275 (f. 44r) 1567 die sabbati XXXI et ultimo mensis maii.
Ordinationes et provisiones per illustrissimum et reverendissimum cardinalem Borromeum
Mediolanensem archiepiscopum factae post visitationem ecclesie Divi Iohannis
Baptistae 276 et aliarum ecclesiarum burgi Melegnani exequendae et adimplendae, ut
infra:
Et primo quod praepositus et capellani eorum impensa fieri faciant tabernaculum
ligneum pulcrum et inauratum et servata forma in regulis generalibus tradita, et illud
super altare maiori collocetur.
In armariolo vero, ubi nunc sanctissima servatur eucharastia, serventur omnes sanctorum
reliquiae et deleatur tabernaculum super hostiolo dicti armarioli pictum, necnon
et cancellentur litterae per quas ibi adesse sacramentum demonstratur, aut 277 armariolum
ipsum destruatur et eius ornamentis marmoreis circa baptisterii, de quo infra,
ornamentum vel ad alium ecclesie ornatum utantur.
271 corr. da Sancti
272 i.e. propior
273 paragrafo canc.: Die suprascripto.
274 i.e. testes
275 f. 43v in bianco
276 canc. burgi Melegnani
277 canc. d

124 APPENDICE
Fiant pixides duae argenteae et inauratae, una videlicet pro sanctissima eucharastia
conservanda et alia maior pro populi et infirmorum comunione et hoc pariter eiusdem
praepositi et capellanorum impensa ad ratam reddituum ressidentiae et ad hoc fructus
sequestrentur.
Ad tollendas lites et scandala, que inter nobiles (f. 44v) loci ex una et vicinantiam
eiusdem loci ex altera oriebantur circa baldechinum defferendum in processione in die
Sanctissimi Corporis Christi et eius octava fieri solita, praelibata illustrissima Dominatio
sua coram se habitis primo dictis vicinis, et eis auditis, tandem vicini ipsi omne
eorum ius quod circa praemissa habent et seu habere pretendunt, spontanee renuntiarunt
et renuntiant in manibus praelibate illustrissime Dominationis suae acceptantis
etc. ad hoc ut Dominatio sua superinde decernat et ordinet quicquid sibi placuerit.
Exinde praelibata illustrissima Dominatio sua etiam coram se habitis dictis nobilibus,
et eis auditis, et constito de iure ipsorum nobilium, qui hactenus semper fuerunt et
steterunt in possessione baldechini praedicti in dicta processione defferendi, ordinavit
et ordinat dictos nobiles perseverare debere ad manutenendos esse in dicta eorum possessione,
hac tamen conditione, de ipsorum nobilium consensu, et hoc ordine servato,
videlicet quod nobiles soli in processione diei Corporis Christi sint primi ad levandum
ex ecclesia baldechinum et pariter soli illud ultimo loco reassumant, ita ut ipsi nobiles
in deferendo dictum baldechinum semper primum et ultimum obtineant locum, in reliquis
vero necnon in processione in octava fieri solita vicini soli illud semper defferant,
et nobiles nec primum nec ultimum vel alium locum habeant 278 .
(f. 45r) Fiat baptisterium marmoreum condecenter et honorifice ornatum cum
suo ciborio in forma piramidali iuxta regulas generales, expensis fabricae, illudque
collocetur a manu sinistra ad introitum porte maioris.
Cimiterium de presenti muris claudatur ⌊per fabricerios⌋, ut sit tutum a bestiis et
a mercato necnon et aliis prophanis negotiis.
Comunitas dicti burgi, ius patronatus dictae ecclesie pretendens, termino mensis
proximi doceat et exhibeat in manibus 279 magnifici viccarii archiepiscopalis omnia eius
iura, si que habet, dictum ius concernentia, ⌊et⌋ interim inhibetur praeposito praesenti
(f. 45v) et futuro ne audeat quemquam instituere sub pena scutorum centum auri
singula vice auferendorum et alicui pio loco applicandorum etc. casu inhobedientiae.
Prepositus et capellani 280 curati ⌊et quilibet eorum indestincte⌋, si fuerint ab aliquo
requisiti 281 , deinceps curam animarum semper et in omni tempore exerceant 282 ⌊una
cum ebdomodario⌋.
Inconfessi omnes et quilibet eorum, nisi termino mensis proximi satisfecerint et
sanctissimam sumpserint eucharastiam, ut excomunicati in ecclesia publicentur et ab
ea arceantur et exinde de eis praelibata illustrissima Dominatio sua certior reddatur,
ut debitis penis plecti valeant.
278nobilium consensu - habeant nel margine superiore ; tre paragrafi canc.: Praesentibus
dictis nobilibus acceptantibus etc. et gratias agentibus de bono iure etc.
Et ulterius ex eorum mera liberalitate (canc. et q) offerentibus et contentantibus quod
(canc. ipsi no) postquam ipsi nobiles dictum baldechinum cum sanctissimo sacramento ab
extra ecclesiam detulerint (f. 45r) quod dicti vicini possint illud reassumere, et illud semper
in ea processione deferre, praeterquam ultimo loco scilicet apud ecclesiam pervenerint, nam
nobiles ipsi omnino volunt illud ab ecclesia levare sic ut supra, et pariter illud in eadem ecclesia
deponere.
Errecta et seu instaurata fuit et ex nunc errigitur et instauratur scola Sanctissimi Sacramenti,
quae regulas impressas summere habeat, quas postquam scolares a superiore comprobare
fecerint omnino servare habeant.
279canc. ut supra
280canc. deinceps
281si - requisiti nel margine sinistro
282canc. non autem per ebdomodas ut hactenus fecerunt ebdomodarium tamen constituere
possint

DOCUMENTO 11 125
Et ad hoc concessa fuit ampla auctoritas praedicto reverendo domino praeposito
eosdem inconfessos absolvendi ab omni crimine et censura ob non factam tempore
debito confessione incursa, si intra id tempus resipuerint.
Factum quoque fuit praeceptum in faciem domino 283 ⌊Beltramo de Zuchis⌋, de
Romanis 284 praesenti, audienti etc., et qui 285 eius uxorem in domo sua habere et tenere
recusat, quod termino dierum octo proximorum debeat illam in eius domo acceptare
eamque, ut 286 matrimoniali convenit iugo, bene habere, sub pena banni ab (f. 46r)
universa diocesi Mediolanensi et alia graviori pena, arbitrio etc.
Bradella altaris maioris, quae est nimis angusta, amplietur iuxta regulas generales.
Errecta et seu instaurata fuit 287 et 288 ex nun errigitur seu instauratur scola
Sanctissimi Sacramenti, que generales regulas impressas servare habeat, quas 289
scolares 290 omnino servare habeant.
Officiales dicte scole singulo anno mutentur et statim postquam mutati fuerint
rationem eorum administrationis reddant in manibus personae ad id per praelibatam
illustrissimam Dominationem suam constituendae.
Tollantur illi assides et seu cancellae illigneae capellam maiorem dividentes et ubi
apponi solent quidam cerei magni, ibique fiant cancellae ferreae et seu ex ligno nuceo
condecenter ornatae, cum sua portina que claudi possit, nec amplius aliqui cerei ibi
apponantur.
Non admittantur aliqui laici in choro, dum missa (f. 46v) et alia divina officia celebrantur,
excepta persona illustrissimi marchionis, qui possit habere locum in extrema
parte ipsius chori.
Ad altare Purificationis Virginis apponatur crux et candelabra. 291
Demoliatur altare Sancti Petri Martiris secus primum pilastrum a manu dextra ab
extra capellam maiorem constructum et ad altare Sancti ∗∗∗ cum suis honoribus et
oneribus transferratur.
Demoliatur etiam aliud altare Sanctorum Naboris et Felicis secus aliud pilastrum
a manu sinistra e regione constructum et transferatur ut supra et prout supra.
Errecta fuit et errigitur ⌊et seu instauratur⌋ scola Conceptionis Divae Virginis
Mariae, que ultra eius instituta etiam 292 summere habeat regulas scolae Charitatis,
quas servare habeat in iis que convenire possunt eiusmodi loco.
Dominus Marcus Antonius Palferrus, qui tenetur versus dictam scolam ad annuum
fictum libellarium librarum 30, 293 ⌊integre satisfaciat, ut et⌋ ipsi 294 scolares 295 onus
celebrari faciendi integre pariter adimpleri facere valeant 296 .
Officiales dicte scole singulo saltem biennio mutentur et singulo anno retiones eorum
administrationis reddant in manibus personae ad id per praelibatam illustrissimam
Dominationem suam constituendae.
Elemosinae per ipsam scolam fieri solitae nonnisi (f. 47r) illis pauperibus errogentur
singrapham manu praepositi vel eius locuntenentis ac visitatorum subscriptam
exibentibus, et in calculis cum thesaurario faciendis non computetur nec compensetur
nisi id quod dictae singraphae continebunt.
283canc. Alexandro
284de Romanis non canc. per errore
285canc. recusat
286canc. int
287canc. scola Sanctissimi Sacramenti Sacramenti
288canc. seu
289canc. postquam
290canc. a superiore comprobare fecerint
291paragrafo nell’interlinea
292canc. ea
293canc. cum onere
294corr. da ipsis
295corr. da scolaribus
296faciendi - valeant nel margine sinistro

