il geometra bresciano - Collegio dei Geometri della Provincia di ...

IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
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Carla Comincini
Redazione
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Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio,
Francesco Ganda, Francesco Lonati,
Guido Maffioletti, Franco Manfredini,
Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini,
Mariangela Scotti, Marco Tognolatti,
Giuseppe Zipponi
Hanno collaborato a questo numero
Beppe Battaglia, Battista Bosetti,
Andrea Botti, Agostino Cervi,
Augusto Cirla, Francesco Cuzzetti,
Lorenzo Di Schiena, Giovanni Foti,
Carlo Pansera, Franco Robecchi,
Valeria Sonvico
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N. 4 - 2009 luglio-agosto
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Sommario
EDITORIALE - La “forza” della dirigenza del
Collegio pag. 2
INTERVISTA - Concretezza e operatività
della Cassa sono i primi impegni del presidente
Amadasi 4
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Proposta al
Governo l’istituzione dell’Ordine dei Tecnici
laureati per l’ingegneria 10
LEGALE - Osservazioni in ordine alla legge
18 giugno 2009 n. 69 14
LEGISLAZIONE - Enti locali idonei all’esercizio
delle funzioni paesaggistiche 16
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Sindacogeometra:
il significato di un connubio che
richiede sensibilità e concretezza 18
Il Piano Casa: il parere dei geometri bresciani
espresso sulla stampa locale 20
Palazzo Te di Mantova ha ospitato il Convegno
Nazionale Sifet “Dalle misure al
modello digitale” 26
Anche per i professionisti valgono le regole
delle imprese per le spese di rappresentanza
28
Dove vanno a finire le diecimila copie de “Il
geometra bresciano” 30
LAVORI DI GEOMETRI - La prevenzione incendi
in un grande complesso logistico nel
Lodigiano 32
AGRICOLTURA & FORESTE - Rifiuti agricoli:
gestione aziendale per il recupero e lo
smaltimento 48
Appunti pratici di ingegneria naturalistica
(parte quinta) 50
SICUREZZA CANTIERI - Piattaforme aeree
56
Emanato il decreto correttivo del TUSL 60
CATASTO - Tra Agenzia del Territorio e Conservatoria,
aggiustamenti logistici per un
miglior servizio 70
FORMAZIONE CONTINUA - Aggiornamento
della procedura di calcolo per la
certificazione energetica degli edifici 72
PROTEZIONE CIVILE - Conoscere i terremoti
in Italia Settentrionale. La zona di
Brescia 74
ESTIMO - Già operativa la nuova “Commissione
valutatori” del Collegio geometri di
Brescia 76
TECNICA - La legge comunitaria 2008 e il
Dpcm 5 dicembre ’97 “Requisiti acustici
passivi” 78
Recuperare con le pietre 84
CONDOMINIO - Regime fiscale delle donazioni
e degli atti di trasferimento a titolo
gratuito 90
Acquistare un’abitazione: le tappe della
compravendita senza passi falsi 92
CULTURA - Eiffel il mago del ferro 94
ETICA PROFESSIONALE - Un futuro sostenibile…
e ben pensato 100
Novità di legge 102
La parola agli esperti 104
Aggiornamento Albo 106
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 2009/4- - 1

EDITORIALE
Bruno Bossini
Ernesto Galli Della
Loggia, nel suo editoriale
sul Corriere
della Sera del 31 luglio
scorso, sostiene che solo i
gruppi dirigenti con le loro
idee e con il loro impegno –
e quindi non i singoli, né le
masse – “fanno vivere” e di
conseguenza “fanno esistere
quei prodotti complessi
che costituiscono le
nazioni”.
Mi pare che tale concetto
possa valere anche per la
nostra categoria: infatti, solo
attraverso la spinta innovativa
messa in atto dai dirigenti
(demandati a ciò dalla
delega degli iscritti) la nostra
professione potrà raggiungere
i risultati che le
consentiranno di svolgere
un ruolo adeguato alle richieste
dei tempi che ver-
2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
La “forza” della dirigenza
del Collegio
ranno. La categoria, anzitutto,
deve migliorare la propria
capacità di “comunicazione”
verso l’esterno, cioè
di spiegare al vasto pubblico
dei potenziali fruitori
le proprie specifiche capacità
tecniche utilizzando,
meglio di quanto fatto fino
ad ora, i canali della stampa,
della televisione, di internet,
ecc., superando la ritrosia
tipica dei geometri
che, in genere, li porta a
“dire” meno di quanto in effetti
sappiano “fare”, e che li
frena quando devono esprimere
compiutamente le
proprie ragioni.
La categoria deve poi individuare
quei settori operativi
sui quali puntare per arricchire
di qualità e specificità
il proprio ambito professionale.
Settori operativi verso
i quali deve essere indirizzata
la formazione continua
dei professionisti e orientati
i giovani che intendono intraprendere
con impegno la
professione.
Tutto ciò dve essere gestito
dai Collegi, perché solo le
strutture decentrate conoscono
la realtà del territorio,
le sue specificità, le sue esigenze
piú impellenti. È sul
territorio, infatti, che emergono
con chiarezza le necessità
degli iscritti a seconda
della diversa vocazione del
mercato che vi si esplica. Ed
è in tali contesti che si possono
far maturare e incrementare
gli incarichi professionali
piccoli o grandi che
siano, senza i quali non ci
sono i presupposti per esercitare
la libera professione.
Ma tornando alle scelte dei
dirigenti, vediamo quali
sono le difficoltà della loro
individuazione. C’è anzitutto
il problema della polivalenza,
anche se è pur vero
che da almeno dieci anni la
categoria si sta sempre piú
orientando verso la specializzazione.
Questo è un
primo vincolo, perché è difficile
pianificare un percorso
culturale e tecnico che interessi
approfonditamente
tutti gli aspetti della nostra
professione: in edilizia
come in topografia, come
nell’estimo, come nel coordinamento
del lavoro di altri
tecnici, come nei numerosissimi
ambiti nei quali si
svolge e opera la nostra professione.
Acomplicare la
scelta dirigenziale
della via maestra
da percorrere e proporre
alla categoria sta la spiccata
tendenza all’individualismo
degli iscritti, ciascuno geloso
dei propri clienti, dei
propri modi di operare,
delle proprie presunte conoscenze,
dei personali convincimenti.
Sono tutti ostacoli
forti nell’individuazione
di un percorso comune e
condiviso cui attenersi, che
mal si conciliano con l’idea
di procedure simili per tutti.
Per i Collegi c’è anche l’obbligo
di garantire i diritti alla
privacy, la libera concorrenza
per tutti gli iscritti che
operano nello stesso campo
professionale. Considerato
il numero degli iscritti bresciani
(sono oltre 3000), una
siffatta gestione non è certo
agevole.
Come si vede molte sono le

Da che mondo è mondo, qualsiasi realizzazione ha
una committenza, anche se ideata, costruita e utilizzata
solo da se stessi e per se stessi.
Negli infiniti campi realizzativi la committenza può essere
pubblica o privata. Vorrei fare due considerazioni: si suol dire
che l’occhio è lo specchio dell’animo; io considero la realizzazione
di un’opera lo specchio della sensibilità della committenza,
sia essa pubblica o privata.
Una realizzazione privata non appartiene esclusivamente
al committente privato, bensí interessa tutti.
Una realizzazione inserita in un contesto urbano o extraurbano
produce effetti e considerazioni che sono di tutti.
Un’opera ben inserita sia nei centri abitati che nel paesaggio
esterno non solo non deturpa o impoverisce l’ambienta
che la circonda, ma lo può valorizzare e ingentilire agli occhi
del residente e del forestiero o visitatore.
Oggigiorno i trasporti permettono velocissimi spostamenti
da un continente all’altro e la nuova opera può essere
oggetto di considerazioni da parte di chiunque, non certo come
un secolo fa quando i contadini di mio nonno partivano dal paesello
percorrendo 20 chilometri a piedi con quattro fette di pane
e due uova sode avvolte in un tovagliolo per vedere passare il
treno alla stazione di Brescia. I tempi sono cambiati e la committenza
non riguarda solo se stessi; non parliamo poi della
committenza pubblica, sottoposta a ogni grado di giudizio.
Un’opera pubblica rispecchia non soltanto l’anima dei
singoli amministratori, ma la capacità propositiva di tutta l’Am-
difficoltà oggettive che si
frappongono alla pianificazione
di una politica professionale
innovativa. Sta quindi
alla concreta capacità organizzativa
dei dirigenti
(consiglieri, componenti di
Commissioni, responsabili
di settori specifici, consultori
di zona, ecc.) trovare il
bandolo della matassa di
una programmazione cosí
complessa. Sta a loro, per e-
sempio, proporre quale
nuovo approccio offrire alla
riforma Gelmini della scuola
secondaria, alla costituzione
degli ITS (Istititi Tecnici Superiori),
nei quali i Collegi
sono chiamati a svolgere un
ruolo non certo secondario.
O nella gestione dei corsi di
formazione continua degli iscritti,
essenziale per il raggiungimento
di prestazioni
professionali di alto livello
La nota del Presidente
La Committenza
qualitativo, considerate le
esigenze del mercato e la
concorrenza sempre piú esasperata
e agguerrita.
Occorre infine uno sforzo in
piú per favorire l’avvicinamento
alla libera professione
delle giovani leve di
geometri che sono la speranza
e il futuro della nostra
professione.
Impegno difficile, dunque,
quello dei dirigenti?
EDITORIALE
ministrazione, cominciando dalla scelta dei progettisti.
Per il progetto di un ponticello su un piccolo torrente non
sarà certo necessario l’intervento di Calatrava; ma neanche
quello di un progettista che, non rispettando il tema proposto,
rediga un progetto che unisca il colle Cidneo alla sommità del
monte Maddalena: potrà anche essere un bel progetto, ma sarà
certamente irrealizzabile e fuori tema.
Guai a quell’amministratore che, sentendosi del mestiere,
voglia condurre la matita del progettista sulla base delle proprie
idee e capacità professionali.
Le idee non vengono né da carte bollate, né da timbri,
ma dal cervello delle persone.
Lasciamo esprimere le idee progettuali a chi è capace e
la pubblica amministrazone ne faccia tesoro.
Il progettista è la spina dorsale nella realizzazione dell’opera,
con la sua capacità di interpretare, sviluppare, comparere,
abbellire l’idea della committenza esaltandola con la
propria sensibilità.
Con un occhio di riguardo non solo al contesto ambientale
e culturale circostante, ma anche all’impatto che l’opera
avrà e non solo visivo, in un contesto piú ampio e sottoposto
al giudizio di tutti.
il Presidente
Giovanni Platto
Certo che lo è, ma è l’unica
strada praticabile per giungere
a quella “sterzata” innovativa
che auspicava
anche il Presidente Platto
nella sua “nota” del numero
scorso, e nella quale confidano
soprattutto i giovani.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 3

INTERVISTA
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Concretezza e operatività
della Cassa sono i primi
impegni del presidente Amadasi
Il geometra Fausto Amadasi è stato confermato alla presidenza della
nostra Cassa autonoma di previdenza. Ad eleggerlo, all’inizio di
giugno, è stato il nuovo Consiglio di amministrazione dell’ente che ha
pure indicato Dilio Bianchi alla vice-presidenza, mentre della Giunta
esecutiva fanno parte anche Antonio Aversa, Diego Buono e Renato
Ferrari. Gli altri membri del consiglio sono Carlo Cecchetelli, Francesco
Di Leo, Carmelo Garofalo, Leo Momi, Mario Ravasi ed Ilario Teso.
Amadasi sedeva già da un anno al vertice della Cassa, essendo
succeduto a Fausto Savoldi chiamato in quello stesso periodo alla
presidenza del Consiglio nazionale. E proprio in quest’intervista che il
riconfermato presidente della Cassa ci ha concesso all’indomani del
suo insediamento, Amadasi ha voluto sintetizzare il suo programma
nel segno della continuità con la presidenza Savoldi, del quale
peraltro è stato a lungo vice-presidente condividendo tutto il percorso
fortemente innovativo che ha caratterizzato gli ultimi 10 anni di
gestione della Cassa.
L’impegno programmatico di Amadasi si può così concentrare nella
volontà di portare a compimento tutti i disegni ed i progetti concepiti
in quest’ultimo decennio, oltre che a realizzarne di nuovi, tutti
nell’intento di garantire ai geometri servizi efficienti e d’avanguardia, a
cominciare da una pensione all’altezza delle loro aspettative, e di
contribuire, anche in questo modo, alla promozione della professione.
E nelle risposte che il presidente Amadasi ha dato alle nostre
domande c’è tutta la concretezza dell’operatività attuale della Cassa,
i suoi progetti più immediati, nonché le sfide che la attendano entro
l’orizzonte di questo mandato quadriennale del nuovo Consiglio.
Caro presidente, solitamente
prima di chiedere
un’intervista si lascia almeno
qualche mese al neo-eletto per
prendere contatto pieno con la nuova
carica. Ma, nel tuo caso, quest’insediamento
arriva dopo che già per un
anno hai assunto la presidenza; per
questo ti chiediamo sia un bilancio
d’un anno sia i programmi più immediati
del tuo nuovo mandato.
«Hai ragione la mia elezione
alla presidenza viene nel
segno della continuità non
tanto e non solo con quest’ultimo
anno, ma direi con
quest’ultimo decennio, nel
quale, con la presidenza di
Fausto Savoldi, siamo riusciti
a dare un nuovo indirizzo
ed una solidità garantita
alla nostra Cassa. Ho avuto
l’onore di condividere
fin dal principio le idee ed i
programmi di Savoldi ed ho
potuto dare anch’io un contributo,
prima in Giunta e
poi alla vice-presidenza, ad
un percorso che ha dato al
nostro ente non solo la serenità
di poter reggere la sostenibilità
del sistema, ma
l’ha messo pure nelle migliori
condizioni per favorire
e difendere la professione».
Continuità dunque come primo elemento
distintivo?
«Sì. E non potrebbe essere
diversamente, giacché nel
mondo della previdenza ci
si deve muovere con lungi-
miranza e seguendo percorsi
di lunga lena avendo
ben chiaro l’orizzonte e l’approdo,
mantenendo nello
stesso tempo la capacità di
rispondere in maniera
pronta ad ogni sollecitazione
della congiuntura
senza perdere di vista i
grandi obiettivi. Continuità
dunque, anche se, ovviamente,
ogni presidente ha
le sue peculiarità ed interpreta,
con le doti ed i limiti
propri, un canovaccio condiviso
dal suo consiglio e dai
delegati».
Proviamo allora a guardare agli impegni
più immediati che vi siete posti.
«Un primo impegno riguarda
sicuramente l’ulteriore
sviluppo delle procedure
informatizzate, l’ulteriore
accelerazione sul versante
dei servizi on line disponibili
nei Collegi così da
ottimizzare quel ruolo di
front office per l’iscritto, di
sportello capace di dare risposte
immediate al collega».
In effetti ormai buona parte delle istruttorie
per la pensione si possono
fare direttamente al Collegio senza
gli ormai storici viaggi a Roma….
«Il nostro obiettivo è il pieno
decentramento, fare in
modo cioè che il Collegio incrementi
ancor di più la sua
capacità ed interpreti fino in
fondo il ruolo di sede periferica
operativa della Cassa. E
dall’obiettivo non siamo
molto lontani soprattutto
perché abbiamo ormai pienamente
acquisito il data
base del casellario contributivo,
un’operazione che ci ha
consentito di avere già oggi

INTERVISTA
Il geom. Fausto Amadasi, presidente
della Cassa di previdenza dei
geometri italiani
a disposizione la storia contributiva
di ognuno dei 94
mila colleghi che hanno una
posizione previdenziale alla
Cassa».
Pertanto siamo tutti schedati…
«L’obiettivo è un altro: la
Cassa ha già ricostruito la
storia contributiva di tutti gli
iscritti ed a ciascuno ha inviato
l’estratto conto che sintetizza
anno per anno la situazione
di ogni collega. Ed
il fatto estremamente positivo
è che quasi la metà dei
colleghi, ovvero oltre 40 mila
geometri liberi professionisti,
ci hanno già risposto riconoscendo
la congruità
dell’estratto conto».
Ciò significa che al momento d’andare
in pensione nessuno dovrebbe
avere la sorpresa d’un anno mancante,
d’un versamento che non risulta,
d’un contributo rimasto senza
ricevuta.
«Proprio così: con quest’operazione
ogni collega è
messo nelle condizioni di
verificare periodicamente la
propria situazione e scoprire
quindi per tempo ammanchi,
buchi, procedure da
ricostruire magari fornendo
ricevute di pagamento o
altro. In questo modo si riduce
al minimo il numero di
quelle situazioni che finivano
un tempo per incagliarsi
nell’infinito scambio
di lettere tra Cassa e iscritto,
nella ricerca di vecchie
pezze giustificative, in quei
viaggi irritanti a Roma. Oggi
tutto si può e si deve fare
prima».
E al momento di andare in pensione?
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 5

INTERVISTA
Il presidente della Cassa Fausto
Amadasi con il nostro direttore
Bruno Bossini
«Basta ripresentarsi al Collegio
che rapidamente raccoglie
la domanda e già può
fare ogni conteggio sulle
competenze del collega. E
senza ulteriori indugi si
passa alla liquidazione della
pensione che ha ormai
tempi davvero rapidi».
Indubbiamente l’informatica dà una
mano.
«E non solo per calcolare la
pensione. A settembre ad esempio
metteremo in atto le
procedure informatiche automatizzate
per la verifica
delle dichiarazioni reddi-
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
tuali. C’è sempre, ovviamente,
un passaggio ispettivo
del funzionario, ma
buona parte del lavoro è
fatto in automatico dal computer
opportunamente istruito».
Anche le altre casse autonome
hanno quest’efficienza, sono in grado
di pagare la pensione subito?
«Non guardo in casa d’altri,
ma posso dire che la nostra
Cassa è all’avanguardia.
Anche perché, a differenza
di altri, noi abbiamo un
punto di forza esclusivo costituito
dai 108 Collegi dif-
fusi su tutto il territorio nazionale
che funzionano esattamente
come uffici decentrati
della Cassa; siamo gli unici
ad avere una struttura
così diffusa e su questa nostra
rete, che significa vicinanza
all’iscritto ed ai suoi
problemi, nonché immediatezza
della risposta. Ecco, un
punto fermo del mio programma
di presidente è proprio
l’ulteriore potenziamento
di questo sistema».
In che modo?
«Non è solo un discorso di
macchine e di procedure,
che peraltro ci ha impegnato
e ci impegnerà ancor di più
nei prossimi mesi, ma è
anche, se non soprattutto,
un discorso di uomini. Ecco
perché, almeno una volta al
mese, attueremo un programma
di istruzione e aggiornamento
delle persone
che in ogni Collegio si occupano
di previdenza. E non lo
faremo convocando incontri
a Roma, bensì utilizzando
internet e le video conferenze,
nonché Skipe per dialogare
e interagire con le
sedi periferiche. Il primo aggiornamento
riguarderà pro-

prio la gestione informatizzata
delle denunce reddituali,
gli ormai usuali modelli
17, che già l’anno prossimo
pensiamo di ottimizzare
rendendo obbligatoria
la denuncia per via informatica
e non più cartacea,
mentre sono a buon punto i
contatti con il ministero per
abolire di fatto il mod. 17 e
inserire un rigo in più nel
modello fiscale Unico così
da evitare ogni duplicazione».
Sarebbe davvero un’innovazione
importante e comoda per ogni iscritto.
«Di più. Ci eviterebbe molti
errori; chiunque ha a che fare
con questi argomenti sa infatti
che ogni manipolazione
d’un dato, anche semplicemente
copiarlo da un documento
all’altro fa crescere
immediatamente il rischio
di errore. Ma l’opportunità
di entrare nell’Unico fiscale
ci aprirebbe anche la strada
dell’utilizzo dei modelli F24
per i pagamenti dei contributi
anche con la compensazione
ed usufruendo delle
rateizzazioni. E per la Cassa
significherebbe essere sgravata
da una serie infinita di
procedure come la spedizione
dei Mav, la loro riscossione
e via dicendo».
Cosa impedisce ancora di attuare
questa nuova procedura?
«C’è qualche problema tecnico
da risolvere – come ad
esempio una procedura per
il controllo di chi non ha redditi
e dunque non presenta
l’Unico Fiscale, ma magari fa
il 730 o qualche altra dichiarazione
– e l’intesa con l’A-
genzia delle entrate da perfezione
e la convenzione da
firmare con il Ministero delle
finanze. Ma se ci riusciamo
potremmo già vedere
questa novità nell’Unico,
quello del 2010 o del 2011».
Torniamo a parlare più direttamente
di previdenza, in particolare di
questo progetto di previdenza integrativa
che circola da qualche tempo
e che potrebbe essere uno dei nuovi
importanti servizi di questo mandato
di presidenza della Cassa.
«Si tratta in effetti di un progetto
davvero importante e
ormai irrinunciabile, giacché
la riforma di tutto il sistema
pensionistico italiano si
basa ormai sui ben noti due
pilastri: da una parte la previdenza
obbligatoria e generale
che darà una parte cospicua
del reddito al pensionato
ma che è destinata giocoforza
a ridursi, dall’atra,
gradualmente è invece destinata
a crescere, la seconda
gamba, quella della
previdenza integrativa che
ciascuno potrà costruirsi».
Concretamente ognuno potrà decidere
di versare qualcosa in più rispetto
al contributo obbligatorio, destinandolo
proprio alla futura pensione
integrativa…
INTERVISTA
«Non solo. Questa è un’opportunità,
ma stiamo anche
studiando un sistema, già utilizzato
in altri paesi, che
consiste nel cosiddetto risparmio
di spesa. In buona
sostanza la Cassa potrebbe
stipulare una serie di convenzioni
con fornitori di servizi,
come ad esempio le società
telefoniche o le banche
per i loro servizi come la
carta di credito o altro, offrendo
ai propri iscritti
sconti consistenti sulle tariffe,
e una parte dello
sconto potrebbe tradursi
nel versamento di contributi
per la previdenza integra-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 7

INTERVISTA
tiva. Ad esempio un risparmio
del 10% sulla tariffa
telefonica potrebbe dividersi
in un 5% di risparmio
effettivo per l’iscritto e in un
altro 5% da versare a cura del
gestore di telefonia alla
Cassa».
Un sistema ingegnoso che consente
all’iscritto di accumulare contributi
praticamente senza rendersene
conto. Appare molto interessante soprattutto
per i giovani che non possono
spesso destinare una parte rilevante
del loro reddito alla previdenza
integrativa.
«Altrove è un sistema che ha
funzionato, in particolare
8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
per la pensione delle casalinghe
attivata da contributi
ricavati dagli sconti al supermercato.
Ripeto: stiamo studiando
ancora le procedure,
i tipi di servizio che potremmo
inserire nel risparmio
di spesa, i vantaggi
ed i limiti, ma sono convinto
di poter varare anche questo
strumento in due/tre anni,
ovvero sicuramente entro
questo mandato di presidenza.
Anche perché ha il
vantaggio di essere completamente
detraibile. D’altra
parte anche questa è una necessità,
perché non ci si può
limitare giacché l’alternativa
è obbligare i geometri a versare
più contributi».
Un ultimo argomento del quale vogliamo
parlare con te è il progetto di
unificazione delle tre Casse previdenziali
dei tecnici del territorio. A
che punto siamo?
«Il cantiere è aperto ed
anche quest’obiettivo ci
sprona a migliorare intanto i
servizi della nostra Cassa, a
consolidare le procedure ed
i sistemi informatizzati, a curare
ogni intervento ed ogni
modifica dei nostri regolamenti
tarandola su questa
prospettiva che io considero
ormai ineludibile. Proprio in
questi giorni abbiamo liquidato
la proposta di fusione
che porteremo al tavolo del
ministro. Ci sono ancora
molti ostacoli, un’infinità di
problemi, ma la decisione
politica è presa ed io sono
convinto che entro quattro
anni potremo avviare la fusione
vera e propria, un processo
che a sua volta durerà
inevitabilmente qualche
anno».
Quindi non solo il cantiere è aperto,
ma siamo determinanti ad arrivare
al tetto. Molti colleghi però si chiedono
se abbiamo davvero interesse a
promuovere questa fusione.
«Se lo chiedono i geometri e
se lo chiedono anche le altre
categorie coinvolte, ma io
credo che la domanda giusta
non sia quale interesse o
quale giovamento potremmo
avere confrontando
le due prospettive, quella di
stare da soli e quella di unificarci.
Il problema è infatti
un altro: la sfida è quella di
riuscire a costruire in cinque,
dieci anni una nuova categoria
di tecnici del territorio,
ciascuno con la propria specializzazione,
ma uniti dalla
comune matrice di lavorare
sul territorio e l’ambiente.
Tecnici capaci di aggredire il
mercato con le proprie competenze
e di offrire un qualificato
supporto professionale
ai diversi operatori; tecnici
preparati in regola con i
requisiti europei e che potranno
garantirsi un reddito
adeguato. Per queste nuove
figure si impone una Cassa
previdenziale unica, moderna
ed efficiente, che avrà
una sicura sostenibilità e pagherà
pensioni sulla base di

un principio generale nuovo:
quello che definiamo variamente
come retributivo
attenuato o contributivo migliorato».
Ecco, potresti essere più esplicito su
questo versante?
«In concreto il modello si sta
già realizzando nelle scelte
che il Consiglio di amministrazione
ed i delegati
hanno fatto in questi ultimi
anni. In buona sostanza
stiamo cercando di mettere
in pratica un sistema che
prenda il meglio dei due
vecchi sistemi, il contributivo
ed il retributivo. Per
spiegarlo, passatemi qualche
semplificazione: il sistema
retributivo cerca di
mantenere una pensione il
più vicino possibile al reddito
degli ultimi anni di lavoro
e si finanzia contando
sui versamenti di chi è ancora
al lavoro, mentre il contributivo
è legato solamente
a quanto uno ha versato
nella sua carriera lavorativa
ed è come se avesse messo
ogni anno un po’ di soldi nel
salvadanaio per romperlo al
momento d’andare in pensione».
E come si integrano i due sistemi?
«Si mantiene in vita in retributivo
pur sapendo che potremmo
anche ridurci tra
qualche anno a fornire per
questa via una pensione
pari al 50% dell’ultimo reddito,
mentre nello stesso
tempo mettiamo in campo
una serie di elementi del
contributivo, in particolare
nella pensione integrativa,
così da aggiungere una
nuova quota di reddito certo
per il pensionato. È un equilibrio
non facile, è un progetto
ambizioso, ma credo
che non vi siano alternative
praticabile. Ed è anche un
progetto di valore per il
quale val la pena di lavorare
intensamente».
Vorremmo chiudere con una domanda
sui delegati: l’assemblea è
mutata parecchio, sono entrate forze
nuove, c’è stato rinnovamento anche
qui: com’è il rapporto tra il cda ed i
delegati?
«Il rapporto è davvero
buono, direi ottimo, perché
ogni decisione è maturata
congiuntamente, le stra-
tegie di lungo periodo sono
condivise, gli obiettivi sono
chiari per tutti. Inoltre sostengo
da sempre che i delegati
sono il patrimonio più
prezioso della nostra Cassa,
perché si tratta di persone
preparate, attente al nuovo;
persone che partecipano
non solo agli appuntamenti
canonici dell’anno, ma
danno il loro contributo
nelle sedi regionali oltre a risolvere
molti dei problemi
che i colleghi presentano al
front office dei Collegi.
Anche per questa ragione
abbiamo attivato sul nostro
sito una casella postale ri-
INTERVISTA
servata a loro, nella quale
possono tenersi aggiornati
più agevolmente su normative,
regolamenti e proposte.
E credo che negli ultimi
tempi il loro impegno
sia aumentato non solo
perché la Cassa chiede loro
di più, ma anche perché l’intesa
con il Consiglio Nazionale
li porta a sentirsi protagonisti
di un disegno di difesa
e rilancio della professione
e non solo della gestione
pur importante, anzi
essenziale della previdenza».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 9

DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Fausto Savoldi
Èstato sottoscritto dai presidenti delle categorie
dei periti industriali, dei periti agrari e dei geometri
la proposta di legge delega che prevede la
creazione dell’Albo unico dei tecnici intermedi con laurea
triennale. L’Albo unificherebbe nel contempo le attuali categorie
dei geometri e dei periti.
La proposta, già da tempo all’attenzione delle forze politiche
e, almeno a voce, condivisa, prende avvio dal Decreto legge
328 che ha istituito la figura dell’ingegnere junior con la possibilità
di iscriversi alla sezione “B” dell’Albo degli ingegneri
con competenze del tutto uguali a quelle dei geometri.
Lo stesso Ordine degli ingegneri ritiene che in Italia i livelli
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Proposta al Governo l’istituzione
dell’Ordine dei Tecnici laureati
per l’ingegneria
DELEGA AL GOVERNO PER L’ISTITUZIONE DELL’ORDINE DEI TECNICI LAUREATI PER L’INGEGNERIA.
UNIFICAZIONE DEI COLLEGI GEOMETRI, PERITI AGRARI E PERITI INDUSTRIALI
Art. 1
(Principi fondamentali)
Le leggi e i regolamenti dello Stato e delle Regioni nelle materie
di cui alla presente legge, ai sensi degli articoli 4, 33,
35, 41, 117 e 118 della Costituzione, si conformano ai seguenti
principi:
a) garantire la libertà di concorrenza dei professionisti e il
diritto degli utenti a un’effettiva e informata facoltà di
scelta e a un adeguato livello qualitativo della prestazione
professionale;
b) individuare, sulla base degli interessi pubblici meritevoli
di tutela e sulle disposizioni contenute all’art. 11, lett. d)
e art. 12 Direttiva 2005/36/CE, così come recepita dall’art.
19, comma 1, lett. d) e dall’art. 20, comma 1, D.Lgs. 6 novembre
2007, n. 206 (e s.m.i.), le professioni intellettuali
affini da unificare in un solo Ordine o Albo professionale,
in modo tale che ne derivi una riduzione di quelli già previsti
dalla legislazione vigente;
c) prevedere che l’accesso alle professioni intellettuali sia
libero, in conformità al diritto comunitario attraverso un
esame di Stato che consista nell’accertamento del livello
formativo specifico, nella verifica dell’effettività e dell’utilità
del tirocinio svolto;
d) riconoscere il principio secondo cui gli enti previdenziali
privati disciplinati dal decreto legislativo 30 giugno 1994,
n. 509, e dal decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103,
esercitano i compiti statutari e le attività previdenziali e
assistenziali ai sensi dell’articolo 38 della Costituzione, in
posizione di indipendenza e autonomia, normativa, contabile
e gestionale, senza finanziamenti diretti o indiretti
da parte dello Stato;
e) prevedere forme specifiche di formazione permanente,
e le categorie tecniche debbano essere soltanto due: quelle
dei laureati magistrali (ingegneri magistrali e architetti magistrali)
e quella dei tecnici intermedi (laureati junior, geometri
e periti).
Il significato della proposta che rappresenta una grande novità
che anticipa in parte la riforma delle professioni che il
Governo proprio in questi giorni ha posto all’esame delle
Commissioni parlamentari.
Avremo tempo di commentare il testo della Delega che
pubblichiamo in anteprima.
❑
attraverso un sistema di crediti, riconosciuti anche dall’università
o dalle scuole di alta formazione;
f) assicurare, qualunque sia il modo o la forma di esercizio
della professione, anche attraverso la costituzione di società
multidisciplinari di professionisti, un’adeguata tutela
degli interessi pubblici generali connessi al suo esercizio,
il rispetto delle regole deontologiche, alle quali
il professionista deve ispirare lo svolgimento dell’attività
professionale;
g) attuare il principio di separazione organica tra consigli
dell’Ordine e Organi di disciplina, eletti separatamente
dai consigli degli Ordini, che amministrino i procedimenti
sanzionatori e che devono comunque essere composti
con la presenza di membri non appartenenti alla sede territoriale
dell’Ordine professionale presso cui è iscritto il
professionista.
Art. 2
(Istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria e unificazione
delle categorie professionali dei geometri, dei periti agrari
e dei periti industriali)
1. È istituito l’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria, nel
quale debbono essere iscritti i soggetti in possesso di titoli
di studio universitario triennale o formazione equivalente
nei settori tecnico-agro-ingegneristici, nonché i professionisti
attualmente iscritti agli albi professionali dei
geometri, dei periti agrari e periti agrari laureati e dei periti
industriali e periti industriali laureati.
2. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore della presente legge, uno o più
decreti legislativi, sentiti i Consigli nazionali dei geometri

e geometri laureati, dei periti agrari e periti agrari laureati
e dei periti industriali e periti industriali laureati, al fine
di:
a) definire le modalità per la costituzione del Consiglio
nazionale, dei consigli locali e dei relativi organi esecutivi
dell’Ordine professionale di cui all’art. 2, nonché
la loro composizione, nel rispetto dei princípi di proporzionalità
e rappresentatività;
b) individuare i titoli universitari, le classi di laurea ed i titoli
o formazioni equivalenti, che costituiscono i requisiti
di ammissione all’esame di Stato per l’abilitazione
all’esercizio della professione;
c) istituire nell’albo tre settori di competenza e distinte
sezioni di specializzazione, individuati in base ai diversi
percorsi formativi dei possessori dei titoli di cui
alla lettera b);
d) definire l’ambito, le condizioni e le modalità di svolgimento
dell’attività oggetto della professione ai sensi e
per gli effetti dei regolamenti di cui al regio decreto 11
febbraio 1929, n. 274, al regio decreto 11 febbraio 1929,
n. 275, al regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365 e del
Dpr 5 giugno 2001, n. 328, avuto riguardo ai titoli di
studio e, quindi, ai singoli percorsi formativi;
e) determinare le prove dell’esame di Stato per l’abilitazione
all’iscrizione ai settori istituiti, di cui alla lett. c),
con la previsione della possibilità di svolgimento del
tirocinio durante il corso degli studi ed esenzione da
una delle prove scritte dell’esame di Stato in funzione
dell’esito di un corso realizzato sulla base di convenzioni
tra università e ordini territoriali;
f) adottare norme transitorie che disciplinino l’iscrizione
all’Ordine per gli iscritti negli albi dei geometri e geometri
laureati, dei periti agrari e periti agrari laureati e
dei periti industriali e periti industriali laureati, con riferimento
ai rispettivi settori e con specifica indicazione,
per ciascuna categoria, del titolo di studio, dell’anzianità
di iscrizione, dell’esperienza professionale,
della specializzazione e del collegio di provenienza;
g) tutelare il nuovo titolo professionale di “tecnico laureato
per l’ingegneria”, utilizzabile soltanto dagli iscritti
nel relativo Ordine professionale;
h) adottare le norme transitorie che garantiscano, lo scioglimento
degli attuali organismi dirigenti dei Consigli
nazionali e dei Collegi dei soggetti di cui al comma 1, le
maggioranze e la distribuzione delle cariche, assicurando
a ciascuno dei settore di cui alla lettera c) del presente
comma almeno un rappresentante all’interno
degli organi collegiali, nel rispetto dei principi di proporzionalità
e rappresentatività, nonché l’ambito territoriale
degli Ordini territoriali e le procedure di prima
elezione dei rispettivi organismi direttivi, che garanti-
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
scano la confluenza degli enti nazionali e locali dei tre
attuali Collegi, nei rispettivi enti del nuovo Ordine professionale,
di cui al comma 1;
i) determinare dalla data di entrata in vigore del decreto
legislativo, il termine entro il quale è possibile proporre
domanda di ammissione agli esami di Stato per
l’abilitazione all’esercizio professionale di perito industriale,
geometra e perito agrario, unificati nel nuovo
Ordine, con i requisiti previsti dalla Legge 2 febbraio
1990, n. 17, Legge 7 marzo 1985, n. 75 e Legge 21 febbraio
1991 n. 54;
j) stabilire il riconoscimento agli Ordini territoriali della
facoltà di istituire apposite scuole di alta formazione
per i professionisti ed i tirocinanti, ai fini dell’accesso
all’esame di abilitazione professionale, dello svolgimento
della formazione permanente, del tirocinio,
senza alcun aggravio di spesa sul bilancio dello Stato.
Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca,
di concerto con il Ministro della giustizia, riconosce
con decreto i titoli rilasciati dalle scuole ai fini
della formazione e dell’ammissione all’esame di Stato
per l’esercizio della professione e vigila sull’esercizio
delle funzioni in materia di formazione da parte degli
Ordini territoriali;
k) prevedere la proroga degli organi dei Consigli nazionali
e locali dei Collegi, in carica alla data di entrata in vigore
della presente legge, almeno fino al 30 giugno del
primo anno successivo a quello di entrata in vigore del
relativo decreto legislativo, nonché la proroga degli organi
deliberativi e amministrativi dei rispettivi enti
previdenziali in carica;
l) prevedere l’abrogazione delle leggi e dei regolamenti
in contrasto o comunque incompatibili con le disposizioni
contenute nella presente legge.
Art. 3
(Unificazione della Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri
liberi professionisti, dell’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti
industriali laureati e della gestione separata dei periti agrari e dei periti
agrari laureati presso l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza
per gli impiegati agricoli)
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro due anni dalla
data di entrata in vigore della presente legge, uno o più
decreti recanti misure volte all’unificazione della Cassa italiana
di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti,
dell’Ente di previdenza dei periti industriali e
dei periti industriali laureati e della Gestione separata
dei periti agrari e dei periti agrari laureati presso l’Ente
nazionale di previdenza e di assistenza per gli impiegati
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 11

