Untitled - malastrada film

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I Siciliani 

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I Siciliani 

"I Siciliani" vengono avanti nel grande spazio della informazione 

e della cr.rltura, nel momento preciso in cui il problema del Meridio- 

ne d diventato finalmente, anzi storicamente, il problema dell'intera 

Nazione. Lo spaventoso lampo di violenza, che una dopo l'altra, ha 

reciso la vita di uomini (Mattarella, Costa, Pio La Torre, Dalla Chie 

sa) al vertice della societ), ha drammaticamente rappresentato e spie- 

gato la dimensione della mafia e della sua immane potenza. Ma que- 

sto lampo ha svelato una veritd piri alta e tragica: lamaha ddovun- 

que, rn tutta la societd italiana, a Palermo e Catania, come a Milano, 

Napoli o Roma, annidata in tutte le strutture come un inguaribile 

cancro. per cui l'ordine di uccidere Dalla Chiesa puo essere partito 

da un piccolo br,rnker mafioso di Catania, o da una delle imperscruta 

bili stanze politiche della capitale. 

E dietro la mafia, quel lampo sanguinoso ha fatto intravedere altri 

problemi immensi che per decenni sono stati considerati soltanto tra- 

gedie meridionali, cioe lontane, secolari, inamovibili, distaccate dal 

corpo vivo della Nazione e di cui semmai il Paese pagava il prezzo di 

una convivenz-a, e che invece appartengono drammaticamente a tutti 

gli italiani, costretti a sopportarne il danno. spesso il dolore, tavolta 

la disperaz-ione. 

Il mortale inquinamento del territorio di Priolo. per cui migliaia di 

esseri umani sono stati condannati a vivere, otto, dieci anni di meno 

di quanto non potrebbero se vivessero altrove; la base dei missili ato- 

mici a Comim contro la quale, a cinquemila, seimila chilometri di di- 

stanza, sono perfettamc'nte puntate altre testate nucleari: entro i pri' 

mi tre o quattro minuti dallo sc-oppio di un conflitto, mezza Sicilia e 

due milioni di esseri umani sparirebbero nella folgore atomica; la fe- 

rocia dilagante della camorra che, subaltema e alleata alla malia, sta 

putrcfacendo per sempre la qrande anima napoletzrra; I'emigrazione 

meridionale al nord, che dapprima d stata soprattutto la speculazione 

dcl grande capitale sulla poverti, ignoranza, disponibiliti di centinaia 

di migliaia di infelici, ed ora negli nnni della grande rectssione s'd 

trasformata in una grandc piaga sznguinosa che assedia le grandi citti, 

sctttntrionali: qucsti problcmi che la Naz-ione conosceva e che pe- 

ro rifiutava di riconoscre come suoi, sono apparsi nel lampo tragico 

di questi ultimi mcsi. Tutto quello che accade a Milano, Roma, Ve- 

nez-ia, Torino, nel bcne e nel male, appartitne anche ai meridionali, 

ai siciliani. Qrrcllo che accade nel meridione e in Sicilia, il btne e il 

male. la paura. il dolore. la poverti. la violenza, la bellez-z-a, la cultu- 

ra. la spermz-a, i vrgni, appartirrle a tutta la Nazione. 

giornale cli inchicste in tutti i campi dtlla socictir: poli- 

tica. attualiti. sport, spettacolo, costume, arte, vuolc ess€rc appunto 

il docunrcnto critico dr una realti meridionale che profondamente, 

ncl brrrr e nel male. appartiene a tr.rtti gli italiani. Un giomale che 

ogni nrcse sar) anche un libro da custodire. Libro della storia chc noi 

ririamil. S. ritt,r gir'6r, l)rr qi()rnu. 

I Siciliani 

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Sommario 

Dopo trent'anni ll ca' 

porale Nalbone 

asDetta ancora la 

pensione dl invalldi' 

ie. E una delle tante 

lncredlbili storie 

dell'ltalla ulf iciale, 

raccolta e racconta' 

ta da Michele Panta' 

leone. che ha cosl 

voluto dare fln dal 

primo momento la 

sua collabolazione a 

rl Sicilianir 

Attualita 

I'olitica 

Attualitir 

( 't L'ermellino, la volpe e la luPara 

d i A n t rt nio Rot'

t . tuetllcls I 

?1!lenilv

Attualitd I Siciliani - 5 

Magistrato 

in Sicilia: gli anni 

del coraggio e della paura 

L'ermellino 

lo uolpe 

e lq lupolu 

dl Anlonlo Roccurzo 

Molti anni fa ci fu un romanzo fiosi sono stati assolti per insuffi- 

fortunato, scritto da un magistrato cienza di prove, fra gli applausi della 

di Cassazione, dal titolo

I - l u e l l ! c l s 

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luru a a,rer8 ,BsncJB 

lp ollB..I 

(tuilod I0 

ottolg ltfl'' 

'(( Rll)JUl-i^SEIU 

rJl) rluJuela !UJJ uo.) 1od ;l ;l;elnl 

-p.r .rrllod oUJJ un .orrntzrpnlfi .rrllod 

o |rJ.) u n' (|.)!|BJJotnq-o^! |BJ ls-!u!ru lus 

n.r.rlod olla:l un 'o;rppglod 

o.r;l;od o;ra:l un Blf J.)s^tnJls(fJ ts Jf uau 

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JrJBrpuoJ ruorzelnlads 1p guorzu.r;do 

ul 'lp.rurlgtu tp autJap rp opud ,orrol 

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I Attualita I Siciliani -7 

Nella foto a sinistra: 

il sostituio 

procuratore di Catania 

Aldo Grassi 

opportuno che gli scandali avvengano. 

Non d mai un male. Cli scandali 

possono far paura solo a chi ha 

qualcosa da nascondere>. Citazione 

e tracluzione sono del dottor Antonino 

Cardaci, giudice istruttore del 

'Tribun4le 

di Catania impegnato da 

anni sul fronte di scottanti inchieste 

sui reati della pubblica antministrazione, 

uno dei pochi giudici catanesi 

che abbiano accettato (paura e silenzio 

sono spesso sinonimi?) di parlare 

con noi del ruolo del nragistrato in 

Sicilia. 

Ma cosa d successo tra le tetre nlura 

del Palazzo di Ciustizia di Catania? 

Di che cosa vengono sospettati 

alcuni giudici che vi svolgono il proprio 

delicatissimo lavoro? Tutto ha 

inizio da quattro voluminosi 

dossier-denuncia (tre dei quali anonimi) 

inviati da Catania al Consiglio 

Superiore della Magistratura. Fantasie 

cinematografiche (d di dieci anni 

fa uno splendido film sull'argomento) 

e racconti di fantaletteratura 

vi trovano esplosive conferme: vi si 

parla di magistrati della Procura che 

"frequentano" 

alcuni ('avalieri del 

Lavoro ed i loro alberghi sulla riviera, 

vi si insinua il dubbio che i ritardi 

accumulati nelle indagini su appalti 

truccati, su evasioni fiscali e su abusi 

di vario genere, non sizltttt soltanto 

frutto di difficolti lccnicl)c o ()rgantzzative. 

nra anchc clclla "lrcncvolenz.a" 

di alcuni giuclici crl altro ancora. 

Vi si parlai, iltsttttttttit, cli vcri c 

propri "insabbiatttclrti" 

tli 1'rtoccssi 

o indagini c()nlro pcrsorraggi cli rispettcl 

chieclenclo I'itltcrVcllt() ttl,l[()revolc 

del ('oltsiglio ltcr ritttttot'crc 

tutti gli oslacoli tlte cottttttttlttr.'ilttralciano 

I'Aziotti tlclla gitr.t iziir. 

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Attualitd 

neare. Ma quali sono in realtir le 

"difficoltir" 

che incontra un giudice 

catanese nell'adempimento delle 

proprie funzioni? 

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Attualitit 

I Siciliani - 11 

scconda allarnrata segnalazione al 

('SN4 in occasione di un convegno 

organ izzato dalla corrente moderata 

cli "Magistratura Indipendente" negli 

ultinri giorni del mese di ottobre 

in un grande albergo della riviera jonica. 

Questo il testo del telegrantnta 

inviato da D'Urso al Presidente Pertini, 

all'on. Ciancarlo De Carolis 

vice-presidente del clSM, al dottor 

Raffaele Bertoni coordinatore del 

comitato antimafla presso il CSM, 

al Ministro di Crazia e Giustizia Darida,ed 

al Prefetto antinrafia De 

corrotta ed ora inquinata dalla presenza 

nelle sue fila di Orazio C.Ferlito, 

cugino di Alfio, eletto alConsiglio 

comunale con i voti della delinquenza 

di S.Cristoforo e subito nominato 

assessore ai lavori pubblici 

(l'appalto della nuova Pretura d stato 

concesso quando Orazio Ferlito 

era assessore e, secondo quanto ha 

scritto il settimanale 

Francesco: 

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ac!pn!6) auoclel 

!uueô!0 :e.tlsap e 

erlsluls ep '(vd . ec 

-ueJ6olol euolzeu 

-rolul) u!qccaz oc 

-uerl rp olol elleN 

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(eJolejncoJd ol 

-nl!lsos) outJou6ts 

oloed '(alollnrlsl 

oclpnl6) !losuoc 

Qt!tenuv

Attualita 


Lavoro catanesi Rendo, Costanzo e 

Puglisi Cosentino. La preoccupazione 

del professor D'Urso era giustificata? 

Solo un gesto di gentilezza? 

Oppure un ulteriore prova di quanto 

poco. "autonoma ed indipendente" 

fosse divenuta la magistratura catanese? 

Un fatto d certo: a quel convegno 

parteciparono anche i rappresentanti 

del CSM membri della prima commissione 

di inchiesta inviati affinchd 

si rendessero conto della 

"scottante" 

situazione. Polemiche 

e smentite seguirono la voce (infine 

confermata sottovoce) dell'apertura 

di un'inchiesta conoscitiva sulla 

Procura della Repubblica e sulla sua 

aitivita recente, proprio in coincidenza 

della prossima nomina del 

Procuratore Capo. lnfine la convocazione 

a Roma dei "papabili" a 

quella ambita poltrona per un chiarimento 

sui dubbi e le accuse rivolte 

in esposti e dossier anonimi. 

Ma qual d il senso delle accuse rivolte 

ai magistrati della Procura? Lo 

stesso D'Urso, nel corso della gid citata 

trasmissione del TG2, aveva dato 

una sua interpretazione. Parlando 

a proposito della famosa intervista 

rilasciata dal generale Dalla 

Chiesa a Giorgio Bocca e della interpretazione 

da dare alle allarmate parole 

che il generale aveva avuto sul 

ruolo di Catania nel sistema mafioso, 

il professore aveva detto:

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-3J eJolsrnJoJd oônu lep euruou 

EI ? eurJr^ gqcrod elrln ollotu euJol 

-u 'er11our 'orlEensu olsan| 'rseu ep 

Illess"3 rsorollod ur rlsoJseu ou?Jo 

elsalqlul o11anb 'rssaoo;d ranb as el 

-rodur uoN 'acrp rs oluenb Ip olreJl 

-uoJ 

IB acsrEe po BuorzunJ BJnJoJd 

BI aqJ eJ€Jlsor,urp Ip PlrsseJau elpp 

olsodun o1so11n1d eru 'oeueluods 

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rs eqJ ? BsnJJ!p auorssordrur("I 'rllens 

-aJ?IAI Ep ozzeled e 11un1E rarssop 

rap elurds EIIns ..olle.llep(. alelrJal 

-los elels ouprs orJerzrpnrE ruorzecru 

-nluoc el eqJ osnlJse e uou 'e;nJo:4 

EI Olrlsaûr ouueq eqJ rJoJeJ eqJrur 

-o1od a1 :ad o rprelu Ilsonb rod olJd 

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4 rp rr{JJa^ o oluaElrEy 

rp epunqrJl lep 0 ezu?urd rp BrpJBnD 

e11ap tl.rodduJ rp eseq BIIns rssar,ua 

Iluaurpelôrd rp e11e.r1 rs osec otu 

-ud 

1ou :rpre1 oddorl el€^rJJ€ ouos 

'eEo;p o €UBur rad a11enb o (rcerg 

a ozu?lso3 'opuay aqcuu olunrE 

-Eer ouueq esse rp a:1) ele8y,q arol 

-pJnJoJd olnlrlsos pp assaua aranb 

-ur1ep rad auorzerJosse e BSIBJ euoz 

-BJnll€J\'elBJsIJ euoIsBAe rad atruztp 

-nrE ruorzecrunruoJ I4 eT 'oleluarJo 

elllrls sllep a p1113 EIIep ozroJs 

oulrurlu Ir uoJ a aluaru?lsoJsuu rslus 

-sassodrur rp rsorJ?r.u o rluanbullap e 

olrluasuoJ Bq orJerzrpnrE oluan;a1ur 

ogat un rp oqJue ezuereJ e1 :olrade 

enbunuroc ulsar onrleEorralur azre:E 

un '?lr^rllolloJ EI osJa^ EsoJsôp 

asroJ a olrln Blels eqqalss anbunu 

-oJ ar4J ulsodsrr eun el€p e1z1s q 'ar 

-rur BIIep e Bzuelor^ ellep elEeJ euors 

-uaurp Pun olep ouu?q alserqJur rl 

-er !oura1e4 rp eleunqrJJ lup a11red 

ouBls rseuulBs oJo^31 I3p rJetlB^?J 

rep aqJuu eJprqc ocod ruorzurado 

auncle eJnl elle olulrod ouuBq aqJ 

olserqJur IluaJoJ el oqJ olluJ un 

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lap luoltsa8 alussud ollos lluJts 

-r8eur runr;e ep llnuallpJlur a:alod 

rp a rcrllod llualque uoc rure8al 11 

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IIJaJ Bp aluar.uB^rlrurJap 

rsopuBJJBlstp'BlrJnpur pa elelrlrq 

-oru 

? rs 'olelpunb ollp.J Brl BJnlEJls 

-rEeu e1 Qor) 'ErJBur 

ulle u1lol ellau 

opuoJ u aJppuu rp aluJotu ezua8rsa,; 

olrdeo eq 'rurEepur 

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otuJaled 'elual el EJJaI rs a aEuerd 

BruPlsJ 3 erzusnrD el eJlueu a 

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1ap olla8Eo oturtsr8eu lI '(erJBru 

auorlsanb ellu euorzeleJ ur eleuorz 

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Essa aqJ alerauaE prd olecrgruErs 1r 

Bru 'epuecrn 

ullep oltJatu p rnb ulrod 

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au rlerlslEeyl alzuorzuN auorzercos 

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BIIep a e1loJ rp otuatuutnu olsanb 

rp erordu uT 'or.uJaled -uap Bun rp euotzEr.uJeJJp.l eqJuB ?.3 

auoJIEC acrpnrE 1ap aloted aleN 

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1ap ouollsaE ellau ezzercrqJ e^rllu 

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un gred apuodsuroc qrJ V '€rJuul 

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olonJ un p3 elerJos PZuarJsoJ ellep ul 

-rJseJJ alevnd rp rleuEas ouos rc rod 

a 'osorJBrrl ?uelsrs lap essq BIIB al 

-uarzud euorze(un opuaS;ons ouulls 

'euud olleJ EJa rs uou eqc o11anb 

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-sB pB EzuelsrssB Ip olssnJJB 'rJ"JD 

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oloud eJoleJncord o1n11sos Ir or{Juu 

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ptlsolorued EIIap e ptlorlJJlp ulsanb 

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-es aJElocrrc sqqep OuoJled eqJ ollBJ 

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lluls ouos rorpntE IlloI tr -rJupref, 

asausleJ orollrulsr acrpnt8 Ir EloJ 

-ue g arzlred e -o1u:lsrEeu 

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Ip allrlJJIp prd eluauegac q rEE6> 

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ur osorJetu aralod 1ap eddeur eônu 

BIIep EuJapou auozelardJetur ?lleu 

r1?errds rônu ourJJad oilade ouupq 

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Attualitit 

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provvedimento disciplinare cui fa riregolaritd esse sono di carattere soferimento 

la dottoressa Paciotti, d stanziale e non formale. Ciod ci si 

Luigi D'Urso, giudice a latere di Pa- trova di fronte ad un apparato forlermo.male 

(atti, provvedimenti) formal- 

estltlod 9 t !ue!l!cls I 

snrFilod 

prpa"Dut o 

oDS.DI lJ 

u$s'na ! 

osnuoJ lp 

-r.rcl :rirerprrs rns ouJros o ollJllor oslo:lslp un ol€l or13o11 

.ror8;l-uru Il olc;Snllstp e c:tdltlr lp ()llnllltlE ()pul?'1lJ) 'E0lllll 

-()clruJlr.r():) J Jllllr)l olJssJ o,\Jp c'ltlJ(ttluJnlEu JIgllb g'I 'eJttll()le 

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-()rr tJp uijcnn rp irlIrllelcl,rs o t:lt,r u:ls,'rtt l?llJP lltll?il ts etlrtocl 

l t r n i t t i u i i . t J c l t l r t t t t r t t : t l n . l l ( l ' t . r l t t l ( ) ' ltl l? l s s l t u I . l c t l o c l t u u - t c 1 t t t t 

- r r s ' t t l o i r - t l l t trt 1 3 c p r l . r c r t t r ' r p : e t r i s ( ) l ( ) ' l l ( ) s ' l ? l l t r l S D l t t ( ) l ( ) : E) l l J t l 

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Politica 

C"io pr.n'attr.,, pcr cal;rirc c\tlltalllelltc la situazione sicilia- 

.a, r'altilarc ci.d il'sig.ilicat() clcll'inlpiartt. cli nrissili ttucleari 

in Sicilia, .5n19[bc opllt,rttttlt' inttttagilrarc (nta tlott. ci r"uolc 

nrttlta l'atttasia) la croltaca cli quatttO accaclut() lll url gl()rll() ll'llnrccisato 

clello scorso itg()st(), pttco prirrtit clcl n)c/,/()sit)rtl() a 

'N,1,,t.n, 

ilr urro clci ntisteriosi s()tterrallCi clcl ( rentlitltt (a prttVa 

cli otlcsa al()rrlicil ltalur:lllllclllc, poiclr6 i capi politici ecl i ntassirrri 

slratcghi, siiiltt, cssi cluri capit:tlisti regarliarri, i'pprrre eupi 

nrarxlcnirristi,11i111111r 111'oVVcclut() I)cl'tenlp() c perlcttllltlelltc 

alla lt,r't, itrcolurrrit:\ c rcatttllcrctrlrcr() ccrtalllcl)tc all'allocalissc 

al()n)iea, salvo poi csscrc itttlliccati clai virrcitori o, alla ntcglio, 

csscrc clivor:rti cla qttalcltc all'alllala [rartcla cli \ul]er\titi)' 

Et,ba,,a in qucl tttattittt, tli qtrcll'intDrccisalt' giortto cl'cst:ttc, 

al ( r'cnrlino si d riuttittt tltl vcrticc \tratcgic() al qualc ltatltttt 

partccipattt nrirtistri clclla gucl'ra, nrarcscialli c scic.rtziati. 

l)all'lralia cra aIri.,:rta nt'tizia cltc cratto \tatl c()llcC\\l I prlllll 

appalti pcr la c()\lru/i()t)c clclla lrasc cli rllissili tltlclcari a ( ontisi,. 

I a riotizia prccisava citc gratt partc clegli apl)alti crall() st:lti 

ct,rrccr,si a cavalicri tlel lavttro, siciliarli c scttclltri()lltlli, c qucst(r 

l):lrtic()lafc a\cva l'att() tttla grattclc itltpressiottc pcrclte atlchc 

al ( r'cnrlintr d giurrta vocc ciclla straortlirtaria lrritvuril e rilnirlitd 

rlci cavalicri ncll'csccuzit,ttc clcllc ()l)cre ptrbblichc. Su 

,,,,,,1t,,ta1a rlcl grirrtrlc silltrtlc strllcl'lllllc(r lll('\c(r\ilil 'i 'lell(lc\ll 

la rrrirppa clci duc ctrrisl'cri strlla qualc ( otttiso cra irtclicetta cttnrc 

rrit 1'rutttt,lilto r(r:,:,o c lttt.tliltt,stt itl ttlczztt all'azztrrro clel 

l\'lcclit crranco. 

La rurriorrc e stata Iurtgit c itPlrtt,lt,tltlitlr. l't'litici c nlilitari 

J()\'ictici ltarttto csarttittalo tutti gli aspctti clella situaziotrc' al 

linc tli irrtlicarc csilttanlclttc quali otricttivi itt terra rtlsslt i Iltirsili 

sicilialri potrcbtrcro cvcl)tuallllcl)tc cttlpirc c, riecvctsa, cla 

quali basi sor"icticltc l'ilttlliattlo cli ( ontiso I)()tcva esscrc raggiutttt, 

c (listfutt() rrcl lliir [rrcvc tctltl'rtt possibilc..l'arc c]le clicci 

irrirsili a tcslala at()tllica bastitlo. Si tratta cli stahilirc llert'ettan)cntc 

traictt()ric c r()tlc, rolra eltc i solirticatissillti et'tlscgtti 

clcttronici cli pur)tcria l)()\s()ll() clccill'arc itt llocltissitlto tcll)p()' 

( rrnrunquc aila l'ilrc d slitltt clccistt cli al'litlarc acl una 6quipc 

scicrrtilico-nrilitarc il ct,tllpit() cli lllcttcrc l)crlcltillllclltc a ptll)t() 

cnlr(r cluc arrni (ciod ltrirtra cllc la e()sll'tl/iotrc dclla [.arc:ia 

conrltlctata) utla strtttttlra ollctlsiVa clrc tla trasi cli tcrra o clal 

litrrcit' rlcl nlarc, [)cr tttczzt, cli st'lttrttcrgibili at()ll)ici, o l'orsc 

artcltc clallo sltazio clagli itlltttittcttli \atclliti ltuelcari, Pt':rn 

c()nccr)trilrc sJ ( ttrttistt (gucrra t'l lctt:ir'a o rciillil'a 111r11 i111nit1ta) 

un uragarlo rlttclcitrc itt tttclto cli rlovatttil sccottcli. Nci calct,li 

d prelista utta apltrossitttazit,tlc clcl clicci l)cr ccl)t(), il cllc 

sigrrilica chc, l)cr a',crc la ccrtc//a tli clistr-trggcr-c Ia basc cli ( onrlso 

ncl raggio tli clicci clrilt,lllctri, rictrc l)rcvista ttlt:t clistruzit,rrc 

dcll'aica circ()\tilt)tc, l)cr il faggi(t cli ccltto cltilotttctti' 

Valc a clirc cla N4cssirta a ( al)() l'asscto. ( itca trcccttto ll-a citti\ 

c rracsi c lrc rrtiliorri cli abitarrti. 

L'aquip. sovicticit si e tttcssa sulrito al lavoro Sciclrziati c 

nrilitari clcsignati accoppialto la tlisciplina cicca clcl [rttort tltarxista 

alla pazietttc lalltasia clclla gclrtc rltssa. Itt cltlc\t() ll)()lllcl]to 

clutrquc ill utt latr()ratorio tltistcriostr clcl tct-ritorio 111sstt, e'd 

tun teanr di tccnici c slratcgl)i clrc sta lar oratttlo csclltsir atltcttlc 

a que\t() l)r()gctt(): ull \i\tcllla cli 0llcsa ttttclcarc cllc, itt Itlcrlo 

cli ccrrto iccrirrcli, l-rossa irrlallitrilrtrctttc ttcciclcrc tlc rlrilittlri cli 

siciliarri itt trtczzt, ai quali ei otloriattto cli cssctc it' cllc scriro c 

roi cltc lcggctc, i rtostri gctlitt'ri, lratclli, iigli, arrlici, ctl attcltc 

1. a',tg llorc lta\ccltttl)(), lc slratlc clt,rc citltltttitliattto, i Itoslri libri 

l)a;/icrllclllclltc racc()lti, lc lirtour-itlic di ttc gcllctltziotli, il 

cliplt,nra cli laurca, il librctto di titllltrtltit', c lttttc tltrcllc ltltrc 

irriirritc, nriltusct,lc, prct iosc cosc cltc c()tlll)()llLl()ll() la rtosll-a 

iita. l)a qucl gi()rt)() cli cslatc, rlrczza Sicilia, clttclli clrc siartlo 

riri c quclli eltc rtasecratttlt" sitril ((r\ltullit lt ritctc e()ll clLtc\ta 

ipotcsi cli nttirlc ttlortticit st,l'rra llt lc\lA, Ll!l'All()eltlissc clrc lirl sc 

riorr si rcr-iliclrcra Iltai c ttlttli\ ia tliclttc csclttdc cltc llos'.it accitclcrc 

(attcltc pcr crl'()rc) tla ttlt Ittotttcltlo all'altl-t' itt tltertt' tli 

ccnto scconcli. Si sotto apploltriati cli ttlla partc cli tttti ccl atlcltc 

cli urra partc tlcll'atttolc ltcr ittostti ligli. LJrt giotlto ltccaclt-:t 

tltc intrstli ligli o rril-roti cltc alreotA tlctrholto Illt\c(tc ei gttltt- 


clcralttto rtcgli ttcclri c()ll tlll st,rriso sprczzalltc, c ci chicclcratlr)o: 

r,'tri clovc crar.Atc qttaltclo ltr clccistt cli cortruirc la trasc tlci 

nrrssili a ( onriso c cottclarutarci cluintli ad utta vita Ptorrirotia. 

( onrc Vi \iclc l)cnllc\si cli atlllr-ollrial.\ i attcltc clcl ttostro clcstin() 

r.lnlAn() pt'itrta artcora cltc Iossittto eottccllili. LJtt cssctc tttrtarro 

al l'litto cla urr'Atrocc irrguarilrilc clclirrrrtitir, il cltralc al)l)rcllclc 

clrc il paclrc lttrr saltcttclo chc sarclrtrc lllll() lllAlill(), dclorlttc 

c ilrlclicc, \'()llc tutta\ia cgtlitltl)ctllc litrlo Ititscctc, lra il tliritto 

cli \l)utarc in laccia al patlrc. 

f-l 

ll nrcnlrc Iullir quc\lll c()\tl lcrri[)ilc accaclc, lil t)osllil lttitsslrrra 

rcAzit,ltc d \talil urta l'llllcl)ll()\tl l)r()tc\til clcll'ltsscttllrlca tcgiottalc, 

i ltolitici siciliarri si sol)o iltlitlratritli ttcl loto itltPlttttito 

silcrrzio, i sirrclacati trtziottali clisltosti lt [rallctsi ltlrcllt('tl)ctllc 

pct lc "urta lattlttttt", rotto ritttilsti itl slitto cli clrcl tldiltc. lttigliaia 

cli but,tti titgttsat)i llatttl() c\l)rcs\(r \(rl)rilltull() lit lt'rt' 

l'rrcoccuPaziottc sull'ccluo pt'czzt, dcglicsl'rtttpri llcl gliirrrllilrrrti 

nrilitari, allr-i startttr, lclrtrriltttctttc orgitttizzalttlo (lu:tlcllc lrtl('rra 

irriziatiracorttntcrciitlc, altrcrglri, rilllrggiltrlistici, lralcrc, r'istorarrli 

ripiei (cla qLrcllc parti:i lit lit llligli(rrc sllsicciil clcl 

lrrolrclo) pcr-la poptrlitziottc clci nrilitlrri eltc llrcsitliclitttttt' la 

t-rasc. lnulilc irrrliglritrci sc clit ccttlo artlti lo St:tlo ilitliittto ci 

tratta (la colorriil. I'cr-incagrirciti\ lttrlitieit c l)cr \lfill('tlcll./it l)()prrlalc, 

lr()lll)() \l)c\\() tttcliliittrtrt cli cssctlt,. l: iltrccc sittc[rtrc 

tcntpo cltc itttlliltltssittto ltcl crscrc litlltllttcttlc llittltolti tlcl ttostro 

clcslirto slotieo, slrccic qttlttttlo csso coirtciclc e()ll tlllil glitllclc 

catrsrr cirilc c unlar)it.

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GRAZIE 

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ABBIAMO ILVIZIO 

DICONSUMARE MENO 

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': .t::i:iiiii:, 

ll segreto der bassr consumr votvo sta netta proverbrate quatrla c n.,rra avanzara lecroogra a" #1"'J|i::iit",'ioil,"""il;,,,,ru',,',,"i't, 

turboallmentato mediante gas dr scartco n grado dr lornrre polenza e coppra rrolncc mollo olL.vale o I l)cr{cilo cqurlrbr o della 

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manutenzlone Syslem Servtce )conlnbutscono a fldurre lcor'rsLnrr specrfrO 1ilto:r rvr:llr bassrssrnrr 

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I Siciliani -20 Attualita 

Improwisirmente 

sono apparsi 

sulla grande ribalta 

nazionale, 

ed hanno dato 

spettacolo di s6. 

Ma chi sono, da 

dove vengoro, 

che valore hanno 

Costanzo, 

Rendo, Graci, 

Finorchiffo, 

questi quattro 

personaggi oramai 

famosi? 

Prima pero bisogna 

capire 

cos'd la mafia 

ottanta ... 

I quoltro 

dell'qpocoliss

Attualita I Siciliani - 21 

Gouolieri 

dl Gluseppe Fovc 

Per parlare dei cavalieri di Catania 

e capire cosa essi effettivamente 

siano, protagonisti, comparse 

o semplicemente innocui e 

spaventati spettatori della grande 

tragedia mafiosa che sta facendo 

vacillare la Nazione, bisogna prima 

avere perfettamente chiara la 

struttura della mafia negli anni ottanta, 

nei suoi tre livelli: gli uccisori, 

i pensatori, i politici. E per 

meglio intendere tutto bisogna 

prima capire e identificare le prede 

della mafia nel nostro tempo. 

Uria breve storia, terribile e perd 

mai annoiante, poich6 continuamente 

vedremo balzare innanzi, 

come su un'immensa ribalta, tutti 

i personaggi. Ognuno a recitare se 

stesso (Pirandello i qui di casa) 

nel gioco delle parti. 

Negli anni ottanta le prede della 

mafia si dividono in due categorie 

perfettamente separate che trovano 

prrnti di contatto soltanto in alcune 

fatali complicitd organizzative. 

L'una categoria raggruppa tutte le 

tradizionali vocazioni criminali volte 

al taglieggiamento dell'economia, 

i cosiddetti 

"racket", che controlla- 

no quasi tutte le attivitzr economiche 

di una grande cittir: i mercati generali; 

le concessionarie di prodotti indu-

I Siciliani -22 

striali, auto, elettrodomestici, televisori; 

negozi, teatri, alberghi, night; e 

su ogni attivitd impongono una taglia, 

una specie di tassa che I'operatore 

economico d costretto a pagare 

se non vuole correre il rischio di veder 

bruciare la propria azienda, o 

vedersi sciancato da alcune revolverate. 

In taluni casi d'essere ucciso. 

Si tratta di un giro di centinaia o 

migliaia di miliardi, perd frantumati 

e dispersi in un'infinitd di rivoli e canali. 

Un apparato mafioso che lentamente, 

inesorabilmente ha risalito 

la penisola inquinando anche le 

grandi cittd del nord, oramai da anni 

anch'esse'violentate da sparatorie, 

stragi, violenze dalle quali emergono 

sempre volti e nomi di criminali 

emigrati dalla Sicilia, da Napoli, 

dalla Calabria. E la mafia cosiddetta 

dei manovali, senza vertici, continuamente 

sconvolta da una battaglia 

interna per il predominio in un 

quartiere o un settore. 

Basta che un racket tenti di invadere 

il territorio di un altro, o cerchi 

di imporre estorsioni in un diverso 

settore economico, e lo scontro d fatale. 

Sempre mortale. Dura sei mesi, 

un anno, una fiamma di odio che insanguina 

un quartiere, a volte percorre 

anche il territorio della nazione 

da una grande cittd all'altra, Catania, 

Napoli, Milano, Torino laddove 

i rackets in lotta cercano disperatamente 

alleanze e armi, spesso tra 

consanguinei, amici, parenti, fratelli. 

Una caratteristica di questa mafia 

d infatti la presenza costante della 

famiglia, ciod del rapporto di parentela 

fra molti membri dello stesso 

clan. Un giudice milanese ebbe a dire, 

forse senza nemmeno voler essere 

cinico: "Una possibilitd di pace, di armistizio, 

nemmeno di compromesso e spesso 

dura mortalmente fino al fatale annientamento 

del clan avverso, dovunque 

abbia trovato scarnPo lo 

sconfitto o il superstite. La vendetta 

lo perseguiterd fino nella pii profonda 

cella di carcere. 

E la mafia che mrete la quasl totalitd 

delle vittime, centinaia, forse 

migliaia ogni anno in tutte le cittd 

della Sicilia e dell'ltalia. Quasi tutte 

le vittime sono anch'esse creature 

criminali, o loro complici, talvolta 

anche avvocati, medici, funzionari, 

insospettabili burocrati o professionisti 

che in un modo o nell'altro si 

sono lasciati adescare e sottomettere 

da un racket mafioso. Al momento 

in cui quel racket entra in guerra cadono 

anche le loro teste. E una mafia 

che sembra animata da una tragica 

vocazione al suicidio e tuttavia 

continuamente si rinnova, una specie 

di fetido tenia oramai intanato 

nel ventre della Nazione, dove si ingrassa, 

ininterrottamente divora se 

stesso e ricresce. Sociologicamente 

sarebbe forse piil esatto definirlo 

gangsterismo ma, come ora vedremo, 

esso d perd, mortalmente, indissolubilmente 

legato, proprio in un 

rapporto fra manovalanza e ingegneria, 

al grande fenomeno mafioso. 

E qui c'd il salto di qualitd, diremmo 

di cultura criminale, fra le prede 

mafiose tradizionali di base, mercati, 

estorsioni, sequestri di persona e 

le nuove grandi prede che caratterizzano 

gli anni ottanta ed hanno fatto 

della mafia una autentica tragedia 

politica nazionale. Esse sono essen- 

buona famiglia mezialmente 

due: il denaro pubblico e 

la droga. Il distacco d vertiginoso. E 

ridionalc all'antica, in cui sono an- come se un grande corpo, un grande 

cora molto forti i sentimenti tradi- animale, lo Stato italiano, mai morzionali 

della famiglia, pud costruire to e continuamente in agonia, fosse 

un racket mafioso di tutto rispetto. divorato ancora da vivo. ln basso 

E pit temuta!". Questo spiega an- c'e un brulicare orrendo di vermi inche 

taf une agghiaccianti efferatezze sanguinati, in alto un rapace con il 

dello scontro, vittime legate piedi e profilo misterioso e terribile dei mo- 

collo con un filo elettrico in modo stri di Bosch, e gli artigli piantati nel 

che lo sventurato lentamente si auto- cuore della vittima. Non riesco a 

strangoli, organi genitali resecati e trovare un paragone piir amabile ed 

infilati in bocca, teste mozzate e de- egualmente preciso. 

positate dinnanzi all'uscio di casa. La droga anzitutto. Essa costitui- 

Una crudeltd che scaturisce sce uno degli affari mondiali, come 

dall'odio definitivo di chi ha visto il petrolio o il mercato delle armi. La 

cadere per mano avversa il padre, il valutazione globale degli interessi 

figlio, il fratello. Lo scontro non ha che la droga coinvolge si puo fare 

Attualitd

Attualita I Siciliani '23 

I cavalieri del lavoro 

sono stati in questi 

ultimi anni una vera 

e propria istituzione 

catanese, un fenomeno 

di cui in definitiva 

la citti andava 

orgogliosa. 

Quando sul Corrie. 

re della sera apparvero, 

su una intera 

pagina, le interviste 

con i cavalieri Costanzo. 