126 APPENDICE
In posterum scolares predicti amplius non praestent praeposito nec aliquibus presbiteris
aliquam casei quantitatem ⌊nec quid aliud⌋ pro festo ipsorum scolarium celebrando,
et nihilominus ipsi inserviant cum sit in eadem ecclesia 297 .
Peccuniae dictae scolae in capsa sub duabus 298 clavibus custodiantur, quarum
unam habeat praepositus et alteram prior scolae, nec amplius alique peccunie penes
tertiam personam, prout male consueverunt, reponantur.
Dicti scolares pro eorum sepulturis nil petant nec exigant 299 ratione eorum qui in
ipsius scolae sepulturis poni voluerint aut nullum nisi scolarem in eisdem sepulturis
reponi sinant.
Altare Divi Ambrosii, quod non est latum et longum prout in regulis generalibus
traditum est, refficiatur iuxta easdem regulas.
Bradella quoque eiusdem altaris que est nimis (f. 47v) angusta reficiatur et apponantur
super eo saltem duo candelabra otoni.
Bradelle mulierum reducantur ad formam per regulas generales traditam et ⌊secus
pilastra⌋ e lateribus navis maioris tantum collocentur, ut liber sit aditus per ipsam
navim ⌊et alteras⌋ ad altare maius.
Fiant confessionalia saltem duo in ecclesia iuxta formam per dictas generales
regulas traditam.
Mesulae inauratae in pariete navis maioris fixae ad sustinendum alias depositum
illustrissimi domini marchionis Melegnani tollantur.
Labium aquae sancte a manu dextra in fundo ecclesie existens retrotrahatur secus
pilastrum contiguum.
Cippus pro elemosinis dominorum fabriceriorum prope dictum labium in terram
fixus transferatur quoque secus aliquod pilastrum.
Campanile instauretur quam melius ⌊et citius⌋ fieri poterit.
Fiat lavatorium in sacrastia 300 ad usum sacerdotum cum celebrare voluerint.
Fiat etiam oratorium et confessionale in eadem sacrastia ad eorundem sacerdotum
usum, ⌊scilicet orationis et⌋ confessionis 301 , cum celebrare voluerint ut supra.
(f. 48r) Deinceps amplius non utantur manipulis nec stolis albi coloris ⌊veteribus⌋
quos nunc habent.
Nec quatuor ex corporalibus 302 quae visa fuerunt nimis vetusta et imunda.
Nec amicto nigri coloris.
Neque illo taneti coloris.
303 ⌊Circa corporalia, purificatoria et alia ecclesiae ornamenta preparentur omnia⌋
iuxta formam per regulas generales 304 traditam.
Inaurentur duo ex callicibus et tres patenae, qui et que ad hunc effectum fuerunt
prophanati et prophanatae.
Fiat archivium pro scripturis dicte ecclesie in sacrasia conservandis separatim
a paramentis et in eo 305 sub clavi ⌊recto ordine⌋ recondantur omnes scripturae ad
ecclesiam predictam quovis modo pertinentes.
Fabricerii quoque et alii quivis officiales 306 ad ipsius fabricae regimen constituti
singulo saltem biennio mutentur et rationes eorum administrationis omni anno reddant
in manibus persone ad id per praelibatam illustrissimam Dominationem suam
constituendae.
297ipsi - ecclesia nell’interlinea
298corr. da tribus
299canc. ab eis q
300canc. pro manib
301nel margine sinistro
302canc. repertis
303canc. Fiat condecens numerus purificatorum que sint
304canc. sr
305canc. reco
306canc. super ipsa

DOCUMENTO 11 127
Nullus ad 307 ⌊unum⌋ regimen publicum seu opus (f. 48v) pium deputatus possit alio
officio implicari ad ecclesiam vel 308 pium opus pertinenti, nisi 309 licentia 310 obtenta ab
illustrissima Dominatione sua, que nonnisi ex iusta et valde necessaria causa in scriptis
dabitur.
Dominus presbiter Baptista 311 de Pavesiis praepositus termino mensis proximi
exhibeat in manibus magnifici domini viccarii archiepiscopalis letteras eius ordinum,
videlicet clericatus, diaconatus et presbiteratus 312 .
Dominus presbiter Baptista Verderius termino mensis exhibeat in manibus ut supra
provisionem dicti eius beneficii sub pena amissionis fructuum unius anni 313 .
Dominus presbiter Hieronimus Ferarius termino ut supra exhibeat in manibus ut
supra litteras 314 provisionis 315 dicti eius beneficii sub pena eadem necnon et litteras
ordinis presbiteratus 316 .
Dominus presbiter Dionisius de Grandatis termino mensis exhibeat in manibus ut
supra provisionem dicti eius beneficii sub eadem pena de qua supra.
(f. 49r) Domini praepositus et capellani curati satisfaciant de presenti annualibus
317 temporis preteriti et per dominum Iohannem Petrum de Brusatis solutis.
Idem dominus praepositus 318 una cum dictis capellanis curatis singulis diebus horas
omnes canonicas celebrent et celebrare habeant in choro ipsius ecclesie.
Absentibus autem a divinis officiis ex alia quam administrationis 319 sacramentorum
320 ⌊vel aliter⌋ curae exercendae causa retineatur rata portio fructuum ressidentiae
321 ⌊prout iuris est in aliis redditibus residentiarum quae presentibus accrescat⌋. 322
Data 323 tamen et concessa fuit ac datur et conceditur praedictis domino praeposito
et capellanis vacantia mensium trium 324 singulo anno, in quibus a divinis abesse
valeant officiis absque eo quod distributiones amittant, in dicta tamen vacantia non
comprehenduntur 325 dies festivi in quibus omnino horas omnes recitare teneantur nec
etiam 326 per praesentem ordinationem eximuntur ab onere 327 missam in ipsis omnibus
diebus festivis celebrandi necnon ⌊praeterea ter⌋ saltem diebus feriatis in ebdomoda
et sine etiam praeiuditio cuiuscumque maioris oneris, si ad aliquod maius onus eos
teneri compertum fuerit ex instrumento ipsius ecclesie fundationis ⌊vel alio⌋ ut supra
exhibendo.
Idem praepositus et capellani curati, cum divina recitant officia aut ad funeralia
accedunt et etiam cum sacramenta (f. 49v) qualitercumque tam in ecclesia quam
extra ministrant necnon inter audiendas confessiones, semper sint superpelliceis induti
et cetera circa habitum et tonsuram servent quae ex concilio provinciali decre-
307canc. quodvis
308canc. opus
309canc. absque licentia sa
310canc. op
311canc. p
312canc. sub pena
313unius anni nell’interlinea
314canc. eius presbiteratus, necnon
315corr. da provisiones
316ordinis presbiteratus nell’interlinea
317canc. p
318canc. et capellani
319Absentibus - administrationis nell’interlinea
320canc. et
321canc. quae praesentibus acrescenda (corr. da acrescat (?))
322sacramentorum - accrescat nel margine sinistro
323corr. da datur
324canc. ex anno
325corr. da comprehenditur
326canc. per
327canc. c