DAL CONSIGLIO NAZIONALE
agricoli, sentiti i Presidenti delle Casse, nel rispetto dei
seguenti principi e criteri direttivi:
a) definire le modalità del processo di unificazione in
modo da assicurare, nel rispetto dell’autonomia già riconosciuta
alle dette Casse dalla vigente normativa, la
sostenibilità delle prestazioni del regime unificato, attraverso
misure graduali che tengano conto della diversità
delle attuali gestioni previdenziali;
b) promuovere e sostenere il progetto di unificazione adottato
dagli organi direttivi degli enti partecipanti alla
fusione sulla base di bilanci di unificazione descrittivi
delle situazioni patrimoniali in atto e bilanci attuariali
che tengano conto delle previsioni sulle dinamiche demografiche
e sull’andamento delle iscrizioni degli assicurati,
secondo criteri in grado di garantire l’equilibrio
tecnico-finanziario del nuovo ente;
c) individuare per le prestazioni erogate dal nuovo Ente
un tasso di sostituzione a regime che sia coerente con
i parametri di sostenibilità individuati con decreto del
Ministro del lavoro e della previdenza sociale 29 novembre
2007, recante la determinazione dei criteri per
la redazione dei bilanci tecnici degli enti gestori delle
forme di previdenza obbligatoria, pubblicato nella
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
“Gazzetta Ufficiale” 6 febbraio 2008, n. 31;
d) adottare norme che consentano, nel rispetto del principio
del pro rata per le anzianità assicurative già maturate,
la liquidazione dei trattamenti con un sistema di
calcolo che tenga conto delle modalità previste dall’art.
4, commi 3, 4 e 5 del D.Lgs. 2 febbraio 2006, n. 42;
e) prevedere l’esenzione da imposte e tasse di tutti gli
atti finalizzati all’unificazione, ivi compresa ogni operazione
volta al trasferimento dei beni patrimoniali;
f) prevedere una fase transitoria, con tre gestioni separate,
al fine di assicurare il riassetto degli organi rappresentativi,
nonché il completamento del processo di
unificazione della gestione contributivo-previdenziale,
della gestione patrimoniale ed amministrativa e
della gestione del personale, secondo un piano operativo
predisposto dai Presidenti delle Casse entro sei
mesi dall’entrata in vigore della presente legge;
g) prevedere la proroga degli organi degli Enti previdenziali,
in carica alla data di entrata in vigore della presente
legge, almeno per un anno successivo a quello di
entrata in vigore dei decreti di cui al comma 1 del presente
articolo.

LEGALE
Avv. Francesco Cuzzetti
Una breve scorsa
alla nuova recentissima
legge 11
giugno 2009 n. 69 che contiene
anche alcune norme di
modifica del codice di procedura
civile (capo IV artt.
42-69): una modesta riforma
che dubito che potrà incidere
sull’accelerazione dei
processi, in una situazione
incancrenita che avrebbe bisogno
di ben altro, che qui richiamo
per due piccoli aspetti
che forse possono interessare
anche i geometri
che molto spesso sono indirettamente
coinvolti nei
processi civili, in quanto gestori
di pratiche per le quali,
pur passate poi in mano all’avvocato
per le specifiche
incombenze, mantengono
un rapporto fiduciario col
cliente, che li consulta nel
caso ad esempio che nella
causa, si prospetti una possibilità
di conciliazione, e si
sa che molte volte la visione
prettamente giuridica dell’avvocato,
non coincide con
quella più prammatica del
tecnico.
Tante volte invece, si tratta
di superare insieme la testardaggine
del cliente che a
sua volta ha una sua visione
della vicenda.
Il nuovo articolo 91 “condanna
alle spese” viene a
dare un aiuto per favorire
appunto le conciliazioni laddove
dice che il Giudice
come solitamente avviene
condanna la parte soccombente
alle spese del giudizio
liquidandone l’ammontare,
ma che «se accoglie
la domanda in misura
non superiore all’eventuale/proposta
conciliativa,
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Osservazioni in ordine
alla legge 18 giugno 2009
n. 69
condanna, la parte che ha rifiutato
senza giustificato
motivo la proposta, seppure
vincente, al pagamento
delle spese del processo
maturate dopo la formulazione
della proposta».
Un argomento che può aiutare
i professionisti a convincere
i clienti riottosi: almeno
questa è la speranza del legislatore,
che pecca forse di
ottimismo.
L’altra modifica che voglio
segnalare riguarda i consulenti
tecnici nominati dal
Giudice (art. 191 Nuovo
testo), il quale anzitutto, non
si limiterà più a nominare il
CTU e a fissare l’udienza per
il suo giuramento, ma nell’ordinanza
di nomina formulerà
anche i quesiti, e
oltre a fissare il termine per
la comparizione, fisserà
anche allo stesso un termine
entro il quale dovrà trasmettere
la sua relazione alle
parti costituite; fisserà a
queste un termine entro il
quale dovranno trasmettere
al CTU le osservazioni alla
relazione: e altro termine
prima della successiva udienza
entro il quale il CTU
dovrà depositare in cancelleria
la relazione, le osservazioni
delle parti e una sintetica
valutazione delle stesse.
Un sistema che se correttamente
osservato, eviterà
quello che troppo spesso
avviene, ossia il richiamo
anche reiterato del CTU.
Certo ci vuole una certa duttilità,
che molte volte manca
ai CTU (esperienza docet),
nel valutare le osservazioni
e nell’accoglierle se ragionevoli
e fondate, evitando di
considerarle come critiche
che sminuiscono il proprio
lavoro.
Forse può essere anche utile
sapere, che viene anche disposto
che la durata d’efficacia
delle trascrizioni delle
domande giudiziali, dei pignoramenti
immobiliari e
dei sequestri ha durata ven-
tennale, salvo rinnovazione
prima della scadenza (ma
questo va inserito nell’art.
2668 del codice civile).
La legge per la verità ha un
nome pomposo: “Disposizioni
per lo sviluppo economico,
la semplificazione, la
competitività, nonchè in materia
di processo civile”, e
comprende quindi molte
altre cose che possono interessare,
e che magari considererò
in altra occasione.
Segnalo comunque, che il
legislatore interviene ancora
una volta con qualche
modifica alla legge 1990/241
sul procedimento amministrativo
con limiti di chiusura
della pratica in 180 giorni e
risarcimento del danno.
Nuove disposizioni poi, in
ordine alla Dia e modifiche
rilevanti anche per la legge
sull’accesso alla documentazione
e altro ancora.
❑

LEGISLAZIONE
Giuseppe Zipponi
Èstato approvato (Decreto del Direttore Generale
della Regione Lombardia n. 6820 del 3 luglio 2009) il
primo elenco degli enti locali ritenuti idonei (soddisfacendo
i requisiti stabiliti dall’art. 146, comma 6 del Decreto
Legislativo n. 42/2004) all’esercizio delle funzioni paesaggistiche
(attribuite dall’art. 80 della legge regionale n. 12/2005).
L’istruttoria condotta dalla Regione Lombardia - Struttura
Paesaggio della Direzione Territorio e Urbanistica ha verificato,
(sulla base dei criteri approvati con la DGR n. VIII/7977
del 6 agosto 2008) la documentazione trasmessa dagli enti
locali ed ha predisposto un primo elenco di idonei che comprende
10 Province, 22 Enti gestori dei Parchi regionali, 28
Comunità Montane e 634 Comuni.
Tali Enti sono sin d’ora idonei ad esercitare le competenze
PROVINCIA DI BRESCIA
ANGOLO TERME
ARTOGNE
BERZO DEMO (6)
BERZO INFERIORE
BIONE
BOVEGNO
BOVEZZO
BRAONE
BRENO
BRESCIA
CALCINATO
CAPRIOLO
CASTEGNATO
CASTEL MELLA
CASTELCOVATI
CAZZAGO SAN MARTINO
CEDEGOLO
CERVENO
CERVENO
CETO
CEVO (6)
CIMBERGO
CIVIDATE CAMUNO
COLLIO VAL TROMPIA
CORTE FRANCA
EDOLO
ERBUSCO
ESINE
FIESSE
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Enti locali idonei all’esercizio
delle funzioni paesaggistiche
GARDONE RIVIERA
GARGNANO
IDRO
IRMA (5)
ISEO
LIMONE SUL GARDA
LODRINO
LOSINE
MAGASA (4)
MANERBIO
MARONE
MONNO
MONTE ISOLA
MONTICHIARI
NIARDO
NUVOLENTO (3)
ONO SAN PIETRO
OSSIMO
PAISCO LOVENO
PALAZZOLO SULL'OGLIO
PASSIRANO
PEZZAZE (5)
PISOGNE
POLAVENO
PONCARALE
PONTE DI LEGNO (7)
PONTEVICO (8)
PRALBOINO
PRESTINE
PREVALLE (3)
paesaggistiche attribuite anche dopo che entreranno in vigore
(dal 1° gennaio 2010) le nuove procedure (stabilite dall’art.
159 del Decreto Legislativo n. 42/2004, come modificato
dall’art. 23, comma 6 del D.L. 1.07.2009, n. 78).
Per gli enti locali che non risultano inclusi in tale primo elenco
occorre precisare che potranno comunque continuare,
fino al 31 dicembre 2009, ad esercitare le competenze
loro attribuite secondo le procedure oggi vigenti. Per garantire
che tutti gli enti locali lombardi possano continuare
ad esercitare le competenze paesaggistiche anche dopo
tale data, nei prossimi mesi la Regione Lombardia completerà
l’istruttoria richiedendo le eventuali necessarie integrazioni
della documentazione pervenuta, per predisporre
un secondo elenco di enti idonei. ❑
ELENCO DEI COMUNI ABILITATI NELLE PROVINCE DI BRESCIA - CREMONA - LODI
MANTOVA - SONDRIO
PROVAGLIO D'ISEO
REZZATO
RODENGO SAIANO
ROE' VOLCIANO
ROVATO
SABBIO CHIESE
SAN FELICE DEL BENACO
SAN PAOLO (8)
SAVIORE DELL'ADAMELLO (6)
SELLERO
SOIANO DEL LAGO
TAVERNOLE SUL MELLA (5)
TEMU' (7)
TIGNALE (4)
TOSCOLANO MADERNO (4)
VALVESTINO (4)
VEROLANUOVA
VEROLAVECCHIA (8)
VILLACHIARA
VILLANUOVA SUL CLISI
VIONE
PROVINCIA DI CREMONA
AGNADELLO
CA' D'ANDREA
CASALE CREMASCO VIDOLASCO
CASALETTO DI SOPRA
CASTELDIDONE (13)

CELLA DATI
CORTE DE' FRATI
CREMA
DRIZZONA (13)
GABBIONETA BINANUOVA
GADESCO PIEVE DELMONA
MADIGNANO
MONTODINE
PERSICO DOSIMO
PIADENA (14)
PIANENGO
PIEVE SAN GIACOMO
PIZZIGHETTONE
POZZAGLIO ED UNITI
RICENGO
RICENGO
RIPALTA ARPINA
RIPALTA CREMASCA
RIPALTA GUERINA
RIVAROLO DEL RE ED UNITI (13)
ROMANENGO
SAN GIOVANNI IN CROCE (13)
SAN MARTINO AL LAGO (13)
SCANDOLARA RIPA D'OGLIO
SERGNANO
SONCINO
SOSPIRO
SPINEDA (13)
TORRICELLA DEL PIZZO (13)
VOLONGO
VOLTIDO (13)
PROVINCIA DI LODI
BORGHETTO LODIGIANO
CASTELNUOVO BOCCA D'ADDA
CASTIGLIONE D'ADDA
CASTIRAGA VIDARDO
CAVACURTA
CODOGNO
LODI
MALEO
MASSALENGO
SANTO STEFANO LODIGIANO
SOMAGLIA
PROVINCIA DI MANTOVA
ASOLA
BAGNOLO SAN VITO
BORGOFORTE
CANNETO SULL'OGLIO
CASTEL GOFFREDO
CASTELLUCCHIO
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE
CAVRIANA
CURTATONE
GAZOLDO DEGLI IPPOLITI
GOITO
GUIDIZZOLO
MANTOVA
MARMIROLO
MEDOLE
MONZAMBANO
PONTI SUL MINCIO
RIVAROLO MANTOVANO (13)
RODIGO
SOLFERINO
VOLTA MANTOVANA
PROVINCIA DI SONDRIO
ALBOSAGGIA (18)
ANDALO VALTELLINO
APRICA
ARDENNO
BEMA
BIANZONE
BORMIO
CAIOLO (18)
CAMPODOLCINO
CASPOGGIO (19)
CASTELLO DELL'ACQUA (21)
CASTIONE ANDEVENNO
CEDRASCO (18)
CHIAVENNA
CHIESA IN VALMALENCO (19)
CHIURO
CINO
CIVO
COLORINA
COSIO VALTELLINO
DELEBIO
FAEDO VALTELLINO
FORCOLA
FUSINE (18)
GEROLA ALTA
GORDONA
GROSIO
GROSOTTO
LANZADA (19)
LOVERO
MADESIMO
MAZZO DI VALTELLINA
MELLO
MORBEGNO
NOVATE MEZZOLA
PEDESINA
POGGIRIDENTI
PONTE IN VALTELLINA (21)
PRATA CAMPORTACCIO
RASURA
SAMOLACO
SERNIO
SONDRIO
SPRIANA (20)
TARTANO
TEGLIO
TIRANO
TORRE SANTA MARIA (20)
TOVO DI SANT'AGATA
TRAONA
VAL MASINO
VALDIDENTRO
VALDISOTTO
VALFURVA
VERCEIA
VERVIO
VILLA DI CHIAVENNA
VILLA DI TIRANO
LEGISLAZIONE
Nota: i numeri fra parentesi accanto ad alcuni Comuni, nelle diverse Province, indicano che tali Comuni hanno sottoscritto una intesa o convenzione
per l’istituzione di una unica Commissione Paesaggio e/o di una unica struttura tecnica dedicata all’istruttoria paesaggistica.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 17

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Carlo Pansera
Intorno al tema
dell’essere geometra
amministratore di
enti locali, ci fa
piacere pubblicare
alcune riflessioni
di Carlo Pansera,
sindaco di Vobarno
e presidente uscente
dell’Associazione
Comuni Bresciani.
Il Collega traccia per
noi un significativo
profilo del singolare
intreccio tra impegno
tecnico locale
e impegno
amministrativo
in difesa
e nella valorizzazione
del territorio
dei Vobarno
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Sindaco-geometra: il significato
di un connubio che richiede
sensibilità e concretezza
Da pochi mesi è iniziato
il mio secondo
mandato
alla carica di sindaco del Comune
di Vobarno, dopo la riconferma
ottenuta nelle elezioni
amministrative dello
scorso giugno.
Se è vero che un bilancio
complessivo potrò tracciarlo
solo al termine di questa mia
ulteriore esperienza, è altrettanto
vero che già il primo
quinquennio ha fornito elementi
sufficienti per manifestare
alcuni convincimenti,
ciò anche in ragione della mia
precedente attività amministrativa,
iniziata nel 1980 in
veste di assessore comunale
e proseguita, con ulteriore arricchimento,
quale amministratore
della Comunità
Montana di Valle Sabbia.
Il ruolo di sindaco è notoriamente
impegnativo e faticoso,
anche per il carico di
responsabilità che si concentra
sulla sua figura, ulteriormente
valorizzata dalla
legislazione elettorale che
ne ha introdotto l’elezione
diretta.
Ma per chi crede nel ruolo
centrale della politica ed è
disposto a dedicare una
parte del proprio tempo alla
collettività, fare il sindaco è
anche l’esperienza più affascinante
e formativa.
Il Comune è infatti il primo livello
nel quale cittadini e istituzioni
si incontrano, il
primo stadio della democrazia
rappresentativa, il
luogo in cui istanze della popolazione
e risposte degli
amministratori si misurano
direttamente, senza finzioni
o interferenze mediatiche.
E la dimensione locale è
anche l’ambito sul quale ricadono
fenomeni che vengono
da lontano, indipen-
denti dalle specifiche dinamiche
comunali, ma che
condizionano fortemente la
vita dei singoli cittadini ed
incidono sulla natura stessa
delle nostre comunità.
Fenomeni come l’immigrazione
o la percezione di insicurezza
nei nostri centri urbani,
della denatalità o del
progressivo invecchiamento
della popolazione, o la recente
crisi del sistema finanziario
e produttivo, non nascono
infatti nei nostri Comuni,
ma i cittadini che ne
sono investiti si rivolgono innanzitutto
ai sindaci per ottenere
risposte, protezioni,
speranze per il fututo.
A ciò si sommano ovviamente
le questioni locali, la
qualità del vivere all’interno
di una specifica comunità, il
mantenimento e l’evoluzione
dell’identità di un
paese, fatta di storie passate

e di prospettive future.
Ed il sindaco è l’Istituzione
cui questa sommatoria di istanze
si rivolge, reclamando
risposte, anche se le
competenze, e spesso le relative
responsabilità, risiedono
in altri luoghi.
Far fronte a tutto ciò, peraltro
in una fase di crisi
della finanza statale, dove
ogni comparto della Pubblica
Amministrazione è
chiamato a contenere i
propri costi, non è certamente
facile: rispondere a
nuovi e diffusi bisogni riducendo
le spese, è spesso
un’equazione impossibile
che, in quanto tale, può produrre
malessere e disaffezione.
Entra in campo quì la particolarità
della dimensione
locale; quella possibilità di
incontro diretto con i cittadini
che è spesso preclusa
ad altre istituzioni, quella
straordinaria opportunità di
ascoltare le persone, ma
anche di spiegar loro le difficoltà
oggettive, l’obbligo ineludibile
di selezionare le
priorità e di operare per la
coesione di una comunità.
E, con la specificità tutta locale
del contatto diretto con
i propri amministrati, il ruolo
del sindaco non solo quale istituzione
ma, inevitabilmente,
come persona in
carne ed ossa.
Penso che il radicamento
del sindaco
nel suo territorio e
tra la sua gente, sia l’elemento
essenziale per garantire
l’autenticità e l’efficacia
del dialogo; questa è almeno
la mia esperienza personale,
convinto che abbia
giovato in tal senso l’essere
nato a Vobarno, avervi man-
tenuto la residenza ed esercitare
qui la mia attività lavorativa.
A tal proposito, ringraziando
la redazione de “Il geometra
bresciano” per aver ospitato
questo mio intervento, ritengo
opportuno evidenziare
come anche l’attività
professionale che esercito
abbia contribuito ad instaurare
quell’importante radicamento
nella comunità locale
in cui vivo.
Essere geometra in un
paese di 8.000 abitanti, dall’inizio
degli anni ’80, in una
fase in cui le limitazioni in
termini di competenze professionali
erano assai meno
stringenti, quando non solo
la progettazione di interventi
edilizi, ma molte altre
attività (il consiglio sull’opportunità
di un investimento,
la stima di un immobile,
la divisione di un com-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
pendio ereditario, la disamina
di un contenzioso di vicinato,
ecc.) avvenivano entrando
nelle case (e nelle
vite) delle famiglie, mi ha
consentito di costruire quel
legame con i luoghi e con le
persone che si è rivelato uno
straordinario ed utilissimo
patrimonio di conoscenze
anche nell’ambito politicoamministrativo.
Non pare dunque azzardato
tracciare una sorta di parallelismo
tra l’attività professionale
di geometra e quella
di amministratore locale,
peraltro avvalorata dal folto
numero di sindaci bresciani
e italiani che svolgono la nostra
stessa attività: essere vicini
ai cittadini, conoscerne i
problemi e risolverli al meglio,
con la competenza e la
concretezza che ci appartengono.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 19

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Giovedí 23 luglio
scorso si è tenuto,
nella sede del
Collegio di Brescia, una conferenza
stampa diretta dal
Presidente Giovanni Platto
alla presenza dell’Assessore
alla Casa della Regione
Lombardia Mario Scotti e
del Dirigente della sua segreteria
il dott. Vincenzo
Lanzoni – sindaco di Mairano
– . Quest’ultimo ha illustrato
gli aspetti piú significativi
della nuova normativa
con le innovazioni introdotte
dalla Regione Lombradia
a quanto previsto
dall’intesa Governo-Regioni-Enti
locali. Non si
tratta di un nuovo finanziamento
all’edilizia pubblica e
privata da aggiungere a
quello già predisposto dal
Governo con un decreto ad
hoc, ma una deroga provvisoria
alle normative urbanistiche
vigenti che faciliterà
l’intervento sul patrimonio
edilizio per un periodo di 18
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Il Piano Casa: il parere
dei geometri bresciani espresso
sulla stampa locale
mesi, ovviamente con alcune
limitazioni di inedificabilità,
consentendo un rilancio
dell’edilizia in un periodo
di profonda stasi del
mercato immobiliare come
quello che stiamo vivendo.
Il presidente Platto ha sottolineato
come questa legge
vada incontro alle esigenze
dei cittadini senza dar adito
a speculazioni.
La conferenza stampa organizzata
dal Collegio – a precisato
il direttore de ‘Il geometra
bresciano’, Bruno
Bossini, è preparatoria di un
grande incontro con gli iscritti
che si terrà nell’aula
magna dell’Istituto tecnico
Tartaglia il giorno 16 settembre
prossimo con l’Assessore
all’Urbanistica regionale
dott. Daniele Boni e
del Dirigente ing. Mario
Nova, durante il quale verranno
dibattuti tutti gli aspetti
operativi della legge;
in particolare verranno forniti
chiarimenti a quesiti già
iniltrati all’Ufficio legislativo
regionale predisposti dal
collega Giuseppe Zipponi.
Alla conferenza stampa
hanno partecipato numerosi
giornalisti delle testate locali
dei quotidiani e delle
principali network televisivi,
che ringraziamo per il contributo
alla diffusione della importante
notizia che hanno
voluto dare e che daranno
dell’annunciato convegno.
Ci fa piacere riportare la cro-
naca dell’incontro-stampa
apparso su “Bresciaoggi” e
sul “Giornale di Brescia” il
giorno dopo e il programma
“di massima” di come si
svolgeranno i lavori del dell’annunciato
convegno del
18 settembre.
“Bresciaoggi”
venerdí 24 luglio
Sarà un incentivo per rimettere
in moto l’economia e
una risposta al problema a-
Il programma di massima del futuro
L’incontro pubblico con i geometri bresciani verterà sulla illustrazione generale
della legge regionale 16 luglio 2009 n. 13 e, soprattutto, sull’analisi di tutte
le disposizioni contenute.
In particolare verranno illustrate le parti che si prestano a dubbi interpretativi.
A titolo esemplificativo si riporta di seguito una tabella che riassume le prime
“questioni” emerse che necessitano di approfondimento.
Prima dell’incontro verrà comunque concordato un calendario dei lavori con
l’elenco definitivo dell’ordine del giorno;
Rif. articolo Problematica interpretativa
Art. 3, comma 1 La deroga riguarda quindi solo il volume e il
Art. 3, comma 3 rapporto di copertura (max 50% come da
Gli interventi sono consentiti comma 7) e dell’altezza (max 4 metri come da
anche in deroga alle comma 7).
previsioni quantitative degli Quindi devono o no essere rispettati gli altri
strumenti urbanistici, vigenti parametri imposti dagli strumenti urbanistici
e adottati, e ai regolamenti e regolamenti edilizi?
edilizi Per esempio:
• distanza da strade, confini e fabbricati
• rapporti di copertura nel sottosuolo (che
vanificherebbe la deroga del rapporto di
copertura “fuori terra”)
• percentuale del lotto verde filtrante
• dotazione di verde e parcheggi (ove il Comune
non deliberi ai sensi dell’art. 5 comma 6 ultimo
periodo)
Art. 3, comma 2 Quindi deve intendersi che devono essere
L’ampliamento è consentito necessariamente fatti dei lavori di adeguamento
qualora vi sia una anche sulla porzione di edificio esistente
diminuzione del fabbisogno finalizzati al contenimento energetico
di energia riferita alla
porzione di edificio
esistente

itativo il nuovo Piano Casa
regionale pubblicato lo
scorso 16 luglio e operativo
da metà ottobre. Ne è convinto
l’Assessore alla Casa
della Regione Mario Scotti,
intervenuto al Collegio Geometri
di Brescia per illustrare
ai professionisti la
nuova normativa, che avrà
una durata transitoria di 18
mesi.
«Rimane aperta l’emergenza
casa, basti pensare
che ogni anno sono 66mila le
persone che chiedono alla
Regione i contributi del
fondo socisle affitti; molte
sono famiglie delle classi
medie che con la crisi necessitano
di aiuti, e avrebbero i
requisiti di avere assegnata
una casa sociale o a canone
moderato», dice Scotti, evidenziando
come il Piano
casa regionale cerchi di affrontare
anche questo problema.
Art. 3, comma 4 Deve intendersi che la valutazione in ordine alla
Le sostituzioni nei centri “coerenza” o meno è rimessa alla valutazione
storici sono possibili solo della Commissione regionale (il cui parere
per edifici non coerenti con negativo è vincolante) ma anche all’Ufficio
le caratteristiche storiche, Tecnico comunale (con eventuale Commissione
architettoniche, edilizia) che potrebbe dare un parere diverso
paesaggistiche e ambientali (negativo) rispetto alla Commissione regionale
Art. 3, comma 4 È necessario avere prima possibile informazioni
Gli interventi nei centri in merito a:
storici sono ammessi previo • recapito di detta Commissione
parere della Commissione • modulistica
regionale (art. 78 L. 12 • modalità di richiesta del parere (direttamente
dal committente o dall’Ufficio Tecnico
comunale?)
• possibili criteri di valutazione preliminari
Art. 5, comma 6 La deliberazione deve essere motivata.
I Comuni possono escludere Se i Comuni intendono escludere zone, per es.,
con motivata deliberazione, di centro storico solo per il fatto che sono
parti del territorio comunale centri storici, tale motivazione è di per sé
dall’applicazione della legge sufficiente o sono necessarie altre analisi e
motivazioni?
Art. 5, comma 2 Deve intendersi che tutti gli interventi, esclusi
Nelle aree non soggette a quelli già oggetto di autorizzazione paesaggistica
vincolo paesistico si applica ex D.L.vo 42/2004, sono soggetti al parere della
l’art. 64 della legge 12 Commissione paesaggistica?
Oppure è riferito ai soli sottotetti?
Se sí, nel caso di intervento in centro storico, è
necessario l’esame di entrambe le Commissioni
(regionale e paesaggistica comunale?)
Art. 5, comma 4 Poiché gli interventi comprendono sicuramente
LMa normativa rende ammissibili
alcuni interventi edilizi
sul patrimonio immobiliare
esistente, in deroga
agli strumenti urbanistici vigenti
adottati e nel rispetto
dei vincoli di aree naturali
protette, leggi paesaggistiche
e dei beni culturali.
Gli oneri urbanistici relativi
agli interventi realizzati
sono ridotti del 30 o del 50%
a seconda che riguardino l’edilizia
privata o pubblica.
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Il presidente del Collegio geometri di
Brescia, Giovanni Platto
Per l’edilizia residenziale
pubblica, Aler e Comuni potranno
aumentare fino al 40
per cento la volumetria degli
edifici, oppure la nuova volumetria
potrà essere ceduta
in tutto o in parte ad
altri operatori (privati) che si
impegnano a realizzare i
nuovi alloggi.
Il Piano casa «offre una risposta
all’emergenza abitativa
– spiega Scotti –. La partecipazione
di realtà private
incontro con i geometri bresciani sulla legge regionale 16 luglio 2009 n.13
Gli interventi sono soggetti anche gli ampliamenti entro il 20% di edifici
a oneri e contributi sul unifamiliari, tale tipologia di intervento sarebbe
costo di costruzione “gratuita” in base all’art. 17 comma 3 lettera b)
del Dpr 380/2001.
Deve quindi intendersi che la norma regionale
prevale su quella nazionale, oppure che,
comunque, sono fatti salvi i casi di gratuità?
Art. 2, comma 4 Poiché gli interventi sono realizzati in deroga
Art. 3 comma 8 agli strumenti urbanistici, mentre la Dia è
Gli interventi possono presupposta alla conformità agli stessi (il
essere realizzati sulla base progettista deve infatti asseverare tale
di Dia pubblica una nuova formula di asseverazione
di conformità.
Art. 2, comma 2 I 600 m 3 sono riferiti ad ogni alloggio (quindi
È consentito il recupero con possibilità di piú alloggi) o è per ogni
di volumi agricoli per il intervento?
proprietario e il suo
nucleo familiare
A cura di Giuseppe Zipponi
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 21

