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LINEE PROGRAMMATICHE DI ACCORDO TRA LE FORZE DEMOCRATICHE E ANTIFASCIS TE PER L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA (presentate nella seduta consiliare del 18-10-1976 dal Consigliere Michele Berardi a nome dei gruppi consiliari del PCI, PSI, PSDI) Il voto del 20 Giugno ha aperto una situazione politica nuova nel Consiglio Provinciale di Capitanata, non solo per il mutato rapporto numerico delle rappresentanze consiliari, ma soprattutto perché ha indicato una volontà di cambiamento che si è espressa in uno spostamento a sinistra dell’elettorato. Tale risultato traduce la volontà di rinnovamento economico, politico e morale, manifestata, peraltro, già nel corso di lunghe lotte delle masse lavoratrici. A fronte di questa decisa volontà popolare, il Paese tutto e, segnatamente, la nostra Provincia attraversano una grave crisi economica e sociale, aggravata dalla inadeguatezza delle strutture pubbliche a garantire efficaci e tempestivi interventi, corrispondenti alle esigenze di occupazione, soprattutto giovanile e femminile, di servizi sociali efficienti, di nuovo sviluppo culturale. I partiti dell’arco costituzionale, riconoscendo l’urgenza e la gravità della situazione, si ritrovano, concordi, nel « documento di intesa politica» sottoscritto l’11 Settembre 1976 dalla D.C., dal P.C.I., dal P.S.I., dal P.R.I., dal P.S.D.I. e dal P.L.I. nel « concorrere » alla « definizione » « di precise scelte politiche e programmatiche », « per una vigorosa iniziativa intesa ad intensificare l’azione per lo sviluppo sociale, economico e culturale della Capitanata ». Il confronto successivamente svoltosi nel Consiglio Provinciale, nella seduta del 21 settembre u.s., registrava, sul terreno delle soluzioni politiche, un sostan- 1

LINEE PROGRAMMATICHE DI ACCORDO<br />

TRA LE FORZE DEMOCRATICHE E ANTIFASCIS TE<br />

PER L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE<br />

DI CAPITANATA<br />

(presentate nella seduta consiliare del 18-10-1976 dal Consigliere Michele Berar<strong>di</strong><br />

a nome dei gruppi consiliari del PCI, PSI, PSDI)<br />

Il voto del 20 Giugno ha aperto una situazione politica nuova nel<br />

Consiglio <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata, non solo per il mutato rapporto<br />

numerico delle rappresentanze consiliari, ma soprattutto perché ha in<strong>di</strong>cato<br />

una volontà <strong>di</strong> cambiamento che si è espressa in uno spostamento<br />

a sinistra dell’elettorato. Tale risultato traduce la volontà <strong>di</strong> rinnovamento<br />

economico, politico e morale, manifestata, peraltro, già nel<br />

corso <strong>di</strong> lunghe lotte delle masse lavoratrici. A fronte <strong>di</strong> questa decisa<br />

volontà popolare, il Paese tutto e, segnatamente, la nostra Provincia<br />

attraversano una grave crisi economica e sociale, aggravata dalla inadeguatezza<br />

delle strutture pubbliche a garantire efficaci e tempestivi<br />

interventi, corrispondenti alle esigenze <strong>di</strong> occupazione, soprattutto<br />

giovanile e femminile, <strong>di</strong> servizi sociali efficienti, <strong>di</strong> nuovo sviluppo<br />

culturale.<br />

I partiti dell’arco costituzionale, riconoscendo l’urgenza e la gravità<br />

della situazione, si ritrovano, concor<strong>di</strong>, nel « documento <strong>di</strong> intesa<br />

politica» sottoscritto l’11 Settembre 1976 dalla D.C., dal P.C.I., dal<br />

P.S.I., dal P.R.I., dal P.S.D.I. e dal P.L.I. nel « concorrere » alla « definizione<br />

» « <strong>di</strong> precise scelte politiche e programmatiche », « per una<br />

vigorosa iniziativa intesa ad intensificare l’azione per lo sviluppo sociale,<br />

economico e culturale della Capitanata ». Il confronto successivamente<br />

svoltosi nel Consiglio <strong>Provinciale</strong>, nella seduta del 21 settembre<br />

u.s., registrava, sul terreno delle soluzioni politiche, un sostan-<br />

1


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

ziale ripensamento del gruppo D.C., il quale, pur esprimendo elementi<br />

importanti <strong>di</strong> novità, tendenti a superare preclusioni e pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong><br />

principio, nei rapporti tra le forze politiche democratiche, respingeva<br />

ogni ipotesi <strong>di</strong> soluzioni fondate sulla più ampia solidarietà tra i partiti<br />

dell’arco costituzionale.<br />

Il P.C.I., il P.S.I. e il P.S.D.I., quin<strong>di</strong>, tenuto conto della gravità<br />

della crisi, che investe in modo drammatico la nostra Provincia (si<br />

pensi al drammatico evento che ha colpito nella con<strong>di</strong>zione umana e<br />

materiale i lavoratori <strong>di</strong> Manfredonia al cui fianco la Provincia sarà<br />

con una solidarietà concreta e responsabile), pur considerando tuttora<br />

valido — nel quadro <strong>di</strong> una politica tesa alle più ampie solidarietà democratiche<br />

— l’invito rivolto alla D.C., per una intesa politico-istituzionale<br />

e programmatica, hanno deciso <strong>di</strong> dare vita ad una coalizione<br />

esprimente un programma, che si avvale anche dell’apporto del<br />

P.R.I. e del P.L.I.<br />

Questo accordo, pertanto, si pone:<br />

— nello spirito del risultato elettorale del 20 Giugno;<br />

— nell’ambito dell’intesa politica <strong>di</strong> cui al documento dell’11 Settembre<br />

1976, sottoscritto da tutti i partiti dell’arco costituzionale;<br />

— nel contesto programmatico per l’iniziativa del governo regionale,<br />

unitariamente elaborato dalle forze politiche aderenti, come contributo<br />

e stimolo a realizzarlo, in un confronto ed in un apporto, insieme<br />

pluralistico e unitario;<br />

il tutto con la volontà <strong>di</strong> esercitare concretamente, attraverso il sistema<br />

delle autonomie locali, la funzione propulsiva ad esse assegnata dalla<br />

Costituzione Repubblicana.<br />

Si tratta <strong>di</strong> operare su due <strong>di</strong>rettrici che pur presentando reciproci<br />

momenti <strong>di</strong> autonomia sono fra loro collegate:<br />

a) nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti capaci <strong>di</strong> incidere imme<strong>di</strong>atamente<br />

sulla gravità della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa<br />

della situazione e <strong>di</strong> contribuire ad avviare una ripresa produttiva<br />

ed occupazionale fondata sui consumi prioritari e sociali, tenendo<br />

presente i risultati della recente Conferenza sull’occupazione ed in<br />

essa il decisivo apporto unitario dei sindacati, utilizzando un fondamentale<br />

strumento unitario: il Comitato permanente per l’occupazione<br />

e lo sviluppo;<br />

b) su una linea complessiva che guar<strong>di</strong> alla Provincia come a una<br />

2


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

delle se<strong>di</strong> fondamentali del confronto ideale, politico e culturale, e<br />

come ad una delle istituzioni a cui è affidata la crescita dello Stato<br />

fondato sulle autonomie. A tal fine va riattivato ed impegnato in<br />

modo permanente il Comitato Unitario Antifascista, anche come<br />

istanza culturale <strong>di</strong> esaltazione e <strong>di</strong> sviluppo della coscienza democratica.<br />

I capisal<strong>di</strong> fondamentali <strong>di</strong> tale impostazione sono:<br />

1) il decentramento e la riforma democratica dello Stato;<br />

2) l’espansione e la riconversione delle basi produttive, agricole e industriali<br />

della Regione e della Provincia attraverso una programmazione<br />

democratica;<br />

3) la qualificazione dell’attività terziaria e dei servizi, nel quadro <strong>di</strong><br />

nuovi in<strong>di</strong>rizzi nazionali per lo sviluppo economico, sociale e democratico<br />

del Paese.<br />

In rapporto a tali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> marcia saranno affrontate le questioni<br />

<strong>di</strong> maggiore drammaticità con misure <strong>di</strong> emergenza raccordate alle linee<br />

programmatiche generali e ad un programma <strong>di</strong> più lungo respiro<br />

che si colleghi alla realizzazione <strong>di</strong> un nuovo sviluppo economico, sociale<br />

e culturale della Puglia, secondo le linee che è ormai necessario<br />

siano in<strong>di</strong>cate in un piano Regionale <strong>di</strong> sviluppo, al quale il Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> intende dare il suo contributo <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione<br />

e <strong>di</strong> intervento.<br />

Con questa ispirazione, con la consapevolezza della responsabilità<br />

che loro compete, le forze politiche democratiche, antifasciste, <strong>parte</strong>cipanti<br />

alla <strong>di</strong>rezione della Provincia, ciascuna con pari <strong>di</strong>gnità, con il<br />

proprio patrimonio ideale e politico e con la propria autonomia, impegnate<br />

a cogliere le più profonde aspirazioni <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> cambiamento<br />

presenti nella società, opereranno per una amministrazione onesta,<br />

efficiente e democratica, aperta ai più ampi contributi<br />

dell’Assemblea e del movimento democratico.<br />

A tale scopo vogliamo in<strong>di</strong>care brevemente gli<br />

Obiettivi <strong>di</strong> lotta della provincia per un <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Partiamo dalla crisi economica che si proietta nella regione con un<br />

processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e <strong>di</strong>storta ristrutturazione industriale, col travaglio<br />

delle produzioni fondamentali nelle campagne e con una conseguente<br />

restrizione della base produttiva.<br />

3


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

Ciò è a <strong>Foggia</strong> testimoniato dalla minacciata decisione <strong>di</strong> smantellamento<br />

della <strong>La</strong>nerossi da <strong>parte</strong> della Tescon, con la quale è necessario<br />

riconsiderare il piano <strong>di</strong> riconversione:<br />

— dalla cris i della fabbrica <strong>di</strong> confezioni IMAR<br />

— dalla chiusura <strong>di</strong> piccole imprese e dalle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> quelle gravitanti<br />

nell’area delle attività e<strong>di</strong>lizie ed estrattive<br />

— dalla liquidazione definitiva della miniera <strong>di</strong> S. Giovanni Rotondo<br />

— dal pericolo che sovrasta la Ajnomoto Insud ed altre fabbriche<br />

— dall’ormai svanita illusione dell’Aeritalia<br />

— dal ritardo nella costruzione della fabbrica <strong>di</strong> Motori Diesel (Sofim)<br />

— dalla crisi della Cartiera e dai problemi connessi al piano delle Ferrovie<br />

— dal crescere della <strong>di</strong>soccupazione, dell’inoccupazione, specialmente<br />

<strong>di</strong> giovani <strong>di</strong>plomati e laureati<br />

— dal raddoppiato numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> cassa <strong>di</strong> integrazione e dalla chiusura<br />

dei tra<strong>di</strong>zionali sbocchi dell’emigrazione<br />

— dalla gravissima situazione, esemplificata dalla fabbrica ANIC <strong>di</strong><br />

Manfredonia: è questo un caso emblematico della con<strong>di</strong>zione delle<br />

strutture industriali della provincia, in cui la precarietà degli assetti<br />

occupazionali e produttivi si coniuga ad una sostanziale inadeguatezza<br />

delle misure in<strong>di</strong>spensabili <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’ambiente e della<br />

salute delle popolazioni.<br />

Dopo il fallimento della cosiddetta « strategia » dei poli <strong>di</strong> sviluppo<br />

industriale e turistico e delle integrazioni comunitarie, si pone oggettivamente<br />

l’esigenza del rilancio <strong>di</strong> una visione alternativa dello sviluppo<br />

che faccia leva sulla realizzazione del progetto speciale per<br />

l’utilizzazione intersettoriale delle acque, degli schemi idrici nelle regioni<br />

Puglia e Basilicata e, quin<strong>di</strong>, sulla irrigazione, sulla trasformazione<br />

agraria e sull’industrializzazione del Tavoliere, (bietola, pomodoro,<br />

uva, olio, ortofrutta), sul recupero delle terre incolte, sulla forestazione<br />

e lo sviluppo della zootecnia, sulla unificazione dei contratti<br />

agrari in quello <strong>di</strong> fitto, sullo sviluppo della cooperazione e<br />

dell’associazionismo, nella battaglia per la revisione delle norme comunitarie,<br />

per la utilizzazione piena e la valorizzazione delle risorse<br />

tutte.<br />

Attenzione particolare va posta alla utilizzazione delle risorse proprie<br />

del nostro territorio, per una loro maggiore incidenza sullo sviluppo<br />

economico della provincia: dal metano alle saline <strong>di</strong> Margherita<br />

<strong>di</strong> Savoia, dalla pietra <strong>di</strong> Apricena, alle sorgenti <strong>di</strong> acque minerali, alla<br />

bauxite, ecc.<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

Solo così può profilarsi la possibilità reale <strong>di</strong> creare rapidamente<br />

una grande area attrezzata per uno sviluppo integrato agro-industrialecommerciale-turistico<br />

nella seconda grande pianura d’Italia, nella quale<br />

sia possibile combinare l’utilizzazione dei semilavorati, dei gran<strong>di</strong><br />

complessi industriali <strong>di</strong> base, le risorse umane e materiali della nostra<br />

terra, e pervenire a processi <strong>di</strong> sviluppo indotto, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> nuove<br />

tecnologie, non solo in relazione all’agricoltura, ma anche in <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> settori trainanti, dando un contributo alla risoluzione dei problemi<br />

produttivi nazionali, al superamento del carovita, in una nuova visione<br />

non <strong>di</strong> contrapposizione, ma <strong>di</strong> riequilibrio dei vari settori economici e<br />

del territorio.<br />

Questo programma va perseguito unitamente al rilancio della e<strong>di</strong>lizia<br />

pubblica, scolastica, abitativa popolare, alla realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture<br />

sociali, alla attuazione degli investimenti e delle opere promosse<br />

dai governi dopo le forti lotte sindacali, alla valorizzazione dei<br />

laghi e allo sviluppo <strong>di</strong> una moderna produzione ittica, <strong>di</strong> un turismo<br />

<strong>di</strong> massa.<br />

Si deve por mano, inoltre, alla creazione del Terzo centro Universitario<br />

pugliese, già sottoposto a delibera del CIPE,<br />

— ad un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile e femminile<br />

— al sostegno prioritario, in un preciso quadro <strong>di</strong> riferimento, delle<br />

piccole e me<strong>di</strong>e imprese agricole, industriali, commerciali, artigianali.<br />

Nel breve periodo, questo programma può costituire il binario obbligato<br />

per il rilancio <strong>di</strong> una nuova espansione produttiva e per lo sviluppo<br />

dell’occupazione, essere quin<strong>di</strong> un contributo alla rinascita del<br />

Mezzogiorno, <strong>parte</strong>ndo dall’esperienza reale delle masse popolari e<br />

dai loro obiettivi <strong>di</strong> lotta.<br />

Solo così la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> può collegarsi ad un processo <strong>di</strong><br />

riconversione nazionale dell’apparato produttivo e <strong>parte</strong>ciparvi da protagonista,<br />

con una propria peculiare identità. In questa <strong>di</strong>rezione l’amministrazione<br />

provinciale dovrà muoversi promuovendo iniziative <strong>di</strong><br />

lotta, <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> incontro, tra gli EE.LL., i sindacati e le forze politiche<br />

e culturali:<br />

— stimolando l’iniziativa politica e legislativa della Regione e la<br />

redazione <strong>di</strong> un piano regionale <strong>di</strong> sviluppo democraticamente definito<br />

contribuendo alla creazione <strong>di</strong> strutture programmatorie comprensoriali,<br />

ai piani zonali, ai nuovi in<strong>di</strong>rizzi culturali e alla selezione degli<br />

investimenti;<br />

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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

— battendosi per una applicazione integrale e rapida della legge 183<br />

sui nuovi finanziamenti per il Mezzogiorno, per la loro utilizzazione<br />

in modo nuovo, per progetti integrati <strong>di</strong> sviluppo;<br />

— per l’esercizio dei nuovi poteri delle Regioni e degli EE.LL.;<br />

— per il superamento della Cassa per il Mezzogiorno.<br />

A tal fine va anche considerata l’esigenza <strong>di</strong> affermare la priorità<br />

<strong>di</strong> nuovi impianti, pur ammodernando quelli preesistenti, e va sottolineato<br />

il carattere aggiuntivo e non sostitutivo dei nuovi finanziamenti<br />

generali nazionali in or<strong>di</strong>ne a riconversioni produttive, anche in riferimento<br />

alle <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche del Governo nazionale.<br />

Per quel che riguarda la<br />

Programmazione.<br />

L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> deve pianificare i bisogni emergenti<br />

ed i mezzi e le risorse reperibili (eliminando drasticamente sprechi<br />

e spese inutili) secondo criteri <strong>di</strong> priorità, <strong>di</strong> rigore e <strong>di</strong> razionalità<br />

democraticamente definiti. I bilanci devono essere incentrati sulle<br />

priorità realizzabili nel corso <strong>di</strong> un esercizio finanziario. Dato il limite<br />

delle risorse potranno configurarsi realizzazioni graduali per stralci <strong>di</strong><br />

progetti da completare con l’impegno <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> più bilanci. In questo<br />

caso possono configurarsi bilanci poliennali. I lavori per il bilancio<br />

<strong>1977</strong> devono avviarsi imme<strong>di</strong>atamente in modo da garantire un’ampia<br />

consultazione e possibilmente, l’approvazione nei termini <strong>di</strong> legge.<br />

Ai fini della pianificazione e della gestione la Provincia dovrà dotarsi<br />

<strong>di</strong> una adeguata attrezzatura tecnico-scientifica e <strong>di</strong> dati conoscitivi<br />

necessari, utilizzando, ristrutturandoli, i suoi uffici tecnici, creando<br />

un Ufficio stu<strong>di</strong> che si avvalga anche <strong>di</strong> collaborazioni esterne<br />

con istituti qualificati, borsisti e contrattisti; utilizzando inoltre pienamente<br />

le strutture e il personale già esistenti presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

e la Scuola Superiore <strong>di</strong> Sicurezza e Servizio Sociale.<br />

Partecipazione.<br />

Un fatto costante dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> dev’essere la<br />

<strong>parte</strong>cipazione, la consultazione, il confronto ed il <strong>di</strong>battito con le forze<br />

politiche democratiche, cooperative, con le organizzazioni sindacali<br />

dei lavoratori, impren<strong>di</strong>toriali e settoriali; con il mondo della scuola e<br />

con gli operatori sociali e sanitari; con i Comuni, le Comunità montane,<br />

i Comprensori, i Consigli <strong>di</strong> quartiere, <strong>di</strong> fabbrica e le altre istitu-<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

zioni democratiche per arricchire e sollecitare sempre <strong>di</strong> più la <strong>parte</strong>cipazione<br />

popolare alla vita del Consiglio <strong>Provinciale</strong>.<br />

<strong>La</strong> priorità dei Comprensori.<br />

Nel contesto dell’azione per la conquista <strong>di</strong> un ruolo nuovo della<br />

Provincia e <strong>di</strong> mezzi adeguati, <strong>di</strong>venta decisiva e prioritaria<br />

l’iniziativa per la costituzione (d’intesa con i Comuni interessati, e recependo<br />

la spinta in atto delle forze sociali, politiche e sindacali) dei<br />

comprensori <strong>di</strong> pianura, del Basso e dell’Alto Tavoliere.<br />

Questi, con le comunità montane del Gargano e del Subappennino<br />

meri<strong>di</strong>onale e settentrionale già avviate a vita sia pure stentata, costituiscono<br />

gli organi primari <strong>di</strong> una programmazione articolata che va<br />

però coor<strong>di</strong>nata e vista in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> carattere provinciale e regionale.<br />