128 APPENDICE
ta sunt, sub pena amissionis fructuum ressidentiae 328 ⌊unius mensis⌋ quotiescumque
contrafecerint 329 .
Constituatur aliquis ex ipsis 330 capellanis in punctatorem.
In funeralibus deinceps non utantur aliquibus paliis altarium, sed illis tantum utantur
que ad funeralium usum destinata sunt, et hec gratis concedantur et, si vicinantiae
vel alicui particulari personae placuerit alia palia 331 pulchriora 332 facere ad hunc usum,
id eis liceat et hec quoque semper gratis concedantur.
In eisdem funeralibus sola crux semper deferatur et pro ea nil ultra mercedem eam
deferentis capiatur neque per capitulum neque per sacristam, merces autem ipsius
deferentis sic limitatur, videlicet pro cruce inaurata solidi 333 duo et pro cruce lignea
solidus I, et hec in funeralibus que 334 intra terram Melegnani et eius burgos contiguos
facienda erunt, ab extra vero pro eadem cruce inaurata capi possint usque ad solidos
III et pro lignea solidos II.
(f. 50r) Pro campana pariter nil per capitulum nec fabricerios petatur aut exigatur,
sed tantum solidi duo eam pulsanti pro eius mercede solvantur.
Pro sepulturis quoque nil per dictum capitulum nec fabricerios petatur aut exigatur.
Cera quovismodo in funeralibus adhibita in totum ecclesie remaneat ad eius usum
consumanda, ea tamen parte dempta quae presbiteris et clericis dari solet in manibus
deferenda pro singulo eorum particulari elemosina.
Permissum fuit et permittitur praedicto domino presbitero Baptiste praeposito ut
in eius domo retinere possit Dominicam de Marliano eius ancillam, ei tamen presenti,
audienti etc. inhibetur ne aliam capiat ancillam absque licentia praelibatae illustrissime
Dominationis suae et hoc sub pena 50 aureorum.
Dominus presbiter Baptista Verderius capellanus curatus hinc ad festum Sancti
Martini proximum reparare faciat domum quam inhabitat destruatque (f. 50v) stalam,
casinam et latrinam constructam secus parietem ecclesie prope portam ipsius ecclesie
in canonicam egredientem.
Permissum quoque fuit dicto capellano ut in eius domo possit retinere Iacobinam
eius ancillam valde annosam, eodem 335 tamen capellano inhibetur ne aliam capere
valeat, nisi ut supra et prout supra.
Dominus presbiter Hieronimus de Grandatis hinc ⌊ad dictum⌋ festum Sancti Martini
proximum instaurare et reparare faciat eius domum fere dirutam.
Et ad hoc fructus horum amborum capellanorum sequestrentur. 336
Dominus Iohannes Petrus de Brusatis possit et ei liceat eius propriis impensis apponi
facere assidem 337 per brachium altam ad finestram 338 e thalamo praedicti domini
presbiteri Dionisii in 339 domum et seu viridarium praedicti Brusati respicientem, modo
tamen dictus Brusatus per instrumentum publicum protestetur se precario nomine dictam
assidem apponi fecisse et non aliter, ne quandoque longo temporis tractu iuribus
ecclesie afferatur praeiuditium.
328canc. trium mensium
329qualitercumque - contrafecerintnel margine superiore
330canc. pbr
331canc. magis
332canc. sibi
333canc. II
334canc. fient
335canc. in
336paragrafo canc.: Dominus presbiter Hieronimus Ferarius termino dierum XV proximorum
ab extra eius domum emittat et collocet quandam eius neptem cum marito et hoc sub pena
scutorum XXV auri alicui pio loco applicandorum etc. casu inobedientiae etc. et sub alia (f.
51r) graviori pena arbitrio etc.
337canc. br
338 canc. praedicti domini
339 canc. vir

DOCUMENTO 11 129
Dominus presbiter Hieronimus Ferarius capellanus curatus ut supra termino 340
⌊duorum mensium⌋ proximorum ex eius domo emittat et collocet quandam eius neptem
cum marito et hoc sub pena scutorum XXV auri alicui pio loco applicandorum etc.
casu inobedientiae etc. et sub alia graviori pena arbitrio etc. 341
Dominus presbiter Baptista Verderius custos hinc ad kalendas (f. 51v) mensis augusti
proximas Mediolani se praesentet in curia archiepiscopali ad subiciendum se
examini 342 circa celebrationem missae, cum ita blesus sit ut vix possit tolerari 343 .
Praepositus et capellani curati deinceps firmiter habitent in aedibus dictae canonicae,
aliter absentes censeantur et 344 ⌊ressidentiae redditus⌋ amittant. 345
Porta ⌊canonice⌋ que 346 a tergo campanilis egreditur in stratam publicam obturetur
lapidibus et cemento.
Alie vero duae portae ante finem primae hore noctis claudantur et clavis altera
penes praepositum et altera penes capellanum ebdomodarium custodiatur.
(f. 52r) 347 Fabricerii in posterum nullas faciant impensas circa instaurationem nec
reparationem aedium 348 canonicae, sed domus praedicte propriis impensis praepositi
et capellanorum eas inhabitantium instaurentur.
Ad ipsorum dominorum fabriceriorum necnon deputatorum et officialium aliarum
scolarum et confraternitatum eisdem factum fuit praeceptum in faciem, ne in posterum
aliquas peccuniarum summas et seu aliarum quantitates alicui seu aliquibus
mutuo dare audeant sub pena dupli illius summae et quantitatis quam 349 mutuo dari
contingerit statim auferenda ab eo qui contrafecerit (f. 52v) et applicanda loco cuius
fuerint peccunie vel alie res sic ut supra mu⌊tuate⌋ 350 .
Ad eorum quoque praesentiam praelibata illustrissima Dominatio sua delegavit
et deputavit ac delegat et deputat 351 multum reverendum et magnificum iurisconsultum
dominum Paulum Patrocinium presentem et onus de quo infra 352 libenter
suscipientem ad videndum computa et calcula dicte fabricae et omnium scolarum 353
et confraternitatum in dicta parochiali ecclesia et aliis ecclesiis dicti burgi Melegnani
existentium et ad ea calcula liquidandum et liquidari faciendum, necnon et ad interessendum
ellectioni seu ellectionibus quorumcumque officialium ad regimen dicte fabrice
et confraternitatum noviter eligendorum, ad hoc ut legales et idoneae eligantur personae,
presentibus ⌊ut supra⌋ dictis fabriceriis et dictarum confraternitatum (f. 53r)
officialibus et deputatis acceptantibus etc.
Praefatus dominus praepositus rationibus et causis ex visitatione resultantibus
penes se habere teneatur aliquem 354 sacerdotem 355 idoneum et in examine rectorum 356
340canc. dierum XV
341paragrafo canc.: Praepositus et capellani curati, deinceps continuo
342canc. sub pena
343missae - tolerari nell’interlinea
344canc. distributiones suas
345paragrafo canc.: Fabricerii nullas in posterum faciant impensas circa instaurationem
nec reparationem dictarum aedium, sed domus praedicte propriis praepositi impensis et
capellanorum eas inhabitantium instaurentur.
346canc. est
347due paragrafi canc.: Obturetur lapidibus et cemento ea porta canonicae que a tergo
campanilis in stratam publicam egreditur.
Aliae vero duae portae ante horam primam noctis claudantur, et clavium altera penes
praepositum et altera penes capellanum ebdomodarium custodiatur.
348canc. canonicalium
349corr. da que
350canc. necnon sub pena ⌊statim⌋ refficiendi ⌊eidem loco⌋ totidem ex erae proprio
351 canc. mag
352 canc. susci
353 canc. in dicta
354 canc. idoneum
355 canc. pro
356 canc. receptum (?)