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
L’Assessore alla Casa della Regione
Lombardia (al centro) con il
presidente Platto e Dario Piotti.
è peraltro già stata sperimentata
con degli speciali
fondi immobiliari avviati
dalla Regione per costruire
case a canone moderato: 100
appartamenti sono stati realizzati
a Crema, altri 800 sono
in previsione a Milano».
L’assessore ha sottolineato
l’importanza del coinvolgimento
del mondo prpduttivo
– imprese, fondazioni,
cooperative –, soprattutto
per realizzare abitazioni a
canone moderato, che rappresentano
una soluzione di
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
mezzo fra la tradizionale edilizia
a canone sociale e gli
affitti a prezzo di mercato.
L’altro aspetto qualificante
del Piano, che lo distingue
da altri analoghi approvati in
diverse Regioni, è la facoltà
lasciata ai Comuni di individuare
le aree territoriali
dove non sarà possibile realizzare
alcun intervento edilizio
consentito dalla nuova
normativa.
Per il Presidente del Collegio
geometri, Giovanni
Platto, il Piano Casa regio-
nale «è una legge che va direttamente
al fabbisogno
del cittadino e non dà adito
a speculazioni – dice –. I lavori
resi possibili sugli edifici
sono perfettamente
compatibili con le competenze
dei geometri, che potranno
essere d’aiuto anche
alle Amministrazioni comunali
per censire le zone di intervento».
Al Piano casa regionale si aggiunge,
con funzioni diverse,
il Piano casa approvato
giorni fa dal Governo, che ri-
guarda l’edilizia economica
e sociale e per il quale la Regione
ha presentato 70 progetti
per 79 milioni. L’incontro
è stato propedeutico
ad una giornata di lavoro che
il Collegio geometri organizzerà
per gli iscritti a settembre
sull’applicazione
della nuova legge per il rilancio
dell’edilizia. L’incontro
servirà per approfondire
il tema degli ampliamenti
e delle sostituzioni,
previa demolizione e ricostruzione
di edifici residen-

ziali produttivi ed agricoli.
(LL.CE.)
Lo stesso avvenimento visto
dal “Giornale di Brescia”
Il giudizio è positivo perché
«la nuova normativa si pone
l’obiettivo di rilanciare l’edilizia
e di dare una risposta
concreta ai bisogni dei cittadini».
Tuttavia i geometri
bresciani si riservano di pronunciarsi
in modo definitivo
sul Piano casa regionale
dopo l’approfondimento
dei contenuti della legge. Il
Collegio dei geometri della
provincia di Brescia, con il
presidente Giovanni Platto,
il direttore della rivista “Il
geometra bresciano” Bruno
Bossini, e il consigliere
Dario piotti, ha incontrato
ieri l’assessore regionale
alla Casa e al Welfare abitativo,
Mario Scotti, per avere
delucidazioni su linee
guida, novità normative e
opportunità introdotte dalla
legge, varata dalla Regione,
che riguarda “Azioni straordinarie
per lo sviluppo e la
qualificazione del patrimonio
edilizio e urbanistico
della Lombardia”.
Il Piano casa del Pirellone,
perciò, si basa su
una deroga alla legge
urbanistica per poter procedere
con interventi, ampliamento
o sostituzione,, ovvero
demolizione e sostituzione
del patrimonio immobiliare
esistente. Ed è rivolto
sia ai privati, sia ad enti
pubblici. Si tratta, come ha
spiegato Scotti, di una
«legge urbanistica per poter
procedere ovvero di durata
transitoria, di diciotto mesi
per gli interventi dei privati
e ventiquattro per gli enti
pubblici, a partire dalla
metà di ottobre, quando la
legge sarà operativa». Il
tutto «con divieto di interventi
su fabbricati posti in
aree soggette a vincolo oppure
realizzati in assenza di
titolo abitativo, in totale
difformità da esso o condonati».
«Quello che ci appare evidente
– ha commentato
Platto – è che la legge guarda
ai bisogni dei cittadini e non
dà adito a speculazioni edilizie».
Per i geometri bresciani
rimane «un punto interpretativo
che riguarda
l’interpretazione della
norma, che potrà essere risolto
con l’approfondimento
dei contenuti della
legge. Ovvero, se l’interpretazione
delle deroghe permetterà
un congruo intervento
sul patrimonio edilizio
che vada nella direzione
dei bisogni dei cittadini,
senza incentivare la
speculazione, oppure se
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
L’Assessore Mario Scotti con
Giovanni Platto, Dario Piotti e, di
spalle, Bruno Bossini
sarà troppo restrittiva e
svuoterà la norma dei suoi
effetti. Il Collegio dei geometri
organizzerà comunque
a settembre, per i
suoi iscritti, una giornata di
lavoro specifica sulla normativa
applicativa del nuovo
impianto legislativo˚
Paola Gregorio
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 25

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Franco Manfredini
Patrocinato dal
Consiglio Nazionale
Geometri, dalla
Cassa Italiana di
Previdenza Geometri
e dalla Consulta
Regionale Collegi
Geometri e Geometri
Laureati della
Lombardia si è
recentemente svolto
a Mantova il
convegno Nazionale
SIFET recante il titolo
“Dalle misure al
modello digitale”.
La manifestazione ha
avuto un lusinghiero
successo che fa
onore al Collegio
geometri di Mantova
e alla sua presidente
Annalisa Lorenzi
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Palazzo Te di Mantova ha ospitato
il Convegno Nazionale Sifet
“Dalle misure al modello digitale”
Dopo i consueti interventi
di saluto
delle personalità
politiche e di categorie professionali,
sotto la apprezzata
organizzazione del Collegio
geometri di Mantova,
sono state sviluppate le relazioni
di approfondimento
e di ricerca previste dal programma
nella loro distinzione
rispettivamente dei
raggruppamenti “Metodi e
tecniche di acquisizione
dati”, “Modelli digitali per la
geomatica” e “Manutenzione
e conservazione delle
aste fluviali”.
Particolarmente significativa
è stata la relazione della
prof.ssa Maria Brovelli del
Politecnico di Milano sulle
tecnologie di acquisizione
dei modelli digitali del terreno.
Altrettanto valide e interessanti
le relazioni sulla
generazione di punti per la
restituzione geografica di
accurate rilevazioni tramite
laser scanning e fotogrammetria
terrestre;
Tre ulteriori eventi hanno ca-
ratterizzato il convegno: la
Sessione tecnica-commerciale,
la Tavola rotonda e
l’Assemblea straordinaria
dei soci Sifet.
La Sessione tecnica-commerciale
ha preso il posto,
da un paio d’anni, della esposizione
strumentale, lasciando
un certo vuoto,
perché consentiva di vedere
e toccare gli strumenti dedicati
alla rilevazione topografica
e geodetica. Forse la
mostra strumentale verrà riproposta
nei prossimi convegni;
merita, tuttavia, riconoscere
che la presentazione
delle moderne apparecchiature
e metodologie
d’uso attraverso filmati e
dotte esposizioni è stata apprezzata
dalla maggior parte
dei convegnisti ed anche
dalle case costruttrici per il
conteniumento dei costi.
La Tavola rotonda, coordinata
dal prof. Capra, presidente
del Comitato scientifico
Sifet, è stata animata dal
prof. Sergio Dequal del Politecnico
di Torino, dal dott.
Salvatore Costabile del Ministero
dell’Ambiente e tutela
del territorio, dal dott.
Domenico Longhi del
Centro interregionale Servizi
Informatici Geografici e
dal geom. Bruno Razza in
veste di Consigliere nazionale
ed in rappresentanza
del presidente Fausto Savoldi.
Mirato e molto incisivo è
stato l’intervento di Razza,
incentrato sulle carenze del
Catasto, sui disagi inflitti ai
professionisti e sulla valorizzazione
della attività professionale
del geometra. Il prof.
Dequal, condividendo le osservazioni
e le affermazioni
di Razza, ha rincarato la dose
sulle problematiche del Catasto
(ora Agenzia del Territorio)
e sulla sua cartografia,
importantissima per la sua
essenza a grande scala, abbisognevole
di miglioramenti
e di integrazioni. È
stata affermata la prospettiva
di usufruire dell’or-

tofoto e ribadita l’opportunità,
anzi la necessità, per
ovvii motivi di costo e di risultato,
di giungere alla
coordinazione delle cartografie
prodotte da Enti pubblici
e privati per svariate utilizzazioni.
Nell’assemblea dei soci
Sifet, il presidente prof. Elio
Falchi, ha relazionato i convegnisti
sull’attività scientifica
svolta e sulle partecipazioni
a simposi internazionali
di geodesia e fotogrammetria.
Ha fatto presente
l’intendimento di far parte
della Federazione Internazionale
Geometri e per realizzare
ciò ha già ottenuto sia
il parere favorevole della
FIG, sia il consenso del Consiglio
Nazionale Geometri Italiani,
che è l’Ente di riferimento
della Federazione Internazionale.
Per quanto riguarda il tema
del convegno Sifet 2010,
l’assemblea, stante l’opportunità
di affrontare le problematiche
del Catasto italiano,
ha indicato di prefe-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
rire l’argomento Catasto con
tutte le sue connessioni.
Molto partecipata è stata la
Sessione poster, manifestata
nelle gallerie riservate
al convegno Sifet nello storico
Palazzo Te di Mantova. I
poster altro non sono che
cartelloni di identiche dimensioni
riproducenti la
presentazione e la sintesi di
un determinato lavoro di ricerca
o di sperimentazione,
svolto da gruppi di studenti
universitari, da studiosi docenti
riuniti in équipe oppure
da progettisti precursori
di nuovi strumenti o metodi.
Ovviamente, per l’esposizione
dei dettagli sull’argomento
trattato dallo
specifico poster, ma soprattutto
per dare chiarimenti
sull’esecuzione e i risultati
della ricerca, era presente
l’autore o il gruppo di ricercatori.
Oltre a quanto sopra annotato,
il convegno è stato promotore,
presso la sede del
Collegio di Mantova, di due
corsi di aggiornamento titolati:
“Strumenti e metodi di
creazione di DTM” e “Servizio
di posizionamento con
reti GNSS”.
Con buona ragione può essere
affemato che il Convegno
Sifet svoltosi nel Palazzo
Te di Mantova ha conseguito
un brillante successo
e ciò per merito del
Collegio geometri mantovano
e della sua presidente
geom. Annalisa Lorenzi.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 27

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
G.Fe.
Da “Il Sole 24Ore”, 24 agosto 2009 Anche per i professionisti
valgono le regole delle imprese
per le spese di rappresentanza
La disciplina delle
spese di rappresentanzaintrodotta
dalla legge Finanziaria
2008 si applica anche ai fini
della determinazione del
reddito di lavoro autonomo.
Nella circolare 34/E, le Entrate
hanno precisato che a
tal fine rilevano, in particolare,
le disposizioni relative
alla qualificazione delle
spese di rappresentanza e
non quelle concernenti il limite
di deducibilità delle
spese stesse, già fissato
nella misura dell’1 per cento
dei compensi.
Deve, però, essere chiarito il
rapporto tra la previsione
dell’articolo 54 del Tuir in
base al quale costituiscono
spese di rappresentanza
(oltre a quelle relative a oggetti
d’arte, di antiquariato e
da collezione) quelle sostenute
«per l’acquisto o l’importazione
di beni destinati
ad essere ceduti a titolo gratuito»
e le norme del reddito
d’impresa secondo le quali:
• si considerano inerenti, se
effettivamente sostenute e
documentate, le spese per
erogazioni a titolo gratuito di
beni e servizi effettuate con
finalità promozionali e di
pubbliche relazioni e il cui
sostenimento risponda a criteri
di ragionevolezza o di
coerenza con le pratiche
commerciali di settore. In
base al disposto dell’articolo
54 sembrerebbe che si
debba considerare di rappresentanza
qualunque
spesa effettuata dall’esercente
arte o professione finalizzata
alla cessione di
beni a titolo gratuito. Si ritiene,
però, che assumano
28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
rilevanza anche i requisiti
previsti dal decreto di attuazione
dovendosi in ogni
caso rispettare il principio
dell’inerenza anche in sede
di determinazione del reddito
di lavoro autonomo;
• non costituiscono spese di
rappresentanza quelle di
viaggio, vitto e alloggio sostenute
per ospitare clienti,
anche potenziali, in occasione
tra l’altro, di visite a
sedi dell’impresa (per il professionista
si tratterebbe, ad
esempio, dell’ospitatlità di
clienti di particolare “interesse”,
che si recano presso
il suo studio). Si ritiene, al riguardo,
che tra le norme relative
alla “qualificazione”
delle spese di rappresentanza
rientrino anche quelle
che stabiliscono quando la
stessa non può configurarsi;
• sono comunque deducibili
le spese relative a beni distribuiti
gratuitamente di
valore unitario non superiore
a 50 euro. Sembre-
rebbe che tale norma non sia
applicabile in sede di determinazione
del reddito di lavoro
autonomo, non essendo
stata esplicitamente
riprodotta nell’articolo 54
del Tuir e non attenendo
strettamente alla qualificazione
delle spese di rappresentanza.
Appare, comunque,
opportuno l’intervento
di un chiarimento ufficiale
al riguardo.
L’Agenzia non ha espressamente
modificato l’interpretazione
della circolare
58/E del 2008 secondo la
quale le spese di vitto e alloggio
sostenute in occasione
della partecipazione a
convegni, congressi e simili
o a corsi di aggiornamento
professionale, qualora risultino
qualificabili di rappresentanza,
sono deducubili
nella misura «del 50 per
cento del 75 per cento del
relativo costo» (37,5%).
In assenza di specifiche precisazioni
al riguardo, sembrerebbe
che non possa ritenersi
superata la precedente
presa di posizione e si
presume che le Entrate abbiano
aderito alla tesi formulata
dall’Assonime (circolare
55/2008), secondo la
quale la stessa troverebbe
giustificazione per il fatto
che in tale fattispecie il parametro
assunto a riferimento
per la limitazione
della deducibilità è comune
ad entrambe le discipline
ed è costituito dai costi sostenuti
per tali servizi.
❑

DAL COLLEGIO DI BRESCIA
geometra bresciano”
dal ’94 ad “Il
oggi ne ha fatta di
strada. Ha conosciuto un
crescente successo, i cui effetti
sono riscontrabili sia
nella sua foliazione, passata
dalle 60 alle 120 pagine, sia
nella tiratura, salita dalle
duemila copie alle oltre diecimila
attuali, sia sul fronte
dei contenuti sempre piú
impegnativi e ricchi d’interesse.
Dal dicembre 2004 la rivista
ha ampliato il suo raggio d’azione
e area di diffusione,
sia dando spazio alla collaborazione
davvero preziosa
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Dove vanno a finire
le diecimila copie
de “Il geometra bresciano”?
di alcuni Collegi lombardi
confratelli, sia raggiungendo
ogni angolo della Penisola
attraverso i consiglieri di
tutti i Collegi italiani a cui è
inviata così come pure alle
sedi nazionali di Ordini e categorie
che ci sono attigue
nel lavoro professionale.
Abbiamo chiesto alla segreteria
del Collegio di Brescia,
dotata di una struttura informatizzata
efficiente, di condurre
per noi una piccola indagine
al fine di sapere l’effettiva
destinazione della
nostra rivista, verso quali
lidi veleggia, quante sono le
copie stampate e le “cate-
gorie” dei lettori e dei simpatizzanti
ad essa interessate.
Ecco, allora, in sintesi le risposte:
• Iscritti al Collegio di Brescia
3103
• Praticanti del Collegio di
Brescia 834
• Iscritti ai Collegi di Mantova,
Cremona, Sondrio,
Lodi e Bolzano 3130
• Sedi dei Collegi d’Italia,
Consiglio Nazionale, consiglieri
nazionali 130
• Cassa nazionale geometri
(delegati, consiglieri, sindaci)
160
• Consiglieri provinciali di
tutti i Collegi d’Italia 1022
• Istituti geometri di Brescia
e provincia e studenti
delle V classi 600
• Collegi e Ordini professionali
(architetti, ingegneri,
periti, geologi, ecc.) nazionali
30
• Uffici amministrativi regionali
e nazionali 40
• Inserzionisti 150
• Privati che ne hanno fatto
richiesta 102
• Geologi della provincia di
Brescia 130
• Altre categorie e enti 80
• Riserva Collegio 150
❑

LAVORI DI GEOMETRI
Il geometra Renato Piolini vive e lavora a
Lodi dove esercita l’attività professionale dal
1972. Consigliere del Collegio della sua
città fin dalla sua costituzione, ne è divenuto
Segretario dal 2006. È Delegato Cassa
geometri per la Lombardia dal 2000.
Da sempre imprenditore, ha realizzato con
il socio ing. Ernesto Carinelli, oltre 2000
alloggi. È artefice, con altri professionisti,
delle due piú significative ristrutturazioni
del centro storico di Lodi, l’isolato
dell’Incoronata e quello di via Solferino-via
Callisto Piazza. È responsabile della
sicurezza e della prevenzione incendi, oltre
che coordinatore dello staff tecnico che sta
realizzando un parcheggio interrato da 380
posti nel cuore della città. Il magazzino
automatico illustrato nell’articolo che
presentiamo, unico a livello regionale per
dimensioni e tecnologie, dimostra quanto
l’attività del geometra possa essere ampia,
articolata e ricca di soddisfazioni.
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
La prevenzione incendi
in un grande complesso
logistico nel Lodigiano
Ci fa piacere presentare il lavoro del collega lodigiano Renato Piolini, che si è
specializzato nella conoscenza delle tecniche e delle norme che presiedono alla
sicurezza antincendi: una materia che richiede esperienze specifiche non indifferenti
e il rispetto di norme complesse che non tutti i progettisti possono
vantare, ma che sono di fondamentale importanza nella ideazione di costruzioni
civili e industriali di grande impegno e dimensione, rappresentando nel
contempo un ambito lavorativo straordinariamente adatto alle capacità del
geometra che si specializza nella materia.
La redazione ringrazia i collaboratori lodigiani della rivista che ci hanno segnalato
l’opera egregia del collega Piolini.
Nella verde campagna
lodigiana,
lembo di quella
che fù un tempo l’ultima area
imprenditoriale agricola del
milanese, da qualche tempo
non crescono nuove colture,
ma insediamenti logistici
vasti, articolati, tecnologicamente
avanzati ed oggi
anche multicolore.
I grigi capannoni prefabbricati
sorti un poco ovunque
nella giovane provincia;
sono grandi ed estesi scatoloni
che coprono ampie superfici
e “completano il territorio”,
non con nuove colture
che hanno lasciato loro
il posto, ma con estese aree
cortilizie asfaltate e recintate,
che racchiudendo oggi
al loro interno anche le più
raffinate tecnologie, le più
audaci strategie, ed anche le
più affidabili misure di sicurezza.
Alla periferia di Lodi, strategicamente
a ridosso della
tangenziale sud/via Emilia
in località Carazzina è sorto
da qualche tempo uno di
questi magazzini intensivi,
con la differenza che questo
è verticale, e cosa decisamente
insolita è un magazzino
tutto colorato!
Lo stesso fa parte del più
ampio complesso logistico
della Innocenti Depositi
S.p.A.- che opera nel campo
dello stoccaggio di merci di
varia natura, destinate alla
grande distribuzione, una
cittadella logistica sorta
poco a poco negli anni e divenuta
una grande realtà imprenditoriale
per il territorio.
Il primo insediamento sorto
come magazzino era stato
acquisito nel 1988, come
struttura di stoccaggio a scaffalature
tradizionali, sviluppato
su un’area di circa
17.000 mq. edificata in origine
come logistica della filiera
cartacea pluricliente,
ha sviluppato una particolare
specializzazione per
clienti del calibro di Tetrapak,
Unilever delle linee
Home e Personal Care.
L’impianto lodigiano ulteriormente
ampliatosi con
questa nuova struttura, adibita
allo stoccaggio intensivo
delle merci; è stato interamente
realizzato con
strutture metalliche modulari,
provviste di scaffalature
autoportanti e tamponamenti
in lamiera, lo stesso è
equipaggiato con un sistema
di movimentazione
delle merci completamente
automatizzato.
Esteso su di una superficie

di 5.600 mq, il nuovo edificio
del sito di Lodi è alto 32,20
metri, e può contare su
25.480 posti pallet, un
grande serbatoio di merci
che ha consentito alla società,
di razionalizzare la
propria rete nazionale logistico-distributiva
lanciando
un “tender” per la gestione
prodotti della linea food
secco.
Dotato di transelevatori
compiuterizzati, nastri trasportatori
a rulli, in grado di
prelevare autonomamente
le merci palettizzate dalla
posizione di stoccaggio e
portarle alle ribalte di carico
dei mezzi, in maniera completamente
indipendente e
tale da escludere la presenza
di persone al suo interno,
se non per le operazioni
di ordinaria manutenzione.
Al magazzino verticale intensivo,
è possibile accedere
esclusivamente ad impianto
fermo ed in sicurezza,
in presenza della squadra di
assistenza, secondo quanto
indicato nello specifico
piano d’emergenza messo a
punto dall’azienda.
Il nuovo edificio automatizzato,
offre numerosi vantaggi
per l’intero complesso
di logistica laudense, con
esso infatti la Società ha avuto
la possibilità di ottenere
una crescita rapida,
senza affrontare cospicui aumenti
di personale, raggiungendo
in brevissimo tempo
LAVORI DI GEOMETRI
Veduta aerea del complesso logistico
“Innocenti depositi” S.p.A. in località
Carazzina in provincia di Lodi
una capacità di stoccaggio
complessiva pari a 75.000
posti pallet, sfruttando inoltre
una superficie limitata,
già di pertinenza dell’azienda,
la stessa ha potuto
mantenere tutte le attività
del cliente principale un un
unico sito, senza frammentare
le aree di magazzino a
vantaggio anche della riduzione
del traffico pesante,
dell’inquinamento da esso
derivante e della minore invasività
del territorio.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 33

LAVORI DI GEOMETRI
Planimetria generale del complesso
logistico. Distribuzione e
caratteristiche dei fabbricati
e delle attività soggette a controllo
dei Vigili del Fuoco
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

L’automazione è infatti il fattore
che ha consentito di
dare valore aggiunto a tutte
le operazioni di movimentazione
e stoccaggio, ed in
questo senso il periodo di
progettazione ed allestimento
del nuovo impianto è
stata un’esperienza particolarmente
gratificante, che ha
coinvolto per gli aspetti più
delicati della sicurezza,
anche il Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco di
Lodi, costantemente informato
sulle scelte affidate alla
progettazione esecutiva.
La stesura delle caratteristiche
tecnologiche dell’impianto
verticale è stata commissionata
alla “Stocklin Logistica”,
efficiente studio di
progettazione svizzero dalla
forte esperienza in Europa,
che ha saputo interpretare
ed inserire nel progetto, le
specifiche esigenze che via
via si presentavano lungo il
percorso.
Sotto lo specifico profilo
della Prevenzione Incendi, il
nuovo edificio è stato invece
seguito dal locale studio
professionale in Lodi del
geom. Renato Piolini, che a
garanzia della sicurezza in
materia antincendi, ha affrontato
da subito l’applicazione
integrata e coordinata
con i “progettisti tecnologici”
del comparto ed i Funzionari
del Comando, la
messa a punto dei numerosi
ed articolati dispositivi ed
impianti necessari a garantire
un’efficace livello di sicurezza
del nuovo colosso e
degli edifici circostanti.
Considerato che il magazzino
verticale è sostanzialmente
di un impianto tecno-
logico più che di un edificio
vero e proprio, di fatto priva
di “compartimentazione
passiva” all’incendio, le predisposizioni
di sicurezza dovevano
essere mirate più ad
una “prevenzione attiva”,
con un’efficace aggressione
delle fiamme sul principio
d’incendi per evitare scongiurare
sostanzialmente,
l’effetto domino di trasmissione
verticale ed orizzontale
delle fiamme nel complessivo
volume utile del
magazzino.
Lo “scatolone gigante”, si
presenta costituito nella sua
struttura volumetrica ad un
solo piano fuori terra, da una
rete di scaffalature metalliche
autoportanti rivestite
all’esterno da un rivestimento
in tamponamenti leggeri
metallici con pannelli a
sandwich in alluminio ed interposta
coibentazione termica.
Si è posta quindi da
subito la problematica
inerente al
veloce e funzionale esodo
degli addetti dal comparto
(tutti dislocati al piano ribalte),
ed all’accostamento
ed attestazione dei mezzi di
soccorso in caso d’incendio.
L’ingresso dei prodotti palettizzati,
avviene attraverso
tre baie di carico, disposte
lungo il lato longitudinale
nord della struttura, ed accanto
a queste ve ne è una
LAVORI DI GEOMETRI
Le tamponature esterne del
complesso logistico con l’originale
coloritura multicolore
quarta che si affaccia in
un’area polmone della zona
di scarico, che permette di
gestire picchi di attività ed
improvvisi aumenti nei
flussi di entrata, senza compromettere
i relativi percorsi
di evacuazione dei
pochi operatori presenti nel
reparto al piano terreno.
Una volta che gli autotreni
attraccano, le merci vengono
scaricate dagli operatori
(cinque in un unico turno allungato
di lavoro giornaliero),
tramite transpallet elettrici
e caricata direttamente
sull’impianto, attraverso
le baie di imput, dove
vengono effettuate le verifiche
di peso, volume, controllo
sagoma, inforcabilità
con relativa lettura dell’etichetta
con sistema interamente
informatizzato e meccanizzato.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 35

LAVORI DI GEOMETRI
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

I pallet conformi, completamente
filmati, vengono convogliati
attraverso una rulliera
a terra verso la zona
degli elevatori, dove attraverso
due lift (da 150 cicli
ciascuno l’ora), portano la
merce palettizzata alle sei
linee d’ingresso dell’area di
stoccaggio.
Ogni lift serve tre
corsie, verso le
quali la merce
viene indirizzata attraverso
convogliatori, guidati da
sensori che regolano i flussi
ed evitano il formarsi sia di
accumuli, sia di vuoti pro-
LAVORI DI GEOMETRI
A sinistra: ubicazione di servizi ad
uso antincendio.
Sotto: una veduta dell’interno
lungati lungo le rulliere; in
caso di inconveniente un
singolo elevatore è comunque
in condizioni di servire
l’intero magazzino automatico.
A questo livello non si pongono
particolari problemi
dal punto di vista della sicurezza,
la movimentazione
delle merci e rapida coordinata
e non consente l’occlusione
dei passaggi o delle
vie di fuga degli operatori in
ribalta.
Entrando nel magazzino le
cose assumono invece un
altro aspetto, i sei trasloelevatori,
che si muovono lungo
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 37

LAVORI DI GEOMETRI
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

le corsie con lunghezza differenziata,
allestite con scaffalature
Lyto’s e sviluppate
su 13 livelli verticali, raggiungono
un’altezza d’impiego
ad unica volumetria di
30 metri.
Alla pari di tutti gli edifici di
stoccaggio merci, anche all’interno
dell’edificio di
Picking e del magazzino verticale
è stato installato un
impianto di rilevazione, segnalazione
ed allarme incendi,
eseguito in conformità
alla norma UNI 9795 ed
il cui progetto è diviso in sezioni,
costituite da rilevatori
lineari a barriera, connessi
LAVORI DI GEOMETRI
A sinistra: edificio-magazzino
automatizzato Food. Pianta con
l’ubicazione dei servizi antincendio.
Sotto: veduta di un interno
ad una centrale di allarme in
grado di avviare le procedure
di segnalazione e d’intervento,
specificando la
zona interessata dall’evento.
Il sistema è completato
da pulsanti ad attivazione
manuale,
collocati in prossimità delle
uscite di emergenza, indicati
chiaramente affinché i
lavoratori o le altre persone
avventizie presenti possano
rapidamente individuarli ed
utilizzarli in caso di emergenza.
L’alimentazione dei circuiti
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 39

LAVORI DI GEOMETRI
è di tipo autonomo, costituita
da una batteria elettrica
con riserva di carica per
almeno 30 minuti; la sua attivazione
provoca oltre alla
segnalazione dell’allarme,
anche l’interruzione dell’alimentazione
elettrica ordinaria
agli impianti e la chiusura
automatica di tutti i portoni
tagliafuoco di comunicazione
fra i vari reparti e depositi
esistenti.
Il segnale è inoltre rimandato
in posizione remota
sempre presidiata (portineria
d’ingresso e accettazione
uffici), o tramite combinatore
telefonico con
messaggio preregistrato,
alla sala operativa del Comando
Provinciale VV.F. di
Lodi.
Tutti i locali e gli ambienti
del comparto aziendale,
sono stati dotati di estintori
portatili e carrellati del tipo
a polvere approvato da Ministeri
dell’Interno, di capacità
estinguente non inferiore
a 21° 133BC, uniformemente
distribuiti sull’intera
superficie degli ambienti di
lavoro nella misura prevista
dal D.M. 10 marzo 1998.
Pur essendo gli stessi installati
in numero sufficiente e
nelle posizioni ben visibili e
di facile accesso, corredati in
ogni settore della relativa
cartellonistica di segnalazione,
risulta però evidente
che in particolare nel comparto
a stoccaggio verticale,
l’intervento sul principio
d’incendio con i mezzi di estinzione
portatili è impossibile
ed è stato pertanto necessario
ricorrere a misure
ed impianti di spegnimento
automatico a difesa del com-
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
plesso.
L’interno del magazzino è inoltre
completamente buio,
fatte salve le luci di sicurezza
che corrono lungo la parte
più bassa delle scaffalature
nelle corsie in corrispondenza
dei percorsi a terra
dei transelevatori automatici,
l’assenza di luce è un accorgimento
che serve a salvaguardare
la qualità della
merce stoccata in imballi trasparenti,
in accordo con le
norme sanitarie.
L’illuminazione di emergenza
è tuttavia garantita in
tutti i comparti, dall’istallazione
di lampade autoalimentate
in grado di funzionare
al mancare dell’alimentazione
elettrica ordinaria,
per un tempo minimo pari
ad un’ora, ed in grado di assicurare
un livello di illuminazione
non inferiore a 5 lux
ad un metro di altezza dal
piano di calpestio lungo le
vie di esodo e non inferiore
a 2 lux nel resto degli ambienti.
Tutte le uscite di sicurezza esistenti,
sono dotate di propria
lampada di emergenza
con pittogramma riportante
la direzione della via di fuga
ed i percorsi, adeguatamente
illuminati per consentire
sempre la loro percorribilità
in sicurezza sino
all’uscita sul luogo sicuro.
La tenebra non crea assolutamente
alcun problema ai
traslo del palazzo colorato,
che possono “correre” lungo
le corsie interamente automatizzati
ad una velocità di
15 km/h, al suo interno inoltre
si effettua esclusivamente
lo stoccaggio di soli
prodotti alimentari (cat.M2),
contenuti entro imballaggi
di cartone e plastica non espansa
(cat.12), posati su
scaffalature e correnti, con
(modalità di deposito I-a), identificando
l’attività sotto
il profilo della sicurezza,
come deposito di tipo intensivo
di classe D2.
La merce stoccata nel nuovo
magazzino automatico, non
ha particolari esigenze di climatizzazione,
per regolare
calore ed umidità l’impianto
è stato attrezzato con 10 estrattori
di calore, che in
caso di necessità entrano in
funzione in modo autonomo
e sono in grado di gestire un
ricambio d’aria pari a 250
m 3 /h.
Attraverso una cordiale, costante
e disponibile collaborazione
con i tecnici del
Comando Provinciale VV.F.,
l’Azienda ha potuto procedere
ad una dettagliata ed
accurata progettazione preliminare
ed esecutiva ed a
un’efficace coordinamento
in fase esecutiva e di verifica
degli impianti, dotando il gigantesco
comparto dei seguenti
impianti e dispositivi
di prevenzione attiva:
– impianto di rivelazione e
segnalazione incendi
conforme alla norma UNI
9795;
– evacuatori automatici di
fumo e calore, progettati e
realizzati in conformità
alle norme UNI 9494;
– impianto idrico di estinzione
incendi, progettato
e realizzato secondo la
norma UNI 10779, dotato
di alimentazione di tipo
“superiore” secondo norma
UNI 9490;
– impianto di spegnimento
automatico a pioggia di
tipo Sprinkler a livelli operativi
multipli e sovrapposti,
conformi alla normativa
statunitense NFPA
13.
La presenza di personale
all’interno
del magazzino, durante
l’attività lavorativa è
stata espressamente vietata
dal Comando VV.F. e l’accesso
agli addetti è consentito
esclusivamente per le operazioni
di manutenzione
da svolgersi obbligatoriamente
per motivi di sicurezza
alle seguenti condizioni:
– tutti i sistemi automatizzati
di immagazzinamento,
siano fuori servizio;
– gli impianti non ricompresi
in quelli di sicurezza siano
disattivati;
– durante ogni operazione di
manutenzione sia presente
la “squadra di emergenza”
prevista all’interno
dell’Azienda, a supporto e
controllo delle ditte terze
che eseguono le lavorazioni;
– in caso di manutenzione
programmata, sia completamente
sgombra di materiali
l’intera verticale per
un raggio di 5 metri, l’area
dove si devono svolgere
operazioni non a freddo

con uso di fiamme libere o
fonti di calore;
– i materiali movimentati e
depositati anche in modo
provvisorio, devono consentire
una facile ispezionabilità
delle scaffalerie e
dei corselli di marcia e non
devono essere dislocate
nel magazzino, prodotti
facilmente innescabili o
che possano costituire
sorgenti di veloce agnizione
(infiammabili).
Tutta la merce in uscita, destinata
alla spedizione, lascia
il magazzino autoportante
tramite il sistema di
trasporto più basso, ma
giunto ad un certo punto, il
flusso di output si divide; i
pallet già pronti per la spedizione
prendono la via dell’uscita
e vengono distribuiti
lungo sette exit lines (posizionate
di fronte ad altrettante
baie di carico), ognuna
con 14 posti pallet ad accumulo,
corrispondenti a circa
la metà della capacità di un
autotreno.
Alla fine di ogni linea di uscita,
si trova una pedana
per facilitare il lavoro degli
operatori che tramite traspallet
elettrici come all’arrivo,
caricano le merci sui camion,
mentre al di sopra di
esse è posizionato un display,
che segnala in tempo
reale il numero d’ordine corrispondente
ed il numero di
bancali mancanti a completare
il carico di appartenenza.
Gli spazi dedicati a queste
operazioni sono stati tutti
concepiti ampi e luminosi, la
merce che deve essere ulteriormente
lavorata prima
dell’uscita, quella soggetta
ad attività di picking o detopping,
prende invece una
strada inversa e viene gestita
con tempi differenti in
uscita dal magazzino automatico
ed estratti il giorno
prima per consentirne le ulteriori
lavorazioni.
Il detopping è un servizio di
palettizzazione personaliz-
zata, dove i bancali vengono
scomposti e ricomposti in
base alle specifiche indicazioni
dei clienti; prima e
dopo le lavorazioni, la
merce destinata a picking e
detopping, viene posizio-
nata in un’area attrezzata
con scaffalature a gravità,
poste nella parte anteriore
delle linee di uscita per la
spedizione.
Sempre nell’ambito del
complesso logistico, all’interno
dei “magazzini tradizionali”
vengono svolte attività
peculiari per la gestione
dei prodotti Home e Per-
sonal Care stoccati nel secondo
magazzino automatico
che qui ha il suo fine
linea.
A Lodi vengono preparati i
prodotti legati alla campagna
“il mese della Preven-
LAVORI DI GEOMETRI
zione Dentale”, (condotta
da Mentadent), che possono
variare dalla semplice
proiezione con film plastico
trasparente, agli speciali imballaggi
legati a promozioni,
all’assemblaggio di display
pallet con uno o più prodotti,
sino alla realizzazione
degli espositori destinati direttamente
ai punti vendita.
Per mettere in moto il gigante
colorato, le attività
sono iniziate i primi di
giugno 2007; per tre settimane
circa la Innocenti Depositi
S.p.a. si è dedicata
allo riempimento della scaffalatura
intensiva, in questo
breve periodo di start up le
operazioni di stoccaggio e
lavorazione sono entrate a
regime e ad oggi il nuovo
magazzino è in grado di gestire,
flussi di merce giornaliera
proveniente da circa 50
camion in entrata e 35-40 in
uscita, pari ad una media di
4.000 righe d’ordine.
Tutte le attività
svolte nel nuovo “
Palazzo colorato”,
vengono monitorate da una
control room dove sono presenti
due tecnici che mantengono
sotto controllo il lavoro
dei traslo e le eventuali
anomalie ed emergenze verificabili
sulle linee, anche
se in realtà l’intero sistema
automatico è completamente
autosufficiente ed in
grado di bloccarsi in caso di
evento pericoloso.
A protezione di tutti gli edifici
del sito di Lodi è presente
un impianto antincendi,
progettato in conformità
alle specifiche tecniche
in vigore, in particolare alle
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 41

