20.06.2013 Views

IPOVISIONE imp n. 7/febbraio02 - prima pagina

IPOVISIONE imp n. 7/febbraio02 - prima pagina

IPOVISIONE imp n. 7/febbraio02 - prima pagina

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

▲ ▲<br />

Recuperare la visione<br />

attraverso microchips<br />

La riabilitazione visiva<br />

del bambino ipovedente<br />

▲ ▲<br />

N° 7 • Febbraio 2002<br />

Un nuovo farmaco<br />

apre la speranza per una cura<br />

Famiglia:<br />

sostegno e supporto<br />

LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY


A.R.I.S.<br />

Associazione dei<br />

Retinopatici ed<br />

Ipovedenti Siciliani<br />

Presidente: Rocco Di Lorenzo<br />

Vice Presidente: Antonino Masacarella<br />

Low Vision Academy<br />

Presidente: Prof. Renato Meduri,<br />

Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftamologia<br />

dell’Università di Bologna - Ospedale S. Orsola<br />

Comitato Scientifico Ipovisione:<br />

Prof. Rosario Brancato<br />

Direttore della Clinica Oculistica Ospedale S. Raffaele di Milano<br />

Prof. Francesco Carta<br />

Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Sassari<br />

Prof. Luciano Cerulli<br />

Direttore della Clinica Oculistica dell’Università “Tor Vergata” di Roma<br />

Prof. Adolfo Sebastiani<br />

Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Ferrara<br />

Prof. Giorgio Tassinari<br />

Primario della Clinica Oculistica dell’Università di Bologna<br />

Ospedale Maggiore<br />

Iscritto nel registro dei periodici del<br />

Tribunale di Palermo con decreto N° 19<br />

del 20/25 - 7-2000<br />

Editore: Associazione Retinopatici Ipovedenti Siciliani<br />

Redazione c/o ARIS: Via Principe di Belmonte, 11 - 90139 Palermo<br />

Tel. 091584395<br />

Direttore responsabile: Rocco Di Lorenzo<br />

Redattori: Mariano Lombardi, Dario Matranga, Monica Monaco<br />

Hanno collaborato: M. Bongi, G. Cardinale, N. Fantozzi, M. Monaco,<br />

N. Pescosolido, K-Ruther, C. Scroccarello, E. Zrenner<br />

Fotocomposizione e stampa: Fabiano srl - Reg. S. Giovanni 2 - Canelli (AT)<br />

Tel. 0141 822557 - Fax 0141 822669 - E-mail: nicole@fabianogroup.com


SOMMARIO<br />

5 Editoriale<br />

8 Recuperare la visione attraverso<br />

microchips<br />

10 Genetica delle discromatopsie<br />

15 La riabilitazione visiva del bambino<br />

ipovedente<br />

20 Ozonoterapia ed occhio<br />

24 I dati di 800 pazienti RP presentati<br />

alla SOI<br />

28 Spinacio: microcircuito per la<br />

visione<br />

30 Un nuovo farmaco apre la<br />

speranza per una cura<br />

32 Distribuzione dei farmaci: cavalli di<br />

Troia<br />

34 Ministero della Sanità: ricorso al<br />

TAR Lazio/AIOrAO<br />

36 Famiglia: sostegno e supporto<br />

40 Il turismo e i disabili visivi<br />

42 La sardina e il pescecane<br />

44 News<br />

3


A.R.I.S.<br />

Associazione dei Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani<br />

www.ipovisione.org<br />

Con la collaborazione scientifica di<br />

Low Vision Academy<br />

logo


EDITORIALE<br />

<strong>IPOVISIONE</strong>:<br />

DA PALERMO<br />

UNA NUOVA<br />

STRADA<br />

ROCCO DI LORENZO<br />

PRESIDENTE A.R.I.S.<br />

Il terzo Congresso Nazionale<br />

di Low Vision Academy sull’Ipovisione<br />

nelle malattie eredo-degenerative<br />

retiniche, organizzato<br />

a Palermo il 16 e 17<br />

febbraio del 2002, è un incontro<br />

scientifico e informativo di grande<br />

<strong>imp</strong>ortanza per la realtà<br />

medico oculistica dell’isola ed<br />

in particolare per tutti gli operatori<br />

del settore: oculisti, ottici,<br />

ortottisti, optometristi, e per le<br />

associazioni di pazienti.<br />

Da molti anni Palermo – ma<br />

potrei direi la Sicilia – non ospitava<br />

un evento di portata nazionale<br />

dove i nomi più prestigiosi<br />

dell’oculistica italiana – dall’ambiente<br />

universitario a quello<br />

ospedaliero e privato –<br />

potessero informare e aggior-<br />

5<br />

nare sulle ultime novità nell’ambito<br />

della ricerca scientifica,<br />

sulle tecniche chirurgiche<br />

d’avanguardia e sull’utilizzo di<br />

nuovi ausili e farmaci.<br />

Ciò che ci inorgoglisce ancora<br />

di più è che l’A.R.I.S. (Associazione<br />

dei retinopatici e ipovedenti<br />

siciliani), da sempre<br />

<strong>imp</strong>egnata in <strong>prima</strong> linea nel<br />

mondo dell’ipovisione, ha avuto<br />

l’onore d’essere stata incaricata,<br />

dalla Low Vision Academy,<br />

dell’organizzazione del congresso<br />

d’intesa con la Clinica<br />

Oculistica di Palermo (che ha<br />

la Presidenza del Congresso) e<br />

con la Fabiano Editore che ha<br />

creato una rete di collaborazioni<br />

con le aziende produttrici di<br />

ausili e le case farmaceutiche.


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Il terzo Congresso Nazionale di<br />

Low Vision Academy risponde<br />

alla domanda d’aggiornamento<br />

e formazione che il sud manifesta<br />

da anni. La presenza di<br />

numerosi relatori italiani e stranieri,<br />

operanti nei diversi settori<br />

del mondo dell’ipovisione,<br />

creano uno spazio d’incontro<br />

che vuole mettere a fuoco i<br />

diversi aspetti che connotano<br />

la disabilità visiva, attraverso<br />

un approccio integrato, multidisciplinare.<br />

Questo numero della rivista dà<br />

risalto agli interventi di relatori<br />

che trattano delle più <strong>imp</strong>ortanti<br />

patologie retiniche. Il periodico<br />

– di cui ho l’onore di essere<br />

direttore responsabile – si conferma<br />

così uno strumento<br />

<strong>imp</strong>ortante sia per gli addetti ai<br />

lavori sia per i pazienti ipovedenti,<br />

che – è bene ricordarlo –<br />

in Italia sono più di un milione<br />

e necessitano di un interesse<br />

spesso non all’altezza della<br />

gravità del problema.<br />

Nella continua ricerca dell’assetto<br />

organizzativo migliore e<br />

di ulteriori spazi di utenza nel<br />

panorama editoriale specialistico<br />

italiano, Ipovisione si trasfor-<br />

6<br />

ma da un punto di vista grafico<br />

e strutturale: l’<strong>imp</strong>aginazione, i<br />

caratteri large print, i contrasti<br />

e i colori rappresentano un’<strong>imp</strong>ortante<br />

prova di attenzione<br />

nei confronti degli ipovedenti,<br />

dei pazienti affetti da degenerazione<br />

maculare e da retinite<br />

che potranno ancora – e speriamo<br />

meglio che in passato –<br />

usufruire di uno spazio informativo<br />

dedicato.<br />

Ma c’è di più per loro.<br />

Alla fine del Congresso si costituirà<br />

infatti una Federazione<br />

rappresentativa di tutti gli operatori<br />

del settore e delle associazioni<br />

di pazienti, precedentemente<br />

annunciata dal prof. R.<br />

Meduri all’ultimo Congresso<br />

SOI di Roma, per mettere fine<br />

alle divisioni e al proliferare<br />

delle società mediche e delle<br />

associazioni di ipovisione.<br />

La costituenda federazione<br />

vuole superare la frammentazione<br />

e la dannosa confusione<br />

dell’associazionismo, diventando<br />

così un riferimento omogeneo<br />

e organico di fronte al<br />

Ministero della Salute oltre che<br />

uno strumento di sensibilizzazione<br />

più efficace.


SOFT


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

RECUPERARE<br />

LA VISIONE<br />

ATTRAVERSO<br />

MICROCHIPS<br />

TRATTO DA<br />

FOUNDATION FIGHTING BLINDNESS<br />

Diversi ricercatori stanno<br />

lavorando su alcune protesi<br />

ad alta tecnologia che<br />

possono essere inserite chirurgicamente<br />

nel cervello o<br />

nella retina per recuperare<br />

parzialmente la vista persa.<br />

Sebbene altamente sperimentali,<br />

un giorno questi sistemi<br />

potrebbero permettere<br />

il recupero della visione, dando<br />

alla gente la libertà di<br />

camminare senza l’aiuto di<br />

un bastone o di un cane.<br />

Impianti sottoretinici<br />

La Optobionics, una compagnia<br />

privata con sede a<br />

Chicago, è stata la <strong>prima</strong> ad<br />

iniziare trials clinici per valu-<br />

8<br />

tare l’efficacia negli uomini<br />

del loro sistema ASR (Retina<br />

artificiale al silicone). Impiantata<br />

sotto la retina, l’ASR rappresenta<br />

un esempio di <strong>imp</strong>ianto<br />

sub-retinico.<br />

L’ASR contiene all’incirca<br />

3500 microscopiche cellule<br />

solari che ricevono e trasmettono<br />

luce. Esso è completamente<br />

autonomo e riceve<br />

energia interamente dalla<br />

luce che entra nell’occhio,<br />

senza bisogno di telecamere<br />

esterne, fili o altri sistemi di<br />

potenziamento per ottenere<br />

un’immagine. Altri studiosi in<br />

Germania stanno lavorando<br />

su un <strong>imp</strong>ianto sub-retinico<br />

con un sistema di potenzia-


mento che amplifica il segnale<br />

elettronico del microchip.<br />

Impianti epiretinici<br />

Altri gruppi stanno facendo<br />

ricerche su sistemi noti come<br />

<strong>imp</strong>ianti epiretinici, essendo<br />

posizionati sulla superficie<br />

retinica. Tali dispositivi ricevono<br />

segnali da una telecamera<br />

montata su un paio d’occhiali.<br />

Questi segnali sono<br />

quindi amplificati da un particolare<br />

strumento. Gli <strong>imp</strong>ianti<br />

epiretinici devono essere fissati<br />

sulla superficie retinica<br />

per poter restare in situ. A tal<br />

proposito diversi ricercatori<br />

stanno valutando la sicurezza<br />

e l’efficacia di fissatori chirurgici<br />

e sostanze adesive.<br />

Essendo tutti questi sistemi<br />

piuttosto complessi, devono<br />

ancora essere effettuati studi<br />

pre-clinici per accertarsi che<br />

essi possano essere <strong>imp</strong>iantati<br />

con sicurezza negli uomini.<br />

Attualmente la Fondazione<br />

sostiene due gruppi di ricerca<br />

su <strong>imp</strong>ianti epiretinici: i dottori<br />

Eugene De Juan e Mark<br />

Humayun della University of<br />

9<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Southern California e i D.ri<br />