130 APPENDICE
⌊parochialium approbatum⌋ pro eius coadiutore in dicta animarum cura exercenda,
cui annuatim dare ex redditibus suis portionem que archiepiscopo videbitur aequa
teneatur 357 .
Dominus presbiter Baptista Verderius 358 capellanus curatus ut supra rationibus 359
et causis resultantibus ut supra privatus fuit et ex nunc privatur 360 omni munere et
facultate alicuius animarum curae exercendae.
Domino presbitero Dionisio Grandato capellano ut supra rationibus et causis resultantibus
361 ex dicta visitatione necnon et ex processu contra eum agitato 362 factum 363
(f. 53v) fuit praeceptum ut hinc ad diem lune proximam Mediolani se praesentet in 364
curia archiepiscopali et in fortiis magnifici domini viccarii Paphii et 365 prout latius
legitur in calce dicti processus.
Predictus magnificus viccarius Paphius videat processum agitatum contra nobilem
dominum Iohannem Antonium Prealonum ad querelam Beltramine de Bonetis et Livie
eius filiae, que filia dicitur stuprata ab ipso Prealono sub fide eam ducendi in uxorem,
et iure medio decidatur.
(f. 54r) Ordinationes pro ecclesia Sancti Petri
Primo quod aperiatur finestra, que est obtusa, in capella Divi Sepulchri et super
ea fiant 366 valve, ut claudi possit, necnon et stamegna.
Obturetur oculus qui est desupra altare maius in capite ecclesiae.
Elemosina ac hospitalitas, per confraternitatem dicte ecclesie 367 pauperibus dari
et concedi solita, deinceps illis tantum detur et concedatur pauperibus singrapham
manu praepositi vel eius locumtenentis ac visitatorum subscriptam exhibentibus, et in
calculis cum thesaurario faciendis non computetur nec compensetur nisi id quod dicte
singraphae dictabunt.
Officiales dicte confraternitatis mutentur ab eisque rationes reddantur, prout superius
de fabriceriis et aliis confraternitatibus in ecclesia parochiali ordinatum fuit.
Errecta 368 et seu instaurata fuit dicta confraternitas eidemque date et comprobatae
fuerunt regulae et instituta ⌊Sanctorum Iohannis et Mariae⌋ alias per ipsam (f.
54v) confraternitatem sumptas et sumpta per exemplum a confraternitate scolarium 369
ecclesie Sancti Iohannis Domus Ruptae Mediolani et prout latius constat ex ipsa errectione
et comprobatione in fine dictarum regularum descripta et manu praelibate
illustrissime Dominationis sue firmata et sigillata.
Destruantur quamprimum porcile illud et cassinotum in curia domus dicte confraternitatis
et secus ecclesie parietes constructa.
Ordinationes pro 370 ⌊oratorio Assumptionis Dive Marie⌋ quod est in castro
illustrissimi marchionis
357 que - teneatur nell’interlinea
358 canc. rat
359 canc. cause
360 canc. mun
361 canc. ut supra factum fuit
362 canc. eidem
363 corr. da pactum
364 canc. fortiis
365 canc. prout
366 canc. valde
367 canc. dar
368 canc. fuit
369 canc. Sancti
370 canc. ecc capella

DOCUMENTO 11 131
A fronte dicti 371 ⌊oratorii⌋ construatur paries dictam capellam omnino claudens, 372
⌊ita ut e porticibus nec⌋ e fenestris domus missa audiri possit, in dictoque pariete 373
construantur finestre 374 ⌊cum suis vitreis necnon et⌋ porta quae sera et clavi claudatur.
Dictum oratorium dealbetur et pingatur.
(f. 55r) Ordinationes pro ecclesia Sancti Rochi in burgo Fornacis
Fiat stamegna ex tila super finestra.
Fiant cancellae ligneae circumcirca porticum cum porta que sera et clavi claudatur.
Ambo altaria que sunt subtus dictam porticum demoliantur.
Celum ecclesiae soffitetur.
Ordinationes pro ecclesia Sancti Materni
Ea pars dicti cimiterii 375 in qua consite erant quedam plantae moronorum quas 376
⌊plantari fecerunt domini⌋ Iohannes Antonius 377 et Alexander 378 fratres 379 de Ranchatae
380 fuit aplicata et ex nunc etiam de ipsorum heredum presentium etc. consensu
unitur et aplicatur dictae ecclesiae.
Praesentibus ut supra, consentientibus et dictum spacium terrae 381 cum ipsis
plantis libere relaxantibus et renuntiantibus dictae ecclesiae.
Aptentur ⌊de presenti⌋ portae dictae ecclesiae ac sera et clavi (f. 55v) claudantur.
Dicta ecclesia quamprimum 382 fieri poterit cooperiatur, verum de presenti saltem
capella maior ⌊et per brachia⌋ quatuor penes 383 eam et ab utroque latere 384 cooperiatur
expensis communitatis Melegnani, iuxta oblationem et promissionem per ipsos
homines factam.
Indulgentiis dictae ecclesie per olim illustrissimos cardinales concessis amplius non
utantur nec deinceps bulle ipse exponantur.
Ordinationes pro ecclesia Sancti Blasii
Hec ecclesia cum domo ac horto et omnibus aliis suis iuribus unita, concessa et
applicata ac unitur 385 , conceditur et aplicatur 386 monasterio venerabilium fratrum
ordinis Capuzinorum Mediolani, et hoc etiam accedente consensu scolarium confraternitatis
Sancti Petri Melegnani, curam dictae ecclesie habentium, necnon et cum
consensu reverendi domini praepositi et capellanorum curatorum dicti burgi Melegnani,
quibus solvi debet quidam annuus census super dicta domo et horto, et cum
resservatione ipsius census, et prout latius legitur ex (f. 56r) instrumento per me
notarium et cancellarium infrascriptum recepto.
Ordinationes pro ecclesia Sancte Brigidae
371corr. da dictae ; canc. capellae
372canc. in quo
373e fenestris - pariete nel margine sinistro
374canc. ac ho ac
375canc. quam heredes
376corr. da quibus ; canc. gaudebant heredes dominorum
377corr. da Antonii
378corr. da Alexandri
379corr. da fratrum
380corr. da Renchatae
381canc. su (?)
382canc. cooperiatur
383canc. ab utraque parte
384quatuor - latere nel margine sinistro
385canc. et concedit
386 canc. ve

132 APPENDICE
Ubi heredes magnifici domini Francisci Caprae velint capellam unam condecentem
edificari facere, prophanetur dicta ecclesia Sancte Brigidae et de hoc infalanter
agatur cum ipsis 387 ⌊heredibus⌋, attento quod 388 nunc desupra dictam ecclesiam
constructum 389 extat columbarium, et in usus prophanos omnino conversa visa est 390 .
Ordinationes pro ecclesia loci delle Roche
Magnificus dominus Dionisius Brippius refficere et instaurare faciat dictam ecclesiam
391 hinc ad mensem septembris proximum et interim ipse dominus Brippius possit
uti eius capella in 392 eius 393 castro seu domo constructa.
Vocetur capellanus praedicti domini Brippi coram magnifico viccario archiepiscopali
ad videndum se condemnari ex quo visus fuit in habitu prohibito.
Ordinationes pro ecclesia Sancti Rochi de Ariotio
Ubi magnifici Fabritius et Saxus Vicecomites patroni dicti loci et seu vicinantia
voluerint dotem ipsius ecclesie augere usque ad summam librarum 200 imperialium in
anno pro mercede unius rectoris, errigatur ibi parochialis a cura Melegnani separata.
Finestra attollatur magis per medium brachium et super ea fiat stamegna ex tila.
Ordinationes pro ecclesia Sanctorum Petri et Pauli de Vizolo
Hec ecclesia termino mensium trium proximorum reparetur expensis reverendorum
dominorum praepositi et capellanorum curatorum burgi Melegnani.
Fiant de presenti valve super portis et teneantur clausae sera et clavi.
Duo altaria semidistructa, que sunt e lateribus altaris maioris, penitus demoliantur.
Cimiterium claudatur saltem sbarris ligneis, ut sit tutum a bestiis.
Quilibet ex dictis capellanis curatis post peractam suam ebdomodam teneatur in
sequenti ebdomoda celebrare missam in hac ecclesia.
Ordinationes pro ecclesia Sanctorum Protasii et Gervasii de Sarmazano
Dicta ecclesia recte cooperiatur et soffitetur.
Fiat pavimentum.
Fiant valvae super portis et claudantur sera et clavi.
Fiant crates ferreae super finestris necnon et stamegne ex tila.
(f. 57v) Fiant cancelle ligneae circumcirca porticum cum portina que claudatur
sera et clavi.
387 canc. dominis Capris
388 canc. de pr
389 corr. da constructam
390 prophanos - est nell’interlinea ; paragrafo canc.: Provideatur de apparamento ad
celebrandum missam opportuno videlicet fiat
Camiscium unum cum suo cingulo
Amictum
Manipulum et stola
Planeta
Palium
Misale
Calix cum cuppa et patena argentea
Corporalia 3
Purificatoria XII
Fiant et alia ad celebrandum necessaria
391 canc. et interim ipse dominus Brippius
392 canc. ex
393 canc. o