LAVORI DI GEOMETRI
Pianta della distribuzione e dei
servizi antincendio
42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

LAVORI DI GEOMETRI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 43

LAVORI DI GEOMETRA
Impianti per la traslazione
automatizzata delle merci all’interno
del complesso logistico “Innocenti
depositi” S.p.A.
norme Uni 10779 ed Uni 9490
e 9489, approvati dal Comando
VV.F.; in relazione ai
quantitativi ed alle modalità
di stoccaggio e movimentazione
delle merci anche dell’area
Picking, facendo riferimento
a quanto stabilito
dalla normativa vigente l’insediamento
è identificato
come “area di rischio 3”; per
la quale sono stati previsti e
realizzati i seguenti impianti
di protezione attiva:
– per la protezione interna è
stata prevista nell’intero
comparto, l’ottimizzazione
e l’ampliamento
della rete idranti a muro
Uni 45 mm in grado di erogare
una portata minima
pari a 120 l/min. ad una
pressione non inferiore a
0.2 Mpa, ben evidenziata e
presidiata in corrispondenza
delle prese, a
mezzo di dissuasori fisici
in grado di impedire lo
stoccaggio delle merci
nelle zone antistanti le
cassette;
– sezioni di spegnimento automatico
tipo Sprinkler,
per le aree di deposito
classificate secondo la
norma Uni 9489, dimensionate
per avere un’area
operativa pari a 216 mq.
garantita dal funzionamento
di almeno 20 erogatori
ciascuno di portata minima
di 80 l/min. e corrispondenti
ad una densità
di scarica superiore a 5
l/min./mq. , disponibili
alla bocca dell’erogatore
alla pressione di 0’05 Mpa;
per il nuovo Magazzino
Food intensivo a torre è
stata inoltre adottata la
normativa NFPA 13 e 30 B;
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
– l’alimentazione dell’impianto
Sprinkler del
nuovo magazzino, viene
garantita da una stazione
di pompaggio, costituita
da 2 gruppi motopompa
(principale di emergenza),
dimensionate secondo
norma NFPA ed aventi
portata ciascuna da 8.000
l/min. alla prevalenza di
8.5 bar.
I due gruppi motopompa aspirano
“sottobattente” da
una vasca di accumulo acqua
antincendio avente la capacità
utile di 750 m3;
– la protezione esterna è inoltre
garantita, da una
rete idranti Uni 70 mm, in
grado di erogare ciascuno
una portata minima pari a
300 l/min., ad una pressione
d’esercizio di 0.4
Mpa., anche per questa
rete e per ciascun idrante
è prevista una cassetta a
muro in lamiera verniciata
a fuoco di colore rosso,
munita di sportello in
vetro trasparente atta a
contenere due spezzoni di
tubazione in nailon gommato
da mt.20 cad una
lancia automatica a getto
frazionato ed una chiave
per bocchettoni di presa.
– il fianco sud del nuovo ma-
gazzino a sviluppo verticale,
essendo a pochi
metri dalle restanti superfici
coperte costituenti il
sito di Lodi, e non essendo
facilmente accostabile in
caso d’incendio dai VV.F. è
stato dotato di monitori
antincendi DN 150, aventi
una portata di 800 l/min.
ad una pressione di esercizio
di 4 bar, ad uso radiocomandato,
installati su
piattaforme a torre accessibili
dall’esterno.
– la riserva d’acqua presente
in Azienda, consente di
garantire il contemporaneo
funzionamento
degli impianti Sprinkler a
pieno regime, e la rete idranti
per un periodo di
tempo non inferiore ai 90
min; un’ulteriore elettropompa
di compensazione
provvede al mantenimento
della pressione all’interno
delle tubazioni
dell’impianto di spegnimento
automatico;
– per collegare la stazione di
pompaggio con le valvole
d’allarme e controllo dell’impianto
di spegnimento
a protezione del
nuovo magazzino automatico
autoportante è stata
installata una rete antincendioavente
diametro
DN 200.
Le prese antincendi di rete
sia interne che esterne sono
dotate di segnaletica di indicazione,
conforme per dimensioni
e colori al D.M. 494
del 14 agosto 1996.
La tecnologia applicata per
gli ambiti produttivi e per la
migliore sicurezza antincendi
ottenibile, ha permesso
all’Azienda di cre-

scere rapidamente
Ai fini della pianificazione e
gestione della sicurezza antincendio,
l’Azienda presta
particolare attenzione alle
attività di formazione e mantenimento
degli addetti,
allo scopo di adottare modelli
di comportamento
coordinati ed uniformi per
tutto il personale, che possano
sempre costituire
un’efficace strumento per:
– ridurre la probabilità che
possa insorgere un incendio;
– segnalarne immediatamente
l’accadimento e limitare
le conseguenze;
– consentire sempre l’evacuazione
dal luogo di lavoro
in condizioni di sicurezza;
– garantire e favorire l’intervento
dei soccorritori, liberando
le aree cortilizie e
mettendosi a loro disposizione
in caso di sinistro.
Per quanto concerne
l’organizzazione e
la gestione della sicurezza
antincendi, e le modalità
con cui sono state pianificate
le misure di “reazione”
agli stati di emergenza,
avendo chiari riferimenti
normativi, (D.lgs.
N.626 del 19 settembre 1994
e D.M. 10 marzo 1998), l’Azienda
ha proceduto alla
stesura di un “Piano Generale
di Emergenza”, dove
sono state evidenziate e trascritte
:
– le modalità di informazione,
formazione e mantenimento
addestrativi
del personale tutto e di
quello addetto all’emergenza;
LAVORI DI GEOMETRA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 45

LAVORI DI GEOMETRI
– l’attuazione operativa dell’attivazione
delle misure
di prevenzione e di sicurezza
antincendio;
– la definizione delle modalità
di emergenza e di evacuazione
dei magazzini,
con particolare riguardo al
deposito verticale;
– le modalità di controllo
delle misure di sicurezza
antincendio all’interno
degli ambienti di lavoro;
– il controllo della corretta
compilazione del registro
dei controlli da parte delle
società incaricate della
manutenzione e la conservazione
degli atti in luogo
protetto e sempre facilmente
reperibile.
Analogamente a
quanto previsto
per tutte le attività
di logistica su vasta scala, la
Innocenti Titolare dell’attività
unitamente al tecnico
designato per la gestione
della sicurezza nel sito di
Lodi, provvede durante l’esercizio
delle attività, a controllare
affinché non siano
alterate le condizioni di gestione
della sicurezza richiamate
nelle prescrizioni di
conduzione del sito ed in
particolare affinchè:
– l’intero sistema delle vie di
esodo del comparto sia
mantenuto costantemente
sgombro da qualsiasi
materiale che possa
ostacolare l’esodo degli
addetti e costituire pericolo
per la propagazione
delle fiamme;
– prima dell’inizio dell’orario
di lavoro, sia controllata
la funzionalità del sistema
di vie d’uscita, il
46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
corretto funzionamento
dei serramenti delle
porte, degli impianti e
delle attrezzature di sicurezza;
– sia osservato il divieto di
fumo negli ambienti ove
tale divieto è previsto per
motivi di sicurezza ed igienico-sanitari;
– le merci presenti nei reparti
di Picking, siano disposti
in modo da consentire
una agevole ispezione
e manovrabilità gestionale;
– siano mantenute costantemente
efficienti gli impianti
elettrici ed in particolare
quelli di sicurezza,
in conformità a quanto
previsto dalla normativa
vigente;
– tutti gli impianti tecnologici
ed in particolare quelli
meccanizzati automatici
del magazzino verticale,
siano mantenuti costantemente
in buono stato, aggiornandoperiodicamente
ed a ogni intervento
di modifica, gli
schemi degli impianti e di
tutte le condotte fognarie
ed opere idrauliche, strettamente
connesse al funzionamento
dell’edificio;
– sia incaricato un addetto
qualificato, che possa
provvedere costantemente
e con la periodicità
stabilita dalle
specifiche
norme CEI, al
controllo e
manutenzione
degli
impianti e
delle apparecchiature,
segnalando al
responsabile
dell’attività,
eventuali carenze
e/o cattivifunzionamenti,
al fine
di adottare gli
opportuni
tempestivi
provvedimenti;
– siano mantenuti
efficienti i presidi antincendi,
eseguendo altresì
prove periodiche di
corretto funzionamento;
– sia previsto un servizio organizzato,
composto da un
numero proporzionato di
addetti qualificati, in base
alle dimensioni ed alle caratteristiche
delle attività
svolte nei reparti, esperti
nell’uso dei mezzi antincendio
installati;
– sia curata l’attività di informazione
ed addestramento
del personale addetto
ai reparti, eseguendo
incontri periodici
di sensibilizzazione alla
problematica, riunioni di
addestramento e di istruzione
sull’uso dei mezzi di
allarme e protezione del
comparto, nonché esercitazioni
di evacuazione
parziale o totale dell’attività;
perché nella storia
della Innocenti è sempre
stato fondamentale il fatto
che, dietro all’avanguardia
tecnologica di gestione ci
sono le persone, e senza
di esse molte cose non sarebbero
possibili!
Analogamente per la gestione
delle aree esterne
del compendio immobiliare,
sono state definite

Prospetti e sezioni
delle regole che concorrono
all’efficienza del sistema Aziendale
ed alla garanzia di
mantenimento dei livelli di
sicurezza richiesti di una
così massiccia movimentazione
di merci.
All’esterno delle attività di
logistica ed in tutte le pertinenze
cortilizie di proprietà
dell’azienda, si osservano
pertanto le seguenti misure:
– non circolano o sostano automezzi
sui piazzali o nelle
aree interne, se non quelli
di volta in volta autorizzati
ad accedere alle postazioni
di carico e scarico
delle merci;
– sono permanentemente
autorizzati a circolare solo
i carrelli elevatori ed i
mezzi appositamente attrezzati
e previsti dalle esigenze
Aziendali;
– in prossimità delle zone a
rischio d’incendio non
possono accedere persone
non autorizzate, ne
possono essere utilizzate
fiamme libere apparecchiature
o materiali che
possono provocare scintille;
– nel caso di approntamento
di piccoli cantieri di ripristino
edili od impiantistico,
non possono essere
lasciati materiali combustibili
e/o infiammabili incustoditi
od in giacenza in
prossimità dei capannoni
di logistica;
– nel caso di sviluppo di incendio
grave è previsto un
incaricato di turno, pronto
ad accogliere i soccorritori
con le informazioni riguardanti
le caratteristiche
degli edifici e degli impianti.
Da ultimo nelle varie zone
del compendio logistico, in
posizione strategica e ben evidenziata,
tutti gli addetti
ed i visitatori, possono prendere
visione delle planime-
LAVORI DI GEOMETRI
trie orientative del sito, evidenzianti;
le vie d’uscita, i
luoghi sicuri, i dispositivi di
arresto degli impianti elettrici
e del gas, i mezzi di estinzione
fissi e portatili presenti
nell’azienda.
La Prevenzione Incendi è
un’attività “silenziosa”, se
nessuno si accorge che
manca significa che sta funzionando
è dunque il lavoro
“silenzioso” del personale
specializzato a garantire il
“silenzioso” ed efficiente lavoro
del grande magazzino
automatizzato e della sua sicurezza.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 47

AGRICOLTURA & FORESTE
Valeria Sonvico
La gestione dei rifiuti
coinvolge l’interesse
e l’attenzione
da parte di tutti i soggetti
della nostra società
siano essi pubblici o privati;
per questo motivo in questa
sede vogliamo ripercorrere
brevemente i comportamenti
e gli impegni a carico
del settore agricolo per
quanto attiene l’applicazione
delle norme vigenti
sui rifiuti di origine agricola.
Le disposizioni attuative
delle norme in materia di gestione
dei rifiuti sono disciplinate
dalla parte quarta
del decreto legislativo n. 152
del 3 aprile 2006, noto come
Testo Unico Ambientale,
successivamente integrato
e modificato con D.lgs n.4
del 2008.
Il provvedimento nazionale
ha l’obiettivo di assicurare il
recupero e smaltimento dei
rifiuti senza causare pericolo
per la salute dell’uomo e
senza usare procedimenti o
metodi che potrebbero recare
pregiudizio ambientale.
Innanzitutto ricordiamo la
nozione di “rifiuto” inteso
come «qualsiasi sostanza od
oggetto di cui il detentore si
disfi, abbia l’obbligo di disfarsi
o abbia l’intenzione di
disfarsi» e precisiamo che
sono esclusi dal campo di
applicazione della normativa:
le emissioni in atmosfera,
i materiali vegetali, le
terre e il pietrame provenienti
dalla attività di manutenzione
di alvei di scolo ed
irrigui, nonché tutto ciò che è
regolato da altre disposizioni
normative che assicurano
tutela ambientale e sa-
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Rifiuti agricoli: gestione
aziendale per il recupero
e lo smaltimento
nitaria, quali, ad esempio, le
carogne, gli effluenti di allevamento
e altre sostanze naturali
non pericolose utilizzate
nell’attività agricola.
I rifiuti sono classificati secondo
l’origine, in rifiuti urbani
e rifiuti speciali, e secondo
le caratteristiche di
pericolosità, in pericolosi e
non pericolosi.
I rifiuti provenienti dall’attività
agricola sono definiti
come rifiuti speciali.
A titolo di esempio ricordiamo
che i rifiuti agricoli
pericolosi comprendono gli
oli esausti, le batterie, i contenitori
dei farmaci veterinari,
i sacchi/contenitori a
contatto con prodotti fitosanitari,
mentre quelli non pericolosi
cartoni, film plastici,
contenitori fitosanitari opportunamente
bonificati,
ecc.
Ma in concreto cosa deve
fare un’azienda agricola per
gestire i propri rifiuti?
A) Adempimenti
autorizzatori
È obbligatoria l’iscrizione all’Albo
Nazionale Gestori
Ambientali per tutte le imprese
che trasportano i
propri rifiuti, pericolosi e
non. L’iscrizione prevista
con regime semplificato per
mezzo di una comunicazione
alla sezione regionale
o provinciale a condizione
che tali operazioni costituiscano
parte integrante dell’organizzazionedell’impresa
da cui i rifiuti sono prodotti
è riservata a:
- produttori iniziali di rifiuti
non pericolosi che effettuano
operazioni di raccolta
e trasporto dei propri
rifiuti;
- produttori iniziali di rifiuti
pericolosi che effettuano
operazioni di raccolta e trasporto
di 30 kg/l al giorno
dei propri rifiuti;
Per tutti gli altri l’iscrizione
all’Albo segue la procedura
ordinaria.
B) Deposito temporaneo
Per tutte le categorie di rifiuti
l’avvio degli interventi
di recupero o smaltimento
con cadenza trimestrale indipendentemente
dalle
quantità in deposito.
Per i rifiuti pericolosi e non
pericolosi con quantitativi
rispettivamente non superiori
a 10 m 3 /anno e 20
m 3 /anno il deposito non può,
comunque, avere una durata
superiore a 1 anno.
C) Comunicazione annuale
catasto dei rifiuti (MUD)
Sono obbligati alla comunicazione
annuale presso le
Camere di Commercio territoriali
competenti gli imprenditori
agricoli che producono
rifiuti speciali pericolosi
con volumi di affari
annuo superiore a 8.000
euro, eccetto i casi di conferimento
di servizio pubblico
di raccolta competente per
territorio, pervia apposita
convenzione.
Il MUD 2009 deve essere
presentato entro il 30 aprile
di ogni anno per mezzo di
strumento informatizzato.
D) Registro
di carico/scarico
È previsto per gli imprenditori
agricoli che producono
rifiuti speciali pericolosi con
volumi di affari annuo supe-
riore a 8.000 euro. Il registro
deve essere numerato e vidimato
dalle Camere di
Commercio territorialmente
competenti; è possibile utilizzare
i registri precedentemente
vidimati dagli uffici
locali dell’Agenzia delle entrate
fino ad esaurimento.
Le registrazioni devono essere
effettuate entro 10
giorni lavorativi dalla produzione
o dallo scarico del medesimo
e conservato presso
l’azienda per 5 anni dalla
data dell’ultima registrazione.
E) Formulario di trasporto
per i fanghi
Redatto in 4 copie compilato
e firmato dal produttore/detentore
dei rifiuti. Le quattro
copie sono così suddivise:
una al produttore, una al trasportatore,
una al destinatario
e l’ultima copia ritorna
al produttore per la tracciabilità
della conclusione del
ciclo di recupero e smaltimento.
Per coloro che abbandonano
o depositano i rifiuti
sul suolo, nel suolo o effettuano
immissione nelle
acque superficiali e sotterranee
sono previste sanzioni
amministrative da 105
euro a 620 euro, per le altre
infrazioni correlate al mancato
o insufficiente rispetto
degli adempimenti si rimanda
agli artt. 255 e 256 del
D.lgs 152/06.
Nel corso del 2009 è stata
raggiunta una semplificazione
della raccolta rifiuti
che riveste un’importanza
strategica nelle politiche di
gestione dei rifiuti. Infatti

con le modifiche del decreto
nazionale 4/2008 sopraccitato
gli Accordi di Programma
vigenti sul territorio
erano stati penalizzati eliminando
l’opportunità di eventuali
semplificazioni amministrative
in deroga alla
normativa vigente, pur nel
rispetto delle norme comunitarie.
Ad oggi è possibile, da parte
delle imprese, concordare
con la Pubblica amministrazione
la realizzazione di circuiti
di raccolta rifiuti e le
modalità per le operazioni
di trasporto e conferimento
nelle isole ecologiche appositamente
adibite assicurando
il pieno controllo e
l’efficacia del sistema previa
convenzione tra soggetti
coinvolti. Inoltre sono state
introdotte nel corso di quest’anno
ulteriori nuove semplificazioni
in tema di formulario
di trasporto ed autorizzazioni
per il trasporto in
conto proprio, infatti, previa
convenzione con il gestore
del servizio pubblico di raccolta
dei rifiuti urbani, in
caso di conferimento a
questo soggetto di trenta
chilogrammi o trenta litri in
modo occasionale e saltuario,
il trasporto di rifiuti
speciali agricoli può avvenire
senza formulario. Parimenti,
nei casi di trasporti finalizzati
al conferimento al
gestore del servizio pubblico
di raccolta dei rifiuti urbani
con il quale sia stata stipulata
una convenzione,
viene meno l’obbligo di iscrizione
all’Albo gestori in
semplificata.
Attivando e rafforzando sull’intero
territorio sia Accordi
Sintesi degli adempimenti a carico delle imprese agricole
Rifiuti pericolosi
Imprenditori agricoli con volume d’affari inferiore a 8.000
euro/anno
• Registro carico/scarico No
• MUD No
• Formulario trasporto Sí
• Iscrizione all’Albo dei gestori Sí
(semlifica solo per trasporto di rifiuti per quantitativi
inferiori a 30 kg/l al giorno)
Imprenditori agricoli con volumi di affari superiore a
8.000 euro /anno
• Registro carico/scarico Sí
• MUD Sí
• Formulario trasporto Sí
• Iscrizione all’Albo dei gestori Sí
(semplifica solo per trasporto di rifiuti per quantitativi
inferiori a 30 kg/l al giorno)
AGRICOLTURA & FORESTE
Rifiuti non pericolosi
di Programma con le Pubbliche
amministrazioni sia
convenzioni con il gestore
del servizio pubblico di raccolta,
che in molte realtà
lombarde già sussistono, si
dà la concreta opportunità
alle imprese agricole di usufruire
delle semplificazioni
ad esse riservate dal legislatore
e si evidenzia l’importante
valorizzazione di una
migliore gestione dei rifiuti
agricoli nel rispetto di elevati
livelli di qualità ambientale.
❑
• Registro carico/scarico No
• MUD No
• Formulario trasporto Sí
(salvo i casi di trasporto di rifiuti per quantitativi inferiori a 30 kg/l
al giorno effettuati in modo occasionale e saltuario dal produttore
dei rifiuti stessi)
• Iscrizione all’Albo dei gestori Sí
(semlifica)
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 49

AGRICOLTURA & FORESTE
50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Appunti pratici
di ingegneria naturalistica
(Parte quinta)
6 - FASCINATA VIVA DRENANTE
Cosa è
È un insieme di rami verdi formanti una fascina, che viene
interrotta e fissata con idonei picchetti di legno.
A cosa serve
Per il drenaggio superficiale
o sotto-superficiale.
È un metodo impiegato
per pendenze
massime del 30-35%.
Dove serve
In versante come interventolongitudinale.
Opera lineare.
Che materiale utilizzare
• ramaglia di salici, assemblata in fasci (lunghezza 2,0 - 4,0
metri e diametro 30-35 cm) con legatura ogni 100 cm;
• eventuali talee e/o piante a radice nuda o in pane di terra,
da collocare a monte e perpendicolarmente ai fasci, ad integrazione
delle ramaglie di salice;
• picchetti di legno di larice o castagno del diametro varaiabile
da 6 a 10 cm;
• pioli e tondini in metallo ad aderenza migliorata del diametro
varaiabile da 10 a 14 mm;
• gfilo di ferro da legatura per armatura;
• eventuali teli in materiale plastico;
• sementi.
Quali mezzi ed attrezzature
• escavatore;
• piccone e pala;
• mazza;
• motosega;
• roncola.
Come realizzarla
• effettuare uno scavo in sezione ristretta (da 40x60 o 60x80
cm);
• eventuale posa del materiale plastico per un migliore deflusso
dell’acqua;
• posare le fascine longitudinalmente lungo lo scavo, legandole
tra di loro con filo di ferro;
• fissare le fascine al terreno con picchetti, infilati all’interno
del fascio, inclinati in modo alterno e disposti ogni 1,0 m;
• coprire con terreno vegetale e materiale di risulta;
• seminare.
Quando realizzarla
Tutto l’anno.
Fare attenzione
alla disponibilità
ed allo
stadio vegetativo
delle talee
e della ramaglia
viva.
Alcuni suggerimenti
È consigliabile
realizzare lo
scavo e la posa
partendo dal
basso del versante,
in quanto
è possibile recuperarefacilmente
il terreno
di scavo ottenuto dalla linea successiva posta a monte.
Collocare i picchetti in corrispondenza delle legature per
realizzare un fissaggio che contrasti lo scivolamento verso
valle dei rotoli di ramaglia.
Il fascio può essere costituito interamente da ramaglia viva
oppure in abbinamento anche alla ramaglia morta, quest’ultima
da collocare solo nella parte superiore.
Questo semplice drenaggio si impiega con modeste quantità
d’acqua. Nei casi in cui si richiede una maggiore durata
e per evitare uno sprofondamento della trincea per erosione,
si utilizzano teli di materiale plastico da porre sul
fondo dello scavo.
Sono dei teli occhiellati, in rotoli da 50,00x 1,00 m, che sono
fissati con idonei picchetti metallici.
Un ulteriore miglioramento della funzionalità può essere assicurato
dalla posa sul fondo della trincea di una tubazione
drenante (microfessurata) o di pietrame. Sistemi misti possono
essere quelli che prevedono l’integrazione di fscinate
con viminate in superficie.
È utile realizzare un sistema di drenaggio a spina pesce, con
una linea drenante centrale di maggiori dimensioni rispetto
a quelle confluenti lateralmente.
Lo scavo a mano è ideale per limitare venute idriche e situazioni
ambientali delicate per cui si sconsiglia l’impiego
dell’escavatore.
Opere simili
Trincee drenanti, tubi di drenaggio.

PROBLEMATICHE SOLUZIONI
AGRICOLTURA & FORESTE
• spazio limitato e pendenze elevate ☛ • realizzare opere simili come tubi di drenaggio
• venute d’acqua eccessive ☛ • costruire opere simili come trincee drenanti
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 51

AGRICOLTURA & FORESTE
7 - FASCINATA VIVA SPONDALE
Cosa è
È un insieme di rami verdi formanti una fascina, che viene
interrotta nell’argine e fissata in sponda con idonei picchetti
di legno.
A cosa serve
Per consolidamento superficiale e la rinaturalizzazione
delle sponde fluviali e lacustri.
È una soluzione impiegata per pendenze massime del 30-
35%.
Dove serve
In alveo come intervento longitudinale. Opera lineare.
Che materiale utilizzare
• ramaglie di salice (ø 2-5 cm) assemblate in fasci (lunghezza
2,0 - 4,0 m e diametro 30-50 cm) e legate ogni 100 cm;
• eventuali talee eo piantine a radice nuda o in pane di terra,
da collocare a monte e perpendicolarmente ai fasci, ad integrazione
delle ramaglie di salice;
• filo di ferro da legatura per armatura;
• picchetti di legno di larice, castagno o salice del diametro
varaiabile dai 6 ai 10 cm;
• terreno vegetale e materiale di risulta;
• sementi.
Quali mezzi ed attrezzature
• escavatore;
• piccone e pala;
• mazza;
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
• motosega;
• roncola.
Come realizzarla
• effettuare uno scavo in
sponda a sezione ristretta
(profondità 30-50 cm);
• posare le fascine longitudinalmente
lungo lo scavo,
legandole tra loro con filo di
ferro;
• fissare le fascine al terreno
con picchetti, infilati all’interno
del fascio, inclinati in
modo alterno e disposti
ogni 1,0 metri;
• coprire con terreno vegetale
e materiale di risulta;
• seminare.
Quando realizzarla
Tutto l’anno. Fare attenzione alla disponibilità ed allo stato
vegetativo delle talee e della ramaglia.
Alcuni suggerimenti
La prima linea in sponda deve essere posata a livello della
portata minima del fiume.
È consigliabile realizzare lo scavo e la posa partendo dal
basso dell’argine, in quanto è possibile recuperare facilmente
il terreno di scavo ottenuto dalla linea successiva
posta a monte.
Una variante per aree lagunari è rappresentata dalla fascina
con culmi di canna di palude (Phragmites communis), materiale
facimente reperibile
ed ambientalmente idoneo
per i ripristini.
Sistemi misti possono essere
quelli che prevedono
l’integrazione di fascinate
con viminate.
Lo scavo a mano è consigliato
per situazioni di limitata
portata del torrente e situzazioni
ambientali delicate
da sconsigliare l’impiego
dell’escavatore.
Opere simili
Fascinata drenante, palizzata,
viminata.

PROBLEMATICHE SOLUZIONI
• elevata velocità della corrente e pendenze ☛ • realizzare scogliere o palificate doppie
• mancanza di ramaglia di salice ☛ • utilizzare ramaglia morta con piantine
AGRICOLTURA & FORESTE
• terreno sassoso e costipato ☛ • utilizzare picchetti di ferro ad aderenza migliorata
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 53

AGRICOLTURA & FORESTE
8 - GRATA VIVA
Cosa è
È un telaio a quadrati formato da legname, in parte posto
trasversalmente al versante, in parte longitudinalmente,
con vertici delle intersezioni ancorati al suolo con ulteriori
pali infissi; il tutto sistemato in modo da formare una griglia
con l’aggiunta di materiale vegetale vivo posto sui corsi orizzontali.
A cosa serve
Per la stabilizzazione medio profonda di pendii con funzione
di protezione dall’erosione e ricostruzione del versante.
Dove serve
In versante con pendenza compresa tra i 30 e i 45°.
Opera tridimensionale.
Che materiale utilizzare
• picchetti di legno (diam. 10-15 cm e lunghezza di 1 m) e
tondame scortecciato (diam. 15-25 cm e lunghezza 3-6 m);
• chiodi e tondini in acciaio ad aderenza migliorata;
• rete metallica elettrosaldata a maglia quadrata 10x10 cm
(anche 20x20 cm), diametro 5 o 8 mm;
• biostuoie, feltri o geotessuti;
• materiale vegetale vivo come talee e/o piantine a radice
nuda o in pane di terra;
• terreno vegetale e materiale di risulta;
• sementi.
Quali mezzi ed attrezzature
• escavatore tipo “ragno”;
• piccone e pala;
• motosega;
• roncola;
• generatore e trapano perforatore.
Come realizzarla
• effettuare lo scavo di sbancamento e di riprofilatura del
versante;
• posare un filo longitudinale per ricavare il profilo del versante
da ricostruire;
• eseguire lo scavo in sezione ristretta alla base del pendio;
• collocare un tronco longitudinalmente di base;
• appoggiare a tergo del legno di base i tronchi verticali (a
distanza di 80-150 m) e fissarli con chioderia o cambre;
• incastrare sui tronchi verticali quelli orizzontali (con interasse
80-150 m) e fissarli con chiodi, tondini o cambre metalliche;
54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
• riempire la
balza con inerte
terroso locale;
• fissare la grata,
mano a mano
che si realizzano
i quadrati dal
basso, con picchetti di legno o ferro; piantarli inferiormente
ai legni orizzontali ogni qual volta questi s’intersecano
con quelli verticali;
• Posare un’eventuale rete metallica di supporto con una
biostuoia in fibra naturale, per un migliore trattenimento
del terreno;
• disporre le piantine o le talee lungo i tronchi orizzontali;
• seminare.
Quando realizzarla
Tutto l’anno. Fare attenzione alla disponibilità ed allo stadio
vegetativo delle talee.
Alcuni suggerimenti
È consigliabile completare lo scoronamento del ciglio in
modo da recuperare gradualmente il terreno di scavo per
riempire la struttura.
Disporre i tronchi con diametro maggiore alla base della
grata, procedendo verso l’alto con quelli di diametro minore.
Disporre i corsi orizzontali realizzando degli incastri
sui montanti verticali.
Evitare di realizzare la grata conficcando semplicemente i
picchetti e pensando di ricostruire il versante senza l’ausilio
di un’idonea dima (filo o tavole che simulano il profilo definitivo).
Per grate di piccole dimensioni può essere impiegato legname
di specie a riproduzione vegetativa per dar luogo a
strutture viventi.
L’altezza massima consigliata è di 15 metri.
Opere simili
Reti metalliche chiodate, palizzate.