Joseph Rizzo e John Wyatt<br />

dell’Harvard Medical School e<br />

del Massachusetts Institute of<br />

Technology rispettivamente.<br />

Impianti corticali<br />

Il Dr. Richard Normann, un<br />

ricercatore dell’University of<br />

Utah, e altri ricercatori dell’Illinois<br />

Institute of Tecnology<br />

stanno lavorando su alcuni<br />

sistemi di <strong>imp</strong>ianti corticali<br />

che oltrepassano la retina<br />

danneggiata per trasmettere<br />

le immagini direttamente<br />

sulla corteccia visiva del cervello.<br />

Questi sistemi devono<br />

essere <strong>imp</strong>iantati profondamente<br />

all’interno della cor-


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

teccia visiva per raggiungere<br />

i neuroni che processano le<br />

informazioni visive.<br />

Attualmente i ricercatori si<br />

stanno <strong>imp</strong>egnando nello sviluppare<br />

tecniche chirurgiche al<br />

fine di raggiungere con sicurezza<br />

la corteccia visiva.<br />

Secondo la loro complessità,<br />

alcuni di questi sistemi sperimentali<br />

raggiungeranno <strong>prima</strong><br />

di tanti altri la fase 1 per studiare<br />

la sicurezza sull’uomo.<br />

Una volta cominciati i trials<br />

clinici, i ricercatori potranno<br />

valutare la sicurezza e l’efficacia<br />

di questi sistemi nelle<br />

condizioni di tutti i giorni. <br />

10<br />

▲<br />

GENETICA<br />

DELLE<br />

DISCROMATOPSIE<br />

A CURA DI<br />

LUCIA SCOROLLI,<br />

SERGIO ZACCARIA SCALINCI<br />

RAFFAELLA RICCI<br />

VINCENZO DELLA VALLE<br />

Il fenomeno del colore è<br />

analizzabile sotto molteplici<br />

profili: fisico, biologico,<br />

genetico, percettivo e psicologico.<br />

Le proprietà cromatiche<br />

degli oggetti dipendono<br />

dalla risposta degli elettroni<br />

alle radiazioni elettromagnetiche.<br />

La sensibilità della retina<br />

ai colori è legata alla presenza,<br />

a livello maculare, di 3 differenti<br />

popolazioni di coni,<br />

ciascuna sensibile ad un<br />

colore fondamentale:<br />

a) coni aventi nel loro segmento<br />

esterno pigmenti fotosensibili<br />

al verde,<br />

b) coni con pigmento sensibile<br />

al rosso,


c) coni con pigmento sensibile<br />

al blu.<br />

A livello retinico il segnale è<br />

elaborato, non solo tradotto.<br />

Successive codificazioni avvengono<br />

infatti a livello delle<br />

cellule bipolari (modificazione<br />

della modulazione di frequenza)<br />

e cellule ganglionari.<br />

L’elaborazione cromatica avviene<br />

infine in aree specifiche<br />

corticali: V1, V3 e V4.<br />

Nell’ambito delle patologie<br />

acquisite, lesioni a questi<br />

livelli possono provocare alterazioni<br />

diverse della percezione<br />

cromatica. Le forme<br />

congenite, invece, sono correlate<br />

solo ed esclusivamente<br />

ad un’alterata programmazione<br />

genetica dei 3 tipi di<br />

fotorecettori ed in particolare<br />

a specifici pigmenti fotosensibili<br />

(colpita 1 persona ogni<br />

33.000 nella acromatopsia).<br />

Oggi sono parzialmente note<br />

le sequenze genetiche che<br />

possono portare alle anomalie<br />

cromatiche come mutazioni<br />

che coinvolgono geni che<br />

codificano per i pigmenti dei<br />

coni.<br />

11<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Gli studi genetici cominciarono<br />