Rendo. Graci 

e Finocchiaro 

probabilmente le 

schiene di molti ca. 

tanesi, soprattutto 

di coloro che si onoravano 

della amicizia 

e benevolenza 

dei quattro, furono 

percorse da un sottile 

brivido di orgoglio. 

Non c'era sim' 

posio, accademia, 

dibattito, cui i cava. 

lieri non fossero invitati. 

I loro conviti 

facevano oramai 

epoca nella piccola 

storia della mondanitd 

culturale cittadina. 

Qui nella foto 

alcuni di loro duranle 

un dibattito dinnanzi 

alle telecamere 

di una emitlente 

privata etnea.


solo nell'ordine di decine di migliaia 

di miliardi. La contaminazione del 

vizio oramai d intercontinentale. 

dall'Asia all'Africa, all'Europa, alle 

due Americhe. I guadagni sono incalcolabili. 

Si calcola che ci siano al 

mondo circa cento milioni di persone, 

molte oramai tossicodipendenti, 

che fanno quotidianamente uso della 

droga, spendendo ciascuna in media 

(ma la valutazione forse d troppo 

esigua) circa diecimila lire al giorno. 

Sono mille miliardi. Quasi quattrocentomila 

miliardi l'anno. Una cifra 

che fa paura. Molto pit alta del bilancio 

di una grande nazione industriale. 

I guadagni sono anch'essi incalcolabili. 

Secondo gli studi attuali 

un quantitativo di cocaina, acquistata 

alle fonti di produzione per poco 

pin di un milione, dopo la raffinazione 

pud valere sul mercato da due 

a tre miliardi, secondo la purezza del 

prodotto. 

E non basta la semplice e pur stupefacente 

valutazione economica 

per capire appieno la imponenza del 

fenomeno-droga su scala mondiale, 

un evento quotidiano che minaccia 

di deformare la societd contemporanea. 

Ogni anno centomila esseri 

umani, per lo piir giovani o addirittura 

adolescenti e ragazzi, muoiono 

per causa della droga; almeno nove 

o dieci milioni diventano irrecuperabili 

alla vita sociale, sia per la loro 

definitiva incapacitd intellettuale o 

inettitudine fisica al lavoro, sia per 

la loro costante pericolositd, ciod la 

disponibilitd a qualsiasi proposta 

criminale. Milioni di famiglie vengono 

praticamente distrutte poich6 

quasi sempre, accanto alla pietosa 

tragedia del ragazzo drogato, c'd la 

infelicitd di un intero gruppo umano, 

i genitori, i fratelli, la moglie, 

per i quali il recupero - spesso impossibile 

- del congiunto diventa una pii insostenibile; milioni di giornate 

coslante di dolore e disperazione. lavorative perdute, migliaia di uomi- 

La droga ha ammorbato oramai ni, magistrati, studiosi, poliziotti, 

anche alcune istituzioni fbndamen- medici, mobilitati costantemente per 

tali della nostra societd. la scuola. lo arginare l'avanzata della droga; mi- 

sport, le carceri, gli ospedali, che si gliaia di miliardi spesi, talvolta sper- 

stalrno traslornrando in luogo di perati, per tenere in vita ospedali, 

autentico contagio. Punti f'ernri del- centri di emergenza, istituti e clinila 

grande struttura civile collettiva che di recupero umano e sociale. E 

vengono cosi destabilizzati, ed d tut- su tutto questo oceano, sporco e inta 

la struttura che comincia a vacilsanguinato di denaro, che scorre 

lare. La stessa lotta quotidiana a li.- ininterrottamente da un continente 

vello internazionale contro la droga, all'altro. I'ombra invulnerabile della 

esige un prezzo che diventa sempre mafia. 

) 

Attualitd 

Tutta la sloria peri. 

ferica della malia d 

popolata da centi. 

naia di morti quasi 

sconosciuti.

I 

Attualita l;lciriani-25 

Da dieci anni la mafia tiene nel 

pugno I'immenso affare. Dapprima 

nelle grandi capitali del mercato, che 

erano soprattutto Beirut, Il Cairo, 

Istanbul, la grande plaga del Medioriente, 

Marsiglia, New York, e ora 

definitivamente anche in Sicilia. 

L'isola d nel cuore del Mediterraneo 

e quindi passaggio obbligato per il 

cinquanta per cento dei traffici 

dall'area afrgasiatica verso le grandi 

nazioni dell'occidente. Per qualche 

tempo in Sicilia la mafia si d limitata 

a controllare questo passaggio, garantendo 

punti di approdo e reimbarco, 

sicurezza e rapiditd in qualsiasi 

operazione ed esigendo in cambio 

una tangente. La Fiat fabbrica 

automobili e le affida ai concessionari: 

ebbene la mafia pretende una 

tangente dai concessionari perch6 

possano svolgere il lavoro senza rischi, 

ma la mafia non si sogna di sostituirsi 

alla Fiat per fabbricare automobili. 

Per anni, incredibilmente, 

la mafia si comportd allo stesso modo 

per la droga. Guardava, osservava, 

valutava, studiava, proteggeva, 

copriva, incassava la sua tangente, 

faceva i conti, cercava di capire perfettamente 

I'ingranaggio. Forse 

c'era una residua repugnanza morale 

(siamo in Sicilia dove ogni paradosso 

psicologico d possibile) verso 

un affare che era portatore di morte 

e dolore per un'infinitd di esseri 

umani, soprattutto giovani. Ma anche 

senza complicitd mafiosa la droga 

avrebbe viaggiato lo stesso per 

tutta la terra. E alla fine.i calcoli furono 

perfetti e abbaglianti, e I'ultima 

repugnanza venne vinta. La mafia 

assunse in proprio il traffico, anche 

in Sicilia, e lo fece alla sua maniera, 

eliminando qualsiasi concorrenza 

e aggiudicandosi tutto il ciclo 

completo di mercato: la ricerca alle 

fonti di produzione, la creazione di 

stabilimenti segreti per la raffinazione 

della droga e la spedizione nelle 

grandi capitali dell'occidente. In 

quell'attimo compi un salto di cultura 

criminale che avrebbe fatto tremare 

I'ltalia. 

Migliaia, decine di migliaia di nriliardi, 

una montagna, un fiume travolgente, 

una tempesta, un mare di 

denaro che arriva da tutte le parti, 

che si rinnova e cresce continuamente. 

Via via perfezionandosi negli anni, 

mettendo radici sempre pii pro-

I Siciliani . 26 

Rendo: ognl onno ll bonchlerc Grucl Flnocchloro 

trccenio nlllordl e I'qffore Slndono supero Io Strelto 

L'impero del cavaliere Mario 

Rendo, 58 anni, si d costruito ed d 

prosperato, nella sfera agricoloindustriale, 

grazie alle commesse 

pubbliche e ai contributi regionali e 

statali. 

Rendo, affiancato dal fratello 

Ugo, si d "fatto" a Catania, iniziando 

nel dopoguerra con una serie 

di piccole speculazioni edilizie. Oggi 

d titolare di un gruppo di imprese 

che fatturano pii di 300 miliardi 

ogni anno, con radici nei piri svariati 

settori: innanzitutto agricoltura, 

ma anche elettronica ed edilizia. 

Fino alla prima metd degli anni 

Settanta le sue imprese erano a gestione 

familiare (intestate a fratelli, 

nipoti, figli e parenti prossimi); poi 

Gaetano Grqci, 54 anni, agrigentino 

di Naro ma trapiantato a Catania, 

d titolare di un impero cui fanno 

capo 57 societd che si estendono 

nei campi dell'edilizia, dell'ogricoltura, 

del turismo, con un fatturato 

onnuo dichiarato di 58 miliardi. La 

sua ricchezza si d ingigantita nel giro 

di pochi anni. 

inizia la grande politica d'espansione: 

nasce la holding, la sede legale si 

sposta a Milano, si realtzzano aziende 

agricole all'estero (soprattutto 

nel Venezuela) e si rafforzano le 

amicizie con i politici democristiani. 

Insieme con suo figlio Eugenio e 

con una pletora di collaboratori della 

"Saem" E banchiere perchd possiede la 

Banca Agrico Ia Etnea (considera ta, 

per giro di capitali, il terzo istituto 

di credito privato siciliano); albergdtore 

perchd d titolare dell'hotel 

"Timeo" 

di Taormina; editore perchd 

i uno dei principali soci di fotto 

del quotidiano cotqnese 

di Agrigento, Mario 

Rendo d attualmente inquisito per 

evasione fiscale e per sospetta associazione 

a delinquere. La relativa 

:omunicazione giudiziaria si fonda 

infatti sul sospetto che Rendo, in 

complicitd con le persone citate, abbia 

industrializzato il business delle 

false fatturazioni. 

"Questo 

bordello deve finire!"- 

Esclamd con rabbia Mario Rendo il 

25 settembre scorso a villa Igiea di 

Palermo, nel corso di una riunione 

tra i cavalieri del lavoro siciliani - 

"La 

stampa a rotocalco getta f ango 

sulla Sicilia, e sta andando a finire 

che siamo tutti mafiosi". 

"Giornale 

del Sud", una testata in stoto di comq, 

con la prospettiva della chiusura 

e dells disoccupazione per una 

cinquantina di dipendenti; ormatore 

perchi A proprietario di una piccola 

flotta di rimorchiatori. 

Anch'egli d qttualmente nell'occhio 

del ciclone, un ciclone che riguarda 

concretamente evasioni fiscali, 

mo che coinvolge anche le indagini 

in corso sul grande terremoto 

mafioso che sta facendo Iremare la 

Sicilia. 

L'episodio pii clamoroso che riguarda 

Grqci d quello co.nnesso 

all'inchiesta condotta dai magistrati 

milanesi e palermitani sul falso rapimento 

del bancarotliere Michele 

Sindona. 

Graci pagd i conti degli alberghi in 

cui vennero ospitati Joseph Macaluso, 

costrultore, e Joseph Miceli Crimi, 

medico chirurgo, i due italoumericani 

imputati per il folso sequestro 

di persona, coi quali si incontrd 

sesretomenle a Catania. 

Francesco Finocchiaro, 52 anni, 

originario di Mascalu.cia 

Parlando di Finocchiaro. Carmelo 

Costanzo ha detto, in un'intervista 

rilasciata a Panorama (nel numero 

del 4 ottobre 1982: "All'impresa 

Costanzo non interessano gli 

appalti del comune di Palermo, cosi 

come non interessano quelli del comune 

di Catania. Questi di Catania 

li lasciamo all'altro cavaliere. Francesco 

Finocchiarot'. 

Con gli appalti comunali e provinciali 

catanesi Finocchiaro fattura 

annualmente circa 50 miliardi. Ma i 

entrato ormai anche nelle grazie degli 

amministratori calabresi; a Reggio 

Calabria, infatti, si i aggiudicato 

I'appalto per la costruzione di un 

ospedale. E viste le sue consolidate 

amicizie con politici socialisti voci 

di corridoio insistono col dire che 

egli, per oltrepassare lo Stretto, abbia 

fatto ricorso alle sue amicizie. 

Fu sempre lui, Finocchiaro, che il 3l 

m?rzo scorso dichiard al Corriere 

della Sera - cosi come ebbe modo di 

fare il cavalier Costanzo - che i cavalieri 

del lavoro catanesi avevano 

stretto un patto di ferro per spartirsi 

i grandi appalti pubblici siciliani. 

Su Finocchiaro, oltre la tempesta 

delle evasioni fiscali, sono in corso 

accertamenti giudiziari per stabi- 

lire i suoi rapporti di amicizia e collaborazione 

con I'ex assessore ai lavori 

pubblici del comune di Catania 

Orazio Giuseppe Ferlito (che ha gid 

ricevuto una comunicazione giudiziaria 

per associazione mafiosa e interessi 

privati in atti d'ufficio), cugino 

del boss mafioso Alfio Ferlito

Attualitd 

Benedetto Santapaola E accusato d'essere 

unodegli autori dell'assassinio del 

generafe Dalla Chiesa, anzi l'organizza. 

tore e I'esecutore insieme ad altri due 

killer fatti venire da lontane province, 

I'uno da Siracusa e I'altro addirittura dal' 

la Calabria. La prova contro di lui sarebbe 

schiacciante: la testimonianza di una 

persona che si trovava a pochi metri dal 

luogo del delitto e che alcuni anni prima 

era stato recluso in carcere nella stessa 

cella di Santapaola. 


fonde, integrando gradatamente e 

infine totalmente anche camorra napoletana 

e 'ndrangheta droga d indispensabile un controllo gnavano nel trasferimento dal carce- 

costante e totale del territorio di re di Enna a quello di TraPani, raP- 

calabrese, traffico. Non ci deve essere un ostapresenta una delle battaglie pii fero- 

coinvolgendo definitivamente una colo, un rischio, una trapPola. E neci per aggiudicarsi la supremazia in 

massa di uomini sempre pii vasta, la cessaria quindi una folla di compli- una grande area metropolitana. Gli 

mafia ha creato una struttura crimicitd dovunque, in ogni settore della spettacolari assassinii di Stefano 

nale che, per le sue proporzioni e per societir, criminali comuni, impiegati Bontade e Gaetano Inzerillo a Paler- 

il suo distacco da quella che d la logi- del fisco, piccoli armatori marittimi, mo, epilogo spettacolare di una caca 

comune, appare quasi un conge- dipendenti delle linee aeree, funziotena di cinquanta omicidi, sono stati 

gno da fantascienza. In veritir molte nari dello Stato, probabilmente an- un altro momento di questa lotta 

componenti di questa struttura si soche funzionari di polizia, magistrati, che ha visto la sanguinosa vittoria 

no determinate quasi per forza di ufficiali di finanza. amministratori del clan dei Greco e dei Marchese. 

cose, per la concatenazione fatale di di enti locali, sindaci, assessori. Tut- Ma anche i vincenti, i Padroni del 

un gioco d'interessi, ma c'd voluta ti costoro stanno al livello che abbia- clan, sono poco piil di sub- 

indubbiamente una grande capacitd mo detto della ntanovalanza crimiappaltatori dell'immenso palinsesto 

di fantasia per intuire questa forza nale, ognuno pagato e ricattato Per 

mafioso : governano I'impresa crimi- 

delle cose e questa concatenazione suo conto, all'interno di un gruPPo nale su una zona, conoscono alcune 

d'interessi e costruirle insieme in un che garantisce il dominio di un pic- segrete strade della corruzione, sono 

perfetto mosaico. Va detto che la colo territorio o quartiere della cittd. ammessi in alcune anticamere del 

mafia del nostro tempo ha genio. Solo alcurri di loro gestiscono la potere. La loro autentica forza e la 

Anche il demonio ha genio. Negarlo droga, ognuno perd con Piccoli 

capacitd di uccidere, disPorre di 

sarebbe diminuire il merito di Domi- compiti, avvolti, protetti, nascosti trenta, quaranta individui che sanno 

neddio. 

dal clan, ed ogni clan a sua volta con maneggiare tutte le armi piir mici- 

Questa struttura ha tre livelli, in- la funzione soltanto di garantire il diali e all'occorrenza poter contare 

dipendenti, talvolta quasi sconosciu- territorio. Ogni tanto taluno di que- sulla loro devozione e infallibilitd. 

ti I'uno all'altro, eppure completasti gruppi si scontra ccn un altro per Capimastri, non di piir! Governano 

mente fusi in un identico fenomeno. il predominio su un territorio e allo- la loro parte di cantiere ma non sono 

Cominciamo dal basso. Il livello pii ra accade I'ecatombe, trenta, qua- mai entrati nella stanza dei progetti. 

propriamente criminale: gli specialiranta assassinii finchd un gruppo Molto pii in alto dei cosiddetti 

sti dell'assassinio. 

viene sterminato e la sup?emazia cri- uccisori c'd il livello dei pensatori, 

Centinaia di migliaia di miliardi minale affermata. La strage terrifi- con la lontananza, il distacco di au- 

abbiamo detto. Per gestire valori cante fra r clan catanesi dei Santatoritir che pud esserci tra una fante- 

economici cosi imponenti, legati paola e dei Ferlito, conclusa con ria alla quale d affidato soltanto il 

all'impunitd della produzione e del I'assassinio di Alfio Ferlito. assieme compito di conquistare, uccidere, 

traffico di migliaia di tonnellate di ai tre carabinieri che lo accompapresidiare, 

morire, e le stanze imper-


scrutabili dello Stato maggiore dove 

si elabora la grande strategia mafiosa. 

Scopo unico e massimo di questa 

strategia d la riciclazione del denaro 

continuamente prodotto dall'operazione 

droga, ciod la fase ultima e pii 

delicata, quella appunto che esige 

una autentica capacitir tecnica e finanziaria. 

Si tratta infatti di centinaia 

e migliaia di miliardi che, per 

essere immessi nel mercato economico 

e diventare quindi usufruibili, 

debbono passare attraverso una serie 

di ofierazioni legali che li assorbano 

e magicamente li riproducano 

come ricchezza. Ci vuole talento, ci 

vuole fantasia, competenza tecnica. 

Non a caso abbiamo parlato di un 

salto di cultura mafiosa. 

Gli strumenti essenziali sono due: 

le banche e le grandi imprese economiche. 

Anzitutto le banche: ricevono 

il denaro, lo fanno proprio, lo celano, 

lo amministrano, conservano. 

proteggono, reimpiegano (cento miliardi 

provenienti dalla droga, alle 

cui spalle sono decine di persone miseramente 

morte o uccise, e migliaia 

di infelicitd umane, possono essere 

impiegati per, la costruzione di un 

grattacielo, un ponte, una diga, 

un'autostrada). Le banche gestite e 

controllate dallo Stato difficilmente 

potrebbero (ma non d detto che non 

possano) poichd c'd sempre il rischio 

di un funzionario di vertice che indaga, 

spia, riferisce, protesta, accusa. 

Le banche private. Talune banche 

private ovviamente. Non a caso 

Sindona aveva la vocazione di creare 

banche, ne aveva I'estro, la fantasia. 

Il giorno in cui dovesse decidere di 

raccontare finalmente tutta la veritd, 

molti imperi finanziari vacillerebbero. 

E in realtd Sindona. invecchiato, 

gracile, stanco, terrorizzato. 

prcl'erisce starsene in ult tiepido carcclc' 

antericano. All'aria aperta, in 

lilrcrtd, non avrebbe certanrente pii 

di un giorno di vita! per clecifrare 

perl'ettamente la tragedia nrafiosa 

sarebbe inleressante sapere appunto 

ciuanle banche e quali banche con il 

sU(} vertiginoso talento, per cui riu- 

..rva a sconvolgere persino gli alti 

lrurocrati della Banca d'ltalia, Mi- i:,,I.11...ll .;ii:.rlrEffi 

chele Sindona, piccolo ragioniere di 

,rrovincia, riusci in meno di quindici 

anni a creare in tutta Italia e soprattutto 

in Sicilia. Banche che fiorivano, 

si moltiplicavano, esplodevano 

Attualita 

iiliitBi:iifi 

rnilfiiJ.i; 

;;;iisis

Attualita I Siciliani -29 

ll-- . . 

riitqrlltiBili 

err 

l, 

Jlonno Costonzo 

cenl'onnl fo 

fece ll "lUlosslmo" 

Cqrmelo Costanzo, 59 anni, catanese, 

insieme con suo fratello, Pasquale 

(detto Gino) di 53 anni, commendatore, 

d a capo del pii prospero 

gruppo industriale-edilizio dells 

Sicilia: 5000 dipendenti e un fatturqto 

qnnuo dichiarato di 300 miliqrdi. 

I suoi interessi si estendono in 

vari campi, dall'agricoltura al turismo, 

dalle finanze all'edilizia, ai 

giornali. 

Il suo impero, s struttura patriarcale, 

d mitologicamente denominato 

"Zeutron", e vi fanno capo 25 

societd. 

Possiede a Capo Mulini - ridente 

localitd turistico-balneare - un al- 

bergo," 

'La Perlu lonicu", capace 

di ospitare oltre 1500 persone in una 

sola notte; vqnta il 33 per cento delle 

azioni della Banca Popolare di 

Catania; possiede oltre 1500 appartamenti. 

La 'regia' dei Costanzo ha sede a 

Misterbianco, in un imponente centro 

direzionsle dq dove -dicono i 

suoi fedeli collaborstori- "puo uscire 

uno cittd bell'e fatta, dalle strade 

ai grattacieli, dalle infroslrutlure 

primarie a quelle secondarie, maleria 

prima e riJ'inilure comprese. 

Un otlavo dell'altivitd imprenditoriale 

-rivolla sopraltullo agli appolti 

pubblici, lq "Coslqnzo Costruzioni" 

l'ha concenlralq q Palermo, 

dove, ant'or prima dell'oppolto 

di Palazzo dei e'ongressi, ne ollenne 

un altro (quello delle due torri 

del/'lnail) per un arnmontare di t'irc'a 

venli miliardi. L'esc'alation verso 

la Sidlia oKidentale (orttin(iq t'omunque 

nel '70, con un appaltoconcorso 

vinlo nel Trapanese. 

I Coslanzo sono irnprendilr,tri 

edili da quattro generazioni; t'enlo 

anni fa - ci tengono a farlo sapere- il 

loro nonno cornpleld i lavori del 

lealro Mqssirno Bellini di Catani(t. 

Mq il c'avalier Curnrelo e il corntnendatrtre 

Gino sono 'esplosi' a 

Cslania nel dopoguerra, quanclo 

ebbero I'tncarico di risanure il quartiere 

di Sun Berillo. In sostanz,a sono 

Q1!len1|V 0 0 - r u e r t l c lIs eJolle.p utJ eJaûl 'esoUBIU etpedBJl 

eun red aqc prd ectltlod apeqcod eun 

.lad ollagred otSSeuosrad II eluaue^ 

-rsr^ aqf,ue eûJquos 'e11eds ollns el 

-uezzelo^s olleuueJ tp olad !p otlod 

-dec 'eccoq 

ur orp8rs apuur8 

'oltlse,r 

1ap alrqucradut ot13u1 

't8tr8 tlladeo 

' a l u a p r J ' a l u a u o d u r t ' o 1 1 y ' o 1 1 o z r a , 1 

eroleues oleururou 1 'elstuo8elo:d 

lop euoSes ellep alueultqeqo:d 

esadrp 'olua.,reds oll€ aql utuolt(1I? 

lrcl assacnpur epuaJr^ el eqJ 'rssel 

-a1ur r13 aluaruuurlsapuelc entdauad 

au a €uopurs rp sqJuBq ellap Bun lp 

elerlU el ossa;d orJBJeurtu olue os^so.ls 

ollap rprerllu lsre^rp a uJu rpuo.l 

rp ruorlrru rp ereurlual olusJe^ eêê 

ouerlrJrs orJuJeurtu elug.llep aluep 

-rsa:d a olrl:ed lap aleuor8ar ouela:8 

-as ruue :ad 'ollozra1 ouerlslrJoru 

-ap aJoluues 1r aqo udors ouulruJal 

-ed olerlsr8etu olnlJJoJ un opuenb 

:JJepu ep €soJ €un ollnllerdos an 

-red aca,rur e auolzeu el aJIIusuJl leJ 

olnôp eqqeJê eqJ olloq oI.UlssruPl 

-uo1 orur.rd un oluls BJa.J plrJan ul 

'ounsseu prd o1e1ua1 eq uou erolle 

uq 'a11ad 

€l oJeceJ t1E etltctg uI ellu 

-an assalod oqJ uJoJue eurJd 'elrotu 

e ouoJsuuupuoJ ol aluatueJrlPrd 

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-orssa;ord un eJg 

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olnzJur un irluoJ rlrqelnnsredur ep 

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rplrder r uoJ 'Euopurs Ep al€luaûl 

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'IIJoJOSSBJ 

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prE rleldec'auEedrueqc'ollaqcueq 

' r s n e y d d e ' g o g ' , , e z u e l l e J J o e n s 

rp erou8rs eylue8 ul oJlsuu 1r er13e1,, 

' l l l e J e J d ' t r o l s a n b ' t : l s t u t t u ' p e l 

-arBasollos'rreluaruzl'ted tp oluan:a1 

-ur uoJ rlEJnEn?ur eruotulJac aqctda 

'uosselA r{l}u$ e1 e oJJlrscs Ip ESI^ 

-rp el uoJ ellrro8 

'ueIJSn 'ayr11elordt1 

-ue rJlal' auotzezzuelnduor'tJtuotl 

-lele rtuelsrs 

'oy1e1eru tp tqruuq 't1ro; 

- a s s B c ' r l e E a r d u r ' r r o l l a r r p ' o l u o r d 

prE oluredde.l ollnl .,lauotztsodstp 

v i e J u s q s ^ o n u B I o u 

' -os or'enb ruoccg,, :Iluolleq t odloc 

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ozueê.p qr8 e1e1s aqqeJes ulocu8e a 

alerJretutuof, ersaqEroq elomtd e11ap 

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rau e BllrJ rpuer8 ellou eluJIUIelJIal 

'oJe!qccou!l oroêl 

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.ecrqn eprnsse ens el rad olepuecs rp onllour 'elueleC rp ernlold eglep ozzeled 1; 

rp ElonJS Ell€p E^lu0^ ollozle^ 

'ouleqJs Ip elesll ellaq eun euols 

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Attualita 


ll banchiere Michele 

Sindona, uno dei 

pochi personaggi al 

mondo che cono' 

scano tutta la veritd 

sulla struttura inler' 

nazionale della ma' 

f ia. A lui infatti ven' 

ne delegato il com' 

pilo di costruire, an' 

zi di inventare un si' 

stema bancario che 

conse.ntisse la rici' 

clazione delle im' 

mense quantita di 

denaro Proveniente 

dal contrabbando 

della droga. 

politico e i vertici finanziari dello 

Stato dovrebbero ben conoscere. 

Ma le banche possono ricevere il denaro 

nero, sotterrarlo nei propri forzieri, 

nasconderlo, mimetizzarlo, far 

perdere le tracce della sua Provenienza, 

ciod reinvestirlo e cosi purificarlo, 

ma non possono certo condurre 

in proprio le operazioni tecniche 

di investimento. Qualcuno deve 

farlo. Accanto alle banche ecco dunque 

le grandi imprese industriali e 

commerciali che, opportunamente, 

saggiamente, prudentemente, garbatamente, 

silenziosamente, amabilmenle 

finanziate, possono riuscire 

ad impiegare quei capitali, trasformandoli 

in opere di sicuro valore 

economico. E non d detto che non 

siano opere di mirabile importanza e 

perfezione civile: un moderno ospedale, 

un carcere modello, una cittir 

giardino, un complesso' sportivo, 

persino una nuova chiesa. 

E qui sul palcoscenico avanzano, 

quasi a passo di danza, i quattro cavalieri 

catanesi. Dopo quello che d 

accaduto, vien facile persino la citazione: 

i quattro cavalieri dell'apocalisse. 

L'ltalia d uno strano paese in 

cui si sperimentano bizzarre onorificenze, 

per le quali cavaliere del lavoro 

invece di essere un bracciante, anche 

analfabeta, che per trent'anni si 

d spaccata la vita in una miniera tedesca 

pur di riuscire a costruirsi .rna 

casa a Palma di Montechiaro, d invece 

un appaltatore che riesce a trovare 

fantasia e modo di moltiplicare 

la sua ricchezza. Tutto questo in un 

paese dove la gestione e la moltiplicazione 

della ricchezza, la grande 

fortuna economica o finanziaria, 

per struttura stessa della societd politica 

deve fatalmente passare attraverso 

un compromesso coslante con 

il potere, con i partiti che sostanzialmente 

amministrano la nazione, con 

gli uomini politici o gli altissimi burocrati 

ai quali i partiti delegano 

praticarnente tale funzione, lo spiri- 

cola folla di aspiranti cavalieri di 

ogni provincia del Sud, affabulatori, 

consiglieri, soci in affari, subappaltatori. 

Chi sono i quattro cavalieri 

di Catania? E una domanda importante 

ed anche spettacolare poichd 

i quattro personaggi sembrano 

disegnati apposta per costituire spettacolo. 

Profondamente dissimili 

I'uno dali'altro, nell'aspetto fisico e 

nel carattere. Costanzo massiccio e 

spr ezzante, Rendo improvvisamente 

amabile e improvvisamente collerico, 

Finocchiaro soave, silenzioso e 

apparentemente timido, Graci piccolino 

e indefettibilmente gentile 

con qualsiasi interlocutore, vestono 

perd tutti alla stessa maniera, almeno 

nelle apparizioni ufficiali, abito 

grigio o blu anni cinquanta, cravatta, 

polsini, di quella eleganza senza 

moda proprio dell'industriale selfmade-man. 

Tutti e quattro hanno imprese, 

aziende. interessi in tutte le direzioni, 

industrie, agricoltura, edllizia, 

costruzioni. Non si sa di loro chi sia 

, il pin ricco, a giudicare dalle tasse 

che paga sarebbe Rendo, ma altri dicono 

sia invece Costanzo, il piir prepotente, 

I'unico che abbia osato pretendere 

e ottenere un gigantesco appalto 

a Palermo; altri ancora indicano 

Craci, proprietario di una banca 

che, per capitali, d il terzo istituto di 

credito della regione . La ricchezza di 

Finocchiaro non d valutabile. Molti 

ancora si chiedono: ma chi d questo 

Finocchiaro. 

Costanzo costruisce di tutto. Case 

popolari, palazzi, villaggi turistici 

(la Perla Jonica, sulla costa di Catania, 

ha nel suo centro un Palazzo dei 

congressi che non esiste nemmeno a 

Roma, i partecipanti al congresso 

nazionale dei magistrati in cui era 

appunto all'ordine del giorno la lotta 

contro la mafia, improvvisamente 

si accorsero di essere riuniti e di lavorare 

in uno dei templi del Potere 

di ('ostanzo). C'ostanzo costruiscc 

to di nuove leggi e decreti, la scelta 

delle opere pubbliche, la assegnazio- 

anche autostrade, ponti, gallerie, dighe; 

e possiede anche le industrie nene 

degli appalti. Chi afferma il concessarie a produrre tutto quello che 

trario d candidamente fuori dal 

mondo oppure d un amabile imbecil- 

serve alle costruzioni: travature me' 

talliche, macchine, tondini cli ferro, 

le. 

precompressi in cemento, infissi in 

A questo punto della storia dun- alluminio, tegole, attrezzature sanique 

avanzano sul palcoscenico i 

quattro cavalieri di Catania, loro 

avanti di un passo e dietro una rrictarie. 

Un impero economico autonomo 

che non deve chiedere niente a 

nessuno. Poche aziende in EuroPa 

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4 

A 

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Attualitd 

dello spettacolo, i quattro cavalieri 

di Catania. Ma chi sono in veritd? 

perseguiti dalla magistratura con 

mandati di cattura e ordini di cc'mparizione, 

alcuni sospettati di gigantesche 

frodi liscali e addirittura di 

associazione a delinquere, assediati 

dalla guardia di Finanza che sta frugando 

in tutti i loro conti, rifiutati 

dalla pubblica opinione, soprattutto 

dai pii poveri e sfortunati i quali 

non riescono mai ad amare le fortune 

troppo rapide e sprezzanti, ed al 

momento in cui le vedono crollare 

hanno un trasalimento di felicitd e 

un grido: "Lo sapevo!", i quattro 

cavalieri sono nell'occhio del ciclone, 

in mezzo al quale sta immobile e 

sanguinoso I'assassino del prefetto 

Dalla ('hiesa, la pit feroce e tragica 

sfida portata dalla mafia all'intera 

nazione. 

Chi sono dunque I quattro cavalieri? 

quale il loro ruolo in questo 

autentico tempo di apocalisse? Cia il 

fatto che quesLi quaLtro personaggi 

si siano riuniti insieme per discutere 

e decidere il destino futuro della imprenditoria 

e quindi praticamente 

dell'economia di mezza Sicilia, e 

stiamo li segretamente, due Pii due 

quattro, seduti I'uno in faccia all'altro, 

a valutare, soppesare, scartare, 

annettere, distribuire, in una sala 

che d facile immaginare di gelido vetro 

e metallo, inaccessibile a tutti, 

nel cuore segreto dell'impero Rendo, 

con decine di uomini armati dislocati 

ad ogni ingresso del palazzo; 

e che al termine del convegno uno di 

loro, Costanzo, il pii plateale, chiaramente 

tuttavia portavoce di tutti e 

infatti mai smentito, dichiari spavaldamente 

al massimo giornale italiano: 

"Abbiamo deciso di aggiudicarci 

tutte le operazioni e gli appalti piir 

importanti, quelli per decine o centinaia 

di miliardi, Iasciando agli altri 

solo i piccoli affari di due o tre miliardi, 

tanto perch6 possano campare 

anche loro!";e che tutti e quattro 

siano giudiziariamente accusati di 

evasioni per decine o forse centinaia 

di miliardi, tutto denaro pubblico, 

quindi appartenente anche al maestro 

elementare, all'operaio, al piccolo 

artigiano, al contadino, al manovale, 

all'impiegato di gruPPo C, 

all'emigrante, poveri innumeri italiani 

che sputano sangue per sopravvivere 

e spesso maledettamente nem- 

)) 

L'immagine brutale 

dell'assassinio di 

Toto Inzerillo, uno 

dei boss palermilani 

coinvolti nel contrabbando 

della 

droga. Pare che 

avesse osato, insieme 

a Stelano Bontade, 

pretendere 

una gestione in proprio 

su una parte 

del territorio palermitano 

I Siciliani -33

QUlenllv t 0 - luelllcls I

Attualitit 

Bontade venne 

giustiziato a bordo 

della sua auto da 

killer infallibili che 

non dettero alla vit' 

tima nemmeno il 

tempo di estrarre la 

sua pistola. Eccolo 

Bontade, trapassa' 

to da proiettili di 

grosso calibro, riverso 

dentro l'auto 

mentre un lunzionario 

di polizia cauta' 

mente gli sfila dalla 

tasca la grossa Pi. 

stola oramai inutile. 

Stelano era figlio di 

un ras di grande rispetto, 

Paolo Bontade. 

un uomo di 

cui narravano gesta 

matiose mirabili: 

frequentava palazzo 

dei Normanni 

aprendo gli usci del 

potere con la punta 

del piede. Prendeva 

a schiaffi gli uomini 

politici che non gli 

rendevano il giusto 

servizio. Fini anche 

lui ammazzato. 


meno ci riescono; e che taluni di loro 

siano stati amici del bancarottiere 

Michele Sindona, o del boss Santapaola 

ricercato per I'assassinio di 

balla Chiesa, o del clan Ferlito il cui 

capo venne trucidato insieme a tre 

poveri carabinieri di scorta: ebbene 

tutto questo non corrisponde all'immagine, 

secondo costituzionepdi cavalieri 

della RePubblica. 

Ma non d questo il Punto. Il quesito 

d un altro, ben Piir duro e drammatico: 

i quattro cavalieri, o taluno 

di loro, e chi Per loro, stanno in quel 

massimo e misterioso livello che fa 

la storia della mafia? A questa domanda 

si possono dare tre risPoste 

secondo tre diverse ProsPettive: 

quello che appare, quello che la gente 

pensa, e quello che probabilmelte 

d. Quello che appare d cid che abbiamo 

descritto, ciod di quattro potenti 

di colpo sospinti nel cuore di una 

tempesta politica, inquisiti fiscalmente 

e giudiziariamente per possibili 

e gravi delitti. Solo il magistrato 

potrd dire una veritit che pud essere 

tutto e il contrario di tutto. 