PROBLEMATICHE SOLUZIONI
AGRICOLYURA & FORESTE
• deterioramento del legname in alcuni decenni ☛ • realizzare su pendici ben vegetate e con buone
caratteristiche d’attrito, possibilità di trattamento del
legname con oli
• venute d’acqua a monte ☛ • posa di tubi di drenaggio, feltri, fascinate
• spazi limitati ☛ • realizzazione palificata viva ad una parete
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 55

SICUREZZA CANTIERI
Giovanni Foti
Lorenzo Di Schiena Piattaforme aeree
in vigore del D.Lgs. 81/08 sembra aver dato
nuovo vigore all’utilizzo di piattaforme aeree per
L’entrata
l’esecuzione di lavorazioni in quota.
Vediamo cosa esso prevede riguardo gli utilizzatori di
queste macchine:
Secondo l’art. 71 “Obblighi del datore di lavoro”, commi 1, 2
e 3:
– Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature
conformi ai requisiti di cui all’articolo precedente,
idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al
lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere
utilizzate conformemente alle disposizioni legislative
di recepimento delle direttive comunitarie.
– All'atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore
di lavoro prende in considerazione:
a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro
da svolgere;
b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
c) i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse
d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature
già in uso.
– Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi
all’uso delle attrezzature di lavoro e per impedire
che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni
e secondo condizioni per le quali non sono adatte,
adotta adeguate misure tecniche ed organizzative, tra le
quali quelle dell’Allegato VI.
La macchina ed il personale addetto devono essere quindi
corredati da regolare documentazione che ne attesti:
– La rispondenza della macchina ai minimi requisiti previsti
dalla normativa vigente (art. 23; art. 70 commi 1, 2 e 3; Allegato
V).
– I lavoratori incaricati dell’utilizzo abbiano ricevuto e possano
attestare una adeguata formazione ed informazione
(art. 71 comma 7; art. 73 commi 1, 2 e 4), in lingua comprensibile
all’operatore (art. 73 com. 3); a tale scopo è auspicabile
che abbiano sempre a disposizione un libretto
di uso e manutenzione della macchina (es. Allegato VI
punto 1.2)
A rinforzare questo concetto della formazione obbligatoria,
la norma investe di responsabilità anche l’eventuale
noleggiatore, il quale non può dare in nolo la macchina se
non a seguito di attestazione di avvenuta formazione della
persona che la ritira (art. 72 comma 2).
– L’avvenuto invio di richiesta per la revisione periodica annuale
alle autorità di competenza (art. 71 commi 11 e 12;
Allegato VII).
Le prescrizioni corredate alla macchina le troviamo all’Allegato
V parte II:
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
– punto 2 “prescrizioni supplementari applicabili ad attrezzature
di lavoro”
2.1 Le attrezzature di lavoro con lavoratore/i a bordo devono
essere strutturate in modo tale da ridurre i rischi
per il lavoratore/i durante lo spostamento.
Deve essere previsto anche il rischio che il lavoratore
venga a contatto con le ruote o i cingoli o vi finisca intrappolato.
– 2.6 Le attrezzature di lavoro mobili semoventi il cui spostamento
può comportare rischi per le persone devono
soddisfare le seguenti condizioni:
- devono essere dotate dei mezzi necessari per evitare
la messa in moto non autorizzata;
...
- devono essere dotate di un dispositivo che consenta la
frenatura e l’arresto; qualora considerazioni di sicurezza
l’impongano, un dispositivo di emergenza con comandi
facilmente accessibili o automatici deve consentire la
frenatura e l’arresto in caso di guasto del dispositivo
principale;
...
- le attrezzature di lavoro per le quali è previsto un uso
notturno o in luoghi bui devono incorporare un dispositivo
di illuminazione adeguato al lavoro da svolgere e garantire
sufficiente sicurezza ai lavoratori;
...
- le attrezzature di lavoro telecomandate devono arrestarsi
automaticamente se escono dal campo di controllo;
– punto 4 “prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro
adibite al sollevamento di persone e cose”
4.1 Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di
persone devono essere di natura tale:
a) da evitare i rischi di caduta dall’abitacolo, se esiste,
per mezzo di dispositivi appropriati;
b) da evitare per l’utilizzatore qualsiasi rischio di caduta
fuori dell’abitacolo, se esiste;
c) da escludere qualsiasi rischio di schiacciamento, di intrappolamento
oppure di urto dell’utilizzatore, in particolare
i rischi dovuti a collisione accidentale;
...
Le prescrizioni concernenti l’uso delle attrezzature di lavoro
sono contenute nell’Allegato VI:
– punto 1.7 rischio di caduta oggetti
Durante il lavoro … in luoghi sopraelevati, gli utensili, nel
tempo in cui non sono adoperati, devono essere tenuti
entro apposite guaine o assicurati in modo da impedirne
la caduta.

– punto 2
2.1 La conduzione di attrezzature di lavoro semoventi è riservata
ai lavoratori che abbiano ricevuto un'adeguata formazione
per la guida di tali attrezzature di lavoro.
2.2 Se un'attrezzatura di lavoro manovra in una zona di lavoro,
devono essere stabilite e rispettate apposite regole
di circolazione.
2.3 Si devono prendere misure organizzative atte a evitare
che lavoratori a piedi si trovino nella zona di attività di attrezzature
di lavoro semoventi. Qualora la presenza di lavoratori
a piedi sia necessaria per la buona esecuzione dei
lavori, si devono prendere misure appropriate per evitare
che essi siano feriti dalle attrezzature.
2.4 L'accompagnamento di lavoratori su attrezzature di lavoro
mobili mosse meccanicamente è autorizzato esclusivamente
su posti sicuri predisposti a tal fine. Se si devono
effettuare dei lavori durante lo spostamento, la velocità
dell'attrezzatura deve, all'occorrenza, essere adeguata.
2.5 Le attrezzature di lavoro mobili dotate di un motore a
combustione possono essere utilizzate nella zona di lavoro
soltanto qualora sia assicurata una quantità sufficiente
di aria senza rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Come abbiamo visto nell’Allegato V al comma 4 lett. a) si
deve evitare il rischio di caduta dall’abitacolo, se esiste, per
mezzo di dispositivi appropriati.
È documentato da incidenti effettivamente avvenuti,
che sulle macchine con sbraccio l’effetto catapulta
si è rilevato mortale, ma anche su macchine a
“torre”, piccoli cedimenti o tamponamenti della
base hanno causato incidenti con l’espulsione dell’operatore.
Da ciò si evince la necessità di dotare le maestranze
di idonei
DPI che prevengano
la
fuoriuscita
dell’operatore.
Il sistema
migliore è
quello di dotarel’operatore
di un
cordino di
trattenuta
che venga
ancorato nel
punto più
basso dispo-
SICUREZZA CANTIERI
nibile sulla navicella (punto certificato dal costruttore),
come suggerito in figura.
Tale sistema è da ritenersi il migliore in quanto soddisfa
tutte le indicazioni riguardanti le problematiche inerenti il
“tirante d’aria” e “fattore di caduta” che un sistema anticaduta
porta con sè.
Inoltre impedisce all’operatore di esporsi all’esterno o addirittura
di sbarcare dalla navicella.
Su questo ultimo aspetto l’art. 111 comma 2 del D.Lgs.
81/2009 sembra autorizzare lo sbarco dalla piattaforma per
raggiungere posti di lavoro in quota, cosa in netto contrasto
con quanto prescritto fino ad ora e quindi deve essere posta
particolare attenzione se tale operazione è prevista nel libretto
del fabbricante.
Ultimo aspetto al quale porre attenzione, collegato all’uso
di sistemi anticaduta, è l’art. 77 comma 5 che impone un addestramento
alle maestranze dotate di DPI di 3^ categoria
(quali rientrano anche i sistemi anticaduta) e pertanto deve
essere documentato con specifico attestato di formazione.
❑
Le immagini di questo articolo sono tratte da materiale didattico IPAF
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 57

SICUREZZA CANTIERI
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Esempi di buona e cattiva prassi nell’installazione

SICUREZZA CANTIERI
Battista Bosetti
Alfredo Dellaglio Emanato il decreto correttivo
del TUSL
Il 5 agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il
decreto modificativo del D.Lgs 81/2008, con entrata in
vigore dal 20 agosto 2009.
In attesa di un coordinamento completo di tutto il Testo u-
1. Il committente o il responsabile dei lavori, nella fase di
progettazione dell'opera, ed in particolare al momento
60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Art. 89 - Definizioni
nico e dei numerosi allegati sostituiti, si ritiene di fare cosa
utile pubblicando il raffronto dei due testi relativamente
alle parti di saliente interesse per i geometri per quanto
concerne il Titolo IV (Cantieri temporanei e mobili)
DECRETO LEGISLATIVO 3 agosto 2009, n. 106
Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81,
in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
(G.U. n. 180 del 5 agosto 2009)
Testo in vigore fino al 19 agosto 2009
...c) responsabile dei lavori: soggetto incaricato, dal committente,
della progettazione o del controllo dell'esecuzione
dell'opera; tale soggetto coincide con il progettista
per la fase di progettazione dell'opera e con il direttore dei
lavori per la fase di esecuzione dell'opera. Nel campo di applicazione
del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e
successive modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile
unico del procedimento.
...omissis...
i) impresa affidataria: impresa titolare del contratto di appalto
con il committente che, nell'esecuzione dell'opera appaltata,
può avvalersi di imprese subappaltatrici o di lavoratori
autonomi;
Testo in vigore dal 20 agosto 2009
...c) responsabile dei lavori: soggetto che può essere incaricato
dal committente per svolgere i compiti ad esso
attribuiti dal presente decreto; nel campo di applicazione
del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive
modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile
del procedimento;
...omissis...
i) impresa affidataria: impresa titolare del contratto di appalto
con il committente che, nell'esecuzione dell'opera appaltata,
può avvalersi di imprese subappaltatrici o di lavoratori
autonomi. Nel caso in cui titolare del contratto di appalto
sia un consorzio tra imprese che svolga la funzione
di promuovere la partecipazione delle imprese aderenti
agli appalti pubblici o privati, anche privo di personale deputato
alla esecuzione dei lavori, l’impresa affidataria è
l’impresa consorziata assegnataria dei lavori oggetto del
contratto di appalto individuata dal consorzio nell’atto di
assegnazione dei lavori comunicato al committente o, in
caso di pluralità di imprese consorziate assegnatarie di lavori,
quella indicata nell’atto di assegnazione dei lavori
come affidataria, sempre che abbia espressamente accettato
tale individuazione;
i-bis) impresa esecutrice: impresa che esegue un’opera o
parte di essa impegnando proprie risorse umane e materiali;
Art. 90 - Obblighi del committente o del responsabile dei lavori
1. Il committente o il responsabile dei lavori, nelle fasi di
progettazione dell’opera, si attiene ai principi e alle mi-

delle scelte tecniche, nell'esecuzione del progetto e nell'organizzazione
delle operazioni di cantiere, si attiene ai
principi e alle misure generali di tutela di cui all'articolo 15.
Al fine di permettere la pianificazione dell'esecuzione in
condizioni di sicurezza dei lavori o delle fasi di lavoro che si
devono svolgere simultaneamente o successivamente tra
loro, il committente o il responsabile dei lavori prevede nel
progetto la durata di tali lavori o fasi di lavoro.
...omissis...
a) verifica l'idoneità tecnico-professionale dell'impresa affidataria,
delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi
in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare, con le modalità
di cui all'allegato XVII. Nei casi di cui al comma 11, il
requisito di cui al periodo che precede si considera soddisfatto
mediante presentazione da parte delle imprese del
certificato di iscrizione alla Camera di commercio, industria
e artigianato e del documento unico di regolarità contributiva,
corredato da autocertificazione in ordine al possesso
degli altri requisiti previsti dall'allegato XVII;
...omissis...
c) trasmette all'amministrazione competente, prima dell'inizio
dei lavori oggetto del permesso di costruire o della denuncia
di inizio attività, il nominativo delle imprese esecutrici
dei lavori unitamente alla documentazione di cui alle
lettere a) e b). L'obbligo di cui al periodo che precede sussiste
anche in caso di lavori eseguiti in economia mediante
affidamento delle singole lavorazioni a lavoratori autonomi,
ovvero di lavori realizzati direttamente con proprio personale
dipendente senza ricorso all'appalto. In assenza del
documento unico di regolarità contributiva, anche in caso di
variazione dell'impresa esecutrice dei lavori, l'efficacia del
titolo abilitativo è sospesa.
10. In assenza del piano di sicurezza e di coordinamento di
cui all'articolo 100 o del fascicolo di cui all'articolo 91, comma
1, lettera b), quando previsti, oppure in assenza di notifica
di cui all'articolo 99, quando prevista, è sospesa l'efficacia
del titolo abilitativo. L'organo di vigilanza comunica l'inadempienza
all'amministrazione concedente.
..omissis...
SICUREZZA CANTIERI
sure generali di tutela di cui all’articolo 15, in particolare:
a) al momento delle scelte architettoniche, tecniche ed
organizzative, onde pianificare i vari lavori o fasi di lavoro
che si svolgeranno simultaneamente o successivamente;
b) all'atto della previsione della durata di realizzazione di
questi vari lavori o fasi di lavoro.
1-bis. Per i lavori pubblici l’attuazione di quanto previsto
al comma 1 avviene nel rispetto dei compiti attribuiti al responsabile
del procedimento e al progettista.
...omissis...
a) verifica l'idoneità tecnico-professionale delle imprese
affidatarie, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi
in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare, con le
modalità di cui all'allegato XVII. Nei cantieri la cui entità
presunta è inferiore a 200 uomini-giorno e i cui lavori non
comportano rischi particolari di cui all’allegato XI, il requisito
di cui al periodo che precede si considera soddisfatto
mediante presentazione da parte delle imprese e dei
lavoratori autonomi del certificato di iscrizione alla Camera
di commercio, industria e artigianato e del documento unico
di regolarità contributiva, corredato da autocertificazione in
ordine al possesso degli altri requisiti previsti dall'allegato
XVII;
...omissis...
c) trasmette all’amministrazione concedente, prima dell’inizio
dei lavori oggetto del permesso di costruire o della
denuncia di inizio attività, copia della notifica preliminare
di cui all’articolo 99, il documento unico di regolarità contributiva
delle imprese e dei lavoratori autonomi, fatto
salvo quanto previsto dall’articolo 16-bis, comma 10, del
decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e una dichiarazione
attestante l’avvenuta verifica della ulteriore
documentazione di cui alle lettere a) e b).
10. In assenza del piano di sicurezza e di coordinamento di
cui all'articolo 100 o del fascicolo di cui all'articolo 91, comma
1, lettera b), quando previsti, oppure in assenza del documento
unico di regolarità contributiva delle imprese o dei
lavoratori autonomi, oppure in assenza di notifica di cui all'articolo
99, quando prevista, è sospesa l'efficacia del titolo
abilitativo. L'organo di vigilanza comunica l'inadempienza
all'amministrazione concedente.
...omissis...
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 61

SICUREZZA CANTIERI
...omissis...
2. La designazione del coordinatore per la progettazione e
del coordinatore per l'esecuzione, non esonera il responsabile
dei lavori dalle responsabilità connesse alla verifica
dell'adempimento degli obblighi di cui agli articoli 91,
comma 1, e 92, comma 1, lettere a), b), c) e d).
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Art. 93 - Responsabilità dei committenti e dei responsabili dei lavori
1. I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese
esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica
impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti:
...omissis...
g) redigono il piano operativo di sicurezza di cui all'articolo
89, comma 1, lettera h).
...omissis...
...omissis...
2. La designazione del coordinatore per la progettazione e
del coordinatore per l'esecuzione dei lavori, non esonera il
committente o il responsabile dei lavori dalle responsabilità
connesse alla verifica dell'adempimento degli obblighi
di cui agli articoli 91, comma 1, e 92, comma 1, lettere a), b),
c), d) ed e)
Art. 96 - Obblighi del atori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti
1. Il datore di lavoro dell'impresa affidataria vigila sulla sicurezza
dei lavori affidati e ...
...omissis...
...omissis...
1. I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese
esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica
impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti:
...omissis...
g) redigono il piano operativo di sicurezza di cui all'articolo
89, comma 1, lettera h).
1-bis. La previsione di cui al comma 1, lettera g), non si applica
alle mere forniture di materiali o attrezzature. In tali
casi trovano comunque applicazione le disposizioni di cui
all’articolo 26.
...omissis...
Art. 97 - Obblighi del datori di lavoro dell’impresa affidataria
6. Le disposizioni del presente articolo non si applicano ai
lavori la cui esecuzione immediata è necessaria per prevenire
incidenti imminenti o per organizzare urgenti misure di
salvataggio
1. Il datore di lavoro dell'impresa affidataria verifica le condizioni
di sicurezza dei lavori affidati e ...
...omissis...
Art. 100 - Piano di sicurezza e di coordinamento
3-bis. In relazione ai lavori affidati in subappalto, ove gli
apprestamenti, gli impianti e le altre attività di cui al punto
4 dell’allegato XV siano effettuati dalle imprese esecutrici,
l’impresa affidataria corrisponde ad esse senza
alcun ribasso i relativi oneri della sicurezza.
3-ter) Per lo svolgimento delle attività di cui al presente
articolo, il datore di lavoro dell’impresa affidataria, i dirigenti
e i preposti devono essere in possesso di adeguata
formazione.
...omissis...
6. Le disposizioni del presente articolo non si applicano ai
lavori la cui esecuzione immediata è necessaria per prevenire
incidenti imminenti o per organizzare urgenti misure di
salvataggio o per garantire la continuità in condizioni di emergenza
nell'erogazione di servizi essenziali per la popolazione
quali corrente elettrica, acqua, gas, reti di comunicazione.

1. Quando occorre effettuare lavori in prossimità di linee elettriche
o di impianti elettrici con parti attive non protette
...omissis...
2. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano
avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone
tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e
delle tensioni presenti.
...omissis...
4. L'altezza dei montanti deve superare di almeno metri 1,20
l'ultimo impalcato o il piano di gronda.
...omissis...
...omissis...
2. È consentito un distacco delle tavole del piano di calpestio
dalla muratura non superiore a 30 centimetri
1. I ponti su cavalletti non devono aver altezza superiore a
metri 2 e non devono essere montati sugli impalcati dei
ponteggi.
Art. 117 - Lavori in prossimità di parti attive
SICUREZZA CANTIERI
1. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 83,
quando occorre effettuare lavori in prossimità di linee elettriche
o di impianti elettrici con parti attive non protette
...omissis...
Art. 125 - Disposizione dei montanti
6-bis. Il committente o il responsabile dei lavori, se nominato,
assicura l’attuazione degli obblighi a carico del datore
di lavoro dell’impresa affidataria previsti dall’articolo
97, comma 3-bis e 3-ter. Nel campo di applicazione del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni,
si applica l’articolo 118, comma 4, secondo periodo,
del medesimo decreto legislativo.
2. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano
avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone
tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e
delle tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza
non deve essere inferiore ai limiti di cui all’allegato
IX o a quelli risultanti dall’applicazione delle pertinenti
norme tecniche.
...omissis...
4. L’altezza dei montanti deve superare di almeno m 1,20
l’ultimo impalcato; dalla parte interna dei montanti devono
essere applicati correnti e tavola fermapiede a protezione
esclusivamente dei lavoratori che operano sull’ultimo
impalcato.
...omissis...
Art. 138 - Norme particolari
...omissis...
Art. 139 - Ponti su cavalletti
2. E' consentito un distacco delle tavole del piano di calpestio
dalla muratura non superiore a 20 centimetri.
1. I ponti su cavalletti non devono aver altezza superiore a
metri 2 e non devono essere montati sugli impalcati dei
ponteggi. I ponti su cavalletti devono essere conformi ai
requisiti specifici indicati nel punto 2.2.2. dell'allegato X-
VIII.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 63

SICUREZZA CANTIERI
1. Il committente o il responsabile dei lavori sono puniti:
1. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti:
a) con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da 3.000 a
12.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere
a), b), c) e g), 97, comma 1, 100, comma 3, 117, 118, 121,
126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2, 148;
b) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da
1.500 a 5.000 euro per la violazione degli articoli 112, 119,
122, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi
1, 2, 3, 4, 5 e 6, 151, comma 1, 152, comma 1, 154;
c) con l'arresto sino a due mesi o con l'ammenda da 500 a
2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettera
d), e 97, comma 3, nonché per la violazione delle disposizioni
del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;
d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.200 a 3.600
euro per la violazione degli articoli 100, comma 4, e 101,
commi 2 e 3.
2. Il preposto è punito nei limiti dell'attività alla quale è tenuto
in osservanza degli obblighi generali di cui all'articolo 19:
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Art. 157 - Sanzioni per i committenti e i responsabili dei lavori
a) con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da 2.500 a
10.000 euro per la violazione degli articoli 90, commi 1, secondo
periodo, 3, 4 e 5;
b) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da
1.250 a 5.000 euro per la violazione dell'articolo 90, comma
9, lettera a);
c) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.200 a 3.600
euro per la violazione dell'articolo 101, comma 1, primo periodo;
d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 6.000
euro per la violazione dell'articolo 90, comma 9, lettera c).
1. Il coordinatore per la progettazione è punito con l'arresto
da tre a sei mesi o con l'ammenda da 3.000 a 12.000 euro per
la violazione dell'articolo 91, comma 1.
2. Il coordinatore per l'esecuzione dei lavori è punito:
a) con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da 3.000 a
12.000 euro per la violazione dell'articolo 92, comma 1, lettere
a), b), c), e) ed f), e con l'arresto da tre a sei mesi o con
l'ammenda da 3.000 a 8.000 euro per la violazione dell'articolo
92, comma 2;
b) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da
1.250 a 5.000 euro per la violazione dell'articolo 92, comma
1, lettera d).
Art. 158 - Sanzioni per i coordinatori
1. Il committente o il responsabile dei lavori sono puniti:
a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500
a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 90, commi 3, 4
e 5;
b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da
1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 90,
comma 9, lettera a), 93, comma 2, e 100, comma 6-bis;
c) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a
1.800 euro per la violazione degli articoli 90, commi 7 e 9,
lettera c), 101, comma 1, primo periodo.
1. Il coordinatore per la progettazione è punito con l’arresto
da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400
euro per la violazione dell’articolo 91, comma 1.
2. Il coordinatore per l’esecuzione dei lavori è punito:
a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500
a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 92, commi 1,
lettere a), b), c), e) ed f), e 2;
b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da
1.000 a 4.800 euro per la violazione dell’articolo 92,
comma 1, lettera d).
Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti
1. Il datore di lavoro è punito con l’arresto da tre a sei mesi
o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione
dell’articolo 96, comma 1, lettera g); si applica la pena dell’arresto
da 4 a 8 mesi o l’ammenda da 2.000 a 8.000 euro
se la violazione è commessa in cantieri temporanei o mobili
in cui l’impresa svolga lavorazioni in presenza di rischi
particolari, individuati in base all’allegato XI; si applica la
pena dell’ammenda da 2.000 a 4.000 euro se il piano operativo
di sicurezza è redatto in assenza di uno o più degli
elementi di cui all’allegato XV.
2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti:
a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500
a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1,
100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma
1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e
2 e 148;
b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da
1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112,
119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136,
commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151,

a) con l'arresto sino a due mesi o con l'ammenda da 500 a
2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettera
a), 100, comma 3, 121, 136, commi 5 e 6, 137, comma 1,
145, commi 1 e 2;
b) con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 300 a 900
euro per la violazione degli articoli 118, commi 3 e 5, 123,
140, commi 3 e 6, 152, comma 2.
1. I lavoratori autonomi sono puniti:
a) con l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da
1.000 a 5.000 euro per la violazione dell'articolo 100, comma 3;
b) con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 500 a
2.000 euro per la violazione dell'articolo 94.
2. I lavoratori sono puniti con l'arresto fino a un mese o con
l'ammenda da 150 a 600 euro per la violazione degli articoli
124, 138, commi 3 e 4, 152, comma 2.
Art. 160 - Sanzioni per i lavoratori
comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154;
SICUREZZA CANTIERI
c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a
2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere.
a), b), c), d), e) ed f), e 97, commi 3 e 3-ter, nonché
per la violazione delle disposizioni del capo II del presente
titolo non altrimenti sanzionate;
d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a
1.800 euro per la violazione degli articoli 100, comma 4, e
101, commi 2 e 3.
3. La violazione di più precetti riconducibili alla categoria
omogenea di requisiti di sicurezza relativi ai luoghi di lavoro
di cui all’allegato XIII, nella parte relativa alle “Prescrizioni
per i servizi igienico-assistenziali a disposizione
dei lavoratori nei cantieri”, punti 1, 2, 3, 4, 5 e 6, e nella
parte relativa alle “Prescrizioni per i posti di lavoro nei
cantieri” per i punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, è considerata una
unica violazione ed è punita con la pena prevista dal
comma 2, lettera c). L’organo di vigilanza è tenuto a precisare
in ogni caso, in sede di contestazione, i diversi precetti
violati.
1. I lavoratori autonomi sono puniti:
a) con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da 400 a
1.600 euro per la violazione dell’articolo 100, comma 3;
b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 300 a
800 euro per la violazione dell’articolo 94;
c) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a
600 euro per la violazione degli articoli 124, 138, commi 3
e 4, e 152, comma 2.
Art. 301 - Applicabilità delle disposizioni di cui agli articoli 20 e seguenti del decreto legislativo 19/12/1994 n. 758
1. Alle contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza
sul lavoro previste dal presente decreto nonché da
altre disposizioni aventi forza di legge, per le quali sia prevista
la pena alternativa dell'arresto o dell'ammenda, si applicano
le disposizioni in materia di prescrizione ed estinzione
del reato di cui agli articoli 20, e seguenti, del decreto
legislativo 19 dicembre 1994, n. 758.
1. Alle contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza
sul lavoro previste dal presente decreto nonché da
altre disposizioni aventi forza di legge, per le quali sia prevista
la pena alternativa dell'arresto o dell'ammenda ovvero
la pena della sola ammenda, si applicano le disposizioni in
materia di prescrizione ed estinzione del reato di cui agli articoli
20, e seguenti, del decreto legislativo 19 dicembre
1994, n. 758.
Art. 301 bis - Estinzione agevolata degli illeciti amministrativi a seguito di regolarizzazione
1. In tutti i casi di inosservanza degli obblighi puniti con sanzione
pecuniaria amministrativa il trasgressore, al fine di estinguere
l’illecito amministrativo, è ammesso al pagamento
di una somma pari alla misura minima prevista dalla
legge qualora provveda a regolarizzare la propria posizione
non oltre il termine assegnato dall’organo di vigilanza mediante
verbale di primo accesso ispettivo.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 65

SICUREZZA CANTIERI
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Art. 302 - Definizione delle contravvenzioni punite con la sola pena dell’arresto
1.Per le contravvenzioni previste dal presente decreto e punite
con la sola pena dell'arresto il giudice applica, in luogo
dell'arresto, la pena dell'ammenda in misura comunque
non inferiore a 8.000 euro e non superiore a 24.000 euro, se
entro la conclusione del giudizio di primo grado, risultano
eliminate tutte le irregolarità, le fonti di rischio e le eventuali
conseguenze dannose del reato.
2. La sostituzione di cui al comma 1 non è in ogni caso consentita:
a) quando la violazione abbia avuto un contributo causale
nel verificarsi di un infortunio sul lavoro;
b) quando il fatto è stato commesso da soggetto che abbia
già riportato condanna definitiva per la violazione di norme
relative alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, ovvero
per i reati di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale, limitatamente
all'ipotesi di violazione delle norme relative
alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
3. Nell'ipotesi prevista al comma 1, il reato si estingue decorsi
tre anni dal passaggio in giudicato della sentenza
senza che l'imputato abbia commesso ulteriori reati in materia
di salute e sicurezza sul lavoro, ovvero quelli di cui agli
articoli 589 e 590 del codice penale, limitatamente all'ipotesi
di violazione delle norme relative alla prevenzione
degli infortuni sul lavoro. In questo caso si estingue ogni effetto
penale della condanna.
Art. 302 bis. - Potere di disposizione
Art. 303. - Circostanza attenuante (abrogato)
1. Per le contravvenzioni punite con la sola pena dell’arresto,
il giudice può, su richiesta dell’imputato, sostituire
la pena irrogata nel limite di dodici mesi con il pagamento
di una somma determinata secondo i criteri di ragguaglio
di cui all’articolo 135 del codice penale. La sostituzione
può avvenire solo quando siano state eliminate tutte le
fonti di rischio e le conseguenze dannose del reato. La
somma non può essere comunque inferiore a euro 2.000.
2. La sostituzione di cui al comma 1 non è consentita
quando la violazione ha avuto un contributo causale nel
verificarsi di un infortunio sul lavoro da cui sia derivata la
morte ovvero una lesione personale che abbia comportato
l’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un
periodo superiore ai quaranta giorni.
3. Decorso un periodo di tre anni dal passaggio in giudicato
della sentenza che ha operato la sostituzione di cui
al comma 1 senza che l’imputato abbia commesso ulteriori
reati tra quelli previsti dal presente testo unico, ovvero i
reati di cui all’articoli 589, secondo comma, e 590, terzo
comma, del codice penale, limitatamente all’ipotesi di
violazione delle norme relative alla prevenzione degli
infortuni sul lavoro, il reato si estingue.
1. Gli organi di vigilanza impartiscono disposizioni esecutive
ai fini dell’applicazione delle norme tecniche e delle
buone prassi, laddove volontariamente adottate dal datore
di lavoro e da questi espressamente richiamate in
sede ispettiva, qualora ne riscontrino la non corretta adozione,
e salvo che il fatto non costituisca reato.
2. Avverso le disposizioni di cui al comma 1 è ammesso ricorso,
entro trenta giorni, con eventuale richiesta di sospensione
dell’esecutività dei provvedimenti, all’autorità
gerarchicamente sovraordinata nell’ambito dei rispettivi
organi di vigilanza, che decide il ricorso entro quindici
giorni. Decorso inutilmente il termine previsto per la decisione
il ricorso si intende respinto. Con riferimento ai
provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza del Ministero
del lavoro, della salute e delle politiche sociali, la autorità
gerarchicamente sovraordinata è il dirigente della
Direzione.