dall’osservazione che i<br />

difetti nella discriminazione<br />

del rosso e del verde sono<br />

più comuni nei maschi che<br />

nelle femmine, lasciando intuire<br />

che i geni responsabili<br />

dell’anomalia sono localizzati<br />

sul cromosoma X (del sesso).<br />

Il razionale di tali studi fu<br />

che i pigmenti dei coni e dei<br />

bastoncelli (rodopsina) possano<br />

essersi evoluti da un<br />

unico pigmento visivo ancestrale<br />

e per cui i geni attuali<br />

possiedono alcune sequenze<br />

simili di basi nucleotidiche.<br />

Fu isolato il gene per la rodopsina<br />

bovina ed utilizzato<br />

come sonda per identificare i<br />

geni umani per la rodopsina<br />

e per i pigmenti dei coni.<br />

Con tecniche di ibridazione si<br />

è cercato dap<strong>prima</strong> un segmento<br />

di DNA umano quanto<br />

più possibile complementare<br />

alla sonda di rodopsina bovina.<br />

Nel nostro caso il filamento<br />

dei gene della rodopsina<br />

bovina si legava fortemente<br />

solo ad un segmento<br />

di Dna umano (che analisi


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

successive riconobbero come<br />

il gene che codifica per la<br />

rodopsina). La sonda tuttavia,<br />

si legava anche, sia pure più<br />

debolmente, ad altri 3 segmenti<br />

di DNA, verosimilmente<br />

codificanti per i pigmenti<br />

dei coni. Per dimostrare che i<br />

3 segmenti di DNA a cui si<br />

legava la sonda fossero i geni<br />

per i 3 pigmenti dei coni, si<br />

cercarono -e trovarono- a<br />

livello retinico gli RNA messaggeri<br />

corrispondenti ai<br />

DNA ibridati. Il successo di<br />

tale indagine fu accompagnato<br />

dalla localizzazione<br />

cromosomica di tali geni.<br />

Infatti i geni che codificano<br />

per i fotopigmenti rosso e<br />

verde si trovano nella regione<br />

dei cromosoma X, confermando<br />

l’osservazione iniziale<br />

di una maggiore incidenza<br />

nel sesso maschile. ll gene<br />

che codifica per il pigmento<br />

sensibile al blu, si trova invece<br />

sul cromosoma 7, una<br />

scoperta coerente con la<br />

nozione che la visione anomala<br />

dei blu è determinata<br />

da un autosoma.<br />

12<br />

La determinazione delle sequenze<br />

nucleotidiche rivelò<br />

"regioni codificanti" omologhe<br />

a quelle dei geni per la<br />

rodopsina umana e bovina.<br />

L’analisi delle sequenze aminoacidiche<br />

delle proteine<br />

codificate mostrò inoltre che<br />

il 40% di ciascuna catena<br />

proteica era identico alla<br />

sequenza della rodopsina. La<br />

notevole omologia esistente<br />

tra il gene per la rodopsina e<br />

i tre geni per i pigmenti sensibili<br />

ai colori convalida l’ipotesi<br />

iniziale che tutti e 4 i geni<br />

si siano in realtà evoluti dallo<br />

stesso progenitore. Il 4° gene<br />

si sarebbe sdoppiato dal 3°,<br />

più recentemente, dando origine<br />

ad un gene per il pigmento<br />

sensibile al rosso e a<br />

uno per il pigmento sensibile<br />

al verde. Lo sdoppiamento è<br />

abbastanza recente per il<br />

grado di omologia elevato: il<br />

98% dei loro DNA è infatti<br />

identico.<br />

Studi che hanno preso in<br />

considerazione i geni per i<br />

pigmenti visivi isolati dal cromosoma<br />

X di persone con


visione dei colori normale,<br />

hanno mostrato che il gene<br />

per il pigmento sensibile al<br />

rosso era sempre presente in<br />

una singola copia, mentre<br />

l’altro gene, che codifica per il<br />

pigmento sensibile al verde,<br />

era presente in una, due o tre<br />

copie. In realtà si è visto che<br />

tali geni sono disposti "a tandem",<br />

in una sequenza continua<br />

lungo il cromosoma X e<br />

proprio tale disposizione li<br />

rende più suscettibili a variazioni<br />

nel corso della meiosi<br />

(ricombinazione omologa<br />

ineguale). Durante tale processo<br />

infatti cromosomi omologhi<br />

si appaiono e si ricombinano,<br />

ovvero scambiano<br />

segmenti. Normalmente lo<br />

scambio avviene in modo<br />

che nessun cromosoma<br />

acquisti o perda geni, ma talvolta<br />

2 segmenti altamente<br />

omologhi possono ricombinarsi<br />

in modo errato. Tale<br />

processo di ricombinazione<br />

omologa ineguale dà luogo<br />

alle varie configurazioni dei<br />

geni per i pigmenti sensibili al<br />

verde. Alla ricombinazione<br />

13<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

omologa ineguale va ascritta<br />

non solo la variazione nel<br />

numero di geni per i pigmenti<br />

sensibili al verde in individui<br />

con una visione normale dei<br />

colori, ma anche la stragrande<br />

maggioranza dei difetti<br />

nella discriminazione del<br />

rosso e del verde. La maggior<br />

parte dei soggetti deuteranopi<br />

(che mancano dei recettore<br />

per il verde) hanno perso,<br />

durante la ricombinazione<br />

omologa, i geni per i pigmenti<br />

sensibili al verde. Tuttavia in<br />

alcuni di questi soggetti il<br />

gene per tale pigmento è rim-<br />

suggerire x<br />

eventuale foto


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

piazzato da un gene ibrido,<br />

risultato di una ricombinazione<br />

in cui una parte del gene<br />

normale per il pigmento sensibile<br />

al verde si è scambiato<br />

con una parte del gene per il<br />

pigmento sensibile al rosso.<br />

Perchè il gene ibrido non produce<br />

un recettore funzionale<br />

per il verde?<br />

a) Le sequenze di DNA all’inizio<br />

dei geni ibridi o normali<br />

determinano il tipo di cellula<br />

in cui il gene sarà attivo.<br />

b) Le sequenze più lontane<br />

determinano il tipo di pigmento<br />

prodotto.<br />

c) Per cui, in presenza di un<br />

gene ibrido, possiamo produrre<br />

un pigmento sensibile<br />

al rosso in cellule che normalmente<br />

dovrebbero diventare<br />

coni per il verde.<br />

Fenotipicamente pertanto i<br />

geni ibridi codificano per proteine<br />

con alterazione funzionale<br />

da sensibilità spettrale<br />

anomala. Esistono alterazioni<br />

genetiche che si esprimono<br />

con la morte precoce delle<br />

cellule o con alterazioni<br />

metaboliche che portano a<br />

14<br />

fatti degenerativi. In taluni<br />

casi è possibile compensare<br />

un’anomalia genetica con fattori<br />

extragenetici, quali ad<br />

esempio fattori di crescita o<br />

integrazioni enzimatiche diverse.<br />

Nel caso delle discromatopsie<br />

non è possibile<br />

compensare una carenza di<br />

programmazione se non<br />

inserendo il gene giusto, in<br />

quanto si tratta di carenza di<br />

sintesi da parte di cellule<br />

sostanzialmente sane.<br />

L’estinzione della patologia<br />

può essere ottenuta solo con<br />

manipolazione genetica. In<br />

ogni caso le ricerche attuali<br />

sono volte alla realizzazione<br />

di sussidi elettrici che permettano<br />

di codificare lo stimolo<br />

luminoso secondo le<br />

frequenze dello stimolo cromatico<br />

che potrebbe essere<br />

se non la risoluzione, un vantaggio<br />

notevole, capace di<br />

ridurre l’ipovedenza anche di<br />

oltre la metà e che consentirebbe<br />

una vita di relazione<br />

normale o comunque un utilizzo<br />

più producente degli<br />

ausili per ipovedenza.


▲<br />

LA<br />

RIABILITAZIONE<br />

VISIVA DEL<br />

BAMBINO<br />

IPOVEDENTE<br />

A CURA DI<br />

MARIO BROGGINI<br />

Molte sono le patologie<br />

dell’occhio e delle vie<br />

ottiche che determinano una<br />

alterazione irreversibile della<br />

funzione visiva.<br />

Il soggetto con minorazione<br />

visiva viene considerato cieco<br />

o ipovedente in base all’acuità<br />

visiva ottenibile per lontano<br />

dopo correzioni di eventuali<br />

ametropie. La cecità è<br />

definita dall’Organizzazione<br />

Mondiale per la Sanità come<br />

la mancanza di visione o di<br />

una visione significativamente<br />

utilizzabile; I’ipovisione è<br />

invece quella condizione che<br />

si trova tra la cecità e la normovisione<br />

e che comporta<br />

spesso l’esistenza di una dis-<br />

15<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

abilità e di un handicap visivo<br />

pur con la conservazione di<br />

una visione residua significativamente<br />

utilizzabile.<br />

Il soggetto ipovedente non<br />

può comportarsi come un<br />

cieco, come d’altra parte, non<br />

può agire come un normovedente<br />

dato che sono molte le<br />

difficoltà operative e relazionali<br />

che deve affrontare, un<br />

visus di 0.3 o un campo visivo<br />

di soli 60° (limiti superiori per<br />

I’ipovisione secondo I’O.M.S.)


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

possono già comportare dei<br />

problemi nello svolgimento di<br />

numerose attività di base.<br />

Dobbiamo inoltre considerare<br />

che una notevole parte delle<br />

menomazioni visive sono di<br />

origine congenita e in questo<br />

caso la problematica è ancora<br />

più vasta e complessa perchè<br />

il deficit sensoriale interferisce<br />

negativamente sull’intero<br />

sviluppo maturativo dell’individuo.<br />

Un alterato sviluppo<br />

della funzione visiva comporta<br />

infatti un mancato sviluppo<br />

delle coordinazioni senso-motorie,<br />

un’alterata rappresentazione<br />

della realtà e<br />

tutta una serie di problemi<br />

neuropsicologici che rendono<br />

ancora più invalidante la<br />

minorazione visiva che ne sta<br />

all’origine.<br />

È quindi fondamentale utilizzare<br />

nel miglior modo possibile<br />

il residuo visivo del soggetto<br />

ipovedente. L’<strong>imp</strong>iego<br />

del residuo visivo nel paziente<br />

ipovedente attraverso un<br />

trattamento riabilitativo è iniziato<br />

più di 25 anni fa nei<br />

Paesi Scandinavi e negli Stati<br />

16<br />

Uniti d’America, in Italia solo<br />

di recente si sono realizzate<br />

delle iniziative per realizzare<br />

con la riabilitazione visiva<br />

l’apprendimento delle strategie<br />

di utilizzo del residuo visivo<br />

con l’<strong>imp</strong>iego di vari sussidi<br />

e ausili visivi con il corretto<br />

movimento degli occhi e della<br />

testa che in un armonico atteggiamento<br />

posturale consentano<br />

il miglioramento della<br />

capacità visiva.<br />

L’intervento riabilitativo nel<br />

soggetto ipovedente deve<br />

avere per scopo il miglioramento<br />

quantitativo e qualitativo<br />

della visione residua per<br />

poter realizzare le condizioni<br />

ottimali per l’integrazione sociale<br />

dell’individuo ed il conseguimento<br />

di pari opportunità<br />

con i normovedenti.<br />

La percezione visiva è la<br />

risultante di due livelli funzionali<br />

strettamente connessi fra<br />

loro: un livello <strong>prima</strong>rio che<br />

comprende le funzioni più<br />

strettamente connesse all’organo<br />

di senso che riceve ed<br />

elabora le componenti fisiche<br />

dello stimolo sensoriale.