L’azione <strong>di</strong> promozione, <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, d’intesa<br />

con la regione e con i comuni, deve investire anche la creazione:<br />

— dei bacini <strong>di</strong> traffico;<br />

— delle unità socio-sanitarie;<br />

— <strong>di</strong> una nuova rete commerciale;<br />

— dei <strong>di</strong>stretti scolastici e delle strutture culturali, operando per la regionalizzazione<br />

dei Centri <strong>di</strong> servizio culturale delegandone la gestione<br />

agli EE.LL. e in collegamento con gli organi democratici<br />

della scuola, nonché per un potenziamento e una ristrutturazione<br />

comprensoriale del Sistema <strong>Biblioteca</strong>rio <strong>Provinciale</strong>.<br />

Per il loro avvio e per il loro pieno funzionamento, ponendo anche<br />

a <strong>di</strong>sposizione propri mezzi, uffici, servizi e capacità, la Provincia opererà<br />

con l’obiettivo anche <strong>di</strong> favorire e agevolare il collegamento<br />

coi comuni, i comprensori e le comunità montane. Nell’affermarsi <strong>di</strong><br />

questo « nuovo ruolo », la stessa <strong>di</strong>stinzione tra compiti cosiddetti <strong>di</strong> istituto<br />

e compiti facoltativi può essere positivamente superata.<br />

<strong>La</strong> Provincia, in tal modo, può <strong>di</strong>venire uno dei protagonisti essenziali<br />

per una nuova politica economica e sociale programmata, stimolatrice<br />

della <strong>parte</strong>cipazione popolare, animatrice del decentramento<br />

culturale e dell’ulteriore crescita civile e sociale delle comunità locali.<br />

In questo modo, può avviarsi, nei fatti, un processo <strong>di</strong> superamento<br />

dei suoi compiti tra<strong>di</strong>zionali, settoriali e parcellizzati, per assumerne<br />

dei nuovi, esercitando poteri propri e delegati, conquistando e costruendo<br />

un suo reale spazio nel sistema delle autonomie, come valido<br />

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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

Ente interme<strong>di</strong>o tra Regione e Comuni, con funzioni specifiche a<br />

competenza generale oltre che <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, non<br />

in concorrenza nè con le prerogative della Regione, nè con quelle lei<br />

Comuni. Le deleghe dei poteri regionali, pertanto, come del resto già<br />

previsto nell’accordo regionale, dovranno andare esclusivamente agli<br />

enti elettivi, in primo luogo ai Comuni, i quali li esercitano <strong>di</strong>rettamente<br />

e in forma associata, ed alla Provincia relativamente alle attività<br />

li coor<strong>di</strong>namento, promozione e sostegno tra Comuni, Associazioni<br />

consortili, comprensori, comunità montane.<br />

Le consulte.<br />

Rilevando la particolare importanza della questione femminile e<br />

Iella con<strong>di</strong>zione dei giovani, emersa dalla Conferenza sulla occupazione,<br />

la Provincia provvederà alla formazione:<br />

a) <strong>di</strong> una Consulta provinciale giovanile che concorra ad affrontare<br />

un piano <strong>di</strong> emergenza per l’occupazione giovanile, con iniziative<br />

proprie, raccordate alle determinazioni rivenienti da leggi nazionali<br />

previste nel programma <strong>di</strong> Governo, alle iniziative regionali e<br />

degli Enti locali, nonché iniziative rivolte ad interpretare e sostenere<br />

le istanze economiche, sociali e culturali delle masse giovanili;<br />

b) <strong>di</strong> una Consulta femminile provinciale come strumento unitario <strong>di</strong><br />

elaborazione e <strong>di</strong> stimolo ad affrontare i problemi femminili, sulla<br />

base delle richieste unitarie presentate alla Conferenza<br />

sull’occupazione dalle Associazioni femminili democratiche, dai<br />

movimenti femminili dei partiti dell’arco costituzionale e dalle responsabili<br />

femminili della Federazione sindacale in Italia; dalla<br />

Commissione provinciale per il lavoro a domicilio secondo la legge<br />

nazionale;<br />

c) <strong>di</strong> una Consulta <strong>Provinciale</strong> per gli Emigrati e le rispettive famiglie,<br />

nel quadro delle in<strong>di</strong>cazioni delle conferenze regionale e nazionale.<br />

Commissione e rappresentanze.<br />

Le Commissioni Consiliari devono essere rapidamente ricostituite<br />

con l’attribuzione delle loro presidenze a tutte le forze democratiche<br />

antifasciste senza alcuna esclusione.<br />

Il loro regolamento deve essere aggiornato per assicurare una migliore<br />

funzionalità.<br />

Particolare importanza deve essere data, per la complessità delle<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

materie e delle situazioni, alle Commissioni per il Personale, per la<br />

Programmazione e l’assetto del territorio, socio-sanitaria e per la<br />

Scuola. Devono essere nominati con estrema sollecitu<strong>di</strong>ne tutti i rappresentanti<br />

della Provincia in altri Enti e devono essere equamente assicurati<br />

i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> rappresentanza e <strong>di</strong> <strong>parte</strong>cipazione a tutte le forze<br />

politiche che hanno sottoscritto il documento generale <strong>di</strong> intesa politica<br />

dell’11-9-1976, in<strong>di</strong>pendentemente dalle loro scelte nei vari organi,<br />

enti ed aziende, <strong>di</strong> derivazione, totale o parziale della provincia.<br />

Collegialità e rigore amministrativo.<br />

Va affermata la collegialità nelle scelte, nelle decisioni, nella esecuzione<br />

e nei controlli della Giunta e degli altri organismi operanti<br />

nell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> impedendo parcellizzazioni, lottizzazioni,<br />

lassismi e comunque condotte unilaterali. Deve essere intrapresa<br />

subito una ferma azione per la compilazione e l’approvazione<br />

dei consuntivi, inesistenti dal 1972. <strong>La</strong> nuova Giunta stu<strong>di</strong>erà e deciderà<br />

la organizzazione degli assessorati per branche <strong>di</strong> interventi (<strong>di</strong>partimenti).<br />

Va redatto un inventano dei beni della Provincia e iniziata una azione<br />

<strong>di</strong> recupero degli immobili attualmente abbandonati o male utilizzati<br />

per destinarli a fini economici e sociali.<br />

Legge 382 e deleghe.<br />

E’ essenziale a tal fine che venga eliminato ogni ulteriore ritardo<br />

da <strong>parte</strong> del Governo nell’espletamento <strong>di</strong> tutti gli adempimenti relativi<br />

alla applicazione della legge 382 per il completamento del passaggio<br />

alle Regioni ed agli EE.LL. delle funzioni previste dalla Costituzione.<br />

In tal senso la Provincia, anche attraverso l’Unione regionale delle<br />

province pugliesi, interverrà attivamente e si farà promotrice <strong>di</strong> tutte<br />

quelle iniziative utili ad assicurare la più ampia consultazione delle<br />

province e dei comuni.<br />

<strong>La</strong> Provincia contribuirà in questo quadro alla piena attuazione del<br />

passaggio delle deleghe agli EE.LL.<br />

Legge comunale e provinciale.<br />

<strong>La</strong> Provincia si batterà per l’abrogazione del Testo unico della<br />

Legge comunale e provinciale, perché sia Sostituito con una legge<br />

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LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

quadro <strong>di</strong> principi per un nuovo or<strong>di</strong>namento delle autonomie, onde<br />

adeguare compiti e funzioni degli EE.LL. alla nuova realtà politicoistituzionale.<br />

Finanza.<br />

Ha ormai assunto i caratteri <strong>di</strong> una autentica « emergenza nazionale<br />

» la situazione finanziaria degli EE.LL. I perversi meccanismi —<br />

frutto <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> legislativi e <strong>di</strong> resistenze centralistiche — che l’hanno<br />

determinata e che ora rischiano <strong>di</strong> compromettere l’intera finanza<br />

pubblica, coinvolgendo in una crisi gravissima il complesso delle istituzioni<br />

democratiche, vanno bloccati e rimossi senza ulteriori indugi.<br />

E’ questo il messaggio democratico, ma consapevole, che è venuto<br />

anche recentemente al Convegno dell’ANCI <strong>di</strong> Viareggio sui problemi<br />

della finanza locale, ai cui esiti l’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata<br />

intende ispirare la propria azione, per poter concretamente rispondere<br />

alla crescente domanda <strong>di</strong> servizi sociali e civili prioritari ed<br />

seprimere appieno le proprie potenzialità democratiche concretamente<br />

realizzatrici.<br />

L’Amministrazione provinciale, pertanto, si batterà per una riforma<br />

della finanza locale che, in una concezione unitaria della finanza<br />

pubblica, e sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione democratica degli Enti<br />

locali e delle Regioni al reperimento delle risorse, tenda ad offrire basi<br />

<strong>di</strong> certezza <strong>di</strong> risorse agli Enti Locali, perché essi possano concretamente<br />

fondare su esse i propri programmi <strong>di</strong> ristrutturazione.<br />

Un risanamento della finanza locale, infatti, autenticamente demo -<br />

cratico, postula iniziative <strong>di</strong> orientamento politico e <strong>di</strong> legge, volte ad<br />

affermare scelte <strong>di</strong> fondo che poggino su:<br />

a) una rigida politica <strong>di</strong> selezione degli obiettivi <strong>di</strong> intervento pubblico<br />

e della spesa relativa.<br />

b) una politica programmata e <strong>parte</strong>cipata delle entrate<br />

c) una razionale utilizzazione del cre<strong>di</strong>to, quale elemento che governa<br />

il risanamento.<br />

Vanno perciò coerentemente definiti e realizzati piani per la ristrutturazione<br />

e riorganizzazione dei servizi.<br />

Nell’imme<strong>di</strong>ato — come misure <strong>di</strong> emergenza — la Provincia si<br />

batterà con gli altri Enti Locali (UPI-ANCI) per pervenire ad un «<br />

consolidamento » dei mutui, onde impe<strong>di</strong>re il perdurare <strong>di</strong> meccanismi<br />

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_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

<strong>di</strong> progressione geometrica dell’indebitamento; si dovrà giungere ad<br />

una <strong>parte</strong>cipazione degli Enti locali all’accertamento ed all’istruttoria<br />

del processo fiscale, nonché a meccanismi <strong>di</strong> perequamento (trasferimenti,<br />

contributi, cre<strong>di</strong>ti agevolati) per quelle aree del Paese caratterizzate<br />

da livelli <strong>di</strong> particolare depressione economica e sociale, e, infine,<br />

ad un riequilibrio tra Stato ed Enti Locali della ripartizione delle<br />

entrate.<br />

UN NUOVO MODO DI UTILIZZARE<br />

ANCHE ISTITUTI E STRUTTURE ESISTENTI<br />

Scuola e Cultura.<br />

<strong>La</strong> Provincia deve, <strong>di</strong> concerto con i comuni, le comunità ed i<br />

comprensori dare un piano per il coor<strong>di</strong>namento della programmazione<br />

scolastica e culturale, assumere come punto <strong>di</strong> riferimento il sistema<br />

scolastico e il sistema bibliotecario provinciale.<br />

Il fine è l’esercizio reale del <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o,<br />

— lo sviluppo della preparazione professionale,<br />

— la riqualificazione della funzione della scuola e il suo raccordo con<br />

il problema dell’occupazione e delle esigenze <strong>di</strong> sviluppo economico<br />

e sociale,<br />

— la riqualificazione del lavoro dell’insegnante e degli operatori impegnati<br />

in tutte le strutture culturali della Provincia, migliorando la<br />

loro professionalità,<br />

— lo sviluppo della sperimentazione e della ricerca,<br />

— una educazione permanente dei lavoratori, dei giovani e delle ragazze.<br />

Gli strumenti:<br />

— lo sviluppo dell’e<strong>di</strong>lizia scolastica, <strong>di</strong> strutture culturali polivalenti:<br />

dei corsi delle 150 ore, delle mense, dei laboratori, delle biblioteche;<br />

così da trasformarli in un sistema socio-culturale unitario<br />

aperto a tutti i tipi <strong>di</strong> istruzione e opportunamente collegato con il<br />

programma <strong>di</strong> altri settori (trasporti, centri <strong>di</strong> servizi sociali della<br />

Provincia e dei Comuni, ecc.).<br />

Particolare rilievo, in questo quadro, — per la realizzazione dei fini<br />

sopraccennati — assumono la <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> ed il Sistema<br />

11


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

bibliotecario provinciale per il loro ra<strong>di</strong>camento nella realtà del territorio<br />

e per la loro obiettiva e già validamente sperimentata capacità <strong>di</strong><br />

costituirsi come punti <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> raccordo per una nuova politica<br />

culturale, che organicamente riesca a collegarsi con le potenzialità<br />

già espresse e soprattutto con quelle da promuovere a livello delle altre<br />

strutture culturali, istituzionali ed associative. Per altro verso, la<br />

<strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>, per la sua dotazione libraria e tecnica, per i<br />

programmi <strong>di</strong> sviluppo già in via <strong>di</strong> attuazione in sede catalografica e<br />

<strong>di</strong> automazione, potrà essere considerata una valida infrastruttura <strong>di</strong><br />

elaborazione scientifica nella battaglia che la Provincia concorrerà a<br />

condurre per la riforma della scuola e dell’università.<br />

In quest’ambito, l’azione per l’istituzione del Terzo Centro universitario<br />

pugliese, già sottoposto al parere del CIPE, deve conseguire<br />

un obiettivo imme<strong>di</strong>ato, in attuazione della scelta unitaria regionale.<br />

L’università dovrà rispondere:<br />

— all’esigenza <strong>di</strong> promuovere la ricerca scientifica e la formazione <strong>di</strong><br />

nuovi quadri, sì da rovesciare il ruolo subalterno della provincia e<br />

della città, invertendo le tendenze attuali nello sviluppo sociale e<br />

universitario pugliese e meri<strong>di</strong>onale e volgendolo verso un nuovo<br />

tipo <strong>di</strong> sviluppo, sollecitato dalle lotte unitarie delle masse popolari;<br />

— ad un carattere moderno delle strutture universitarie, quali il « <strong>di</strong>partimento<br />

», che organizzi e coor<strong>di</strong>ni uno o più settori <strong>di</strong> ricerca e<br />

<strong>di</strong> insegnamento aventi finalità e caratteristiche comuni.<br />

A tal fine va aggiornata e funzionalizzata l’indagine scolastica.<br />

L’Amministrazione provinciale stimolerà, infine, una politica culturale<br />

decentrata, democratica e antifascista, che <strong>di</strong>a una risposta adeguata<br />

e moderna alla domanda culturale che viene dalle gran<strong>di</strong> masse<br />

popolari e giovanili e che salvaguar<strong>di</strong> e valorizzi il patrimonio artistico,<br />

dei beni culturali e ambientali (archeologici, monumentali, museologici,<br />

paesaggistici e speleologici) esistenti in provincia.<br />

Sanità - Assistenza - Servizi sociali.<br />

Per l’accentuarsi del bisogno <strong>di</strong> allargare il campo della prevenzione,<br />

si evidenzia sempre più una commistione tra le <strong>di</strong>verse branche<br />

<strong>di</strong> attività, in particolare per quelle affezioni che, una volta sviluppate,<br />

fanno del soggetto un assistito dell’Ente, in una provincia nella quale<br />

mancano istituti a gestione <strong>di</strong>retta.<br />

<strong>La</strong> prevenzione è <strong>di</strong>ventata un’esigenza inderogabile, ai fini della<br />

12


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

tutela della salute e, nei tempi lunghi, per un razionale impegno della<br />

spesa.<br />

Per superare l’attuale spreco <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> risorse e rendere efficienti<br />

i servizi, è necessario concentrare l’iniziativa della Provincia<br />

nell’attuazione <strong>di</strong> un modo nuovo <strong>di</strong> concepire l’assistenza e<br />

l’intervento sanitario. I servizi psichiatrici, per esempio, non possono<br />

più essere considerati un corpo separato e segregante del mondo sanitario<br />

e della sicurezza sociale. Il problema va risolto definitivamente<br />

— nell’ambito <strong>di</strong> una riforma unitaria e globale del nostro or<strong>di</strong>namento<br />

sociale e sanitario — superando, sia pure gradualmente, l’istituto «<br />

manicomiale », sviluppando servizi modernamente organizzati nel territorio<br />

o in « gruppi <strong>di</strong> famiglia », ecc., collegati alle altre iniziative sanitarie,<br />

soprattutto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva, alle unità sanitarie locali e<br />

ai consorzi Sociosanitari.<br />

A tal uopo, dovrà essere potenziato e qualificato il Centro <strong>di</strong> Igiene<br />

Mentale, con ramificazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong>spensariale, con la costituzione<br />

<strong>di</strong> istituti psico-pedagogici, laboratori protetti, ecc.<br />

Il problema dei cosiddetti « malati <strong>di</strong> mente », nell’accezione più<br />

vasta, è una piaga sociale che va combattuta da tutta la collettività, eliminandone<br />

le cause (<strong>di</strong>sgregazione sociale, « stress » nelle fabbriche<br />

e nei posti <strong>di</strong> lavoro, emigrazione, denutrizione) e operando per un inserimento<br />

attivo <strong>di</strong> questi soggetti nel tessuto sociale e produttivo.<br />

Analogo orientamento deve presiedere al superamento <strong>di</strong> altre istituzioni,<br />

come brefotrofi, orfanotrofi, scuola <strong>di</strong>fferenziale, gerontocomi,<br />

istituti per han<strong>di</strong>cappati ecc.; devono essere potenziati, infine, in<br />

modo programmato, i presi<strong>di</strong> sanitari, i consultori e ristrutturata la<br />

scuola per subnormali, ecc.<br />

<strong>La</strong> Provincia realizzerà iniziative tese alla deistituzionalizzazione e<br />

alla revisione della convenzione con l’ospedale psichiatrico ed alla riqualificazione,<br />

in modo adeguato, dell’assegno per cure a domicilio<br />

degli assistiti.<br />

<strong>La</strong> Provincia si farà promotrice <strong>di</strong> una conferenza provinciale <strong>di</strong><br />

sanità, che affronti i problemi relativi alla realizzazione della riforma<br />

sanitaria e alla istituzione del servizio sanitario nazionale in rapporto<br />

alla situazione generale della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in modo da prospettare<br />

alla Regione le in<strong>di</strong>cazioni e le conclusioni alle quali giungeranno<br />

gli EE.LL., gli utenti, le forze sindacali e professionali interessate, nel<br />

quadro della programmazione sanitaria regionale.<br />

In questo ambito affronterà il problema della costituzione dei con-<br />

13


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

sorzi socio-sanitari e promuoverà la unificazione delle strutture ospedaliere<br />

del capoluogo.<br />

Un in<strong>di</strong>spensabile ruolo, nella formazione del personale da utilizzare<br />

quali operatori sociali sul territorio, va assegnato, attraverso<br />

una adeguata ristrutturazione dei programmi e della gestione complessiva,<br />

alla Scuola superiore <strong>di</strong> Sicurezza e <strong>di</strong> Servizio Sociale, tenendo<br />

presenti i bisogni effettivi della comunità e la destinazione occupazionale<br />

degli operatori stessi.<br />

<strong>La</strong> Provincia dovrà intervenire, utilizzando pienamente le attrezzature<br />

del <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> Igiene e Profilassi e sviluppandone le potenzialità,<br />

in collaborazione con la Regione, la Magistratura e con<br />

l’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, contro l’inquinamento delle acque e dei<br />

fiumi, dei laghi, del mare e dell’atmosfera, contro l’avvelenamento <strong>di</strong><br />

ampie zone <strong>di</strong> territorio, contro le fro<strong>di</strong> alimentari e le sofisticazioni,<br />

contro la nocività dell’ambiente <strong>di</strong> lavoro, ecc.<br />

In questo senso è necessario operare per un nuovo equilibrio ecologico<br />

nella produzione e riproduzione della fauna, promuovendo la<br />

realizzazione <strong>di</strong> parchi, <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> ripopolamento e coltura, <strong>di</strong> oasi <strong>di</strong><br />

protezione e rifugio, e potenziando le attrezzature per una incubazione<br />

ittica, per favorire, tra l’altro, migliori con<strong>di</strong>zioni per la caccia e la pesca.<br />