1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 3,
e dall'articolo 306, comma 2, dalla data di entrata in vigore
del presente decreto legislativo sono abrogati:
...omissis...
...omissis...
3. Le disposizioni di cui al titolo VIII, capo IV entrano in vigore
alla data fissata dal primo comma dell'articolo 13, paragrafo
1, della direttiva 2004/40/CE; le disposizioni di cui al
capo V del medesimo titolo VIII entrano in vigore il 26 aprile
2010.
Art. 304 - Abrogazioni
SICUREZZA CANTIERI
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 3,
e dall'articolo 306, comma 2, dalla data di entrata in vigore
del presente decreto legislativo sono abrogati:
...omissis...
Art. 306 - Disposizioni finali
d-bis) la lettera c) del terzo comma dell’articolo 3, della
legge 22 luglio 1961, n. 628;
d-ter) gli articoli 42 e 43 del d.P.R. 20 marzo 1956, n. 320;
d-quater) il d.P.R. 3 luglio 2003, n. 222. (*)
1-bis. Le funzioni attribuite all’ispettorato medico centrale
dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive
modificazioni, sono svolte dalla struttura di livello dirigenziale
generale del Ministero del lavoro, della salute e delle
politiche sociali, individuata in sede regolamentare nell’ambito
del complessivo processo di riorganizzazione
dello stesso Dicastero, in attuazione dell’articolo 74 del decreto-
legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
...omissis...
3. Le disposizioni di cui al titolo VIII, capo IV entrano in vigore
alla data fissata dal primo comma dell'articolo 13, paragrafo
1, della direttiva 2004/40/CE; le disposizioni di cui al
capo V del medesimo titolo VIII entrano in vigore il 26 aprile
2010. In caso di attrezzature di lavoro messe a disposizione
dei lavoratori anteriormente al 6 luglio 2007 e che non permettono
il rispetto dei valori limite di esposizione tenuto
conto del progresso tecnico e delle misure organizzative
messe in atto, l'obbligo del rispetto dei valori limite di esposizione
di cui all'articolo 201 entra in vigore il 6 luglio
2010. Per il settore agricolo e forestale l'obbligo del rispetto
dei valori limite di esposizione di cui all'articolo
201, ferme restando le condizioni di cui al precedente periodo,
entra in vigore il 6 luglio 2014. Per il settore della
navigazione aerea e marittima, l'obbligo del rispetto dei
valori limite di esposizione al rumore di cui all’articolo 189
entra in vigore il 15 febbraio 2011.
...
4-bis. Le ammende previste con riferimento alle contravvenzioni
in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro
e le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal presente
decreto nonché da atti aventi forza di legge vengono
rivalutate ogni cinque anni a far data dall’entrata in vigore
del presente decreto in misura pari all’indice ISTAT dei
prezzi al consumo per il corrispondente periodo, previo
arrotondamento delle cifre al decimale superiore.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 67

SICUREZZA CANTIERI
(*)
E’ abrogato anche formalmente il d.P.R. n. 222 del 2003, che doveva comunque considerarsi abrogato implicitamente
dall’Allegato XV al decreto legislativo n. 81 del 2008 ai sensi dell’articolo 15, delle pre-leggi.
Il predetto Allegato XV (Contenuti minimi dei piani di sicurezza) risulta così modificato:
- al punto 2.2.1, la lettera c) è sostituita come segue:
c) una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, con riferimento all’area ed
alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed alle loro interferenze;
- al punto 2.2.3, l’alinea è modificato come segue:
2.2.3. In riferimento alle lavorazioni, il coordinatore per la progettazione suddivide le singole lavorazioni in fasi di lavoro
e, quando la complessità dell'opera lo richiede, in sottofasi di lavoro, ed effettua l'analisi dei rischi presenti, con riferimento
all’area e alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni e alle loro interferenze, ad esclusione di quelli specifici
propri dell’attività dell’impresa, facendo in particolare attenzione ai seguenti elementi:
...omissis..
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

CATASTO
Laura Cinelli
Nel mese di giugno
gli uffici della sede
provinciale dell’Agenzia
del Territorio sono
stati oggetto di nuove sistemazioni
logistiche per far
spazio ai servizi della Conservatoria
(ora si chiama
“Servizi di pubblicità immobiliari”)
trasferitasi dai locali
di Brescia Due a quelli di via
S. Caterina. D’ora in poi si
potranno visionare gli atti
notarili recandosi nell’ufficio
allestito al piano terra
(dove prima c’era uno degli
archivi del catasto), mentre
altri servizi sono disponibili
ai piani primo e quarto.
L’accorpamento dei servizi
catastali e di conservatoria
in un’unica sede è senz’altro
positivo, almeno per coloro
che dovendo frequentare
entrambi gli uffici potranno
organizzarsi piú facilmente,
ma anche per chi, occasionalmente
necessitando di
visure presso la Conservatoria,
può utilizzare la vicinanza
e l’accesso immediato
anche agli uffici catastali.
Ricordiamo che entrambi gli
uffici osservano lo stesso orario
d’apertura alle 8 del
mattino.
A seguito della nuova collocazione,
lo sportello self-service
dei geometri è stato spostato
nella sala visure dell’Agenzia
del Territorio. Il cambiamento
non sembra aver comportato
disagi all’utenza. Disagi
all’utenza invece si sono
verificati nell’ultimo periodo,
per i frequenti guasti
del sistema informatico che
presiede a visure, volture,
presentazioni Doc.Fa e
Pre.Geo., ecc.
Talvolta l’inconveniente si
70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Tra Agenzia del Territorio
e Conservatoria, aggiustamenti
logistici per un miglior servizio
risolve in breve tempo, talaltra
dura a lungo e all’utenza
non resta che adeguarsi
… spazientendosi.
Ciò che non si comprende (e
che ha del paradossale) è la
frequenza con la quale questi
eventi si manifestano,
vista l’affidabilità delle tecnologie
che usiamo quotidianamente.
Interpellati in
proposito, i dirigenti dell’Agenzia
del Territorio spiegano
che gli inconvenienti
non dipendono dalla sede
bresciana, ma dal sistema
centrale. Conoscendo la solerzia
di chi gestisce i sistemi
(Sogei e gli Uffici centrali)
non ci resta che … sperare in
bene.
Sul fronte Pre.Geo.10, invece,
non ci sono novità.
Brescia è considerata “provincia
sperimentale” ma, di
fatto, non ha ancora avuto il
via libera per una probante
sperimentazione; pare che i
programmi necessitino ancora
di aggiustamenti.
L’invio telematico perciò
procede con le modalità di
sempre: Pre.Geo. viene an-
cora controllato e approvato
dai tecnici catastali, anche
se, sostanzialmente, non si
rilevano problemi particolari.
Tant’è che è piú elevato
il numero di atti di aggiornamento
presentati tramite
l’invio telematico, di quelli
portati direttamente in catasto
tramite prenotazione o
lo “sportello libero” che, infatti,
non sono particolarmente
intasati.
Diverso è invece il discorso
per le prenotazioni Doc.Fa.
che, pur rilevando elevate
quantità di invii telematici,
risentono comunque di un
afflusso agli sportelli “prenotazioni”
e “libero”, che rimane
notevole e che determina
la corsa all’accaparramento
del numero e della
“prenotazione”. A proposito
di quest’ultima, è necessario
dire che è fatta spesso
in modo improprio da numerosi
professionisti, ai
quali suggeriamo di farne un
uso piú responsabile, non
foss’altro per una forma di rispetto
nei confronti dei colleghi
che la utilizzano corret-
tamente. Vogliamo qui infatti
denunciare comportamenti
di sconsiderta leggerezza
nel suo uso (o abuso).
La prenotazione dovrebbe
infatti aiutare a snellire i
tempi di permanenza degli
utenti in catasto, di per sé
già abbastanza lunghi per i
necessari controlli effettuati
giustamente dai tecnici catastali.
Se, trovandoci in catasto,
e valutando le lunghe
liste di “prenotazioni”, decidiamo
di spostarci allo
“sportello libero”, pur sapendo
di pregiudicare l’intera
mattinata, ci sentiremo
presi in giro e danneggiati,
se ci accorgeremo poi che
numerose “prenotazioni”
sono fasulle.
Un contrattempo, un motivo
d’impedimento può capitare
a chiunque, ma il senso
di rispetto per gli altri e la
buona educazione dovrebbero
suggerire almeno una
tempestiva telefonata di disdetta.
Per chiudere – e cambiando
argomento –, vista la confusione
creatasi su alcuni aspetti
legati alle stime per
l’attribuzione della rendita
dei fabbricati di categoria
“D” da inserire col Doc.Fa. e
considerata la loro natura
delicata, dopo averne discusso
in Commissione catasto,
si è deciso di costituire
un gruppo fra i membri
della stessa Commissione
che – interpellata l’Agenzia –
predisponga un manualetto
che aiuti gli iscritti a sciogliere
quei dubbi e ad eliminare
le interpretazioni personali.
❑

FORMAZIONE CONTINUA
Manuel Antonini
Con Decreto n. 5736
del 11 giugno 2009
della Direzione generale
reti e servizi di pubblica
utilità e sviluppo sostenibile,
Regione Lombardia
ha aggiornato la procedura
di calcolo relativa
alla certificazione energetica
degli edifici; il Decreto,
a far data dal 26 ottobre p.v.,
sostituirà il Decreto n. 15833
del 13 dicembre2007 tuttora
vigente e, quindi, solo a partire
da tale data dovrà essere
usata la nuova procedura
di calcolo, che sarà valida
anche per le verifiche
progettuali e la redazione
della relazione tecnica “ex
L.10”. L’aggiornamento della
procedura di calcolo era
stato preventivato con la
DGR VIII/8745 del 22 dicembre
2008 che ha definito
le nuove disposizioni per
l’efficienza in edilizia e la
certificazione energetica.
È, peraltro, già disponibile
per i soggetti Certificatori la
versione 1.0 del software
“Cened+” che attua la procedura,
per consentire di migliorare
la dimestichezza
con i nuovi strumenti entro il
26 ottobre.
Le novità, in effetti, sono
molte; già nel mio articolo
del primo numero della rivista
di quest’anno avevo
anticipato la presentazione
del nuovo Attestato di Certificazione
Energetica, dal
quale si rilevava quanto la
nuova procedura permetterà
di calcolare, oltre ai fabbisogni
di energia primaria
per la climatizzazione estiva
ed invernale e per la produzione
di acqua calda sanitaria,
anche i fabbisogni re-
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Aggiornamento della procedura
di calcolo per la certificazione
energetica degli edifici
lativi di energia termica e
quelli per l’illuminazione
(per destinazioni d’uso non
residenziali), oltre ad essere
più puntuale in tema di efficienze
impiantistiche. Vediamo,
ora, di approfondire
il discorso.
Innanzitutto, finalmente con
atto ufficiale, è stato sancito
l’obbligo per il Certificatore
di effettuare sopralluoghi al
fine di rilevare le effettive
condizioni degli edifici; altro
obbligo è la dichiarazione di
corrispondenza o meno tra
la destinazione catastale
dell’edificio e la destinazione
d’uso effettiva, così da
poter “incrociare” i dati del
catasto energetico con
quelli del catasto fabbricati.
Gli attestati prodotti dovranno
essere redatti obbligatoriamente
per singolo
subalterno: questa indicazione
ha sollevato qualche
malumore, a mio avviso ingiustificato.
La Dgr VIII/8745
già sosteneva che l’Attestato
di Certificazione Energetica
può riferirsi a più unità immobiliari
facenti parte dello
stesso edificio qualora servite
dallo stesso impianto
termico di climatizzazione
invernale, o solo riscaldamento,
abbiano medesima
destinazione d’uso e medesimo
proprietario. Con Decreto
7538 del 22 luglio 2009
Regione Lombardia ha poi
chiarito che il presupposto
dell’unico proprietario è ovviabile
con l’Amministratore
condominiale nei casi in cui
la presenza del medesimo
sia prescritta con obbligo di
legge: il software, infatti,
consente l’elencazione dei
subalterni cui si riferisce
l’Attestato prodotto. Di più
direi: consente, anzi, obbliga
a suddividere il singolo
subalterno nelle zone
termiche che lo compongono
(se presenti), intendendosi
per zona termica
parte dell’edificio con uniformità
spaziale nella temperatura
dell’aria ed eventualmente
dell’umidità, con
unico valore prefissato della
grandezza controllata (temperatura
ed eventualmente
umidità), con unica destinazione
d’uso ed unico impianto
termico, eventualmente
suddiviso in sistemi
complementari. Per intenderci,
abitazioni con regolazioni
termiche distinte tra
zona giorno e zona notte,
oppure edifici unici con al
loro interno diversi sistemi
di emissione, ecc. Il fabbisogno
annuale di energia
primaria che definirà la
classe del nostro edificio
sarà la somma dei fabbisogni
delle singole zone termiche.
In sostanza siamo di
fronte ad un approfondimento
delle informazioni
che devono essere
rilevate ed elaborate per redigere
le Certificazioni: a
maggior ragione se si pensa
che la procedura di calcolo
ha introdotto il parametro
dell’umidità costante come
condizione di calcolo dei
fabbisogni energetici e,
quindi, il calcolo del calore
latente dovuto agli scambi
d’aria e alla presenza di persone
o processi e sorgenti
interne all’edificio. Per intenderci
il calore latente attiene
ai cambiamenti di
stato delle sostanze (per noi
riassumibile nella produzione
di vapor d’acqua) che
si differisce dal calore sensibile
attinente al semplice
mantenimento della temperatura
ambiente.
Altro perfezionamento della
procedura è il doppio calcolo
del fabbisogno di energia
termica, una prima
volta nell’ipotesi di ventilazione
naturale, una seconda
considerando l’effettivo
modo di ventilare l’edificio,
al fine di mettere in evidenza
i miglioramenti di efficienze
dovuti alla presenza
di eventuali ventilazioni
meccaniche.
Sono stati meglio definiti gli
ambienti mantenuti a temperatura
controllata, ovviando
ai dubbi che possono
sorgere in presenza di
corpi scala interni, stanze
non dotate di sistema di emissione
o altro: la procedura
considera ambienti a
temperatura controllata
anche gli ambienti privi del
sottosistema di emissione
fino a volumi non superiori al
10% del volume complessivo
e quando collegati permanentemente
ad ambienti
riscaldati.
In merito alle dispersioni di
energia, voce primaria del
bilancio termico dell’edificio,
bisogna appuntarsi alcuni
nuovi concetti: innanzitutto
tra le superfici opache
e trasparenti, disperdenti
per trasmissione, sono state
eliminate quelle confinanti
con ambienti alla medesima
temperatura e sarà molto
più puntuale il calcolo delle
dispersioni medesime dovendosi
preliminarmente

definire tutte le tipologie di
ambienti confinanti con il
nostro a temperatura controllata,
tutte le tipologie di
componenti opache e trasparenti
e tutti i singoli ponti
termici lineari, non potendo
più contare sul fattore correttivo
forfetario della trasmittanza
termica delle
componenti opache in presenza
di ponti termici, se
non per specifica scelta e
solo per edifici esistenti
(cioè progettati in data anteriore
al 20 luglio 2007). In sostanza
e per esempio, il Certificatore
Energetico sarà ora
tenuto a distinguere all’interno
delle pareti presenze
di setti in calcestruzzo o, comunque,
diversi materiali e
condizioni disomogenee,
nonché rilevare e misurare
tutti i singoli ponti termici lineari,
da intendersi anche
come giunzione tra muratura
e muratura, muratura e solaio,
muratura e setto, muratura
e serramento, ecc. La
procedura di calcolo ed il
software soccorrono, prevedendo
situazioni standardizzate
cui fare riferimento,
ma in presenza di condizioni
discostanti il calcolo della
trasmittanza termica lineare
va fatto avvalendosi di
norme tecniche esistenti e
predisposte dagli Enti deputati.
Anche in merito agli apporti
gratuiti cui può beneficiare
l’edificio si dovranno fornire
dati più puntuali: distanza
ed altezza degli edifici limitrofi,
aggetti anche sulle
componenti opache e non
solo su quelle trasparenti,
angoli di incidenza dell’irraggiamento.
Questo con-
sente alla procedura di superare
l’approssimazione
che il Decreto 15833 utilizzava
considerando apporti
sulle componenti opache
solo nel periodo estivo, ampliandoli
ora a tutto l’arco
dell’anno.
Inoltre, devono essere
descritte eventuali
schermature solari
presenti sulle componenti
finestrate, in quanto incidenti
sulla quantificazione
degli apporti solari gratuiti
attraverso i vetri.
In merito agli impianti presenti
nell’edificio si mantiene
la logica secondo la
quale si dovrà essere molto
più puntuali nella qualità e
nella quantità di dati da
dover rilevare ed elaborare
e, in effetti, il software anche
in questo caso chiede diversi
dati in più rispetto a
quanto siamo abituati a fare,
ma fornisce anche casistiche
di scelta più ampie e,
quindi, meno approssimative.
Positivo il fatto che è prevista
la possibilità di computare
il contributo del solare
termico a favore dell’impianto
di riscaldamento,
condizione non contemplata
dalla procedura di calcolo
vigente fino al 26 ot-
FORMAZIONE CONTINUA
tobre p.v..
Come detto in apertura, in
ottemperanza alla Direttiva
Europea 2002/91/CE, è stata
introdotta, al momento solo
per gli edifici non residenziali,
la necessità di calcolare
il fabbisogno di energia
elettrica per illuminazione,
in virtù della potenza elettrica
installata, della disponibilità
di luce naturale,
della modalità di occupazione
e della presenza di eventuali
sistemi di controllo.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 73

PROTEZIONE CIVILE
Piero Fiaccavento
Nell’Auditorium
del Museo di Scienze
Naturali di
Brescia, in via Ozanan, la
mattina del 15 giugno scorso
si è svolto un meeting dal titolo
“Conoscere i Terremoti
in Italia Settentrionale - La
zona di Brescia” organizzato
dall’Ingv (Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia),
dal Museo di Scienze Naturali
di Brescia e dal Comune
di Brescia.
Ricordando che in Lombardia
l’Ingv svolge studi mirati
relativi alla mitigazione
del rischio sismico, recentemente
sono state intensificate
le ricerche sulla sismicità
storica dell’area e sulla
definizione del modello
strutturale compatibile con
il regime tettonico in atto
per definire il comportamento
sismo-genetico della
regione.
Inoltre, la sezione Ingv di Milano
e Pavia, accanto alla attività
di ricerca, svolge attività
di monitoraggio attraverso
20 stazioni acellerometriche
su tutto il territorio
regionale e in particolare
sull’area gardesana occidentale
al fine di definire e
controllare la pericolosità sismica
locale.
Gli argomenti di notevole interesse
trattati nel Meeting
hanno riguardato:
• “L’ira di Posidone. La natura
dei terremoti”. La relazione
è stata tenuta da
Paolo Schirolli e riguarda
l’esposizione di una mostra
temporanea riguardante
i terremoti, soprattutto
quelli della provincia
di Brescia, con l’esibizione
di un sismografo costruito
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Conoscere i terremoti
in Italia Settentrionale
La zona di Brescia
in ambito scolastico a
scopo puramente didattico;
• “Le ricerche Ingv per la difesa
dei terremoti in Italia
settentrionale”, tenuta da
Fabrizio Galadini;
• “L’assetto sismo tettonico
dell’area”, tenuto da Giancarlo
Scardia;
• “Il terremoto di Salò del
2004: indagini e ricerche”,
tenuta da Francesca Pacor,
G. Franceschina, V, Pesina,
S. Marzorati, S. Lovati;
• “La sismica storica nell’area
del Bresciano” tenuta
da Romano Comassi;
• “Monitoraggio Nazionale e
Regionale della sismicità:
la rete sismica nazionale, e
la rete sismica in Italia Settentrionale”
(Rais), tenuta
da Paolo Augliera, E. D’Alema,
S. Marzorati, M.
Massa, che ha messo l’accento
soprattutto sulle
stazioni acellerometriche.
Gli argomenti, trattati
in modo egregio,
hanno
messo in risalto il notevole
sforzo di ricerca e studio
sulla sismicità del territorio
bresciano per poter meglio
capire e comprendere la
possibile evoluzione dei
terremoti anche in base alla
risposta sismica locale, in
funzione della definizione
di un modello geologico e
strutturale, nella prospettiva
di migliorare le metodologie
costruttive, le strutture
edilizie e gli impianti antisismici,
secondo la nuova normativa
informando ed educando,
in modo adeguato la
popolazione ad affrontare
un evento naturale, sempre
presente sul nostro pianeta
terra, cercando di diminuire
il panico, causa di molti incidenti
anche mortali.
❑

ESTIMO
Durante l’ultimo
Consiglio direttivo
del Collegio
di Brescia, tenutosi il 28 agosto
scorso nella sede di
Piazza Cesare Battisti, è
stata deliberata la formazione
di una nuova Commissione
operativa denominata
“Commissione valutatori”.
Avevamo annunciato a pagina
94 del n. 2/09 della rivista
il proposito espresso
dai colleghi Michele Sabbadini
e Matteo Negri, catalizzatori
di un’iniziativa di professionisti
particolarmente
impegnati in questo settore
lavorativo, di dar vita a una
“Commissione estimo”, considerata
l’importanza di una
tale attività per i geometri,
specialmente di quelli che
vi si dedicano in modo esclusivo,
che non sono
pochi.
Si era sottolineato come la
stima del valore dei beni interessasse
numerose operazioni
tecniche in costante evoluzione
e che pertanto la
materia imponesse un continuo
aggiornamento al fine
di allinearsi alle esigenze
del mercato in evoluzione.
I promotori facevano anche
notare come certe opera-
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Già operativa la nuova
“Commissione valutatori”
del Collegio geometri di Brescia
zioni di stima fossero talmente
complesse e specialistiche
da non poter essere
condotte da un singolo tecnico,
pur esperto, ma richiedessero
la conoscenza di saperi
settoriali approfonditi
di piú estimatori.
La questione, sottoposta al
parere del Presidente Platto
e del segretario Bellotti, raccolse
il plauso anche del
presidente del Consiglio
Nazionale Fausto Savoldi,
che la incoraggiò rimarcando
La nuova “Commissione ristretta Valutatori”
l’importanza di un estimo
moderno per la nostra professione
e raccomandando
di procedere con la massima
sollecitudine.
Va anche detto che il Consiglio
Nazionale ha già indetto
un corso di preparazione per
trenta tutor valutatori che si
terrà a Palermo prossima-
mente tra i quali ci sarà certamente
un rappresentante
del nostro Collegio scelto tra
i componenti della Commissione.
nome e cognome e-mail indirizzo studio telefono
Armido Bellotti armido.bellotti@libero.it Via Rocca d’Anfo 7 - 25128 Brescia 030.3702488
Maria Luisa Andreoli andrelui@tiscali.it Via Castello 16 - 25087 Salò 0365/521660
Bruno Botter brunobotter@botterassociati.it Via Monte Coeli Aperti 4 - 25080 Mazzano 030/2120750
Matteo Negri geom.negri@libero.it Via Carsavaglio 31 - 25036 Palazzolo s.O 030/7402172
Pasquino Palini studiopalini@libero.it Via Matteotti 76 - 25066 Lumezzane 030/871851
Michele Sabbadini geom.sabbadini@virgilio.it Via Tito Speri 2 - 25040 Corte Franca 030/9847157
Giuliano Vacchi g.vacchi@lineadesign.it Viale Europa 2 - 25133 Brescia 030/2092774
Dario Piotti dario.piotti@studiopiotti.it Via Kennedy 22/4 - 25060 Tavernole s.Mella 030/920233
Ecco dunque nascere l’auspicata
Commissione, il cui
coordinatore è il geom. Armido
Bellotti e i cui componenti
sono elencati nella tabella
a piè pagina. Il primo
incarico che essa si è data è
quello di costituire una
banca dati dei valori immobiliari
provinciali, basata sui
valori effettivi di mercato accertati
dagli stessi colleghi
professionisti che operano
nelle varie zone del territorio
bresciano, avvalendosi
di un apposito database
predisposto dallo studio
Piotti che utilizzerà lo spazio
di un server già predisposto
dalla ditta “Studi C”, società
informatica di Verona, con la
quale sono stati presi gli opportuni
accordi.
Come si vede non si è davvero
perso tempo. Buon lavoro
dunque alla nuova
Commissione valutatori.
❑

TECNICA
Agostino Cervi
Ospitiamo,
e con piacere
pubblichiamo,
un approfondito
articolo del collega
Agostino Cervi
di Cremona,
collaboratore
della nostra rivista
in tema di acustica
in edilizia.
Riguardo
agli ultimi
orientamenti
normativi, l’Autore
puntualizza
e conferma
che rimane vigente
il quadro generale
che impone
il rispetto dei requisiti
acustici passivi
degli edifici,
dalla progettazione
al collaudo di fine
lavori
78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
La legge comunitaria 2008
e il Dpcm 5 dicembre ’97
“Requisiti acustici passivi”
Il giorno 11 giugno
2009 è stato approvato
il DDL “Legge Comunitaria
2008” e successivamente
pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n.161 del
14 luglio 2009 la Legge 7 luglio
2009, n. 88 che prevede
tutte le deleghe per l’attuazione
degli obblighi derivanti
dall’appartenenza dell’Italia
alla Comunità Europea.
L’articolo 11, comma 5 del
provvedimento sembrerebbe
stabilire una temporanea
sospensione della disciplina
relativa ai requisiti
acustici passivi degli edifici
e dei loro componenti nei
rapporti tra costruttore o
venditore ed acquirente
dell’immobile.
Art. 11
(Delega al Governo per il
riordino della disciplina in
materia di inquinamento acustico)
1. Al fine di garantire la piena
integrazione nell’ordinamento
nazionale delle disposizioni
contenute nella
direttiva 2002/49/CE del
Parlamento europeo e del
Consiglio, del 25 giugno
2002, relativa alla determinazione
e alla gestione del
rumore ambientale, e di
assicurare la coerenza e
l’omogeneità della normativa
di settore, il Governo è
delegato ad adottare, con
le modalità e secondo i
princìpi e criteri direttivi di
cui all’articolo 20 della
legge 15 marzo 1997, n. 59,
e successive modificazioni,
entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore
della presente legge, uno
o più decreti legislativi per
il riassetto e la riforma
delle disposizioni vigenti
in materia di tutela dell’ambiente
esterno e dell’ambiente
abitativo dall’inquinamento
acustico,
di requisiti acustici degli edifici
e di determinazione
e gestione del rumore ambientale,
in conformità all’articolo
117 della Costituzione
e agli statuti delle regioni
a statuto speciale e
delle province autonome
di Trento e di Bolzano,
nonché alle relative norme
di attuazione.
2. I decreti di cui al comma 1
sono adottati anche nel rispetto
dei seguenti
princìpi e criteri direttivi:
a) riordino, coordinamento
e revisione delle
disposizioni vigenti, con
particolare riferimento
all’armonizzazione
delle previsioni contenute
nella legge 26 ottobre
1995, n. 447, con
quelle recate dal decreto
legislativo 19 agosto
2005, n. 194, nel rispetto
della normativa
comunitaria in materia;
b) definizione dei criteri
per la progettazione, esecuzione
e ristrutturazione
delle costruzioni
edilizie e delle infrastrutture
dei trasporti
nonché determinazione
dei requisiti acustici
passivi degli edifici nel
rispetto dell’impianto
normativo comunitario
in materia di inquinamento
acustico, con particolare
riferimento alla
direttiva 2002/49/CE del
Parlamento europeo e
del Consiglio, del 25
giugno 2002.
3. I decreti di cui al comma 1
sono adottati su proposta
del Ministro dell’ambiente
e della tutela del
territorio e del mare, di
concerto con il Ministro
del lavoro, della salute e
delle politiche sociali, con
il Ministro delle infrastrutture
e dei trasporti nonché
con gli altri Ministri competenti
per materia, acquisito
il parere della Conferenza
unificata di cui all’articolo
8 del decreto legislativo
28 agosto 1997, n.
281, e successive modificazioni.
Gli schemi dei decreti
legislativi, a seguito
di deliberazione preliminare
del Consiglio dei ministri,
sono trasmessi alla
Camera dei deputati e al
Senato della Repubblica
perché su di essi siano espressi,
entro quaranta
giorni dalla data di trasmissione,
i pareri delle
Commissioni competenti
per materia e per i profili
finanziari. Decorso tale
termine i decreti sono emanati
anche in mancanza
dei pareri. Qualora il termine
per l’espressione
dei pareri parlamentari di
cui al presente comma
scada nei trenta giorni che
precedono la scadenza
dei termini previsti per l’esercizio
della delega,
questi ultimi sono prorogati
di tre mesi.
4. Contestualmente all’attuazione
della delega di
cui al comma 1 ed entro lo
stesso termine il Governo
provvede all’adozione di
tutti gli atti di sua compe-

tenza previsti dalla legislazione
vigente e al loro
coordinamento e aggiornamento,
anche alla luce
di quanto disposto dagli
emanandi decreti legislativi
di cui al comma 1.
5. In attesa del riordino della
materia, la disciplina relativa
ai requisiti acustici
passivi degli edifici e dei
loro componenti di cui all’articolo
3, comma 1, lettera
e), della legge 26 ottobre
1995, n. 447, non
trova applicazione nei
rapporti tra privati e, in
particolare, nei rapporti
tra costruttori-venditori e
acquirenti di alloggi sorti
successivamente alla data
di entrata in vigore della
presente legge.
6. L’articolo 10 del decreto
legislativo 19 agosto 2005,
n. 194, è abrogato.
7. Dall’attuazione del presente
articolo non devono
derivare nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica.
Parrebbe, quindi,
che il privato non
possa più far valere
le norme contenute nella
legge 447/1995 e nel Dpcm 5
dicembre ’97, che impongono
di tenere conto, al momento
della progettazione e
della costruzione di un
nuovo edificio, di determinati
limiti di rumorosità interna
ed esterna.
In effetti il comma 5 prevede
che in attesa del riordino
della materia, la disciplina
relativa ai requisiti acustici
passivi degli edifici e dei
loro componenti di cui all’articolo
3, comma 1, lettera e),
della legge 26 ottobre 1995,
n. 447, non trova applicazione
nei rapporti tra privati
e, in particolare, nei rapporti
tra costruttori-venditori e
acquirenti di alloggi sorti
successivamente alla data
di entrata in vigore della
presente legge.
Di seguito alcune osservazioni
per meglio chiarire gli
effetti reali dell’art.11 sul
Dpcm 5 dicembre ’97.
In realtà l’art. 11 non abroga
IL Dpcm 5 dicembre97.
Il decreto resta in vigore e
quindi gli edifici devono ancora
essere costruiti rispettando
i limiti in esso definiti.
In particolare i Comuni devono
comunque richiedere
il rispetto dei limiti di legge
(restano quindi validi i calcoli
previsionali ed eventuali
prove in opera richieste
nei regolamenti comunali).
Il comma 5 infatti considera
solo i rapporti tra privati,
non tra costruttori e pubblica
amministrazione.
La legge non è retroattiva.
Il comma 5 considera solo i
rapporti, tra privati e costruttori/venditori,
“sorti”
dopo l’entrata in vigore
della Legge.
Il termine “sorti” sembrerebbe
essere riferito agli alloggi
ma in realtà è riferito ai
“rapporti” e pertanto questa
sorta di “sospensiva” viene
applicata a tutti i rapporti
TECNICA
sorti dopo il 29 luglio2009.
Le Valutazioni di Clima Acustico
e Impatto Acustico non
sono interessate dalla
Legge in oggetto.
Il comma 5 non opera indiscriminatamente
su tutti i
rapporti, ma solo su quelli
che sorgeranno dopo l’entrata
in vigore della legge comunitaria.
Inoltre, non opera
nei rapporti tra costruttore e
pubbliche amministrazioni
(Comune, Arpa, Asl), ma solo
tra venditore e acquirente.
In sostanza la Pubblica Amministrazione
non potrà ignorare
l’obbligo di controllo
per il rispetto di una
legge dello Stato (Dpcm 5
dicembre ’97) i cui dubbi in-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 81