Questo livello comprende l’analisi<br />

delle caratteristiche <strong>prima</strong>rie<br />

dello stimolo: dimensione,<br />

posizione, luminosità e<br />

contrasto; come pure la motilità<br />

oculare riflessa: riflessi pupillari,<br />

accomodazione, vergenze,<br />

interazioni oculo-vestibolari.<br />

Il livello secondario è costituito<br />

dalla integrazione funzionale<br />

di numerose attività nervose<br />

superiori: attenzione,<br />

memoria, strategie di analisi<br />

sintesi ed il linguaggio. Questo<br />

livello comporta la ricerca<br />

attiva ed intenzionale di informazioni<br />

visive come pure la<br />

possibilità di elaborarle come<br />

17<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

elementi di conoscenza.<br />

I due livelli sono tra loro interdipendenti<br />

nel senso che i<br />

processi del livello <strong>prima</strong>rio<br />

sono indispensabili per la percezione,<br />

mentre quelli di livello<br />

secondario sono altrettanto<br />

indispensabili affinchè la percezione<br />

risulti funzionalmente<br />

utile. Quando è presente una<br />

minorazione visiva congenita<br />

o ad insorgenza precoce il<br />

mancato sviluppo del livello<br />

<strong>prima</strong>rio altera l’organizzazione<br />

del livello secondario e<br />

quindi l’organizzazione delle<br />

funzioni superiori.<br />

Le strutture visive del neonato<br />

presentano caratteristiche<br />

diverse da quelle dell’adulto<br />

sia dal punto di vista anatomo-istologico<br />

che funzionale.<br />

A livello retinico i campi recettivi<br />

delle cellule gangliari sono<br />

più ampi e con scarso antagonismo<br />

tra parte centrale e<br />

periferica, i fotorecettori foveali<br />

sono dispersi in una zona<br />

molto ampia e sono dotati di<br />

assoni più corti. Il corpo genicolato<br />

laterale è più piccolo e<br />

meno organizzato. l neuroni


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

della corteccia visiva sono di<br />

circa 90.000 unità per mm 2<br />

nel neonato a termine, di<br />

40.000 al quarto mese e, nell’adulto,<br />

35.000 unità.<br />

Nelle prime settimane di vita<br />

si ha un aumento delle connessioni<br />

sinaptiche ed una<br />

successiva riduzione e riorganizzazione<br />

delle reti interneuroniche.<br />

In questa fase<br />

l’esperienza visiva stabilizza i<br />

circuiti sinaptici ad elaborare<br />

l’informazione secondo particolari<br />

schemi.<br />

Un altro dato <strong>imp</strong>ortante è<br />

che le connessioni tra la corteccia<br />

e strutture sottocorticali<br />

non sono già efficienti<br />

alla nascita, ma vanno costituendosi<br />

nelle prime settimane<br />

di vita extrauterina. Le<br />

competenze visive del neonato<br />

si limitano alla possibilità<br />

di percepire gli stimoli in<br />

modo indistinto e di reagire ai<br />

movimenti registrati dalla retina<br />

periferica. Dal 1° mese di<br />

vita con la creazione di connessioni<br />

tra corpo genicolato<br />

laterale e corteccia striata la<br />

fovea aumenta il proprio potere<br />

di risoluzione in rapporto<br />

18<br />

alla retina periferica. Si sviluppa<br />

quindi la possibilità di<br />

discriminare i dettagli dello<br />

stimolo e di ricercarli attivamente<br />

attraverso i movimenti<br />

oculari per la maturazione di<br />

connessioni tra corteccia e<br />

collicolo superiore.<br />

Si creano in questo modo le<br />

premesse funzionali dell’attività<br />

gnosica, con il riconoscimento<br />

dello stimolo e dell’attività<br />

prassica per I’oculomotricità<br />

intenzionale e organizzata.<br />

Questa è fondamentale<br />

per l’apprendimento delle<br />

caratteristiche spaziali di uno<br />

stimolo ed è collegata con<br />

l’organizzazione delle funzioni<br />

prassiche e con il costituirsi<br />

degli schemi motori sequenziali<br />

e finalizzati.<br />

Il dato sensoriale può quindi<br />

giungere ad aree specifiche<br />

della corteccia visiva deputate<br />

al riconoscimento dello stimolo<br />

e passare quindi alle<br />

aree di associazione temporo-parieto-occipitalirealizzando<br />

la sintesi simultanea delle<br />

afferenze provenienti dai<br />

diversi analizzatori sensoriali.<br />

Dopo questo livello l’informa-


zione può essere può essere<br />

sottoposta a processo di<br />

codificazione detto sintesi<br />

simbolica, che costituisce la<br />

base del linguaggio verbale.<br />

L’afferenza visiva è promozionale<br />

per lo svolgimento di<br />

tutto questo processo ed in<br />

particolare è in stretto rapporto<br />

con lo sviluppo di alcune<br />

funzioni neuropsicologiche<br />

quali l’attenzione, la<br />

memoria, le strategie di analisi-sintesi<br />

che sono essenziali<br />

premesse per l’apprendimento.<br />

Il neonato ha una soglia elevata<br />

di recettività e possiede<br />

solo una attenzione diffusa<br />

che consiste nel riflesso di<br />

orientamento verso una stimolazione<br />

che supera il valore<br />

soglia; è però molto <strong>imp</strong>ortante<br />

si sviluppi l’attenzione selettiva<br />

che è quella che consente<br />

di selezionare uno stimolo fra<br />

tanti o un singolo aspetto dello<br />

stimolo considerato.<br />

La possibilità di ispezione<br />

foveale è un presupposto<br />

indispensabile per acquisire<br />

la capacità di mantenere l’attenzione<br />

selettiva anche se<br />

19<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

questa viene poi successivamente<br />

applicata a qualunque<br />

altro processo de acquisizione<br />

dell’informazione.<br />

Un’altra funzione neuropsicologica<br />

che risulta compromessa<br />

nel bambino ipovedente<br />

è la memoria. Nel bambino<br />

la memoria iconica ha<br />

un ruolo fondamentale perchè<br />

trattiene per alcuni istanti<br />

l’intera informazione percettiva<br />

per elaborarla e trasferirla<br />

alla memoria a breve e<br />

lungo termine. Se l’informazione<br />

iconica è parziale o<br />

frammentaria si ha una maggiore<br />

difficoltà nel trasferimento<br />

dell’informazione.<br />

Per quanto riguarda la capacità<br />

di adottare strategie di<br />

analisi-sintesi bisogna considerare<br />

che la possibilità di<br />

percepire contemporaneamente<br />

sia i dettagli che l’insieme<br />

di una determinata<br />

struttura condiziona anche la<br />

possibilità di acquisire una<br />

percezione analitico-sintetica<br />

delle parti e del tutto il cui<br />

risultato è l’attribuzione di un<br />

significato allo stimolo che<br />

viene presentato. Queste mo-


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

dalità percettive facilitano e<br />

configurano la formazione di<br />

schemi che interessano l’attività<br />

mentale.<br />

In base a queste considerazioni<br />

si comprende come le<br />

alterazioni visive precoci del<br />

bambino si possono tradurre,<br />

nel corso dello sviluppo, in<br />

una patologia delle funzioni<br />

superiori. Un adeguato esame<br />

clinico deve valutare accanto<br />

alle caratteristiche della<br />

patologia oculare, al grado di<br />

compromissione funzionale e<br />

all’entità del residuo visivo, le<br />

strategie funzionali adottate<br />

dal singolo paziente.<br />

È quindi <strong>imp</strong>ortante che l’intervento<br />

di riabilitazione visiva<br />

finalizzata alle varie attività<br />

superiori, preceduto da un<br />

intervallo di riabilitazione neuropsicovisiva<br />

tra 0 e 4 anni,<br />

consideri l’attuazione in età<br />

prescolare e scolare di un<br />

programma riabilitativo personalizzato<br />

e basato su di un<br />

approccio ed un confronto<br />

interdisciplinare che qualifichi<br />

i rapporti tra la visione e le<br />

altre attività funzionali. <br />

20<br />

▲<br />

OZONOTERAPIA<br />

ED OCCHIO<br />

A CURA DI<br />

DANIELE MORREALE<br />

L<br />

’Ozono (O3), altra forma<br />

instabile dell’ossigeno<br />

(O2), è uno dei componenti<br />

gassosi minori dell’atmosfera<br />

terrestre. Esso si forma in<br />

natura nella stratosfera per<br />

azione delle radiazioni ultraviolette<br />

sull’ossigeno.<br />

È di colore blu, è più solubile<br />

nell’acqua (circa il doppio<br />

dell’O2) e presenta un odore<br />

caratteristico di fieno o trifoglio<br />

tagliato.<br />

Per le sue azioni ossidanti ne<br />

è stato proposto l’utilizzo in<br />

medicina per la sua cura di<br />

affezioni neurologiche, oculari,<br />

vascolari, reumatologiche,<br />

odontostomatologiche, dermatologiche<br />

e del sistema<br />

immunitario.<br />

L’Ozono medicale può essere<br />

somministrato per via sottocutanea,<br />

intramuscolare, in-


traarticolare, endovenosa, intradiscale<br />

e per via rettale,<br />

ma non per via inalatoria per<br />

la sua azione tossica ed irritante<br />

nei riguardi delle mucose<br />

dell’apparato respiratorio.<br />

Non può essere somministrato,<br />

inoltre, nei soggetti con<br />

turbe piastriniche, tireopatiche<br />

e nelle donne in gravidanza<br />

per possibili effetti collaterali.<br />

In oculistica la via preferenziale<br />

di somministrazione è<br />

quella endovenosa, attraverso<br />

la reifusione di sangue del<br />

paziente precedentemente<br />

prelevato e fatto interagire<br />

con una miscela di Ossigeno–Ozono<br />

per circa 20–30<br />

minuti. In particolare, è utilizzato<br />

nella cura di infezioni<br />

congiutivali, di cheratiti ed<br />

ulcere corneali resistenti alla<br />

terapia medica tradizionale.<br />

Nell’ultimo decennio, inoltre,<br />

è stato proposto nel post–<br />

operatorio del distacco retinico<br />

e per il trattamento delle<br />

maculopatie retiniche e della<br />

retina pigmentosa.<br />

In quest’ultima affezione si<br />

21<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

avrebbe un accumulo abnorme<br />

di dischi di materiale lipoproteico<br />

presenti nel segmento<br />

esterno <strong>prima</strong> dei<br />

bastoncelli e nelle fasi avanzate<br />

anche dei coni.<br />

Tali accumuli ostacolano la<br />

diffusione tra l’epitelio neurosensoriale<br />

e l’epitelio pigmentato<br />

retinico ed il circolo<br />

coroidale con conseguente<br />

degenerazione del neuroepitelio<br />

per sofferenza ipossica.<br />

L’azione dell’Ozono si baserebbe,<br />

pertanto, sul suo effetto<br />

ossidante tramite la formazione<br />

di idroperossidi, che<br />

scatenano apparentemente<br />

paradossale effetto a cascata<br />

anti–ossidante.<br />

Si ha, infatti, un aumento di<br />

produzione degli enzimi Catalasi,<br />

Glutation perossidasi,<br />

Glutation reduttasi che catalizzano<br />

la demolizione di<br />

H 2O 2; dell’enzima Superossido<br />

Dismutasi che elimina l’anione<br />

superossido O 2- (prodotto<br />

di riduzione parziale<br />

dell’Ossigeno); e dell’enzima<br />

G 6P deidrogenasi che partecipa<br />

al Ciclo dei Pentoso


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Fosfati con produzione del<br />

NADPH.<br />

Aumentando la concentrazione<br />

di quest’ultimo, si promuove<br />

il metabolismo aerobico<br />

del glucosio con produzione<br />

di ATP, necessario per il funzionamento<br />

della pompa<br />

Na/K, <strong>imp</strong>ortante per il mantenimento<br />

del gradiente di<br />

questi cationi entro e fuori l’eritrocita,<br />

e di 2,3 Difosfoglicerato<br />

(2,3 DPG), necessario<br />

per il rilascio dell’O 2<br />

dall’emoglobina. Il NADPH,<br />

inoltre, viene utilizzato nel<br />

globulo rosso anche per la<br />

riduzione del Glutatione.<br />

In conclusione l’Ozono determinerebbe<br />

una migliore ossigenazione<br />

dei tessuti aumentando<br />

la deformabilità della<br />

membrana eritrocitaria con<br />

conseguente diminuzione<br />

della viscosità ematica e permetterebbe<br />

un più rapido rilascio<br />

di O 2 ai tessuti oculari,<br />

tramite le variazioni di concentrazione<br />

intraeritrocitaria<br />

di 2,3 DPG.<br />

22<br />

Come si ricava dalla poca<br />

lettura, tuttavia, nonostante<br />

la validità dei presupposti<br />

teorici, i risultati dell’ozono –<br />

terapia sono ancora controversi.<br />

Infatti, mentre la scuola<br />

cubana e quella italiana di<br />

Bologna riportano dati soddisfacenti,<br />

specie in associazione<br />

al trattamento chirurgico<br />

ed elettrostimolante nella<br />

retinite pigmentosa, quella<br />

americana non ha riscontrato<br />

variazioni statisticamente<br />

significative nei soggetti trattati.<br />

In particolare invariate sarebbero<br />

rimaste l’ampiezza<br />

delle onde dell’ERG e quella<br />

delle aree di visione dei<br />

campi visivi.<br />

Una così marcata differenza<br />

di valutazione, <strong>imp</strong>one per un<br />

corretto e definitivo giudizio<br />

di estendere la ricerca su un<br />

campione più numeroso, così<br />

come proposto da autori polacchi<br />

che su una casistica<br />

limitata hanno riportato risultati<br />

incoraggianti.