A tale proposito, la Provincia si adopererà per ridurre ed eliminare<br />

il riservismo privato e per una nuova e democratica regolamentazione<br />

<strong>di</strong>tali attività.<br />

L’esistente <strong>La</strong>boratorio <strong>di</strong> analisi dei terreni, inoltre, va restituito<br />

ad una piena funzionalità operativa.<br />

Sul piano della tutela sanitaria la Provincia dovrà intervenire per la<br />

prevenzione delle malattie sociali e <strong>di</strong> quelle infettive, garantendo al<br />

LIP strumenti moderni e possibilità <strong>di</strong> qualificazione che consentano<br />

l’uso <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> intervento sempre più adeguate alle necessità.<br />

Inoltre dovrà essere fortemente sostenuta e potenziata l’iniziativa a favore<br />

dei Comuni, promuovendo anche appositi consorzi per dotare le<br />

comunità locali <strong>di</strong> depuratori, inceneritori e <strong>di</strong> un approvigionamento<br />

idrico sicuro sotto il profilo igienico.<br />

Agricoltura.<br />

<strong>La</strong> ripresa dell’agricoltura, lo sviluppo dell’impresa coltivatrice<br />

singola ed associata, un nuovo rapporto tra agricoltura, industria e<br />

14


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

mercato sono la con<strong>di</strong>zione essenziale per uscire dalla crisi, per avviare<br />

un <strong>di</strong>verso ed equilibrato sviluppo economico, per un’efficace lotta<br />

al carovita, per la salvaguar<strong>di</strong>a e il riassetto del territorio.<br />

Un contributo decisivo per l’affermazione <strong>di</strong> tale linea, tesa ad allargare<br />

le basi produttive agricole, può e deve venire dalla Regione e<br />

dagli EE.LL.; in questo senso la Provincia interverrà per la promozione<br />

ed il sostegno dell’associazionismo conta<strong>di</strong>no, nella fase della produzione<br />

e trasformazione, commercializzazione e <strong>di</strong>stribuzione dei<br />

prodotti agricoli, con particolare riguardo ai problemi dello sviluppo<br />

della zootecnia.<br />

<strong>La</strong> Provincia, inoltre, opererà per la piena utilizzazione delle terre<br />

incolte e mal coltivate, in particolare <strong>di</strong> quelle comunali e <strong>di</strong> uso civico<br />

e <strong>di</strong> altri enti pubblici.<br />

E’ necessario, altresì, che la Provincia intervenga a sostegno ed in<br />

aiuto delle Comunità montane, per facilitarne il ruolo e l’iniziativa.<br />

Accanto a questa gamma <strong>di</strong> interventi, si dovrà operare, in collaborazione<br />

con la Regione e con gli altri strumenti <strong>di</strong> intervento pubblico<br />

in agricoltura, per il riassetto idrogeologico, in via prioritaria,<br />

per un’indagine geologica del Subappennino e del Gargano, con legge<br />

regionale, per la forestazione, per il completamento del-<br />

l’elettrificazione rurale, utilizzando i progetti già elaborati a tale proposito,<br />

per lo sviluppo <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> servizi civili e sociali essenziali<br />

nelle zone agricole e nelle borgate.<br />

Sulla base degli orientamenti generali posti per un nuovo tipo <strong>di</strong><br />

sviluppo, per i comprensori e le Comunità montane e per iniziative<br />

adeguate a realizzarli, si porrà particolare impegno a mobilitare, in<br />

collaborazione con la Regione ed i suoi strumenti <strong>di</strong> intervento, i Centri<br />

sperimentali e gli Enti interessati pre<strong>di</strong>sponendo tutte le misure necessarie:<br />

— per i piani <strong>di</strong> zona, <strong>di</strong> Comprensori e delle Comunità Montane;<br />

— per rendere operante l’esistente centro <strong>di</strong> analisi dei terreni;<br />

— per concorrere a strutture per le indagini <strong>di</strong> mercato e degli in<strong>di</strong>rizzi<br />

colturali;<br />

— per concorrere alla sistemazione della viabilità minore; promu ovendo<br />

iniziative unitarie per i provve<strong>di</strong>menti per i danni da calamità.<br />

<strong>La</strong>vori pubblici e strade.<br />

<strong>La</strong> Provincia si darà un piano per la razionalizzazione, riclassificazione<br />

e re<strong>di</strong>stribuzione della rete viaria, (già oggi <strong>di</strong> 2400 Km.), con<br />

15


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

rigorosi criteri e priorità, che evitino casualità ed episo<strong>di</strong>cità degli interventi,<br />

o peggio, criteri <strong>di</strong> opportunità clientelare e <strong>di</strong> collegio, affrontando<br />

gradualmente anche la sistemazione delle strade <strong>di</strong>ssestate,<br />

rilevate dal Consorzio <strong>di</strong> Bonifica, previa valutazione della loro reale<br />

utilità economica e sociale, o aprendo nuove strade in rapporto ai<br />

mezzi reperibili.<br />

<strong>La</strong> pianificazione deve avvenire in rapporto alle ipotesi <strong>di</strong> sviluppo,<br />

alla <strong>di</strong>namica della organizzazione del territorio, delle nuove<br />

aggregazioni e delle esigenze collettive.<br />

Al fine <strong>di</strong> un razionale utilizzo dei limitati fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili, l’Ente<br />

dovrà dotarsi <strong>di</strong> adeguate attrezzature meccaniche per l’or<strong>di</strong>naria manutenzione,<br />

provvedendo a ristrutturare il funzionamento del servizio<br />

dei cantonieri e dell’Ufficio tecnico.<br />

Trasporti<br />

<strong>La</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, per la sua posizione geografica e per le sue<br />

caratteristiche territoriali morfologiche e <strong>di</strong>mensionali, è sede <strong>di</strong> intensi<br />

traffici ferroviari, stradali e marittimi, ed anche aerei, sia pure in assenza<br />

<strong>di</strong> centri propri <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione (aeroporti).<br />

L’Amministrazione provinciale è impegnata alla razionalizzazione<br />

del sistema dei trasporti che si inserisce in tali traffici, finalizzandolo<br />

alle effettive esigenze attuali e future <strong>di</strong> mobilità degli utenti e delle<br />

merci, anche in funzione dello sviluppo economico e degli inse<strong>di</strong>amenti<br />

nel territorio <strong>di</strong> natura agricola, industriale, turistica, scolastica,<br />

sanitaria, ecc.<br />

In generale si tratterà <strong>di</strong> intervenire per adeguarne il funzionamento<br />

dei servizi e per il potenziamento e la dotazione <strong>di</strong> più adeguate<br />

strutture ed infrastrutture ferroviarie, stradali, marittime e aeroportuali.<br />

Per quanto attiene, in particolare, ai trasporti su strada, si renderà<br />

in<strong>di</strong>spensabile ed urgente provvedere ad estendere la gestione pubblica<br />

dei trasporti all’intero territorio della provincia, eventualmente me<strong>di</strong>ante<br />

la costituzione <strong>di</strong> un’Azienda provinciale <strong>di</strong> trasporti.<br />

Turismo e tempo libero.<br />

L’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> opererà per salvaguardare e restituire<br />

ai citta<strong>di</strong>ni le località balneari, lacustri e turistiche, anche al fine<br />

<strong>di</strong> una piena e democratica riappropriazione del patrimonio monumentale,<br />

artistico e storico esistente in Capitanata. <strong>La</strong> stessa realizzazione<br />

16


_____________________________________________________________________LINEE PROGRAMMATICHE<br />

<strong>di</strong> attrezzature sportive e per il tempo libero, nonché la valorizzazione<br />

delle tra<strong>di</strong>zioni culturali popolari devono essere incoraggiate e stimolate<br />

d’intesa con gli EE.LL. e le organizzazioni sportive, ricreative <strong>di</strong><br />

massa e culturali.<br />

Personale.<br />

Il personale deve essere sempre più <strong>parte</strong>cipe del grande compito<br />

<strong>di</strong> adeguare la Provincia alle nuove esigenze delle masse popolari e<br />

delle Comunità locali, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> rinnovarne la funzione e le strutture.<br />

Questo <strong>di</strong>segno, infatti, può <strong>di</strong>fficilmente essere attuato senza l’apporto<br />

convinto dell’insieme dei lavoratori operanti a tutti i livelli nell’Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong>. Ciò comporta il superamento <strong>di</strong> ogni<br />

elemento <strong>di</strong> autoritarismo e paternalismo, <strong>di</strong> ogni avvilente pratica<br />

clientelare e corporativa, concorsi seri nelle assunzioni, e richiede una<br />

ampia e consapevole corresponsabilizzazione del personale alle scelte<br />

ed alle realizzazioni dell’Amministrazione.<br />

Soltanto così i lavoratori dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> potranno<br />

contribuire ad eliminare ogni forma <strong>di</strong> inefficienza e potranno<br />

esercitare con rinnovato impegno un proprio autonomo ruolo, realizzando<br />

— come tutti i citta<strong>di</strong>ni la loro aspirazione a contare ed a cambiare.<br />

Anche a tal fine, vanno ristrutturati gli stessi uffici e i servizi<br />

provinciali, riqualificando il personale ed utilizzandolo per settori <strong>di</strong><br />

intervento, sulla base <strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazione attiva e corresponsabile,<br />

fondandosi sul criterio del <strong>di</strong>partimento e del lavoro d’ « équipe », come<br />

già avviene nelle più avanzate esperienze amministrative del nostro<br />

Paese.<br />

In questo spirito, si cercheranno le nuove forme necessarie ad una<br />

più ampia collaborazione con i sindacati., non solo dei <strong>di</strong>pendenti dell’Ente<br />

Provincia, ma con i sindacati generali.<br />

Le forze politiche che si riconoscono nel programma e nell’intesa<br />

politico-istituzionale che, esse ritengono, è ancora aperta alla adesione<br />

ed ai contributi della D.C., esprimono infine la volontà che questo loro<br />

sforzo costruttivo e democratico contribuisca a dare una reale sod<strong>di</strong>sfazione<br />

alle pressanti domande che vengono dalle popolazioni <strong>di</strong> Capitanata.<br />

Con altre parole, ancora più esplicite e chiare, non riteniamo chiuso<br />

il <strong>di</strong>scorso dell’intesa più ampia, <strong>di</strong> una intesa, cioè, rivolta a tutte<br />

le forze democratiche, non solo per quanto concerne queste linee pro-<br />

17


LINEE PROGRAMMATICHE_____________________________________________________________________<br />

grammatiche (che, del resto, presentiamo con la massima modestia ed<br />

alla ricerca <strong>di</strong> contributi <strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> proposte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica, cioè, <strong>di</strong> una<br />

<strong>parte</strong>cipazione effettiva e concreta).<br />

Oltre che all’intero Consiglio <strong>Provinciale</strong>, questo nostro invito è<br />

rivolto in particolare, nei confronti delle forze politiche dell’arco costituzionale,<br />

firmatarie del documento <strong>di</strong> intesa dell’11 <strong>di</strong> settembre;<br />

così che, qualora la D.C. si <strong>di</strong>chiari pronta a far <strong>parte</strong>, in modo organico,<br />

della Giunta e ad assumere responsabilità <strong>di</strong>rette, anche solo<br />

nell’ambito della maggioranza, non troverà certamente ostacoli nei<br />

nostri tre partiti, nonché nel partito repubblicano e nel partito liberale,<br />

che hanno entrambi aderito alle nostre proposte programmatiche.<br />

Sono queste le posizioni che noi presentiamo, con la massima modestia<br />

e con l’atteggiamento aperto <strong>di</strong> chi richiede sempre nuovi apporti<br />

e contributi. Mentre non poniamo, quin<strong>di</strong>, pregiu<strong>di</strong>ziali <strong>di</strong> sorta,<br />

che anzi sempre rifiutiamo, ci auguriamo una <strong>di</strong>scussione proficua,<br />

che possa mettere in con<strong>di</strong>zione anche la nostra Provincia <strong>di</strong> realizzare<br />

ciò che in tanti Enti locali, Regioni e Province e Comuni d’Italia si è<br />

già realizzato.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà del momento politico ed economico, la grave situazione<br />

economica e sociale, non consentono più <strong>di</strong> dare speciose <strong>di</strong>stinzioni<br />

o <strong>di</strong> rifiutare apporti seri e costruttivi.<br />

Sono certo che se il partito della Democrazia Cristiana avesse <strong>parte</strong>cipato<br />

in modo pieno ai nostri lavori non sarebbero mancati contributi<br />

<strong>di</strong> idee alle linee <strong>di</strong> questo programma, che l’apporto <strong>di</strong> una forza<br />

politica popolare <strong>di</strong> così lunga esperienza avrebbe certamente reso più<br />

rappresentativo.<br />

Ci auguriamo che questo avvenga nel corso del <strong>di</strong>battito che certamente<br />

avrà luogo tra tutte le forze politiche democratiche.<br />

18


DISCORSO DEL PRESIDENTE<br />

E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, questa Assemblea si è appena<br />

espressa per la costituzione dei suoi organi esecutivi, chiamandomi<br />

all’ufficio <strong>di</strong> Presidente della Giunta <strong>Provinciale</strong>.<br />

Nel <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> accettare, con deferente rispetto, questa in<strong>di</strong>cazione<br />

democraticamente espressiva <strong>di</strong> una scelta politica promanante<br />

dalla volontà popolare, è mio inten<strong>di</strong>mento rivolgere un saluto a questo<br />

consesso, nonché a tutte le Autorità, a tutte le forze e rappresentanze<br />

politiche, sindacali e sociali, ai rappresentanti della stampa, che<br />

sono e si riconoscono come strutture portanti dello stato democratico,<br />

in tutte le sue articolazioni e in tutti i suoi livelli <strong>parte</strong>cipativi previsti<br />

dalla Costituzione repubblicana ed antifascista.<br />

E’ quest’ultima una caratterizzazione non formale, che è permanentemente<br />

avvertita come esigenza culturale ed ideale, e <strong>di</strong> azione<br />

democratica concreta da chiunque, e specialmente da chi accingendosi<br />

ad occuparsi dell’amminis trazione della cosa pubblica non può non richiamarsi<br />

alla matrice democratica e popolare dello Stato repubblicano,<br />

nato dalle lotte e dalle conquiste della Resistenza.<br />

E’ in quelle battaglie ancora una volta, che noi tutti, così come, in<br />

quelle lotte altrettanto nobili e vigorose dei lavoratori italiani e della<br />

nostra Provincia, al fianco dei quali siamo stati e continuiamo fermamente<br />

ad essere, da noi dobbiamo saper riconoscere la matrice e il<br />

fondamento primario della nostra prassi; sono queste lotte, infatti, che<br />

oggi consentono attraverso la <strong>di</strong>namica rappresentativa, <strong>di</strong> esprimere il<br />

senso ed i valori allorché noi tutti ci accingiamo a tentarne concreta e<br />

democratica realizzazione.<br />

Il nostro compito non è facile, anche se è con coraggio e con non<br />

immotivata fiducia che inten<strong>di</strong>amo affrontarlo.<br />

Assistiamo, per contro, ad un salto <strong>di</strong> gravità della situazione economica<br />

e finanziaria del nostro Paese, che ha assunto <strong>di</strong>mensioni ed<br />

aspetti tali, da renderla qualitativamente <strong>di</strong>versa. I guasti si sono ingigantiti,<br />

i no<strong>di</strong> da sciogliere per invertire la rotta e risalire la china si<br />

sono ulteriormente intricati. Di qui la necessità <strong>di</strong> impegni non solo<br />

19


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

maggiori ma anche qualitativamente <strong>di</strong>versi da <strong>parte</strong> degli Enti Locali,<br />

oltre che del Governo centrale.<br />

Non ritengo retorico affermare che la crisi dell’economia italiana e<br />

della pubblica Amministrazione è così profonda che, ove non adeguatamente<br />

affrontata, rischia <strong>di</strong> condurci in vie senza ritorno e <strong>di</strong> travolgere,<br />

con il <strong>di</strong>lagare selvaggio della inflazione e della <strong>di</strong>soccupazione,<br />

le stesse istituzioni democratiche. Al centro dell’attività dei<br />

pubblici poteri si pongono come decisivi i problemi degli investimenti,<br />

dell’occupazione, della lotta all’inflazione. Ne deriva la necessità <strong>di</strong><br />

una progressiva riduzione dei <strong>di</strong>savanzi pubblici, attraverso un contenimento<br />

selettivo della spesa corrente ed al tempo stesso un accrescimento<br />

delle entrate me<strong>di</strong>ante una politica fiscale rivolta a colpire le<br />

evasioni; un contenimento dei consumi superflui attraverso una ristrutturazione<br />

interna a vantaggio dei consumi sociali; investimenti selettivi<br />

in <strong>di</strong>rezione degli obiettivi prioritari per la ripresa economica e per<br />

le strutture civili e sociali che più <strong>di</strong>rettamente si connettono alla ripresa<br />

produttiva: riconversione industriale, Mezzogiorno, piano agricolo-alimentare,<br />

rilancio dell’e<strong>di</strong>lizia (abitativa, scolastica, sanitaria),<br />

trasporti.<br />

Il ruolo degli Enti Locali e delle Regioni per il raggiungimento <strong>di</strong><br />

questi obiettivi che stanno <strong>di</strong> fronte al Paese è quin<strong>di</strong> fondamentale.<br />

a questi obiettivi che dobbiamo rapportare anche la nostra azione<br />

<strong>di</strong> amministratori della Capitanata.Come, infatti, gli organi nazionali,<br />

secondo una intenzione manifestata anche dall’attuale governo, che ci<br />

auguriamo sia rispettata, devono saper «governare insieme con le regioni<br />

e gli enti locali ».<br />

E', infatti, dal salto <strong>di</strong> qualità della loro iniziativa che <strong>di</strong>pende anche<br />

il successo della lotta autonomistica in relazione agli spazi che si<br />

sono aperti in questa nuova fase per il rinnovamento democratico e<br />

decentrato dello Stato, che trae indubbio vigore dalla decisa spinta in<br />

avanti segnata la risultato elettorale del 20 giugno.<br />

Questo risultato — (nel registrare significativamente, a livello nazionale<br />

e nella nostra Provincia, profonde mo<strong>di</strong>fiche sui rapporti <strong>di</strong><br />

forze tra i partiti) — ha espresso « l’ansia <strong>di</strong> rinnovamento delle nostre<br />

popolazioni, <strong>di</strong>retta a conseguire un decisivo sviluppo economicosociale<br />

della nostra provincia, al fine <strong>di</strong> fronteggiare in modo nuovo<br />

ed unitario la drammaticità della situazione ». Così si esprimeva, recentemente,<br />

un importante documento <strong>di</strong> intesa politica, sottoscritto da<br />

tutte le componenti dell’arco costituzionale, auspicando che « la tensione<br />

delle forze politiche », fosse « rivolta alla soluzione dei problemi<br />

20


_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

fondamentali e prioritari » della nostra provincia, « attraverso<br />

un’azione coor<strong>di</strong>nata dei partiti democratici a livello <strong>di</strong> Enti Locali, riconoscendo<br />

alle autonomie locali la funzione progressiva ad esse assegnata<br />

dalla Costituzione repubblicana ».<br />

Non a caso ho richiamato queste significative espressioni <strong>di</strong> consapevole<br />

volontà politica, che deve essere l’in<strong>di</strong>spensabile riferimento<br />

della nostra capacità trasformatrice, <strong>di</strong> fronte alla pesante con<strong>di</strong>zione<br />

economica e sociale della Capitanata e, soprattutto, <strong>di</strong> fronte alla gravità<br />

del drammatico evento che ha recentemente colpito le nostre popolazioni.<br />

A Manfredonia non sono stati colpiti soltanto i coraggiosi<br />

lavoratori <strong>di</strong> quella città, nella salute ancor prima che nella loro con<strong>di</strong>zione<br />

economica e sociale, ma è stata profondamente ferita nella sua<br />

ricchezza umana e nelle sue strutture produttive l’intera comunità provinciale,<br />

esprimentesi in questo consesso, che oggi avverte urgente il<br />

bisogno non solo <strong>di</strong> testimoniare la propria solidarietà morale e civile,<br />

ma soprattutto l’impegno serio e responsabile <strong>di</strong> intervenire concretamente<br />

e costruttivamente in favore <strong>di</strong> quelle popolazioni.<br />

Si è data, peraltro, qui, un’altra occasione <strong>di</strong> verifica dell’insostituibile<br />

ruolo che va riconosciuto agli EE.LL. nell’affrontare, anche al<br />

<strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> eccezionali circostanze che colpiscono gli uomini e l’ambiente,<br />

i problemi che da sempre sono nella realtà quoti<strong>di</strong>ana: le ansie<br />

dei nostri conta<strong>di</strong>ni, la depressione delle donne emarginate, le delusioni<br />

dei nostri operai, il dramma dei nostri <strong>di</strong>soccupati e degli emigrati<br />

della nostra Provincia, quello dei nostri giovani laureati e <strong>di</strong>plomati<br />

che la ricerca <strong>di</strong> un posto <strong>di</strong> lavoro costringe spesso a transigere<br />

con le loro libere intelligenze e le loro coscienze, le ansie <strong>di</strong> chi aspetta<br />

una casa e vive in quartieri <strong>di</strong> ghetto, la delusione <strong>di</strong> chi riven<strong>di</strong>ca<br />

un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico efficiente, le aspettative<br />