TECNICA
terpretativi sulla vigenza è
da tempo fugata da numerosi
chiarimenti.
Ne citeremo uno solo, il più esplicito,
ovvero la comunicazione
in tema, che il Ministero
dell’Ambiente, con propria
nota del 26 giugno 2001 n.
1886/2001/Siar, in risposta a
quesito specifico in materia
di applicabilità del Dpcm 5
dicembre ’97, che precisa:
«Con riferimento ai quesiti
posti da codesta associazione
con nota del 24 gennaio
2001, relativamente all’applicabilità
del Dpcm in oggetto,
si precisa quanto segue: [omissis]
per l’obbligo del rispetto
dei valori limite indicati
nella norma può essere
presa a riferimento come
data determinante quella del
rilascio della concessione edilizia
o, in assenza di questa,
di altra autorizzazione prevista
per la realizzazione
delle opere; relativamente
agli impianti, ci si può
senz’altro riferire alla data di
installazione degli stessi.
La verifica dei requisiti acustici
passivi porta ad ipotizzare
almeno due situazioni
essenziali:
• l’edificio risulta rispettare
tutti i requisiti acustici previsti
nella disposizione di riferimento;
• l’edificio risulta non rispettare
tutti i requisiti acustici
previsti nella disposizione
di riferimento.
L’accertata carenza sui requisiti
acustici passivi configura
aspetti diversi che portano
a considerare le implicazioni
legate:
• sia alla rispondenza contrattuale
del bene immobile;
82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
• sia alla rispondenza al requisito
di abitabilità dell’unità
immobiliare.
Come già detto, l’edificio o
unità immobiliare deve rispondere
a tutti i valori limite
riportati nel Dpcm 5 dicembre
’97, l’unità immobiliare
va quindi considerata
come unità emittente e contemporaneamente
come unità
ricevente.
Vanno dunque ben “pesate”
le implicazioni che questo
punto fa emergere.
Ilavori di “messa a requisito”
possono investire
le partizioni e
gli impianti delle unità abitative
vicine (magari in capo a
soggetti non interessati alla
vertenza), costituendo di
fatto attività d’intervento
non realizzabile, ma soprattutto
emergono gli aspetti legati
alle dichiarazioni rese
nei confronti della Pubblica
Amministrazione e dalla
Pubblica Amministrazione
stessa.
Infatti il contenzioso potrebbe
allargarsi con riferimento
alle responsabilità
che i soggetti firmatari rispettivamente
si assumono:
onel momento in cui si inoltra
“domanda” di certificato
di abitabilità delle opere
eseguite, dichiarando
che “le opere realizzate rispondono
ai requisiti di sicurezza
ed igienico-sanitari”
• nel momento del rilascio
del permesso di costruire da
parte dell’amministrazione
comunale che dichiara di
aver verificato la rispondenza
del progetto alle normative
vigenti;
• nel momento della verifica
da parte dell’ente preposto
ai controlli il quale “referta”
che “il fabbricato ispezionato
in data odierna … è
stato trovato conforme alle
prescrizioni del Regolamento
Comunale di Igiene e
delle Leggi vigenti in materia».
È sulla base dei punti sopra
elencati che la Pubblica Amministrazione
competente
rilascia il permesso abilitativo
alla costruzione dell’opera
e l’attestazione di abitabilità.
È pacifico ed inconfutabile
che i requisiti acustici passivi
degli edifici, essendo
destinati alla tutela del cittadino
dall’inquinamento acustico,
rappresentano un requisito
d’igiene dell’immobile
(al pari degli altri requisiti
quali rapporti aero illuminanti,
altezze minime dei
locali ecc.) e quindi vanno
considerati in ogni loro implicazione
e per le dichiarazioni
ad essi legate vanno
considerate le conseguenze
(dichiarazione infedele,
falso ideologico, inefficacia
della certificazione amministrativa
ecc).
Si potrebbe pensare che per
l’acquirente, il punto di non
ritorno sia l’atto di compravendita,
ma non è proprio
così.
Al venditore resta in carico la
responsabilità e la dovuta
garanzia connessa con l’alienazione
del bene.
In presenza di carenza sui
requisiti acustici passivi,
detta alienazione risulterebbe
affetta da vizio rispetto
alla conclusione del
contratto di vendita che ha
per oggetto l’alienazione di
un bene immune da difetti
costruttivi che ne intaccano
la fruibilità ed uso a cui esso
è destinato o ne diminuiscano
in misura apprezzabile
il valore.
La condizione è perentoria e
vuole che per l’unità compravenduta,
e di converso
anche per le altre unità immobiliari
che su questa riverberano
effetti, il soddisfacimento
ai limiti previsti
dalle disposizioni regolamentari
poste a base della

ispondenzadell’appartamento alle finalità per cui è
destinato: ovvero l’uso abitativo.
In mancanza del requisito acustico
passivo viene dunque
meno anche il requisito
di abitabilità attestato dall’atto
di emissione dell’attestazione
della Pubblica Amministrazione.
Il punto della certificazione
di abitabilità merita attenzione.
La Suprema corte di
Cassazione ha sancito
che in tema di
rilascio della licenza di abitabilità
la sussistenza del requisito
fondamentale di riferimento
è presupposto di
liceità e quindi di conferma
degli effetti che conseguono.
Spesso (quasi sempre) il rilascio
della licenza di abitabilità
soggiace alla procedura
del c.d. “silenzio assenso”
previsto dall’art 4 del
Dpr 425 del 1994, ma questo
non va inteso come legitimazio
ex lege che prescinde dalla
pronuncia della Pubblica
Amministrazione, ma trova
fondamento nell’effettiva
sussistenza di tutti i requisiti
di legge ai fini del rilascio
stesso.
In altri termini la licenza di abitabilità,
ancorchè rilasciata
sotto forma di assentimento
tacito, non produce
effetti ove non sussistano effettivamente
i requisiti previsti
dalla Legge (Cass. Sez.
III 16 ott 98).
Dunque in relazione alla rispondenza
del fabbricato,
all’occupazione ed abitabilità,
il requisito acustico del
fabbricato stesso prospetta
una condizione inderogabile.
Requisito d’abitabilità che è
presupposto di valore commerciale
per l’immobile
stesso.
L’omessa verifica, sia in fase
progettuale che d’ispezione,
della rispondenza del
requisito, mina il rapporto
tra costruttore ed acquirente
e pone seri problemi
anche in termini di validità
degli strumenti contrattuali.
Se poi si vuol considerare la
rispondenza ai requisiti minimi
individuati dal legislatore
come qualità essenziale
ed imprescindibile
dell’opera realizzata si perviene
alla ineluttabile conclusione
che la eventuale
non rispondenza, valutata a
posteriori, costituisce vizio
della cosa tale da legittimare
la richiesta di risoluzione
per assoluta inidoneità
all’uso dedotto in contratto.
In conclusione, sull’aspetto
degli oneri di ripristino, si
comprende bene quali incidenze
questi possano avere
sul valore dell’immobile ed
in parallelo si può capire che
in effetti la strada dell’eventuale
minor valore dell’immobile
che parte venditrice
potrà riconoscere a parte acquirente
non sani gli aspetti
amministrativi e vada a costituire
una sorta di servitù
acustica che andrà sempre
ad accompagnarsi all’immobile
in fase di compravendita.
In relazione, pertanto, alla
vigenza del Dpcm 5 dicembrte
’97, nei rapporti tra Pubblica
Amministrazione ed i
soggetti interessati alla fase
di certificazione ed autorizzazione
devono essere valutati
anche gli aspetti penali
legati alle dichiarazioni rilasciate
dai professionisti che
hanno sostenuto la domanda
di rilascio dell’attestazione
di agibilità.
Il tecnico che a fine lavori o
per la richiesta dell’abitabilità
dichiari di avere rispettato
il Dpcm 5 dicembre ’97
senza che in realtà ciò sia
stato fatto, assevera comunque
il falso nei confronti
dell’Amministrazione Pubblica.
Inoltre, anche recentemente,
il tribunale
di Milano con sentenza
n. 4348/2009 ha riconosciuto
dovuto il risarcimento
del danno non patrimoniale
connesso con il disagio abitativo
patito da colui che ha
promosso la causa e di certo
quest’ultimo aspetto non
trova ovviamente sospensione
nell’applicazione dell’art.
11, comma 5 della legge
7 luglio 2009.
Riassumendo quanto detto
finora si possono configu-
TECNICA
rare due casi:
1) chi ha già contestazioni in
corso con il venditore, può
continuare a invocare l’applicazione
dei limiti posti
dal Dpcm 5 dicembre ’97
poichè l’art. 11, comma 5
non è, con ogni evidenza,
retroattivo;
2) per tutti i rapporti sorti
dopo il 29 luglio 2009 sembrerebbe
sia stato fatto un
tentativo (maldestro) per
far sì che gli acquirenti non
possano più intentare
cause in Tribunale contro i
costruttori che non rispettano
i limiti di legge.
Di fatto però il costruttore
che inizia a realizzare oggi un
immobile senza preoccuparsi
di rispettare alcun limite
rischia molto. Sia in relazione
al fatto che il Dpcm 5
dicembre ’97 non è abrogato
(vedi considerazioni in
precedenza riportate), sia
perché potrebbe entrare in
vigore un “nuovo Dpcm”
prima della fine dei lavori. In
particolare l’art. 11 della
Legge Comunitaria richiede
di emanare i nuovi Decreti
entro 6 mesi dall’entrata in
vigore della legge stessa.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 83

TECNICA
Arch. Andrea Botti
Il “recupero” di un centro
storico degradato,
spesso coincide con
un vero e proprio atto rifondativo,
attraverso l’invenzione
di un linguaggio capace
di ritrovare la memoria
dei luoghi, dialogare con l’esistente,
re-interpretarne gli
elementi connotativi, attraverso
un processo di contaminazione
fra passato e presente,
architettura storica e
nuovi interventi senza mascheramenti,
nel rispetto
84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Recuperare con le pietre
delle identità.
In molti casi, l’uso della
pietra nelle sue molteplici
varietà, ha favorito la nascita
di un rapporto costruttivo
con le pre-esistenze e la tradizione,
come nel caso di tre
interventi, distribuiti temporalmente
fra la seconda
metà degli anni ’80 e l’inizio
del nuovo millennio: due inseriti
nell’ambito dei programmi
di ricostruzione organizzati
dopo il sisma del
Belice e dell’Irpinia ed uno
attivato dal comune di Siracusa
mediante piano di recupero.
La città di Salemi, in provincia
di Trapani, è caratterizzata
da un centro storico
medioevale ricco d’emergenze
architettoniche di raffinata
bellezza e da un tessuto
urbano nel quale antiche
abitazioni e tracciati
viari testimoniano, ancora
oggi, lo svolgersi della vita
quotidiana di un tempo. Un
patrimonio parzialmente
scampato al sisma che nel
’68 colpì una vasta area compresa
fra Agrigento, Trapani
e Palermo, nota come Valle
del Belice, ed oggetto, negli
anni successivi, di numerosi
interventi, dal restauro alla
ricostruzione (sulla natura
dei quali si è molto parlato).
Fra tutti è da sottolineare il
progetto urbano per il centro
storico, elaborato dal celebre
architetto portoghese
Alvaro Siza in collaborazione
con il collega palermi-

Nella pagina precedente e in questa
(in alto): vista della Chiesa Madre
da Piazza Alicia, Salemi;
Sotto: particolare dell’intervento nel
centro storico di Salemi.
tano Roberto Collovà. Un’operazione
estremamente
complessa ed articolata,
poiché mirava alla risoluzione
di problematiche puntuali
(diffuse ovunque ma da
valutare caso per caso, quali
ad esempio gli accessi alle
singole abitazioni) ed al recupero
di quelle architetture
monumentali che ordinavano
e strutturavano la
città, con l’intenzione di riconvertire
gli effetti negativi
del terremoto in elementi di
rifondazione. Per questo il
lavoro, iniziato nella seconda
metà degli anni ’80, si
è necessariamente strutturato
mediante “sotto-progetti”
tra i quali, il più significativo,
riguardava la trasformazione
di Piazza Alicia 1
e dell’edificio religioso più
noto: la Chiesa Madre (entrambi
completati nel ’98).
Quest’ultima è stata
ricostruita solo
per sottrazione, in
negativo, attraverso la collocazione
degli elementi di
spoglio all’esterno, nello
spazio laico, lungo le due direttrici
dell’originario colonnato,
proiettando nella città
l’ordine dell’interno. In tal
modo la piazza si estende
ora dentro il recinto della
chiesa ed ha come sfondo la
sezione del transetto e l’abside,
una soluzione equidistante
dalla logica del “restauro
scientifico” e da
quella della ricostruzione, unica
risposta possibile al
«(…) problema di come intervenire
in un isolato formato
non solo dalla chiesa
distrutta, ma anche da cappelle
ed altri locali addos-
TECNICA
sati e da abitazioni ormai trasferite,
costruite a ridosso di
absidi e campanile. (...) Le
regole per affrontare il progetto
del rudere si sono andate
definendo a partire
dall’articolazione dell’idea
di consolidamento non solo
in rapporto alle tecniche di
riparazione, demolizione e
ricostruzione, ma soprattutto
per una rigorosa definizione
dell’oggetto da consolidare»
2 .
Tutte le operazioni
minori, di ricucitura
con il tessuto esistente
e di riqualificazione
urbana: pavimentazioni, soglie,
scale esterne, camminamenti
sono state effettuate
affiancando i materiali
esistenti recuperati con
quelli nuovi: quasi esclusivamente
pietre quali Botticino,
Pietra calcarea bianca
di Trapani, Ciottoli di fiume,
Arenaria di Caltanisetta, Travertino
siciliano di Trapani,
Spuma di mare, secondo un
metodo fondato «… sull’invenzione,
a partire da ciò
che si trovava in loco: materiali,
spazi, colori e così via,
per garantire ai processi di
pianificazione e di costruzione
l’integrazione del
“nuovo” nell’“antico” senza
che se ne percepisca a prima
vista la differenza, pur nell’espressione
di un’immagine
forte e pregnante» 3 .
Differente nella sostanza è
l’intervento operato a Tricarico,
uno dei centri urbani
della Basilicata che nel novembre
1980 furono colpiti
da un violento sisma che non
risparmiò nulla in quell’area
geografica chiamata Irpinia.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 85

TECNICA
Particolere dell’intervento nel centro
storico di Salemi; sotto, vista
del teatro e della torre saracena
a Tricarico
86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Il progetto era localizzato in
una zona posta in aderenza
al centro storico, nella quale
tutte le abitazioni pericolanti
erano state demolite,
che si presentava come un
vasto terrazzamento libero
sul quale affacciavano le testate
degli antichi isolati e
sboccavano le strade e le
scale del fitto tracciato viario
che definiva il nucleo antico.
Questo ampio terrazzo si
poneva come elemento di
mediazione fra l’edificato
del paese e la campagna circostante,
tra architettura e
paesaggio, con la sola separazione
operata dai resti
dell’antico muro di cinta e
dalla presenza di una torre
di origine saracena.
Obiettivo del progetto realizzato
dagli architetti Carlo
Pozzi e Antonio Conte a par-
tire dal 1990, era quello di
realizzare un’opera civile
per la collettività, una nuova
agorà, re-impiegando tipologie
tradizionalmente diffuse
(gli spazi recintati degli
antichi orti terrazzati di Tricarico)
e materiali quali la
Pietra di Apricena 4 della
zona di Foggia e la Pietra di
Gorgoglione 5 , cavata nei
pressi di Matera.
Il risultato è quello di
un intervento (concluso
nel ’97), solo apparentemente
non finito,
basato sul recupero di un
rapporto tra la città e l’area
saracena delimitata da due
percorsi che partono dalle
scalinate urbane realizzate
con Pietra di Gorgoglione
posata a spacco e gradini in
massello di Pietra di Apri-

cena bocciardata.
La strutturazione dell’area
compresa è ripartita in due
spazi: uno destinato a spettacoli
e rappresentazioni,
l’altro a verde pubblico. Il
teatro all’aperto è costituito
da gradinate contenute fra
muri perimetrali rivestiti con
listoni orizzontali di lastre in
Pietra di Apricena sbozzata,
scanditi da fasce a bauletto
della stessa pietra lucidata e
da una scena con colonne in
massello lucido che separano
e relazionano ad un
tempo questo spazio e quello
della torre Saracena ed all’occorrenza
costituiscono
un fondale provvisorio per
pannelli o tele sceniche
(anche se la vera messa in
scena rimane il paesaggio).
Adiacenti alle gradinate
sono stati realizzati brevi
terrazzamenti erbosi con olivi
e melograni, dotati di
percorsi lastricati con Pietra
di Apricena bocciardata e listature
di mattoni artigianali
posti di coltello.
La pavimentazione
tra i nuovi
interventi e la
torre è la stessa
impiegata per i
percorsi lastricati,
solo in prossimità
del muro e della
torre viene sostituita
dalla più rustica
Pietra di Gorgoglione.
caso è un
L’ultimo
esempio
di “arte civica” e ricomposizioneurbana
frutto di un
intervento previsto
nell’ambito
di un Piano Particolareggiatofinalizzato
al recupero
di alcuni isolati dell’Ortigia a
Siracusa, contraddistinti da
un impianto urbano d’origine
greco-arcaica organizzati
per stigas6 .
Ortigia è un’isola ed insieme
il cuore storico di Siracusa.
La particolare posizione rispetto
al mare, che ha reso il
suo territorio immediata-
TECNICA
Particolari del teatro a Tricarico
mente raggiungibile e nel
contempo sicuro e facilmente
difendibile, ha consentito
un processo d’urbanizzazione,
nel corso dei secoli,
secondo fasi distinte:
dai primi insediamenti preistorici,
alla riedificazione
barocca dopo il terremoto
del 1693. La situazione d’abbandono,
che ha caratterizzato
l’isola dall’ultimo dopoguerra,
si contrappone al
caotico sviluppo edilizio che
ha interessato la fascia costiera
e l’entroterra, determinando
irrimediabili danni
su un territorio ricco di permanenzestorico-archeologiche.
Il ritrovato interesse,
nei confronti del
patrimonio architettonico
di Ortigia
ha portato
alla realizzazione
d’interessanti
progetti di ri-funzionalizzazione
e
valorizzazione di
edifici e spazi urbani
storici dalla
struttura complessa
come nel
caso del recupero
della corte interna
nell’isolato dei
Bottari progettato
dall’architetto siracusanoVincenzo
Latina nel
1997.
L’intervento, concluso
nel 2001, ha
puntato al recupero
delle potenzialità
dell’area attraverso
la demolizione “mirata”
delle superfetazioni
recenti. Inoltre la millenaria
stratificazione dell’isolato è
divenuta risorsa: gli edifici
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 87

TECNICA
La Corte ai bottari di Siracusa e un
particolare dei muri perimetrali
esistenti, ridotti in rovina,
sono stati utilizzati come
“cava” di materiale da re-impiegare
nelle nuove costruzioni,
come da sempre è avvenuto
per gli edifici di Ortigia.
La nuova strada, delineata a
seguito delle demolizioni,
88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Note
1 Piazza Alicia nel 2001 è stata insignita
del “Premio Luccense” per il miglior
progetto di spazio pubblico italiano; nel
2003 la Triennale di Milano ha
assegnato al Comune di Salemi,
all'Ordinariato diocesano della Curia di
Mazara del Vallo ed ai progettisti, la
Medaglia d'oro per la committenza
pubblica.
Ancora nel 2007 Piazza Alicia viene
riconosciuta come una tra le sessanta
più belle piazze d'Europa nel Progetto
della Commissione europea "Cultura
2000, Le piazze, un patrimonio".
ricalca lo stenopos 7 originario
ed è pavimentata con basoli
di Calcare duro di Modica 8
dello spessore di cm 7, posati
ad opus incertum, mentre la
pavimentazione della corte
è in Pietra Lavica di Monte
Lauro bocciardata, con cordonate
che raccordano il
2 In Casabella n. 536, Giugno 1987,
pag. 23
3 In Domus n. 813, Marzo 1999, pag.
34.
4 Pietra calcarea di origine sedimentaria
chimica, di colore bianco avorio, con
fondo rosato, adatto a qualsiasi clima e
usato comunemente per esterni, N.d.r.
5 Arenaria, di colore grigio cenere
eventualmente misto ad aloni di giallo
ocra, usata comunemente per esterni
N.d.r.
6 Un sistema di strette strade parallele
e ortogonali che formano isolati dal
caratteristico disegno a losanga. N.d.r.
lieve dislivello della piazza.
Lo spazio irregolare a ridosso
degli edifici esistenti,
pavimentato con ciottoli, è
stato pensato come un giardino
di pietra delimitato da
contrafforti in materiale litico
e calcestruzzo lavorati a
mosaico con blocchi in arenaria
giallo oro, di dimensione
e spessore variabile
fino a 40 centimetri ed un basamento
realizzato con la
posa di pietre recuperate.
La tipologia costruttiva adottata
è quella di una muratura
a sacco: lo spazio compreso
fra la vecchia struttura
e quella nuova è stato riempito
con calcestruzzo, secondo
una tecnica costruttiva
storica.
La Pietra, Giallo dorato
di Caltanisetta,
è stata scelta per la
sua somiglianza ad una delle
pietre antiche impiegate
per l’edificazione dei palazzi
adiacenti mentre Pietra
lavica di Monte Lauro, cavata
nel siracusano, per il
suo caratteristico aspetto
7 Asse viario con orientamento estovest.
N.d.r.
8 Calcare di origine sedimentaria, di
colore bianco-grigiastro, impiegato per
esterni, N.d.r.
Le immagini relative all’intervento nel
centro storico di Tricarico provengono
dal volume:
V. Pavan, Nuova architettura di pietra in
Italia, ed. Gruppo editoriale Faenza,
Verona, 2002.
spugnoso (tradizionalmente
utilizzata nelle pavimentazioni
stradali ed in questo
caso posata in lastre da cm
25x25 e cm 50x50). Il progetto,
infine, è stato completato
tramite la realizzazione
di un nuovo accesso alla
corte attraverso la riscoperta
di un vano voltato risalente
al XV secolo.
Gli interventi a Salemi, Tricarico
e Ortigia riflettono tre
realtà profondamente differenti
non certamente paragonabili
fra di loro, se non
per il ruolo svolto dalle
pietre posate nelle loro differenti
varietà, sia attraverso
il re-impiego di quelle esistenti,
sia attraverso nuove
forniture, in tutti i casi sinonimo
di stabilità, di durata
nel tempo, di “recupero” di
una memoria collettiva che
sembrava scomparsa.
❑

CONDOMINIO
Anche il regime fiscale
delle donazioni
e degli atti di
trasferimento a titolo gratuito
di beni e diritti è cambiato
eliminando la tassazione
di tali trasferimenti
mediante l’applicazione
dell’imposta di registro.
Quanto si paga
Il nuovo sistema prevede,
anzitutto, che la base imponibile
per l’applicazione
dell’imposta sia pari al valore
globale dei beni e dei
90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Regime fiscale delle donazioni
e degli atti di trasferimento
a titolo gratuito
diritti diminuito degli oneri
a carico del beneficiario. Il
valore dei beni e dei diritti
ricevuti in donazione si calcola
con gli stessi criteri descritti
per le successioni.
Le aliquote da utilizzare per
determinare l’imposta sono
le stesse previste per le successioni
e variano in funzione
del rapporto di parentela
intercorrente tra il donante
e il beneficiario:
• 4 per cento, per il coniuge
e i parenti in linea retta, da
calcolare sul valore ecce-
Il corretto riparto
per i lavori al lastrico
D.– Il nostro condominio ha in programma il rifacimento di un lastrico
solare di proprietà esclusiva. Vorrei sapere se anche agli appartamenti
che si trovano solo parzialmente sotto il lastrico, compete la spesa proquota
millesimale dei 2/3.
R.– I condomini che sono proprietari di unità immobiliari coperte, anche
solo parzialmente, da un lastrico solare, devono contribuire alla spesa di
manutenzione del lastrico nei limiti e in proporzione al valore del piano o
della porzione dello stesso di ciascuno in ragione di 2/3 (articolo 1126 del
Codice civile, ultima parte). L’altro terzo deve essere corrisposto dal proprietario
esclusivo del lastrico.
L’intervento sulle antenne
coinvolge solo gli utenti
D.– A seguito di lavori straordinari alla copertura del palazzo è stato deciso
di razionalizzare l’installazione delle antenne tv mediante la creazione
di una barra porta antenne, lungo tutto il perimetro del terrzzo.
Vorrei sapere se la relativa spesa va suddiviso tra tutti i condomini (appartamenti
e box auto) secondo la tabella di proprietà, oppure in parti uguali
tra i proprietari degli appartamenti che al momento, solo in parte,
fruiscono di questa nuova struttura.
R.– La risposta al quesito va data alla luce dell’uso potenziale
che del servizio condominiale fanno i singoli
condomini: qualora vi siano alcuni condomini che non
hanno antenne e non possono farne uso, in quanto ad esempio,
sono proprietari, all’interno del condominio in
questione, solamente di autorimesse, certamente si ap-
dente, per ciascun beneficiario,
1.000.000 di euro;
• 6 per cento, per fratelli e
sorelle, da calcolare sul valore
eccedente, per ciascun
beneficiario, 100.000 euro;
• 6 per cento, da calcolare
sul valore totale (cioè senza
alcuna faranchigia), per gli
altri parenti fino al quarto
grado, affini in linea retta, affini
in linea collaterale fino al
terzo grado;
• 8 per cento, senza alcuna
riduzione della base imponibile,
per le altre persone.
QUESITI & RISPOSTE
Attenzione. Se a beneficiare del
trasferimento è una persona portatrice
di handicap riconosciuto
grave ai sensi della legge n.
104/1992, l’imposta si applica
sulla parte del valore della quota
che supera 1.500.000 euro.
Gli importi esenti dall’imposta
(la franchigia) sono aggiornati
ogni quattro anni in
base all’indice del costo
della vita.
Dal 1° gennaio 2007, i trasferimenti
di aziende, quote sociali e a-
plica l’articolo 1123, comma 2 del Codice civile.
La spesa sarà dunque ripartita tra coloro che fanno uso
del servizio in questione, in quanto si tratta di servizio
destinato a servire i condomini in misura diversa.
Lavori alla facciata
tra le opere ordinarie
D.– Nel mio condominio stiamo affrontando la ristrutturazione dello stabile,
realizzato 35 anni fa. I lavori riguardano le facciate che saranno coperte
con mattonelle di diverso colore; i cortili interni, attualmente ricoperti
di asfalto, che verranno ricoperti con pavimentazione in mattoni.
Vorrei sapere se i due interventi devono considerarsi “innovazioni”, cosí
da dover essere approvati in assemblea con la maggioranza dei 2/3, oppure
se è stata sufficiente l’approvazione dei lavori con la maggioranza
della metà delle quote millesimali.
R.– Dalla dottrina viene normalmente indicata come “innovazione”
quel mutamento di destinazione o modificazione
della sostanza del bene comune che interessi la
maggiornza dei condomini.
Sia il rifacimento del colore della facciata, sia i lavori di risanamento
dei cortili ammalorati dalle infiltrazioni non
necessariamente devono essere indicati come innovazioni,
ma presumibilmente possono essere solo approvate
dalla maggioranza dei condomini.
Da “L’esperto risponde”, 24 agosto 2009, Il Sole 24 Ore

zioni effettuati in favore dei discendenti
(dal 1° gennaio 2008
anche quelli in favore del coniuge)
non sono soggetti all’imposta se i
beneficiari proseguono l’esercizio
dell’attività d’impresa o detengono
il controllo della società per
un periodo non inferiore ai cinque
anni dalla data del trasferimento
e se nell’atto di donazione producono
apposita dichiarazione. Lo
stesso regime si applica ai medesimi
trasferimenti, effettuati
anche mediante patto di famiglia,
in favore dei discendenti.
Se oggetto della donazione
è un bene immobile o un diritto
reale immobiliare, sono
dovute inotre:
• l’imposta ipotecaria (necessaria
per procedere alla
trascrizione dell’atto nei
pubblici registri immobiliari),
nella misura del 2 per
cento del valore dell’immobile;
• l’imposta catastale (richiesta
per la voltura dell’atto),
nella misura dell’1
per cento del valore dell’immobile.
In merito alle donazioni di
“prima casa”, valgono le medesime
agevolazioni concesse
per le successioni. In
sostanza, invece che applicare
le citate percentuali sul
valore dell’immobile, il beneficiario
pagherà le imposte
ipotecaria e catastale
nella misura fissa di 168 euro
ciascuna.
Da ricordare. Gli atti di donazione
e gli atti a titolo gratuito, se formati
per atto pubblico o scrittura privata
autenticata, sono soggetti a
registrazione telematica entro 30
giorni dalla data di stipula dell’atto.
Decorrenza
Le nuove regole si applicano
alle donazioni stipulate a
decorrere dal 29 novembre
2006 (cioè dalla data di en-
CONDOMINIO
trata in vigore della legge n.
286 del 2006), ad eccezione
di quelle concernenti la franchigia
disposta in favore dei
fratelli e delle sorelle e
quella disposta in favore dei
portatori di handicap che si
applicano alle donazioni stipulate
a decorrere dal 1°
gennaio 2007.
L’esenzione per i traferimenti
di aziende, quote sociali
ed azioni, si applicano,
rispettivamente, per i discendenti
dal 1° gennaio
2007, per il coniuge, dal 1°
gennaio 2008.
❑
Da “OttopiùCasa” del 22 luglio 2009
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 91

CONDOMINIO
Augusto Cirla
da “Il Sole 24 Ore” del 24 agosto 2009 Acquistare
Secondo i “canoni”
del mercato immobiliare,
il periodo
del rientro dalle ferie estive
è uno dei piú ricchi di trattative
e compravendite. Per
giungere all’acquisto di una
casa, peraltro, si deve seguire
un percorso con una
serie di tappe che è meglio
conoscere bene. Ecco i vari
passi da compiere.
Chi è interessato ad un im-
Prima dell’atto finale
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
un’abitazione:
le tappe della compravendita
senza passi falsi
mobile parte ovviamente
dalle trattative con il venditore,
nel corso delle quali si
ha l’obbligo di comportarsi
con lealtà e correttezza,
senza fornire informazioni inesatte
che possano generare
nell’altra parte aspettative
sulla conclusione del
contratto, inducendola magaria
a sostenere inutilmente
dei costi (articolo
1337 del Codice civile). La
violazione di tale dovere, e
quindi l’ingiustificata interruzione
delle trattative, può
dare luogo a un risarcimento
dei danni subiti da chi ha
fatto affidamento sul buon
esito della vicenda.
Una volta conclusa questa
prima fase, spetta al compratore
assumere l’iniziativa,
formulando al venditore la
proposta d’acquisto. Per potersi
definire completa, la
proposta deve contenere
tutti gli elementi essenziali
che verranno riportati dapprima
nel contratto preliminare
di compravendita e poi
nel rogito. La legge non pone
particolari condizioni per il
contenuto, che può essere
predisposto liberamente
dal proponente e fatto pervenire
al venditore. Se la
proposta è fatta tramite un
mediatore, quest’ultimo
L’offerta 1) La proposta d’acquisto deve contenere l’intenzione di obbligare il soggetto che la formula.
Dal suo contenuto deve emergere in modo chiaro la volontà del soggetto proponente di acquistare
l’immobile a determinate condizioni.
2) Quando nell’affare interviene un mediatore, la proposta deve anche indicare l’dentificazione
dell’agente immobiliare, con il suo numero di iscrizione al “Ruolo degli agenti di affari in mediazione”
o, se si tratta di una società di intermediazione immobiliare, con ragione sociale, sede
legale, partita iva, numero di iscrizione al suddetto ruolo della società e dei suoi legali rappresentanti.
3) La proposta e l’accettazione, per pervenire a un risultato perfetto, devono essere dirette
all’altra parte e da questa ricevute.
Il preliminare 1) Se il venditore accetta la proposta di acquisro, il promissario acquirente è obbligato ad
acquistare l’immobile e a pagare il prezzo da lui offerto, mentre il venditore deve trasferirgli la
proprietà del bene nei modi e nei termini indicati nella proposta;
2) Con il contratto preliminare di compravendita le parti semplificano i termini dell’accordo raggiunto,
che poi dovranno essere riportati nel rogito.
Eventuale intervento del 1) Il mediatore è obbligato a registrare il contratto preliminare di compravendita stipulato con
mediatore e possibile il suo intervento e risponde in solido con le parti per il pagamento della relativa imposta.
trascrizione
2) Il contratto preliminare redatto con atto pubblico o scrittura privata autenticata può essere
trascritto, ponendosi cosí al riparo da eventuali debiti del promittente venditore sorti dopo la trascrizione.
Il contratto definitivo 1) Il trasferimento del diritto di proprietà avviene con la stipula del contratto definitivo di compravendita
e non con il preliminare.
2) Per essere validamente stipulato, il contratto di compravendita immobiliare deve rivestire la
forma scritta e, ai fini della trascrizione, è necessario che venga redatto per atto pubblico o
scrittura privata autenticata.
3) L’immobile compravenduto deve essere dotato dell’attestato di certificazione energetica,
sotto pena di risarcimento del danno in favore dell’acquirente.

deve essere indicato nella
proposta con il numero di iscrizione
al “Ruolo degli agenti
di affari di mediazione”
e con gli specifici dati identificativi
o societari. Si devono
riportare le generalità complete
del proponente e del
venditore, l’individuazione
esatta dell’immobile (meglio
se con i dati catastali) e
la sua destinazione d’uso, il
prezzo d’acquisto offerto, la
data entro la quale dovranno
essere stipulati il contratto
preliminare di compravendita
e il rogito con la consegna
dell’immobile, l’ammontare
della provvigione
eventualmente riconosciuta
al mediatore e, aspetto importante,
il termine entro il
quale dovrà essere accettata
la proposta. Il tutto andrà
sottoscritto dal proponente
e recapitato al venditore.
La proposta può essere
sempre revocata
sin tanto che
non viene accettata, salvo
che lo stesso proponente la
dichiari da subito irrevocabile,
vale a dire immodificabile
per tutto il tempo che
viene concesso al destinatario
di accettarla. Diventa
comunque irrevocabile una
volta che il venditore fa conoscere
al proponente la
sua accettazione: da questo
momento le parti sono vincolate
alle rispettive dichiarazioni,
senza possibilità di
discutere né sul prezzo della
vendita né sulle altre condizioni
essenziali del contratto.
Se, però, il termine
assegnato decorre senza
che l’accettazione sia pervenuta,
la proposta deve rite-
nersi decaduta e priva di effetto,
a meno che il proponente
dichiari di accettarla
comunque, benché tardiva.
Raggiuto l’accordo sulle
principali condizioni della
vendita, le parti arrivano alla
sottoscrizione del contratto
preliminare, proprio per
specificare meglio tutti gli elementi.
A questo punto il
compratore e il venditore si
impegnano al trasferimento
successivo del
bene con ogni
conseguenza giuridica,
non da ultimo
quella della
corresponsione
del saldo del
prezzo al momento
del rogito.
Se il contratto preliminare
viene stipulato
con l’intervento
del mediatore,
questi ha
l’obbligo di provvedere
alla registrazione
entro 20
giorni della sottoscrizione,restando
obbligato
in solido con le
parti al pagamento
della relativa
imposta (articolo
1, commi 46 e
49 della legge
296/06). Cosí come
nella proposta
d’acquisto, devono
essere indicati nel contratto
tutti i dati identificativi
del mediatore. Anche il
contratto preliminare di
compravendita immobiliare
può essere trascritto, sempre
che sia stipulato per atto
pubblico o scrittura privata
con sottoscrizione autenti-
cata (articolo 2645-bis del
Codice civile).
La trascrizione del preliminare
fa sí che quella successiva
del contratto definitivo
prevalga su tutte le trascrizioni
e iscrizioni eseguite
dopo contro il promittente
venditore. Essa ha una efficacia
cosiddetta prenotativa,
nel senso che prenota
gli effetti della futura vendita,
rendendoli opponibili
ai terzi che abbiano acquistato
diritti incompatibili sul
medesimo bene in forza di
atti iscritti o trascritti in epoca
successiva.
E finalmente si arriva al rogito,
da redigere obbligatoriamente
per atto pubblico o
scrittura privata con sotto-
CONDOMINIO
scrizione autenticata (articolo
2657 del Codice civile)
al fine della successiva trascrizione
nei pubblici registri:
il tutto a cura di un notaio
o di altro pubblico ufficiale.
È opportuno che la scelta
del notaio sia fatta dall’acquirente,
sebbene il notaio
abbia in ogni caso l’obbligo
professionale di tenere
nella giusta considerazione
gli interessi di entrambe le
parti e di prestare una qualificata
ed equilibrata assistenza,
compiendo anche un
controllo di legalità in merito
ai patti e alle condizioni
di vendita.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 93

CULTURA
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Eiffel il mago del ferro
AParigi è rimasta aperta, nella scorsa estate, un'interessante
mostra dal titolo “Gustave Eiffel le magicien
du fer”. Quella dell'ingegnere francese dal
nome tedesco, geniale progettista e costruttore della torre
che porta il suo nome, è un'avventura che non può non interessare
chi si occupa di costruzioni civili. Eiffel ha contribuito
in modo determinante a creare, oltre che una sapienza
tecnica che ha fatto vistosamente progredire le capacità
ingegneristiche dell'umanità, una cultura estetica
che oggi fa parte di tutti noi. È la cultura della forma funzionale,
della bellezza dell'essenzialità tecnica, dell'espressione
della razionalità meccanica delle cose, siano esse vestiti,
carrozzerie d'automobile, frullatori di verdura. La sua
non fu un'invenzione preordinata a tavolino, ma la conseguenza
di un itinerario operativo, dove le necessità del
fare, dell'economia, della tecnica presero per mano l'intellettuale,
che ebbe il merito di non opporsi, come, invece,
molti altri fecero. L'opposizione
poteva consistere nel
conservatorismo accademico,
che non poteva accettare che
fossero le leggi della tecnologia
a determinare la forma
delle case, dei teatri, dei
ponti. Naturalmente una fusione
fra le istanze simbolicoestetiche
e i dettami della materia
e della statica aveva
sempre fatto parte della disciplina
del costruire, ma sempre
si era ritenuto che dovesse essere
l'ambizione delle forme
nate nella mente a piegare la
materia, perché questa si adattasse
a rappresentarle. Le
piramidi, il ponte in pietra romano,
il Pantheon, il Duomo di
Milano avevano dovuto, necessariamente,
fare i conti con
la resistenza dei materiali, con
le leggi degli equilibri e con il
gioco delle forze, dominate
dalla gravità. Ma la posizione
del progettista era sempre
stata di dominio. Un'arrendevolezza
alle imposizioni di un
nuovo materiale l'avevano
forse dovuta assumere gli uomini
più primitivi, di fronte al
sasso o al tronco d'albero. Fu
certamente la relativa repenti-
Franco Robecchi
nità dell'insorgere di un nuovo materiale da costruzione,
come il ferro, la ghisa, l'acciaio, a riportare l'uomo costruttore
di fronte alla questione. Merito degli ingegneri dell'Ottocento,
fra cui giganteggia Eiffel, fu la remissività, peraltro
non eccelsa virtù, che ribaltò l'orgoglio antico, dell'uomo
che domina la materia per portarla a divenire espressione
dei sentimenti, delle idealità, dei simboli, del
linguaggio. Gli ingegneri dell'Ottocento invertirono le proporzioni
e per loro fu all'ottanta per cento lo strapotere del
materiale a determinare la forma delle cose. Il nuovo materiale,
molto costoso, doveva essere conosciuto, tecnicamente
ed economicamente, e sfruttato nelle sue risorse e
nei limiti della sua convenienza. Ne venne una sorta di dittatura
formale, che trovò agganci con l'antica tradizione
delle costruzioni in legno, e quindi a telaio. Le putrelle erano
in tutto simili alle travi di legno, anche nel tipo di resistenza,
ottima a flessione. Ispirandosi alle vecchie case
tedesche, inglesi e del Nord
della Francia, costruite con un
traliccio di travi lignee, gli ingegneri
costruirono telai, travi
reticolari, strutture a rete, a
graticcio. Nacquero così le
grandi architetture degli ingegneri
dell'Ottocento, consacrati
dal giudizio di Le Corbusier
come i veri architetti della
modernità: grandi aperture,
grande permeabilità alla luce,
grande leggerezza, anche visiva,
grande elasticità e anche
recuperabilità del materiale.
Si allinearono, quindi, i capolavori
che oggi riempiono i libri
di storia, dal ponte in ghisa sul
Severn, il capostipite del 1779,
al Crystal Palace, del 1851, dalle
scomparse Halles Centrales di
Parigi, alla Galérie des machines,
del 1889 e alla coeva vedette,
la Torre di Eiffel, l'unica sopravvissuta.
Gustave Eiffel, che era nato
nel 1832 a Digione, si laureò in
A sinistra: una splendida veduta
della Tour Eiffel, secondo lo stile delle
grandi incisioni barocche.
A destra: elegante disegno
raffigurante la Tour Eiffel in una
veduta notturna del 1889.