DOCUMENTO 11 133
Provideatur de paramento 394 integro ad missam celebrandam, videlicet fiat
Camiscium unum cum suo cingulo,
Amictum,
Manipulum cum stola,
Planeta,
Palium saltem ex zambeloto,
Tobaleae opportunae,
Misale unum,
Calix cum cuppa et patena argentea,
Corporalia 3,
Purificatoria XII.
Provideatur et de aliis ad celebrandum necessariis.
Et ad effectus praemissos fiat sequestrum penes fictabilem bonorum ecclesiae praedictae.
Factum fuit incontinenti dictum sequestrum, quod videatur cum rellatione.
(f. 58r) Ordinationes pro ecclesia Sancti Antonii de Colturano
Cimiterium vel muris vel sbarris ligneis reddatur tutum a bestiis.
Incrustetur volta capelle maioris.
Alia duo altaria demoliantur et alterum eorum transferratur secus parietem ad
medium ecclesie, ubi figura divae Mariae picta est.
Apponatur sera et clavis super porta et hostio 395 sacrastiae.
Fiat quamprimum cratis ferrea super finestra que inservit altari maiori in capite
ecclesiae.
Ubi homines dicti loci velint dotem ipsi ecclesie augere usque ad sumam librarum
ducentum imperialium in anno pro salario rectoris, dicta ecclesia errigatur in parochialem
separatam a cura 396 Melegnani, et, donec super praemissis deliberetur, inhibitum
fuit ac inhibetur domino presbitero Baptiste de Scottis capellano curato, ne aliqua
sacramenta ibidem ministret.
Et ubi dicta ecclesia in parochialem sic ut supra errigatur, tunc provideatur de
tabernaculo pro sanctissima tenenda 397 (f. 58v) eucharastia, necnon et provideatur
de baptisterio et aliis omnibus ad parochialem ecclesiam necessariis, prout in regulis
generalibus traditum est.
Pro monasterio Sancti Angeli
Moniti fuerunt venerabilis frater viccarius ac fratres dicti monasterii ut quamprimum
demoliri faciant depositum 398 super terram eminens, in quo dicitur reconditum
cadaver cuiusdam a Basilica Petri, et quod ipsum cadaver infra 399 terram sepeliri
faciant.
Moniti quoque fuerunt, ut quanto citius lapidibus et cemento obturari faciant omnia
hostia a parte extra monasterium constructa in pariete 400 illarum celularum 401
quibus utuntur pro confessionalibus, et quod illis amplius non utantur pro confessionalibus,
nam alia confessionalia illignea facienda sunt et collocanda in locis aparentibus
ecclesie, iuxta formam per ⌊quasdam⌋ regulas generales aliis omnibus ecclesiis
traditam.
394 corr. da apparamento
395 corr. da hostia (?)
396 canc. praepositure Sancti Iuli
397 canc. euchast
398 canc. lapideum
399 canc. ecclesi
400 canc. c
401 canc. in

134 APPENDICE
(f. 59r) Vigore quoque et in exequtione ⌊quarundam⌋ bullarum per sanctissimum
Pium papam quintum superioribus diebum editarum facta fuit praedicto 402 venerabili
patri vicario inhibitio tenoris subsequentis, videlicet:
1567 die sabbati ultimo mensis mai.
Coram illustrissimo et reverendissimo cardinali Borromeo Mediolanensi archiepiscopo
etc. existenti in terra Melegnani pro visitatione dicti loci, vocato et habito venerabile
fratre Francisco de Bamphis, ordinis Fratrum Minorum Regularium Observantiae,
viccario in monasterio dicti loci, eidem praesenti, audienti etc., factum fuit
praeceptum et seu inhibitio in faciem, ut omnia in concilio provinciali disposita circa
funeralia ad unguem observet et adimpleat, maxime circa 403 palia gratis in funeralibus
concedenda et de paliis auro contextis nec sericeis in dictis funeralibus non concedendis,
iuxta etiam bullas a summo pontifice emanatas.
Praesente ut supra praedicto venerabili patre viccario, acceptante etc. et ita exequi
promittente etc.
Vigore etiam dictarummet bullarum praeceptum et inhibitum fuit praedicto patri
viccario praesenti ut supra, quod deinceps aliquas mulieres non admittat in viridario
seu barco dicti monasterii sub pena excoicationis, ut in dictis bullis
sanctissimi domini nostri Pii V.
(f. 59v) Vigore quoque dictarummet bullarum factum fuit simile praeceptum et seu
similis inhibitio venerabili fratri Zinesio de Bugatis de Candia, ordinis fratrum Carmelitanorum,
priori monasterii eiusdem ordinis in dicto burgo Melegnani, praesenti,
audienti etc, et in omnibus ut supra et prout supra.
(f. [60]r) Ordinationes pro ecclesia Sancte Mariae de Calvenzano
Fiant valve super portis et claudantur sera et clavi.
Altare maius retrahatur magis citra medium ecclesie.
Perficiatur quamprimum ancona ad ipsum altare apponenda.
Cetera vero altaria demoliantur et duo alia construantur secus parietes 404 ad
medium ecclesie, videlicet unum e regione alterius.
Errigantur et seu construantur duo parietes, videlicet unus ab utroque altaris maioris
inter columnas et ab uno ex dictis lateribus construatur sacrastia et ab alio
campanile.
Celum ecclesie soffitetur.
Fiant stamegne super finestris.
Nonnullae ex dictis finestris necnon et quedam alia foramina in ipsa ecclesia existentia
obturentur iudicio tamen architecti.
Parietes ecclesie incrustentur et pingantur vel saltem dealbentur.
(f. [60]v) Fiat campana super campanile sic ut supra construendo.
Tollatur illud depositum 405 lapideum, quod duabus columnis lapideis sustinetur,
in ecclesia et cadaver in eo reconditum sepeliatur infra terram, dictum vero depositum
ab extra ecclesiam super ipsismet columnis collocetur in angulo ubi apparet alias
constructam fuisse 406 portam, que nunc obturata est.
Fiant duo apparenta integra ex zambeloto, alterum scilicet album et alterum
pavonazeum.
Dentur dicto capellano libre 150 imperiales in anno et celebret singulo die, 407 ⌊salvo
quod⌋ ex singulis ebdomodis possit omittere unam diem. 408
402 corr. da praedictis
403 canc. funeralia
404 corr. da parietem
405 canc. m
406 corr. da adfuisse
407 canc. ⌊uno die⌋ excepto uno
408 paragrafo nell’interlinea ; tre paragrafi canc.:

DOCUMENTO 11 135
(f. [61]r) Ordinationes pro ecclesia Sancti Michaelis de Pidriano
Demoliantur ambo altaria que sunt in dicta ecclesia, nam sunt nimis angusta et
parva, et unicum refficiatur ad formam per regulas generales traditam.
Provideatur saltem de apparamento uno ad missam celebrandam, videlicet fiat:
Calix cum cuppa et patena argentea,
Camiscium unum cum suo cingulo,
Manipulum et stola,
Planeta,
(f. [61]v) Pallium unum,
Missale,
Corporalia tria,
Purificatoria XII.
Provideaturque de aliis pro celebratione missae necessariis.
Ubi per testes verificetur quod hic locus sit vicinior burgo Melegnani quam loco
Sancti Iuliani, et ob id comodius ibi posse animarum cura exerceri per rectores Melegnani
quam per rectorem Sancti Iuliani, locus praedictus segregetur a dicta cura Sancti
Iuliani et uniatur curae Melegnani iuxta memoriale per vicinos dicti loci porrectum.
(f. [62]r) Ordinationes pro ecclesia Sanctae Mariae in loco Mezani
Dicta ecclesia soffitetur.
Provideatur quamprimum de apparamentis pro celebratione missae necessariis.
Apponatur sera et clavis super porta ecclesie et teneatur semper clausa, nisi cum
ibi celebrari contingit.
Ubi pariter per testes verificetur quod hic locus sit propinquior dicto burgo Melegnani
quam loco Sancti Iuliani et ob id comodius ibi posse animarum cura exerceri
per rectores Melegnani quam rectorem Sancti Iuliani, locus praedictus segregetur a
dicta cura Sancti Iuliani, et uniatur curae Melegnani, eo maxime si etiam probatum
fuerit quod hoc 409 et seu in alio anno quis absque sacramentis decesserit, ipsius rectoris
Sancti Iuliani culpa.
(f. [62]v) Ordinationes pro ecclesia Sanctorum Iacobi et Christofori loci de Balbiano
ac ecclesie 410 Sancti ∗∗∗ in loco Burgi Novi
Dicta ecclesia soffitetur.
Provideatur quamprimum de paramentis 411 pro celebratione missae necessariis.
Ubi vicinantia dicti loci Balbiani velit dotem eius ecclesie augere usque ad sumam
librarum 200 imperialium in anno, computato redditu dicte ecclesie Sancti ∗∗∗ Burgi
Ordinationes pro ecclesia et monasterio Sancti Angeli
Tollatur depositum super terram eminens in dicta ecclesia, in quo dicitur reconditum
cadaver cuiusdam a Basilica Petri dictumque cadaver infra terram sepeliatur.
Obturentur ⌊ab extra⌋ lapidibus (corr. da lapibibus) et cemento omnia hostia illarum celularum
quibus utuntur pro confessionalibus et illis amplius deinceps non utantur pro confessionalibus,
sed alia confessionalia illignea fiant et collocentur in locis apparentibus ecclesie iuxta
formam per regulas generales traditam.
(f. [61]r) ne aliqua sacramenta ibidem ministret.
Et ubi dicta ecclesia in parochialem sic ut supra errigatur, tunc provideatur de tabernaculo
pro sanctissima tenenda eucharastia, necnon de baptisterio et de aliis omnibus ad parochialem
ecclesiam necessariis prout in regulis generalibus traditum est.
409 canc. an
410 i.e. ecclesia
411 corr. da apparamentis

136 APPENDICE
Novi, 412 dicta ecclesia 413 de Balbiano ⌊in parochialem separatam a cura loci⌋ 414 Bustegherae
errigatur, eidemque ecclesie de Balbiano 415 uniatur et applicetur dicta ecclesia
Burgi Novi cum eius redditibus, si 416 tamen fieri poterit 417 de consensu patronorum,
alioquin separentur a cura Bustighere 150 libre post extrationem pensionum et
errigatur in parochiam ex decreto concilii Tridentini et interim, 418 ubi per testes probetur
quod dictus locus Balbiani sit ⌊magis⌋ vicinus 419 burgo Melegnani quam dicto
loco Busteghere, et ob id commodius ibi animarum cura possit per rectores Melegnani
exerceri quam per rectorem dicti loci Busteghere, locus predictus Balbiani 420 ⌊regatur
a rectoribus⌋ Melegnani 421 .
(f. [63]r) Magnificus viccarius ⌊generalis⌋ videat dictam expositionem cum testibus
superinde receptis et provideat prout melius convenire videbitur, sed magis videtur
convenire separatio alicuius partis reddituum parochialis Busteghere, ut ex dictis
fructibus una cum aliquali hominum contributione 422 ibi erigatur parochialis 423 .
Si reverendus dominus praepositus burgi Melegnani comperuerit aliquas ex ecclesiis
supradictis esse male custoditas vel aliqualiter in usus converti prophanos, eas claudi
faciat et claves penes se custodiat nec aperiantur nisi dum ibi celebrari continget.
412 canc. eidemt
413 corr. da ecclesie
414 canc. ⌊Bustegh⌋
415 Bustegherae - Balbiano nel margine sinistro
416 canc. fier
417 canc. aut (?)
418 alioquin - interim nell’interlinea ; inizio di paragrafo canc. S. . .
419 corr. da vicinior
420 canc. segregetur a dicta cura Bustegherae et uniatur cure
421 canc. quo casu dictus rector Busteghere concurrat cum vicinis ad impensam mercedis
solvendae pro administratione dictae curae, iuxta (f. [63]r) expositionem per ipsos homines
factam
422 alicuius - contributione nell’interlinea
423 ibi - parochialis nel margine sinistro

DOCUMENTO 12 137
1567 maggio 30.
12
Memoriale con cui gli uomini di Mezzano e Pedriano chiedono di essere uniti
alla prepositura di Melegnano.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 17.
1567 adì 30 magio.
Li homini de Mezano et Pedriano, dischosto da Mellegnano mezo millo et da lontano
da Santo Iuliano due millia, suplichano ha sua Signoria illustrissima, anchora che
siano soto la plebe di Santo Iulliano, per esere la via longa et molto dispiacevole et
damnosa ha li infermi venendo il bisogno, però ⌊per(?) 1 ⌋ questa hochasione suplichiamo
a esere in el numero de li eleti di Melegnano et questo teniamo sichuro che quela
non mancherà di favore, perché non aspetiano si non favore et iustitia.
Nelli detti luoghi gli sono 2 cioè in Pidriano case X et anime 80.
In Mezano case 17 et anime 90 in circa.
1 canc. venedo
2 canc. case

138 APPENDICE
1570 settembre 22.
13
Lettera di Dionigi Brivio a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 6, fasc. 1.
(recto) Illustrissimo et reverendissimo Monsignore, signore et patron mio osservantissimo.
Questi giorni passati, quando la fu alla Rocca, la tiene proposito sopra li poveri frati
Scapucini, mostrando grandissimo desiderio ch’havessero qua un locco a Maregnano;
al che li rispose ch’el locco già era trovato in essa terra propria, et che se può dire fuora
della terra, sito molto alto sopra il fiume del Lambro, bonissimo aere, et vi è anchora
un pocco d’habitatione, ma non vi è chiesa, et è del signor Hippolito Lampugnano,
qual m’ha detto che lo darà volantieri, et ch’el farà conoscere ch’esso è molto devoto
d’essa relligione et che desidera che tal frati vengano ad habitarlo, perhò che lui non
può donar tanta cosa, per esser povero gientilhomo, ma ch’el farà cortesia, qual credo
che sarà tanto più, quanto che vostra Signoria illustrissima lo mandasse a chiamare et
ch’ella ghe ne parlasse caldamente, che me rendo certo ch’el farà quanto ella desiderarà
et comandarà. Et perché tal locco potria forsi vallere cinquecento scuti o più o manco,
li dissi ancora che nella terra di Viccione, lontano da Melegnano due milia, verso
Milano, vi è una chiesa antichissima chiamata Santa Maria, qual è chierichato de
Baldesar Trecco, figliol del quondam messer Hieronimo, qual altre volte era notaro
nel arcivescovato di vostra Signoria illustrissima et sta in Porta Tosa, nella contrada
della Cervieta, et esso Trecco havea datte li beni d’esso clericato che sono pertiche
circa 18 a livello al quondam monsignor Patrocinio per soldi 45 la pertica, senza
dispensa di vostra Signoria illustrissima né suoi vicarii, come già ho inteso, et come
credo che monsignor don Leonello ne sii molto bene informato alla visita che questi
giorni passati ha fatto, et essendo così come ho (verso) già inteso, et non parendo
a questi poveri frati de star dov’ora è quella chiesa a Viccione, per esser lontano
dalle ellemosine, se contentarebbono più presto che se vendessero con l’authorità et
consenso de vostra Signoria illustrissima quelle pertiche di terra, et comprare quello
sito del signor Lampugnano in Maregnano, et son sicuro che se trovarano persone che
comprarano dette terre, et talli dinari sarano boni per una parte, et il restante nostro
Signore Dio, con il favore et aviso di vostra Signoria illustrissima accompagnate con
qualche ellemosine de persone devote, spero che questi devoti relligiosi haverano un
bel et bon sito, come essi ne sono informati, et ogni giorno s’andarà facendo qualche
cosa di modo che in pocco tempo se potrà sperare che vi starano continuo a pregare
nostro Signore per vostra Signoria illustrissima et per tutti li benefattori. Et così
vostra Signoria illustrissima, come sempre fu suo solito, debbe abbraciare questa santa
et onorata impresa et con l’authorità sua operare che tal 1 ⌊negotio⌋ habbi effetto, che
oltra che farà opera santa et pia, io ancora li restarò immortalmente obligatissimo.
Alla cui bona gratia humilmente me raccomando et con la debita reverenza li bacio le
mani. Da la Rocca, alli 22 di settembre 1570.
Di vostra Signoria illustrissima et reverendissima
humill. mo servidore
Dioniggi Brivio
1 canc. opera