<strong>di</strong> chi Riven<strong>di</strong>ca un trattamento sanitario ed ospedaliero pubblico<br />

efficiente, le aspettative <strong>di</strong> chi auspica una qualità migliore della vita e<br />

con<strong>di</strong>zioni lavorative più sicure, le <strong>di</strong>fficoltà dei nostri studenti, le ansie<br />

dei loro genitori ed educatori.<br />

Sono problemi, questi, che richiedono « un nuovo metodo <strong>di</strong> governo,<br />

fondato sulla <strong>parte</strong>cipazione popolare e sui criteri nuovi <strong>di</strong> gestione<br />

della cosa pubblica », in presenza <strong>di</strong> una limitata capacità finanziaria<br />

degli EE. LL.. Occorre garantire in<strong>di</strong>rizzi e condotte politiche<br />

che per rigore morale, obiettività ed efficienza, rispondano alle attese<br />

delle popolazioni e agli interessi della democrazia, « al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> logiche<br />

clientelari e <strong>di</strong>scriminatrici ».<br />

21


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

Ma soprattutto, a fronte <strong>di</strong> una così ampia <strong>di</strong>mensione dei bisogni<br />

e <strong>di</strong> aspettative, non valgono argomentazioni (e talora sofismi) miranti<br />

ad accorciare il respiro del <strong>di</strong>battito e dell’azione politica amministrativa,<br />

appiattendone la <strong>di</strong>alettica, veramente democratica e pluralista,<br />

con pregiu<strong>di</strong>ziali residue ed anguste ripartizioni <strong>di</strong> ruoli, e costringendo,<br />

in tal modo, entro spazi insufficienti la risposta da dare ai<br />

problemi <strong>di</strong> una corretta interpretazione delle regole sostanziali<br />

dell’autentica vita democratica.<br />

Quelle regole vanno ra<strong>di</strong>cate, infatti, nella concreta domanda della<br />

società civile e nei suoi impulsi verso una politica <strong>di</strong> intese democratiche<br />

che sappiano tradurre a livelli <strong>di</strong> governo, i momenti unitari e<br />

oggettivamente collegati delle aspirazioni sociali e dei bisogni <strong>di</strong> rinnovamento<br />

delle masse lavoratrici.<br />

Queste — dopo quanto <strong>di</strong> nuovo e positivo si è già dato nei fatti,<br />

attraverso incontri, e convergenze, sulla prassi politica e nella esperienza<br />

recente, a livello nazionale e locale — non tollerano il permanere<br />

<strong>di</strong> vecchie pregiu<strong>di</strong>ziali, sia pure in forma parziale, che, come è<br />

nella cosiddetta « politica del confronto » inducono elementi <strong>di</strong> indebolimento<br />

e non certo <strong>di</strong> potenziamento del quadro politico complessivo.<br />

<strong>La</strong> democrazia, insomma, consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, non vive sulla <strong>di</strong>stinzione<br />

dei ruoli. Non si tratta <strong>di</strong> negare il garantis mo ma, al contrario,<br />

<strong>di</strong> estenderlo e potenziarlo, in una autentica concezione pluralistica<br />

che lo riempia <strong>di</strong> contenuti effettivi. Valgono ancora oggi le parole<br />

<strong>di</strong> Togliatti, pronunciate in uno dei <strong>di</strong>scorsi alla Costituente del<br />

1947: « E’ democratica soltanto quella maggioranza che corrisponde<br />

alla maggioranza che esiste nel Paese, a quel blocco <strong>di</strong> forze, unito attorno<br />

a comuni aspirazioni e riven<strong>di</strong>cazioni, a comuni necessità politiche<br />

ed economiche, che esiste nella realtà della nostra vita nazionale<br />

<strong>di</strong> oggi ».<br />

Era il ra<strong>di</strong>camento, questo — in una più corposa <strong>di</strong>mensione sociale<br />

— della migliore tra<strong>di</strong>zione democratica, che già con Rousseau<br />

si sforzava <strong>di</strong> conciliare <strong>di</strong>aletticamente la « volontà <strong>di</strong> tutti » con la «<br />

volontà generale » ricordando come la maggioranza necessaria dovesse<br />

essere tanto più vicina all’unanimità quanto più grave fosse la deliberazione<br />

da prendere.<br />

Tali sono, appunto, le decisioni che la Capitanata oggi ci richiede.<br />

Ad essa vanno assicurate delle certezze <strong>di</strong> carattere politico, economico,<br />

finanziario ed istituzionale.<br />

Anche tenendo il debito conto della situazione nuova determinatasi<br />

a livello nazionale, più ampi si aprono gli spazi all’iniziativa ed<br />

all’azione autonomista che è oggi propria della maggior <strong>parte</strong> delle<br />

22


_____________________________________DISCORSO DEL PRESIDENTE E PROGRAMMA DELLA GIUNTA<br />

Province e degli EE. LL. del Paese, e sarà anche della Capitanata, per<br />

spingere decisamente avanti il processo <strong>di</strong> riforma dello Stato su basi<br />

decentrate e democratiche.<br />

Non sarà possibile, superare, ad esempio il grave <strong>di</strong>ssesto della finanza<br />

locale, non sarà sufficiente richiedere l’attuazione della nuova<br />

legge 183 per l’intervento nel Mezzogiorno, se contemporaneamente<br />

non si assumeranno provve<strong>di</strong>menti che incidano sul sistema <strong>di</strong> organizzazione<br />

del potere sviluppando la vita democratica e la <strong>parte</strong>cipazione,<br />

e riconoscendo agli enti adeguate flessibilità autoorganizzative,<br />

anche a fini associativi e aggregativi.<br />

Bisogna insomma anche per tal via, che le istituzioni democratiche<br />

e, con esse l’Ente Provincia, conservino intatta la loro cre<strong>di</strong>bilità democratica:<br />

è necessario, quin<strong>di</strong>, un confronto permanente tra le forze<br />

politiche e le componenti sociali; è in<strong>di</strong>spensabile un coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> sempre più larghi strati delle popolazioni al fine <strong>di</strong> renderle non solo<br />

consapevoli della drammaticità della situazione, ma per richiedere<br />

loro un contributo critico, attivo, per la in<strong>di</strong>viduazione delle soluzioni<br />

migliori.<br />

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, l’esposizione delle linee<br />

programmatiche ispiratrici della Giunta che va a costituirsi rende inutile<br />

una mia ulteriore esplicitazione delle scelte politiche che essa intende<br />

compiere.<br />

Mi sia qui consentito invece rivolgere un fraterno saluto a tutti coloro<br />

che hanno contribuito alla nascita <strong>di</strong> questa coalizione, ampia e<br />

democratica, che ha lodevolmente voluto assumere il compito <strong>di</strong> dare<br />

un governo alle generose popolazioni della Capitanata, alle quali, nel<br />

momento <strong>di</strong> avvio dell’opera <strong>di</strong> accoglimento delle loro attese va il<br />

mio auspicio più fervido.<br />

Un saluto vada inoltre al personale dell’Amministrazione provinciale<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ed ai suoi organismi sindacali cui rivolgo un invito<br />

cor<strong>di</strong>ale ad una com<strong>parte</strong>cipazione sentita alle scelte della Giunta, che<br />

— posso senz’altro affermare —, sarà loro franca interlocutrice.<br />

Ai colleghi, infine, <strong>di</strong> questa, così come della passata Amministrazione,<br />

vada il mio augurio <strong>di</strong> buon lavoro e la mia esortazione ad una<br />

franca e democratica collaborazione, uniti tutti, come siamo, da una<br />

comune fede sulle regole della vita democratica e dalla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> dover contribuire pur nei limiti del loro mandato, ad uno sforzo<br />

<strong>di</strong> creazione culturale, nel generale compito, che oggi ci è <strong>di</strong> fronte, <strong>di</strong><br />

concorrere alla elaborazione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> civiltà, del quale, a<br />

tutt’oggi, si avvertono solo gli embrioni nelle nostre comunità, nel<br />

23


FRANCESCO KUNTZE__________________________________________________________________________<br />

complesso generale, inteso, ma vitale travaglio della società italiana.<br />

Nessuna concessione, quin<strong>di</strong>, ad atteggiamento <strong>di</strong> sfiducia, ché anzi,<br />

— mi piace <strong>di</strong>rlo con le parole del Presidente della Camera dei Deputati,<br />

compagno Pietro Ingrao: « Il nostro è un popolo forte, maturo,<br />

che può affrontare le prove e i sacrifici necessari e sa darsi una giusta<br />

e responsabile auto<strong>di</strong>sciplina, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere sempre più chiamato<br />

a conoscere, a <strong>parte</strong>cipare, a controllare ».<br />

Sentiamoci impegnati, dunque, con fiducia a contribuire alla costruzione<br />

<strong>di</strong> un nuovo, originale modello <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> una nuova armonia<br />

e completezza della civiltà, che abbia al centro della sua ragion<br />

d’essere il rispetto per la natura dell’uomo, in quanto tale, non meno<br />

che per i suoi bisogni, per le sue aspirazioni, per i suoi valori <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no.<br />

24<br />

AVV. FRANCESCO KUNTZE<br />

Pres. Amministrazione Prov. Capitanata


I - PREMESSA.<br />

PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

RELAZIONE ECONOMICA<br />

1. <strong>La</strong> decisione del CIPE, in data 22 settembre 1972, <strong>di</strong> ubicare<br />

nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico e<br />

i conseguenti esami da <strong>parte</strong> dei tecnici della società (Aeritalia) conclusisi<br />

con la scelta del sito nei pressi dell’aeroporto militare <strong>di</strong> Amendola<br />

(Manfredonia) consentono <strong>di</strong> conferire un carattere operativo<br />

al modello descrittivo-interpretativo dell’assetto territoriale dell’intera<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, contenuto nell’ultima <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

socio-economico del Piano regolatore dell’A.S.I.<br />

<strong>La</strong> caratterizzazione in senso operativo del modello descrittivointerpretativo<br />

consiste in una somma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni normative, desunte<br />

dalla combinazione dei principali risultati dell’analisi delle strutture<br />

territoriali con la previsione degli effetti della suddetta decisione del<br />

CIPE. Trattasi <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento industriale che, per il volume occupazionale,<br />

conferisce al programma <strong>di</strong> industrializzazione dell’A.S.I.<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> un contenuto tale che risulta più agevole la specificazione in<br />

senso operativo del modello <strong>di</strong> assetto territoriale.<br />

Un modello decisionale <strong>di</strong> assetto del territorio non può confondersi<br />

con le scelte effettive, in quanto è pur sempre un’espressione <strong>di</strong><br />

carattere teorico, tale che nell’astrattezza e nella generalità della sua<br />

formulazione non può considerare le singole <strong>di</strong>fficoltà e gli ostacoli,<br />

particolari, che la volontà dell’operatore, sia pubblico che privato, deve<br />

superare in fase <strong>di</strong> realizzazione del suo progetto.<br />

Ma il modello decisionale o normativo non può prescindere da un<br />

modello <strong>di</strong> carattere descrittivo-interpretativo dello stato <strong>di</strong> fatto esistente<br />

nel territorio oggetto <strong>di</strong> pianificazione, sicché occorre meglio<br />

precisare la natura e la forma del collegamento tra questi due modelli<br />

teorici, le cui risultanze possono illuminare e guidare le scelte concrete.<br />

2. Il modello descrittivo-interpretativo non può, per sua natura, andare<br />

al <strong>di</strong> là dei dati <strong>di</strong> fatto. Esso si limita a raccogliere la massa <strong>di</strong><br />

informazioni e <strong>di</strong> statistiche, selezionarle in modo da racchiuderle in<br />

25


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

un quadro or<strong>di</strong>nato, capace <strong>di</strong> riassumere in poche notazioni le modalità<br />

della <strong>di</strong>stribuzione sul territorio dell’attività economica. Un modello<br />

descrittivo ha necessariamente la funzione <strong>di</strong> sintesi, e la sintesi<br />

richiede un processo selettivo delle informazioni delle statistiche. Volendo<br />

integrare la mera descrizione con l’interpretazione del dato <strong>di</strong><br />

fatto, bisogna cercare <strong>di</strong> cogliere i nessi <strong>di</strong> carattere funzionale, se non<br />

proprio <strong>di</strong> carattere causale, che intercorrono tra le grandezze selezionate<br />

nel modello descrittivo; scoprire le leggi empiriche presenti nella<br />

realtà in esame.<br />

<strong>La</strong> costruzione del nostro modello interpretativo si fonda su un<br />

certo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi, misurati alcuni con riferimento alla data <strong>di</strong> rilevazione<br />

( « ad oggi » per intenderci) ed altri con riferimento a <strong>di</strong>verse<br />

date del passato.<br />

E’ chiaro che, sulla base <strong>di</strong> simili in<strong>di</strong>ci, è possibile descrivere lo<br />

stato attuale e in<strong>di</strong>viduare le linee <strong>di</strong> tendenza, che — con le opportune<br />

estrapolazioni — formano oggetto <strong>di</strong> un modello previsionale.<br />

Ma i contenuti <strong>di</strong> un simile modello possono trasferirsi in un documento<br />

programmatico a con<strong>di</strong>zione che si attribuisca alla pianificazione<br />

dello sviluppo la mera funzione <strong>di</strong> prevedere e normalizzare le tendenze,<br />

che sono già in atto nell’evoluzione del sistema economico.<br />

Un simile metodo è stato largamente usato nella recente esperienza<br />

della programmazione a livello sia nazionale che locale, ma gli stessi<br />

risultati <strong>di</strong> questa esperienza hanno suggerito l’opportunità <strong>di</strong> adottare<br />

l’impostazione e metodologia <strong>di</strong>fferenti.<br />

<strong>La</strong> pianificazione non è una mera estrapolazione delle tendenze ricavate<br />

dall’osservazione e dall’analisi delle vicende passate ma richiede<br />

la costruzione <strong>di</strong> un modello normativo desunto da un quadro<br />

<strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> finalità, <strong>di</strong> obiettivi, che spesso non coincidono con il<br />

meccanismo vigente.<br />

L’intuizione, che sta alla base <strong>di</strong> questa proposizione, è talmente<br />

suggestiva e aderente allo spirito innovativo del nostro tempo che<br />

molto <strong>di</strong>fficilmente può non essere accolta. Non solo la legittimazione<br />

dell’intervento statale è fuori <strong>di</strong>scussione, ma è largamente <strong>di</strong>ffusa<br />

l’attesa <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni notevoli nel modo <strong>di</strong> funzionamento del sistema<br />

economico, specie con riferimento alle zone in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />

anche per queste ultime ragioni, non si può prescindere dal preventivo<br />

accertamento dello stato <strong>di</strong> fatto e delle tendenze in atto.<br />

A questa realtà e ai suoi conseguenti modelli conoscitivi bisogna<br />

ritenere gli schemi <strong>di</strong> valutazione normativa dedotti dalle aspirazioni,<br />

26


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

dalle idealità proprie della cultura del gruppo nel dato momento storico.<br />

Altrimenti si rischia <strong>di</strong> rimanere a livello <strong>di</strong> mere enunciazioni del<br />

dover essere, destinate ad isterilirsi con il passare del tempo.<br />

In altri termini, sulla base <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong> finalità ed obiettivi, occorre<br />

giu<strong>di</strong>care le ragioni del rafforzamento o del cambiamento delle<br />

tendenze attuali, quali risultano dall’analisi delle strutture territoriali.<br />

In tal modo, l’essere si combina con il dover essere, ed il modello<br />

descrittivo-interpretativo si trasforma e assume i caratteri <strong>di</strong> un modello<br />

normativo-decisionale.<br />

II - CRITERI METOLOGICI PER LA ZONIZZAZIONE DELLA PROVIN-<br />

CIA DI FOGGIA AI FINI DEL DISEGNO DI ASSETTO TERRITO-<br />

RIALE<br />

1. — E’ ormai largamente <strong>di</strong>ffuso il convincimento che la regione<br />

non costituisce un’entità « reale, fissa ed univocamente determinata »<br />

(Isard), ma piuttosto la <strong>di</strong>mensione spaziale <strong>di</strong> singoli e ben in<strong>di</strong>viduati<br />

programmi <strong>di</strong> attività. Il problema economico rappresenta, perciò, il<br />

necessario termine <strong>di</strong> riferimento, o meglio è l’in<strong>di</strong>spensabile base <strong>di</strong><br />

<strong>parte</strong>nza, che — nel suo esplicarsi — assume sia un profilo temporale<br />

che una <strong>di</strong>mensione spaziale.<br />

E’ possibile sud<strong>di</strong>videre un dato territorio, in tante regioni per<br />

quanti sono i problemi economici che sì intende affrontare e risolvere.<br />

Si è in presenza <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione analogo a quello<br />

che si registra in tema <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> un sistema economico in settori<br />

produttivi. Le sud<strong>di</strong>visioni risultano molteplici a seconda della natura<br />

tecnica, economica, finanziaria o sociale dei criteri selettivi.<br />

Da questa premessa scaturisce una conseguenza <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne generale<br />

e cioè che non è valido pensare ad un unico metodo <strong>di</strong> regionalizzazione<br />

dei sistemi economici. In termini operativi, possono essere utilizzati<br />

contestualmente <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>, al fine <strong>di</strong> meglio inquadrare gli<br />

aspetti territoriali del programma <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />

Nel caso specifico in esame, non va sottaciuta una circostanza <strong>di</strong><br />

rilievo: la contiguità territoriale del progettato inse<strong>di</strong>amento Aeritalia<br />

l’impianto petrolchimico da poco realizzato dall’ANIS, entrambi ra<strong>di</strong>calmente<br />

innovativi della struttura industriale esistente.<br />

L’ubicazione <strong>di</strong> questi due grossi impianti industriali, nel cuore<br />

della pianura foggiana, non può non alterare gli equilibri territoriali<br />

nonché le <strong>di</strong>rezioni dei <strong>di</strong>namismi <strong>di</strong> sviluppo già in atto.<br />

Questi equilibri e questi <strong>di</strong>namismi si manifestano sul territorio<br />

27


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

in una serie più o meno integrata <strong>di</strong> « ragioni », legate tra loro da rapporti<br />

<strong>di</strong> omogeneità e <strong>di</strong> complementarità. Su questa specie <strong>di</strong> mosaico,<br />

composto <strong>di</strong> varie unità contigue bisogna programmare<br />

l’inserimento <strong>di</strong> un’area con una sua « funzione » tutta propria, cioè un<br />

processo logico ispirato all’obiettivo dello sviluppo equilibrato anche<br />

sotto il profilo territoriale.<br />

Anticipando una delle conclusioni, si può <strong>di</strong>re che l’ipotesi programmatica<br />

ed operativa dovrà armonizzare un tessuto caratterizzato<br />

da scarsi <strong>di</strong>namismi, perciò descrivibile <strong>di</strong> una serie articolata <strong>di</strong> regioni<br />

omogenee, con alcune innovazioni, la cui area <strong>di</strong> influenza crea<br />

un’unità territoriale qualitativamente <strong>di</strong>versa, rispetto alle aree omogenee<br />

dello assetto preesistente.<br />

In breve, combinare omogeneità con funzionalità vuoi essere un<br />

accorgimento metodologico, con cui cercare <strong>di</strong> superare uno dei principali<br />

limiti dell’analisi regionali, cioè il suo prevalente carattere statico,<br />

appena corretto dal confronto <strong>di</strong> situazioni con in<strong>di</strong>ci temporali<br />

<strong>di</strong>fferenti. E noto che la statica comparata non fornisce ancora una<br />

rappresentazione sistematica delle modalità, con cui si mo<strong>di</strong>ficano i<br />

confini ed i caratteri delle singole unità territoriali formanti un insieme<br />

<strong>di</strong> regioni.<br />

<strong>La</strong> possibilità <strong>di</strong> questo momento <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong>scende dalla presenza<br />

<strong>di</strong> alcuni programmi <strong>di</strong> attività ben precisi. Ciò conferma il precedente<br />

giu<strong>di</strong>zio, secondo cui la delimitazione e la caratterizzazione <strong>di</strong> una regione<br />

non può essere affidata ad una metodologia generale ed astratta,<br />

ma si fondano su finalità concrete e quin<strong>di</strong> su reali e ben precisati programmi<br />

<strong>di</strong> attività economica.<br />

2. — Al termine del processo <strong>di</strong> scomposizione <strong>di</strong> un territorio in<br />

una serie <strong>di</strong> unità contigue, bisogna precisare solo se il risultato <strong>di</strong><br />

quest’analisi risieda nella pura e semplice in<strong>di</strong>viduazione dei confini e<br />

forse anche dei grado <strong>di</strong> coesione interna delle singole unità (zone, aree<br />

o regioni che <strong>di</strong>r si voglia) o anche se la sud<strong>di</strong>visione territoriale<br />

presenta un suo principio e una sua regione unificante.<br />

In altri termini, come l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un’area non si esaurisce<br />

nella delimitazione dei confini ma esige anche la precisazione dei contenuti<br />

economici e quin<strong>di</strong> del suo grado <strong>di</strong> coesione interna, così<br />

l’articolazione <strong>di</strong> un territorio in un insieme <strong>di</strong> unità contigue deve<br />

chiarire anche le ragioni e il grado <strong>di</strong> coesione tra queste unità territoriali<br />

minori.<br />

Non può trattarsi <strong>di</strong> una mera giustapposizione fisica <strong>di</strong> unità tra<br />

loro <strong>di</strong>stinte in base al prevalere <strong>di</strong> qualche carattere fisico, economico<br />

28


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

e sociale, ma bisogna determinare i vincoli, le relazioni, i collegamenti<br />

che esistono tra le singole unità.<br />

Trattasi della <strong>di</strong>saggregazione territoriale <strong>di</strong> un sistema, a fini programmatici.<br />

Ogni sistema ha, in quanto tale, una serie <strong>di</strong> motivi unificanti.<br />

Da questo concetto-base <strong>di</strong>scende una conseguenza rilevante per la<br />

costruzione dei modelli decisionali ed operativi. Promuovendo la realizzazione<br />

<strong>di</strong> due impianti industriali ra<strong>di</strong>calmente innovati<br />

dell’apparato industriale esistente non significa « sovrapporre » al mosaico<br />

<strong>di</strong> aree o zone preesistenti un’altra, corrispondente al raggio <strong>di</strong><br />

influenza <strong>di</strong> questi impianti, ma significa accertare le mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

del principio unificante del « sistema » in esame.<br />

E siccome la pianificazione si regge sul principio <strong>di</strong> non limitarsi a<br />

registrare le conseguenze delle decisioni dei singoli, in quanto non<br />

sempre e non necessariamente si attua l’automatico armonizzarsi <strong>di</strong><br />

questi con la situazione preesistente, è necessario prefigurare — almeno<br />

nei suoi tratti fondamentali — i cambiamenti nelle ragioni e nelle modalità<br />

<strong>di</strong> coesione, che fanno attribuire al territorio in esame la qualifica<br />

<strong>di</strong> sistema o sub-sistema, avente cioè una sua autonomia ed una sua<br />

in<strong>di</strong>vidualità (loschi).<br />

3. — Un Piano regolatore territoriale non può — per sua natura<br />

fermarsi all’accertamento <strong>di</strong> una o più ipotesi del grado e delle forme<br />

del predetto cambiamento ma deve motivare le ragioni per cui è accettabile<br />

una simile previsione oppure formulare una serie <strong>di</strong> interventi,<br />

attraverso i quali orientare gli effetti dei nuovi impianti industriali verso<br />

gli obiettivi fissati, in un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> assetto territoriale costruito sulla<br />

base <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> valutazioni e <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi ricavati da molteplici e<br />

<strong>di</strong>fferenti fonti <strong>di</strong> conoscenza.<br />

Indubbiamente sotto questo profilo, l’articolazione del territorio in<br />

unità contigue omogenee può servire a semplificare i numerosi e complessi<br />

fenomeni. Ma l’approccio della pianificazione dello sviluppo,<br />

con imme<strong>di</strong>ate specificazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne operativo anche sul piano territoriale,<br />

rende impegnativo e oneroso l’impiego degli strumenti della<br />

analisi regionale, non fosse altro perché essi cessano <strong>di</strong> essere autosufficienti,<br />

e postulano l’integrazione con giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore.<br />

In particolare, la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un dato territorio in tipi, qualitativamente<br />

<strong>di</strong>fferenti, <strong>di</strong> aree o zone sta a significare l’esistenza <strong>di</strong> una certa<br />

gerarchia <strong>di</strong> problemi economici, alcuni con portata maggiore ed altri<br />

minore, si che la stessa avvertenza della loro gradualità può essere<br />

<strong>di</strong> ausilio al raggiungimento <strong>di</strong> più elevati livelli <strong>di</strong> benessere.<br />

29


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

Anche se l’ambito territoriale della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> costituisce<br />

un’entità piuttosto modesta rispetto all’intero territorio nazionale, risulta<br />

ugualmente problematico e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione — a livello decisionale<br />

— determinare con rigore scientifico il complesso dei provve<strong>di</strong>menti<br />

tecnici, economici e finanziari capaci <strong>di</strong> rendere massima la<br />

funzione del benessere collettivo della popolazione dauna.<br />

Sarebbe già tanto se si riuscisse a selezionare un gruppo <strong>di</strong> programmi<br />

e <strong>di</strong> progetti, per ciascuno dei quali determinare volume <strong>di</strong> ubicazione<br />

convenienti. E’ ovvio che prima o dopo s’instaurano tra i<br />

singoli progetti tali e tante relazioni, i cui effetti potrebbero alterare il<br />

precedente giu<strong>di</strong>zio formulato sulla base dell’esame dei progetti singoli.<br />

E’ sufficiente l’intuizione ad avvertire l’alta probabilità del-<br />

l’insorgere <strong>di</strong> una simile situazione; l’analisi dei sistemi ha<br />

l’ambizione <strong>di</strong> venire incontro a questa esigenza logica e <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarla<br />

con metodo rigorosamente scientifico.<br />

Dai precedenti accenni risulta evidente che ciascun programma <strong>di</strong><br />

sviluppo può comportare una « sua » articolazione del territorio in aree<br />

o zone operative, cosicché — nella misura in cui è vasto e complesso<br />

l’intero piano — risultano molteplici specifici insieme <strong>di</strong> regioni. E<br />

conseguentemente più viva si fa l’aspirazione all’unico vero insieme<br />

<strong>di</strong> regioni. Ma allo stato attuale delle conoscenze e dall’elaborazione<br />

scientifica siamo ben lontani da questa meta, sì che non resta che accontentarsi<br />

<strong>di</strong> saper bene valutare i singoli programmi specializzati e<br />

determinare i più vali<strong>di</strong> collegamenti, sia sotto il profilo economico<br />

che sotto il profilo territoriale.<br />

Da quanto precede si possono ricavare sufficienti elementi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio<br />

per valutare ed applicare al caso in esame la norma generale fissata<br />

nell’art. 8 della legge 853.<br />

Le critiche alla nota scelta a favore della concentrazione territoriale<br />

dello sviluppo industriale in poche aree ben dotate, contenuta nella<br />

precedente legge sul Mezzogiorno, la 717, possono fuorviare<br />

l’interpretazione del predetto art. 8 della nuova legge sul Mezzogiorno,<br />

quasi che non sia più valida l’idea del « polo » <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> zone<br />

<strong>di</strong> concentrazione, tanto che l’interesse attuale sia soltanto quello <strong>di</strong><br />

determinare « le linee <strong>di</strong>rettrici prioritarie per conseguire la massima<br />

penetrazione del processo <strong>di</strong> industrializzazione nei territori esterni alle<br />

zone <strong>di</strong> concentrazione ».<br />

<strong>La</strong> proiezione sul territorio dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico, nel-<br />

30


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />

la misura in cui comporta l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree uniformi quanto a<br />

grado attuale e prospettive <strong>di</strong> sviluppo, può servire a verificare il grado<br />

<strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà della nota contrapposizione tra il « polo », ispirato<br />

all’obiettivo della concentrazione territoriale, e la « <strong>di</strong>rettrice », ispirata<br />

all’obiettivo della <strong>di</strong>ffusione. Il nostro oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è costituito da<br />

una delle più estese zone pianeggianti del Mezzogiorno, cosicché il<br />

modello <strong>di</strong> assetto territoriale, corrispondente all’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

economico, può condurre ad una serie <strong>di</strong> conclusioni, che, pur coerenti<br />

con l’obiettivo implicito nel citato art. 8 della 853 cioè lo sviluppo equilibrato,<br />

sono correttamente inquadrabili nel concetto « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />

penetrazione, nella misura in cui questo concetto non si identifica in<br />

una forma geometrica quali lineare, una linea cioè i cui punti siano costituiti<br />

da altrettanti ubicazioni <strong>di</strong> imprese industriali, ma in un sistema<br />

<strong>di</strong> aree con <strong>di</strong>fferenti caratteri e prospettive <strong>di</strong> sviluppo.<br />

4. — Lo stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>mensione territoriale dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo<br />

economico si è basato sulla composizione dei risultati <strong>di</strong> due <strong>di</strong>stinte<br />

analisi. <strong>La</strong> prima ha cercato <strong>di</strong> calcolare il « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

» dei singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. <strong>La</strong> seconda<br />

analisi ha preso in esame la localizzazione delle più importanti innovazioni<br />

in atto nell’apparato produttivo provinciale. In altri termini, la<br />

prima analisi ha riguardato lo stato attuale delle modalità <strong>di</strong> sviluppo<br />

dei singoli comuni, laddove la seconda analisi si è rivolta a considerare<br />

le possibilità <strong>di</strong> sviluppo nell’imme<strong>di</strong>ato futuro, quali si possono<br />

desumere dalle particolari dotazioni <strong>di</strong> risorse idriche, minerale e <strong>di</strong><br />

capitale fisso sociale.<br />

<strong>La</strong> valutazione del « grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico » si è<br />

fondata su due gruppi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci, e precisamente tre in<strong>di</strong>ci « strutturali »<br />

al 1971: 1) incidenza percentuale della popolazione attiva sulla popolazione<br />

residente; 2) incidenza percentuale degli addetti al settore agricolo;<br />

3) il numero me<strong>di</strong>o delle abitazioni per mille abitanti, e <strong>di</strong> quattro<br />

in<strong>di</strong>ci « <strong>di</strong>namici »; 4) variazione secolare della popolazione residente<br />

(1861-1961); 5) variazione decennale della popolazione residente<br />

(1961-71); 6) variazione degli addetti ad attività extra-agricole<br />

1961-71; 7) variazione del numero delle abitazioni del decennio 1961-<br />

71.<br />

Questi <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>ci consentono <strong>di</strong> misurare da angolazioni <strong>di</strong>fferenti<br />

la molteplicità degli aspetti della organizzazione economicosociale<br />

della Capitanata. Anziché affidarsi a un unico in<strong>di</strong>ce, che per<br />

quanto rappresentativo non può mai riassumere tutti i numerosi aspetti<br />

dello sviluppo socio-economico, si è voluto effettuare la misurazione<br />

più volte, nell’intento <strong>di</strong> cogliere un maggior numero <strong>di</strong> aspetti e poi<br />

31


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

cumularne i risultati. In questo modo il grado <strong>di</strong> rappresentatività <strong>di</strong><br />

questa misura finale è maggiore e quin<strong>di</strong> consente <strong>di</strong> ricavare con<br />

maggiore fondamento la <strong>di</strong>visione del territorio in aree aventi lo stesso<br />

« grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />

5. — Il quadro prospettico A riporta queste serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci per i 61<br />

comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> (sono state escluse le Isole Tremiti).<br />

I campi <strong>di</strong> variazione <strong>di</strong> ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci sono risultati piuttosto<br />

ampi, cosicché è stato necessario condensare queste variazioni in poche<br />

classi.<br />

Per il raggruppamento <strong>di</strong> queste variazioni si è adottato il noto<br />

proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Strugas, e si è determinato così l’intervallo <strong>di</strong> classe<br />

(l’intervallo <strong>di</strong> classe è uguale al rango, quale risulta dalla <strong>di</strong>fferenza<br />

tra i valori estremi della serie, <strong>di</strong>viso per 1+3,22 log. N).<br />

Le « <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza », ottenute con questo proce<strong>di</strong>mento,<br />

sono state raccolte nel quadro prospettico B e nei relativi istogrammi.<br />

Successivamente si è calcolato per ciascuna serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci la me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica, lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o e il coefficiente <strong>di</strong> variabilità.<br />

Corre obbligo <strong>di</strong> precisare che è stato il fine della ricerca <strong>di</strong> imporre<br />

l’adozione della me<strong>di</strong>a aritmetica, con il suo relativo scarto quadratico<br />

me<strong>di</strong>o, e non già la me<strong>di</strong>a ponderata. E’ sufficiente, infatti,<br />

considerare il caso <strong>di</strong> uno dei sette in<strong>di</strong>ci. Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esposizione,<br />

si prenda l’in<strong>di</strong>ce della variazione secolare della popolazione residente.<br />

L’incremento me<strong>di</strong>o della popolazione residente, nel 1961, dell’intera<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è pari a 202,8 facendo uguale a 100 il valore<br />

del 1861. E’ chiaro che questo numero-in<strong>di</strong>ce esprime una me<strong>di</strong>a ponderata<br />

della variazione registrata nei singoli comuni, nel senso che le<br />

variazioni dei comuni con un numero maggiore <strong>di</strong> residenti « pesano »<br />

relativamente <strong>di</strong> più delle variazioni dei comuni con un numero minore<br />

<strong>di</strong> residenti.<br />

Ai fini dell’analisi delle strutture territoriali, il riferimento alla me<strong>di</strong>a<br />

ponderata risulterebbe fuorviante, in quanto l’oggetto specifico in<br />

osservazione è la modalità <strong>di</strong> variazione sul territorio <strong>di</strong> un dato in<strong>di</strong>ce.<br />

In altri termini, occorre in<strong>di</strong>viduare i gruppi <strong>di</strong> comuni che presentano<br />

lo stesso in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> variazione. O meglio, i gruppi <strong>di</strong> comuni che<br />

presentano in<strong>di</strong>ci ap<strong>parte</strong>nenti allo stesso intervallo <strong>di</strong> classe.<br />

In genere, come si può facilmente ricavare dalla lettura del quadro<br />

prospettico B, tutte le <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza si basano su sei-sette<br />

32


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />

INDICI DINANICI<br />

QUADRO B<br />

Popolazione residente 1961 (1861=100) Popolazione residente<br />

1971 (1961= 100)<br />

R=657,8 i =96 R=71,2 i=10,3<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

Fino a 100<br />

da 101 – 202<br />

201 – 300<br />

301 – 400<br />

401 – 500<br />

501 – 600<br />

601 – 700<br />

701 - 800<br />

Frequenza<br />

f (.)<br />

12<br />

27<br />

9<br />

5<br />

5<br />

0<br />

0<br />

1<br />

59 (.)<br />

(.) al 1861 non esistevano i comuni<br />

<strong>di</strong> Carapelle e <strong>di</strong> Mattinata.<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

Fino a 60<br />

61 a 70<br />

71 a 80<br />

81 a 90<br />

91 a 100<br />

101 a 110<br />

111 a 120<br />

121 a 130<br />

Frequenza<br />

f<br />

2<br />

4<br />

12<br />

18<br />

13<br />

9<br />

2<br />

1<br />

61<br />

In<strong>di</strong>ce degli addetti all’attività<br />

extra—agricola 1971 (1961=100). In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />

R=112,4 i=19,1 R=69 i=9,9<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

45 - 63,0<br />

63,1 - 81,0<br />

81,1 - 99,0<br />

99,1 - 117,0<br />

117,1 - 135,0<br />

135,1 - 153,0<br />

153,1 - 171,0<br />

Frequenza<br />

f<br />

3<br />

13<br />

24<br />

15<br />

4<br />

1<br />

1<br />

59 (.)<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

76 — 85<br />

86 — 95<br />

96 — 105<br />

106 — 115<br />

116 — 125<br />

126 — 135<br />

136 — 145<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

10<br />

10<br />

17<br />

8<br />

4<br />

4<br />

61<br />

33


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA DEGLI<br />

INDICI STRUTTURALI<br />

QUADRO B<br />

Abitazioni per 1000 abitanti (1971) In<strong>di</strong>ce abitazioni 1971(1961=100)<br />