CULTURA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4 - 95

CULTURA
In questa pagina, da sinistra in
senso antiorario: Il primo schizzo
della torre, con i nomi dei suoi veri
creatori; il ponte sul Douro in
costruzione; i verniciatori della torre
all’opera, nel 1889.
Nella pagina a fronte, in senso
antiorario: il ponte di Passy, del
1902; disegno di progetto per il
viadotto di Garabit; il viadotto di
Garabit in un disegno tecnico di
Eiffel.
ingegneria chimica nel
1855. Trovò un'occupazione
presso una piccola azienda
di costruzioni ferroviarie,
dove ebbe occasione
di avvicinarsi al tema
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
della costruzione di ponti. Da una prima esperienza inerente
ad un ponte presso Bordeaux, Eiffel passò a sempre
maggiori impegni. Nel 1866 costituì una sua società di costruzioni
con la quale poté presentarsi a gare d’appalto
alle quali portava anche i sui progetti. La sua attività ebbe
un crescendo rapido e il suo ponte “Maria Pia”, a Porto, in
Portogallo, sul fiume Douro, costituì una realizzazione che
gli diede grande notorietà. Si trattava di un ponte ferroviario
caratterizzato da un arco centrale, ovviamente in
ferro, che aveva una luce di 160 metri. Un ponte simile, che

in Francia, si lanciava su un
baratro di 122 metri, il viadotto
di Garabit, stupì gli
specialisti e gli aprì le porte
a lavori in America del Sud,
Algeria, Romania, Spagna,
Ungheria. Quando si iniziò
a parlare dell’Esposizione
universale di Parigi del
1889, tornò d’attualità un
progetto che da anni circolava
nelle utopie francesi:
la costruzione di una torre
alta cento piedi, 300 metri:
un simbolo della potenza tecnica dei tempi. L’architetto
Jules Bourdais avanzò una sua idea, di una torre in muratura,
pressoché irrealizzabile, per il peso, che avrebbe
comportato fondazioni spropositate.
La mostra parigina non è apologetica e non nasconde
che l’idea della torre in ferro non fu di
Eiffel, ma di due suoi collaboratori, gli ingegneri
Maurice Koechlin ed Emile Nouguier, con la consulenza
dell’architetto Stephen Sauvestre. Eiffel, inizialmente
CULTURA
poco interessato all’opera, ne divenne ben presto un
grande sostenitore, tanto che vinse il concorso per progetto
e appalto e anche per lo sfruttamento economico
della torre, per 20 anni. La mostra parigina ha anche sottolineato
un dato poco noto, che proprio Eiffel pubblicò, in
un suo libro monografico di documentazione della sua
grande impresa. L’ingegnere annotò, democraticamente,
tutti i nomi dei quasi 450 operatori che parteciparono all’edificazione.
Vi risultano numerosissimi Italiani, immigrati
dall’Italia del Nord. Benché il cantiere della torre si
fosse chiuso senza incidenti mortali, fu proprio un Italiano
a perire, poco dopo lo smantellamento delle impalcature,
cadendo da una piattaforma della torre. La Tour Eiffel è
quindi anche un po’ italiana. Gustave Eiffel fu presente
anche in un altro monumento-icona dell’Ottocento, la
statua della Libertà di New York. La statua, che era impensabile
fosse realizzata in pietra, alta 46 metri com’è, trasse
ispirazione tecnica dal cosiddetto San Carlone di Arona, la
statua cioè raffigurante San Carlo Borromeo. Si tratta di una
statua in metallo, cava all’interno, ottenuta stendendo una
lamina di rame su un’intelaiatura interna. Proprio l’intelaiatura
dovette essere affidata, dallo scultore parigino
Frédéric Bartholdi che modellò la statua, ad un tecnico,
che inizialmente fu il notissimo Eugène Viollet-le-Duc, restauratore,
teorico e storico dell’architettura. Alla morte di
Le Duc l’incarico fu rivolto ad Eiffel, che progettò il telaio
sul quale poté essere modellata la statua, che da 123 anni
resiste a ogni vento, il maggiore nemico. Eiffel chiuse, con
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4 - 97

CULTURA
A destra: il ponte portoghese di
Porto, in costruzione.
Sotto: il viadotto di Garabit. Per
mostrare l’altezza dell’arco sul fondo
valle sono state inserite la cattedrale
di Notre Dame e la Colonna di Place
Vendôme; il ponte di Szeged, in
Ungheria.
la Tour, la sua impresa di costruzioni, per dedicarsi ad altro.
Si impegnò in ricerche aeronautiche e visse la sfortunata
vicenda del canale di Panama, nella quale Eiffel subì uno
spiacevolissimo rovescio finanziario. La Tour Eiffel andò
incontro, nei primi lustri della sua vita, a proposte demolitorie
o snaturanti, che davano seguito al non unanime
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
consenso nel quale era nata. Si ricorda la lettera pubblica
di critica che molti intellettuali pubblicarono per opporsi
alla costruzione del grande traliccio. Ma la torre resistette,
ben oltre la vita dei suoi detrattori e anche del suo autore,
che morì nel 1923.
❑

ETICA PROFESSIONALE
Guido Maffioletti
Per una comunità e
per il suo ambiente,
l’intellettuale
tecnico-pratico, oggi può far
esperienza in qualche iniziativa
culturale (no-profit) che
nasce ormai in ogni luogo.
Nata spontaneamente per
creare felici rapporti tra la
gente, in genere, quando i
suoi aderenti aumentano,
tante idee e proposte si accumulano
sul banco di lavoro.
Subito si invitano i suggeritori,
a farsi loro stessi promotori
della propria visione e di
procurarsi delle persone che
condividano i loro progetti.
Molte idee svaniscono come
sono apparse, alcune attecchiscono
e raccolgono qualche
aderente. Poche si sviluppano
sino a farsi riconoscere
come valide.
Concentrando le poche risorse
economiche iniziali
per esporre ad un pubblico
più vasto l’idea fattibile, illustrando
il progetto e le varie
fasi del suo possibile realizzo,
si amplia il numero
delle persone interessate a
partecipare all’impresa.
Mantenere continuamente
informate, coinvolte e responsabilizzate
le persone
aderenti all’iniziativa specifica,
queste si entusiasmano
e a loro volta informano altre
persone ciò che succede
nella comunità.
Il territorio e il suo ambiente
sembrano oggi l’argomento
che suscita più interesse e
discussioni sul come, sul chi
e sul perché…, ma spesso si
finisce con l’amaro in bocca.
Ecco. Il primo impegno di
un’associazione no-profit è
“raccogliere e archiviare le
cose dette durante le as-
100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Un futuro sostenibile
… e ben pensato
semblee al fine di riproporle
in modo ordinato e coerente
nella riunione successiva”.
Questo è un primo passo di
un qualsiasi futuro.
Nell’associazione “San Felice
più felice” alla quale collaboro
da due anni, dopo
aver condiviso con i soci: la
pulizia delle spiagge, i pannelli
fotovoltaici, la festa del
baratto e la carta dei sentieri,
quest’anno ci siamo trovati
sul banco tre grossi eventi:
a) la partecipazione alla formazione
del Piano del Governo
del Territorio del nostro
Comune;
b) la presentazione di
quattro liste civiche per l’elezione
del sindaco;
c) l’inquinamento batteriologico
e virale dell’acquedotto
comunale.
Non v’è dubbio che l’inquinamento
dell’acquedotto
sia il piú grave, poiché ha colpito
più di millecinquecento
persone – residenti e turisti –
sia per l’impatto emotivo che
improvvisamente ha costretto
la comunità ad adattarsi
a condizioni di sopravvivenza
(acqua fornita con
autobotti e pacchi di bottiglie
d’acqua minerale distribuiti
gratuitamente alla
gente), sia per «definitive e
Collegio geometri di Sondrio
Seduta n. 7 del 9 luglio 2009
Iscrizioni Registro praticanti
Federico Culanti Indiano
Michele Gemelli
Cancellazioni dall’Albo professionale
Michele Dalone (decesso)
Attilio Tempra (decesso)
Claudio Sala
Seduta n. 8 del 6 agosto 2009
Iscrizioni all’Albo professionale
Filippo Sandalini
Iscrizioni Registro praticanti
Marco Marchesini
Valentina Pini
garantite promesse di efficienza
del servizio dell’acquedotto
municipale,
tutt’ora sotto inchiesta giudiziaria
in fase di accertamento
dei fatti o dei responsabil»,
ha sollecitato la dirigenza
dell’associazione no-profit a
raccogliere le firme di oltre
mille cittadini da presentare
al sindaco al fine di essere riconosciuti
come vittime di
“danno ambientale”.
Questo grave disastro è
scoppiato due giorni dopo
l’elezione del nuovo sindaco.
Ecco il motivo di fondo
che ci ha spinto, in quanto
associazione, a dare una
mano al neo eletto, data
anche la sua giovane età e
quella dei suoi consiglieri e
necessariamente tutelata
dalle burocrazie consortili,
provinciali e regionali, più esperte
e preoccupate delle
conseguenze giuridiche avviate.
In occasione della presentazione
delle quattro
liste civiche, più che i programmi
che sembravano
quasi fotocopiati, dati i medesimi
progetti, le medesime
soluzioni e le solite
promesse elettorali, l’associazione
promosse un confronto
tra i pretendenti alla
carica di sindaco con i cittadini,
su quattro argomenti attinenti
l’amministrazione
pubblica. La formulazione
delle domande venne affidata
a quattro giovani dell’associazione
“San Felice
più felice”.
Il pubblico si ricorda le risposte
dai quattro aspiranti
sindaco. Ora uno è sindaco e
gli altri tre sono consiglieri di
minoranza. Vedremo come espleteranno
il loro mandato.

L’inquadramento del Piano
del Governo del Territorio
era poco chiaro, perché
nella mente della maggior
parte delle persone lo si intendeva
ancora come una
corsa ad incrementare il valore
del proprio terreno,
come edificabile.
Durante le riunioni dei cittadini
organizzate dalle autorità
amministrative l’attenzione
era attratta dai simboli
edificatori (documenti di
piano) più che dal Piano dei
Servizi e dal Piano delle Regole.
Tre o quattro tecnici (geometri,
architetti, ingegneri)
Il mondo di B. Bat.
faticarono non poco a spiegare
agli stessi associati la
sostanziale differenza tra il
P.R.G. e il P.G.T.: tempo sprecato!
Alla fine ci si adattò ad esporre
per scritto le nostre perplessità
sulle scelte di Piano proposte
dall’Amministrazione in
carica, spiegando che senza
un adeguato approfondimento
del significato dei nove
criteri ispiratori (art.1 titolo 1
L.R.12/2005 della Lombardia)
si sarebbe solamente favorita
la voracità degli speculatori
internazionali.
La partecipazione attiva alle
manifestazioni e agli eventi
che i soci dell’associazione
no-profit hanno organizzato
ha promosso un clima di
stima e amicizia sia all’interno
che all’esterno, e sta
favorendo interessanti occasioni
di lavoro tra i professionisti
di ogni tipo: artigiani,
operatori turistici e
coltivatori diretti.
Le capacità, le competenze
e le abilità tecniche di ognuno
espletate in modo onesto
e confacente all’interno
dell’organizzazione
del gruppo vengono pubblicamente
riconosciute e valorizzate
da specifici incarichi
professionali o da grati-
ETICA PROFESSIONALE
ficanti riconoscimenti ufficiali,
contribuendo a formare
un adeguato supporto
culturale a sostegno di un futuro
sereno.
Ci si augurerebbe che simili
iniziative fossero promosse
nelle diverse circoscrizioni
provinciali per iniziativa di
quei geometri più aperti al
sociale, comprendendo che
solo in una società aperta si
potrà accedere ad un futuro
vivibile realizzato con responsabilità
e competenza
individuale, a beneficio di
tutti. ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 101

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione
di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti
delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali
(GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.
Circolare Min.Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009 n. 617
C.S.LL.PP.
Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le
costruzioni” di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008 (GU 26
febbraio 2009 n. 47 Suppl.Ord.)
Legge 27 febbraio 2009 n. 14 (cd decreto mille-proroghe) (GU
28 febbraio 2008 n. 49 Suppl. Ord)
Conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 30 dicembre
2008 n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni
legislative e disposizioni finanziarie urgenti (in particolare
per le nuove norme tecniche per le costruzioni il decreto ha prolungato
fino al 30/6/2010 il periodo transitorio entro il quale possono
essere applicate anche le norme previgenti, ad esclusione
delle verifiche tecniche e per le nuove progettazioni degli interventi
relativi agli edifici di interesse strategico e alle opere infrastrutturali).
Legge 27 febbraio 2009 n. 13 (GU 28 febbraio 208 n. 49)
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre
2008 n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse
idriche e di protezione dell’ambiente
Determinazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 14 gennaio
2009 n. 1 (GU 28 gennaio 2009 n. 22)
Linee guida sulla finanza di progetto dopo l’entrata in vigore del
c.d. “terzo correttivo” (D.legs 11 settembre 2008 n. 152)
Decreto Min. Interno 16 febbraio 2009 (GU 27 febbraio 2009 n.
48)
Modifiche ed integrazioni al decreto 15 marzo 2005 recante i requisiti
di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione (in vigore
dal 28/2/2009).
Decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri 21 ottobre 2008
(GU 11 febbraio 2009 n. 34)
Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche
nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera.
102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
Novità di Legge
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Determinaz.Autorità vigilanza contratti pubblici 25 febbraio
2009 n.2 (GU 18 marzo 2009 n. 64).
Affidamento degli incarichi di collaudo di lavori pubblici a seguito
dell’entrata in vigore del decreto legislativo 11 settembre 2008
n.152 (testo emendato con errata corrige in GU 27 marzo 2009 n.
72).
Decreto Min. Infrastrutture e Trasporti 19 febbraio 2009 (GU 2
marzo 2009 n. 50).
Determinazione per il periodo 1 gennaio 2008 – 31 dicembre 2008
della misura del tasso di interesse di mora da applicare ai sensi e
per gli effetti dell’articolo 133 del codice dei contratti pubblici di
lavori, servizi e forniture.
Decreto Min. Sviluppo Economico 2 marzo 2009 (GU 12 marzo
2009 n. 59).
Disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia
elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare
(in particolare gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 200 KW
operanti in regime di scambio sul posto hanno diritto ad una maggiorazione
degli incentivi se asserviti ad edifici con adeguata efficienza
energetica.
Hanno diritto agli incentivi gli impianti realizzati con componenti
già utilizzati in altri impianti, purché questi ultimi non abbiano fruito
di incentivi in conto energia o altre fornme di cui all’art 9 del
D.Min.19 febbraio 2007).
D. Leg.vo 16 marzo 209 n. 30
Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione
delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento
(GU 4 aprile 2009 n.79). In vigore dal 19/4/2009
Deliberazione Autorità Vigilanza Contratti pubblici 1/3/2009
(GU 18 aprile 2009 n.90)
Soggetti tenuti al versamento del contributo a favore dell’Autorità
e relative modalità, in attuazione all’articolo 1, commi 65 e 67 della
Legge 23 dicembre 2005 n. 266, per l’anno 2009 (in vigore dal 1
marzo 2009).
Provvedimento Autorità vigilanza contratti pubblici 15 gennaio
2009 (GU 6 aprile 2009 n. 80)
Regolamento in materia di attività di vigilanza e accertamenti ispettivi
di competenza dell’Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici di lavori, servizi e forniture di cui all’articolo8, comma 3,
del decreto legislativo 163/2006.

D. Min. Economia e Finanze 26 marzo 2009 (GU 27 aprile 2009
n.96);
Pagamento dell’imposta sul valore aggiunto al momento dell’effettiva
riscossione del corrispettivo (riguarda i soggetti che applicano
il “reverse charge”), in vigore dal 28 aprile 2009.
Decreto Ministero Infrastrutture e trasporti 30 aprile 2009 (GU
del 9 maggio 2009 n.106).
Rilevazione dei prezzi medi per l’anno 2007 e delle variazioni percentuali,
su base semestrale, superiori all’8%, relative all’anno
2008, ai fini della determinazione delle compensazioni dei singoli
prezzi dei materiali da costruzione più significativi.
Provvedimento Agenzia Entrate 6 maggio 2009 n. 57639
Approvazione del modello di comunicazione per lavori concernenti
interventi di riqualificazione energetica che proseguono oltre
il periodo d’imposta nonchè delle modalità di comunicazione all’Agenzia
delle entrate dei dati in possesso dell’ENEA.
Circolare Agenzia Territorio 11 maggio 2009 n.1
Sperimentazione nuove procedure di prima iscrizione degli immobili
al Catasto edilizio urbano.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4- 103

A proposito di Piani attuativi
Trattasi di un argomento prettamente urbanistico: potete cortesemente
rispondere a questi due quesiti?
1) Nel caso in cui un Piano attuativo è presentato dall’80% degli aventi
diritto e il 20% non aderisse, come viene liquidata questa minoranza?
vi è una specifica procedura?
2) Può essere approvato dalla Giunta comunale un Piano attuativo
conforme al Prg in un Comune sotto i 5.000 abitanti non dotato di
P.G.T., o la delibera è di Consiglio?
Grazie e distinti saluti
geom. P.L.
La legge regionale 4/08 ha modificato il precedente articolo 12, comma
4, prevedendo che per la presentazione del Piano attuativo è sufficiente
il concorso dei proprietari degli immobili interessati rappresentanti la
maggioranza assoluta del valore di detti immobili in base all’impobilie
catastale ed ha aggiunto che gli stessi proprietari siano costituiti in consorzio
ai sensi dell’articolo 27, comma 5, della legge 166/02.
Il sindaco, in tal caso, provvede entro dieci giorni dalla data di presentazione
del piano attuativo ad attivare la procedura di cui all’articolo 27,
comma 5, della legge 166/02 ed il termine di 90 giorni di cui all’articolo
14, comma 1, della legge regionale 12/05 decorre a far tempo dalla conclusione
della suddetta procedura.
Relativamente alla competenza per l’approvazione del Piano attuativo,
la modifica introdotta con la legge regionale 5/09 ha stabilito che la
competenza per l’adozione e l’approvazione di un piano attuativo,
anche se conforme al Prg, è del Consiglio comunale.
geom. Antonio Gnecchi
Costruzione box interrati in zona agricola
Vorrei sottoporvi alcuni quesiti:
1) Per la costruzione di nuovi parcheggi in zona agricola è opportuno
utilizzare i parametri della legge 122/89 o quelli della legge 93/80 per
l’edificazione in zona agricola?
2) Nel caso si utilizzi la legge 122/89 si può costruire a confine, ma solo
nel caso l’edificio sia totalmente interrato, o anche se sporge 1 metro
dal profilo attuale del terreno?
3) L’eventuale sporgenza oltre il profilo del terreno, può essere considerata
volume tecnico e quindi essere costruito a confine?
Grazie
geom. V.R.
È doveroso puntualizzare per l’ennesima volta che la legge 122/89 ha
emanato sostanzialmente, tra le altre, due diverse disposizioni:
1. La prima riguarda il raddoppio della dotazione di parcheggi pertinenziali
per le nuove costruzioni (articolo 2, di modifica al precedente
41 sexies della legge 1150/42);
2. La seconda riguarda la possibilità di realizzare, in deroga agli stru-
104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
menti urbanistici, parcheggi pertinanziali a servizio di fabbricati esistenti,
anche oltre la dotazione minima abbligatoria, con permesso di
costruire gratuito, purché siano edificati al piano terra degli edifici o
interrati (anche in aree separate dalle unità immobilari), subordinatamente
alla presentazione di vincolo pertinenziale (art. 9).
Queste autorimesse sono ammesse anche per unità immobiliari diverse
dalla residenza, e comunque anche in zona agricola.
La legge regionale 93/80 è stata abrogata dalla legge regionale 12/05
ed i suoi contenuti sono confluiti nel titolo III, parte II.
Se si vogliono realizzare box interrati in zona agricola si deve far riferimento
alle NTA del Prg o Pgt, in via ordinaria. Dalle norme si potranno
conoscere tutte le condizioni ed i parametri ai quali attenersi, compreso
distanze confini, eventuale fuoriuscita di una parte del manufatto.
Diversamente, se si vuole utilizzre la legge 122/89 (intesa come
applicazione dell’articolo 9, in deroga per unità immobiliari presenti in
zona agricola), i box devono essere interrati (o secondo norma di Prg
o Pgt), ma non possono essere interrati in modo artificioso, al di sopra
del livello di campagna precedente la costruzione. Ovviamente si
dovrà presentare l’atto di vincolo. Non può comunque essere considerata
volume tecnico la parte del garage sporgente dal profilo del
terreno.
geom. Antonio Gnecchi
Cambio d’uso in zona agricola
Ho un fabbricato agricolo in zona verde, destinato in parte a residenza
e in parte a laboratorio artigianale (strano ma vero).
Ho inoltrato al Comune richiesta di permesso di costruire per un parziale
cambio di destinazione d’uso da laboratorio ad abitazione (in pratica
vorrei utilizzare parte del laboratorio esistente per aumentare la
superficie dell’appartamento, pure esistente). Il Comune mi chiede la
verifica del 20% per ampliamenti volumetrici in zona agricola. È corretto?
geom. G.L.
Innanzitutto occorre precisare che il cambio d’uso è cosa ben diversa
dall’ampliamento.
Il mutamento della destinazione d’uso è disciplinato dagli articoli da
51 a 54 della legge regionale 12/05. A tale riguardo occorre tenere presenti
alcuni punti fermi:
– distinguere i cambi d’uso con opere e senza opere;
– rilevanza solo se il passaggio di destinazione avviene fra tipologie
funzionalmente autonome dal punto di vista edilizio (abitative, direzionali,
commerciali, produttive, agricole);
– le destinazioni rilevanti sono quelle che hanno diversa incidenza
degli standard sulla dotazione di parcheggi, infrastrutture, strade,
fogne e altre opere di urbanizzazione;
– l’accertamento della preesistenza di un uso.
La legge regionale n. 4 del 14 marzo 2008 ha modificato l’articolo 51,
comma 1 della legge regionale 12/05, stabilendo che le destinazioni
principali, complementari, accessorie o compatibili, possono coesi

stere senza limitazioni percentuali e possono, tra esse, sempre variare,
salvo quelle escluse dal Ptg.
L’ampliamento, secondo la terminologia che viene utilizzata per definire
gli interventi edilizi di cui all’articolo 3, comma 1, lettera e/1 del
Dpr 380/01 e all’articolo 27, comma 1, lettera e/1 della legge regionale
12/05 costituisce la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o
interrati, all’esterno della sagoma esistente, fermo restando quanto
stabilito per le pertinenze alla successiva lettera e/6.
In questo caso si devono applicare le norme del Ptg o Prg che disciplinano
le zone agricole.
geom. Antonio Gnecchi
Ponteggi sul confine
A confine su due lati della proprietà di una mia cliente il vicino intende
costruire una villa (demolizione e ricostruzione: concessione edilizia
approvata). Per fare ciò è necessario mettere l’impalcatura sul terreno
della mia cliente. Esiste una legge che la obbliga ad acconsentire? può
chiedere una indennità? con quali criteri e per quale somma? O può
rifiutarsi?
Grazie
geom. U.G.
Ovviamente si deve chiedere il consenso, meglio se scritto, del vicino
inviando all’interessato una raccomandata A.R. se non corrono buoni
rapporti, informandolo dei lavori che si intendono intraprendere, delle
modalità e dei tempi, assicurando oltre che il ripristino dello stato dei
luoghi, il pagamento di eventuali danni arrecati. In caso di rifiuto bisogna
rivolgersi ad un legale per raggiungere lo scopo voluto.
geom. Antonio Gnecchi
Servitú coattiva
Nell’effettuare lavori di rifacimento fognario ho scoperto che il proprietario
dell’appartamento confinante scarica il suo bagno nella mia
vasca di decantazione, che poi va a scaricare nella fognatura comunale.
Ciò avviene attraversando con un tubo il sottosuolo del mio muro di
confine. Cosa devo fare?
S.D.R.
La situazione descritta identifica una servitú di fognatura, equiparata
dalla giurisprudenza alla servitú di scarico coattivo, disciplinata dall’art.
1043 del Codice civile (tra le ultime, Corte d’Appello di Napoli,
30 maggio 2008).
Presupposto delle servitú coattive è la sussistenza di elementi ai quali
una norma giuridica ricollega l’obbligo di costituire una servitú avente
un determinato contenuto tipico, previsto dalla legge.
Ad esempio, nella servitú di passaggio coattivo, la mancanza di accesso
alla pubblica via. Per le servitú di scarico coattivo è richiesto
che il proprietario del fondo non disponga di alcuna possibile alternativa
(al passaggio della propria conduttura di scarico), ovvero possa
attuarne in alternativa di eccessivamente dispendiose o disagevoli,
onde l’attraversamento del fondo del vicino costituisca l’unica via
percorribile (Palazzolo, «Servitú coattive» in Enciclopedia giuridica
Treccani).
Per la costituzione di servitú di fognatura, in particolare, non è necessaria
la presenza di una interclusione assolutamente non altrimenti
eliminabile, ma è sufficiente che sussistano le condizioni previste
dall’articolo 1037 del Codice civile e cioè, tra le altre, la convenienza
e il minore pregiudizio per il fondo servente del passaggio di
condotta fognaria richiesto, in rapporto alla situazione dei luoghi e
delle condizioni espressamente richiamate nell’ultima parte dell’articolo
1037 del Codice civile (Cassazione 24 maggio 2004 n. 9926).
In ogni caso, la costituzione della servitù coattiva dovrà comunque
avvenire per contratto, oppure, sul diniego del proprietario del fondo
servente, per sentenza.
Alla luce delle suesposte considerazioni di carattere generale, il diritto
del confinante di mantenere la condotta fognaria sul terreno servente
legittima il proprietario di quest’ultimo ad esigere la corresponsione
di una indennità per l’imposizione della servitú, ai sensi dell’articolo
1038 del Codice civile, che, se non riconosciuta e versata spontaneamente,
può essere richiesta giudizialmente.
Ove invece difettino i presupposti per l’imposizione della servitú coattiva,
il proprietario del fondo asseritamente servente potrà agire nei
confronti del vicino con l’azione negatoria (articolo 949, Codice civile),
al fine di ottenere una pronuncia che neghi la sussistenza del diritto
reale di servitú preteso dal confinante, disponga la rimozione e la rimessa
in pristino stato, nonché il risarcimento del danno (Cassazione,
5 agosto 2005, n. 16495)
(Da “L’esperto risponde”, 24 agosto 2009, Il Sole 24 Ore)
IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4 - 105

Aggiornamento Albo
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 10 luglio 2009
N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza
5927 Corrà Emanuele Iseo (Bs) 02/12/1977 25054 Marone (Bs) via A. Fra,chi 25
5928 Surini Michele Lovere (Bg) 09/05/1984 25052 Piancogno (Bs) via V. Veneto 28/D (Iscr. su trasf. da Bergamo)
5829 Tiraboschi Jessica Brescia 30/03/1976 25081 Bedizzole (Bs) via Campagnola 30
5930 Fiora Mara Leno (Bs) 26/09/1976 25016 Ghedi (Bs) via Fogazzaro 21
5931 Strano Mauro Iseo (Bs) 06/02/1984 25049 Iseo (Bs) via S. Bonomelli 69/B
5932 Terlisio Davide Riva d. Garda (Tn) 30/06/1982 25010 Tremosine (Bs) via Terra 4
5933 Spadini Simone Modena 19/07/1972 25083 Gardone R. (Bs) via Bezzuglio 9
5934 Bianchi Alessandro Brescia 10/04/1985 25067 Lumezzane (Bs) via Cop 52
5935 Ronchi Stefano Breno (Bs) 06/01/1982 25040 Berzo Demo (Bs) via Aldo Moro 4
5936 Arici Enrico Brescia 22/06/1985 25080 Nuvolera (Bs) via Voltoi 23
5937 Conter Veronica Gavardo (Bs) 14/07/1980 25080 Muscoline (Bs) via Papa Giovanni P. II 5/B
5938 Franzoni Enrico Gavardo (Bs) 10/10/1982 25089 Villanuova s. C. (Bs) via Calchera 8
5939 Rocco Afredo Brescia 23/06/1987 25124 Brescia via Del Verrocchio 270
5940 Senini Stefano Desenzano d. G. 11/10/1985 25018 Montichiari (Bs) via dei Geroni 4
5941 Vitali Licia Gavardo (Bs) 31/05/1969 25087 Salò (Bs) via F. Calsone 22
5942 Zangarini Simone Montichiari (Bs) 13/10/1986 25024 Leno (Bs) via G. Pascoli 5 Fr. Castelletto
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 10 luglio 2009
N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo
2675 Cagna Gianmaria Villa Carcina (Bs) 20/03/1954 25069 Villa Carcina (Bs) via Scaluggia 127 Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 30 giugno 2009
N.Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo
5399 Pea Loris Brescia 16/06/1981 25128 Brescia via Fiume 32 Trasferimento a Milano
106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/4

108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5
memo
AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBO
Per consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sono
tenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusivamente
la seguente scheda:
PER AGGIORNARE GLI ELENCHI
DELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIA
IL COLLEGIO INVITA I GEOMETRI
A COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINE
QUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)
IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA
cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato il …………………………………………
luogo di residenza ……………………………………………………………………………………….. luogo dello studio ………………………………………………………………………………......
cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....
via ………………………………………………………………………………………………………………………... via ………………………………………………………………………………………………………………......
P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………
tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........
cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. e-mail …………………………………………………………………………………………………………....
data ……………………………………………………………………………………………………………………..
SPETT.LE
COLLEGIO DEI GEOMETRI
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12
FAX: 030/306867
firma ……………………………………………………………………………………………………………....
Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)
Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)
Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di
Previdenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la compilazione
di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte le
informazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamenti
alla Cassa di Previdenza.