Quello che la gente Pensa d Piri 

brutale e ciod che i cavalieri di Catania, 

o taluno di loro, partecipano alla 

grande impresa mafiosa e furono 

loro a impartire I'ordine di uccidere 

Dalla Chiesa, appena il generale osd 

chiedere allo Stato gli strumenti legali 

per rovistare nei loro imPeri 

economici. Ma quello che Pensa la 

gente (e che anche tutti i grandi giornali, 

con perigliose acrobazie di linguaggio, 

hanno dovuto riferire) non 

pud avere alcun valore giuridico e 

nemmeno morale, Poich6 Pud nascere 

da pensieri spesso mediocri, rancori 

sociali, invidie umane. Non ci 

sono prove e quindi fino ad oggi non 

esiste ! 

Infine quello che Probabilmente 

e; ciod di quattro personaggi i quali, 

con superibre astuzia, temerarietd, 

saggezza, intraprendenza, hanno saputo 

perfettamente capire i vr'roti e i 

pieni della struttura sociale italiana 

del nostro tempo e della classe politica 

che la governa, ed essere piu rapidi 

e decisi nel trarne i vantaggi. 

Enrico Mattei era maestro in questa 

arte. Anche Agnelli deve essere Pii 

rapido e deciso dei concorrenti. Il 

rapporto con la mafia d stato agnostico: 

noi facciamo i nostri affari, 

voi fate i vostri! Noi vogliamo co-


struire strade, palazz.i, pontr, drghe, 

essere proprietari di banche e aziende 

agricole , ottenere gli appalti delle 

opere pubbliche. Questo d affar nostro. 

Voi volete gestire la droga! Affar 

vostro! E, pretendete anche i subappalti 

per i lavori di scavo e trasporto! 

Che sia! Pero non vogliamo 

bombe nei nostri cantieri, n6 persecuzioni 

criminali, nemmeno estorsioni, 

nemmeno!che i nostri figli, 

fratelli, parenti, anrici, possano essere 

rapiti o sequcslrati. 

Se cosi d, tutto questo non d morale, 

ma non d nemmeno reato! E 

: ii ,: : : ri: ii :i t ri :iii : , : ' ii : : r : ii ii ii iii ai 'iii : ii iiiii;i:i ii iii ti :lii 

purtroppo non d nemmeno una vera 

risposta in un momento storico terribile 

in cui la tragedia mafiosa non 

abbisogna di ipotesi ma di veritd definitive, 

anche se agghiaccianti. Esiste 

infatti una realtir innegabile: perche 

la mafia possa amministrare le 

sue migliaia di miliardi, debbono 

pur esserci imprese private ed istituti 

pubblici, uomini d'affari o di politica 

capaci di garantire I'impiego e la 

purificazione di quell'ininterrotto 

fiume di denaro. La Nazione ha finalmente 

il diritto di identificarli! E 

la Sicilia il diritto di non essere data 

Attualitd 

i:it 

!irii:riLiiiii 

,fil'iijir.iLi 

r :1 l r ' i i . l i i : ,,: 

in olocausto alla rncapaclta dello 

Stato (o peggio) di identificarli. Esiste 

oltretutto una realtd che d anche 

un fatto morale e politico di cui bisogna 

onestamente parlare. Da 

decenni, forse da secoli la societd siciliana 

non ha avuto una imprenditoria 

capace di esprimere Ie iue esigenze 

e metterle al passo con la tecnica 

e la civiltd. Venivano tutti clal 

Nord, prendevano il denaro e il territorio, 

costruivano e se ne andavano. 

Spesso costruivano male. Talvolta 

le loro opere erano autentiche 

rapine o devastazioni o truffe. Il

Attualitit 

saccheggio del golfo di Augusta e 

I'avvelenamento di centomila abitanti 

di quel territorio con gli scarichi 

petrclchimici costituirono una di 

queste imprese. I giganteschi ruderi 

industriali nelgolio di Termini Imerese, 

stabilimenti che non hanno mai 

funzionato e che hanno divorato 

montagne di miliardi della Regione, 

rappresentano un'altra impresa. In 

tutto quello che d stato costruito in 

Sicilia, i siciliani sono stati al pii subappaltatori 

(se possibile anche mafiosi) 

o soltanto miserabile manodopera. 

Erano poveri, ignoranti, di- 

sponibili, costavano poco, non si ribellavano 

mai. I colossi petrolchimici 

della Rasiom furono costruiti con 

migliaia rli pecorai e braccianti trasformati 

in manovali. La Sicilia d 

stata sempre una terra tecnodipendente. 

Improvvisamente, nell'ultimo 

ventennio sono emersi questi cavalieri 

del lavoro (non soltanto questi 

quattro), rapaci , temerari, prepotenti, 

aggressivi. qualcuno anche 

grossolano o ignorante, pero dotati 

di fantasia, di straordinarie capacitd 

industriali e tecniche, e di talento, 

)) 


La scena dell'assassinio (a sinistra) di 

Alf io Ferlito (a destra) capo del clan Fer. 

lito in lotta con il clan dei Santapaola. 

Venne ucciso mentre, sotto scorta dei 

carabinieri, veniva trasferito dal carcere 

di Enna a quello di Trapani per un piccolo 

processo. Anche i tre carabinieri della 

scorta e I'autista vennero massacrati dal 

commando mafioso che probabilmente 

era partito da Catania e che porto a ter. 

mine l'agguato alla circonvallazione di 

Palermo con una rapiditd f ulminea. L'assassinio 

di Ferlito confermo tragicamente 

che le battaglie matiose continuano 

anche all'interno del carcere e non c'd 

scampo per gli sconfitti o i superstiti. Si 

calcola che nell'ultimo anno siano stati 

commessi in Sicilia circa duecento as. 

sassinii. Quasi tutti mafiosi e quasi tutti 

imPuniti.


ll colonnello dei ca. 

rabinieri Giuseppe 

Russo fu uno dei 

primi a capire che la 

maf ia aveva f atto 

un salto di qualita 

criminale, assu. 

mendo in proprio il 

mercato della drooa 

nel Mediterraneo.- 

Attualita 

precisione, velocitir. Hanno r ealizzato 

opere pubbliche a tempo di record, 

hanno creato aziende e tecnici 

Ci altissima specializzaz.ione, incorporato 

in questa grande macchina di 

lavoro decine di migliaia di altri siciliani, 

e la loro intraprendenza si 

spinge oramai su tutto il territorio 

nazionale, in Europa, in Africa, nel 

Sudamerica. La loro concorrenza d 

spietata. Molte grandi aziende del 

Nord non solo hanno perduto il loro 

tradizionale feudo meridionale. ma 

si vedono insidiati nel loro stesso 

territorio. Bene, la tragedia mafiosa 

certamente ha offerto la possibilitd 

di una controffensiva su tutto il 

fronte, una specie di santa inquisizione. 

Il tentativo di ristabilire un 

rapporto di colonizzazione d chiaro. 

holding siciliane, romane, nrilanesi 

che assorbono quel denaro e lo trasformano 

in ammirabili operazioni 

pubbliche e private. Manca I'ultimo 

livello, il pii alto di tutti, senza il 

quale gli altri non avrebbero possibilitd 

di esistere. ll potere politico! Vi 

racconto una piccola atroce storia 

per capire quale possa essere talvolta 

la posizione del potere politico dentro 

una vicenda mafiosa, una storia 

vecchia di alcuni anni fa e che oggi 

non avrebbe senso e che tuttavia in 

un certo modo interpreta tutt'oggi il 

senso politico della mafia. Nel paese 

di Camporeale, provincia di Palermo, 

nel cuore della Sicilia, assediato 

da tutta la mafia della provincia palermitana, 

c'era un sindaco democristiano, 

un democristiano onesto, 

Allora a questo punto il discorso d 

gid perfetto. Se tutti i cavalieri di 

Catania e di Sicilia, tutta la imprenditoria 

dell'isola fa parte della struttura 

mafiosa che la si sradichi e distrugga 

con tutti i mezzi della giustizia. 

Se solo alcuni di loro sono dentro 

la mafia, allora bisogna colpire 

soltanto loro, implacabilmente, eliminandoli 

dalla societd, e rilasciando 

cosi agli altri, ai superstiti, una 

possibilitd politica e morale di continuare 

l'opera di evoluzione tecnica 

che per molti versi stava trasformando 

la Sicilia. Colpire tutti, anche gli 

innocenti, equivale a non colpire 

nessuno lasciando quindi i mafiosi 

di nome Pasquale Almerico, il quale 

essendo anche segretario comunale 

della DC, rifiutd la tessera di iscrizione 

al partito ad un patriarca niafioso, 

chiamato Vanni Sacco ed a 

tutti i suoi amici, clienti, alleati e 

complici. Quattrocento persone. 

Quattrocento tessere. Sarebbe stato 

un trionfo politico del partito, in 

una zona fin allora feudo di liberali 

e monarchici, ma il sindaco Almerico 

sapeva che quei quattrocento 

nuovi tesserati si sarebbero impadroniti 

della maggioranza ed avrebbero 

saccheggiato il Comune. Con 

un gesto di temeraria dignitd, rifiuto 

le tesse.e. 

nel loro ruolo; significa egualmente 

il trionfo della mafia. La mafia che 

finalmente si identifica con lo Stato! 

Ed d qui che entra in gioco I'ultimo 

livello della struttura, I'imperscrutabile 

vertice che finora haparalizzato 

la giustizia. Riguardiamola questa 

struttura. In basso la sterminata folla 

di manovali che si contendono il 

sottobosco del potere criminale, tutte 

le infinite cose dalle quali pud nascere 

ricchezza: i mercati, le concessioni, 

i subappalti, le estorsioni, una 

moltitudine confusa e terribile che 

appesta e insanguina quasi tutte le 

funzioni della societd, sottomettendo 

le province, le cittd, i quartieri. 

Pii in alto, molto pii in alto, i due 

livelli paralleli, i grandi, insospettabili 

finanzieri e operatori che gestiscono 

migliaia di miliardi della droga; 

le banche che ricevono, nascondono 

e riciclano quella massa infame 

e infinita di denaro; le grandi 

Respinti dal sindaco, i mafiosi ripresentarono 

allora domanda alla 

segreteria provinciale della DC, retta 

in quel tempo dall'ancora giovanile 

Giovanni Cioia, il quale impose 

al sindaco Almerico di accogliere 

quelle quattrocento richieste di iscrizione, 

ma il sindaco Almerico, che 

era medico di paese, un galantuono 

che credeva nella DC come ideale di 

governo politico, ed era infine anche 

un uomo con i coglioni, rispose ancora 

di no. Allora i postulanti gli fecero 

semplicemente sapere che, se 

non avesse ceduto. lo avrebbero ucciso, 

e il sindaco Almerico medico 

galantuomo, sempre convinto che la 

DC fosse soprattutto un ideale, rifuto 

ancora. La segreteria p,ovinciale 

s'incazzo, sospese dal partito il sindaco 

Almerico e concesse quelle 

quattrocento tessere. ll sindaco Pasquale 

Almerico comincio a vivere 

in attesa della morte. Scrisse un nte-

I 

Attualitit 

moriale, indirizzato alla segreteria 

provinciale e nazionale del partito 

denunciando quello che accadeva e 

indicando persino i nomi dei suoi 

probabili assassini. E continud a vivere 

nell'attesa della morte. Solo, 

abbandonato da tutti. Nessuno gli 

dette retta, lo ritennero un pazzo visionario 

che voleva continuare a 

comdandare da solo la cittd emarginando 

forze politiche nuove e moderne. 

Talvolta lo accompagnavano 

per strada alcuni amici armati Per 

proteggerlo. poi anche gli amici 

scomparvero. Una sera di ottobre 

mentre Pasquale Almerico usciva 

dal municipio. si spensero tutte le luci 

di Camporeale e da tre Punti oPposti 

della piazza si comincid a sparare 

contro quella povera ombra solitaria. 

Cinquantadue proiettili di 

mitra, due scariche di lupara. Il sindaco 

Pasquale Almerico venne divelto, 

sfigurato, ucciso e i mafiosi 

divennero i padroni di Camporeale. 

Pasquale Almerico, per anni, anche 

negli ambienti ufficiali del partito 

venne considerato un pazzo alla memoria. 

E una storia oramai lontana e dimenticata, 

nella quale erano in gioco 

soltanto quattrocento voti di preferenza: 

una piccola storia perd per- 

\fetta come un teorema poiche spiega 

\ome pud il potere politico gestire la 

vrlenda mafiosa e starci da protagonibta. 

E come ancora oggi, negli anniiottanta, 

al vertice di ogni livello di 

mafia stia immobile e inalterabile 

una parte del potere politico. Il potere 

politico che d misterioso sempre 

e mai perfettamente identificabile, 

spesso nemmeno perseguibile dalla 

giustizia, che ha nelle mani tutti gli 

strumenti, positivi e negativi della 

potenza : dovrebbe proteggere ecologicamente 

un territorio e invece lo 

abbandona alla morte chimica o alla 

speculazione selvaggia; gid da dieci 

anni avrebbe dovuto abolire il segreto 

bancario e non lo ha mai fatto; 

dovrebbe emarginare gli uomini corrotti, 

ignoranti, violenti e viceversa 

li conduce talvolta in Parlamento e 

gli affida uffici ministeriali onnipotenti; 

dovrebbe garantire la regolaritd 

dei concorsi pubblici e invece assedia 

le commissioni d'esami con 

raccomandazioni e violenze morali: 

dovrebbe costruire una diga in quella 

provincia,e invece costruisce rrn 

)) 


ll giudice Cesare Terranova, nemico numero uno della maf ia. Se avesse fatto in 

tempo ad assumere la direzione dell'ulf icio istruttorio di Palermo avrebbe inferto 

un colpo mortale alla struttura criminale. Lo ammazzarono sotto porta di casa.


villaggio turistico in un'altra; dovrebbe 

smantellare determinati uffici 

di Procura e invece li abbandona 

nelle mani di giudici inerti, paurosi, 

o peggio. Il potere politico che nasconde, 

protegge, mimetizza, informa, 

contratta, archivia. Il potere 

politico che stabilisce la spesa di migliaia 

di miliardi per opere pubbliche, 

determina la ubicazione e consistenza 

delle opere, ne affida gli appalti. 

Il presidente della Regione 

Pier Santi Mattarella, anche lui democristiano 

onesto, venne ucciso 

perch6 aveva deciso di spendere onestamente 

i mille miliardi della legge 

speciale per il risanamento di palermo. 

Quasi certamente fra coloro che 

assistettero commossi ai funerali. 

espressero sincere condoglianze, e 

baciarono la mano alla vedova. 

c'erano i suoi assassini. probabilmente 

gli stessi che avevano sesuito 

dolorosamente i funerali del i,icequestore 

Boris Giuliano, del giudice 

istruttore Cesare Terranova. del 

procuratore della Repubblica Gaetano 

Costa, del segretario comunista 

Pio La Torre. Tutti e quattro assassinati 

poich6 stavano gid scoprendo i 

punti di sutura fra politica e mafia. 

Anche il generale Dalla Chiesa 

aveva capito. Era uno sbirro nel senso 

eccellente della parola. Non dimentichiamo 

che aveva presentato 

domanda di iscrizione alla loggia 

P2. La domanda non era stata accettata 

poichd Gelli aveva fiutato I'infido 

e cercato di prender tempo. E lo 

stesso Dalla Chiesa ebbe poi a giustificarsi 

al'l'ermando di aver compiuto 

quella oscura mossa personale per 

scoprire alcune veritd politiche 

all'interno della loggia massonica 

segreta. Quanto potesse esscre sincero 

lo seppe soltanto lui. Certo era un 

uonro che da tempo aveva intuito la 

connessione fra potere politico, ricchezz.a 

e violenza. La lunga e atroce 

lotta contro le BR gli aveva fornito 

preziosi elementi di prova, ed altri 

ne aveva acquisiti in centinaia di interrogatori. 

Si stava disegnando una 

sua mappa dell'occulto. Quando arrivd 

a Palermo con la carica di superprefetto, 

i vertici criminali sapevano 

perf'ettamente di avere di fronte 

l'avversario pii duro e cosciL'nte. 

Rispetto agli altri che erano caduti 

prima di lui, egli aveva in pifr un prestigio 

mitico, ma soprattutto stava 

Boris Giuliano, siciliano di Messina, capo 

della squadra mobile di Palermo e\cequestore, 

aveva probabilmente sco--': 

perto la pista della droga. Un killer adolescente 

lo uccise con sei revolverate 

mentre Giuliano prendeva il caffd al bar 

sottocasa. L'assassino agi a viso sco. 

perto, rimprovero il proprietario del bar 

che urlava di terrore, poi si chino a sparare 

il colpo di grazia alla vittima. 

..- 

AttualitA

Attualitit 

per avere in pugno glr strumenti giuridici, 

le armi decisive per condurre 

la lotta fino in fondo: quei superpoteri 

che incredibilmente (un giorno 

bisognerd pur riscriverla perfettamente 

questa itoria) lo Stato conti- 

accadde. La guerra contro un tale 

nemico d oscura e senza gloria, e infinitamente 

pii terribile di ogni altra. 

non si puo vincere in una serie 

infinita di scaramucce, poich6 i serpenti 

restano dovunque, muoiono e 

nuava a negargli e che tuttavia alla si moltiplicano, ma bisogna vincerla 

fine avrebbe dovuto concedergli. in una volta sola, una sola battaglia, 

Dalla Chiesa commise un solo erro- preparata con paziente perfezione in 

re. Di vanitir. In fondo egli restava ogni dettaglio. Invece il generale 

un militare e quindi soprattutto un Dalla Chiesa faceva discorsi, rila- 

retore. Gli piaceva trasformare sciava interviste, invocava, accusa- 

qualsiasi lotta in guerra aperta, con va, era I'unico personaggio italiano 

tutte le vanaglorie del combattimen- che poteva chiedere ed otteneie i poto: 

bandiere, tamburi, proclami, applausi, 

dimostrazioni di amore popolare. 

Tutto questo contro un avversario 

che era sempre sottoterra, 

un gelido, sinistro groviglio di serpenti 

che potevano essere dovunque, 

in ogni momento sotto i suoi piedi, 

che potevano sedere accanto a lui sul 

palco di una festa nazionale, stringergli 

la mano, fargli auguri e congratulazioni. 

Seguire poi tristemente 

il suo funerale, come poi certamente 

teri speciali, e quindi anche la facoltd 

di indagine nelle banche e nei patrimoni 

privati, e lo fece sapere a 

tutti: praticamente come se dicesse a 

tutti, gridasse: "So chi siete, da un 

momento all'altro vi strappero la 

maschera! Fate presto a uccidermi o 

non avrete tempo!" 

E come tutti i retori era anche ingenuo. 

Avrebbe dovuto preparare la 

battaglia, chiuso in un bunker, protetto 

da cento carabinieri e da ogni 


ll generale Dalla Chiesa insieme al cardinale Pappalardo, arcivescovo di Palermo 

e al sindaco della citti Martellucci. Erano i giorni della grande illusione, quando 

il generale credeva che discorsi e appelli civili potessero servire a combatlere la 

malia. 

diavoleria elettronica, e invece viaggiava 

su una macchinetta con la giovane 

moglie accanto e solo un povero 

agente di scorta. Froprio questo 

poveraccio avrebbe dovuto rifiutarsi: 

"Generale. io cosi con lei non 

viaggio!" Ma Dalla Chiesa era un 

mito! Infatti lo uccisero con una facilitd 

irrisoria, a colpo sicuro, (se d 

vero quello che finora ha detto la 

magistratura) con due rozzi killer, 

proprio manovali della mafia fatti 

venire da un'altra provincia della Sicilia 

e addirittura dalla Calabria. 

Dalla Chiesa mori, ma il suo colpo 

tremendo lo aveva gid vibrato, 

forse proprio con la sua ingenua retorica, 

indicando con discorsi e proclami 

a tutta la Nazione. clamorosamente, 

quello che tanti altri anche 

ministr. anche altissimi ufficiali e 

magistrati, sapevano e pcro non dicevano, 

ciod dov'era il groviglio dei 

serpenti, e quali dunque i mezzi per 

portarli allo scoperto e schiacciarli. 

Giuseppe Fava


Ci \mole 

Un UOffiO i 

nuovo! 

Perchd non 

Fanfani? 

dl tichclc Bclcorc 

Gli avvenimenti politici degli ultimi 

giorni, caduta del primo governo 

Spadolini, resurrezione e caduta del 

secondo governo Spadolini, incarico 

di governo a Fanfani del quale tutti 

(anche i compagni di partito) dicono 

che d troppo vecchio e stranito oramai, 

e con il quale perd tutti sono disposti 

a condividere governo e ministeri; 

per una bizzarra associazione 

di idee ci ha riportato la mente a due 

piri profonde ogni tanto emergono 

le sagome cavalcanti di Craxi o Berlinguer, 

e subito scompaiono, inghiottiti 

dal fumo delle artiglierie 

avverse, che si battono per la conquista 

della presidenza del Senato, 

della presidenza e della segreteria 

della DC, della presidenza del Consiglio, 

del ministero degli Interni, 

del Quirinale. Non c'd esclusione di 

colpi, sono ammesse anche le armi 

eventi del meridione: il terremoto 

del del napoletano e l'allucinante 

tossiche, batteriologiche e nucleari. 

L'arma tattica per sovvertire i piani 

strage determinata dal ritardo dei 

soccorsi, e l'assassinio del generale 

Dalla Chiesa, vertice di un assalto 

mafioso che sta demolendo la Na- 

degli avversari e fulmineamente batterli 

d comunque sempre lo scandalo. 

Lo scandalo improvviso e imprevedibile, 

folgorante, inoppugnabile. 

zione. Cerchiamo umilmente di spiegare 

la concatenazione logica, anzi 

Che memorabili pagine! Chi.potrd 

dimenticarle? 

psicologica, tra questi eventi. 

Da oltre un decennio, in realtd, il 

popolo italiano ha I'impressione di 

assistere ad un gigantesco conflitto 

politico fra coloro che detengono il 

potere. Una specie di battaglia di 

vertice in cui sono impegnati i piti 

famosi condottieri italiani, gli uomini 

che dall'inizio del tempo democratico 

posseggono lo Stato. Tutte le 

armi sono permesse. Nelle nebbie 

del campo di battaglia, una specie di 

gigantesco cinemascope vasto per 

quanto d vasta I'intera nazione, si 

intravvedono i profili dei condottieri, 

questi titani del conflitto politico: 

Donat Cattin aveva inventato il 

preambolo, una specie di V2 tedesca 

e puntava sulla vicepresidenza della 

DC, sembrava sul punto di aver vinto 

la sua battaglia, ma da qualche 

parte emersero verbali giudiziari nei 

quali risultava che il figlio era un 

sanguinario terrorista e il vecchio 

padre crolld in un polverone di macerie, 

un boato, un ultimo hurrd. 

Fanfani aveva mandato avanti la 

panzer division comandata dal feld 

maresciallo Bisaglia, per spianargli 

l'avanzata settennale verso il Quirinale, 

improvvisamente un baratro di 

cannonate inghiotti I'alfiere e le 

Andreotti, Fanfani, Piccoli, Donat 

Cattin, Forlani, De Mita, Rognoni, 

Formica. Andreatta. dalle nebbie 

truppe, li circondarono con lo scandalo 

dei petroli: Bisaglia era amico 

dei petrolieri corrotti e del generalis- 

simo della guardia di Finanza che 

aveva divorato i talleri dello Stato 

Maggiore. Sul campo irto di cannoni 

spezzati, cavalli a zampe in aria, 

moribondi che facevano I'ultimo saluto 

levando il moncherino, ecco 

avanzare le truppe di Andreotti, 

maestoso verso la presidenza della 

democrazia cristiana. 

Ma che d quel foglio di carta in 

mezzo alla strada, sembra uno straccio 

di carta bollata, dioneliberi, d invece 

I'apocalisse, Hiroshima al neutrone: 

quello d il fascicolo Sid, nel 

quale si legge e documenta che generalissimi 

e petrolieri vennero denunciati 

mentre Andreotti era ministro 

degli Interni e nessuno tuttavia ne 

seppe niente. Andreotti lo chiuse nel 

cassetto. Sullo scenario d'apocalisse 

emerge un polverone immane, si in- 

{ravvedono bandiere calp-estate, supbrEliti 

impazziti per fame che divorano 

Mdnnello, Madre Coraggio 

avanza da un siparietto brechtiano 

per spogliare i cadaveri degli andreottiani. 

Ed ecco che dalle retrovie si fanno 

sempre piri avanti e baldanzosi battaglioni 

mercenari. Li comanda un 

tale professore Pietro Longo che 

sembra un armadio con gli occhiali e 

va all'assalto della vicepresidenza, 

improvvisamente un boato e tutta la 

collina salta in aria, qualcuno ha acceso 

la miccia della Loggia P2. ll 

professore Longo, devoto subalter-

Costume 


no di Gelli, sembra disintegrato 

per nessun motivo n6 periranno di 

nell'esplosione. Ancora cadono 

nessuno scandalo mai. Continueran- 

dall'alto brandelli del segretario del 

no la loro splendida guerra. 

PSDI, che un altro boato piu spa- 

Nel Sud, il vecchio Sud dove 

ventoso, sembra terremotare il par- 

Montanelli d stato forse solo da gartito 

socialista: il banchiere Calvi ha 

bato conferenziere, in questa perife- 

annunciato di aver dato miliardi ai 

ria della grande battaglia, dove i po- 

vertici del PSl. senza averne mai 

litici sono solo squallidi ufficiali di 

preteso la restituzione. 

retroguardia, la gente continuerd a 

Per un attimo la battaglia sembra 

placarsi. Troppo sangue d stato 

sparso, troppe vittime illustri sono 

cadute sul campo, fermi tutti, armistizio, 

armistizio fratelli! E tu (voglio 

dire tu popolo italiano) sconvolto 

ed emozionato dalla vastitd epica 

del conflitto aspetti che la nebbia diventi 

trasparente per intravvedere i 

grandi condottieri, ognuno caduto 

al suo posto di comando: il piccolo 

Fanfani, come Leonida, il romantico 

Bisaglia con gli occhiali scheggiati 

dai proiettili, l'intemerato Donat 

Cattin vegliato da un coro di vecchi 

compagni d'arme che ne cantano 

ancora le gesta, il gracile ma fascinoso 

Andreotti (anche Alessandro 

lo era), avvolto in una bandiera con 

I'attendente che si d fatto trafiggere 

dalla spada sopra il suo corpo, lo 

scultoreo Pietro Longo di cui sono 

rimaste solo le lenti e il basco. La 

storica, decennale, guerra degli 

scandali d finita. Tutti i condottieri 

sono periti, il popolo dovrir scegliersi 

i nuovi capi. La storia comincia a 

lavorare di scalpello sulle lapidi di 

marmo. 

E invece la nebbia svapora nell'alba, 

dopo I'ultima battaglia. Caduti 

sul campo sono rimasti, qua e lir, 

Dice: ma tutto questo che c'entra 

con il terremoto? Che c'entra eon 

l'assassinio del generale Dalla Chiesa 

e con l'avanzala della mafia? Dico: 

ma come diavolo poteva pretendere 

il popolo italiano che tutti costoro, 

cosi gloriosamente impegnati 

in una guerra totale, potessero avere 

mai tempo, mente, passione. prudenza, 

intelligenza anche per preparare 

lo Stato ad affrontare I'ipotesi 

di uno spaventoso cataclisma della 

natura e provvedere alla salvezza di 

migliaia di italiani. Oppure capire 

veramente cos'd la mafia, e quale la 

connessione tra mafia e politica, e 

quali le ragioni della grande strage. 

Ma allora italiani, se pensate davvero 

questo, siete veramente stronzi? 

E qui sovviene il ricordo del buon 

vegliardo Pertini, quel giorno che, 

stanco di essere chiamato a tutti i funerali 

della Repubblica, stravolto 

dal dolore, dalla disperazione, dalla 

infelicitd dei terremotati. osd levare 

un grido di collera perchd il gioco almeno 

si interrompesse. Che in questa 

battaglia politica le teste comin- 

norire sotto le macerie dei cataclismi. 

O agonizzare per cinque giorni 

prima che arrivino i soccorsi dello 

-Stato. O essere uccisa, quando si oppone 

alla violenza per rivendicare la 

propria dignitd umana. E abitare 

nelle case di tufo che un terremoto 

butta giri con una spallata. In paesi 

dove non arrivano nemmeno le strade 

e nemmeno ambulanze, soldati, o 

pompieri per salvarli da un cataclisma. 

E dove il pubblico denaro per 

costruire le case per decine di migliaia 

di senza tetto, viene aggiudicato 

dalla mafiae dalla camorra. 

Riconosciamo che il nostro d un 

discorso dissennato, per una dissennata 

e personale concatenazione di 

pensieri e immagini. E tuttavia c'd 

una conclusione morale. Una nazione 

che, dopo trent'anni di governi 

Fanfani, diretti da Fanfani, avversati 

da Fanfani, propiziati, suggeriti, 

ostacolati, distrutti, battezzati o 

sciolti da Fanfani, nel momento piri 

buio della sua oramai lunga vita repubblicana, 

non riesce a darsi altro 

sommo rimedio politico, che Fanfani, 

beh, una nazione cosi ha i terremoti 

e le mafie che si merita. E che 

perd succedono sempre al Sud! 

Michele Belcore 

soltanto soldatini di piombo un po' ciassero veramente a cadere! Lo 

calpestati, il procuratore De Matteo, sommersero con un ululato di sde- 

uno dei fratelli Caltagirone, il giorgno, si inferoci anche Indro Montanalista 

Pecorelli, al quale per allenelli il quale ha urld che quello non 

viare I'agonia hanno pietosamente era modo, che erano crisi senili, che 

sparato un colpo di pistola in bocca. tanto Lui lo sapeva, peggio per Lui 

il banchiere Calvi gentilmente indot- che non aveva protestato prima, che 

to a impiccarsi sotto un ponte del ora se ne stesse zitto e si facesse i 

Tamigi; Sindona si d consegnato pri- cazzi suoi! 

gioniero a un carcerc americano, Con lo slancio dello storico che d 

Gelli ha preferito il comfort neutrale dentro la battaglia del suo tempo, 

di una prigione svizzera. I grandi Montanelli concluse; 

Tranquillo. Nel pieno e nel vuoto 

della tragedia i nostri condottieri 

non abbandoneranno mai il posto. 

Nelle foto di queste pagine: Amintore 

Fanfani, il presidente del Senato Fanfani, 

il capo del governo Fanfani, il candi. 

dato alla presidenza della Repubblica 

Fanlani


Se per le studentesse 

la verginit) non d piu 

un mito, ancora oggi 

nei quartieri popolari 

le donne sono costrette 

a dare prova 

della propria illibatezza 

con il classico lenzuolo 

insanguinato,,, 

( 

Costume 

e

Costume I Siciliani - 45 

siciliclne 

I'eimone 

dl Eleno Broncotl e 

Glovonno Quoshnodo 

La prima fu Franca Viola, l7 anni 

fa. Rifiuto le nozze riparatrici offertele 

dal seduttore, Filippo Melodia - 

appartenente peraltro alla "onorata 

societd" - che I'aveva rapita ad Alcamo 

il giorno di Santo Stefano. 

Franca Viola infranse cosi il codice 

d'onore che imponeva alla donna siciliana 

di andare in sposa a chi le toglieva 

il "dono" della verginitd, ma 

contemporaneamente riaffermd che 

anche in Sicilia per una donna era 

valido il principio della inviolabile 

libertd umana. Per questo Franca 

Viola divenne un simbolo, il simbolo 

della Sicilia che tenta di cambiare. 

Ma da allora cosa d realmente mutato 

di quel complesso di retaggi culturali, 

o meglio di queitabh, specificatamente 

siciliani? ll mito della 

verginitd, il delitto d'onore, il ntatrimonio 

riparatore che in definitiva 

hanno storicamente condizionato la 

vita affettiva e morale della donna 

siciliana, sono realmente sconparsi 

senza lasciare segno? In effetti anche 

sotto questo profilo la Sicilia e 

cresciuta, non differenziandosi - almeno 

per quello che attiene alla vita 

nelle cittii - dalla media delle altre 

cittd italiane. Basti citare il caso di 

quella donna di San Cristofbro, uno 

dei quartieri pii disgraziati di Catania, 

che assieme ad un'amica ha ucciso 

il proprio marito che aveva abu


Costume 

sato ripetutamente della figlia minorenne 

e della figlia, anch'essa di minore 

etd, dell'amica. Ebbene, in percentuale, 

questo "delitto d'onore" d 

stato giustificato pii al Nord (il 

70,7V0 delle donne) che al Sud (il 

63,4V0). 

In Sicilia, come altrove, quindi, 

determinati retaggi culturali, veri e 

propri cancri sociali, dovuti al sottosviluppo 

in cui d stata relegata gran 

parte della Sicilia, sono duri da estirpare. 

Oggi, le donne siciliane come vivono 

I'amore? Non esistono standard, 

se non legati ai ceti culturali, 

alla vita del quartiere o a quella della 

campagna in cui non esistono realtd 

aggreganti. In altreparole non d possibile 

stabilire la consistenza di una 

condizione generale, che indubbiamente 

esiste, ma si polverizza in tante 

situazioni diverse a seconda del 

diverso territorio, o posizione sociale, 

o cultura personale. 

Il "tempo delle mele" abita anche 

in Sicilia. Le prime eseperienze sessuali 

sono vissute piri precocemenete 

e pir) liberamente, ma soprattutto 

tra le studentesse, in maniera convulsa 

- poche sono in grado di definire 

il termine 'amore' - anche se si 

ammette che si tratta di un'esperienza 

da vivere, e sicuramente in maniera 

positiva. 

"Certo 

che esiste l'amore eterno - 

sussura una quattordicenne di Modica 

- ma cosa sia non lo so: sicuramente 

una bella cosa!". C'd poi 

un'alta percentuale di adolescenti 

(pin del 4090) che non ponendosi il 

problema amore, in senso totale, 

pref'eriscono consumare come qualsiasi 

prodotto industriale il rapporto 

fisico occasionale; ma quasi tutti riconoscono 

che quello non e il 

"vero" 

amore. E d'altronde per loro 

- almeno dicono - I'amore con la 

a maiuscola d di secondaria importanza. 

C'd tempo nella vita, non bisogna 

essere impazienti. In proposito 

c'd da rilevare che tra gli studenti 

oggi ha molta pii importanza la vita 

di gruppo, per cui I'esigenza di una 

dimensione privata, propriamente di 

coppia d sentita scarsamente. 

Il mito della verginitd. Fra le studentesse, 

dai qr,rattordici ai diciotto 

anni, da Palermo a Catania, da 

Messina a Siracusa. da Modica a 

Cela. si sente candidamente affermare 

che "la verginitir non d piir un 

mito" e che se ci si vuol bene I'amore 

fisico non d un 'peccato'. Dalla 

viva voce di Sara, una ventenne residente 

nel popolare quartiere catanese 

della "Civita", ascoltiamo invece 

una storia aberrante e che oggi testimonia 

il persistere di detreminati tabi 

che una forzata visione di una Sicilia 

ormai "moderna" darebbe oer 

sepolti. 

"Ho 

dovuto dimostrare ai parenti 

del mio uomo, la mattina successiva 

alla 'fuitina' che ero vergine, mostrando. 

loro le lenzuola e i panni 

sporchi di sangue - racconta Sara 

mostrando ancora rabbia per questa 

assurda esperienza subita - Tutto cio 

mi riabilito ai loro occhi e a ouelli di 

tutto il quartiere. Mia suoceia si affaccio 

al balcone e lo disse ai quattro 

venti, con fierezza. "Prima, mi consideravano 

una ragazza poco seria 

per il semplice fatto che uscivo da 

sola col mio ragazzo". 

Sempre alla Civita parliamo con 

Anna. Ventun anni un viso fine e 

pallido, ma consumato. La figura 

esile, ma deformata dal peso del suo 

bambino tenuto in braccio sempre 

dal lato destro, come fosse un'appendice 

di se stessa; e con la mano 

sinistra sempre pronta a gesticolare, 

per aiutarsi nel raccontare la sua storia. 