R=129 i=31,9 R=69 i=9,9<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

256 – 285<br />

286 – 315<br />

316 – 345<br />

346 - 375<br />

376 - 405<br />

406 - 435<br />

436 - 475<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

16<br />

11<br />

11<br />

3<br />

6<br />

3<br />

58 (.)<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

76 — 85<br />

86 — 95<br />

96 — 105<br />

106 — 115<br />

116 — 125<br />

126 — 135<br />

136 — 145<br />

Frequenza<br />

f<br />

8<br />

10<br />

10<br />

17<br />

8<br />

4<br />

4<br />

61<br />

Incidenza % della popolazione at- Incidenza % degli addetti agri-<br />

tiva sul totale della popolazione coli sulla popolazione attiva<br />

residente (1971) (1971)<br />

R= 19,4 i= 2,7 R= 61,0 f= 8,80<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

25,0 – 28,0<br />

28,1 – 31,0<br />

31,1 – 34,0<br />

34,1 – 37,0<br />

37,1 – 40,0<br />

40,1 – 43,0<br />

43,1 – 46,0<br />

Frequenza<br />

f<br />

5<br />

12<br />

6<br />

14<br />

13<br />

8<br />

3<br />

61<br />

Intervallo <strong>di</strong> classe<br />

i<br />

15,0 — 25,0<br />

25,1 — 35,0<br />

35,1 — 45,0<br />

45,1 — 55,0<br />

55,1 — 65,0<br />

65,1 — 75,0<br />

oltre 75<br />

Frequenza<br />

f<br />

1<br />

3<br />

13<br />

8<br />

16<br />

15<br />

5<br />

61<br />

classi <strong>di</strong> intervallo, per cui si in<strong>di</strong>viduano sei-sette gruppi <strong>di</strong> comu ni.<br />

Volendo ulteriormente condensare questa <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza<br />

in tre soli intervalli <strong>di</strong> classe, in<strong>di</strong>canti rispettivamente il livello minimo,<br />

me<strong>di</strong>o e massimo, si è fatti ricorso all’uso combinato della me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica con il suo relativo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />

34


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

Per riprendere il predetto esempio, è risultato che l’incremento me<strong>di</strong>o<br />

della popolazione residente fra il 1861 e il 1961 è misurato dal<br />

numero in<strong>di</strong>ce 192,2 ovviamente inferiore alla me<strong>di</strong>a ponderata.<br />

Questo in<strong>di</strong>ce funge, così, da primo termine <strong>di</strong> riferimento per valutare<br />

le variazioni <strong>di</strong> popolazione residente registrate nei singoli comuni.<br />

E cioè rispetto al campo <strong>di</strong> variazione compreso tra il valore<br />

massimo <strong>di</strong> S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia con in<strong>di</strong>ce 714,7 e il valore minimo<br />

<strong>di</strong> Roseto Valfortore con in<strong>di</strong>ce 56,9, si ha la tendenza verso il<br />

valore centrale <strong>di</strong> 192,2. E quin<strong>di</strong>, per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un primo termine<br />

<strong>di</strong> riferimento, atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riferimento,<br />

atto a valutare le variazioni <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce per i singoli<br />

comuni, non ha senso la me<strong>di</strong>a ponderata, ma è significativa solo la<br />

me<strong>di</strong>a aritmetica. Questa consente, infatti, <strong>di</strong> stabilire quali comuni<br />

hanno fatto registrare una variazione superiore alla me<strong>di</strong>a e quali una<br />

variazione inferiore.<br />

In altri termini, il « peso » dei singoli comuni non è rilevante, perché<br />

qui si vogliono confrontare i numeri-in<strong>di</strong>ce dei singoli comuni, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dal numero dei residenti, in modo che da questo confronto,<br />

si possa ricavare una in<strong>di</strong>cazione, sia pure parziale e in<strong>di</strong>retta,<br />

del <strong>di</strong>verso « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei singoli comuni.<br />

Su questa base lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o consente <strong>di</strong> raggruppare<br />

in tre classi questi in<strong>di</strong>ci misuratori del grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

dei singoli comuni. Infatti, è possibile in<strong>di</strong>viduare il gruppo<br />

dei comuni con in<strong>di</strong>ce inferiore alla me<strong>di</strong>a provinciale; il gruppo dei<br />

comuni con in<strong>di</strong>ce compreso tra la me<strong>di</strong>a e la me<strong>di</strong>a più lo scarto quadratico<br />

me<strong>di</strong>o e il gruppo dei comuni con in<strong>di</strong>ce superiore a quest’ultimo<br />

valore.<br />

6. — Sorge, a questo punto, l’interrogativo come valutare queste<br />

tre classi <strong>di</strong> valore. In altri termini, a quale <strong>di</strong> queste tre classi attribuire<br />

il valore <strong>di</strong> grado massimo <strong>di</strong> importanza economica ed a quale<br />

il valore <strong>di</strong> grado minore.<br />

Per rispondere a questa domanda torna utile la <strong>di</strong>stinzione tra in<strong>di</strong>ci<br />

strutturali e in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>namici, in quanto tutti e tre gli in<strong>di</strong>ci strutturali<br />

presentano la caratteristica, per cui gli in<strong>di</strong>ci inferiori alla me<strong>di</strong>a<br />

rappresentano un segno <strong>di</strong> debolezza e <strong>di</strong> arretratezza tali da giustificare<br />

l’attribuzione del valore minimo. O, per esprimerci in termini ricavati<br />

dalla lettura degli istogrammi, si può <strong>di</strong>re che i gruppi <strong>di</strong> comu-<br />

35


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

36


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />

QUADRO B<br />

AI FINI DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA CAPITANATA<br />

C O M U N E<br />

ACCADIA<br />

ALBERONA<br />

ANZANO P.<br />

APRICENA<br />

ASCOLI S.<br />

BICCARI<br />

BOVINO<br />

CAGNANO VARANO<br />

CANDELA<br />

CARAPELLE<br />

CARLANTINO<br />

CARPINO<br />

CASALNUOVO M.<br />

CASALVECCHIO P.<br />

CASTELLUCCIO S.<br />

CASTELLUCCIO V.<br />

CASTELNUOVO D.<br />

CELENZA V.<br />

CELLE S. VITO<br />

CERIGNOLA<br />

CHIEUTI<br />

DELICETO<br />

FAETO<br />

FOGGIA<br />

ISCHITELLA<br />

LESINA<br />

LUCERA<br />

MANFREDONIA<br />

MARGHERITA S.<br />

MATTINATA<br />

MONTELEONE P.<br />

MONTE S. ANGELO<br />

MOTTA M.<br />

38<br />

In<strong>di</strong>ci “programmatici”<br />

Punteggio Risorse Risorse Dota- Punteggio<br />

modello de- idriche minerarie zioni complessivo<br />

scrittivo sotterranee infrainterpretati<br />

e superf.<br />

vostrutturali<br />

8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />

10 - - - 10<br />

8 - - - 8<br />

10 - - - 10<br />

16 3 3 - 22<br />

9 - 3 - 12<br />

10 - 3 - 13<br />

10 - - - 10<br />

16 - - - 16<br />

8 - 3 - 11<br />

16 3 - - 19<br />

10 - - - 10<br />

10 - - - 10<br />

7 - - - 7<br />

11 - - - 11<br />

10 - - - 10<br />

7 - - - 7<br />

9 - - - 9<br />

11 - - - 11<br />

8 - - - 8<br />

14 3 - - 17<br />

10 3 - - 13<br />

7 - 3 - 10<br />

8 - - - 8<br />

21 3 - 3 27<br />

10 - - - 10<br />

18 3 - - 21<br />

15 3 - - 18<br />

20 3 - 3 26<br />

16 3 3 - 22<br />

12 - - - 12<br />

9 - - - 9<br />

15 - - - 15<br />

9 - - - 9


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

C O M U N E 8 9 10 11 (8+9+10+11)<br />

ORSARA P.<br />

ORTANOVA<br />

PANNI<br />

PESCHICI<br />

PIETRA M.<br />

POGGIO IMP.<br />

RIGNANO GARG.<br />

ROCCHETTA S. A.<br />

RODI G.<br />

ROSETO V.<br />

S. FERDINANDO P.<br />

S. GIOVANNI R.<br />

S. MARCO L.<br />

S. MARCO LA CATOLA<br />

S. NICANDRO<br />

S. PAOLO C.<br />

SAN SEVERO<br />

SANTAGATA P.<br />

SERRACAPRIOLA<br />

STORNARA<br />

STORNARELLA<br />

TORREMAGGIORE<br />

TRINITAPOLI<br />

TROIA<br />

VICO G.<br />

VIESTE<br />

VOLTURARA APPULA<br />

VOLTURINO<br />

MEDIA PROVINCIALE<br />

7<br />

14<br />

8<br />

14<br />

8<br />

16<br />

13<br />

9<br />

12<br />

10<br />

14<br />

15<br />

10<br />

12<br />

15<br />

12<br />

17<br />

8<br />

8<br />

14<br />

14<br />

11<br />

13<br />

9<br />

13<br />

17<br />

10<br />

10<br />

11,68<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

3<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

7<br />

17<br />

8<br />

14<br />

8<br />

22<br />

16<br />

9<br />

12<br />

10<br />

17<br />

21<br />

16<br />

12<br />

18<br />

15<br />

20<br />

11<br />

11<br />

17<br />

17<br />

14<br />

16<br />

12<br />

13<br />

17<br />

10<br />

10<br />

13,49<br />

ni presentano importanza economica crescente, procedendo da sinistra<br />

verso destra.<br />

Per i quattro in<strong>di</strong>ci programmatici si verifica invece la situazione<br />

inversa. Del resto, questi in<strong>di</strong>ci misurano il tasso <strong>di</strong> sviluppo delle rispettive<br />

grandezze (variazione secolare e decennale della popolazione<br />

residente; variazione degli addetti alle attività extra-agricole e del numero<br />

delle abitazioni nell’ultimo decennio) e quin<strong>di</strong> i valori più alti si<br />

trovano necessariamente a destra sia della me<strong>di</strong>a che della me<strong>di</strong>a più<br />

lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o.<br />

Pertanto nel quadro prospettico, a fianco ad ogni in<strong>di</strong>ce è riportata<br />

39


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

la relativa colonna riportante il punteggio attribuito ai singoli comuni,<br />

nella misura <strong>di</strong> i punto per i valori minimi, 2 punti per i valori me<strong>di</strong>, 3<br />

punti per i valori massimi.<br />

<strong>La</strong> somma dei sette punteggi, relativi ai sette in<strong>di</strong>ci strutturali e <strong>di</strong>namici,<br />

ha formato la graduatoria, che ha consentito <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre i<br />

61 comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> in tre gruppi uniformi quanto a<br />

grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />

Sempre con lo stesso criterio si sono calcolati la me<strong>di</strong>a aritmetica e<br />

scarto quadratico me<strong>di</strong>o relativi a questa graduatoria, in modo da poter<br />

raggruppare anche queste variazioni in tre classi comprendente: la<br />

prima i comuni con punteggio inferiore alla me<strong>di</strong>a; la seconda i comuni<br />

con punteggio compreso tra la me<strong>di</strong>a e la somma della me<strong>di</strong>a più<br />

due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o, la terza i comuni con punteggio<br />

finale superiore a quest’ultimo valore.<br />

E’ stato necessario ad<strong>di</strong>zionare due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />

in quanto la forma della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> frequenza — costruita<br />

con il predetto proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Struges presenta una <strong>di</strong>scontinuità, tale<br />

che la terza classe, quella relativa al livello <strong>di</strong> valore massimo, comprenderebbe<br />

due gruppi <strong>di</strong> comuni non contigui nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

frequenza e per giunta staccati da un rilevante intervallo.<br />

Invece ad<strong>di</strong>zionando alla me<strong>di</strong>a due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o<br />

si elimina questo inconveniente, cosicché la terza classe in<strong>di</strong>vidua<br />

un gruppo <strong>di</strong> comuni che si stacca nettamente dai gruppi precedenti. Si<br />

conferma così la vali<strong>di</strong>tà del calcolo delle <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza.<br />

<strong>La</strong> valutazione della presenza <strong>di</strong> risorse idriche, sia superficiali che<br />

sotterranee, <strong>di</strong> risorse minerarie e <strong>di</strong> particolari infrastrutture (porto,<br />

aereoporto e nodo ferroviario) è consistita nell’attribuzione del punteggio<br />

<strong>di</strong> tre punti ai comuni nei cui agri sono presenti queste con<strong>di</strong>zioni<br />

favorevoli.<br />

Questa valutazione si è ad<strong>di</strong>zionata ai risultati del precedente calcolo<br />

sul grado attuale <strong>di</strong> sviluppo economico, formando così il contenuto<br />

del quadro prospettico C. Questo quadro riporta nell’ultima colonna<br />

il punteggio complessivo <strong>di</strong> ciascun comune.<br />

Anche le variazioni <strong>di</strong> questo punteggio complessivo sono state<br />

analizzate con i soliti strumenti <strong>di</strong> misura (poligono <strong>di</strong> frequenza, me<strong>di</strong>a<br />

aritmetica e scarto quadratico me<strong>di</strong>o) pervenendo al risultato <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>videre i 61 comuni in tre gruppi. Il primo comprende i comuni<br />

che hanno ottenuto un punteggio complessivo inferiore alla me<strong>di</strong>a aritmetica<br />

pari a 13; il secondo raggruppa i comuni con un punteggio<br />

40


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORI ALE<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

AREA TURISTICO-SI LVO-ZOOTECNICA<br />

COMUNI > 13 punti<br />

Alberona<br />

Celle S. Vito<br />

Faeto<br />

Panni<br />

Pietra Montecorvi.<br />

Castelnuovo D.<br />

Monteleone P.<br />

Motta Montecor.<br />

Rocchetta S. A.<br />

Acca<strong>di</strong>a<br />

Anzano <strong>di</strong> Puglia<br />

Bovino<br />

Carlantino<br />

Carpino<br />

Castelluccio S.<br />

Deliceto<br />

Ischitella<br />

Roseto Valforto.<br />

Volturara Appula<br />

Volturino<br />

Candela<br />

Casalvecchio P.<br />

Celenza Valfo.<br />

Sant’Agata Puglia<br />

Serracapriola<br />

13<br />

13<br />

MODELLO DI ZONIZZAZIONE<br />

AREA AGRICOLO-<br />

MINERARIA<br />

COMUNI < 14-13<br />

AREA URBANO-<br />

INDUSTRIALE<br />

COMUNI < 23<br />

p.<br />

7<br />

Comune<br />

Casalnuovo M.<br />

p.<br />

12<br />

Comune<br />

Ascoli Satriano<br />

p.<br />

14<br />

Comune<br />

Torremaggiore<br />

p. Comune<br />

26 Manfredonia<br />

Castelluccio V. Mattinata<br />

Orsara <strong>di</strong> Puglia Ro<strong>di</strong> Garganico 15 Monte S. Angelo<br />

S. Marco <strong>La</strong> Cat. S. Paolo Civitate<br />

Troia<br />

Biccari<br />

Chieuti<br />

Vico Garganico<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

21<br />

22<br />

Cagnano Varano<br />

Rignano Gargani.<br />

S.Marco in <strong>La</strong>mis<br />

Trinitapoli<br />

Cerignola<br />

Ortanova<br />

S.Fer<strong>di</strong>nando P.<br />

Stornara<br />

Stornarella<br />

Vieste<br />

Lucera<br />

S. Nicandro G.<br />

Carapelle<br />

San Severo<br />

Lesina<br />

S. G. Rotondo<br />

Apricena<br />

Margherita <strong>di</strong> S.<br />

Poggio Imperiale<br />

compreso tra 13 e questo valore più due volte lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o,<br />

pari a 22; e il terzo gruppo comprende i comu ni con punteggio<br />

superiore a 22.<br />

Una conferma della vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa sud<strong>di</strong>visione sta nel fatto che<br />

— come documento il quadro prospettico D — mentre la serie del<br />

punteggio è continua da 7 fino a 22 (tanto che solo nella me<strong>di</strong>a si può<br />

trovare un criterio <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione), oltre questo valore si registra un intervallo<br />

<strong>di</strong> ben quattro punti. Perciò, il terzo gruppo costituisce, a giusto<br />

titolo, un’entità territoriale ben <strong>di</strong>stinta.<br />

<strong>La</strong> rappresentazione cartografica corrispondente alle in<strong>di</strong>cazioni<br />

41


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

contenute in quest’ultimo quadro prospettico in<strong>di</strong>vidua abbastanza<br />

chiaramente tre aree concentriche <strong>di</strong> forma quasi circolare.<br />

<strong>La</strong> irregolarità dei confini degli agri comunali altera un po’ i contorni<br />

<strong>di</strong> questa rappresentazione geometrica. Nell’intento <strong>di</strong> superare<br />

questo inconveniente, si sono tracciate alcune curvilinee che — <strong>di</strong>scostandosi<br />

il meno possibile dai confini amministrativi dei gruppi <strong>di</strong> comuni<br />

— meglio evidenziano le tre aree uniformi quanto a grado attuale<br />

e potenzialità imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />

Giunti a questo punto non resta che interpretare il significato programmatico<br />

e decisionale <strong>di</strong> questo modello <strong>di</strong> zonizzazione.<br />

7. — <strong>La</strong> misurazione del « grado <strong>di</strong> importanza economica » dei<br />

singoli comuni della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha, quin<strong>di</strong>, consentito <strong>di</strong> selezionare<br />

tre gruppi <strong>di</strong> comuni, i quali formano tre <strong>di</strong>stinte aree che si<br />

<strong>di</strong>spongono sul territorio come tre fasce concentriche. Pertanto ciascuno<br />

<strong>di</strong> questi « anelli » ha una sua in<strong>di</strong>vidualità. Essi costituiscono<br />

aree uniformi quanto a grado <strong>di</strong> sviluppo economico, inteso in senso<br />

globale, cioè rappresentativo sia del <strong>di</strong>namismo dei principali settori<br />

produttivi, sia del livello <strong>di</strong> dotazione del capitale fisso sociale.<br />

Il carattere preminente <strong>di</strong> questo modello è rappresentato dalla «<br />

circolarità » della sua forma geometrica. L’estensione del territorio (oltre<br />

700.000 ettari), la prevalenza della <strong>parte</strong> pianeggiante, l’ubicazione<br />

baricentrica del capoluogo rendono molto simile questa realtà alle ipotesi<br />

semplificatrici del modello <strong>di</strong> V. Thuen, che si riassume graficamente<br />

— come è noto — in una serie <strong>di</strong> anelli concentrici.<br />

Il nostro modello si <strong>di</strong>stingue rispetto a quello <strong>di</strong> V. Thuen per il<br />

fatto <strong>di</strong> riferirsi non già alle forme <strong>di</strong> utilizzazione agricola del suolo<br />

ma al grado <strong>di</strong> sviluppo globale. Lo schema <strong>di</strong> V. Thuen teorizza la<br />

scelta concernente la <strong>di</strong>stribuzione ottimale tra impieghi del fattore<br />

terra, omogeneo sotto tutti i profili tranne che per la <strong>di</strong>stinta rispetto al<br />

mercato? Per l’assenza <strong>di</strong> ferrovie e <strong>di</strong> altri centri commerciali non esistono<br />

vincoli <strong>di</strong> sorta all’impiego agricolo della terra <strong>di</strong>sponibile, cosicché<br />

le uniche due variabili, capaci <strong>di</strong> determinare la <strong>di</strong>stribuzione<br />

ottimale del terreno tra le colture concorrenti finiscono per essere i<br />

prezzi dei <strong>di</strong>versi prodotti ottenibili e il costo <strong>di</strong> trasporto, funzione a<br />

sua volta della variabile <strong>di</strong>stanza.<br />

Il noto teorema, relativo alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong>sponibile<br />

in quantità limitata tra impieghi alternativi, qui assume — attraverso<br />

l’incidenza del costo <strong>di</strong> trasporto — la <strong>di</strong>mensione spaziale e consente<br />