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

I DATI DI<br />

800 PAZIENTI RP<br />

PRESENTATI<br />

ALLA SOI<br />

A CURA DI<br />

CHIARA PIERROTTET<br />

In occasione del Congresso<br />

annuale della SOI APIMO,<br />

tenutosi a Roma nel novembre<br />

2001, sono stati esposti i<br />

risultati di uno studio relativo<br />

ad una vasta popolazione di<br />

pazienti affetti da Retinite<br />

Pigmentosa, condotto presso<br />

il Centro di Riferimento per lo<br />

studio delle degenerazioni<br />

retiniche ereditarie della Clinica<br />

Oculistica Universitaria<br />

dell’Ospedale San Paolo di<br />

Milano, diretta dal Prof. Nicola<br />

Orzalesi.<br />

Sono stati presi in esame<br />

869 pazienti consecutivi che<br />

sono stati esaminati a partire<br />

dal 1988 presso il Centro di<br />

Riferimento. Tutti i pazienti<br />

sono stati sottoposti al proto-<br />

24<br />

collo diagnostico promosso<br />

dal Comitato Scientifico della<br />

FIARP. Oltre ad uno studio di<br />

tipo trasversale, per la classificazione<br />

delle diverse forme<br />

patologiche e una valutazione<br />

delle caratteristiche funzionali<br />

dei pazienti, è stato<br />

effettuato uno studio di tipo<br />

longitudinale, per la valutazione<br />

del decorso della malattia<br />

nel tempo. Infatti una<br />

più completa informazione<br />

sui tempi di deterioramento<br />

delle funzioni visive nella<br />

Retinite Pigmentosa è indispensabile<br />

per:<br />

identificare il fenotipo dei<br />

pazienti, cioè riconoscere l’aspetto<br />

morfologico di ogni<br />

individuo, riguardo a caratteri<br />

determinati geneticamente.<br />

Questo aspetto è di fondamentale<br />

<strong>imp</strong>ortanza perché<br />

con il termine generico di<br />

Retinite Pigmentosa si etichettano<br />

casi di degenerazione<br />

retinica diversi per modalità<br />

di trasmissione ereditaria,<br />

compromissione della popolazione<br />

dei fotorecettori della<br />

retina, epoca di insorgenza e


progressione, complicanze e<br />

forse risposta ai trattamenti<br />

terapeutici;<br />

esprimere una prognosi<br />

visiva, per aiutare i pazienti a<br />

organizzare meglio la propria<br />

vita (studio, lavoro, valutazione<br />

del rischio di trasmissione<br />

della malattia alla prole, etc.);<br />

stabilire le possibilità riabilitative<br />

per migliorare la qualità<br />

della vita dei pazienti;<br />

definire protocolli terapeutici<br />

per la Retinite Pigmentosa,<br />

cioè stabilire i criteri per valutare<br />

gli effetti di un trattamento<br />

terapeutico. Nella pratica<br />

medica moderna i trial clinici<br />

condotti secondo metodiche<br />

standard sono irrinunciabili.<br />

Questo elemento è fondamentale,<br />

dato il rischio, per<br />

malattie come la Retinite<br />

Pigmentosa in cui il decorso<br />

della malattia può variare<br />

molto da soggetto a soggetto<br />

e vi sono le ben note fluttuazioni<br />

delle funzioni visive, di<br />

errori valutativi. Inoltre non si<br />

può attribuire la stazionarietà<br />

del quadro clinico all’efficacia<br />

di un trattamento se non si<br />

conosce la storia naturale<br />

25<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

della malattia (molti casi di<br />

RP sono stabili, in assenza di<br />

terapia!).<br />

Alcuni tra i più affermati studi<br />

sul decorso della RP parlano<br />

di una riduzione dell’acutezza<br />

visiva pari all’1-2 % per<br />

anno. Grover ha evidenziato<br />

che la percentuale di pazienti<br />

affetti da Retinite Pigmentosa<br />

con una condizione di<br />

cecità legale è pari al 20% e<br />

che il 43% dei pazienti di età<br />

superiore ai 60 anni conserva<br />

una acutezza visiva di<br />

almeno 5/10. Differenti risultano<br />

i risultati relativi al deterioramento<br />

del campo visivo,<br />

che presenta un peggioramento<br />

del 4-12% per anno a<br />

seconda degli studi, confermando<br />

come in questa patologia<br />

l’aspetto più rapidamente<br />

compromesso è l’autonomia<br />

di mobilità ed orientamento<br />

della persona.<br />

Nel nostro studio sono stati<br />

esaminati 869 soggetti affetti<br />

da RP in forma <strong>prima</strong>ria o<br />

sindromica su un totale di<br />

934 pazienti con diversi quadri<br />

di degenerazione retinica<br />

di tipo eredofamiliare.


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Dall’analisi delle curve di sopravvivenza<br />

(una delle metodiche<br />

più frequentemente<br />

usate in epidemiologia per<br />

misurare gli esiti delle malattie)<br />

è risultato che dopo 8<br />

anni di follow-up il 45% circa<br />

dei pazienti non presenta un<br />

peggioramento dell’acutezza<br />

visiva e che le forme <strong>prima</strong>rie<br />

(RP non accompagnata da<br />

compromissione di altri organi<br />

o apparati) e le forme sindromiche<br />

si comportano in<br />

modo simile. È stato confermato<br />

che le forme di RP<br />

Cone/Rod (Retinite Pigmentosa<br />

coni/bastoncelli) presentano<br />

una più rapida compromissione<br />

della acutezza visiva<br />

e che le forme di RP legata<br />

al sesso (X-linked) hanno<br />

una prognosi più sfavorevole<br />

rispetto alle altre, seguite<br />

dalle forme autosomiche recessive.<br />

Le forme autosomiche<br />

dominanti presentano<br />

una riduzione della acutezza<br />

visiva più lenta come anche i<br />

casi definiti sporadici (quelli in<br />

cui vi è un solo soggetto affetto<br />

in tutto l’ambito familiare).<br />

Per quanto riguarda il campo<br />

26<br />

visivo le curve di sopravvivenza<br />

indicano che dopo 12<br />

anni di osservazione il 40%<br />

dei pazienti non ha avuto un<br />

peggioramento clinicamente<br />

rilevante e che le forme<br />

Rod/Cone (bastoncelli/coni)<br />

sono tendenzialmente più<br />

stabili delle forne Cone/Rod.<br />

Un altro elemento da mettere<br />

in evidenza è la possibilità di<br />

un diverso livello di compromissione<br />

nei due occhi,<br />

aspetto poco conosciuto ma<br />

clinicamente rilevante. Infatti<br />

nonostante la RP sia una<br />

patologia bilaterale (la percentuale<br />

di forme monolaterali<br />

è molta bassa) è stata<br />

riscontrata una differenza tra<br />

i due occhi dell’acutezza visiva<br />

in circa il 40% dei casi e<br />

del campo visivo nel 12%.<br />

Infine merita di essere sottolineato<br />

che il 54% dei pazienti<br />

con una durata della malattia<br />

di almeno 40 anni conserva<br />

una acutezza visiva di<br />

almeno 1/10 e che l’84% ha<br />

un campo visivo residuo di<br />

almeno 10 gradi, con la possibilità<br />

in alcuni casi di un<br />

percorso riabilitativo.


Concessionaria per la Sicilia<br />

di strumenti oftalmici per la diagnostica<br />

e la chirurgia, lenti intraoculari e disposable<br />

Assistenza tecnica<br />

biomed s.a.s. Uffici ed assistenza tecnica:<br />

Via A. Telesino 15 - 90135 PALERMO<br />

Tel. +39 091 6760361 - Fax +39 091 407763<br />

www.biomedsas.com - E-mail: info@biomedsas.com<br />

OPHTHALMOLOGY IN PROGRESS<br />

Ing. Nunzio La Ferlita<br />

Progetto PC-VOX Futura (S o S Informatica)<br />

Via Moretto da Brescia 27 - 20133 MILANO (Italy)<br />

Tel./Fax +39 02 70001188 - Cellulare: +39 348 8720485<br />

E-mail: nlafe@pc-vox.com - http://www.pc-vox.com


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

SPINACIO:<br />

MICROCIRCUITO<br />

PER LA VISIONE<br />

A CURA DI HOGLUND<br />

IRicercatori spesso guardano<br />

alla natura per prendere<br />

ispirazione nel risolvere i problemi<br />

scientifici complessi.<br />

Il Dott. Elias Greenbaum e<br />

colleghi del Department of<br />

Energy’s Oak Ridge National<br />

Laboratories hanno studiato<br />

la fotosintesi nella pianta di<br />

spinacio per superare le sfide<br />

del design nello sviluppo di<br />

una retina artificiale per i<br />

pazienti con perdita grave<br />

della visione da degenerazione<br />

della retina.<br />

Come cellule fotorecettrici<br />

nella retina, le piante catturano<br />

la luce e la convertono in<br />

un segnale elettrico. Benchè<br />

lo spinacio infine usi la luce<br />

per sintetizzare gli zuccheri,<br />

gli scienziati di Oak Ridge<br />

pensano che un complesso<br />

28<br />

di proteine coinvolto nella<br />

fotosintesi, comunemente noto<br />

come Photosystem 1, può<br />

essere anche utile nel modellare<br />

una retina prostetica capace<br />

di lavorare la luce e<br />

creare una visione utile.<br />

Greenbaum e i suoi collegi<br />

collaborano con un ricercatore<br />

della Foundation-funded, il<br />

Dott. Mark Humayun del<br />

Doheny Eye Institute, University<br />

of Southern California<br />

Medical School.<br />

Photosystem 1 genera tensione<br />

elettrica dopo essere<br />

stato esposto ai raggi della<br />

luce.<br />

Per individuare questo pro-<br />

Occhio sinistro


cesso naturale nel laboratorio,<br />

il Dott. Greenbaum ed i<br />

suoi collegi hanno determinato<br />

che queste proteine sono<br />

capaci di produrre fino a un<br />

volt di energia elettrica.<br />

Altro lavoro è stato necessario<br />

per determinare se la tensione<br />

elettrica prodotta da<br />

Photosystem 1 può essere<br />

usata per incentivare la rete<br />

di cellule del nervo nella retina<br />

che riceve segnali dalle<br />

cellule fotorecettrici e le invia<br />

al nervo ottico.<br />

In aggiunta al test su Photosystem<br />

1 per la sua attività<br />

elettrica, la squadra del Dott.<br />

Greenbaum sviluppa un me-<br />

Occhio destro<br />

29<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

todo per consegnare il complesso<br />

proteinico all’occhio<br />

usando cellule bio-pianificate<br />

specialmente disegnate.<br />

Benchè molto teoretico nel<br />

concetto, Photosystem 1<br />

potrebbe essere utile perchè<br />

crea ed emette segnali elettrici<br />

prodotti da una retina<br />

artificiale.<br />

Un tale approccio biologico<br />

potrebbe superare le complicazioni<br />

associate al tradizionale<br />

potere elettronico.<br />

La maggior parte dei congegni<br />

elettronici forniscono calore<br />

generando maggiore<br />

abilità.<br />

La costante esposizione al<br />

calore potrebbe danneggiare<br />

le cellule sane del nervo che<br />

ripetono le immagini al nervo<br />

ottico, con ciò si nega il beneficio<br />

intenzionale di una retina<br />

artificiale.<br />

Questi ed altri grattacapi, una<br />

volta superati, potrebbero un<br />

giorno portare un’intera nuova<br />

svolta medica basata su<br />

uno dei più vecchi e fondamentali<br />

processi biochimichi<br />

del pianeta.