"Mi 

sono sposata per 'sistemarmi' 

e non comportarmi come quelle 

ragazze moderne (n.d.r. ragazze 

che, sottolineamo, appartengono alla 

sua stessa generazione ma non alla 

sua stessa classe sociale), soprattutto 

le studentesse, che si drogano e 

se ne vanno in giro per le discoteche 

a prender vizi". Quando Anna parla 

di vizi, si riferisce anche ai rapporti 

sessuali prematrimoniali, accostando 

il concetto a quello della droga. E 

questa la mentalitd corrente laddove

Costume 


Molte donne vivono 

il rapporto di cop. 

pia come un rifugio, 

come I'unica 

cosa che in questo 

mondo, possa dare 

loro sicurezza (la 

foto al centro d di 

Julia Margaret Cameron). 

non arrivano informazione e cultura. 

Una dimostrazione di come possa 

essere diversa da luogo a luogo, 

da cultura a cultura I'evoluzione della 

donna siciliana. Grottescamente 

si potrebbe dire che I'universo femminile 

dell'isola si divide in bizzocche 

imbecilli e in sporche puttane. 

Naturalmente giudizi dalle angolazioni 

opposte. 

La 'fuitina' resta in Sicilia I'istituzionalizzazione 

nell'ambito di una 

comunitir (sia esso un quartiere popolare 

cittadino o un rione di campagna) 

di un rapporto d'amore, e 

soprattutto erotico: corrisponde in 

genere al matrimonio, che giunge - 

ma non semprc - della comunitd in cui si vive, una 

sorta di formalitd, uno schema da 

cui d difficile uscire. 

in un secondo momento 

a definire legalmente un rapporto 

di coppia e soprattutto per 

'l'occhio 

sociale'. lnfatti Mariella, 

25 anni, amica di Anna, si d sposata 

'per gli altri' - come lei stessa ha detto 

- dopo essere vissuta per nove anni 

con I'uomo che con lei ha preso la 

'fuitina' 

e che le ha dato tre figli. 

"Mi 

sono sposata in chiesa - dice 

Mariella - ma non per me, per il 

quartiere. Per nove anni la relazione 

con il mio compagno era stata guardata 

come una vergogna; tutti diffidavano 

di lui credendolo un poco di 

buono e reputando me una puttana; 

tutto questo perche lui era stato sposato 

una prima volta". 

Quindi il matrimonio, da come ha 

testimoniato Mariella, non d solo il 

fine ultimo, il coronamento essenziale 

dell'amore, ma diventa quasi 

un dovcre, un obbligo nei confronti 

"Ci sentiamo 

troppo limitate a causa del quartiere" 

abbiamo sentito alla Civita, un 

quartiere che loro stesse definiscono 

tintu, cattivo; e tutto questo se non 

altro testimonia che le donne stanno 

cominciando, anche nelle classi meno 

abbienti, a prendere coscienza 

della propria condizior-re. 

In una societd che per loro d piena 

di insidie,pero, il matrimonio o meglio 

il rapporto di coppia in genere, 

rappresenta una sorta di isola felice, 

un rifufio, la sicurezza, il futuro. 

Cosi non d invece per le categorie di 

donne acculturate, il matrimonio 

per loro non d quasi mai al primo 

posto; e pref'eribile la sicurezza di un 

lavoro che quella di un focolare domestico; 

poi se entrambe le cose si 

realizzano, tanto meglio, ma a una 

condizione: che il rapporto d'anrore 

si realizzi soprattutto come rapporto 

L'astato sull'amicizia, sullo scanrbio 

di idee, sulla fiducia. Ma nessuna di 

loro, oggi come oggi, se la sentirebbe 

di rinunciare a un buon posto per 

imposizione del compagno. C'e 

quindi pii coscienza della propria 

autodeternrinazione. 

Angela, 50 anni, siracusana, ha 

dalo per due volte prova di avere 

agito "per scelta" di fronte alla possibilitd 

di avere un rapporto d'an.rore, 

a costo della rinunzia: la prima 

volta e successo molti anni fa, la seconda 

I'anno scorso. Questa donna. 

che vive nel ouartiere di Santa l)arra-

ownlsoc Bt - !uerlrcrs I 

EJlsou BIIep osroJ 1eu oleialud a11on 

ptd 'ouraleru olurlsr ons p ole8udde 

eq olsanb eqcrad oJlle uou es 'erurs 

-srsor13o3:o q eu o or13r; un etuoJ ol 

-nrJserf, uq o1 !oruotuuleu yap ar18os 

elle Q EJo 'ruue 97 rp elodru Iof, e eu 

-ualuEôu aJpuur BI uot e^r^ 'elueJ 

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-is uun Ip olladse,l oudord eq 'er8 

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oJrun e ourr:d, ons Iep aplsodord 

- ezuelrnuoJ el - erddoc rp olrod 

_der un pu orprrunu,]r;;r,,nJlrrr1y", 

-oruu.l[0p r]uor.]uoJ reu orrr.]rrres rp 

'prounur.r ullap osues olsanb eroJrre 

Jlsrsa 'eôJtle 

aqr 1rd ErpJrS ur g 'ol 

- B r . r u n u lBl q e l l o ^ e l s a q J U E p e ' I l l . \ 

etrdord ellns osrrop Er{ Bllo^ r?lluor 

-as el rad 'olBrnletu Eq ol 3ra,\ur rJl 

eul,' r revz'zed, Bun'olB,ltlotutut IJlle 

t13ap tqoro r13e aseur.r ot5ô8 ons ll 

'uJerpruf, rsrtl eun a:r1€d 

Ep ElBrFtUn lsoJ elues au es elpEru 

erqJJa^ e1 lrlua;ed I llproleqs op 

-uerJsul osods ossaruo.rd p .erzuacrl, 

'aJoue(l 

aJesse eâp oruotuuJetu 

1e orpnlard oJrun([ eqc acsrder :ou 

-orso1dse,1'oluaruesuedrJ 

Ir elerJr.l.ln 

oluoruuzuepu rp rsatu res odog 

' ( . e l B u I 

-01srs,, aluotuleuu aqqsJes ts ral aqJ 

-ue le1r,t ens e1 :ad euorseJf,o essor8 

eun Q PIIanb aqr arur,,ruor rs ela8 

-uy 'oSardurr 

uonq un uoJ a olseuo 

'pTeezzeut 

rp esaJuq un ircnue a tlueJ 

-ed ep oleurquoJ porc ',,o1e1Jod,, 

oluorurJleru oJrssBJJ 1r ouoSuod 

-ord ela8uy pe odop ruue.lue1 

'eJuetuu( 

un 

olos 'e^rlurJap ur uêlo^ 'plrlrqes 

-uodsar Eunf,lu rsJarunsse EAaJoA uou 

'rsreEel 

BAeloA uou .aJotue apuerS, 

Il pleJJe ur aqo lduc l,orouB apuerE, 

Iu ullecs eraqrl rad olerJunurr eH 

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-;aura8 Erulu8 oJol El eJBJluoJut rp uurlrd aq:r luu,rog8 a| aqiuu pa !urrunu 

-!J rs opur !p olos 'a;uauruuut;;apuurrd ,g;unb a1;u alouu,llep .ouJofuor, 

;p lluauodruoJ aflnl ,alop u; ,o11auu,; ,a;urr;3;n oluauuzuuplJ t! :tuorzlp 

-uJf allap ,o;sn8, lr sJoJua olsurulJ p ,l1eradns 

ltets ouos ,ossas 

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-luruJ EllB ouas u! 'oro,lu1 tp llualqruu r;8au 'araua8 ur lluzzruu8ro lddn.r8 

rap'rlucupu;s ;rpunb 1ap 

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Elslulluual ofuatutôru 1r oluu8adurg uq 

guuu plpugnb ;ur;1;n rl8au oluq aqJ .allurrurual oogloads, o;1anb !p oflq 

-ruu.llau arurpunbul up 'u,rg1gur;ap ul .ouos ouo8raura aqr rura;qord 1 

'BlurouoJslJ urrdord a BJa^ Bun 

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-ord;r u; ouuluasarddur oJol aflnl 'uuuop u;o8ugs JuSo up u1lJnluJs pllu 

-Brun.l uls slJs^ u;uunb aruu;8ururul qnd ;s uou.a1u1lr arro8aluJ ellap ulos 

uun ps orpunb 1r ara8ulrlsar alalo^ B aqJuu pg ;;rulodod rraJ;runb lau ou 

-o^!^ aqJ aauulaoJ oJol allap o11anb o ,,p1gug8ra,r., aloJud e; aregrunuord 

aJlluos lau aqJtuoJt ouoplJJos oqJ rluaJsalopu assaluapnls allap u1lan$ 

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Costume 

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I Siciliani -49

0 9 - ! u e ! l ! c ! Is 

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'ulBIr8r^ plJaqrl ur olsa:d elJSn ulreJ 

rad ouuuralleq rs r1e3a1 rons r :rlrq 

-rssod rluunualle al ollnl olnrJsouo: 

-rJ ouueq e1 rcrpnrS r olladde ur lorp 

-rf,rJoxn rad a:alruc rp ruue enou eJ 

-eluoJs oâp euoqJeJul esod elo 

'oluuru 

lt aluulst.llE 

opuoprJJn 'g:uds a a arpud orqJJe^ 

Iep alJnJ lr erJJeJqr.ut e1lon e11anb 

ul 

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e1lanb ut eqf,uu aluau 

-etualor^ elurqrcrd n.l eso1 'tnl ep El 

-euroJrr ossoJ uou euuop el osBt Ieu 

rJasons rep eser ul erurJnrq rp opuet: 

-Juunu 'olLeru 

Il QluasaJd rs olsa:d 

uag 'ornJrs Ie eJa Il eqJuuau uhtr 

'!l 

-otrue8 uterzue rl8ap esur ullau altlrq 

-uts B Qpue rs a r11a;or;3rJ aJt r ?s uoJ 

asard lo1:euopuuqqe tp Blolle astJ 

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el rJrBIJSEl unalod eru 

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-ntluJJ orJJErq un e Elolsoc aqclenb 

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Ie auoJIEq Iup l13 orJuEI rs 'elleprtln 

rp uêrJJEurru eqJ a plrleueq alrlos el 

rad uyrerqmrd enalo,t aqt olrJeru IJp 

er33en1as urJnJ eturseuua.ll€ rsJBJllos 

red 'esod eJ ruuB enbur) '.,eneJorE 

-8ad ece,rur ruue r1E uoo elN 'esserq 

-uuJ rnl eqc olerads oq - orprJrroxn 

rad olrqns ral up ol1addu,p osselord 

Ir aluErnp oluJerqJrp uq rJ - ruue 

rq8unl rad olereds oH,, 'otoruu Jed 

'otuon 

ons 1t aldel rp unectac 'en 

-r1ed eqqeq e( esog 'eseJ ur BsnrqJ 

eêuel e1'eluaruerE8enlas e.terqccrd 

el'eêzzrwopos el :enerqJs Eun ral 

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'EUUOp eun eAaArA rUeJSrN V 

'eJrêle 

Pllcrl€rurueJp Bun rp 

eJrûle PllJlletutuBJp Eun rp 'ezuer 

-ou8r,11ap o ezuolor^ e11ap urpaEe.rl 

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eJrdrl €un rp azueruotullsel :r33o Dt 

-oJue oueluoJOEJ au as 'ersola8 a an8 

-uBS rp arrols 'an8ues rp a euorssud rp 

auols 'euorssed 

rp e eJoluesp erJols 

'euerlrcrs 

aluar-uellard er:ols ICI 

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-rlluru 

1r uoc e:erduoJ ep eJJeu eun 

((


In un rapporto 

d'amore I'importan' 

te e la parita di diritti, 

olire che un 

continuo confronlo 

di idee: lo testimonia 

Rita, una donna 

che vive in un paesino 

alle falde 

dell'Etna. ll suo 

unico rimpianto, ri' 

spetto alla sua vita 

prima del matrimonio, 

e la mancanza 

di tempo da dedi. 

care a se stessa in 

quanto individuo e 

non come moglie o 

madre (accanto: 

Ren6 Magritte, Gli 

amanti).

z 9 - ! u e r l r c rIs -etu rep 'ezuessE 

eletol uou 0s 'euors 

-nJ.l rp esle:ls eltep e alepadso ur rltE.l 

IUoqe rp oJJLunu . osseq 1ep 'rsor8 

-rlJJ Iuor.ur.llpru rJp ezuanbe:.1 a1ue1s 

-or 

QqJJosse:d u11ep 

'rzro,trp 

rp elenl 

-uaJrad Esseq Ellep aqcue ole8erds 

Q orJ 'Eue.l.]os 

Ird eralueu ur rlnssr^ 

rlels ouos 'op:81.r eloâlou un uoJ 

B u e r l l J res u u o p e 1 1 e r t u n r B o u o \ J r { . ) 

'ouorzedrtuuruo rp orlt or1lo 'eut-rrz 

-ureqrl 

lp rtue uroJ I 'u,llluopr 

errdo:cl 

J elaA eun JlJuIns\E rp ouo.rsrltldrrrr 

3l alEnllE oluauour lau 3qr rlerros ru 

-orzrppurluoJ rp erJes Eun rp auor/lru 

-rEJur(l 'u,tlear 

? oJllE pe olle dsr.r ctu 

- o J 

l s o c ' o r o u e , 1 1 el lp u o r . l u o r o u e u 

-BI[JlS EuuOp el oqJ e el)^3lqJUl - olz 

-r^res orlsou lep osrelue ouoJ olEp 

oJrun.-I 'PillelueLU 

J Plrlelu3ru Ell 

ul€l€g 'rlurour,to:d 

a eurpullrr 'aqB 

-ur[ESEJ O 3:^S3]UJpnlS 

'rUUnOrS 

OuaU 

e tue,\otB E:1 'ruorzEJr.]rsreAIp rlBJ 

-rper eddorl 'auorsn.;uoc 

eddo"rl 

'(pzzeJeute rp euerd BrerqJJe^ eun 

olladse rur ero - olsodsu eq - oJoue 

vzues ezzeura.or8 eun olnssrn oq 

ol,, :olsslr{f, oruurqqe.lerl.) iaJoue. I 

un olsanD n.l :rJruu runJle uoJ olBru 

-:o.1 ourssaydluoJ un ur oor:11a1a oue8 

-ro([ eêuons ro-1 'ouunor8 

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eseJ Bp oddecs ruue ollorJrp 

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-lJrlstJ oluetque un ur u1er13r1loqul 

'rluB]lqe 

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IJV pB eArA eqJ ,ruue 

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-uE ollolue^ 'e]!u Ip oset It ? o]uatU 

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r:dord r a:eddnlr,ts rp 'urs oqc Buuop 

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-se pe unurluor er13nve3 e1 ossads od 

-dort r33o pe ourC 'eluaruyrqusuocls 

-eJ utleJs url3rrue3 ellap rJonJ tp Ie 

elrn er:dord uun ale^r^ rp ulrlrqrssod 

el JJa^B rp 'ouard odruel e arduas 

rlueuorzunJ opru rlrs€ ur r1313 r:d 

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-ue;a11euued rlutJos ernllnlls ol rnc 

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-rreu opuunb 'rpre1 elas el (ecalor1q 

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-lertsoJ arasse rp a 'areuons rp odural 

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.? 

Costume 


cambllata, grazie anche al gesto di ribellione 

di Franca Viola oggi madre 

e moglie per scelta e non per imposizione. 

Ma quante sono oggi in Sicilia le 

Rita quante invece le donne come 

Mariella costrette a mostrare i panni 

insanguinati come prova della illibatezza 

pr ematrim oniale? Son o sicu ramente 

piir le prime che le seconde; 

ma da questo all'affermare che oggi 

la donna siciliana sia giunta alla 

scelta di un amore "libero e responsabile" 

ne.corre molto. Come dicevamo 

prima la donna siciliana d alla 

ricerca di una propria identitd, e la 

sua d una realti ancora pii drammatica 

di quella di una donna del centro 

e del nord d'ltalia. Essa deve fare 

i conti con i vecchi tabir, con le 

leggi dell'onore, con i tabir religiosi, 

E soprattutto con se stessa, ciod con 

il suo bisogno sociale dell'uomo, in 

definitiva dunque con una societd 

che non dd lavoro alla donna e quindi 

quasi sempre la condanna alla dipendenza 

dal maschio. 

Un dato d emerso dalla nostra inchiesta: 

sebbene I'amore non stia 

proprio al primo posto, in una ideale 

graduatoria di valori. ma esiste 

comunque una forte volonti di viverlo 

in maniera pii egualitaria; 

questo avviene pii o meno coscientemente 

e, bisogna dirlo, pid o meno 

liberamente, non solo fra le studentesse, 

ma anche fra le donne dei 

quartieri popolari, dei paesi, della 

campagna, e con altre motivazioni, 

anche fra le donne del movimento 

femminista, in questo momento impegnate 

in altri temi, lo scontro con 

le istituzioni, la pace (il "problema 

Accanto: Rosa Incarbona; 

in basso 

Franca Viola e il 

suo stupratore: due 

esempi di donne siciliane; 

due realti, 

due torme di ribellione 

alla sopraffazione 

dell'uomo nei 

conlronti della donna. 

amore" fa parte di una fase superata 

del femminismo: ma non e detto 

non possa essere ripreso per un confronto 

alla luce di una nuova realtd 

emergente cosi come e avvenuto nei 

mesi scorsi all'interno del P.C.l.). 

In un mondo disumanizzante come 

quello d'oggi, soprattutto in Sicilia 

dove la violenza ha sempre assunto 

punte di alta drammaticita, 

I'amore per qualcuno diventa un rifugio; 

I'importante d che i diritti 

dell'uno non vengano intaccati dalla 

sopraffazione dell'altro. 

Siamo sulla buona strada; ma come 

tutti i fatti di costume, anche il 

concetto d'amore cambia con piu 

lentez.z,a, soprattutto in una terra 

che quasi sempre ha inteso I'antore 

come passione, senza riuscire a trovarc 

cquilibrio lra scnlintcnto c ragione. 

In questo montcnto se si discutesse 

di pin di cultura dclla pacc 

si potrebbe parlare anche di un rinnovato 

concetto d'anrore. Ma I'argomento 

del giorno in qucsto nostro 

tenrpo d la violenza. l)arlarc d'antore 

signif ica I'orse conl'clnclcrsi attcora 

piu. 

[rlcna l]rancati 

(iiovanna Quasintodo

t 9 - ! u e ! t ! c ! Is 

ernlloru8e,llns'opuenulluoJ lsoJ a 

'rr€unues 

re 'apuo1o.r 

alolel alle 

'ul 

-uoour rlEe 'ruEa,ruoJ 

rB aleJlpap alo 

al epnl elerednrel orassalod rs eg 

un eqqoJAE eU euPtlelr uJtruouoJa 

alua8ros ussnJstp o1ue1 ulsanb aqo 

oudord opetJ'altqelJtJlJ auorzuru 

-JoJur.un aJruJoJ e ollolu o rdruuc 

rns oroÊl tp aJo ut 3ll€ruJoJsEtl e 

tluullnsu rluaueêlle r13ap o al0rrr8e 

Iuorze^rlloJ allep rllopotd :ad alqrp 

-ua^ upJol auorznpo:d tp rpletltru ul 

-rual1 rsenb r areyollled uJ 

'esoJ 

el 

-esrru uoq ouos elnllotr.r8u.l arsruro.; 

0r{J rprerlrru r 'errr11npr.t 

euolzalloJ 

Eun rp otqJstJ lt rEr.u ezuos 'eluop 

-acard ou.ror8 lap f ld rp eldruas ouos 

odop ou.ror8 p eqJ a orqJto(p Elsr^ 

e ouocserf, eqJ rluulrq rJe^ rep lrol.lap 

Ie 'ouo8ue^ a ouuE^ aqf, rpJerllru lp 

Eereu EllB eluoJJ tp otqqnp ezues 

'llle1 

1 aJepa^ uou e rsloJstp 

eJrluas rp oJu€ls q aro11orrr8e,1 aqr 

arepuelur ur13o,r ts uou eJoouu JtuoJ 

erlsorurp rs elopueJe.J alueuulJeJ pLu 

'entlrsod 

aluatuuntsseJJa uou ulatu 

-eu ur a1e3o1e1er ouue^ auotzulsa.ltu 

-eu alsantr ollnl uou alueuur^Ô 

'orf,r.reuaq 

UUNTU]I 

E e 

o|pFrrelcso'I Pll^lllu(llap Blelnl BllJp pltsssJau 

el e etsatqJu anrlulsr8al ruorzuluauel 

-o8ar s1 'oddnlr,ts 

o1 red rressacau r.r 

-erzueurJ 

lluaturlseûr r13,ouaruoua3 

Iap Bssuru tp ruorsueutp al alecl 

'ouurnJ 

ll aqJ oJoloJ rp ruelqold rap 

a rdlupJ rep ellaltp EzuarJedsa.llup 

ellopep euotssauU ellu olrûr(p 

uleJatqJJBrqJ uun UJES elsanf .ec 

-rruouoJa pe alurJos euovezztue?to 

rp sr.uloJ rsurslunb otluoJ tueluuE 

ouurJuEl rs o lJolloJrrEe r11r1arap 

rap aJoêJ e ruolleuEJ ouezle rs uou 

olsanb ut ,,ouor8Bl eq IqJ,, oueJJaJ 

aqJ oJoloJ 'a1erro11as 

9u ocrlrlod orlB 

-El un rp ezue)Uevr El ouuerelelsuoJ 

tzr aqcrad auorssa3o.rd rp rcrlrlod gu a.r 

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-n11oou3e,11ep oJtruouole oluoc Iep 

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un 'ale.J 

ond rs e11nu e^rlletqo (ollnl 

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alueureauelodureluoc ouerouull gs uori 

es elseq uou ouolznpoJd e;os e; 

-oulls 

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lmmagini come questa non sono infre. 

quenti nei villaggi siciliani pi( strettamen. 

te legati alla vecchia agricoltura estensiva. 

La mancanza di un progetto comples. 

sivo per I'agricoltura siciliana (della pro. 

grammazione, della ricerca scientilica al 

sostegno economico-commerciale) porta 

alla conseguenza di emarginare in manie. 

ra sempre maggiore gli strati della popola. 

zione che vivono di agricoltura. Un'emargi. 

nazione che pesa sullo sviluppo economi. 

co e sociale del Paese e sui destini indivi. 

duali di milioni di esseri umani 


mai stalo conlezionato. 

opportunamente ristrutturata la ri- do la bella cifra di otto miliardi di 

Praticare un'agricoltura piri incerca a qualsiasi livello, da quella di abitanti sul pianeta Terra. Questo 

tensiva, ciod a rese pii alte a paritd mercato a quella scientifica. Proble- aumento di 

di superficie coltivata (vedi la tabelma vecchio anche questo. ma non rila), 

e a costi di produzione contenuti solto. 

d un primo obiettivo per soddisfare Il rinnovamento delle conoscenze 

il produttore agricolo. Quest'ultimo di base d essenziale. Le statistiche di- 

cleve essere: tecnicamente aiutato cono che gli incrementi annui di pro- 

mediante un'efficace, moderna e induttivitd dal 1931 al 1965 si sono agformata 

assistenza tecnica, che d la girati attorno al 2.1 Vo mentre oggi 

chiave del successo economico tale valore si d stabilizzato 

dell'agricoltore statunitense; econo- sull'1,790. ll che significa che se 

micamente sostenuta con interventi continuiamo a sfruttare le vecchie 

che ne stimolino le capacit2r impren- conoscenze senza trovarne delle 

ditoriali e non lo spirito di perenne nuove sorge il pericolo dell'esauri- 

assistito; politicamente incentivati mento delle innovazioni basate su 

all'interno mediante un Pii equo queste conoscenze o quantomeno la 

rapporto economico camPo- non sufficenzaalle esigenze di un fumercato 

al dettaglio, e difeso sui turo gid vicino. Tuttavia non biso- 

mercati esteri. 

gna dimenticare che i risultati della 

A questo punto, quindi, non ba- ricerca non sono prontamente applista 

stimolare la sola produzione, ma cabili, ma che spesso trascorrono 

occorre incentivare I'industria e for- lunghi anni prima di avere dei risultemente 

migliorare il commercio' Il tati pratici, come la storia della 

problema rimane l'organizzazione scienza c'insegna. 

dei nrercati . L'agricoltore d stimola- L'impegno per una ripianil'icazioto 

a produrre e ad investire se gli viene della ricerca dev'essere intnrediane 

garantito un reddito anche moto anche se economicamente gravodesto. 

L'acquirente si avvicina pir) \o ma contcmPOraneanrcntc e tal- 

tranquillo se gli viene assicurato un nrente imporlantc che non possianrtr 

conferimenlo ben programmato in dimenticarlo. Problenti noti c triti, 

ogni senso (quantitd, qualitd e preT'- se si vuole, ma non risolti . 

zo). Sono discorsi vecchi che non si Questi sono i problemi che l'agri- 

realizzano ma che gli agricoltori atcoltore vuole risolti nel conte sto 

tendono che vengano reliz,z,ati attra- dell'agricoltura siciliana pcr eontiverso 

opere concrete e non Promesnuare fiducioso il suo lavoro. 

se, di cui orntai ne hanno piene le te- frra due generzioni ovvero nel 

ste. 

2030 si dice che subiremo un rad- 

Ma molto si puo avere se viene doppio di popolazione raggiungcn- 

"presenze" comporta, 

oltre a quello demografico, problemi 

di ordine ambientale, energetico, 

nutritivo e tecnologico. L'interesse 

per I'agricoltura deve uscire dallo 

stretto ambito degli specialisti o dei 

giochi politici per divenire un argomento 

d'importanza mondiale, da 

discutere a tutti i livelli perchd a tutti 

i livelli interessa. La proporzione fra 

sottonutriti e ben nutriti va sempre 

piu a favore dci primi. 

Non d pii possibile accettare che 

poichd I'agrieoltura diventa senlprc 

piu un latto specialistico venga rifiutata 

dai non addetti ai lavori, anche 

se questi I'anno cultura e ne dibattono. 

Non si puo ignorare il ruolo, 

I'opportunitd e la finaliz,z,az,ione 

dell'agricoltura. Bisogna superare le 

aniichc divisioni lra icontparti intcrcssaliallo 

sviluppo di qucsta at tiritd 

unrana (universitd, enti pubblici, 

industria, gruppi privati) chc rendono 

quasi sempre poco produttivi i risultati 

separatantcnte raggiunti. 

Se si vuole non rintanere indietrcl 

rispetto agli altri paesi ad agricoltura 

piu progredita non d piu possibile 

pensare di raggiungcre obiettivi positivi 

mediante I'operato di alcuni e 

malgrado I'inefl'icienza degli altri . 

La scelta operativa ha due direzioni: 

o lare bcnc il proprio ntcsticrc c con 

gli altri o non avere luturo con un 

eo\to polilic() c nronctario cnorntc. 

Vittorio Lo Ciudicc

99 - !ue!t!c!s I 

ls I t 

'olBrnnel 

'ouuejp !p lprelllru osl 

eilq p Irlll !p Uoil$t OOg.Uoleroqe;loc e 

l1uapuedp gggl'Uoilnpo,rd lcos 00gg 

9/61 9/6t 

E!@ 

e^lpradooc u! lou ep nlel 

;tFeuJol a oJJnq'eilef 

57Ur-r.ryf Ti'nIIIO:FII\TFI

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g 

Pneumqtici Rqdiqli Pirelli. 

Come qqqlunqerc 

potenzq ql pidpridtrultore. 

In agricoltura il radiale 

d nato Pirelli. 

E oggi si evolve con due 

nuovi pneumatici che migliorano 

il rendimento del vostro trattore: 

TM 200 e TM 300, i pneumatici 

della terza generazione Pirelli. 

TM 200: grande regolaritit 

d'usura e quindi Piu lunga vita 

TM200 

soorattutto sull'asse anteriore. 

TM 300: per sfruttare 

pi€nam€nte la potenza del 

motore. Insieme formano 

I'accoppiata ideale sui trattori a 

IRELLT 

SER,IE AGRICOTTURA 

I lqvorutori dellq tertq. 

I Siciliani 57 

doppia trazione per garantire 

prestazioni eccezionali, risparmio 

di carburante e un'alta resa delle 

coltur€ in quanto grazie all'elevata 

galleggiabilita riducono il 

compattamento del terreno. 

TM 200 e TM 300 sono 

montati all'origine dai principali 

costruttori eurooei di trattori. 

TM300

8 9 - ! u e ! l l c l s 

I

I 

t 

'iiitlH 


Trenta chilometri 

di costa 

devastqti 

dai veleni 

delle raffinerie: 

ad Augusta 

,st vNe vlv( 

qnni 

cinque 

t. 

meno 

ffi mer 

dl Ooudlo Fovo 

e Mlkl Gonblno 

"Arrivai 

alla stazione di Augusta 

al tramonto. Era d'estate, l'estate di 

ventidue anni fa. Eravamo una 

quindicina di giovani, diplomati da 

poco, io venivo dall'Abruzzo. ln Sicilia 

c'e lavoro, ci avevano spiegato 

al nord, cercano periti chimici...Arrivammo 

a Priolo di sera: una cittir 

di frontiera, mi d rimasta quesla immagine 

negli occhi Per 

vent'anni...Ogni sera il treno scaricava 

cinquecento persone, la mattina 

dopo altre cinquecento se ne andavano, 

tornavano si, al nord. La 

vita, a Priolo, durava lo sPazio di 

una giornata, e riprendeva il mattino 

successivo con altre facce, altri 

nomi, altre storie...Di quelli che erano 

arrivati con me, quella sera 

d'estate, dieci o dodici se ne andarono 

dopo un paio di giorni. Io, invece, 

restai." 

Torniamo a Priolo doPo due anni. 

Era I'ottobre del 1980; nel reparto 

di ostetricia dell'ospedale di Augusta 

era venuto alla luce, Pochi 

giorni prima, Damiano, un neonato 

di quattro chili: la mandibola atro-

Qt!tenllv 0 9 - ! u e ! l l c l s I 

-oJCl 

Ins :alessopered auorzenlrs Eun 

pa returo llunrS a rs eJuqqBJ ul,, 

'olrEJUI 'oloJrrf, 

1e ouuSards 

ru 'olrou Q ossapv 'BJ ruuu 3np 

olsanb olJnl .('olonc 1 oler8ueru 

ouueq rtu olorJd rp eqJrJqqeJ e.I 

'ellessruelleJ rp oJloz rp ararurl'u al 

-1au 'erra1 

ollos Irletu oluef,Jnp oûr 

-oûl e ruue.lueJl ona,ru opuenb ory8 

-eu olloru o^Bls - ollEJl un p€ aJaJ 

- €soJ Bun oJrp el 'arouSrs 

oJeJ,, 

'eloqtuer 

-e3 e elrqrllequr olBlus^rp uJa ISOJ 

g 'euorsuad ur opelletu rp osrlep e^ 

-e^p pJlrqqpJ el prollV 'rl1ader 

r r11n1 

e rluep r eqJue llnper oue:a r13 

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un ur rlJuJur or1enb o er1 r:11e 

'os 

-rnnordrur,lle '1soc 

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'oueJur un 'o11ad 

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-zEJ un euIoJ BSoJIBnb olrluas ena,re 

ouror8 un rod 'gEerds rt'olezztlel. 

-ads oreJedo olels urlJ 'oJlle.lueru 

a assor a,tr3ua3 enp 'rluep uzues 

eJooq Bun rrdols rru osuJos orurrd 

lV 'eloqueJeJ E orurssruaq enetor8 

a oprJnl B oleJrl nlq olrlse^ un 'on1ef, 

aluauelaldruoJ rsunb 'oloccrd erg 

'IUUe.lUeA 

OSTOJSeJI eA3A3 InC UI eIJ 

-eurJJer allep 0 'alerurrurJ 

ellap a 'ol 

-olJd 

lp o3un1 e otutuelJed 'PJ ruuu 

anp 'apnb loc arou8rs orqtrol lenb 

aqJuE eloqluete) e eêJorD 'eloq 

-rueJBJ e ouecorE a orllenb ur ouos 

'epron 

ouued Ins Bl€rlueJuoJ ullnl 

'acn1 

ecod ?.J oJlueq 'elrurs rp Esoc 

-1enb o .rlrlrc rep oloJJrJ, p 'op:er1 

-rq ep ulus apuurS uun 'urlsrurs e11ns 

'o11e 

ur Ud 'rsorzualls gd qd un as 

-ro; 'rqcca,t 

1rld ed un asJoJ 

'or11u,11e 

olu€Jc€ oun(l rlnpas oJau ur rqcJa^ 

r 'epardercreru 

Ins arpes ay 

'uperls 

eylns alrede ou8el rp elrod erqcce,r 

a1 uoc 'ur1ye,y 

odop eun 'olrUud rp ru 

-orzes a.I 'oss3ls as € o3rlu3pr Q osJos 

orqJf,o^ y1 'odop ruuu anp 'olorJd 

'o1led 

Iap oluetuotu 

1e o eruo8u lp ero aqrod odop rlrour 

oueJe rJlle 'plruuoJap 

II3 rootl€ €p 

arduras :ad oluu8as'o1ns.sr,r,te:dos 

era ounqenb iesnce;rg rp e ulsnSny 

rp rppadso ry8au o1so8e pe orerqqaJ 

BJl rleu oueJe rr.uJoJap rlEuoeu ras 

rJllv 'eJrurlc ellelJeJ e1 u,reSerds 'ou 

-llsalur.llep rsrlered a euorssorduoc 

'olessepr 

erurue{erp :eutrrd euuru 

-ll]as ?un olnpEJ3e eJ3 :sleJrleqtuo 

euoproJ yap ogpul yr odop lluelsr rqJ 

-od olroru Bra 'aJaûr 'of,seJu€tg 'o,r 

-rA Bre ouerru€C 

'euJer 

rp e8erd eloc 

-crd eun pe olloprJ oJlsap orqJJeJo.l 

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Attualita 

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,iili,lf,i $ij.'iiji 

'';:,:l 

;:.. 

;::;itr;-;,. 

Ttnl*n 

I Siciliani '61 

Ed un giorno decisero: 

aDistruggiqmo il Poescn 

Venti unni fa, redigendo il piano regolot9re dells zona industriqle di 

priito, ,n grlppo di-ingegneii dett'A'S'I' si uccorse che lungo la costa' 

iu uni fîto fungo u, ihiometro e destinata ad insediamenti industrictli, 

c'erq un paesino, tanto piccolo da essere segnato appen(l sull.e csrte' 

'i;p; 

ina rapids discussio-ne uno degli ingegneri prese unq mqtita.rossa 

7 ttrira iro'rro* sul paesino, ad iidicare ls volontq comune di farlo 

,iiilpor:irr. Quel piano regolatore, con tqnte aziende piccole e grandi al 

iiii'iirt po&ino'yu sottolosto all'Assemblea Regionale Sicilisna e-d approioto 

dail'qiloia presidente Bonfiglio e dagli assessori N_ic_ita.e..Venti- 

'misliq. 

Era it 1g72, e da quel mombnto la sorte di Murina di Melilli, que- 

sro era il nome del paesino, fu segnata' 

Il tutto con ilpieno orritio della tegge. Lo statuto dell'A.s.l.(art.3) 

pri,r|dn infatti I'acquisizione cta parti dell'ente di tutte le aree e gli im- 

'mobili 

deitinati atli instattozione delle aziende' Prima che le industrie arriiissero 

fino a Marina di Melitli passarono perd altri qnni, e solo nel '79 

il paese ii trovd stretto in una morsa mqleodorante' con la COGEMA' 

'iiilibirir" 

per la produzione det magnesio da una parte, e una ra.ffineriq, 

I'ISAB, alle sPalle. 