DOCUMENTO 14 139
1577 maggio 23.
14
Lettera di don Luigi Carnaghi, prevosto di Melegnano, a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 15.
(recto) Illustrissimo et reverendissimo Monsignore, padrone mio osservantissimo.
Hieri fu qui a Melegnano il Provinciale de’ Capuccini, a visitare e disegnare il luoco
per edificarci il suo monastero e conchiuse che la chiesa di Santo Materno può restare
anco senza impedimento dell’edificio del suo monastero, perché secondo il disegno
loro essa chiesa di San Materno rimane nella parte settentrionale della piaza, che
sarà innanti la porta della chiesa, ch’essi a suo servigio vogliono di nuovo fabricare.
Et io, che temo che la signora Marchesa, la quale s’aspetta qui dimani la sera per
ultima risolutione di sì fatto negocio, non entra in capriccio di atterrar la chiesa di
San Materno, perché la chiesa nuova de’ Capuccini habbia la piaza più ariosa et ampia
avanti, aviso vostra Signoria illustrissima acciò ch’ella, quando fosse richiesta per la
demolitione di San Materno, vadi considerata, essendo che commodamente può stare
e l’una e l’altra chiesa. I Capuccini hanno scropolo a privare questa compagnia di
scolari della sua chiesa, ove anco essi lodano Iddio, atteso ch’a loro non portano altro
impedimento che d’un puoco più d’aria.
Perché i Capuccini vogliono di presente starsene qui cinque, duoi di messa, un
chierico e duoi laici per attendere alla fabrica, io ci offersi una parte della canonica
nostra, ma essi dicono che star vogliono a San Pietro, luogo con nome d’hospitale, di
Disciplini. Nelle case di esso hospitale stanno donne et huomini né so se gli scolari si
contentaranno, atteso che tra loro sono discordi, et io, vedendo i lor disordini et che
non frequentano l’ufficio suo né che mai render m’hanno voluto i conti da quatro anni
in qua, ci ho levato la regola, come n’ho raguagliato monsignor Fontana: et perciò sarà
bene che vostra Signoria illustrissima ordini quello che le par bene, acciò questi frati
siano alloggiati.
Nelle tre feste della Pentecoste prossima predicarà qui nella nostra chiesa prepositurale
il Provinciale de’ Capuccini. Ho benedetto la maggior parte delle case di questa
terra e suoi borghi, vo seguitando, ma questi pochi giorni fo pausa per attendere alle
confessioni. Ognuno mi dimanda grani benedetti, io ho distribuito quei cento che vostra
Signoria illustrissima (verso) gli giorni passati mi fece dare, ma sono quasi niente,
se si risguarda la moltitudine del popolo: onde supplico ch’ella me ne faccia almeno di
ducento gratia, affine che costoro non manchino nell’ufficio di pietà per diffetto mio. Et
se le piacesse di favorirmi tanto, l’apportatore di questa è tale ch’allui sicuramente si
puotranno dare. Di ciò molto la priego e con ogni affetto di cuore m’inchino a pigliarmi
la sua santa benedittione.
Da Melegnano il 23 maggio 1577.
Di vostra Signoria illustrissima et reverendissima
humilissimo servitore
il prevosto di Melegnano

140 APPENDICE
1577 maggio 25.
15
Lettera di Barbara del Maino, marchesa di Melegnano, a san Carlo Borromeo.
Originale (il testo è di mano del prevosto Carnaghi, solo le ultime due righe
sono della marchesa).
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 35.
Illustrissimo et reverendissimo Signor mio osservantissimo
Hieri giunsi qua per dar principio alla mia divotione di fabricare il monastero
per gli padri Capuccini; ho compro il terreno che lor bisogna et, perché la chiesa di
San Materno porta impedimento alla chiesa che s’ha di fare per uso d’essi Capuccini,
sendosi disegnato 1 che la nuova sia di edificarsi presso alla vecchia tre braccia, supplico
vostra Signoria illustrissima farmi gratia di mandarmi facoltà di far demolire essa
chiesa di San Materno, acciò non impedisca l’opra c’ho stabilito con l’aiuto d’Iddio di
presente principiare e quanto prima finire. Quando vostra Signoria illustrissima fu in
quelle parti, mandò visitare la capella che fece fare Pio Quarto di santa memoria al
Frascarolo et mi diede licenza di farci dir messa per tre mesi; hora finito è il termine; gli
padri Capuccini non vogliono più celebrarvi senza sua nuova licenza et, perché penso
di rimanere anco al Frascarolo qualche tempo, priego vostra Signoria illustrissima
favorirmi in prorogarmi la licenza et per lo presente mandarmela, con che alle sue
sante orationi mi raccomando.
Da Melegnano, il XXV maggio MDLXXVII.
Di vostra Signoria illustrissima et reverendissima
hobigatissima serva
la marchesa di Marignano
1 canc. disegnata

DOCUMENTO 16 141
1577 maggio 25.
16
Lettera del Provinciale dei Cappuccini a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 35.
Iesus
Illustrissimo et reverendissimo monsignore mio in Giesù Christo humile saluto.
Sonno già alquanti anni, che la Religion, et Provintia nostra, desidera et procura,
per serviggio de Dio, far un monasterietto per albergo de Frati, nella terra di Marignano,
et hora Nostro Signore, ch’opportunamente adempie il desiderio de soi, ha
inspirato efficaciamente la signora Marchesa di fare questa laudevole impresa, et è
venut’aposta da Fraschirolo per dargli principio. Però supplico humilmente a Vostra
Signoria Illustrissima, che, per Nostro Signor Giesù Christo, mi conceda, non solamente
la licentia et benedittione, per ricevere questo logo, che detta Signora Marchesa ha
comprato presentialmente con soi denari già sborsati, ma mi dia anco libera facoltà
di transferir una chiesetta, intitolata San Materno, da un logo a un altro il spatio de
25 passi, perché stando dove hora è, non se gli può accommodar la fabrica dil monasterio,
et remanendo in piè impedisce la nova chiesa che si ha di fare. Et volontieri
sarei venuto personalmente a pregarla et informarla del tutto, ma perché mi bisogna
predicar queste 3 feste della Penthecoste, et la signora Marchesa non può tardar a partirsi,
per negotio d’importanza, cioè per grave infirmità d’una sua figlia ch’è senza suo
governo a Fraschirolo, et avanti che si parta vorebbe veder dar principio alla fabrica,
verrò poi doppo le feste ad assicurarla che questa nostra petitione è raggionevole, et
la concession è licita. Prego adunque di novo Vostra Signoria Illustrissima concederci
detta chiesa liberamente, acciò non perdiam questa bona occasione, perché perduta, si
cercharà, et forse non si potrà trovare. Et con questo facendo fine, prego Dio disponna
di noi, et di tutte le cose nostre quello ch’è beneplacito suo, sua gloria, et nostra salute.
Da Marignano, il 25 di Maggio, 1577.
Di Vostra Illustrissima et Reverendissima Signoria Servo, et suddito in Christo
Il Provintial de Frati Capuccini

142 APPENDICE
1577 giugno 3.
17
Lettera del Provinciale dei Cappuccini a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 35.
Iesus
Illustrissimo et Reverendissimo Monsignor et signor mio in Giesù Christo humile
saluto.
Per dispositione della Divina Maestà, con la benedittione di vostra Signoria illustrissima
et con l’aiuto dell’eccellentissima signora Marchesa habbiam piantata la
prima pietra, et fatt’i fondamenti della nova chiesa di San Materno a Marignano. Il
reverendo Preposito, lattor della presente, per sua charitativa humanità, ha accommodato
nella canonica della chiesa sua i nostri frati, parte de quali attendaranno al negotio
della fabrica, parte alla celebratione delle cose divine, et uno all’amministratione del
verbo. Se, per gloria de Dio, pare al retto giudicio di Vostra Signoria Illustrissima et
se gli piace, la prego concederci liberamente la chiesa vecchia di San Materno, dove
possiam celebrar le messe, et altri divini officii, sin che sia fabricato et perfetto il
choro, et l’altare della chiesa nova. All’hora si potranno transferire le reliquie, se ve
ne sonno, dall’altar vecchio al novo, et la materie della chiesa vecchia, all’edificatione
della nova. Né per questo si farà ingiuria a quei scholari che l’hanno risarcita, perché
s’accontentono di quanto disponerà Dio per Vostra Signoria Illustrissima. Et, se sarà
bisogno di far qualche ristorro alle lor proprie borse, non si mancharà di cerchare fidelmente
l’elemosina, per non lasciarli dannificati. Se anco Vostra Signoria Illustrissima
potesse porgiere, et porgiesse le mani adiutrici a questa incomminciata fabbrica, credo
farebbe a Dio cosa grata, et io gliene supplico, et confessomegli obbligato, con tutta la
Provintia mia, qual sempre pregarà la Maestà Divina dia felice successo a sue sante,
et fatticose imprese. Da Marignano il 3 di giugno 77.
Di Vostra Illustrissima e Reverendissima Signoria servo, et suddito in Christo
Il Provintial de Capuccini nella Provincia di Milano