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

UN NUOVO<br />

FARMACO APRE<br />

LA SPERANZA<br />

PER UNA CURA<br />

TRATTO DA<br />

ARCOBALENO (ANNO VI, N. 23)<br />

Un’équipe della irlandese<br />

UCC diretta dal Prof. Tom<br />

Cotter, capo del Dipartimento<br />

di biochimica, ha iniziato<br />

quattro anni fa delle ricerche<br />

sulle distrofie retiniche che<br />

hanno condotto a un medicamento<br />

prototipo, in ambiente<br />

di laboratorio, dimostratosi<br />

efficace nel combattere la<br />

morte prematura delle cellule<br />

della retina.<br />

La fase successive è stata la<br />

sperimentazione su dei topi<br />

e il farmaco ha <strong>imp</strong>edito la<br />

cecità laddove sarebbe altrimenti<br />

intervenuta.<br />

Il Professor Cotter (detentore<br />

dell’onorificenza Boyle Iris<br />

Times/RDS), ha riferito i risultati<br />

di questa ricerca il 13<br />

30<br />

novembre scorso, durante la<br />

“Settimana della Scienza Irlandese”,<br />

dichiarando che il<br />

farmaco offre un enorme<br />

potenziale risolutivo nelle distrofie<br />

retiniche e manifestando<br />

la speranza che esso rappresenti<br />

la soluzione per la<br />

cura della malattia.<br />

“Abbiamo dimostrato in provetta<br />

– ha detto l’illustre ricercatore<br />

– che si può <strong>imp</strong>edire<br />

la perdita delle cellule<br />

retiniche e abbiamo continuato<br />

con successo ad attestare<br />

che il farmaco prototipo<br />

è efficace anche al livello<br />

animale. Il passo sarà la produzione<br />

di analoghi del farmaco,<br />

per poi iniziare gli<br />

esperimenti clinici per accertare<br />

se quanto è stato scoperto<br />

ha la stessa efficacia<br />

quando somministrato agli<br />

esseri umani”.<br />

Ci vorranno probabilmente tre<br />

anni <strong>prima</strong> che comincino le<br />

sperimentazioni, ma già alcune<br />

industrie farmaceutiche<br />

hanno dimostrato interesse<br />

per il nuovo farmaco, ha aggiunto<br />

il Professor Cotter.


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

DISTRIBUZIONE<br />

DEI FARMACI:<br />

CAVALLI DI TROIA<br />

A CURA DI<br />

GERARD J. CHADER<br />

Ricercatori della fondazione<br />

hanno individuato diversi<br />

farmaci promettenti che<br />

riducono notevolmente la<br />

riduzione visiva in modelli<br />

animali con degenerazione<br />

retinica. Tuttavia, essendo la<br />

retina protetta dal flusso sanguigno,<br />

i tradizionali metodi di<br />

diffusione dei farmaci, come<br />

pillole o iniezioni, non possono<br />

raggiungere i siti affetti. La<br />

Fondazione, nell’ambito del<br />

suo Programma di Terapia<br />

Medica, collabora con altre<br />

compagnie che si occupano<br />

di biotecnologia al fine di sviluppare<br />

e sperimentare nuovi<br />

sistemi di trasporto dei farmaci,<br />

che, come i cavalli di<br />

Troia, possano oltrepassare<br />

le difese retiniche e agire su<br />

queste patologie.<br />

32<br />

La Neurotech, una piccola<br />

compagnia biotecnologica,<br />

ha sviluppato un sistema di<br />

trasporto di farmaci <strong>imp</strong>iantabile<br />

chiamato ECT (terapia<br />

cellulare incapsulata). Il sistema<br />

ECT è caratterizzato<br />

dalla presenza di sottili capsule<br />

porose contenenti cellule<br />

modificate geneticamente.<br />

Grazie ad un’esclusiva collaborazione,<br />

la Fondazione e la<br />

Neurotech hanno scoperto<br />

che il sistema ECT, contenente<br />

cellule che producono<br />

un fattore di sopravvivenza<br />

detto fattore neurotrofico ciliare<br />

(CNTF), riduceva la perdita<br />

visiva in modelli animali.<br />

Più recentemente membri del<br />

comitato scientifico della<br />

Fondazione si sono incontrati<br />

con la Neurotech per offrire<br />

aiuto a questa compagnia nel<br />

preparare una richiesta alla<br />

FDA (Food and<br />

Drug Administration)


per iniziare sperimentazioni<br />

cliniche.<br />

Anche la Control Delivery<br />

Systems (CDS) ha sviluppato<br />

un sistema <strong>imp</strong>iantabile che<br />

permette un rilascio controllato<br />

di farmaci alla retina. Più<br />

piccolo di una punta di matita,<br />

il sistema Envision TD<br />

viene <strong>imp</strong>iantato nel vitreo,<br />

un l<strong>imp</strong>ido fluido gelatinoso<br />

interno all’occhio. Tale sistema<br />

ricopre il farmaco dentro<br />

una serie di strati permeabili<br />

che permettono al farmaco di<br />

diffondere lentamente nella<br />

retina. La CDS spera, con<br />

questo sistema, di iniziare<br />

trials clinici per il trattamento<br />

di diverse malattie oculari.<br />

La Oculex Pharmaceuticals<br />

ha realizzato un sistema di<br />

trasporto di farmaco <strong>imp</strong>iantabile<br />

e biodegradabile (BDD)<br />

per un lento rilascio di farmaci<br />

nel trattamento di<br />

patologie oculari.<br />

33<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

La Fondazione e la Oculex<br />

stanno finanziando insieme<br />

un progetto di ricerca per<br />

testare in laboratorio il sistema<br />

BDD con uno steroide al<br />

fine di prevenire le complicazioni<br />

immunitarie dopo trapianto<br />

di cellule retiniche.<br />

La IOMED ha prodotto il<br />

sistema OcuPhor, che usa<br />

dosi molto basse di corrente<br />

elettrica per diffondere farmaci<br />

all’occhio. Questo sistema<br />

contiene un elettrodo collegato<br />

ad un sistema di controllo<br />

di dosaggio di farmaco<br />

alimentato da una batteria.<br />

Posto sotto la palpebra inferiore,<br />

l’elettrodo trasmette<br />

piccoli <strong>imp</strong>ulsi elettrici che<br />

permettono la diffusione del<br />

farmaco alla retina. Il sistema<br />

OcuPhor non necessita di<br />

alcun tipo di chirurgia invasiva<br />

per posizionare il dispositivo<br />

o diffondere il farmaco.<br />

Tutti questi cavalli di Troia dei<br />

nostri giorni potrebbero rompere<br />

le barriere dei trials clinici,<br />

permettendoci di sperimentare<br />

diversi farmaci promettenti.