Marina di tWetiiti nel frattempo si era ingrandita, era diventqta un ag' 

gtii"rato con pii ai iitte Tamiglie, un vero e proprio serbqt.oio di voti 

"per 

i potitici siiacusani. Fu anche per questo che si preferi agire n.et con- 

'Tronii 

degti abitsnti del paesino ietla mqniera meno chi(tra possibile: le 

TiOiricnE producevano fumi moleodoranti che invu(ie.vano i!y1e.-s..e ren- 

"irlndo 

I'aiia irrespirabiie e contemporaneamenle scaricqvano in msre liquami 

che uccidevano o allontanavano i pesci. Fu la gente s/eJ,sq, esqspe' 

rata ed abilmente manovrata, a scendere in stradq per chiedere un'altrQ 

sistemazione. 

E subito spuntarono gli ingegneri detl'A'S'l', parlando di un 

.uillaggio 

che sarebbe sorto oppoito pi i metillesi su una collina tra Floridia e Sira- 

,:uri, tiitoio aaili fabOric.he e clalla puzza di petrolio. Le c'ase,..fu proi"rio, 

sqrebbero slate acquistale a scompulo, con comodo"' Gli (tbitun' 

ti di Marina di Metitti, qiasi tutti, si lasciarono t'onvinc'ere e vendetlero 

le loro case quasi per'niLnte, a I9 tire ul melro quodrato' Reslarono sol- 

-lanro 

ventiquotrro famigtie, un gruppetto di irriduc'ibili, a guarlare Ie 

ruspe che g'ettararo q terr(t le case e spianavano iterreni' 

i. ..'- _ 

lIpi,noregoIaioreredattoda||.ASIvent'anniIa.AIpostodiMarina.diMeIi||i 

fi"ti[rit otrit irecclal "t ,n unott" stabilim-ento illlttllif;,9'^1:'lt':.,h':: 

;;iti,i'o;;i;i;u"."-"ri stata decisa, Pianificata a talcling

z9 - lue!tlcls 

I 

aq:l ;fianb gp oun 'uultuu1 rou8;s 1l arlp 

- ilualu B^BcuBtu uou Ello^ eun 1n(;> 

(usllH, ur lHtlfu 

ornot|ln olflfuH'' 

'o1yn1 o;rulrdo:r u;s uqra.; 

'o:rod 

e 0J0d e '1od :r 'llBnllqE lBturo ouos 

rs tfulfuJ^s JsuJ JllB 'UJpnl !E 'ounJ 

1u ,t en.nd BllV 'olzuJlls r rJBtu ollnl 

;.t.r,.erra; oslpurud 1p lrlads sun u! !s 

-rBôrl 'orol 'JuolzulûoJ 

!p !fBaq 

BllJu 

ouoAlA llsstulr 1q:lod I Jôp Btusnfue.l 

Flr,t Lun ? llllla4 rp Bulrul 'll 

l 1HHO 

-;a;ord ! lflnl a!BrfuJlr 0TJJJJ 

'(lJltultlJ 

erolfes lap 1sF:r apuurH El 

'tuolss')JJr 

ul ,ittnlisrdu. a 'opourors ;lro;lrd un 

:fluuu1ds luerrtl lns rlurlu lnllsoJ uou 

lod 'l'S'V.'I 'lhllahl rp EulrElAJ E rq') 

iru",.,iod,, p;u ituut ounJ lr 't etznd 

e1 "n,ip 'o1op6 a aJe^l^ u 111n1 lsunb ou 

-,irepuu :!Btu olap!^ al uou Bulllor Ellnr 

olnduro:ls B asEr al ltlBJu! lrflB llD 

(ololld lp Bprau 

ul1tu',iuiin,n 8ro :uulllor el1ns or?3u1 

-itn 'tl;ndurolls 

Irp 

B ESBJ Bllap BUasseJ,eJlanb 

e ofnporr ouuuq !r '1prdn15 -ara8 

-ue1d u ouollau !s e 'BsBJ orol El Bra.J 

"ru,rd ,noP o 'aletu ;1 ouuPlun8 'lnb 

ouo8ua,n ossapo lfupuu ouos eu as aqJ 

;114n$ 

'u;uu1uJ B ltuJBlJcBJU ouaâlo 

oioli 

'a.teru 

lB E^lJ ul a'ra'tl'r ;p o11anb 

'ou8os olur ll alezzllsal rad u1|'t uun 

u11n1 oluio,rul oH 'Blaurall8ol u 111:lsng 

ouos uou BsuJ Bl a 'olsBtuF ouos ol BIAI 

'olrdordsa.l ollqns lal^B oâpue^ uou 

os aqJ ouuâ:ttp ';uol11u aAouuulJlp llu 

-rBp ouBAalo^ 'BSBJ Bl eJapuo^ B ltuJaJ 

-u,iun" rad t puupruupu lod a opuu8 

-ard urugd 'ollo^ alllur llnua^ ouos)) 

(ruotlltu 'lplos 

E6 

! olnual aqJuu ? ls a 'ounssau 3 0lu0!u 

arapalqJ Bzues Blnpua^ sq.l BSnJBT 

-tq lP oôrsr^ ll 't'S'V.llap 1;;anb 11nu 

-t"n ouoa opuunb Eru 'Bladopoueu e lp 

-los tJopuallaur 'asasd lap lou slln'usoJ 

oruuio,tu.l 'usalqJ u1 ouls'rad BJa,r 'au 

-aunlus 'lzo8au ouBJa.J - llsutulr ouos 

(( 

azua^luuoJ Ollau '€uellllls €t]nl Pp 

-u3f,1^ eun 'ltd ouBêlo^ uou proN 

rE JuJ aujloo's eqrlrqqeJ a11anb qs 

rrnrti ,tu 'eruruosut 'Jlsapl oualJJl 

un loronel lp eleueJJe oluau€f,ll 

-eturu€lp etcutno;d eun'IluapuaJslp 

-uoJf,e ntltlod lultuon a oreuep oJllq 

-qnd 1ap tloleJlslulultu? ouoleôJl 

JrJlsnput a1 :artldues ollotu ol1n1 

nt qesl 'Jtuv 'uoslpoluolN led 

'iteuotru:r,'er8Ee,r1as eletJlsnpul el 

-rrsa:r'e11enb a11ad errdo:d ellns olns 

-srn aqqa:,te IqJ e lpJel gtd tuue,luan 

otnpeDe aqqeJes BSOJ eqc eselqJ IS 

rJ trou 'erelo,\ord olnlod olsqqerê 

;ere;soule,llau o aJeIu Ieu auleIs 

-uI Isopueulqtuoc'eutJt^ aqJIJqqEJ 

all'ai r,inl I oqr II€IpIrlru IllaJJa ll30p 

oiubj auitir IS uou 'auotzerndap tp 

rluetdrul Ip aloJ eun gllaSord IS uou 

ialuirlsnpul eere elsanb Ip ellrserr 

u1'a'eltrseu z1 eleururerSord ni tnr 

uoJ auolzulnrads u11ap o11nr; 1t n; 

'p1 

-lEaJ uI iossa :altqtpe'tard elueuernl 

-is ero aqc - epuoJl^ ellap a1u€ulJnllu 

nrd o11adse.1 olsanb q pa - octSolora 

oilelsrp un 'IlaJuEr€ Ip uella Ip el81 

-t1ual 'aluluaIJO ellIJIS ellep osolsacl 

ltd areru 1t 'eut8ra't - u n r t l l e l l p u l u o l o ^ e l e J u e u : l l e J l l s 

-Uoi oodoir eqruB Pa'ouos tJ lzzau 

r'iuc:ad 

Elsoc Ip lJlolu 

jouq, 'ottolttlal 

ntu"rl un Ip allqelp 

-awtut auolz€lseâp ul eqsu€ nd 

'ot81ag 

IaP au 

'rzzeuJ I outqruetu qqlrad 

'oia, 

iti,i I u tsenb erorue ourets 

oc,r"Iso,ule oluau€ulnbut.1 rad eu 

;;;t " Iqlr€rs r13 rad arole:ndap 

un a,J 'ocod ollotu 'olod iluue anP 

u, oiulqurec ? ESor aqJ"'aqclrqqeJ 

a i a r e p n t q J l €J € l s s e l s 

re:ado t13 oraqqares lssel lluaullllu 

louueq 

11 ac trolerndeP r e:aq8relq 

ouocl e gqcrad 'alleq ouos Plleal uI 

to-rou e ntd t"t1auolrqJ slllu llJllaJS 

]ert lp a ozzad nd ozzad llueulllqels 

ua aietuorus lp'oluaueutnbut,llep 

euols elsanb ns alalslsul orulssaôp 

ai 'olztcreutu ouu€q ll aqf,uqqe] 

'eqJ 

eunclz Bs ol ehl 

'erned ouutq 

-qe terado r18 aqr octEol q"'1tu1ss1r1e 

auoizednoroslp Ip ISSul otu€luoddos 

eurjad 'oloûl oJod e,J aquad 'png 

il Q otsano aqc:ad aluesad ntd a auls 

-nput ellap olleJlJ ll pe 

'olJeJtluatu 

-,d o,.tetqqop uou 'etuJls ul o.u'Is 

rnb - oureT e8ards lJ - sleJepuls gl 

-11nlgu Lp opletlJ olsanb ul oluellos 

sls uou ioddorlrnd 'eualqo:d 

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-BSnJelIS alelJlsnpul euoz ?llau Bled 

-ardur uredo,P ouutu ellap obs9-09 

Ir aqlosse uoslpJluohl el elos Ep :eJ 

l,t:jOns rp rre:punb Illrtu Elllulrlpun 

riLnn rejaoo eirLuanburc tp ntd olod 

:uostpe1uo141 €l Q(J IJonJ 

'er11e,11up 

orol 'a1red eun uP tou 'etu€'tttcs 

'erIJqq€J 

uEunl eun 

tP otlStsuoc 

1r acsrunri Is InJ uI eutzzeled e11ap 

ouerd opuocJs le otJUJn un ul otuets 

',lsiaznret e11u tssads e lJeu llelr{JJo 

'lisirr 'tn1 

qo-un-'olomtd o'rnd ellap 

aireo e; rbrado enp ulle uoc 'uos 

-rpatuontr BIIap €JIrqqeS rp otptsuoc 

1iu tuue 1t1otu nP ? ourcZ rou8ts 11 

,,'Illtrl ouopeJJ 

rJ €Juqq€J uI a 'IuoJpud t ouetceu 

-ttu 'iqruqq€J el oruelpntqJ o 'tuotz 

-iouoc'aisanb e sluJoêl o :erned eq 

aiuaa ef a 'o]leJu olqcJa^ p arduas 

q"'terado utle t13 ouoJtp lJ .euolz 

l'enrit nl erbriaao ntd 'ouretllud au 

[Id, 'eloêl IqJ eU 'BcuqqBJ lII eqJ 

ouitltr,11u Sllllqlsues ltd E,r 'arap 

-urte Prlod oqJ a oPuepe3Je els eq3 

o11anb ns'oluetueutnbut,llap euiJIq 

-oqJ€J lp aJeIuIu ellau o Jqnu sllep 

'prou 

aujrenie a11au e (rtd trlaruol 

-iqr elruerl 'ezuent,t,rerdos rp ezzel 

-JaJ elos eun uêlslsa ouIlSAp In) I3u 

arlSrueg e11our rad oJoûl II nd 

'e1s 

-nEnY IP eper ellap Pns 3 IlueuIIIq 

-e1s rlocctd ull€ pe aueleJ Bl 'leJuIS 

e1 'oi11e,1 odop oun 'lstnble eseuel 

-ru elJlsnpul,l a 8E6l Il eJe :uoslpal 

-uoIN el Q^lJru Iod 

'IIOIIEIJILUnIJ Ieu 

o orBUI u ocIJ€Js Ip lJollelloJ Ip eu 

-rcap 'aJeIuIulIS u oluEJJu aJaIuIluIJ 

'oleuot8er oddnl,ts tP ouetd un ez 

-ues 'orllu(l odop oun oJeslos ellaulJ 

-JEr 

'1eug,1 'ossg 

o IJIJIluaruec 

el 

'BJ 

-iutrqtrnbrl el ouolu^lJle lod 'euoz 

e11op'uirau5le: eutrd e1 anbreu 1so3 

',inputn 'lteuetds 'tlPlutl 

J Ilezzlllol 

-aJ ouolnl euS"dueJ tp a erSSetds tp 

rlplpenb i.rtau rp luotllu €t 'esnJeJ 

-1q 3 plsn8ny e:.1 

tulsol Ip lllatuollqJ 

rtut.,1 t1gy,l'(alelrlsnpul oddnlt'tg 

rp eatv.l JOd olzlosuoJ) II o]€-elJ 

auue^ opuenb 'eluenbutl tuue t13ap 

Jun elle 'odual lau ollalpul ollotu 

'Jet,rtn 

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'urualqord 

11 

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'alelJ 

-ut,torcI euolzBJlsIuItuury,llap rilanb 

P IIlepJIql u IôJd iIÎlou I 'aJeuoIZ

tlriiiili 

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Tiiiii'i*;i;ffi !r',::in 

,1l:rl.lii 


W li 

"Era il mare piu pescoso 

della Sicilia" 

dicono i pescalori 

di Marina

t 9 - ! u e ! l ! c ! s 

I 

lG llfolrlw 0t 

|Iuuouno ruHul 

lourqlo,tord alfle1 

-Eru llenb aluotuellusa ouauluaN 'Bllnu 

n o:riio es 1s 'ura;sotu;u,11au 'lsranlp se8 

!p luolzBulqtuoJ 

llBlpllltu J JsouJlJ\ 

atsanb ns :eluelodtu1 E!J')BJq al Bssuq 

-qB BzualJs Bl aq)uu olund olsanb e pg 

'olons 

lB ouopBJlr - tllalol^ 

-er1gn r33ur lap auolzu,l olfos EraJsotu 

-1n,j1tu auraisut lsopuuulqruoJ 

- opuunb 

p.ttti.tut lp afltull 11 oueradns alduas 

jsenb rql suB 1p a1o;ra;tllu !p luoll!l4i 'lr 

-,teruoru 11uu;dtu; rl8ap o;ozuoq l! 'lluez 

-ig111.,"1 ni auolzuronel ellau ellop-ord 

.. 

'upos 

"r";unittn,1 orolJ lp 11uurdru1 118 

-ep ouo8ua,tord aql olln:lratu lp a oJolJ 

!p luolzulesa :su8 rr1;u ;p ernlus p13 er 

-"Jtntulu,un ul BSJaAU ls eqJ SJIUOqJBJ 

alrJptue p o1u;:rniq aua!^ aqJ Bulzuaq 

lp ollqJ 1u3o rad 'aralultulr rp 'lolelBqs 

ip "u,urut !p BlsullueJ 'tutado ElltulJalp 

:iruipenn trfau !p luolFlu uluerun$ 

ajlns eleuaaslp lêpe^ BI elJotu el e 

'o.rtuaP euotu ul uoJ Bul Iues elueul 

-aluaredde 'tues elnddo ltuJoJep 3u 

-eun e^JBl e llloplJ o uelllntu alueu 

-lrqllJo lulqueq tlua't tsunb aJnI ul 

-iu'orup eq elsn8ny rsaru rcrputnb u1 

'etuueJp olsanb Ip euolsueulp- BJI] 

-ualnu(l'aJPurEeurur oJellsel rad anb 

-untuoJ o 'arBp tad etressecau Q €tu 

:elsanb 'e1tqu;a1 3 elulnlq €lolud 

'((Illsotu" tutrd t eJnl elle 

ouuulep ololld rP a ulsnSnY tP t:P 

-€tu el lpJel ltd tseru tas 

'olusISa leul 

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o l u a t i r e u r n b u t J. ql J ' o l o ^ e l o u d o l d 

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ouueiaretqrtP usnleJls tP e elsn8nY 

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eq rc'- €los elulJsul ouuuq lli\I" 

'elueb BIIep ozzalqrJ 

Ieu a uolluaS tap auotzeradstp e11eu 

aro,rt,t,terdos B Ileuuepuos'osot: 

-alslu Ip 'otnJso tp esorlenb 3p ell^ 

E rlEuuepuoJ luuu anp Ip ltulqluBq 

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qla,i ouuuq ossape e IInIJSOJo ouos 

;rlnistn,rerdos ouos lJlle (IlJouI ouos 

ritoW 'ottad lep ollueJ le euo'Il€lu 

un atuoc ePuerS elonJ Il o auloJ 

-ur ot18tnor3 un pB ollopIJ oullsalul.l 

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in.u irun^n olleJ ? Is uou -.ardu-11 

aorJ 'rlueôulas oluauBêlu lp luolz 

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ttuJIJJJo red 'o1nte un 'red ounsseu

A Priolo si vive cosi: 

le ciminiere in 

fondo alle strade e 

i bambini respirano 

anidride solforosa 

minuscoli laboratori attrezzatissimi, 

in grado di sondare I'atmosfera e di 

rilevare le quantitd e la composizione 

di gas tossici presenti in essa. 

Progetto lodevole, sulla carta; in 

realtd si trattava soltanto di un curioso 

paradosso: le industrie si erano 

riunite in un consorzio per controllare 

loro stesse! 

Questi venticinque laboratori mobili, 

se fossero adoperati con assiduitir 

e con sicura compeienza, potrebbero 

dire perfino, con proiezioni 

statistiche. che ad una data ora del 

giorno, con determinati dati atmosferici 

(pressione, umiditd, temperatura, 

direzione del vento) in quella 

zona si determinerd una esuberanza 

di gas tossici. ln definitiva si potrebbe 

disporre di 'ipotesi di prevedibilitd' 

da utilizzare per prevenire gli inquinamenti, 

per individuarne la fon- 

"Nella 

realt2r - ci spiegano al consiglio 

di fabbrica della Montedison 

te, per indicare gli interventi correttivi 

che servono. Tutto cio se il CI- 

PA, cioe le industrie della zona, 

avessero realmente interesse ad arrivare 

a queste conclusioni. Un paradosso, 

appunto. 

- 

queste stazioni mobili servono semplicemente 

a misurare il tasso di anidride 

solforosa presente nell'atmosfera 

in una certa zona. Registrano, 

nient'altro: non si potrd mai risalire 

ai camini che hanno provocato 

quell'esubero, non si potrd dire alla 

fabbrica: sei tu che inquini. lnsomma, 

un sistema molto sofisticato ma 

inutile, perchd non si ha interesse a 

farlo funzionare al meglio. La soluzione? 

Privatizzare la rete, toglierla 

alle industrie, ma manca la volont2r 

politica per farlo..." 

Eppure, paradosso nel paradosso, 

sulla scorta di quei pochi dati che 

forniscono questi laboratori ntobili 

del CIPA, pur funzionando a singhiozzo 

per poche settimane I'anno, 

non si d potuto fare a nreno di rilevare 

inquinamenti atmosferici fino a 

venti volte superiori ai massinti consentiti 

dalla legge. Intanto anche 

I'Amministrazione provinciale ha 

deciso di scendere in campo e sta 

creando una rete di rilevamento pro- 

)) 


UENT'AIITII FA 

TIASCEUA L'ASI 

Per pianificare lo sviluppo della zona 

industriale di Siracusa, per definire il 

tipo di inveslimenti produttivi da realizzare, 

per assegnare i lotti disponibili, 

per creare e gestire le

99 - !ue!llcrs I 

-oluJOAEI rns'auolzednJJo.llns IJIIII 

-od ueSols Illlos I elnlJade ut :ourotS 

Iap eurplo un eluesa:d oltlred ottu 

Ir eleuntuoJ otlStsuoc ur !e3 tu:ot8 

n{Jod osseJJns ? aqJ o11anb oluoJJel 

111 

'rrr]rlod ttuetu€JetqJs tl3ap ect? 

-ol ellu alrqrJnpuoJlJ alIÎJ zualqo:d 

un urs oluaueutnbut(l eqJ oPeJJ 

uou EuI 'etlStruej tp auotzrpe.rl rad 

e euorzeoo^ red 'elstyetcos ouos 'lu 

-ue rp ored un ep ulsn8nv IP oleuntu 

-or orlSrsuot 1ep alred oIJJeJ ol,, 

eepeJuleu el Bls aôp €lAtr 

'IlsIIuJ 

-upurs rap a terado t13ep tsroostp tau 

ossads aJJoJIJ aqJ 'PlIJeA e1 ;ed 'e1 

-orud eun iopeJele14 lortle(so) 

. . i o t l l e . s o J l e n b o ' o u o t z 

-euurerSord Ip lJotta tctldues :tleo 

-erds tuotlru Ip eleullual 'e11nu rad 

€rlua uou ollnJlau lI PJIIqqEJ UlS 

-anb rp auotznpord !p IIJIJ I3u e 

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-e^leg rp BurlloJ ellns oletuelsls ou 

-uBq ol - IIISJeIN unulluoJ - oIJnJJe(u 

yr rad uolezzrleue 113aP oun,, 

.. 

ol1nl uI opJ€II 

-rvJ ozzeur'oro1c 1t :ed enp 

'otong 

p rad anp 'ounorelu 1t :ed treluaur 

-alddns rJolezzrleue anbutc : tlelstnb 

-cu 

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-eqo.rd TIISJeIN opnlle tnc e tredrads 

r13 !rlrqour IloleJoqel ellas rlsanb 

rp ozzatd II pleJJe ul ? lld uI esor 

-1enb esro; e ozzaw e opJellltu ufl 

.."'ozzeur e opJeIIIlu un 3p arBJJe 

un uI 'erdruas uloJl IS asseJelul ufl 

i€lrnJlsoJ ouuEq.l ?t{JJed'slIlnu] 

auotddop un a 

'Bturuostul 'BI'tuIrt 

-o.rd e11ap eler ulsonb 'aluatuelJes 

elJezzrlrln Ip euolzuelul(l esse^€ ls es 

oArsseJJe our.;rad oJetunu ut 'eluul 

o u o s " ' J r u t s s t l S J I l s U3o ls l n 1 ' o l u a u 

-uAelIJ Ip Iuolz€lsod tp eutluerenb 

eun ouelul? I€luJo ouos IJ elBIJlS 

-npur Buoz elsanb uI aqJ ? PIIJa^ E'I 

6lllqoru Irol€roqel e11as trlp tlsenb 

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aruôrt Ip pllllqlssod 3l Q,J 4erolelu 

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al orl tuotolal tlDnlua\a al aJuclo)s 

olnôp aqqaho aLp plluDs ttllo alou 

-o8at ontossassv,ilaq Dlsatq)ul,P 

auolsslwwoJ ryun

t 

Attualita 

ri, sulla democrazia, poi ci sono al- 

**************ffi* 

meno venti righe che servono ad 

esprimere il compiacimento Per il 

iiri:iiii:iii:::ili:ii 

illliiitlitiiii:riiii;li j j 

#**ffi#;l+#+rn+'ftfi#ffi ##if#,l+iln#n###*#Fniffi 

##+'#Hffi il #####'g+#ffi ##** tt** **fi *lffi 

ii iiil ! iiil ! iii ! ii r iirl ! iiil r iill ii l llll lii,, :r ,ll'i i l ir, 

;i{r;ii;ir iiiiijj ii iiiijj ir iiii: il il iiii ii+litil ri iiiri 

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*H*ffiu**u#*********ffiI 

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"' ' 

liii''='iiii,iii:;iiiiiiiriiii:iiit:ii,:iiriiirliiiriiirii;il,rii1j 

;l 

jj prossimo completamento di tre nuove 

raffinerie nella rada di Augusta: 

ma come, dico io, questi ci uccidono 

con i loro veleni e noi diamo il benvenuto 

ad altre fabbriche che vengono 

ad appestarci I'aria ed il mare? 

Per quell'ordine del giorno in Consiglio 

accaddero cose incredibili, quasi 

comiche: nel mio partito si cred 

iiii 

ijiiriliii jj li ijiil iii jl una spaccatura e attorno a quella 

;11lli#l#iiiliiilr-fiiliiillrlliriiiitliiiitirllijiiijr 

iiii:ilijii;1jlj;rliijjliiljiiiliiiiliiilliiliiiiijiijiiii,lil, jiiliri jtil proposta si formarono alleanze 

:iiriiI1iiliiiilii.rijriiiiiitii 

'i1:ii.l:iili:iil:ii!liiiii;iiiiliiiiiiiiitiii;ttift!!i:;!!iiitiriititi!!i 

riiiiiirriiijliillrii.riiliiquantomeno 

inconsuete: da una 

i 

parte il MSI, parte dei comunisti, 

molti della DC, qualche socialista; 

tutti gli altri contro. E poi parliamo 

di coerenza politica..." 

iliirijiiiiji ij,jji i ijj 

ffi*.+*fi++*#ilffifi*4# 

fi#*fiffi##fir#nt++##ffi#ili 

*****u***g**=*** 

ffi1fiilf#ffi#fi+*1****'* * 

fiUtu*u****-*t#** 

ffir*jrrfilrx++1;ril.rrrLii,i:*ffiilit{r!"+*1;r|r,*#i 

flifilflilt*lf,i;1r;1+.'1i1,";1+. +'.+ffir llr,'.l ltrrft+rr'rrr. -', 

+rLlfllitlri+1.*itffitll.tiii'irli 

rffirr+f+l.ffiffi#+il 

t*l 

tiirir:iiiiitiiluiii:iiiriuilitiiij:iijijlj:i;;i'iriiiiitiirriirir,ii:li:f 

iij,'lj,iiiiffiiiiiiii#liiliitiitrirri';i'jr,*;l'l'ljliiir, 


La dottoressa Corallo ci racconta 

tutto cid con trasporto: minuta, il 

volto stanco, uno sguardo furbo dietro 

ai grandi occhiali, le mani piccole 

e nervose. Conduce la sua battaglia 

contro I'inquinamento con fermezza, 

quasi con disperazione. Abita 

al secondo piano di unapalazzina 

del centro storico di Augusta, a cinquanta 

metri dalla farmacia. Due 

isolati pii in ld c'd 1l palazzo del Comune. 

"Il 

sindaco d uno del mio partito. 

un socialista, un amico. Perd sino a 

qualche anno fa lavorava alla zona 

industriale. funzionario in una industria 

petrolchimica. Adesso d sindaco, 

d sempre in buona fede, ma resta 

un 'industrialista' convinto: del resto 

in fabbrica ha lasciato vent'anni 

della sua vita...c'd un legame sentimentale. 

ormai..." 

-Ma allora, questa nralafede? 

"La 

malafede non sta qui, ad Au' 

gusta...sta molto piir in alto. Provate 

a vedere, per esempio, che fine 

hanno fatto gli ottocentocinquanta 

miliardi stanziati per il 1982 dalla 

Regione per la costruzione di nuovi 

impianti antiinquinanlento: Augusta 

d uno dei tre poli industriali de lla 

Sicilia, eppure tutto quello che d stato 

coslruito d un depuratorc ntarino, 

fatto con i soldi della Cassa per il 

Mezzogiorno. 850 milioni sono proprio 

tanti, e l'impianto di depurazione 

pit sofisticato non costa pin di 

cinquanta milioni. Intanto continuano 

a sorgere nuovi impianti, 

nuove raffinerie. L'ultima, I'lcam, 

non aveva neppure i servizi igienici: 

e volevano l' autorizzaz.ione. . . I' auto

0/ - !ue!llcrs 

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iiitiilljjiiiu 

iiiini:iiri::ir 

i::.-i:,litriua 

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Q1!lenllv

AttualitA 


rizzazione, comunque, gliel'Lra con- vigilare spettava alla Crias, ed i 

cessa la Regione ed a settembre anche 

il consiglio comunale di Augusta 

si d detto favorevole. Tra poco 

I'lcam partird: sapete quanti chili di 

fenoli e di idrocarburi scaricherd in 

mare ogni ora!" 

componenti della Commissione finirono 

tutti di fronte al pretore Nino 

Condoreili. La storia di Augusta e 

della Montedison, di Priolo e dei 

neonati malformati d infatti anche 

cronaca giudiziaria. Lo d stata e lo d 

Non lo sappiamo, ma forse non lo tuttora per merito di quest'uomo, 

sanno neppure all'lcam. Se da parte schivo, mite, genlile ma convinto as- 

delle forze sindacali, nella popolasertore di un principio che in definizione 

o nel tono di chi combatte la tiva d una semplice equa.zione civile: 

propria solitaria battaglia c'd una 

sorta di fatalismo quasi rassegnato, 

le fabbriche dal canto loro, conti- 

le leggi esistono, dunque vanno rispettate 

ed applicate. E le leggi 

(quella 

nuano a gestire gli impianti con i criteri 

del massimo contenimento dei 

costi, del risparmio sempre e comunque. 

Impianti decrepiti vengono 

sfruttati fino in fondo: quando alla 

Montedison, alcuni anni fa, saltd in 

aria un impianto (due operai morti, 

altri due in fin di vita), si scopri che 

era vecchio di l7 anni e che il nuovo 

era gia pronto da tempo, in attesa di 

essere istallato. 

"L'errore 

d all'origine - spiega 

Marcello Marsili - costerebbe molto 

meno progettare macchine diverse, 

che si pongano e risolvano i problemi 

della sicurezza e dell'inquinamento 

fin dall'inizio'. Agire con interventi 

correttivi, dopo, d molto piir 

costoso. Purtroppo qui si gioca con 

la vita delle persone: le fabbriche piir 

'sporche' 

le hanno portate da noi, al 

Sud...le acciaierie le tengono in 

Lombardia, nel Veneto. Si risparmia 

sulla pelle degli operai...e I'Amministrazione 

provinciale cosa fa? 

Ha chiesto ai sindaci di ordinare alle 

industrie una riduzione del 3090 delle 

immissioni di anidride solforosa 

nell'atmosfera. Ma da dove salta 

fuori questa cifra? Pelchd solo il 

3090 se le immissioni registrate superano 

di venti volte i valori massimi 

previsti dalla legge? E solo improvvisazione 

o piuttosto d il tentativo di 

cautelarsi per non fare la fine di 

quelli del Crias?" 

'Quelli 

del Crias' sono quelli della 

vecchia Commissione regionale per 

I'inquinamento. Oggi il Crias non 

esiste piir e le sue competenze sono 

state ereditate da un organismo provinciale, 

la Commissione Provinciale 

per la Tutela dell'Ambiente (la 

CPTA) ma quattro anni fa, quando 

gli augustani assistettero per la quinta 

estate consecutiva ad un'allucinante 

moria di pesci. il compito di 

'antismog' del '66, sull'inquinamento 

atmosferico e la legge 

Merli del '74 I'amnistia. Fra l'altro il Tribunale li 

ha condannati a risarcire i danni subiti 

dal territorio: pagheranno alle 

associazioni 

sull'inquinamento marino) 

sono estremamente puntuali 

nel fissare tabelle, limiti e 

parametri... 

Le leggi indicavano fra I'altro nella 

Crias la commissione che sarebbe 

dovuta intervenire per ricondurre le 

industrie nella legalitd. La Crias 

omise di farlo (per ignoranza o per 

interesse o per opportunismo politico) 

ma il fatto non passd inosservato: 

i componenti della Commissione 

si ritrovarono tutti insieme, nel febbraio 

di tre anni fa, nella pretura di 

Augusta, davanti al giudice Condorelli. 

Proprio tulti: I'assessore regionale 

alla sanit2r Placenti, il medico 

provinciale di Palermo, il sindaco di 

Augusta e quello di Siracusa, il presidente 

dell'Amministrazione provinciale 

di Siracusa...Furono condannati 

tutti. 

"E 

le condanne sono state riconfermate 

in questi giorni dal Tribunale 

di Siracusa, nel processo d'Appello 

- dice il pretore Condorelli - una 

conferma nel merito estremamente 

significativa, anche se d intervenuta 

'Italia Nostra' e 

'WWF'.Sul 

piano giudiziario tutto 

cio e un significativo passo in avanti. 

" 

Sul piano sindacale, invece, i passi 

in avanti sono stati pochi. Anzi, si d 

creato una sorta di complesso di inferioritd 

all'interno del sindacato nei 

confronti dell'azione pretorile. Certi 

problemi - dicono i dirigenti sindacali 

- dovremmo risolverli noi, senza 

soluzioni traumatiche come quelle 

adottate dal Pretore. Il significato di 

questa ostilitd d evidente: anche i 

sindacati hanno il timore. non confessato 

ma comunque evidente, di 

veder chiudere le fabbriche. Se Condorelli 

insiste, noi sbaracchiamo tutto, 

dicono alcuni dirigenti di industria 

e il sindacato teme di dover gestire 

nuova disoccupazione, nuova 

cassa integrazione. 

"In 

questo clima accadono episodi 

perfino grotteschi - commenta il 

pretore Condorelli - il sindacato una 

volta diffuse un volantino in cui mi 

accusava di aver iniziato un procedimento 

penale contro il responsabile 

di una fabbrica che inquinava. ed 

era il sindacato degli operai, di quelli, 

ciod, che l'inquinamento in fabbrica 

lo subiscono sulla propria pel- 

|e..." 

E intanto a Priolo, ad Augusta, 

sulle colline di Solarino si continua a 

morire. Morire d fatale, dice qualcuno, 

si muore e basta ed d inutile scavare 

nella vita delle persone, anzi 

nella loro morte, per trovarvi un significato, 

un messaggio, un avverti-

z/ - luBlllcls 

I 

oruntuH lo 

rrHt oltH, 

-oJd ouBJa lnt u! 'aJsad lap aluauBJnJls 

lsunb'Esoclanb olultuuur saeau euotz 

-Blse8 el eluBJnp alpBtu Bns 'oqluold 

alqueullqEqoJd'ollEleul Bp auorzBJ 

-lssolul eun p ecgdp sre ouulur€q !p eu 

-olzsruJoJlBru Bl :luolsnlcuoJ essals el|B 

ouorB^lrru 

'!uB!lBl! 

$lnl 

lrpeur !ro;16 

-lur 

lsp gyod o1 aqc aluulsaueq lsunb 

u;pluey Bun ns eJuluor u,ralod .tod 

a 'olnssl,ruldos cre oluulu! :olgunUoJs 

lld I nJ uou ouBlruuq I8.l e 08.1 BrJ 

llBurroJlsru pEu $lqu|uq ! lllnl Brtr 

!p FuurEr8ouqc 00I atuot Bsocl8nb 

esoBd lap eluusEop oulzzBtEru lEp ou 

-Bêlerd uuoz slap elJlsnpul ol'oldurasa 

un aJEJ Jod oluBl'ouro!8 luEo :BJEI 

Esor Gun Q uou auBd BJlls.p EfsntnY 

pv 'oflulelu !p llBnluecrad ellep lluas 

aJaJsBu BSSOd Aqt eJOCUB BUI 

-!Jd ouuun erasse un aJuruJoJep e aJBz 

-zBuruE pB a aluBlsa8 Bun Bp ll8lEuBru 

alassa pB {BlJuBd 

lfuoJd U! OlrncJoru 

allqFral loc lrsad Fld ouos !r eqr orBr 

-!J!u8!s aqruB Qred aqqarlod oqt lI '(os 

-orsad 

[!d Qd un Brquas aJBIrr l! eqJuv 

'auaufuoru el oulsJed ouonEullslp !s al 

-BuJo!6 alleq alleu ossepB erluaut 'alalu 

-!ur!c ellap ounJ ll olos Bôpe^ !s €Jfs 

-eu!J EllE lsopuBlJtEJJB osJoJs ouuB.llB 

ouls :olqrro pB eqtus Blou !s '!^ 

-BJA 

lsrlulJap ouossod oluBflos orflunb 

lNanb !p o 'lrnllrsBu leu luolzsulroJ 

-lBur 

!p lsBJ oflo olos olnâ oIIrElqqB 

z8,l olfnl u; louaur !p Qd un arBulnbu! 

pB ellorlsoJ elBls ouos aqtgqqBJ al a 

eJolald l! eqcuB euaq ossoul ? ls-ocuBld 

olulrBlc rollop l! aclp-Bsocpnb B ol!^ 

-Jes 

? osJoJs ouuB.llep oppuBts oT) 

'll8uour osseds e 

ItlqBJBdarJl luucp orlnllJsuu lau opucc 

-oôJd 'osoareu gu|elsls ons lau ISJBJ 

-tBlsu! pB a olal |! ((aJEJJAJD 8 'eluBfs 

-aA Bun Bp olFa8u! es '?o!c apuol:olaJ 

un !p oso^reu uurefsls lep lluoJJuoJ leu 

(pl!^!llele) Bun Bq '!||Blau FllB aulor 

lsor 'olrnrraur [ :[!d !p ?.c BI I 'olgaE 

-u! ognrraru I! erBulutlla red luroF tL 

!p ouEosfq grÊ ef,sed lanb lEuBuI aqc 

ouron un !p oursluBEro.l :ollqllsauluroJ 

uou Blua^lp 'ayed |p otulseuollltu s0'0 

ol 'oFnrreru !p eFluFellulJu! aUBd Bun 

aqrossB atsed un as 'orBlu u! afuoluB^ 

-onu 

llBJlrBcs lod e euolzsulJJBr !p lssec 

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,.rl+ i,t. 

l Siciliani - 73 

mento: chi ha mai Potuto dimostrare 

scientificamente che il signor Fisichella, 

trent'anni fra i camini di una 

raffineria e un tumore maligno ai 

polmoni, sia stato ucciso dalla fabbrica? 