42


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

<strong>di</strong> determinare, sia pure sulla base delle predette ipotesi semplificatrici,<br />

la localizzazione ottimale delle colture.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un territorio in aree uniformi è più consentanea<br />

all’agricoltura, in quanto in genere è tutto il territorio ad essere coltivato<br />

o utilizzato sia pure in mo<strong>di</strong> e con destinazioni <strong>di</strong>fferenti. Questa<br />

<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> utilizzazione fornisce il criterio per la <strong>di</strong>visione del territorio<br />

in aree uniformi.<br />

Al contrario i paesaggi industriali non solo sono da ricercarsi in<br />

pochi e limitati compartimenti terrestri, ma soprattutto, lo stu<strong>di</strong>o dell’ubicazione<br />

delle imprese industriali concerne non già le aree come<br />

per la localizzazione delle colture, ma i « punti » del territorio. <strong>La</strong> determinazione<br />

del peso dei singoli fattori <strong>di</strong> localizzazione si risolve<br />

nella ricerca nel « punto » dell’ubicazione ottimale. Si pensi al noto<br />

triangolo <strong>di</strong> Weber.<br />

Ciò non pertanto se si considera, ad esempio, l’agricoltura italiana<br />

si può vedere tutto questo territorio <strong>di</strong>stinto in tante « regioni agrarie »;<br />

mentre se si considera l’intera economia italiana, si può scorgere il<br />

contrasto tra « regioni agrarie » e « regioni industriali », cioè « regioni<br />

economiche » caratterizzate dalla prevalenza rispettivamente delle attività<br />

agricole o delle attività industriali.<br />

Il nostro modello descrittivo dell’attuale assetto territoriale della<br />

Capitanata, dovendo misurare come varia sul territorio il livello <strong>di</strong> sviluppo<br />

globale ovvero il « grado <strong>di</strong> importanza economica » ha sud<strong>di</strong>viso<br />

l’intero territorio in aree, con una propria in<strong>di</strong>vidualità riveniente<br />

dal prevalere delle forme <strong>di</strong> organizzazione, dell’attività economica.<br />

8. — Conseguentemente, la derivazione del modello normativodecisionale<br />

dovrà fissare le modalità <strong>di</strong> trasformazione degli or<strong>di</strong>namenti<br />

produttivi nell’ambito delle singole aree nonché l’ubicazione e<br />

le <strong>di</strong>mensioni dei nuovi impianti industriali.<br />

In via teorica, si può anche supporre che il modello normativo può<br />

assumere contenuti innovativi tali da non rispettare l’attuale forma <strong>di</strong><br />

sud<strong>di</strong>visione territoriale sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i confini degli «<br />

anelli » concentrici sia nel senso <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne la fondamentale forma<br />

circolare. Il processo <strong>di</strong> sviluppo in atto è però ben lungi dal richiedere<br />

sì ra<strong>di</strong>cale trasformazione del modello <strong>di</strong> assetto territoriale. Anche<br />

sulla base dei progetti già redatti o in corso <strong>di</strong> realizzazione, appare<br />

fondato continuare ad assumere come base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza lo schema <strong>di</strong><br />

assetto territoriale quale risulta dal modello interpretativo, limitando il<br />

43


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

compito del modello decisionale a fissare nuovi contenuti economici<br />

dei singoli « anelli » concentrici.<br />

9. — L’interpretazione <strong>di</strong> questo modello descrittivo richiede l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

degli aspetti economico-sociali prevalenti delle tre aree,<br />

cioè delle ragioni che <strong>di</strong>fferenziano e quin<strong>di</strong> consentono <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il<br />

territorio. Il primo « anello » quello posto al centro del sistema, è caratterizzato<br />

da un sufficientemente elevato <strong>di</strong>namismo demografico e<br />

da un consistente avvio del settore secondario. t noto che questi due<br />

fenomeni: urbanizzazione e industrializzazione presentano, in generale,<br />

un elevato grado <strong>di</strong> correlazione. In breve, questa area presenta una<br />

sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue rispetto alle altre parti del sistema per<br />

un certo prevalere del carattere urbano-industriale.<br />

Il secondo « anello », caratterizzato da stasi demografica, è sede <strong>di</strong><br />

tutti i comprensori irrigui sia quelli collettivi, collegati ai gran<strong>di</strong> invasi<br />

sui fiumi e torrenti della provincia (Ofanto, Carapelle, Fortore) sia<br />

quelli aziendali risultanti dalla vasta rete <strong>di</strong> pozzi, che utilizzano le acque<br />

sotterranee. Quest’area, che occupa la più alta percentuale della<br />

superficie provinciale, è sede anche dei giacimenti <strong>di</strong> metano, <strong>di</strong> bauxite,<br />

delle cave <strong>di</strong> pietre, nonché degli stabilimenti termali che utilizzano<br />

le acque madri delle saline. In quest’area gli addetti al settore<br />

primario, nella sua più vasta accezione quale risulta dalla prima schematizzazione<br />

del Colin Clark (comprensiva sia degli addetti<br />

all’agricoltura che degli addetti alle miniere) costituiscono la maggioranza<br />

assoluta della popolazione attiva, raggiungendo il 52%.<br />

Per la somma <strong>di</strong> tutti questi elementi strutturali, anche questa seconda<br />

area, che si situa come « anello » interme<strong>di</strong>o nel sistema, ha una<br />

sua in<strong>di</strong>vidualità e si <strong>di</strong>stingue per il prevalere del carattere agricolominerario.<br />

Il terzo « anello » non costituisce un’unità territoriale continua, in<br />

quanto si compone <strong>di</strong> due corpi, posti ai bor<strong>di</strong> del sistema.<br />

In quest’area lo spopolamento è molto marcato, in quanto raggiunge<br />

il 20%. Altro elemento comune è l’altimetria: i due corpi, infatti,<br />

sono sede dei due consorzi <strong>di</strong> bonifica montana. In breve<br />

quest’area trova la sua in<strong>di</strong>vidualità nel prevalere del carattere silvopastorale.<br />

In conclusione, tre aree, uniformi quanto a grado <strong>di</strong> importanza<br />

economica, e che costituiscono tre <strong>di</strong>stinti anelli concentrici: il primo<br />

a prevalente economia urbano-industriale; il secondo a prevalente economia<br />

agricolo-mineraria; il terzo a prevalente economia silvopastorale.<br />

44


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

III - CARATTERI ECONOMICI DEL NUOVO MODELLO DI ASSETTO TERRI-<br />

TORIALE DELLA CAPITANATA<br />

1. — Dalla somma dei suddetti caratteri si intuisce che non si tratta<br />

soltanto <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo, ma<br />

ad essa si accompagna anche una <strong>di</strong>fferenza nei livelli <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Siamo<br />

cioè in presenza <strong>di</strong> un meccanismo che genera continuamente<br />

forme <strong>di</strong> squilibrio sia settoriale che territoriale.<br />

Di fronte a un simile stato <strong>di</strong> fatto, sorge spontanea l’assunzione<br />

dell’obiettivo dello sviluppo equilibrato, vale a <strong>di</strong>re programmare una<br />

serie <strong>di</strong> interventi capaci <strong>di</strong> promuovere una crescita nelle <strong>di</strong>verse parti<br />

del sistema, tale da raggiungere uno stato <strong>di</strong> equilibrio, inteso come<br />

relativo livellamento dello stato <strong>di</strong> benessere.<br />

Se agevole e pacifica può essere l’assunzione <strong>di</strong> un simile obiettivo<br />

<strong>di</strong> sviluppo, piuttosto problematica appare la scelta degli strumenti<br />

capaci <strong>di</strong> eliminare le predette situazioni <strong>di</strong> squilibrio.<br />

A questo punto torna acconcio prendere in esame gli effetti della<br />

decisione degli esperti dell’Aeritalia <strong>di</strong> ubicare nei pressi<br />

dell’aereoporto <strong>di</strong> Amendola (Manfredonia) un impianto industriale <strong>di</strong><br />

tipo aereonautico.<br />

2. — I fattori <strong>di</strong> localizzazione, che hanno fatto preferire la provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per l’ubicazione dell’Aeritalia sono ugualmente presenti<br />

sia nel primo che nel secondo « anello » del sistema. Si allude ai «<br />

cieli puliti » ed agli ampi spazi, che sono requisiti fondamentali per<br />

l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> un impianto industriale <strong>di</strong> tipo aeronautico, come<br />

quello progettato dalla Aeritalia. L’ubicazione « Amendola » presenta<br />

però il vantaggio dell’esistenza <strong>di</strong> cospicue attrezzature aeroportuali.<br />

Ora questo impianto industriale verrà certamente a rafforzare il carattere<br />

urbano-industriale della <strong>parte</strong> centrale del sistema e quin<strong>di</strong> ad<br />

accentuare i caratteri <strong>di</strong>fferenziali rispetto alle altre due aree. Di qui<br />

l’esigenza <strong>di</strong> verificare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa scelta ubicazionale con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> perseguire l’equilibrio territoriale del sistema economico<br />

dauno, fondato sulla proposta <strong>di</strong> contenere gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del sistema a favore delle fasce esterne.<br />

In primo luogo, la qualifica urbano-industriale attribuita alla <strong>parte</strong><br />

centrale del sistema ha un valore puramente relativo, rispetto al restante<br />

territorio della economia dauna, in quanto essa è ben lungi dagli<br />

standards <strong>di</strong> una regione industrialmente evoluta e soprattutto perché<br />

si è molto lontani dall’insorgere <strong>di</strong> forme varie <strong>di</strong> congestione territoriale.<br />

Basta pensare che la densità <strong>di</strong> abitanti per Kmq. nei due comuni<br />

45


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> Manfredonia, formanti l’area centrale de sistema, è nettamente<br />

inferiore sia alla me<strong>di</strong>a regionale che a quella nazionale.<br />

D’altro canto, anche la incidenza percentuale degli addetti alle attività<br />

industriali è ancora alla data dell’ultimo censimento, ben lontano dai<br />

valori delle tipiche « regioni industriali ».<br />

Già queste due in<strong>di</strong>cazioni appaiono sufficienti ad avvertire come<br />

non sia proprio il caso <strong>di</strong> prospettarsi la tesi <strong>di</strong> evitare la congestione<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del sistema. L’area centrale presenta, infatti, una<br />

densità demografica <strong>di</strong> appena 210 abitanti per Kmq. una misura che<br />

può rientrare nell’in<strong>di</strong>ce delle zone scarsamente popolate e non già in<br />

quello delle zone congestionate. Trattasi, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> un’area per la quale<br />

risulta fondato un programma <strong>di</strong> urbanizzazione, sostenuto da un<br />

processo <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />

Non va <strong>di</strong>menticato, inoltre, che tra i due comuni <strong>di</strong> questa area<br />

centrale corre una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 30 Km. In questo spazio non esiste nessun<br />

nucleo <strong>di</strong> abitazioni. E muovendo dal capoluogo verso le altre <strong>di</strong>rezioni<br />

bisogna percorrere, me<strong>di</strong>amente, <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> poco inferiori per<br />

incontrare un centro abitato. S noto che il Tavoliere è una « regione »<strong>di</strong><br />

recente colonizzazione, tant’è che una delle più interessanti iniziative<br />

della bonifica in Capitanata è stata proprio quella <strong>di</strong> costruire una serie<br />

<strong>di</strong> borghi e <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> servizio, con lo scopo precipuo <strong>di</strong> promuovere<br />

e infittire gli inse<strong>di</strong>amenti rurali in questa ampia fascia <strong>di</strong> « vuoto residenziale»<br />

esistente attorno al capoluogo. Da notare che anche la <strong>di</strong>mensione<br />

territoriale <strong>di</strong> questo programma <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bonifica ha assunto<br />

la forma circolare.<br />

Se per un verso risulta validamente fondata la proposta <strong>di</strong> promuovere<br />

per quest’area una più intensa urbanizzazione, correlata allo<br />

sviluppo industriale, per altro verso il fatto che <strong>di</strong>versi centri decisionali<br />

abbiano scelto quest’area, per inse<strong>di</strong>arvi i nuovi impianti industriali<br />

realizzati in questi ultimi anni nella provincia, sta a in<strong>di</strong>care la<br />

presenza <strong>di</strong> obiettive con<strong>di</strong>zioni preferenziali.<br />

Quest’annotazione <strong>di</strong> per sé, cioè isolatamente presa, potrebbe in<strong>di</strong>care<br />

che la scelta, efficiente dal punto <strong>di</strong> vista aziendale, risulta in<br />

contrasto con l’obiettivo <strong>di</strong> eliminare l’esistente squilibrio territoriale.<br />

In altri termini, se la finalità della pianificazione dell’A.S.I. è quella<br />

<strong>di</strong> promuovere uno sviluppo equilibrato dell’economia dauna anche<br />

sotto il profilo territoriale, non è sufficiente constatare che l’Anic, la<br />

<strong>La</strong>nerossi, l’Aeritalia e poi anche società minori quali la Frigodaunia,<br />

l’Ajnomoto, l’Eridania e la Pontelongo abbiano preferito<br />

46


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

l’area centrale per inse<strong>di</strong>arvi i loro impianti, in quanto queste scelte<br />

potrebbero corrispondere unicamente a criteri <strong>di</strong> valutazione aziendalistica,<br />

in contrasto con le <strong>di</strong>rettive programmatiche orientate a correggere<br />

la tendenza spontanea delle forze <strong>di</strong> mercato.<br />

3. — Si può anche accettare, per ragioni <strong>di</strong> convenienza, questo<br />

stato <strong>di</strong> fatto; salvo a ritenere che sarebbe stato preferibile — nel rispetto<br />

dell’obiettivo del riequilibrio territoriale — che per i predetti<br />

impianti industriali fossero state scelte ubicazioni ricadenti nella fascia<br />

interme<strong>di</strong>a del nostro modello <strong>di</strong> assetto territoriale, nella fascia cioè<br />

caratterizzata da un minor grado <strong>di</strong> importanza economica.<br />

A favore <strong>di</strong> questa tesi sta il rilievo che una simile scelta ubicazionale<br />

avrebbe più facilmente esteso i suoi benefici in<strong>di</strong>retti alla terza<br />

fascia esterna, ancora più depressa, contenendo così gli effetti dell’ulteriore<br />

emarginazione.<br />

Questo rilievo sarebbe valido a con<strong>di</strong>zione che i fattori agglomerativi<br />

e le ragioni <strong>di</strong> economie esterne, presenti in maggior misura<br />

nell’area centrale del sistema, fossero neutralizzati dall’insorgere <strong>di</strong><br />

fenomeni <strong>di</strong> congestione territoriale. Il che non è. E quin<strong>di</strong> preferire<br />

per la localizzazione dei nuovi impianti industriali, specie <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong><br />

notevoli <strong>di</strong>mensioni e ad elevato contenuto tecnologico, la seconda area<br />

interme<strong>di</strong>a sarebbe sicuramente una scelta in pura per<strong>di</strong>ta, in quanto<br />

comporterebbe la rinuncia, senza contropartita, ai fattori agglomerativi<br />

e alle economie esterne presenti in maggior misura nell’area centrale<br />

del sistema.<br />

4. — D’altro canto, la tesi tendente a ridurre gli inse<strong>di</strong>amenti industriali<br />

nell’area centrale del sistema al fine <strong>di</strong> favorire un più accelerato<br />

sviluppo della fascia interme<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> eliminare così l’insorgere<br />

<strong>di</strong> fenomeni, inquadrabili nel noto principio della « causalità circolare<br />

cumulativa » (Myrdal), potrebbe essere valida a due con<strong>di</strong>zioni.<br />

<strong>La</strong> prima con<strong>di</strong>zione è che l’area centrale del sistema possa essere<br />

qualificata già economicamente avanzata, una area cioè già ricca che<br />

tende a <strong>di</strong>ventare sempre più ricca a scapito delle altre aree del sistema<br />

che conseguentemente <strong>di</strong>ventano sempre più povere. Il che non corrisponde<br />

alla realtà.<br />

<strong>La</strong> seconda con<strong>di</strong>zione è che nelle altre aree, o anelli concentrici,<br />

manchino completamente altre possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />

<strong>La</strong> proposta <strong>di</strong> « preferire » la fascia interme<strong>di</strong>a all’area centrale del<br />

sistema può risultare valida in un simile schema <strong>di</strong> ragionamento:<br />

a) date alcune possibilità <strong>di</strong> sviluppo, cioè l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> alcune<br />

47


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

imprese industriali; b) dato l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere il riequilibrio<br />

territoriale; c) dato l’attuale squilibrio illustrato dal modello<br />

dell’attuale assetto territoriale dell’economia daunia; d) qual è l’area<br />

da preferire per i nuovi inse<strong>di</strong>amenti industriali?<br />

E’ evidente che posta in questi termini la questione, la risposta è<br />

ovvia e scontata, nel senso che è da preferire la fascia interme<strong>di</strong>a. Solo<br />

che questa risposta è valida nei limiti dell’ipotesi <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza e cioè<br />

<strong>di</strong> una programmazione settoriale, che concentri la sua attenzione alle<br />

sole attività industriali.<br />

Ma proprio per evitare simili inconvenienti si è voluto impostare in<br />

termini globali l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale. In concreto,<br />

quest’impostazione ha consentito <strong>di</strong> tener presente in primo luogo i<br />

progetti <strong>di</strong> sviluppo già redatti e/o in corso <strong>di</strong> realizzazione nella provincia,<br />

in primo luogo quelli del settore agricolo.<br />

A questo punto torna <strong>di</strong> particolare aiuto una teoria dell’economia<br />

dello sviluppo, secondo cui compito della programmazione è quello <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare per ciascun ambiente il suo « punto <strong>di</strong> forza », si da poter<br />

selezionare la promozione <strong>di</strong> quelle attività, che meglio ne utilizzano<br />

la capacità <strong>di</strong> trasformazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione dell’apparato produttivo.<br />

Ne consegue, perciò, che la proposta <strong>di</strong> contenere l’inse<strong>di</strong>amento<br />

<strong>di</strong> nuove imprese industriali nell’area centrale del sistema potrà essere<br />

ri<strong>di</strong>mensionata dall’accertamento degli effetti che « i punti <strong>di</strong> forza »<br />

caratteristici della fascia potranno generare. Effetti in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />

e <strong>di</strong> occupazione, in una parola le possibilità <strong>di</strong> sviluppo.<br />

In altri termini, s’intende <strong>di</strong>re che lo sviluppo economico <strong>di</strong> una<br />

data « regione » non si identifica necessariamente ed esclusivamente<br />

nell’espansione delle attività industriali. A questo proposito, per fornire<br />

una prova della vali<strong>di</strong>tà della proposta operativa e della scelta programmatica,<br />

implicitamente contenuta nella precedente proposizione,<br />

nella seconda <strong>parte</strong> dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo socio-economico del Piano<br />

regolatore, si è accertato — con l’ausilio <strong>di</strong> alcuni modelli matematici<br />

— che, a livello dell’intera area meri<strong>di</strong>onale, la produttività degli investimenti<br />

nel settore agricolo, relativamente all’ultimo ventennio,<br />

ben regge il confronto con quella degli investimenti nel settore industriale.<br />