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

Ministero della Sanità<br />

Dipartimento della Prevenzione - Ufficio I<br />

Prot. N.400 1/1.3.AG.6 - Cont. 815/1273<br />

RELAZIONE ALL’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO<br />

Oggetto:<br />

Ricorso al TAR Lazio<br />

p\AIOrAO<br />

c\ Ministero della sanità per<br />

il DM 18.12.97 (Ct 14394/98-397)<br />

Premesse di fatto<br />

La legge 28 Agosto 1997<br />

n.284 ha disposto all’art.1 di<br />

destinare uno stanziamento<br />

annuo di £. 6.000 milioni alle<br />

iniziative per la prevenzione<br />

della cecità e per la realizzazione<br />

e la gestione di centri<br />

per l’educazione e la riabilitazione<br />

visiva.<br />

L’art. 2 comma 2 della legge<br />

di cui sopra rinvia, ad un<br />

decreto del ministero della<br />

sanità, la determinazione dei<br />

criteri di dipartizione delle<br />

predette somme nonché dei<br />

requisiti organizzativi, struttu-<br />

▲<br />

34<br />

rali e funzionali dei centri di<br />

cui al comma 1 dello stesso<br />

articolo. Il decreto di cui sopra<br />

è stato emanato dal Ministero<br />

della sanità in data 18/12/97.<br />

Tra le figure professionali di<br />

base previste dal decreto di<br />

cui trattasi si riscontra la presenza<br />

del profilo professionale<br />

dell’operatore della riabilitazione<br />

visiva. Con ricorso al<br />

TAR l’associazione ortottisti<br />

assistenti in oftalmologia ha<br />

<strong>imp</strong>ugnato il decreto de quo<br />

chiedendone l’annullamento,<br />

previa sospensione perché<br />

illeggittimo.<br />

A sostegno dell’<strong>imp</strong>ugnativa<br />

la ricorrente deduce:<br />

1. Qualificazione dell’interesse<br />

da tutelare. Legittimazione<br />

al ricorso. “Associazione<br />

ricorrente e leggittimata<br />

a ricorrere per la difesa


dell’interesse afferente l’intera<br />

categoria rappresentata”.<br />

2.Violazione della legge 284.<br />

La legge 284/97 stabilisce<br />

“che l’<strong>imp</strong>ugnato provvedimento<br />

doveva essere emanato<br />

entro 60 giorni dall’entrata<br />

in vigore della stessa<br />

legge, ciò non è avvenuto”.<br />

3. Eccesso di potere. “Il decreto<br />

soggetto a gravame, ha<br />

previsto una figura professionale<br />

– quella dell’operatore di<br />

riabilitazione visiva – non<br />

prevista dalle vigenti disposizioni<br />

governative”.<br />

Ciò premesso questo Ministero<br />

osserva che non è<br />

35<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

infondato l’assunto attoreo<br />

circa illeggittimità, inesistenza<br />

della figura professionale dell’operatore<br />

di riabilitazione<br />

visiva prevista dal decreto<br />

gravato. L’Amministrazione in<br />

effetti in sede di elaborazione<br />

della stesura definitiva del<br />

DM ha inserito erroneamente<br />

la figura dell’operatore di<br />

riabilitazione visiva, che non è<br />

altro che una diversa definizione<br />

dell’ortottista assistente<br />

in oftalmologia, figura per<br />

altro presente nel decreto di<br />

cui trattasi. In realtà la scrivente<br />

Amministrazione sta<br />

elaborando delle modifiche al<br />

decreto, eliminando dalle<br />

figure professionali di base”<br />

quella dell’operatore di riabilitazione<br />

visiva. Tanto premesso<br />

si rimettono tali valutazioni<br />

al prudente apprezzamento<br />

ed esame di codesta Avvocatura<br />

Generale e si resta<br />

a disposizione per eventuali,<br />

ulteriori, adempimenti.<br />

Il Dirigente<br />

Dott. Fabrizio Oleari<br />

Il Funzionario Responsabile<br />

Dott. Francesco Castellano


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

FAMIGLIA:<br />

SOSTEGNO E<br />

SUPPORTO<br />

A CURA DI<br />

FRENDA ADRIANA<br />

GRAMAGNOLO ALBA<br />

La famiglia, nucleo ideoaffettivo<br />

di significazione<br />

simbolica, che accoglie e<br />

permette lo sviluppo affettivo<br />

e socio-relazionale del bambino,<br />

è un indispensabile elemento<br />

formativo per un corretto<br />

sviluppo del piccolo.<br />

Il bambino non può sopravvivere<br />

deprivato dall’affetto e<br />

dalle cure genitoriali.<br />

Già nel concepimento mentale<br />

dei genitori, il bambino è<br />

una potenzialità intrinseca<br />

per la coppia. La nascita<br />

segna un momento di maturazione<br />

per i genitori che si<br />

responsabilizzano ulteriormente.<br />

Come affermano molti studiosi,<br />

l’accudimento è la pri-<br />

36<br />

ma forma di relazione che i<br />

genitori intrattengono con il<br />

bambino, attraverso questo<br />

l’infante trova gli stimoli adeguati<br />

per il suo armonico sviluppo<br />

fisico e mentale.<br />

La nascita di un figlio con<br />

disabilità è un evento che<br />

inevitabilmente altera l’equilibrio<br />

relazionale della famiglia.<br />

I genitori si fanno carico<br />

della disabilità del figlio, cercando<br />

di elaborare l’evento e<br />

riequilibrare l’intero sistema<br />

familiari.<br />

Il vissuto emotivo, che accompagna<br />

la coppia genitoriale,<br />

non sempre consente<br />

una tale elaborazione, facilitando,<br />

anzi, l’istaurarsi di un<br />

processo di colpevolizzazione<br />

che rende ancor più precarie<br />

le dinamiche familiare.<br />

Le reazioni emotive sono più<br />

complesse quando le patologie<br />

eredo-degenerative, come<br />

la Retinite Pigmentosa, si<br />

manifestano nel corso degli<br />

anni.<br />

La perdita parziale o totale<br />

della vista, attraverso un processo<br />

graduale, cambia radi-


calmente le abitudini e lo stile<br />

di vita della persona, creando<br />

un senso di incertezza e di<br />

inadeguatezza. Il raggiungimento<br />

della consapevolezza<br />

e dell’accettazione di questa<br />

nuova condizione di vita comporta<br />

un percorso lungo e<br />

travagliato, dove la famiglia<br />

assolve un ruolo di sostegno<br />

e supporto, per garantire<br />

quell’aiuto indispensabile in<br />

una fase così delicata.<br />

Gli atteggiamenti “aggressivi”,<br />

che accompagnano il vis-<br />

37<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

suto emotivo dei familiari<br />

sono, spesso, caratterizzati<br />

da un accanimento verso la<br />

patologia. Non bisogna però<br />

dimenticare che la Retinite<br />

Pigmentosa, in quanto malattia<br />

eredo-degenerativa, non è<br />

guaribile, per cui i familiari<br />

ingaggiano una lotta senza<br />

fine per contrastare una<br />

malattia non risolvibile.<br />

La famiglia è, invece, la principale<br />

risorsa per il soggetto<br />

con bisogni “speciali”, con<br />

esigenze “diverse”; i familiari,<br />

tutti, dovrebbero spostare le<br />

proprie energie verso la comprensione,<br />

il sostegno, evitando<br />

l’autoisolamento dell’ipovedente,<br />

per promuovere e<br />

raggiungere una migliore<br />

qualità della vita.<br />

Al momento della diagnosi la<br />

famiglia vive un momento di<br />

profondo sconforto e disorientamento,immediatamente<br />

seguito dalle fasi che<br />

caratterizzano un percorso<br />

difficile.<br />

Fasi come negazione, rabbia,<br />

depressione, consapevolezza<br />

e accettazione, descritte


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

da Elisabeth Kubler Ross,<br />

possono spesso condurre i<br />

familiari verso quel fenomeno<br />

denominato doctor shopping,<br />

che comporta la ricerca ossessiva<br />

di specialisti che<br />

smentiscano la diagnosi precedente.<br />

Un fenomeno, questo,<br />

che scema nel tempo,<br />

così da consentire all’intero<br />

sistema familiare di accettare<br />

l’evento, metabolizzarlo, ristabilendo<br />

l’equilibrio interno.<br />

La famiglia può sentirsi im-<br />

38<br />

possibilitata nel trovare soluzioni<br />

utili, ma non deve per<br />

questo scoraggiarsi, fissandosi<br />

nella fase depressiva;<br />

anzi può chiedere un aiuto<br />

esterno senza sentirsi squalificata<br />

nel proprio ruolo.<br />

Per l’ipovedente, la famiglia<br />

rappresenta un insostituibile<br />

nodo affettivo e relazionale,<br />

senza il quale gli sarebbe<br />

<strong>imp</strong>ossibile la rielaborazione<br />

ideoaffettiva della propria disabilità.


LACE


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

IL TURISMO<br />

E I DISABILI<br />

A CURA DI MARCO BONCI<br />

Proseguendo nella tradizione<br />

di pubblicare periodicamente<br />

agili opuscoli divulgativi<br />

finalizzati ad approfondire<br />

vari aspetti pratici connessi<br />

alla disabilità visiva, l’associazione<br />

A.P.R.I. ha scelto quest’anno<br />

di affrontare il rapporto<br />

fra l’handicap sensoriale<br />

visivo ed il settore turistico.<br />

È nato così il volumetto di<br />

Marco Bongi intitolato: ”CI<br />

VADO AD OCCHI CHIUSI:<br />

consigli e suggerimenti pratici<br />

per un corretto approccio<br />

alla disabilità visiva nel settore<br />

turistico”. L’opera si rivolge<br />

principalmente agli operatori<br />

che si occupano di organizzare<br />

viaggi e vacanze: agenzie<br />

di viaggi, tour operators,<br />

guide turistiche, albergatori,<br />

animatori, accompagnatori di<br />

comitive, aziende di promozione<br />

turistica ecc. A tutti<br />

40<br />

questi professionisti, ma anche<br />

a chiunque si trovi a<br />

vario titolo ad operare a stretto<br />

contatto con disabili visivi,<br />

si vorrebbe far comprendere<br />

che, se correttamente <strong>imp</strong>ostata,<br />

anche la dimensione<br />

culturale e ricreativa del<br />

mondo che gira attorno alle<br />

vacanze, può essere resa<br />

accessibile a chi non vede o<br />

vede male.<br />

L’opuscolo ha 64 pagine ed è<br />

corredato dalle vignette realizzate<br />

da una disegnatrice<br />

ipovedente, Ornella Valle.<br />

Esso è stato in parte finanziato<br />

dalla Regione Piemonte<br />

ed è stato pubblicato, con i<br />

due volumetti precedenti,<br />

dalla casa editrice “Elena<br />

Morea” che pubblica anche il<br />

mensile locale “La PRECOL-<br />

LINA” a cui collaborano molti<br />

esponenti dell’A.P.R.I. Ecco,<br />

scorrendo rapidamente l’indice<br />

del libretto, quali sono i<br />

principali argomenti trattati al<br />

suo interno:<br />

come progettare una vacanza<br />

per disabili visivi;<br />

come accompagnare i ciechi;


come aiutare i ciechi in<br />

hotels, ristoranti ed ospedali;<br />

in treno e in aereo;<br />

al cinema e al teatro;<br />

come guidare una esplorazione<br />

tattile;<br />

come descrivere ambienti,<br />

pitture ed edifici;<br />

e se ci fosse anche il cane<br />

guida?<br />

come aiutare un disabile<br />

della vista e dell’udito.<br />

Tutti gli argomenti sono trattati<br />

in modo semplice ed accessibile<br />

anche ai non addetti ai<br />

lavori. Questo è infatti il<br />

segreto del successo di tutti<br />

gli opuscoli fino ad oggi realizzati<br />

dalla nostra associazione.<br />

Un’altra carta vincente va<br />

inoltre individuata nel lavoro<br />

41<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

di gruppo portato avanti, accanto<br />

a Marco Bongi, da molti<br />

altri non vedenti ed ipovedenti.<br />

A queste realizzazioni infatti,<br />

oltre alla già citata Ornella<br />

Valle, hanno collaborato anche<br />

Angelo Costantino Sartoris,<br />

disabile visivo ed uditivo<br />

ed Emanuele Ferrarese, non<br />

vedente con notevole esperienza<br />

di viaggi.<br />

Chiunque fosse interessato a<br />

ricevere GRATUITAMENTE il<br />

nuovo opuscolo, può richiederlo<br />

telefonando o scrivendo<br />

all’associazione A.P.R.I., Via<br />

Generale dalla Chiesa 20/26,<br />

10070 Mappano di Caselle<br />

(Torino).<br />

Recapiti telefonici: 011/9969263<br />

oppure 011/6648636. <br />

SETTIMANA PER FAMIGLIE DI BAMBINI CON PROBLEMI DI VISTA<br />

Trento, Villa S. Ignazio, dal 7 al 14 luglio 2002<br />

La Settimana Estiva inizierà domenica 7 luglio, alle ore 17,00 e terminerà<br />

domenica 14 luglio, alle ore 11,00.<br />

Si faranno le seguenti attività: osservazioni musico-terapeudiche e<br />

psicomotorie, orientamento e mobilità, gruppo genitori, attività<br />

scoutistica, ecc. Sabato mattina, 13 luglio, sarà dedicato allo Judo<br />

per ragazzi/e non vedenti.<br />

Le famiglie dei bambini SORDOCIECHI possono scegliere di partecipare<br />

o alla settimana per Audiolesi o a quella per Videolesi. Possono<br />

anche partecipare ad entrambe le settimane.