DOCUMENTO 18 143
1577 giugno 10.
18
Lettera di fra Arcangelo da Brescia a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 35.
Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor salute e pace.
Il nostro reverendo Padre Provintiale hammi posto qua a Mellegnano a predicar il
verbo di Dio, et insieme mi ha datto carico che andando fuori in altre terre, debba haver
l’occhio a ritrovar pietre, legnami, et simili altre cose per la fabrica. L’onde venendo
sabbato prossimo passato da Milano vidi in un campo lontano da Milano quattro milia
una capella roinata dimandata Santo Martino, et m’informai dal Reverendo di Santo
Giugliano che cosa ⌊era⌋, et mi rispose che era come niente, perché già è stata condotta
via la maggior parte di quelle pietre, dove ne restano ancora circa otto o dieci carra
con due o tre pietre vive longhe, ma che se havevamo caro haver il restante dovevamo
di ciò dar aviso a Vostra Signoria Illustrissima. Però la preghiamo ci voglia concedere
la licentia d’andar a pigliarle, avanti che altri le levino, et noi gli pregaremo dal Signore
la sua santa gratia. Da Mellegnano, il 10 di Giugno 1577.
Di Vostra Signoria Illustrissima
Minimo figliuolo et servo nel Signore
Fra Arcangelo da Brescia Capucino indegno

144 APPENDICE
1577 giugno 22.
19
Lettera di don Luigi Carnaghi, prevosto di Melegnano, a san Carlo Borromeo.
Originale.
ACAM, X, Melegnano, vol. 2, fasc. 35.
Illustrissimo et Reverendissimo Monsignore padrone e signor mio osservantissimo.
Ho inteso, che si partono dalla Vittoria quei poveri, per venire a Milano, et che
quel luoco rimarrà derelitto, come prima; vi sono molte cose, che si perderanno subito,
perché non sì tosto saranno partiti quelli, c’hor vi stanno, ch’ognuno darà di piglio a
quanto puotrà; onde vi sono alcuni legni dati per farne un ponte, che più non bisogna
partendosi costoro; vi sono asse, et alcuni utensilii, che non porta la spesa il portarle
a Milano; et perciò supplico Vostra Signoria Illustrissima ch’ella per amor di Dio doni
alla fabrica de’ Padri Capuccini quel tanto, che non si può agiatamente riportare a
Milano, et massime quei legni di rovere, li quali tutti portaranno grandissimo aiuto
alla sudetta fabrica; le asse poi, se bene non saranno in tutto intiere, gioveranno a far
ponti, quando non siano atte ad altro. Quei badili, zapponi, e vanghe sono necessarii
più che molto nel fabricare. Questa gratia chiedo, e spero, con che me le inchino a farle
riverenza. Da Melegnano il XXII giugno MDLXXVII.
Di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima
Humilissimo servitore
Il Prevosto di Melegnano

DOCUMENTO 20 145
1579.
20
Pianta della chiesa di San Rocco di Melegnano.
ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 13.

146 APPENDICE
1579.
21
Pianta della chiesa di San Pietro di Melegnano.
ACAM, X, Melegnano, vol. 4, fasc. 13.

DOCUMENTO 22 147
1580 circa.
22
Pianta della chiesa e ospedale di San Pietro di Melegnano.
ACAM, X, Melegnano, vol. 7, fasc. 4.

148 APPENDICE
1755 circa.
23
Dichiarazione delle chiese ed oratori contenuti nella pieve di Melegnano.
Originale di cm 89 x 56.
Già in ACAM, X, Melegnano, vol. 13.

Indice
NOTA 1998 3
BIBLIOGRAFIA 7
Abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Fonti manoscritte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Fonti edite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Studi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1 ORIGINI CRISTIANE DI MELEGNANO 11
2 LA FONDAZIONE DELLA PREPOSITURA DI MELEGNA-
NO (1442) 13
3 GLI STATUTI DELLA PREPOSITURA DI MELEGNANO 23
4 CHIESE, ALTARI E CONFRATERNITE NELLA PREPO-
SITURA DI MELEGNANO DALLE LORO ORIGINI ALLE
VISITE DI SAN CARLO 27
1 San Giovanni Battista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
2 San Pietro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
3 Oratorio dell’Assunzione nel Castello . . . . . . . . . . . . . . . . 34
4 San Rocco nel sobborgo della Fornace . . . . . . . . . . . . . . . 35
5 San Materno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
6 San Biagio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
7 Santa Brigida a Santa Brera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
8 La Natività della V. M. alla Rocca Brivio . . . . . . . . . . . . . 38
9 San Rocco a Riozzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
10 Santi Pietro e Paolo a Vizzolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
11 Santi Protasio e Gervasio a Sarmazzano . . . . . . . . . . . . . . 40
12 Santa Maria di Calvenzano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
13 Sant’Antonino a Colturano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
14 San Michele a Pedriano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
15 Santa Maria della Neve a Mezzano . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
16 Monastero di Santa Maria della Misericordia . . . . . . . . . . . 42
17 Convento di Santa Maria del Carmine . . . . . . . . . . . . . . . 43
18 Convento di Santa Maria delle Grazie, dei Servi di Maria . . . . 44
Conclusione 47

150 INDICE
Appendice 49
Nota 1998 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
1 1442 luglio 6. Fondazione della prepositura di Melegnano . . . . . 51
2 1442 luglio 19. Nomina del primo prevosto di Melegnano . . . . . 54
3 1442 luglio 28. Statuti della prepositura di Melegnano . . . . . . 56
4 1442 luglio 30. Unione di sette chiese alla prepositura di Melegnano 59
5 1443 agosto 8. Procura della comunità di Melegnano per il processo
di conferma dell’unione del monastero della Stella alla chiesa
di Melegnano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
6 1442 - 1443. Spese sostenute per conto della chiesa di Melegnano 65
7 1455 agosto 3 - settembre 3. Capitoli e testimonianze in favore
delle monache della Stella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
8 1459 ottobre 16 - 20. Capitoli e testimonianze contro le monache
della Stella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
9 1486 luglio 26. Infeudazione delle chiese di San Pietro e di San
Biagio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
10 1512. Regole della Compagnia della Concezione . . . . . . . . . . 91
11 1567 maggio 30 - giugno 1. Visita pastorale di san Carlo . . . . . 93
12 1567 maggio 30. Memoriale degli uomini di Mezzano e Pedriano . 137
13 1570 settembre 22. Lettera di Dionigi Brivio a san Carlo . . . . . 138
14 1577 maggio 23. Lettera del prevosto di Melegnano a san Carlo . 139
15 1577 maggio 25. Lettera della marchesa di Melegnano a san Carlo 140
16 1577 maggio 25. Lettera del provinciale dei Cappuccini a san Carlo141
17 1577 giugno 3. Idem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
18 1577 giugno 10. Lettera di fra Arcangelo da Brescia a san Carlo . 143
19 1577 giugno 22. Lettera del prevosto di Melegnano a san Carlo . 144
20 1579. Pianta della chiesa di San Rocco di Melegnano . . . . . . . 145
21 1579. Pianta della chiesa di San Pietro di Melegnano . . . . . . . 146
22 1580 circa. Pianta della chiesa e ospedale di San Pietro di Melegnano147
23 1755 circa. Dichiarazione delle chiese ed oratori contenuti nella
pieve di Melegnano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148