Che c'entrano col destino di 

un essere umano I'anidride solforosa 

o gli ossidi di mercurio? Nulla, 

forse: ci sono solo alcune cifre, lucide 

e definitive come solo i numeri 

possono essere. Il trenta per cento 

dei decessi, ad Augusta ed a Priolo, 

d causato da tumori; d la causa di 

mortalitd di gran lunga Piu alta, 

quasi il doppio del l6Vo della media 

nazionale. 

Ed ecco il linguaggio dei numeri, 

di questi numeri terribili: ad Augusta 

muoiono ogni anno in media trecentocinquanta 

Persone; il trenta 

per cento di questi esseri umani 

muore per cancro. Fanno Piu di cento 

persone, la metd delle quali, se 

fosiero vissute altrove, probabilmente 

sarebbe ancora viva. Cinquanta 

esseri umani ogni anno, in 

vent'anni sono mille persone: d il tributo 

che una citth sta pagando per i 

diecimila posti di lavoro che le raffinerie 

le hanno regalato: Per questi 

posti di lavoro, Per non essere coitretti 

ad emigrare in Germania o in 

America, la poPolazione di Augusta 

e di Priolo d condannata a vivere 

cinque o sei anni di meno. 

Priolo, Augusta, la Montedison, 

sindacalisti e operai, amministratori 

della cosa pubblica: due anni, ma d 

cambiato poco. Si inquina meno 

perchd d calata la produzione' suggerisce 

qualcuno, perchd a lavorare 

adesso sono meno di diecimila e tre 

anni fa erano quasi dodicimila. Molti 

disoccupati, qualcuno in pensione, 

qualcuno d morto. Ad esemPio il 

marito di quella donnetta che attraversa 

la strada con passettini svelti, 

fasciata nel suo lutto. Ce la indicano 

dalla porta della sala da biliardo' sul 

corso di Priolo: 

"Suo marito era oPeraio alla 

Montedison. I medici dicono che d 

morto per una malattia al sistema 

emopoietico, dicono che I'ha ucciso 

il 'benzene' con cui lavorava. Alla 

famiglia hanno offerto sette milioni 

e loro hanno accettato. Che avrebbero 

dovuto fare!" 

Gid. che avrebbero dovuto fare? 

'#.,' 

Claudio Fava 

Miki Gambino 

,rlwiP.9Hi8&fi

Ii 

awnlsoc tz - !ue!l!c!s I 

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-ruB e qJ rlepuBrs Is()nJls()r.u lns lqJlo 

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-ezzrlJr.urru :ad as0r oJOôd el oJluot 

rlsrruJo.f uor rep oroSt.t oplnsse(l E 

'Pl!^rllallor 

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-ros olels ? olellnsrJ ll 'ruorzerlsnl 

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Ianuuurg a rllar8ellv opuuN 

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Iau eteJrlqqnd eluls ? EpueJr^ etuef, 

-rgrlenbs etsanb rp alred eutrd u1 

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-lp orosse :ed - e:a1141 anp Jllop eun 

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Erl Ju()qleN 0t6J orqrueltes l0N 

(JJErr()rul()d . y1g1 errFasse.r 

B ()trntJs rrl 0t6 1 ou3nr8 9l ll - Jt 

-el()ruluru tlt13o.1 1au a33e1 rs - ()Ill()s 

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!t*- 

Costume 

nalnrente clella pratica Nalbonc irt re irtvialo al Ministero clclla l)itcsa 

occasione cli clue nriei viaggi a Ro- rrel 1940> 

nta. Debbo clire che al Ministero, irr Nel 1957 le ricerche clella pratica 

nria presenza, s()t)() state ef'tettuale hartrrot.rt1n llsovil svolta. Ricovcrattt 

diligenti ricerchc, rintaste, purtr()p- al sanalorio cli Trapani, Nalborrc lra 

po, senza esittr. 

irrcotttrato il scrr. Sinrortc (iatto, r"icc 

Ne I 1953 Nalbone si e rivollir prcsiclenlc clel Scrtato clella Rcllub- 

all'Assttciazitrnc ( rrnthaltcrlli c reblica, il qualc lra itltrapreso tllla tcduci. 

ll presiclente, otl. I:rattcesccr rracc riecrea clrtratit cittqtrc itrlrli. 

Musotto, itt utta lettera inviata alla

9/ - !uP!t!c!s I 

Ieu ecrlerd ?llap olussaJelur BJa 

rs aql 'ruua51 

oJlard 'uo.llap eJuloJll 

-JEd EuelaJEes ellep uuEasrg EJuErg 

e olleD 

'euoalulued 'ollosnlN 

rls 

-at 

lep suorzulrJ 3l etllour olsatqJ Eq 

lo11eg aJoluuas [B olurlur ou?Aalu 

Burê-I-rlloJS a auour"lEl'auolalN 

tleraueE r aqJ aJallel a11ap erdocolog 

el gqJuou 'ollBC eJotuuas Fp a ollos 

-nN 'uo(llep 

elErûr rnl B aJallal aJ 

oluErlp eq apnb Ie rtuoJ rep atroJ 

ullsp suorsrJep EJ oJluoJ ostoJrJ olel 

-uasard eq auoqpN 'aluaururlrlg 

'(elnualJad 

rnb ulsarqr 

-rJ BrrrrJd EIIap auorseJJo ur 'I961 JEp 

eqJrzue eurrd orzrur olnlu aqqaJAB 

ecrterd BI olleJ asse^B ql eS 'Ec 

-lterd u11ap auorzelrJellos rp upueru 

-op eunJIE olerûr uq uou 196l Iu 

w6t lep - I80s0 'u zg6t arqollo tl 

lap auorzs^rloru BIIaU a88al rs - olus 

-saJalur.'I))'0puueJap auorzulsard 

Blnua^Jolur :ad olanap lep euorzpJls 

-rEar e1 olulnrJrr Eq rluo3 rep aUoJ 

e-I 'ErJols uprnsse elsanb rp esuJ Ep 

-uoJ3s el orzrur uq olund olsanb y 

'elr^ 

u Pu 

-o8alur 

e€ rp alueupnrssaJJns a ruuu 

ouo rad euoEaluo 3z rp elrquôuurJ 

ouEassu uor uler8alnud auorsuad 

'rs6l 

uo.) Eruod !p vJNI,llep. etellol pun 

eêlu 916l oztElN gl ll :EJrlqqndsu 

llap JtuaptseJd lp 

pJtlddns ulplof,Ju 

Eun aûrs s/61 arqollo gl .!rls 

ll 

-!u!N 

lep orlSrsuo) Iap alueprsard 

aJr^ 'ourlJEhtr ac OJSaJUEJC 

'uo.ll3 

'rluoJ 

rap auo) Ells 

'BJlanD 

Bl 

-lap oJelsrulhl lap olels rp ouelalSas 

-ollos 

lP pa orlsturhtr lp alellal Etûr 

rlEnb rBp ElllJIS ullep uolpues rsra^tp 

r Jad oJeurJEolod E ollellsoJ 'euoq 

-lEN Jad rrnp oporusrllo ouos sL6l 

p L96l I?p ouus^ aqo tuuB rlD 

' ( u e l s r u 

-lr"u rons tep oun rp ossassod ut auots 

-uad rp ef,rleld eun rllln 1rd uou osor 

el EJ.l ollJlur.us aleê lp - eJrJllou tp 

olle.llau aEBe; rs - alqusuodsar>> .o1 

-Els ol orzrpnrS ur oleltJ eq suoqluN 

'otur.rd 

lep auotzu^rlotu uJrluepr 

BI uoJ olalJep opuoJes p olurdsa: uq 

pa euoqleN Bp rlBJtpur tuourlsel !ol 

-elrJ pq uou :alpuueoap auorzllcsatd 

EJ aJedtuoJlolut u rllu rtuelralur rlnu 

-auu r;E tluenoldruoc azupruounlsal 

- a J a l l s l e l o l u o ) u n s s a u 

ur olnuel Bq uou :aJrqlAouaJJr plpls 

? rtuoJ rap alro] EI :9961 arqoilo 0E 

Iap 160l 'u oleJJap oônu ossaua Bq 

p3 osroJrJ It olloJss eq oJslrurl^l ll 

red 'auoqleN !p ellanb ouoc ozuau 

-adsa :euelleU elzeJcornq ellep lluu 

.!qel lau easslpo allqlparcul ens el 

- ecllqqnd auo!u!do.lle olelcunuep 

aluor!lenlund e . ossed ossed ol!n6 

.es eq eqc'auoelelued eleqc!w uoc 

auelsu! ollerlu lnb ? al9rodec-xo,'l 

lap ("'otund aqc B oull arapa^ eqqar 

-au6os!q eur) ouBcslnlllsoc oluenb 

'auoqleN 

o!Felg 

lp olof ellle6un 

'ocuell e eu!6ed 

elloN 'ellPll u! ou!pelllc o olclfln oc 

.llqqnd etl ouoddel l! oselu! ossads 

auel^ lnc uoc oporu lep ldulase l^ 

.!lec!t!u6ls e!êllnl ouos Ial!u!l-!sec 

awnlsoS

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Costume 


la quale . 

Sei mesi dopo, il l4 Settenrbre 

1976, la Clorte dei C'onti informa 

Nalbone che . 

in tempo a conoscere la decisione 

della Corte dei Conti e I'esito del 

provvedimento del Ministero. Se La 

nraledizione puo punire, vi maledico 

!). 

ll 5 Novembre 1982la Direzione Cenerale 

delle Pensioni - 9 divisione 

del Ministero della Dil'esa - scrive a 

Nalbone per comunicargli che il fascicolo 

pensionistico si trova ancora 

presso la Corte dei Conti. >. 

Nel Maggio l98l conrpare I'articolo 

Nel suo piccolo il 

nel quale soncl docunrentate 

e commentate le varie fasi di que- 

disordine nel quale si trascinano alcuni 

istituti dello Stato. Ci si chiede: 

sta assurda e inconcepibile vicenda. 

quale fine hanno fatto le diecine di 

Nalbone tndiriz,za una petizione 

all'on. Sandro Pertini, nuovo Presidente 

della Repubblica, ed alliga le 

vcnza)) . ancora 

esistenti presso la ('orte dei Conti 

presentati da in epoca 

coeva a quello di Narbone?. 

Quale fine fanno i docunrenti e le 

lettere inviate ai vari Ministeri da 

all'oggetto, e stato trasnresso da 

questo Ministero a codesta Corte 

con foglio n. 160185 del 27 - 6 - 

perisccl senrpre di pii, vengc)no nreno 

le condizioni e le possibilitd di 

alinrentazione ed aunrentano i pen- 

privati cittadini quando I'intpiegato 

ncln riesce a trovare le 

pratiche alle quali si riferisconct? . 

196'7>> , come dire: la responsabilitd 

del ritardo e dell'omesso provvedinrento 

ricade sulla ('orte dei 

sieri neri e tristi>. 

Il prinro Aprile 1982, tranrite 

I'lN('A Nalbone viene a sapere che 

Quanto spazio e quant() tenrPcr 

dedica la ('orte dei ('onti ai diritti 

dei singoli cittadini inrpegnata 

Conti. A sua volta il capo della Segreteria 

Cenerale del Presidente della 

Repubblica scrive alla ('orte dei 

Conti e p. c. a Nalbone la nota n. 

00140823 con la quale . 

conr'd alla ricerca della soluzionc del 

quaclrato del circolo clci bilanci delltr 

Stato e di quelli di cnti c cli istituti f inanziari 

clello Slato? . 

Qualc garanzia costituiscc il polerc 

di conlrollo se ess() stcsstt lta bisogno 

cli esserc c(tntrollato pcr aclcnt- 

non appena possibilc, nolizic in nrcrito 

direttamente all'interessato, I'acendo 

qui pervenire copia della risposta 

che sarA data>r. 

Il 9 Settenrbre l98l I'Ufficio di Presidenza 

della ('orte dei ('onti ripete 

Pcr telefono, trantite I'lN('A, picrc atti tltrvuti ttcl tclttl'rtt prcscrilltt 

Nalbone apprende che la ('orte dei clallc vigcnti norntc? 

('onti ha ritirato la preclusiva pro- Sontt questi alcuni clcgli irttcrrogatinunciata 

venti anni prinra ed ha dcl'i sollcvati dal itt 

ciso cli rinretlere gli atti al Ministero qucsta nostra italictta, prclt)ur()sa c 

pcr i prtrvrcdirncrrti rli conrpctcrrza. presente nei sollcvati cla I)or- 

che.. 

cuna: il l6 Scttenrbre 1982, ntcntrc si 

trova ricoverato press() il sanalorirr 

('err,'ello cli l)alermo, Nalbone scrivc 

alla ('orte dei ('onti I'ennesinra di- 

al 

dai quali dipendc la esistcnza di nrigliaia 

di cittadini i cui diritti spcss() 

sono at'f'ossati tra dcl 

Passano altri sei nresi e Nalbone 

scrive alla ( orte dei ( onti pcr scgnaspe 

rala lettera:

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QUlenllv g / - ! u e ! l ! c ! Is 

63[JeurLurla eLuoJ 

:eJrtrl od ezue]odeJd o 

esoqeLu ezualol^ 

$1eddp il6 

rcd 

m$cel eI 

a;eunuroc og16gs 

.uoc lap alnpos ?l aluelnp llezz!tlcs 

'aJol 

-ne,llap ouos o!z!^.ros olsenb !p luEeslp I 

I 

vllll& v14q vlccn (4 

errJsnlr eqrueau ezues 'u11e 

r13 tt:1uor lun itg 

'rsrulluoJs 

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Attualitit 

Attcrrno a quel tavolo si istituziontaliz.z-ava e si privilegiava, 

accrecli tartclola, la irrterlocutorietd dei 

riconoscenclo I'irrcapacitd progranrntatica e I'esautclrazione 

dello Stato, I'abclicazione clelle pubbliche anrnrinist 

raziott i . 

(ili csclusi s1xp1r lpoppi. 

Da li a qualche nrese si sarebbero nranifestate le prinre 

laceraziorri cl'onrertd inrprenclitoriale. 

Iniqua clistribuzione clella spesa pubblica 

A Palernrcr la spesa pubblica, i finanziamenti e gli investinrerrti 

superan() quelli conrplessivantente distribuiti, 

a pioggia sporaclica, sulla ariclitdr siciliana. ('ctntro le ntigliaia 

di nriliarcli ecl i nrassicci interventi della (iassa per 

il Mezzogiorlo, che si corrcentrano sull'area palernritana 

con criteri cli sc()ncertalrte ittiquitd, I'area del catanese, 

d lasciata all'asciutto.. 

Lo scanclalos() Ilelice, le inutili autostrade con gli arditissinri 

porrti clel lrapal)ese, lo scialo pii scctnvolgente 

del denaro pubblico son() avver)uti nella Sicilia Orientale. 

Nel t'rattenrpo le capacitd prcrduttive dell'inrprenditoria 

palernritana sono entrale in crisi, sono crollati i regni 

clei Marriglia, clegli Spatola e cli altri. La spesa pubblica 

corre il rischio cli congelarsi, eccetto che non si affidi 

alla inrprenclitoria continentale la quasi totalitd clegli 

appalti. Il potere, quincli, d stato costretto acl aprire 

le porte clel ('onrune e clella I'rovincia di Palernto, alle 

?ttâ\64 rut(r4 

quali I'inrprencliloria catal)ese, nel passato, n()n aveva 

possibilitd cli accesso. 

Affinche cio accacla rtrrtt d ttecessario che la inrprenditoria 

catanese appartenga alla nrafia anche se ritengct indispensabile 

il suo , anche se tacito. 

APRILT: 1982 

ll 30 aprile il segretario regionale clel P('1, Pio La 

Torre, e il suo autista vettivatto nrassacrati in una clelle 

strade di Palernto. 

Si ripetevano c()si, gestualitd e rituali consueti 

nell'unica citti siciliarra rrella quale, cla senrpre, si uccidono 

impunen)ente nragistrati, uontini politic:i, inquirenti 

e rappresentanti di (iorierno. 

L'assassinio senrbrerebbe cottl'igurarsi all'interno del 

pii vasto quaclro cli politica e di interessi irtternazionali, 

legati alla base nrissilistica cli ('onriso. Anche se il clelitto 

appare di ntarca nrafi0sa, seppure su contntissiclne, gli 

interessi nrilitari e slrategici prevalicano certo quelli indotti, 

degli appalti e clelle forniture. 

Lo sgonrento e lct storclintenlo generato clall'assassinio 

del segretaric) regionale clel I'('l e la trac()laltza clella 

criminalitd rtrganizzala, pin-eono il (ioverno a ttontiltare, 

Prefett() di I)alernro, il generale Dalla ('lriesa, e ui pcrd 

non verrann() concessi gli speciali poteri cla Iui slesstr 

sollecitati. I nrrrtivi di equilibrio politico clte lo ltattnt; 

inrpedito, forse, n(rn sarann() nrai sut'l'icententente cltiariti.denza 

e di influenza sulle opere pubbliche e sui finanzianrenti, 

agevolati e a fondo perduto. Tali percentuali, infatti, 

senrbrerebbero superare i proventi connessi al 

traffico della droga.. 

SETTEMI]RT'. 1982 

La guerra fra bancle, fra coloro che gestiscono il potere 

e coloro che sollecitan() una sorta di alternanza, n0tt 

ha tregua. [-'intervista di Dalla ('hiesa, perd, f'ecc precipitare 

gli eventi. Senrbrerebbe non esserci stato tentpcr 

per le riflessioni; conre se si l'osse clovuto agire dietro la 

spinta di enrotivita e cli clecisioni incontrollate. ('osi la 

notte dei lunghi coltelli, I'rutto clel sonrnrarsi cli utta tuolteplicitd 

cli eventi, calo su Italernro, rittnovanclo I'trltrcausto. 

lrr via ('arini, si ripeteva, anc()ra utta r,'

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CATANIA 

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(chiuso it martedi)

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a l l e p o r ? r l s e r d e r o t E S e r u I p I Z I ^ J a S I O p o u n Q , c L z . n . D €I | | . u | 9 / l / s . u . d . C u o J 

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SINAISISSV IC VhIO'IdIC 

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La disperata 

"allegria" di unq cittd 

eternamente 

in bilico "frq garibqldini e 

gattopardi 

ftGhiuio 

pdlennifuno 

dl Rlccordo Orioles 

loro dl Solvo lupo 


Vecchio e nuovo a 

Palermo. Ma sari 

veramente vecchio 

(veramente nuovo)? 

. Nelle foto di que. 

sta pagina: scor. 

cio di un vicolo alla 

Vucciria: un 

altro tentativo di 

rinchiudere Palermo 

in una macchina 

fotografica 

(quello nostro, al. 

meno, era senza il. 

lusioni). 

Archivio palernitano. Il vecchio 

sulla poltrona di vimini davanti 

all'hotel Sole. Il vecchio risponde 

con un cenno tranquillo all'uomo 

che si d fermato davanti alla poltrona 

di vimini. L'uomo dice ancora 

qualcosa, piano, poi si allontana 

lungo il marciapiede (i primi due o 

tre passi li fa all'indietro e sempre 

guardando il vecchio). Oppure: Lillo 

che viene da Bisacquino e ha la 

))

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rp elJed eq3 OlseJluulu un ? ouIJIA 1-.r Iano '€tueluo3 BIJJEJ B a eJ€EeJd 

-ljeraotol IsreJ e olsodsrp ounrpnb ISJ€J Bzuas aJaôp ons II oll€J BI{ 

are,rorl :oun oraunu eruelqord) o1o3 odruel ons € olqJJe^ II aqJ EUnUod 

al uol Br^ 'Etolle E 'lld j,c uou 'a1 '(ouoloc 1ep elrod e1p 11uu'tep od 

-uaueJen '3sloJ aqJ o :e.lerrorl e gd -op ollou el oleloJl ouu€q.l 'auec 1t) 

aJSerJ rS u.u - elopo un o 'eco,r eun olieEards prOuEOslq eJO Elu 'OtEar;S 

o 'olsaE un - ossepB aqc a zte.l rnd rad ura uoN 'aueJ II ollons 3q e olaJ 

€1lo^ Bun eqc eso5lenb un rp af,JsJrJ -U?rE.llau rsJeônu olrlues BL{ 311OU 

elle ezznrôl e luoruBq I EJJ E^ IS '31 

ectuauop 'ouo10c-q q ouFe6l 'o11Eg 

-ubrrO tuurtr tliap o3uJ3o1o; Ior ero 1t e3 'ouueyr,1 

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nrafia): Vucciria, Paiernro, novenibre 

I983; titolo, vediamo, "Palermo: 

I'allegria". 

Ma il bambino che allora tagliava 

il polpo sul banco di marmo d cresciuto, 

d un vecchio. E non s'd salvato. 

Diilie ile credere ancora in 

quest'allegria (dimenticare). Tranne 

che, crederci per la prima volta. Crederci 

ora. Ma questa, d roba per loro. 

Loro: quei trenta figiciotti seduti 

sul marciapiede di piazza Politeanta. 

Erano attorno a uno striscione di 

venti metri, posato anche quello sul 

marciapiede della piazza e con la parola 

MAFIA scritta grossissima a 

lettere bianche. C'erano, e stiamo 

parlando sempre del marciapiede di 

piazza Politeama il 16 ottobre 1982 

alle cinque di pomeriggio, c'erano 


cinquc del Calilei, uno dei quali con 

gli oeehiali tondi I'erkirno \e\sant()ttino, 

davanti a un loro cartello con 

figure e scritte, e senrpre sulla rral'ia; 

a circa sei metri Antonio della C'aniera 

del L.avoro di Partinico con alcuni 

altri pure di- Partinico e c'era 

Ciro e Marina che allora s'ubriacarono 

cosi disperatamente quella sera 

a casa di Mauro e Ciro conrincio a 

urlare ferocemente canzoni siciliane 

dalla finestra alle due di notte e nella 

notte di Tqrino si sentivano queste 

canzoni siciliane :prezzanli anlorose 

e ubriache. C'erano dunque ancora, 

nonostante tutto, Ciro e Marina e 

alcuni altri, tra i figicciotti c i ragazzi 

del Calilei e, poco piir in ld, la delegazione 

dei portuali genovesi. Non 

c'era, e sembrava veramente molto 

strano, non c'era Peppino; ma lui 

era morto tre anni fa. sfasciato da 

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nzznurN grad 'oltlus ouronltlua8 

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Costume 

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Foto turistica nu' 

mero tre. Una toto 

della Vucciria di 

Palermo e sempre 

piu pittoresca di 

quella di un corri' 

doio del Banco Am' 

brosiano. Purtrop. 

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(segue da pagina 86) 

fii-.s'.il,iffi 

ll lettore interessato 

al folklore siciliano 

puo contare 

qui su: vecchio caratteristico 

- typical 

old man - con bottiglia 

di virro (la bottiglia 

gliel'abbiamo 

data noi per la posa, 

ma ai fini non 

ha importanza); 

donne velate per le 

vie di Palermo - Si. 

cilian women on 

the road -; vie di 

Palermo con bancarelle 

e vicoli. La 

Direzione dello 

spettacolo si scusa 

per non essere riuscita 

a trovare anche 

un Mafioso a 

cavallo con lupara. 

Sari per il prossimo 

numero. 

li, o che vende lattughe, o cheinsegna 

a scuola. Palermo - la Palermo 

ffi+,il,*1t 

probabilmente via delle Alpi o dintorni. 

Claudio era davanti alla mac- 

che ama i libri, o il pani-cca-m6usa, chinetta elettronica del bar, ma non 

o la compagna di scuola, o il sole in giocava. Lo schermo era spento, 

via Maqueda, o semplicemente 

I'amore - non ha il permesso di esse- 

della guerra marz.iana, e le braccia di 

Claudio erano lungo i fianchi. Ehi 

re Palermo. Palermo, quella vera, 

quella col bollo, d un inquisitore fa- 

Claudio! (da quant'e che non lo vedevo,Claudio? 

forse dal 

natico, o un generale borbone, o 

uno scelba, o un mafioso. Questa d 

l'unica Palermo ammessa; nei secoli. 

Per sempre? 

E, vorremmo parlare ancora - non 

c'entra; ma neancl.)e tutto il resto - 

di una processione, di un Santa Rosalia 

d'allora, col Cardinale duro in 

testa al corteo; col pastorale e I'anello 

e i mafiosi, e la folla; evviva santa 

Rosalia! (ora d tutto elettronico: che 

colore mafioso si puo fare con la 

banca-dati delle Esattorie?). E di un 

bar, infine, un bar della zona nuova. 

'74,da subito 

dopo lo scontro davanti al Meli 

La primavera '14 e anche quando 

spari il fumo da tutta Palernto, nel 

giro d'una settimana, e arrivo I'eroina; 

ma allora si aveva altro cui Pensare, 

in giro).Tornare a Palermo e 

ritrovare un amico per puro caso, al 

bar: ehi Claudio! Lui nbn si giro e 

non si mosse e solo continuo a guardare 

lo schermo buio della guerra 

marziana. Aveva le pupille molto dilatate. 

Riccardo Orioles

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,,sp03 a-tq aA4 tnq 

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I Siciliani . 97

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Sport I Siciliani . 99 

liisoldi: qddiol 

dl Rorarlo lonrs 

Si suole dire che il pugilato sia, fra 

tutti gli sport, quello piri legato a determinate 

condizioni sociali dell'ambiente 

umano, anzi pifi direttamente 

alle condizioni economiche. In altre 

parole il pugilato sarebbe il rovescio 

del golf il quale presuppone dei praticanti 

che abbiano disponibilitd 

economiche eccezionali per affrontare 

la pratica di quella disciplina; 

ebbene il pugilato resta sport di poveri, 

nel senso che solo chi non ha 

una lira in tasca, ne la possibilitA di 

risolvere in altro modo meno doloroso 

il problema dell'esistenza, d disponibile 

a frequentare una palestra 

e rompersi le ossa per anni, deformarsi 

il volto, intontirsi il cervello 

per tentare rrna carriera che d sempre 

dolorosa e legata ad una continua 

precarietd umana. Tanto vero che i 

piir grandi pugili del nostro tempo 

provengono da classi sociali molto 

umili o da razze umane tradizionalmente 

depresse. Il settanta per cento 

dei campioni del mondo sono di razza 

negra. E nel contesto del pugilato 

italiano sono ben tre i pugili che 

hanno una matrice di origine siciliana: 

Melluzzo, Cibilisco e ntettiamoci 

pure anche quel La Rocca che d 

come si suol dire un mezzo sangue, 

ma conrunque ha madre e nome e 

quindi sangue siciliano. Un siciliano 

dovrebbe oltretutto essere anche un 

eccellente potenziale pugilatore perch6 

soccorso anche da caratteristiche 

razziali precise, ciod agilitd , 

fantasia, estro, combattivitir. Ma i 

poi vero tutto questo? E dove sono

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Sporf 

non d facile diventare campioni in 

Sicilia. . . " 

Prima di andare alle cause di questa 

affermazione, bisogna ricordare 

che in Sicilia esistono ben ventidue 

palestre pugilistiche, a Marsala, a 

Licata, Campobello di Mazara, Palermo, 

Catania, Bagheria, Messina, 

Ramacca, Siracusa. Una cifra cospicua, 

e tuttavia proporzionalmente di 

gran lunga inferiore a quella di altri 

territori europei che hanno una popolazione 

uguale a quella siciliana. I 

praticanti del pugilato sono in realtir 

pochi ed d gid miracoloso che si riesca 

a esprimere di tanto in tanto dei 

campioni a livello europeo. Fantasia, 

tecnica, coraggio, aggressivitd, 

capacitd di sofferenza; giusto, ma ci 

vogliono anche gli impianti. Ci vuole 

la base. 

"Io 

credo -afferma Melluzzo- che 

in Sicilia non si diventa campioni di 

pugilato in quanto non c'd nessuno 

che ti aiuta. Mi riferisco tanto alle 

strutture sportive quanto alle autoritd 

competenti che non invogliano i 

giovani ad esercitare questo sport. 

Se ci fosse un'organizzazione diversa, 

cosi come al nord Italia, dove un 

incontro di pugilato richiama migliaia 

e migliaia di persone, le cose 

andrebbero ben diversamente. 

"Quindi prima di tutto c'd da dire 

che in Sicilia manca l'organizzazione, 

quell'educazione allo sport che 

permette ad altre regioni di trovarsi 

in testa alle classifiche relative ai vivai. 

E questo difetto di base dipende 

dall'oscurantismo degli organi sportivi 

e dal disinteresse pressochd totale 

delle pubbliche amministrazioni. 

Abbiamo chiamato cosi in causa 

uno degli organizzatori, Santo Zappald, 

presidente dell'Accademia Pugilistica 

di Floridia. 

"Certo, 

dal punto di vista organizzativ 

o esistono numerose pecche, 

ma d'altra parte la Federazione ltaliana 

Pugilato non ci fornisce alcun 

aiuto economico, tutto resta nelle 

mani di gente come me che non ha 

alcuna voglia o possibilitd di rimetterci 

di tasca propria ingenti somme 

di denaro".Da noi non ci sono mecenati, 

nd pubblici ne privati". 

Ecco individuate le cause. Mancanza 

di educazione, anzi di interesse 

al pugilato, che d una conseguenza 

diretta alla indifferenza da parte 

del massimo organo sportivo nazio- 


.{T\ *e* r*ir46 

Pugili di "punching-ball" 

I'allenamento del pugile. 

noioso, ripetitivo, fuori da 

luci del ring .d il novanta per cento della sua vitaagonistica.

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Sport I Siciliani - 103 

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La f ragilitd delle arcate sopracciliari non ha consentito a Salvalore Melluzzo di portare a termine il match contro il deten. 

tore.Stecca_per il titolo italiano dei piuma. ll medico ha arrestato il combattim6nt.o, per la gravitd della feriti, qurnOo ie 

so.rti erano in paritd. Stecca ha comunque garantito la rivincita a Melluzzo: probabilmente sibatteranno di nuovil con il ti 

tolo continentale in palio

UOdS v j l - ! u B ! l ! c lIs eusr^ 'osr^ lns eurllese^ 3l BssBd rs e 

rUBLU el BTJSBJ rs eJOIEAIBS allUaN 

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'ererrJer 

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Sport 

Fuori dal ring, il pugile subisce ogni gior' 

no una "conla" meno evidente, ma Piu 

drammatica: uno, due, tre,... dieci sono 

gli anni di carriere possibili prima 

dell'inevitabile declino. 

I Siciliani ' 105 

" 

spontaneo cirieOergti Ma Siracusa, 

la tua cittd. ti ha aiutato?" 

"Tutti gli sportivi, i veri sportivi, mi 

si sono stretti attorno con grande affetto. 

Ma i politici no, anzi sono 

contro di me, perchd se mi intervista 

un giornalista come te e dico che 

nessuno ha fatto niente per aiutarmi, 

si sentono defraudati, traditi. 

Secondo loro io dovrei dire che mi 

hanno sempre aiutato: ma d una 

menzogna, Purtroppo, non e vero 

niente! In pratica loro vorrebbero riconosciuti 

dei meriti che in veritd 

non hanno! Ho sempre sPerato che i 

miei combattimenti siciliani potessero 

essere organizzati a Catania; una 

eventualitir che mi farebbe molto 

piacere perchd volevo dare uno 

schiaffo morale ai personaggi politici 

di Siracusa...E troppo facile per i 

politici essere accanto al campione 

quando vince poichd la vittoria dd 

lustro a tutti. Bisognerebbe essere 

vicini nei momenti difficili del sacrificio 

! " 

-Ma questi problemi che tu hai vissuto 

a Siracusa, pensi che sistono 

negli altri posti della Sicilia dove ci 

sono altre palestre? 

"Senz'altro, 

ci sono; perd bisogna 

avere la volontir ed il coraggio di affrontarli 

e superarli, come ti dicevo 

prima. Io ho trovato questi ostacoli 

e sono riuscito a superarli". 

Esistono diversi giovani siciliani 

che stanno dimostrando in camPo 

pugilistico di valere qualcosa. Ma in 

veritir -come ci ricorda il presidente 

Zappald- manca la sPinta finale, 

quel qualcosa (che Potrebbe, Per 

esempio, essere una buona canlpagna 

pubblicitaria, trc o qualtro incontri 

che richiamino al ring diverse 

migliaia di persone, ecc...) che li incoraggi. 

Molti quindi di questi ragazzi 

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etetrod Bll€ ? uou lrods olsenb aqo 

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ertu elleu 'o1ser 1r ra4 'errlsruoEe 

Pq^lllu €rru EI ouerdde arepua:drr 

retod Ip oturûoJ ouos ,(epne1 qr51 

(olleJrJ)) Olels Q aôp EJturlJ ESSaIS 

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-llJods eurldrcsrp ouolsrso uou etu op 

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Sport 

merosi manifesti reclamizzanti altrettante 

riunioni pugilistiche, tutte 

di medio livello. Riunioni, a quanto 

ci hanno detto gli 

che non sono \tate un vero e proprio 

successo dal punto di vista degli incassi, 

ma che hanno comunque assicurato 

ai pochi spettatori presenti 

un piacevole spettacolo. 

Il numero delle palestre pugilistiche 

esistenti in Sicilia d di ventidue, cosi 

dislocate: Marsala, Licata, Campobello 

di Mazara, Palermo, Bagheria, 

Messina, Ramacca, Catania, Siracusa 

e Floridia. Complessivantente gli 

iscritti sono trecento; ma solo la mel-d 

praticano il pugilato attivamente. 

Gli altri infatti, non appena si rendono 

conto degli ostacoli che si 

frappongono alla carriera, abbandonano 

iguantoni, smettono Sard 

stata una nostra impressione, nta 

abbiamo visto negli occhi dei giovani 

che erano all'interno dclla pale- 

\tra una specie di rassegnazionc, come 

se avessero capito che la strada 

agonistica, per loro, d quasi contple- 

*- 

tamente preclusa. Per questo guardano 

Salvatore Melluzzo con grande 

attenzione, forse perchd ricercano il 

segreto di quel siracusano che ha 

portato, da solo, il pugilato in una 

cittd che ha avuto certo canrpioni in 

tante altre discipline (nuoto, pallanuoto, 

pattinaggio) ma che non ha 

mai amato la boxe. 