▲<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

LA SARDINA<br />

E IL PESCECANE<br />

Ai saccenti, ai<br />

supponenti, ai gradassi<br />

e, in generale, a coloro<br />

che sono solo sardine<br />

ma si sentono pescecani<br />

A CURA DI MARIA PIRROTTA<br />

Viveva un tempo nel mare<br />

una piccola sardina, argentea<br />

e snella.<br />

I suoi riflessi irradiavano<br />

splendore di ghiaccio tutt’intorno,<br />

e tutti gli abitanti sottomarini<br />

intuivano la sua presenza<br />

non appena vedevano<br />

baluginare l’acqua.<br />

Piccola e magrissima, la sardina<br />

sgusciava tra carcasse<br />

di navi affondate, rottami<br />

arrugginiti e pesci ormai vecchi<br />

e poco agili. Nuota e<br />

rinuota, un giorno trovò uno<br />

spiazzo mai visto sul fondo<br />

del mare, ed un pescecane<br />

42<br />

che stava lì, come a guardia<br />

delle spugne e dei coralli che<br />

in quel posto abbondavano.<br />

“Buon giorno, signor pescecane!”<br />

squillò la piccola.<br />

“Buon giorno a te, piccolina!<br />

Come mai da queste parti?”.<br />

“Passavo… ma lei è solo.<br />

Come fa?”.<br />

“Sono abituato a stare in<br />

compagnia dei miei pensieri,<br />

belli o brutti che siano. E poi,<br />

sei sola anche tu, no?”.<br />

“No, signor pescecane. Io mi<br />

muovo, incontro altri pesci,<br />

piccoli come me o grandi<br />

come lei, sguscio tra le reti e<br />

tra le mani di colori che cercano<br />

di afferrarmi, nuoto per i<br />

fondali e quando c’è bassa<br />

marea affioro… non l’avrei<br />

mai conosciuta, se non avessi<br />

amato esplorare nuove<br />

strade!”.<br />

Il pescecane rispose: “Se a te<br />

piace questo tipo di vita fa<br />

pure, pulce. Io amo quest’acqua<br />

tranquilla, che è sempre<br />

uguale e sempre diverso, fare<br />

piccole sortite per vedere<br />

cosa c’è e tornare al mio<br />

posto, sapere dove metto le


pinne, aspettare che i pesci –<br />

o le sardine, come te – mi<br />

vengano incontro e mi sfamino…”.<br />

Non aveva finito di enumerare<br />

i vantaggi dello star fermi,<br />

quando il suo muso si contrasse<br />

in un’espressione di<br />

dolore.<br />

“Ahi… la mia ernia” disse.<br />

“Ma come” – esclamò la sardina<br />

– “lei dovrebbe essere<br />

immune da tutti i mali!”.<br />

“Eh, dici bene tu” – rispose il<br />

pescecane – “vorrei vedere<br />

te, a portare in giro una mole<br />

come la mia!”.<br />

“Ma lei non la porta in giro,<br />

poco fa ha detto che sta<br />

fermo per la maggior parte<br />

del suo tempo, no?”.<br />

“Si, ma che c’entra, il peso è<br />

quello che è, le responsabilità<br />

pure …”.<br />

A questo punto la sardina gli<br />

andò vicina, e divenne più<br />

argentea per il desiderio di<br />

piacergli di più.<br />

“Hai visto, vecchio mio? non<br />

ti serve sguazzare sempre<br />

nella stessa acqua, se questo<br />

non può evitarti i dolori<br />

43<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

della vita. Meglio guizzare in<br />

tutti i mari, e scoprire come<br />

sono gli altri, e soffrire se è il<br />

caso, ma vivere!”.<br />

E, così dicendo, diede un<br />

bacio su una squama del<br />

vecchio pesce.<br />

Questi, alle prese con una<br />

sensazione sin’ora sconosciuta,<br />

dap<strong>prima</strong> si <strong>imp</strong>orporò,<br />

poi si r<strong>imp</strong>icciolì poco a<br />

poco, fino a diventare egli<br />

stesso una sardina, grigio–<br />

azzurra e baluginante, che<br />

insieme alla sua compagna<br />

andò via, guizzando nel mare<br />

profondo, incontro alla vita.


<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

IL PROGETTO<br />

“GENOMA UMANO”<br />

TRATTO DA<br />

RP NEWS - RPF OF SOTH AFRICA<br />

Il recente annuncio del completamento,<br />

cinque anni <strong>prima</strong> del<br />

previsto, di una grande parte del<br />

progetto “Genoma umano” ha<br />

evidenziato la grande attività<br />

nonché i grandi progressi raggiunti<br />

nella genetica.<br />

Al Congresso di Toronto molti<br />

oratori hanno positivamente rimarcato<br />

che la più parte delle<br />

conoscenze sono frutto delle<br />

ricerche compiute negli ultimi<br />

dieci anni: la clonazione dei geni<br />

Consigli per<br />

gli acquisti<br />

Elena Pagani,<br />

pittrice palermitana<br />

da sempre attenta al mondo<br />

dell’handicap e grande<br />

sostenitrice dell’A.R.I.S.<br />

Per informazioni su mostre e<br />

quadri dell’artista, contattare la<br />

redazione<br />

44<br />

▲<br />

è oramai notizia che non sorprende<br />

più e secondo il Prof.<br />

Alan Bird nel giro di tre o cinque<br />

anni al massimo si arriverà a clonare<br />

oltre il 95 per cento dei geni<br />

responsabili delle degenerazioni<br />

retiniche.<br />

Anche se tutto questo parrebbe<br />

indirizzare le ricerche verso la<br />

struttura e la funzione delle proteine,<br />

ciò non significa che con lo<br />

spostamento dalla genomina alla<br />

proteomica sia terminato il lavoro<br />

della genetica. Ci vorranno ancora<br />

molti decenni di lavoro sul particolare,<br />

anche se è già cominciata<br />

– altro dettaglio confortante<br />

emesso dal Congresso – la raccolta<br />

dei dati delle conoscenze<br />

sulle proteine su Internet.<br />

Elena<br />

news<br />

Pagani<br />


Pubblicità<br />

da definire


EUROSIGHT 2002<br />

LOW VISION CONFERENCE<br />

CONFERENZA INTERNAZIONALE DI <strong>IPOVISIONE</strong><br />

STRESA<br />

2002<br />

ITALY<br />

E U R O S I G H T <br />

9-10 Marzo 2002<br />

Stresa (VB) - Lago Maggiore<br />

LA SFIDA DELLA RIABILITAZIONE VISIVA<br />

NELLA PRIMA INFANZIA<br />

La Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera e il Centro di<br />

Ipovione dell’ospedale di Circolo di Varese organizzano la “Conferenza<br />

Internazionale di Ipovisione Eurosight 2002”. Lo scopo di questo incontro<br />

è di rendere nota la situazione attuale nel campo della Riabilitazione<br />

Visiva nell’Intervento Precoce in Europa, Canada e Stati Uniti, promuovendo<br />

uno scambio di informazioni e di collaborazioni tra specialisti<br />

a livello internazionale. Inoltre offre opportunità di fare incontrare<br />

professionisti di settore differente interessati all’intervento precoce in<br />

bambini con deficit visivo e/o pluriminorazione.<br />

Argomenti principali:<br />

Epidemiologia Riabilitazione<br />

Inquadramento Diagnostico Funzionale Studi Sperimentali<br />

Tassa di iscrizione: € 186 (IVA inclusa).<br />

Per ulteriori informazioni si prega contattare:<br />

Fondazione Robert Hollman<br />

Centro di Intervento Precoce per Bambini con Deficit Visivo<br />

Via Oddone Clerici, 6 - 28821 Cannero Riviera (VB) - Italia<br />

Tel. 0323 788485 - Fax 0323 788198<br />

e-mail: info@fondazionehollman.it - www.fondazionehollman.it


Per ricevere<br />

gratuitamente<br />

<strong>IPOVISIONE</strong><br />

SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO<br />

basta iscriversi all’A.R.I.S.<br />

Costa soltanto 25,00 €<br />

da versare tramite<br />

bollettino di c.c.p.<br />

(vedi fax simile)<br />

e da diritto ad usufruire<br />

di tutti i servizi offerti,<br />

intestato a:<br />

A.R.I.S.<br />

Associazione dei Retinopatici<br />

ed Ipovedenti Siciliani<br />

via P.pe di Belmonte, 11<br />

90139 Palermo ITALIA<br />

Tel. 091.584395<br />

Fax 091.6121096<br />

aris.sicilia@mclink.it<br />

CONTI CORRENTI POSTALI - Ricevuta di Versamento BancoPosta CONTI CORRENTI POSTALI - Ricevuta di Accredito BancoPosta<br />

00596908 € 25,00 €<br />

venticinque,00<br />

<strong>imp</strong>orto in lettere<br />

ASSOCIAZIONE DEI RETINOPATICI ED IPOVEDENTI SICILIANI<br />

VIA P.PE DI BELMONTE, 11 - 90139 PALERMO<br />

FAX SIMILE DI CONTO CORRENTE POSTALE<br />

BOLLO DELL’UFF. POSTALE<br />

▲<br />

TD 123<br />

BOLLO DELL’UFF. POSTALE<br />

codice bancoposta<br />

<strong>imp</strong>orto in lettere<br />

IMPORTANTE: NON SCRIVERE NELLA ZONA SOTTOSTANTE<br />

<strong>imp</strong>orto in euro numero conto id<br />

123

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!