Non ci resta quindi che osservare 

I'atleta alle prese con il suo sparringpartner: 

i due si fronteggiano (per 

evitare incidenti in allenamento entrambi 

si proteggono il viso con delle 

speciali maschere che coprono 

parzialmente la testa, la fronte e le 

mascelle), sembrano due galli da 

combattimento che slanno in aggualo 

per darsi la beccata finale. E un 

allenamento ma i pugni fanno 

ugualmcnte nrale, larciano i segno. 

Alla fine, dopo aver effettuato nunrerose 

, entrantbi i pugili 

si tolgono i guantoni, le I'asciature 

alle mani, si asciugano il sudore che 

inrperla il viso. 

E Cicalino (pare che il vero nome 


COMAIIDA It CtAlI 

DEI IIAPOIETA]II 

Nei primi anni del dopoguerra, il serbatoio 

della boxe italiana fu per qualche 

tempo Roma. Il suo pugile pii popolare 

Luigi Proietti. Poi furono soprattutto 

i pugili emiliani a imporsi sul 

piano nazionale. Il piri conosciuto forse 

Cavicchi, un atleta statuario che perd 

aveva paura dei pugni che facevano 

troppo male. Poi emerse un altro massimo, 

De Piccoli, vincitore delle Olimpiadi 

di Roma, un gigante dinnanzi al 

cui sinistro gli avversari non riuscivano 

ad andare oltre la terza ripresa. Salendo 

nella graduatoria europea De Piccoli 

trovd avversari non solo capaci di resistergli 

per I'intero combatlimento, ma 

di picchiare con altrettanta forza. E De 

Piccoli abbandond. Poi venne la scuola 

sarda: gente piccola, aggressiva, silenziosa, 

capace di soffrire; domind per 

dieci anni nelle categorie pii leggere, 

dai mosca ai gallo. Ora i il tempo dei 

siciliani e soprattutto dei napoletani 

che stanno creando un aulentico vivaio 

di campioni alle spalle del capofila Oliva. 

del bambino sia Ciuseppe, ma tutti 

oramai lo conoscono con il suo soprannome), 

avvicinandosi a Melluzzo 

spavaldamente, finge di mettersi 

in guardia e di sferrargli un uno-duc 

che il campione a sua volta finge di 

accusare con un lamento di paura, 

vacillando quasi sull'orlo del kappao. 

Poi gli dd una scoppola e Cicalino 

ne sembra felice. Sono amici. 

frorse la sua vera felicitd e questa in 

palestra. Lui, Cicalino, il suo eroc 

puo veder"lo quasi ogni giorrro, ogrri 

volta cioe che viene in palestra per 

dare pugni che non snruovono nemmeno 

il grosso sacco con il quale si 

allenano i veri pugili. Ci mette tanta 

buona volonta a picchiarc, tanto al - 

dore, e la sua azione ispira tanta dolcez.z.a 

e sinrpatia che c'e da augurarsi 

che possa diventare conrc Mclluzz() 

o che decida cli non dare o prenderc 

piu pugni. Vive in una terra dovc 

questa abitudine e ntolto coltivata 

solo nelle strade, e rozzamente, e 

scnza molta nohilta lccnica. 

Rosario Lanza

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Spettacolo I Siciliani . 109 

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dl Goetono Coponetto 

Smarrito il rigore etico che ancora era sotteso a quelle 

discussioni interpretative; succubi, malgrado tutto, di 

una situazione, alla quale ci siamo assuefatti, di stato 

assistenziale (che nel Sud fa le sue prove piir gaglioffe e 

sanfediste), pronto a blandire anche gli intellettuali 

"progressisti" 

coi cascami ideologici del 

"meridionalismo"l 

adusi tutto sommato a subire la nostra subalternitd 

in modo sia pure involontariamente funzionale (ma 

tante volte astutamente conrplice) rispetto ad una politica 

culturale di "risarcinrento": ecco che ci ritrovianro a 

porre in primo piano, conre spiegazionc csauricnte e pacificante, 

le ragioni della nenresi sociale o peggio clella 

fatalitd geostorica. 

Ma vittimismo e complicitd, lrustrazione c risarcimento 

si coniugano assieme anche per il teatrante del 

profondo Sud, e servono a perpetuare una situazionc 

gattopardesca in cui il nrutamento d un'apparcnza di 

nroto, che serve a cristallizzare una condizionc sccolarc. 

Eppure la situazione d li, davanti ai nostri occhi. Il 

Meridione (che pure consunra nrolto, troppo teatro: 

adesso anche con i festival dell'effintero, i grandi happening 

circensi dello Stato-spettacolo, l'enrulazionc 

canrpanilistica nelle sagre conrnrercial-spettacolari) produce 

teatro in una misura anche quantitativanrente irrilevante 

rispetto al Nord, e soprattutto con connotati 

quasi sempre lontani dalle radici antropologiche e sociologiche, 

dalla specificitd ideologica e politica, dalle tradizioni 

intellettuali e teatrali cui si dovrebbe e si notrebbe 

attingere. 

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-locls B al.roci e1 allnl apnrql 'rluerleel rep allud rorSSEtu 

u11ap plrcrldruoJ el uof, 'aq:l olellau un pE aluor.l tp alu8 

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oqJ uJrtsrlpeJ ellers q pa) uprlos qrd eluatuyerrlJruruoJ 

Elnllnlls Eun ns ouplund eq:t ruotze'zzrluJr JI JqJUV 

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-np a s,lnurluoJ 'plleueSoruo lp anud alsodord ur ouon 

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'PsôJ 

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Spettacolo 

Si badi, parliamo di spettacoli che, pur mirando ad 

esiti culturalmente validi, non sono sgraditi al pubblico 

ed hanno elementi di spettacolaritd mediamente fruibile. 

Eppure essi non filtrano nei circuiti nazionali. 

Un discorso su Rigillo e su Viviani naturalmente significa, 

anche per ragioni di esperieze comuni, un discorso 

su Roberto De Simone. che d un teatrante che ha 

gravi difficoltd a circuitare pure nel Sud, anche quando 

si accosta a cose come la dannunziana Figlia di lorio, 

che puo puttaneggiare con I'idea di "classico 

italiano". 

Certo su questa nostra impostazione pud abbattersi il 

sospetto ingiurioso di un discorso provincialistico, che 

voglia chiudere il teatro del Sud in una prospettiva banalmente 

antropologica di ricerca delle nostre radici pir) 

fruste e convenzionali o ricacciarlo in una situazione di 

"vernacolaritd" 

in senso non meramente linguistico. 

Ma si tratta esattamente della posizione opposta: si tratta 

della prospettiva di un teatro del Sud che sappia avere 

respiro nazionale, anche a livello di organizzazione, esibendo 

senza complessi di inferioritd "dialettale" i suoi 

testi e i suoi uomini, espungendo energicamente ogni 

nota convenzionalmente folclorica, creando e producendo 

teatro di respiro nazionale ed internazionale, ricercando 

la collaborazione colle altre capitali dello spettacolo 

italiano, ma rinsaldando i rapporti con gli enti, 

gli istituti, le strutture del Sud, perchd si deve proporre 

di evitare sia la tentazione di una "insularitd" culturale, 

sia il pericolo di una emarginazione e di una morte per 

afasia. 

Senza provinciali pudori, bisogna dire'allora che la 

collaborazione va ricercata soprattutto con le istituzioni 

teatrali del Sud, proprio per gettare i presupposti, organizzativi 

e finanziari oltre che culturali e spettacolari, di 

una autosufficienza ed autonomia, che non puo risolversi 

in una qualificazione dell'attivitd teatrale. 

Bisogna dare atto a molti Enti teatrali del Sud di avere 

avviato un processo di aggregazione e di collaborazione 

di questo tipo: con iniziative in s6 positive, anche 

a prescindere dai giudizi di merito e di valore che si possono 

dare sui casi particolari e specifici. La fondazione 

Biondo a Palermo si d gid distinta per un'utile collaborazione 

con gli Stabili di Cagliari e I'Aquila, con 

programmi-scambio che vanno al di ld della semplice alleanza 

tra strutture teatrali che non perseguono una linea 

culturale di una certa assimilabilitd. 

Non si tratta, dunque, di impiantare nel Sud - oltretutto 

con il ritardo culturale che d sempre segno di provincialismo 

- modelli teatrali del Nord, o peggio modelli 

che sono avviati gid a una crisi irreversibile, ma piuttosto 

di sperimentare ed "inventare" nuove strutture funzionali 

alla realtd concreta nella nostra cultura e della 

nostra societir. Senza queste prospettive per il Teatro nel 

Sud c'd il solito grigio e mediocre futuro della scelta tra 

la via piir praticabile della disponibilitd giullaresca al 

servizio del Potere e quella che sembra avviare all'Utopia, 

ma sbocca nello sterile conato anarchico della contestazione. 

ln attesa che qualcosa cambi, negli strati pit profbndi, 

degli uomini e delle strutture, il destino del Teatro 

nel Sud e in Sicilia non puo essere che quello di ricoverarsi 

sotto le grandi ali del perdono d'lddio, drappeg- 

Gosomon contro 

il Cardinale 

Le statistiche del teatro italiano offrono 

spunti di meditazioni a chi sa 

leggere fra Ie cifre. Lo spettacolo che 

lo scors

olocelrcds 4 r l - ! u e ! l ! c lI s 

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Spettacolo 

Mo il cineno 

pogo di pit... 

Il teatro italiano non ha piri 

grandi inlerpreti, sopratutto 

nei ruoli femminili. Il cinema 

e la televisione lo hanno spogliato 

delle sue piri brave protagoniste. 

Il cinema paga infinitamente 

di pit, la televisione 

concede una popolaritd 

senza paragoni, perchi mai 

un'altrice dovrebbe abbandonare 

queste occasioni soltanto 

per restare sui palcoscenici? 

Sopratutto considerando la 

legge crudele dello spettacoln 

che ( alla pari del gi

olocelrcds vlL - !ue!l!c!s I 

urpo oJrprou lr opuEnb :rJrtsrleal e rqJuEJJ Jtasse rp olu 

-BrqJraJ EN 'esleâJr^ e BtJaJtJad Blle oJlual lep taarutA 

-otu uto( puo ol un ep rlEuSos erâJorJ ur 'rlrruls uBJau 

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lllnrJ otpp Eq uunuoJ red aqr Ezuerads ellep ouu.utup:) 

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un rp auorsJedsrp ey 'erodserp ellap ep€rls e1 alnddg 

'erJelilnB 

ellop tsorsuluuJ 

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-orzurado alorcrd arelrSocsa rp o 'onrlrsoddo aluaululp 

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Spettacolo 

Destlno di meridionole 

Qual i oggi il destinrt rli un altrtre tneridionale, sia esstt 

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Spettacolo I Siciliani - 117 

Teatret scende nel profondo Sud, a tentare il suo teatro 

antropologico nel nostro grande scenario umano, o 

quando piri concretamente 

"Pupi e Fresedde" calano e 

si calano nella nostra realtd si tratta di una scelta e non 

di una necessitd, di un'avventura e non di una sventura. 

Ma a questa sventura (se vogliamo ritornare circolarmente 

all'assunto iniziale) vogliamo opporre il fatalismo, 

il lamento o un cahier de doldonces per strappare 

qualche concessione ai politici, ed appiattirci in una situazione 

che a molti di noi risulta rassicurante? 

L'indiscriminato sistema delle elargizioni a pioggia, 

che contrassegna la politica culturale di molte Regioni 

(il caso d particolarmente scandaloso in Sicilia) non d 

deprecabile soltanto perch6 polverizza le risorse, disperse 

e parcellizza le energie, premia ed incoraggia forme di 

subcultura teatrale (ciod perch6 d miope e incolto, inutile 

e rozzo), ma d da respingere in quanto d anche astuto 

e mistificante, ubbidisce a una logica perversa: il potere 

politico non vuole districarsi dall'assistenzialismo perch6 

questa d la logica in ogni campo, una logica clientelare 

che produce voti e consensi, senza dire che la dissipazione 

di certe risorse permette poi una serie di alibi 

per altre scelte di dubbio valore, per sovvenzioni pii-r 

consistenti, dopo avere gettato un'offa ai cani piir affamati 

e randagi. 

Ma di questa logica perversa, anche nel teatro, siamo 

diventati un po' tutti complici oltre che vittime. Spezzare 

questa logica non d facile, n6 d solo affare degli uomini 

di teatro. Questo d un grosso affare di tutti i cittadini 

e di tutti i politici, e riguarda il grande devastato palcoscenico 

della nostra realtd sociale. 

E I'operatore culturale d preso a questo punto dalla 

paralizzante angoscia del "profeta disarmato". 

Gaetano CaPonetto 

Pino Micol in "CiranoD 

una delle realizzazione 

di medio 

costo del Teatro 

stabile di Roma (e 

probabilmente una 

delle meglio riuscite). 

Ogni anno il cartellone 

dello Stabile 

romano, perduto 

dietro i sogni di 

emulazione del Pic. 

colo di Milano, suscita 

sempre violen. 

te polemiche che 

tuttavia poi si spengono 

senza conseguenze. 

I miliardi 

volano via e I'anno 

seguente tutto rico' 

mimcia daccapo.

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'r11adec 

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-zedtur alueueJe^ oqJ ounJlenb ng rc 'qrad 'r1enb alle oz 

-zeru ur aprpJos euoslod rp oddnrE un rp BrJols e1 qorc 'e1 

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-zed a ocrods oluoJJeJ un eJeJquas aqqerlod otsanb 

eq rtu uoN 'eprlyud nrd erorue BJqrues a 'oJeu rp aluau 

-elalduror elllsa^ BJoJue Q Bssa ?qorod orod Bp olJolu 

allas ElJoru eJa rlE arlSoI'U B-I 'rueu sl'urssrlleq e aqSunl 

anp a eJau 3113^3JJ el 'oseu lep a rqJJsJo rlEep oueêl 

-unds rlE aqJ rEuE rled 'orJSoU 

osrl un uoJ 'edoru 'oAIuJ 

(od un 'orEeru ouon un eJA 'olle ur lrd arduas 'ellaJls 

qrd a:duas ouu^rles eqr aprs 'elercce; u11u rsaddu ouEal 

Ip llleulqeE'azzettel'arlsaurg'ararqEuu'ro1e;1uq'ruol 

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Ip orlErirorE un iozzuled oJllue un pu eturJ ul azuuls 

altas rp oluauelredde un ur e^Blrqe rlEg 'ruue onpulues 

-sas rp ol:auaE oJrpau ollle un BJe oluoluV uEalloc y1 

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atrtti ltrilrta cli cliabetc, ttlta tlottttit [rlt:sit tltte pitlltti' ptt' 

fessoressa cli liceo, che un giorno era caduta da cluellc 

lunghissinte scale, si era spezzato il I'enlore ed avcvit 

aginizz,ato cosi per sedici mesi un lettcl, con un l'ilo cli 

voce senrpre pii impercettibile. Sollevava dcllorosanlcrlte 

la testina dal guanciale, chiamandolo: 

u n llnc 0zl - !ue!l!3!s I 

e olrJeu eJC 'orJolelnq 

-Irp rp ruue.lueJl ouera(J arlEoru 

nrd a apue.rS lrd eccoq ens B1 'ecuerq prd enared a11ad 

Bns el €llnl ryladec rp oJeu oluetu yanb u1 'e1pds e11ns 

odloc rp oue,tarlSorcs rs al o eurf,roJ Eun ererlEol unuls 

-uq 'e1sa1 €lle €turJ ur e,re8al aqJ rurssrJeu rlladuc tanb 

a 'e1ua1or'r 'eprqJoLu 'apuer8 ef,Joq Eun B,^re,tu utu 'u1 

-€rqJJEl 

,od un 'u11n:q euuop Bun era eluauenrssalduoo 

?orJ 'BJcoq ullep eJeJo^ EruloJ e1 ollnllerdos a 'r11ad 

- B c r ' r u u r u e l ' r l u e p I ' l l J o J o u e : a o d r o l o n s I a p a s o J e l 

altnl 'eJuBnB 

o11ns BôpueJS al eqc eleorlap lld eroJu€ 

errnlad eun e eJqq€1 a11ns rlad rp BJquo.un 'arurssr:au 

erlSncu.rdos al 'alualod e ollrJrp oseu oEunl un 'elloJs€ru 

e3un1 eun uoc 'erelo8urs erJreJ eun pâ^p nutrulfrtlSr' 

rqlJo rl3 'rlladeJ 

reu oursrad olepns 'tleddulls tsetrb tqr 

-oa:o r13 uot'otuzzel olues un u,te:ed eqJ ollatput Qulol 

olsaulg rtnuru anburo odop e opolus 1au glrod o1 ag 

'

Cultura 

I Siciliani 

121 

infossati e un bicchierino di liquore in mano. Stava fer- quanto avessi immaginato dalle descrizioni degli altri, 

mo in mezzo alla stanza con il bicchierino di liquore in 

mano, guardando il dottore Antonio il quale si alzo di 

scatto all'impiedi e lo sorresse per un braccio. 

. 

andava a preparare il caffd. ll dottor Luigi mi fece: 

E,rnesto e il dottore si ntisero subito d'accordo. Due

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usuJ ur eJlsnu oJBlloJsu pa 'Euetulllos ul allo^ enp elJeJ 

u amcorE € alspuu up Ere.J eqJ ouuaJrp rl9 'ourssrs 

-orErlar €ra pa 'Bneluec 'arsaod 

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Ilnuru rcarp odoq '?zuels pJlle(llou oônu rp 

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Ma quando, che cosa...? - balbettava il dottore Antonio 

- Disonesto e infame, che cosa...?". 

"Qua, 

avvinti... lo vuoi capire...? Clementina eranuda 

e mi aspettava... Tu non puoi farci pit) niente...!". 

Cercarono di colpirsi, erano tutti e due deboli e percid 

si picchiavano in modo saltuario e feroce, a calci' lacerandosi 

gli orecchi con le unghie, sputandosi addosso: il 

dottor Antonio ogni tanto cercava di aprire il cassetto 

per - prendere la rivoltella. 

"Vecchio 

lurido...! - gridava Filippo - Schifoso...!"' 

Era cosi sfinito che non riusciva nemmeno a parlare, 

aveva tutta la giacca strappata che gli penzolava da una 

parte. Il vecchio medico gli correva appresso per le scaie, 

col fiato rotto, alla fine si ntise a piangere, continud 

anche sulla strada a camminargli dietro piangendo, con 

un filo di sangue che gli usciva dal naso. 

"Fermatelo - piangeva - aiutatemi! Fategli ripetere 

quello che ha detto... Ha oltraggiato mia moglie.'.! ". 

e spalancati, tenendo la mano sempre sul braccio di Clementina. 

Agonizzava sul letto e non voleva lasciare la 

mano di Clementina, poi dovettero adagio, adagio, pietosamente 

aprirgli le dita una ad una. Il dottore Luigi 

invece mori mentre assisteva ad un congresso di vecchi 

medici: il cuore gli si staccd da qualche parte e gli rimase 

ancora per qualche istante penzoloni in mezzo al petto, 

tutta la grossa testa da animale gli divenne bianca come 

la carta e la lingua gli affioro in mezzo ai denti. 

Poi si seppe che Clementina, quel pomeriggio, era andata 

con il ragioniere Eduardo il quale non era vero che 

fosse partito; si erano messi d'accordo per vedersi fuori, 

due volte la settimana in un'altra casa, e il signor Eduardo 

ci portava anche altri due suoi colleghi, uno era il capoufficio 

e I'altro un ometto , padre di cinque figli'.. 

Non ci vedemmo pii e gli anni cominciarono a precipitare 

su di noi. Il dottore Antonio divenne cieco, non 

voleva che la moglie lo laciasse pii di un solo istante, 

camminava per strada, a piccoli passi, con gli occhi bui 

"Fermi, 

fermi ! - Cridavano - non lo muovete, sollevatelo con 

tutta la poltrona...!".Cosi una decina di persone lo sollevarono 

con tutta la poltrona e lo portarono al'ospedale: 

era uno spettacolo, dieci uomini vecchi e pallidi, vestiti 

di blu, che reggevano quella poltrona e camminavano 

traballando in mezzo alla strada, ondeggiando conte 

se portassero una candelora, e sulla poltrona il dottore 

luigi che oscillava adagio e continuava rapidamente a 

morire. 

Tutte le cose che erano acadtrte indietreggiarono nel 

tempo e diventarono una fotografia vecchia e gialla dalla 

quale talvolta, per un attimo, si staccava un volto per 

venirci incontro e subito spariva in mezzo alla vita, come 

un'ultima figura di balletto. Ecco: la vedova Clementina 

seduta dirimpetto a me sull'autobus' qualche 

capello bianco alle tempie, ancora una bella bocca rossa. 

e oscilla lievemente alla corsa dell'autobus... Si toglie 

una forcina e tutti i capelli le si sciolgono sulle spalle 

nude... 

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DISIRIBUZIONE 

MODERNA 

annuale 

A Ghrorzo Ed,tore 

SOCOP S,p.A- SOCIETA CONCESSTONT pUBBLtCtTARtE 


ENTI I.oCAU 

a0erenle aila Lega Naz onale delle Cooperatrve e Mutue 

SEDE SOCIALE e DIREZIONE GENERALE: 20123 MILANO, Via Baracchrni ,/ -rer02/877.330 - 877 166 - A72.AO4 - 804.46O o UFFtCt: 

EOLOGNA, Via Boldrini 18/b, Tel. O51/521 122 - ROMA. Viale di Villa Pamphili, 1.l5-Tel.06/58.25.55-58.13.328 o AGENZIE: Editcooo 

TORINO, Corso Turati 1 1/C, Tel.01 1/505 656 o GENOVA, Via Brigata Liguria 105/R, Tet. O1O/531.041 o VENEZTA-MARGHERA 

Via Ulloa 5, Tel O411936.966 r UDINE, Via Bartolinr 18, Tel 0432/292.643 o FIRENZE, Via Nazionate 4. Tet 055/214.1S5

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LltLtq/90 1at - vwoa - 6 luetten' el^ 

(aûepdooC aPuotzeN eEal) 

uoteu nsuoJ tp a il Ptad ooJ a I e u otz e N a u o t z ettossv 

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Taormina 


Turismo e cultura 

in 

o 

un magico 

o 

incanto 

o 

Sottoposta per secoli e secoli 

alle dominazioni greca, romqna 

e bizantina, Taormina d il 

centro piti impoltante .del turismo 

siciliano 

Taornrina un nonte , nta sopratutto un nrito, f'orsc 

uno dei pochi a resiste re al ritnro f'renctico cli qucsto sccolo. 

E un po'conte Venezia: chi c'd stato la rinrltiarrge, 

chi I'ha solo sentita raccontare la desidcra. [: crucsto 

f'orse e il segreto del l'ascino di Taorntina: retiutc 

senrprc desiderabile pur essendo accessibile a tutti, 

proprio conte Venezia. L, conte Venezia Taorntina of - 

l're i suoi due volti: il ritnto f'renetico dell'allegria e insienrc, 

se si vuole, il lascinoso silenzio di angoli nascosti 

ed antichi. Per qucslo, t'orse, Taornrina d Taorntina. 

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'usnlells e lAEll.lls ()tl()llul.l 

soxeN rp rq3n3o:d lop lllotu J ''.)'e Z6€ lou 'eultuloel 

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-letu I - t33etue,t lqqnpul ouoJe^BOl.l llnJls I alenb el1ep 

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Fllt^tl eun EêluB^ pt8 oqr - soxeN e c'tll() 

'r8tuotq ouesnJells ouuelll lup ellnllslp 'soxuN Ptuls 

-iturcrn e11ap rq8n;ord t qlrdso eultuloel

vento un fanroso storico, fu costretto all'esilio dal tiranno 

Agatocle. Da questo mon.lento la cittd passo da 

un tiranno all'altro, I'ultinro dei quali, Tindarione, ebbe 

l'idea di stringere alleanz.a con Pirro, re dell'Epiro. 

Nella guerra che quest'ultimo intraprese contro i ronrani, 

Taormina, nell'anno 212, fini sottomessa alla 

futura capitale d'ltalia. E proprio di questo periodo 

che la letteratura su "Tauronrenium" fiori nraggiornrente: 

Cicerone la ricclrdo come una delle tre "civitatcs 

foederatae" della Sicilia, assieme a Neetum e Messana; 

Publio Ovidio Nasone ne esalto la ricchezza del 

nrare, soprattutto per "le dolci triglie e le tenere murene". 

Successivanrente Taornrina divenne sede vescovile, i 

suoi prelati parteciparono regolarnrente ai sinodi ronrani, 

e Papa Gregorio XIV intervenne pii volte per 

sanare una questione di eredit2t sorta tra il vescovo della 

cittd e quello calabrese di Locri. Al nronrento della 

caduta dell'lnrpero Ronrano, Tauromeoeninr fu invasa 

dai goti e poi conquistata dai bizantini. 

Ma l'avanzata degli arabi in Sicilia - nel 902 dopo 

('risto - Taornrina cadde in nrano nrusulnrana, dopo 

una incredibile resistenza durata alcuni decenni. Questa 

donrinazione duro quasi due secoli; la cittadina fu 

riconquistata poi dai nornranni dal conte Ruggero 

d'Altavilla, che ne fece una cittd "regia" (1079); poi fu 

la volta degli Svevi, e poi degli spagnoli d'Aragona. E 

fu propiio sotto gli aragonesi che conrincid l'ascesa di 

m 'I'aormlna . j 

strorla 

I Siciliani - 13'1 

Taornrina: qui si tenne la prima seduta del parlamento 

generale del Regno di Sicilia, presieduto dalla regina 

Bianca di Navarra, per I'elezione del successore di 

Martino II. Ma questo periodo di splendore si esauri 

ben presto: prima i francesi d'Orleans, poi gli angioini, 

ed infine i borboni affondarono definitivamente Taormina.

- !ue!l!c!s I 

zt,L 

olepuout alualuelelduol eîua^ aqJ oulluq opuo3ord 

e olsun un tp uzuelsos ul EABllell Is al{J a;tder truue.; 

ro 'rue1uo1 uou tdual ul JJnl ellE llnue^ 'etqJetuneN 

ollep rlser I 'osnlqJ 1e 

'a1utcr.;t1re enboe,p olqmads oun 

ur (rleneu ar13e11eq> el t^Jez'zlue3.ro :a

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*il 

l+ni'ij 

Taormina arte 


navate, divise da archi acuti su colonne monolitiche in 

marnro, con abside semicircolare. Certe sovrastrutture 

di stampo settecentesco, in contrasto con I'aspetto generale 

della costruzione, sono state tolte. fira le opere 

importanti all'interno di essa ricordianto la Maclonna 

col Banrbino, statua in alabastro risalente al XV secolo. 

Un teatrino di piccole dintensioni, l'Ocleon, urr 

gioiello dell'architettura rontana, d un'altra clcllc bellez,z.e 

architettoniche di Taornrina. Attcrrti srucliosi 

hanno potuto accertare che, conte per il tcatrt' -qrcc(), 

anche in questo caso I'opera dei rontani si d sovrapposla 

a qualcosa che esisteva printa. I)oveva traltarsi di 

un tenrpio ellenistico, e non cli un teatro. 

Di particolare interesse anche I)alazzo ('orvaja. In 

origine era una torrc araba, alla qualc l'urono poi aggregate 

altre coslruzioni: Ia prinra alla l'inc del XIll sccolo, 

la seconda agli inizi clel XV, la tcrza irrf inc attorno 

al 1950. Presunribilnrcnte t'u la resiclerrza estiva 

della regina llianca cli Navarra, arl tcnrpo in cui il ccrrtro 

storico di Tarlrntina cra illlc()ra un

eL - !ue!l!c!s 

I 

e11ep r'rlurds osunrS r^ Jrlr uJp301t; uoA tuleqltÂ euol 

-uq 'orsapat 

lr ozrel II n.l I^ llsunl tl\Jnb PJ.I 

'eluluotJo 

PrltJrS EIlap oqrusl ol(lDld ()tsenb ul otuslJnl lcp slolBp 

-uo.] 

ll ISof, ouue^lp 3ue1a1; 

'ouosleStr)lle EZues esl(),I 

',,r)u:ot33os 

a ot33et,t ot ttSed 

'trpenb tlscnb ut ossope 

elopa^ aqr lanb eleÔll uou os 'e tlttlc,tut t.ltutssrltd 1t 

prB s1ruo,1,, :upr.ls uun otruel 3ue 

'Jl()AOlueJut 

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o3on1 un olalsrse e,talod Jtlt olJpJJJ PAelon rlttnsseu 

'ti 

-uud E r.rpenb rons r Jsôdsô ertetssnld ut13tute.; es()ll()r 

-e.l eun rp olyodue: olsanb ()pu€nO 't98 I lJtt Jl.ttIJltro,\ 

aqo 1rd oood eutturoel e glder opuenb rSSesoucl t1lt1-r 

-uelds rl8ap olutdrp aqqolû eqr 3uo1s1; ()llO ulJ o)o^ttt 

a r o 1 1 d 

' . . 0 [ r t u r s 

l l o l o r e l l e d s o u n a s e t r u E t t t t( t ) l n A u ( l 

olleal un rp olyqqnd [! lEhl,, :..lsne.,L, Icp J.t()tnI?(l E^ 

-e^JrJs 'oJ3J3 

l5^01 ollBet Icp eoÊJ EllBp s()xt?N lP JrELu 

p e eulEsl r-lpuup.ren8 :,,erlull ut ot33et,1,, ()ns I3p au 

-r8ed a1laq prd a11ap aunrle QJlpap oI e qJ Jqle()r.; 

'o1und 

- d e ' e r a e l a o d 1 1 

' E l n t l n r E l l o p e ( ) t u s u n t 1 a p e t l l e d e 1 

'eurpEllrJ 

elsanb rp arB.] e 

'o.1e.r8o1

In alto una antica stampa raffiguarante 

una veduta di Taormina (dal volume 

"Antiche 

stampe di Sicilia: Taormina", 

edizioni G.B.M.). Le loto sono del baro. 

ne Wilhelm Von Gloeden, il nobile te. 

desco che scopri la cittadina siciliana 

Taormina cultura 

I Siciliani - 135

!ue!l!cls 

BISBIUBJ uoJ 

ou8al e oJJaf, 

olBuBr IlJe BUIIUJOBJ 

'eser 

E alelrocl up opJolr-o11aE3o,11ap eJreJrJ eluelJa^ 

-rp uun aqJorllo 

'e11ars erdtue,un eurruJouJ rad ouuloz 

-uolE aqr !lsunl re allaru:acl aqr oluer8rl.re,un :g1leu 

-r8rrrr pa urscluu.l lp aq) erllo 'ezza1eur11et 

rp ollu 

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-ueEala 'cller8a;ci 

creuer8rl.ru,un 

'ornel 

oluoru lu BrurJ 

ur ac{aserd un atuoJ elettoJle 'eurpellrc elocord elsanb 

rp opls ()llorr aluJruetto.l.rail JJsrJesul ls oleuelilue.l 

r]loru ouo]srsg 'olntleq orra.] ur ,ro^njnt;Jl3;i?r:oa"n 

'uolurs^relur Ulsou I ()uos eqJ !lstuE llSJnb ep ()llnlls 

-oJ 'olPept 'o1e11apotu ''r).rl1st1LE ollaSSo otulsstllaq un 

eseJ E ereuod ts;alod red 'Buttutt'ruI tp e qllltlE a alel 

-osr 

1rr1 oulpuJls al alelleJ'oratlSars rades rputnb ulseg 

'{rld 

lp ,,EJ\1,, aqr ouet8tl:e lp oloueS 1t tllsenb q'tl11n1 

ope:81eru E 'olsoq rp o euSeluotu tp euoz al allnl tsenb 

ur ellurd rs alenb 1t 'ots;e1ut,1 

e aql allqul[SunBaut pe 

osorzald olEuelsllJu.llanb enurr: ts aqr ou8a1 1ep t'rt"td 

-o.rd g'or.l.los e o ollteld B tleJtsnLu ttuatunJls lp 0uotz 

-ealJ el aqcuB 3lslse allloul uultuloEl lp Buoz elloN 

' ( a p u o d s e 1 ) , , t : e 1 1 3 J s e r u , , 

rns a;n11rd ellep eJtlEtuolJ ezzaqJlt.r e1 lad 'tqrreuued 

rap 'arnlep:eq ellep e^ttuJof,op uzualndo u1 rad olsn8 

lr 3.f, :oJrlsrJolIlo.l elelleleJ Ip luolzulss.+luul.u 3l lJd 

etsodde rlrnrlsoJ 

'olorultads Bp tllalleJ ouos 'lllelleJ 

r a rdnd r aluerulernteu E 'uoloJ (tuEIltJls 

!lBJIlop uoJ 

..llleuuad,, lul.+ !ep tlernlltd ellluBlot a ou3a1 ut tlletd 

ranb arnddo 'o8on1 1ap ar;e;3cl10l etqJf,a^ a1lu 'aut1o1 

-JEJ erqJf,a^ allBp :ollnl lp lsleôll gnd rnc ut atlEertluu 

rp rzo8au tqcJo^ ranb aqJu€ ell.ltu8ts oleut8uJe ehl 

'llstJnt tlomtd leP olll 

-a.1ord olsrnbre,l p :(u11ag ulosl.l olnterdos) eutLUloeJ 

rp rloêlueJur rqEonl tluetnBt3;er 

'3uo1oJ ut 'antlso 

al1ar1Eeu asorzerS eunlle aqJue eutJlen ut ouos 'llual 

-Ja^rp a rrursstleut8t.to tu?astp uoJ aluauaut.; ttello 't1 

-EueJlJ aluorueteJllap lloJtuu t11n1'auuoE'tlse,tollos 

' a t J I t u u : t ' r u e t l t : trct ts d t l t t u n l s o l ' o d l e t J S ' o 1 1 a u t c u n . 1 1 u 

.rs,ro11nd 

'1lu1dorre,r plelno.l e auotztsodsa uI ouuuJalls 

rs 'oueru E rluluaJll !1nl 'lulllelueu lplqlou a Iluulll^ 

-ElS 'ltull.l a Ilnssal tp tzo8au tslo^tp p1 a unb ouotedde 

'Eulruroel 

rp aledt::uud et,l e1 

'o1.taqun 

osJoJ InS 

'ISeUrtuJOel eUlpeJls 

aqrrlue a1 -rad alelstnbre ouossod ts eqr llla8Eo ISoJ 

-erunu rap runJle olos ouos :lulJetu lle[ulue ulJu lp s lJS 

-od rp ruorznpordt.t 

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-erunu rap alled u p pttletua8 e otlsa uoJ tl€Joêl 'olJOJ 

ur rlterd 'arauaE iiiiliiiii!#ili 

'gguegzobeu 

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.!lsoc 'llecol 

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olsanb lp ltleSSo ouuuq aqc rzo8au 

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.u!,llap ecllerd e1 ';glopo.rd 

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.lsslsoreurnu ouolslse lseuluuoel au!ps.rls al o6un'l '!n!ler 

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1pe66o ;1eu;6;ro gglerg ouo6uel ou6el 1ep o orla, lpp 

:esau!ur/o9l ogeuegErpe,l;ap lpopord lc!lsUellerec tunclV

tI J 

II 

Inrpc)rtante d il settore gastronontico che tuttavia ha 

due nrotivi singolari tra tutti gli altri: quello delle specialitA 

di cotture del pescespada e dello stoccafisso. 

()raz,ie quindi alla pescositd del suo ntare, a questa 

en()rn)e ricchez,z,a che ha fatto della nostra isola un 

vantct ntondiale, il pesce d un clei piatti tipici locali. Il 

pesce in tutti inrocli: clalla pasta con il brodo di pesce, 

alle cernie fatte al cartoccio e intrise di umori e profunri 

pantagruelici, fino "all'inrpanata di pescespada" e 

la "ghiotta di ;lescestocco". Squisitamente appetitose 

Ie braciole cli pescespada e di carne, lo "sciuscello" 

pasquale costituito da brodo di pollo, ricotta e polpettitte 

di carne. 

Ma una delle specialite piii ricercate clai turisti e "la 

pasta 'ncasciata". Si tratta di un piatto nrolto appetit()so 

a base di carne di maiale, grasso di prosciutto, ponrodoro 

e olio di frantoio. Una prelibatezza da buon 

Taormina astronomla 


Pustu'ncascifrta 

un pintto tipico 

gustai ! . 

Il territorio conrunale d assai vasto: pressochd in 

ogni casolare d possibile I'acquisto del vino bianco, un 

vino che - prodotto da viti speciali quali il carricante, il 

donnarchina, ecc... - che ha proprio il fascino della sua 

rusticana freschezza. Oltre il vino ricordiamo anche 

I'olio, grasso, anrpio e sfruttato, e la frutta, con particolare 

sottolineatura per le mandorle di eccezionale 

bontd. Tra i dolciumi fa spicco la pignolata bianca e 

nera ( al limone oppure alla cioccolata), i cannoli, la 

frutta di pasta reale, il torrone gelato, il dolce dei morti. 

la cassata alla siciliana. 

La zona di Taormina d inoltre famosa per i piatti 

contadini: minestroni di pasta e verdure, salsicce con 

la brassica, coniglio all'agrodolce, al forno e alla cacciatora, 

pollo grassato o ripieno di riso, uova di giornata 

e ottinro forntaggio.

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ellB^ €llap Buoz eprpualds ellu aluaru 

-Ellalrp elrod alerculnord epe;1s uun 'rurprerg uq 

rJolulrsr^ lu eJ.lJo euoz BI eqJ rJ 

-eraurtl rlueurJse.l.]e e rprpualds r13ap oun olos olsenb q 

:ulolulatsu:) - ruue[o1a1 - orssolv.tues - elllrls Ip ulll^ 

-uJuelC - r11nr8uo61 - eJeluerlv(llap aloD - purruJopJ 

ul erBJr()qtut rp uruucl 'uurrurr:e1 ();^le^ ()ptrolE:^rtl 

'3suJ 

sllJp euralsJ alErrre.l 3ll3p orr 

-()tzer())3p 3tuol ossods ()ll()r.u rlesn'rle.r()l()J rssus tl()J 

-rrd e eleurellB ess()Ji prqqes ens El rror 'e1osr,11ep 

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-rlsuollerer nrd e1101-l eun e ruuefolc-1 rp urSSerds e''1 

'eilêl elqr()r PIlsp ()r3u lep etuzzueltureJ 

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Buonq BIlop rluBrue r13 re.; 

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6 

Nella loto sopra il titolo una veduta di 

Castelmola, accanto ad essa un'imma. 

gine delle gole dell'Alcantara. La loto 

grande in basso ci mostra Taormina, ri. 

presa dall'alto, in tutto il suo splendo. 

re. ln basso a destra vediamo Capo 

Sant'Alessio, famoso per il castello sul 

promontorio che i greci chiamarono 

"argennon 

akron" (argenteo capo). 

stracla per il centro della cittaclina, e continuando acl 

incrpicarsi sul ntorrtc Taur(), d cl'obbligo una r isita a 

('astelnrola. Un sccolo cli turisnro e racchiusc) nei renti 

alburr clel proprietario cli urr lticcolo bar, il "('aft'd San 

(iicrrgi0", sito nella piatta del ltacse.[;ra lc I'irntc illustri 

che hanno rientl.rito quclle pagine trovianto Cuglielnro 

ll di (ierntania, (iiorgio V cl'lnghilterra, pa()lo 

cli Russia; e poi Piranclello, ln-qrid Ilergntan, Margaret 

cl'lrrghiltcrra, ecl altrc figurc non nteno illustri. 

Da rron scorclare inoltrc I'incarrtcvole panorama che 

si puo scorgere dalla scln)lllitd ciel pacsc, clov'e si trova 

il vecchio castello clilrccatg cl3 cui prclclc n6nre il pae-

0 t L - ! u B ! l ! c ! s 

I 

'o.)oi-ld -lac 

I'l I1)lA 

'lal'VIZI-lOcl 

88882 

6 V l t Z ' l o 1 ' O S d O . ) . ) O S O I N O } I c I 

80tlS 'lol ":I-IVCVUIS VIZI-IOd 

l z l T . l zl' e l ' I u e l N l t l v u v - ) 

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()rzerlue(l UBS BI^ 'fln].) 

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orzurluEd UES ul^ '0t olcnJS 

I 'elsorold olorr^ 'vuvll) v'I 

Iluurolslu 

trutuv ul^ 'llt{Jou^vl) 

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0rruaLuo(I ues ezl-eKl 

'il')V'lVcl 

O.)l N:I[{OCI NVS 

orzBrrued ues BZZelcl 

'ocltlvdolJvt) .Il 

alBu()lzuN B!^ 

':IHOJV.)S:,ld -tl 

Ilou8efl El^ 'vuun'z'zY YLLOUT) 

oueqrun osrol'i_lclo'I.)1.) 

BIq)erunBN e!^ 'ossoH ouaflt\vl) 

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0uaqrun oslo:) 

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ti:::t:tiii': 


P al azzo 

Corvaja, d 

il primo 

che si incontra 

a 

Taormina, 

entrando 

da (porta 

Messinar. 

Anticamente 

f u 

la residenza 

estiva 

della regina 

Bianca 

di Navartaldivenne 

poi sede 

della 

prima se. 

duta del 

Parlamentogenerale 

del Regno 

di Sicilia, 

nel 

1410.

zvl - !ue!l!cls I 

BW0BI Ip 

epa4s aI rad 

BUIIUJOBJ

F 6f 

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I Siciliani - 143

vvl - !ue!l!c!s I 

BUIIUJO€J

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PHRONI 


Chiomolo Petoni,ssru Iq tvq bins.

ernllnc I t L - t u e l l ! 3 ! Is 

'Bllur 

-aJl Jr!l 'aur8ed BfuullO '(BlJouaul 

el> Buello.r u;1au 'oua;1ag artJftpe 

BSBJ Bllap lJaltBrBJ r Jad 'outJalud 

B aJnl El arapo,t rad uls 'aur8rd ap 

-rpualds aurud a; oruugq:l;;qqnd rnl rp 

'EJOJUUJ ouultn.M Ufou a auolznp 

-Brf uor 'olnrrs oropolo !p ,.BlllJls 

u! !^B!rlJs !l3ap sllo^!r E-1,, 

'?ssnr euolznlo^lr €llep 

olgrlds a rluaôu,t luuu.lua^ gsunb lp 

gdrltluu aqJ ourpufuoJ o;our un 'ru 

-erl!r!s rJsEJ rep Bflo^rr u1 asselddo:rs 

'Buerun BzualorA a Epaslur BJtluapt.l 

rad 'apur;uo:r assa;s alsanb ut aqJ Bu 

-ud rloJcs gfua,t 'oauurrallpeq 

lau al 

-BrJos auorznloArJ BJrluafnu eurlrd u1 

aluaulrquqord InfrlsoJ aqc a Elost.l 

ourn8uesul aqJ l^BtqJs ;13ap auogl 

-lrq!J BfEradsrp Bllns olnJts oropo!(I 

oaar8 orrrols ollup ouos Jo ruuu El 

-ruanp arflo olftJJs olsal un lp aleû! 

Btferf !S 'Bzualo!^ a urzJ1snl3ul 'aro1 

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lap Brrofs uJrluapr.l 'rlurlos asnuJ 

otlllsapolu el 'euBlun apuaJlA essels 

al :s!l!J!S u! lurapou rlua,ta pa g33uu 

-osrad rp BJBUoJJ u; u.rqruas auq8ud 

alsanb ul oruuJluasard eqJ ouBJq IJ 

VI'IOAId VIÎIUd V'I 

-13eye3 rap eprJuoJS e11e rlnEes plrr 

-edsord rp ruue.lu€ssas odop elllJIS 

ur esoydsa rêrr{Js rlEap erran8 u1 

llloprr orsssoJ lraqll I eqr Er3 orJlrq 

-Je(lle elrurl oJrun.l rlenb r red 'r11aq 

-rJ rep erpq ur eJ3pB3 rp Qrr{rsu elosr 

eJelur.l 'rpue;3 nrd arnSercs ol ouoJ 

-e,ro;d -r1Erg orol r 'auuop 'rurruon- 11 

-ue1 'rlqural 

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-€AeJSerJ EJnsru lun8n u1 'Bzualorn 

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Cultura 

cava il regno -che non gli spettava-, 

e gli schiavi, esasperati dai nraltrattamenti, 

lo seguivano nella sua follia, 

precipitando molte citta in sventure 

tremende. 

IT- BANDITISMO 

ull 

TIBRO 

At MESE 


Allo stesso moclo, per le neccessita 

dell'agricoltura, ciascuno dei 

grandi latif'ondisti italici acquistava 

interi ergastoli di schiavi. Ne tenevano 

alcuni in catene, altri li sfiancavano 

coi lavori pesanti, tutti li segnavano 

con i marchi a fuoco, offe- 

atli..tl, 

sa alla dignitd umana. Adoperavano 

i pii giovani come pastori, gli altri 

secondo le varie esigenze. Si concentro 

cosi in Sicilia una massa di schiavi 

strabocchevole, al punto che, a 

sentire le cifre, si restava increduli. I 

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ricchi siciliani inlatti gareggiavano 

coi proprietari italici in superbia, 

nonche in arroganza e nralefatte. 

(ili schiavisti italici avevano ormai 

assuefatto i loro pastori ad una 

tale criminalitd, da non preoccupar- 

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si pii del loro sostentamento: lascia- no, ammaz.zavano chi faceva resi- piedi verso la citid; nella fuga si inrvano 

che si dessero al brigantaggio. stenza.batte 

in suo padre, che era a cavallo; 

Concessa, in tal modo, licenza di 

crimine a uomini che per forza fisica 

Via via che cresceva I'audacia

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tI Cultura 

dovizia di partrcolari, e prometteva 

che i padroni li avrebbe trattati con 

equilibrio. E, insontma continud a 

dirle grosse in modo strabiliante, suscitando 

il riso nei conrmensali; alcuni 

di loro prendevano dalla tavola 

delle belle porzioni e gliele davano 

soggiungendo: quando sarai re, ricordati 

di questo regalo! 

Eppure la smargiassata si realizzo 

davvero: effettivamente ci fu un regno 

di Euno, e lui potd ricambiare 

sul serio coloro che, durante il banchetto, 

gli avevano reso omaggio per 

celia. 

C'era un certo Damofilo, nativo di 

Enna, ricchissimo, di carattere arrogante. 

('oslui. avendo enornri possedimenti 

e moltissime mandrie di armenti, 

emulava gli ltalici che erano 

in Sicilia: non soltanto nel lusso, ma 

anche nell'acquisto di grandi masse 

di schiavi e nel trattamento disumano 

che infliggeva loro. Si aggirava 

per il paese con cavalli costosissimi e 

carri a quattro ruote scortati da 

schiavi equipaggiati come guardie 

del corpo. Inoltre esibiva con compiacimento 

un seguito di bei ragazzi 

ed un codazzo petulante di parassiti 

adulatori. Sia nella sua dimora cittadina 

che nelle sue ville, ostentava vasi 

argentei lavorati a sbalzo e tappeti 

costosi: imbandiva cene sontuose e 

regali, riuscendo a superare nello 

sfarzo la sontuositd persiana. Ma 

aveva anche il primato dell'arroganza. 

La sua natura roz,z,a e senza educazione, 

venuta a coniugarsi con 

una licenza incontrollata ed una fortuna 

senza pari in Sicilia" 

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"La rivolla degli schiavi in Sicilia" di 

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IV 

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Spettacolo 

provlene dalla positiva esperienza delle ultime sta_ 

gioni nel corso delle quali numerose compagnie pubbliche 

e private hanno messo in scena I'identica opera 

con risultati culturali ed economici straordinari. 

Si valuta che lo scorso anno una trentina di compagnie 

abbiano portato sul palcoscenico e 

sia in condizione di recitarne a memoria i brani piir 

significativi,accompagnandosi persino con gesti e 

imitazioni degli attori preferiti. Persino gli ambienti 

culturali tedeschi, inglesi-ed americani, notoriamente 

scettici sul teatno italiano, guardano con ammirata 

curiositd a questo fenomeno senza precedenti. 

Studiosi di mass media e psicologi di collettivo hanno 

sottolineato come la iterazione dell'identico spettacolo 

rappresentato da diverse compagnie dilati addirittura 

la passione per lo spettacolo stesso, ed acutamente 

si porta I'esempio del campionato di 

calcio,massima espressione della cultura nazionale, 

nel quale il fatto appunto che protagoniste siano 

sempre le stesse squadre, Juventus, Inter, Milan, e 

occasionalmente Fiorentina e Roma, accresca eccitazione 

ed interesse nel grande pubblico, determinando 

entusiasmi e addirittura fenomeni di divismo. 

Taluni addirittura suggeriscono la.possibilitd di organizzare, 

con pochi spettacoli una specie di campionato 

teatrale in modo che alla fine della stagione 

si proclami la compagnia vincitrice dello scudetto. 

Pii sottilmente si suggerisce che si potrebbero suddividere 

le compagnie in serie A, B e C con un meccanismo 

di promozioni e retrocessioni, creando altrettante 

categorie di contributi statali. All'idea si 

sono perd subito opposti i diretrori degli Srabili. In 

ogni caso da taluni ambienti sono state avanzate serie 

preoccupazioni, sottolineando come la contemporanea 

rappresentazione (ad esempio) di una ventina 

di possa determinare fenomeni negativi 

di soverchia passionalitd. E in proposito si citano gli 

avvenimenti ad inizio della presente stagione, in oc- 

casione della messa in scena nella medesima settimana 

de di Heinrich von 

Kleist, I'uno per la regia di Walter Pagliaro e I'interpretazione 

di Pino Micol, Gianni Santuccio e Micaela 

Esdra, e I'altro per la regia e interpretazione di 

Gabriele Lavia con la partecipazione di Umberto 

Orsini e Monica Guerritore. Il pubblico si d diviso e 

le opposte fazioni si sono affrontate con sanguinoso 

accanimento talchd i responsabili dell'ordine pubblico 

hanno deciso di perquisire gli spettatori prima 

dell'ingresso in teatro e dotare le maschere di metal 

detector. 

Naturalmente, come in tutte le occasioni di rivoluzione 

culturale si sono registrati alcuni estremismi: 

tale ad esempio I'opinione di Cigi Proietti il quale 

sostiene che non solo gli spettacoli hanno da essere 

due soltanto per tutta la stagione, ma che il pubblico 

debba essere obbligatoriamente avviato ai teatri, 

con una coscrizione civile simile al servizio di leva o 

alla istruzione obbligatoria e che nessun cittadino 

possa essere pertanto ammesso a pubblici concorsi, 

promozioni di carriera o addirittura a vincite di lotterie 

e assistenza sanitaria. se non esibird documentazione 

dell'avvenuta visione dello spettacolo. 

L'ETI (ente teatro italiano) ha esasperato la stessa 

proposta ritenendo che ogni cittadino debba saper 

recitare a memoria un brano dell'opera in programma. 

Si sono opposti vigorosamente i sindacati sottolineando 

come il diffuso analiabetismo ntetterebbe 

in condizioni di infericritd le popolazioni del Sud 

peraltro cosi attente ai grandi fatti culturali della nazione 

( e in proposito si ricordano le tournde del citato 

outsider partenopeo Mario Merola che nel Meridione 

ha suscitato deliranti consensi intellettuali e 

popolai"i con

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Cultura 

ricano riesce a raggiungere in ogni prodotto, anche 

in quelli che hanno una dichiarata funzione comnrerciale. 

E riflettere contentporaneamente e viceversa 

sullo squallore, la pclvertd nrentale che sempre 

pii senrbrano oranrai contaminare il cinema italiano.Basta 

andare per filnr italiani nelle sale di questo 

prinrcl inverno per rendersene conto: d la sagra del 

cattivo gusto, clella ignoranza, spesso della minchiorreria. 

I nonri sclno senrpre quelli conre se il cinema 

italiano che fu grande per talenti unrani fosse stato 

inrprovvisanrente devastato da una crisi di stupiditd 

professionale. Manfredi, Clelentano, Sordi, oh certo 

tutti attori di buona lega nra che non sono riusciti in 

vent'anni a staccarsi da uno stereotipo. Sono sempre 

quelli: Manfredi ciondolante con quell'eterna 

espressione a nretd sfottente, a metd ebete, perennemente 

nei panni di un rottame della societ6. Se capita 

nelle mani di un Ettore Scola riesce a fare , altrinrenti non gli resta che . 

Oppure (lelentano stralunato, senrpre con 

una donna senrinuda addosso, e lui un po' citrullo, 

un po' gaglioffo, eternamente in bilico fra lazzaronaggine 

e simpatia. Er Sordi definitivanrente murato, 

inpiombato quasi, nel doppiopetto del piccolo borghese, 

perseguitato e carogna: , , >, la stessa vicenda, dello stesso 

italiano guardato da tre punti di vista giudiziario, 

sociale, sentimentale, appena fiocamente dissimili. 

Questi i pii popolari, poi ci sono Tognazzi e Gassnran, 

e ancora stiamo parlando dei pit bravi,e poi, 

via via scendendo per i vari I>ozzetto, Banfi, Abatantuono, 

Pierini ecco questo cinema italiano che 

sta annegando nella pusillanimitd e nel volgare.Cestito 

da produttori e da leggi che non concedono valore 

alle idee ma esclusivamente al profitto, riserva 

spazi senpre pii stretti a coloro che concepiscono il 

cinema come mezzo di racconto poetico o di evoluzione 

politica (Rosi, Scola, Ilertolucci) e chianra a 

raccolta i nranovratori dei nrediocri, dei culinudi, 

della risata crassa, del doppiosenso d'avantspettacolo, 

registi che riescono a fare anche un I'ilnr al nrese, 

che non riescono a portare il nostro cinenra oltre 

confine. I produttori sono alla pari. Non costruiscono 

il film su un copione, su un'idea, un pensiero civile, 

un problenra del tenrpo, nra soltanto sul nonre. 

Mettianro un f ilm su Pozzetto! (lli si mettono accanto 

due attrici disponibili a recitare con capezzoli 

e pube all'aperto. Si chianrano due sceneggiatori che 

abbiano un buon portafoglio di battute e barzellette 

e si ordina loro di costruire una storia. E che ci siancr 

dentro anche un paio di froci, non per al'frclntare il 

problenra unano del diverso, che potrebbe persinrr 

avere un'ambizione di pctesia, nra per sfruttare crassanrente 

gli equivoci. Il l'ilnt f'a un botto da due ct tre 

miliardi e si va avanti, ogni nresc senrpre pii verso la 

tetraggine, il tclrvo, I'osceno. 


E questa malinconia sulla decadenza del cinema 

italiano, d diventata ancora pii acuta,gustando I'allegria, 

anzi I'allegra intelligenza di > 

un'opera straordinaria per la levitd con cui riesce 

a raccontare la sua storia.lmmaginate questa 

Victoria, una povera cantante di cabaret, mezzo soprano 

f:illito, che tuttavia ha nel suo- repertorio un 

acuto capace di spaccare i cristalli. E poverissinra, 

tenera, evanescente, ed anche allegra, amabile e 

quasi bella per quanto glielo consenta la fame. Prima 

che la inedia riesca a sopraffarla conosce tuttavia 

un anziano chansonnier ontosessuale, splendido 

uonro (si fa per dire) elegante, sarcastico, genialoide, 

anch'egli pero quasi in fin di vita per la 

fanre.Uniscono dolcemente i loro destini, ciod le loro 

nriserie, dornrono castantente nello stesso letto, 

sognando il medesinro uonr(). I;inchd non arriva 

I'idea geniale: Victoria si chiarrerd Victor, si taglierd 

i capelli alla tbggia nraschilc, vestird un doppitrpetto, 

cercherd di parlare con voce roca, e sard un principe 

polacco tenebroso, l'ragile e affascinantc che sa 

incredibilmente cantare c()n voce da ntettlt sopran() 

e percid, rivestenclosi da dorrna, potrd csibirsi sui 

palcoscenici di I'arigi. Sono gloria, trionl'o, quattrini.Victoria 

d una donna, clrc tutti crcclono un u()n)() 

che I'inge di essere donna.l:inchd arriva il nrasclrio 

sognato... 

Ileh, inrnraginate questa bcllissinra, anrabilc, clclicata 

storia in cui non c'd nrai una volgaritii, clucsta 

storia cli I'inti uclnrini e linte donne , qucst() irrtrcecio 

clclve I'eros d aclclirittura profunialo cli intelligcnza c 

ironia, inrnragintcla racc()ntata cla un regista italiano. 

('he stclria cenciosa, nralcodr)rantc, torva, diventerebbc, 

disponibile solo alla ()sccnzl risata. Alla 

clil'f'usione della stupiclitd. llisogna riconosccrc chc 

cla questo punto cli vista alnreno, il cirrcnta italiano i 

riuscito a supcrarc la tclevisionc. t:ra clitl'icilissinro. 

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4 II 

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Spettacolo 

L'omicidio di Stefano Scaparra a 

Trappeto (Palermo): i una inquadratura 

da "Scatto zero", di Piero Berengo 

Gardini e ltalo Moscati, anch'esso di 

recente trasmesso dalla Rai. 

i:tififfi 

t!::ii'k 

tSii;iiiti 


liclata nel c()stunre donrestico, d costituzionalntente coazione 

a ripetere, d serie di appuntantenti, ntagari non vincolanti, 

certo condizionanti. 

l.'el'l'etto Dalla ( hiesa in rcle',isione e srat() raccolt() clistrrdinatanrente, 

il nrezzo televisivo che pure d capace di 

"creare 

realtd" in questa occasione e andato a rintorchio 

della realtd. Un'occasione che, propritr in questa I'ase di 

transizione del sistenta audiovisivo nazionale (e internazionale) 

nrostra i ritardi in chi rrel nrezr() ()pera e in clri, invece, 

Itr osserva per prcrl'essione. 

Non d un caso che proprio ut)a rete antericana, la NII(', 

abbia realiz.z.ato nel '77 una seric televisiva accorpando i 

due filnr "sulla nrafia" di [:rancis [:orcl ('oppola, "ll 

Irdrino" 

e "ll Padrino parte ll" che per I'occasione sontr stati 

conrpletanrente rinrontati secondo le regole della visionc televisiva 

che non. tollera i tentpi nrorti, che vuole ntag-uiore 

ritnro, che ha bisogno di ervidenziare i proragonisti (t)c Nirtr 

prolagonista viene per esentpio anticipato) per catturarc 

continuanrente l'attenzitrne clel pubblico. Sei ore e quirrclici 

nrinuti, una nrini saga della l'anriglia ('orleorrc lirrsc troppo 

ossequiosa nei conl'ronti dell'trnore nrafiosri e poet' sicui-a 

nella condanna dell'intrallazro e della violenza crcrri a si - 

stenra di vita ("Cli l'aro un'trf'l'erta circ notr pr't ra ri Iiutarc" 

d lo slogan del vecchio Don Vitr'). 

('on tulto quest() n()r) r'oglianro concludere clre in Italia 

si dovrehbc rccli/.rare un serial televisivo sui f atti di nral'ia, 

n€ larrltrrrriirto sul gcnerale Dalla ('hiesa. Si tratta piuttt'stt, 

tli 1-.retenderc che la televisione, oltrc I'inlorntazione, si J'accia 

carico di quanto grntai il cirrenta rrtlrr riescc pir) a cgrrcreliz,z.are 

av'u'iluppato dai tanti t'ili dci nuovi ,'tclelirlri 

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bianclri". A scattso cli equivoci, t)essuna n()stalgia pcr lc il- 

Ittsioni Iteorealistichc. lte tant()nlcno per Ic prcsurrzit'rri rivolrr;uionarie 

dciia vicleocalt)crii stnlnlcnto cli inrplacabilc 

denurrcia socialc. Molto piir scnrplicenrcrrtc, c sarcbbc ytiir 

scntplice se norr ci losse ancora urra cultura inrprcgnata cli 

iclealisnto itt un paese picrre di autsri (cinentatggralici c tclevisivi) 

clrc si ol'lenclono sc chianrati prolcssionisti, un aclcguanlet)l() 

alle nrodalitd di consurrro indottc dal nrezzo tclcvisivo 

salvaguardando i livelli cli qualiti tccnica e culturalc 

c il contatto con la rcaltA (tclel'ilrtr non d: necessarianrentc 

"brutto"). 

A nrcno chc non si voglia abolire la telcvisionc. 

Ma questo d un altro discorso. O chc si prel'erisca I'etichetta 

Iialcon ('rest invecc dei tanti buoni vini di le.rra italiana. 

Giovanni Iozzia

ernllnc 991 - !ue!l!c!s I 

e{E,teue' te 

oue!,ntD 

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I'upo1s Bl' (vl.{vntr) €âd addasnrg !p orqll o^ 

-onu un auullel! alJalqll al alfnl u; aruddu (ruurlrJ 

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I) ep oJaurnu ourlrd 1u alueuuauuJodrualuo3 

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! a !^!^ I 'q;uqg u;1u rlsruo8qord ; ;11n1 uoJ BUB;I 

-rJrs a aluuorzuu plalJos Bllap !uuB.luurun$ 'ruug; 

-u1; ulpa8url apnllu u;;ap rurEuurul a; 'r88uuosrad 

-nBur rp apuEq ep esloJJJd nJ EtlrJrs el ruuu enp lad 

orusrlrpueq 

uêtu€rrlJ rs 'ef,rluuruol euorEeJ tuSo pp olurlSods a eJrlll 

-od ellep oleurtueluoJ 'elo aqJ a orSSEluu6uq Bêruetqf, 

rs ello^ eun eqJ o1lanb 

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-Etu ellep uJoJup euud 'alerpuoru erlanE epuoJes ellep 

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-ns oluJrurJasrrututsl a tJnpal tp tuorltru tp oulolu lr uoJ 

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Cultura 

dita ferocia, che terrorizzarono I'isola da un capo all'altro: 

la "banda dei niscenresi", cosidetta poichd i suoi 

affiliati erano tutti di Niscemi, autori di sedici omicidi e 

di un centinaio di rapine, la banda degli adraniti, per 

sgominare la quale fu mobilitato, alla periferia di Catania 

un intero battaglione della divisione Garibaldi che 

sostenne circa due ore di combattimento a fuoco con i 

banditi, prima di ottenere la resa; la banda Giuliano che 

resistette per anni, f'ece strage di carabinieri e agenti, che 

a Portella delle Ginestre massacrd anche donne e bambini, 

che umilio lo Stato italiano nelle sue istituzioni fino 

all'ignominia. Dal punto di vista morale, il fenomeno 

Giuliano inferse un colpo mortale dal quale la dignitd 

dello Stato non si d mai piir riscatta in Sicilia, poichd 

non si saprd mai, se fu la mafia a servirsi dello Stato italiano 

per liberarsi di Giuliano, o viceversa se fu lo Stato 

che addivenne a trattative con la mafia pur di sconfiggere 

Giuliano, o ancor pii semplicemente se la mafia si 

servi di Giuliano finche ne ebbe bisogno e poi lo abbandono 

al suo destino, anzi ne consegnd la testa ai carabinieri 

per farsi una patente di innocenza. E lo Stato accetto 

sempre supinamente questo dramma, ne fu per 

molto tempo testimone impotente e infine cinicamente 

conrplice. 

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Giuliano d stato uno dei personaggi piir emblematici 

della Sicilia in questo secolo, certamente il pii celebre 

fuorilegge del mondo, in un certo senso un personaggio 

che riassume tutti i tragici difetti del Sud italiano, compresi 

quelli che altri popoli di nrentalitd e abirudini diverse 

considerano doti e qualitd. Salvatore Giuliano era 

solo un contadino di ventitrd anni quando uccise un carabiniere 

che tentava di sequestrargli un sacco di grano 

che egli aveva sottratto all'amntasso dei cereali, allora 

obbligatorio in tutta Italia. Aveva studiato solo fino alla 

quinta elementare e sapeva appena leggere e scrivere, 

era di statura media, estremamente vigoroso e proporzionato 

nel corpo, aveva un volto quadrato con vaghe 

reminiscenze elleniche, era ingenuo e crudele, nel suo 

animo le crisi di ferocia si succedevano a quelle di generositd, 

e I'uno e I'altro sentimento egli interpretava in 

maniera assolutamente personale, massacrando una fblla 

di poveri contadini che marciavano inermi per celebrare 

la festa del lavoro, e regalando denaro poi agli orfani 

delle sue vittime. Aveva dellebizzarre velleitd letterarie 

e poetiche, scriveva poesie minuscole ed obbligava 

i suoi gregari ad impararle, scrisse anche un memoriale 

in cui narrd punto per punto le sue relazioni con gli uomini 

politici italiani, fece i nomi di coloro che lo avevano 

indotto alla strage di Portella delle Ginestre, I'identitd 

dei mafiosi che lo avevano protetto nei confronti della 

polizia, e dei funzionari che si erano fatti corrompere, 

i nomi di coloro che avrebbero voluto separare la Sicilia 

dall'ltalia illudendolo di volergli affidare il comando 

del nuovo esercito. Un memoriale che non d stato mai 

ritrovato. 

Giuliano era bello, ignorante, e feroce; era astuto 

come una belva ma la sua intelligenza non era di molto 

superiore a quella di un bambino; era romantico come 

un bambino e spesso altrettanto stupido; era coraggioso 

fino all'incredibile con un assoluto disprezzo della morte 

sua e degli altri. Ed era convinto di essere nato per 

iii 


grandi destini. Era nato da una t'antiglia di contadini in 

una povera casa di Montelepre, e sogno d'essere un 

guerriero, scrisse poesie sulla fratellanza n)a assassino 

decine di creature innocenli e t'ini sul tavolo di marnro 

dell'obitorio, ucciso a tradinrento dal suo ntigliore antico. 

Come spesso nella storia siciliana, Giuliano fu tutto 

e il contrario di tutto. 

Salvatore Ciiuliano era gid il bandito pii feroce della 

Sicilia quando, nella confusione ideale del dopogucrra, 

un gruppo di politici crearono il ntovinrcnto indipendentista 

siciliano, per distaccare il territorio dell'isola 

dal resto della nazione. Questi politici erano, per la 

maggior parte latifbndisti, eredi di f'amiglie patrizie, 

grandi proprietari, romantici prol'essori di liceo delusi 

dalla patria italiana che aveva promesso loro gloria ed 

aveva dato fame e sconfitta, astuti italo - antericani con 

le tasche piene di dollAri che speravano di creare una 

quarantanovesima stella degli USA al centro del Mediteraneo 

e che il dipartimento di Stato di Washington 

sconf'esso subito non appena nelle piazze delle grandi 

cittii siciliane la stragrande maggioranza del popolo disperse 

a bastonate i separatisti lacerandone i vessilli 

eiallo-rossi.

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-r8u'al'uanburlap un olos otuJaprsuoJ eresse rp Bepr.llep 

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Cultura 

Oiuliano si appostarono sulle alture tutt'intorno alla 

vallata dove nella nrattina del printo maggio sarebbero 

convenuti i contadini, con le loro famiglie, cla ogni parte 

della provincia, per celebrare la festa del lavoro e marciare 

quindi simbolicantente sul latifondo, in segno cli 

possesso. Venne gente con le fisarmoniche, con le bandiere, 

con i nruli ed i cavalli barclati di sonagliere. con le 

dorrrre ed i banrbini. (ili uonrini di Ciulianoiominciarono 

a sparare contentporaneanente da ogni parte delle 

alture circostanti, con i fucili e le mitragliatrici e fu una 

strage f acile e terrificante. Morirono anche le donne e i 

banrbini e tutta I'opinione pubblica clella nazione insorse 

a chiedere la testa del bandito, furono mobilitate persino 

le truppe di fanteria per rastrellare le montagne, fu 

costituito un corpo arntato speciale al cui comando fu 

posto il generale dei carabinieri I_uca. 

ll nome di Salvatore Giuliano dilago per il mondo. 

La ntafia era riuscita tragicamente a respingere per 

qualche ntese la rivolta contadina, ma ora si sentiva 

scottare fra le nrani questo struntento che grondava sangue 

da tutte le parti, che invocava interviste con i giornalisti 

stranieri, che diceva d'aver scritto mentoriali per 

trascinare tutti insieme i suoi contplici, in un'unica fossa. 

Il separatismo era crollato oramai, era riuscito acl 

eleggere tre soli deputati in Parlantento, lo Stato aveva 

riconosciuto alla Sicilia il diritto all'autonomia amministrativa, 

la lotta politica s'era conclusa con una sconfitta, 

e tuttavia restava fra i piedi quest,uomo inutile oramai, 

nricidiale come una belva allevata in gabbia, questo 

eroe superfluo che tutti chiamavano bandito. La 

guerra era finita e dentro la tasca della mafia restava 

questa bomba con la spoletta a z.ero. 

Lo sfruttamento e la eliminazione c.li Salvatore Giuliano 

debbono essere considerati uno dei capolavori tecnici 

della nrafia. Prima la nrafia si servi cli lui per creare 

il mito di un esercito che non esisteva, poi pit semplicenrente 

per salvare il latifondo dalla invasione dei contadini; 

infine, quando non servi pid a niente, lo uccise. 

Anzi lo fece uccidere dall'uonro che gli era pii amico e 

pii devoto, da Gaspare Pisciotta e, poiche il ciclo clella 

inrpunitd mafiosa fosse completa, fece uccidere anche 

Pisciotta. Protagonisti, vittinre, assassini e sicari, tutti 

dentro la tomba, soil.o due palmi buoni cli terra con tutti 

i loro segreti, con tutte le cose che avevano visto o sentito. 

Salvatore Giuliano fu ucciso nella casa dell'avvocato 

De Maria a Castelvetrano: (iaspare Pisciotta gli spard 

una revolverata all'orecchio mentre dormiva e ouindi 

chiamd icarabinieri che avevano circondato I'editicio; il 

corpo seminudo del bandito fu trascinato in nrezzo al 

cortile e un capitano gli sparo contro una ralfica di nritra 

affinchd potesse apparire che era stato ucciso in 

combattimento. Quella fotografia ntacabra fu stampata 

da tutti i giornali del mondo. Gaspare Pisciotta fu ucciso 

un anno dopo, nel carcere dell'Ucciardone di Palermo, 

dove era detenuto in attesa del processo rl'aprpello, 

dopo la condanna al'ergastolo inflittagli dalle Assise di 

Viterbo. Aveva promesso clanrorose rivelazioni ai giudici, 

sui nrandanti tle ll'uccisione di Giuliano: lo freddarono 

con un'arrrra insolita nella tecnologia nrafiosa, con 

una laz,l,ina di cafie e arsenico. 

O 

I Siciliani - 159

I Siciliani . 160 

I Siciliani 

rivista mensile 

edita dalla cooperativa Radar 

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Finito di stampare presso 

il cenlro litotipografico Radar 

nel dicernbre 1982 

I Siciliani 

Direttore Giuseppe Fava 

Redazione: 

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Nello Pappalardo 

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Collaboratori: 

Giacomo Leone 

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Segretario di redazione: 

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Progetto grafico: 

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Realizzazione grafica: 

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O rgznizzazione Tec nica : 

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Fotoriproduzione: 

Salvo Magri 

Bruno Pelligra 

Le foto di 

questo numero: 

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