E dai risultati <strong>di</strong> quest’analisi comparata sì è avanzata la riserva<br />

critica in or<strong>di</strong>ne alla scelta <strong>di</strong> politica economica, che ha determinato<br />

una marcata e persistente flessione degli investimenti agricoli<br />

nell’Italia meri<strong>di</strong>onale a partire dal 1960.<br />

48


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

E’ chiaro che questa critica contiene in<strong>di</strong>rettamente la proposta <strong>di</strong><br />

rivedere simile comportamento per il prossimo avvenire e in concreto<br />

<strong>di</strong> favorire la ripresa degli investimenti in agricoltura e in particolare<br />

in quei comparti notamente contrad<strong>di</strong>stinti da una relativamente più<br />

elevata produttività, in primo luogo l’irrigazione.<br />

5. — Ora, se si considera la localizzazione, nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

nelle « zone irrigue », sia quelle servite dalle opere <strong>di</strong> irrigazione<br />

collettiva sia quelle che fruiscono attraverso un elevatissimo numero<br />

<strong>di</strong> pozzi della falda sotterranea, si nota che esse ricadono in larga misura<br />

proprio nell’anello interme<strong>di</strong>o, quello posto tra la fascia esterna<br />

con le alte colline del sub-appennino e con il Gargano e l’area urbanoindustriale<br />

localizzata al centro del sistema. Come pure, in questa fascia<br />

interme<strong>di</strong>a sono ubicati i giacimenti <strong>di</strong> metano, bauxite e cave <strong>di</strong><br />

pietra pregiata, donde l’attribuzione a quest’area della qualifica « agricolo-mineraria<br />

».<br />

Tale qualifica contiene in sé l’in<strong>di</strong>cazione dei «punti <strong>di</strong> forza » da<br />

tener presenti in sede <strong>di</strong> programmazione dello sviluppo.<br />

Mentre le risorse minerarie non sempre riescono a con<strong>di</strong>zionare<br />

l’ubicazione degli impianti <strong>di</strong> trasformazione, nel senso che spesso è<br />

conveniente il trasporto della materia prima in altre località dotate <strong>di</strong><br />

ben altre con<strong>di</strong>zioni favorevoli. E’ il caso dello stesso metano che viene,<br />

sia pure parzialmente, utilizzato nell’ambìto della provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> ma non già nella fascia interme<strong>di</strong>a del nostro sistema, ma a<br />

Manfredonia. Non altrettanto può <strong>di</strong>rsi delle risorse idriche, i cui impianti<br />

<strong>di</strong> irrigazione collettiva (Sinistra Ofanto-Marana Capacciotti;<br />

Carapelle; serie <strong>di</strong> laghetti collinari; Fortore-Occhito) sono destinati a<br />

promuovere lo sviluppo agricolo dell’area interme<strong>di</strong>a. In conclusione,<br />

il principale «punto <strong>di</strong> forza» dell’anello interme<strong>di</strong>o del sistema economico<br />

dauno è costituito da questo imponente complesso <strong>di</strong> investimenti<br />

nel settore irriguo.<br />

Ora, c’è da rilevare che la concentrazione in quest’area degli investimenti<br />

nel settore delle opere <strong>di</strong> miglioramenti fon<strong>di</strong>ario, finalizzate<br />

alla valorizzazione <strong>di</strong> queste risorse idriche, consente <strong>di</strong> raggiungere,<br />

oltre all’obiettivo dell’incremento del red<strong>di</strong>to, anche quello <strong>di</strong> promuovere<br />

un aumento dell’occupazione agricola e per questa via correggere<br />

la tendenza in atto della <strong>di</strong>minuzione della densità demografica.<br />

Come risulta dalla lettura del quadro prospettico A, molti dei comuni<br />

della fascia interme<strong>di</strong>a fanno registrare una flessione — rispetto<br />

all’ultimo decennio — del numero dei residenti. In particolare la den-<br />

49


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

sità demografica (abitanti/Kmq.) al 1971 è particolarmente bassa anche<br />

rispetto alla me<strong>di</strong>a regionale.<br />

6. — I processi <strong>di</strong> intensificazione culturale, <strong>di</strong>pendenti dall’introduzione<br />

dell’acqua a scopo irriguo, portano in ogni caso a un notevole<br />

incremento del volume <strong>di</strong> occupazione e quin<strong>di</strong> del numero dei residenti.<br />

<strong>La</strong> trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo sia che si fon<strong>di</strong><br />

sugli impianti arborei sia che si fon<strong>di</strong> sulle colture foraggere e sui conseguenti<br />

allevamenti zootecnici dovrà far registrare, rispetto all’attuale<br />

predominanza dell’or<strong>di</strong>namento cerealicolo fortemente meccanizzato,<br />

un notevole aumento degli addetti all’agricoltura. E l’effetto occupazione<br />

raggiungerà consistenti <strong>di</strong>mensioni anche in conseguenza<br />

dell’estensione complessiva dei comprensori irrigui.<br />

Inoltre, un programma <strong>di</strong> sviluppo agricolo, fondato sul-<br />

l’irrigazione e sulle conseguenti intensificazioni colturali, consente <strong>di</strong><br />

registrare l’interessante fenomeno della convergenza dell’effetto occupazione<br />

rispetto all’effetto red<strong>di</strong>to.<br />

In altri termini, si verificano sia aumenti <strong>di</strong> occupazione che aumenti<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. Più in particolare sono spesso quasi coincidenti le<br />

scelte relative alla destinazione della superficie aziendale tra le <strong>di</strong>verse<br />

colture alternative, tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to del-<br />

l’impren<strong>di</strong>tore con quelle tendenti a massimizzare il red<strong>di</strong>to da lavoro.<br />

7. — Quest’ultimo aspetto è <strong>di</strong> particolare importanza per il funzionamento<br />

del meccanismo <strong>di</strong> sviluppo dell’economia dauna, correlato<br />

al modello <strong>di</strong> assetto territoriale qui pre<strong>di</strong>sposto. Ma su questo punto<br />

si avrà modo <strong>di</strong> tornare più avanti per un migliore chiarimento.<br />

L’obiettivo del riequilibrio territoriale della economia dauna va<br />

perseguito valorizzando i « punti <strong>di</strong> forza » specifici dei singoli ambienti.<br />

Per l’area interme<strong>di</strong>a della provincia dauna, il punto <strong>di</strong> forza<br />

specifico è la destinazione agricola delle copiose risorse idriche. Questa<br />

scelta risulta ancor più fondata quando si consideri la congruità<br />

dello strumento rispetto all’obiettivo <strong>di</strong> correggere la tendenziale flessione<br />

del numero dei residenti.<br />

E’ chiaro che questa <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> aree uniformi si fonda sul<br />

carattere economico prevalente e <strong>di</strong>stintivo, per cui non bisogna ritenere<br />

che nell’area interme<strong>di</strong>a si debba far posto esclusivamente alla<br />

promozione <strong>di</strong> nuove attività agricole. Intanto anche in quest’area non<br />

mancano segni <strong>di</strong> progresso nel settore industriale. Ma, quel che più<br />

conta ai fini programmatici e normativi, torna acconcia una precedente<br />

ipotesi <strong>di</strong> sviluppo industriale, formulata per il precedente Piano rego-<br />

50


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

latore, quello relativo al Nucleo <strong>di</strong> industrializzazione <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Si allude<br />

alla proposta <strong>di</strong> articolare lo sviluppo industriale della provincia<br />

dauna per « agglomerati satelliti » .<br />

8. — L’idea dell’articolazione territoriale dello sviluppo industriale<br />

per agglomerati satelliti era, in quella fase <strong>di</strong> elaborazione progettuale,<br />

la <strong>di</strong>retta derivazione <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo, che assegnava un<br />

ruolo preminente al settore agricolo e in particolare al compimento <strong>di</strong><br />

tutti i progetti irrigui.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista economico, un grande invaso sta sullo stesso<br />

piano <strong>di</strong> un’acciaieria o <strong>di</strong> un giacimento metanifero, in quanto sono<br />

tutti assimilabili alla categoria degli investimenti <strong>di</strong> base, <strong>di</strong> quegli investimenti<br />

capaci <strong>di</strong> favorire una lunga serie <strong>di</strong> investimenti successivi,<br />

legati tra loro da vincoli <strong>di</strong> connessione e <strong>di</strong> complementarietà<br />

tecnico-economica.<br />

A quella data non esistevano per la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> prospettive<br />

<strong>di</strong> investimenti <strong>di</strong> base tipicamente industriali. Infatti, non erano stati<br />

rinvenuti i giacimenti <strong>di</strong> metano e non erano stati decisi i noti inse<strong>di</strong>amenti<br />

Anic e Aeritalia.<br />

Ora, fondare l’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo sul suolo preminente dei gran<strong>di</strong><br />

invasi con connessi impianti <strong>di</strong> irrigazione collettiva composta la logica<br />

conseguenza, in sede <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> assetto territoriale, <strong>di</strong> dover far riferimento<br />

a vaste estensioni <strong>di</strong> terreno.<br />

Il paesaggio agrario investe per sua natura spazi immensi, laddove<br />

i paesaggi industriali occupano soltanto pochi e limitati compartimenti<br />

terrestri.<br />

E’ tipico del settore agricolo interessare vaste aree mentre il settore<br />

industriale presenta, dal punto <strong>di</strong> vista territoriale, una caratterizzazione<br />

puntiforme. Pertanto, la più conveniente forma <strong>di</strong> assetto territoriale<br />

<strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale, inserito in una vasta<br />

area interessata da cospicui processi <strong>di</strong> trasformazione agricola, è<br />

quella <strong>di</strong> prevedere non un singolo « polo » ma un gruppo <strong>di</strong> « agglomerati<br />

satelliti » .<br />

9. — <strong>La</strong> successiva localizzazione <strong>di</strong> nuovi grossi impianti industriali<br />

nella <strong>parte</strong> centrale del Tavoliere a sostegno della tendenza<br />

spontanea dell’accentuazione del suo carattere urbano-industriale,<br />

consente <strong>di</strong> meglio precisare, anche sotto il profilo territoriale, il ruolo<br />

della componente agricola <strong>di</strong> quest’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico della<br />

Capitanata dovrà localizzarsi prevalentemente nella fascia interme<strong>di</strong>a<br />

del sistema. Di conseguenza, anche l’ubicazione dei suddetti<br />

51


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

« agglomerati satelliti » risulta agevolata. I fattori localizzatori <strong>di</strong> questi<br />

agglomerati industriali sono stati rispettivamente la presenza dei<br />

giacimenti <strong>di</strong> metano (Ascoli Satriano); la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche<br />

in presenza <strong>di</strong> favorevoli collegamenti ferroviari e stradali (Giar<strong>di</strong>netto-Troia);<br />

la relativamente più elevata densità demografica (Lucera<br />

e San Severo).<br />

A conferma dell’intuizione <strong>di</strong> base del modello interpretativo <strong>di</strong><br />

assetto territoriale, anche il supporto infrastrutturale con funzione <strong>di</strong><br />

collegamenti tra i predetti agglomerati satelliti ha assunto la forma<br />

quasi circolare.<br />

10. — <strong>La</strong> prevalente caratteristica strutturale delle imprese, da inse<strong>di</strong>are<br />

in questi agglomerati satelliti, dovrà essere quella del basso<br />

coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità lavorativa. Questa determinazione risulta<br />

logicamente coerente sia rispetto all’obiettivo specifico <strong>di</strong> questa<br />

area, sia rispetto alla scelta <strong>di</strong> fondo dell’attuale politica industriale,<br />

aumentare cioè il grado <strong>di</strong> densità demografica nel Mezzogiorno, favorire<br />

cioè le me<strong>di</strong>e imprese a basso coefficiente <strong>di</strong> capitale per unità<br />

lavorativa.<br />

IV - VERIFICA DELLA VALIDITÀ OPERATIVA DEL MODELLO DI SVILUPPO<br />

E DI ASSETTO TERRITORIALE DELLA CAPITANATA<br />

1. — L’analisi delle strutture territoriali dell’economia dauna,<br />

compiuta con l’ausilio <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> natura descrittivointerpretativa,<br />

ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tre aree con <strong>di</strong>fferente «<br />

grado <strong>di</strong> importanza economica ».<br />

Queste tre aree, che assumono la forma <strong>di</strong> tre « anelli » concentrici<br />

rispetto all’ubicazione del capoluogo, presentano tre <strong>di</strong>fferenti vocazioni,<br />

sicché si è potuto determinare la localizzazione delle attività<br />

promozionali, che formano il contenuto dell’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico-sociale.<br />

In altri termini, l’assunzione del modello interpretativo dell’attuale<br />

assetto dell’economia dauna ha consentito <strong>di</strong> precisare la <strong>di</strong>mensione<br />

spaziale dei programmi operativi, <strong>di</strong> specificarne cioè gli ambiti territoriali.<br />

Non resta che sottoporre ad esame critico questo modello, al fine<br />

<strong>di</strong> verificarne la sua vali<strong>di</strong>tà operativa. Si tratta, cioè <strong>di</strong> accertare il<br />

grado <strong>di</strong> compatibilità territoriale e le forme <strong>di</strong> integrazione tra i <strong>di</strong>fferenti<br />

programmi e le rispettive aree <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Questo riesame critico può essere proficuamente compiuto, concentrando<br />

l’attenzione su due punti « nodali » del modello <strong>di</strong> sviluppo:<br />

52


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

1) precisare il ruolo e la <strong>di</strong>mensione dell’agglomerato « Incoronata »;<br />

2) definire le modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi programmi <strong>di</strong> sviluppo-agricolo,<br />

industriale e turistico.<br />

2. — In seno all’area centrale, qualificata con l’appellativo « urbano-industriale<br />

», è stato progettata la « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale,<br />

consistente in un asse atttrezzato, che collega l’agglomerato «<br />

Incoronata » (<strong>Foggia</strong>) con l’agglomerato « Amendola » (Manfredonia)<br />

e con l’agglomerato Macchia (Monte Sant’Angelo). Le principali dotazioni<br />

infrastrutturali <strong>di</strong> quest’asse sono il porto <strong>di</strong> Manfredonia già<br />

potenziato in seguito all’inse<strong>di</strong>amento industriale Anic, l’Aereoporto<br />

civile <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e le attrezzature aeroportuali <strong>di</strong> Amendola, i collegamenti<br />

<strong>di</strong>retti con le autostrade, l’adriatica e la Bari-Napoli, nonché<br />

l’importante nodo ferroviario <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Per quanto attiene all’agglomerato « Incoronata », va precisato che<br />

esso è ubicato a pochi chilometri dal centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sulla<br />

strada statale per Bari.<br />

In questo agglomerato si sono già localizzati <strong>di</strong>versi impianti industriali,<br />

tutti in fase <strong>di</strong> ampliamento e caratterizzati dal basso coefficiente<br />

<strong>di</strong> capitale per unità lavorativa e ap<strong>parte</strong>nenti alle classi <strong>di</strong> attività<br />

proprie dei primi sta<strong>di</strong> dello sviluppo industriale (alimentari e tessili).<br />

Questa nota <strong>di</strong>stintiva è bene che venga conservata anche per i<br />

successivi inse<strong>di</strong>amenti industriali, <strong>di</strong> guisa che questo agglomerato<br />

possa avere una sua in<strong>di</strong>vidualità in seno alla suddetta « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong><br />

sviluppo.<br />

Il rafforzamento <strong>di</strong> questo carattere <strong>di</strong>stintivo si giustifica anche<br />

per una ragione <strong>di</strong> carattere funzionale e cioè lungo la predetta strada<br />

statale, specie nel tratto <strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> chilometri tra <strong>Foggia</strong> ed Orta<br />

Nova, sono sorte, in questi ultimi anni, molte imprese industriali <strong>di</strong><br />

piccole <strong>di</strong>mensioni. Questo fenomeno spontaneo potrebbe essere normalizzato<br />

e rafforzato dalla presenza <strong>di</strong> un agglomerato dotato delle<br />

principali infrastrutture e localizzato in una posizione centrale.<br />

Sono proprio queste le caratteristiche dell’agglomerato « Incoronata<br />

», che gli consentono <strong>di</strong> svolgere una funzione polarizzatrice rispetto<br />

a questo nuovo tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti industriali.<br />

Solo, che, a questo punto, s’impone un esame critico delle ragioni<br />

che hanno suggerito la proposta <strong>di</strong> ridurre l’estensione<br />

dell’agglomerato « Incoronata ». Nel « voto» del Comitato tecnico dei<br />

Ministri per il Mezzogiorno al Piano regolatore preliminare è stato in<strong>di</strong>cato,<br />

infatti, un ri<strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> questo agglomerato.<br />

3. — Le ragioni che possono giustificare una simile proposta <strong>di</strong><br />

53


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

ri<strong>di</strong>mensionamento sono sostanzialmente due: la <strong>di</strong>sponibilità delle<br />

forze <strong>di</strong> lavoro; la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

Per quanto attiene alla prima ragione: la <strong>di</strong>sponibilità delle forze<br />

lavorative, è sufficiente tener presente che: 1) il tasso <strong>di</strong> natalità della<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha continuato a mantenersi, nell’ultimo ventennio<br />

attorno al 15%, vale a <strong>di</strong>re notevolmente al <strong>di</strong> sopra della me<strong>di</strong>a nazionale;<br />

2) che l’incidenza degli addetti al settore terziario ed alla pubblica<br />

amministrazione è proporzionata, per accesso, rispetto al livello<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to; 3) che il numero dei <strong>di</strong>soccupati è notevolmente aumentato<br />

in questi ultimi anni, per concludere che è del tutto priva <strong>di</strong> fondamento<br />

la proposta <strong>di</strong> contenere l’agglomerato « Incoronata » per scarsa<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> forze lavorative.<br />

A questo proposito non va <strong>di</strong>menticato che la programmazione<br />

dello sviluppo va formulata non già limitando la attenzione ai dati attuali,<br />

ma facendo riferimento alle tendenze <strong>di</strong> fondo delle principali<br />

grandezze aggregate del sistema economico. Sia i dati <strong>di</strong> fatto, cioè il<br />

numero dei <strong>di</strong>soccupati, sia le tendenze <strong>di</strong> fondo, cioè tasso <strong>di</strong> natalità<br />

e bisogno <strong>di</strong> ristrutturare il settore terziario e della pubblica amministrazione<br />

attraverso una riduzione degli addetti, avvertono che non<br />

ha senso assumere la <strong>di</strong>sponibilità delle forze <strong>di</strong> lavoro come fattore<br />

limitazionale per i futuri inse<strong>di</strong>amenti industriali nell’agglomerato «<br />

Incoronata ».<br />

E’ chiaro che se il ritmo <strong>di</strong> industrializzazione continuerà ad essere<br />

per il futuro così basso come per il passato, le predette caratteristiche<br />

demografiche non potranno che alimentare sia il numero dei <strong>di</strong>soccupati<br />

che il flusso emigratorio.<br />

4. — Per quanto attiene alla <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche,<br />

s’impone un esame più dettagliato, in quanto le modalità <strong>di</strong> incidenza<br />

della <strong>di</strong>sponibilità delle risorse idriche sullo sviluppo industriale della<br />

Capitanata sono piuttosto complesse. S’impone perciò, lo sforzo <strong>di</strong><br />

contenere in uno schema sufficientemente sintetico gli aspetti fondamentali<br />

<strong>di</strong> questo problema e le relative proposte <strong>di</strong> soluzione.<br />

Gli impianti industriali, già inse<strong>di</strong>ati nell’agglomerato « Incoronata<br />

», i numerosi pozzi scavati dalle aziende agricole, l’assoluta mancanza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina delle forme e dei tempi <strong>di</strong> prelevamento hanno già compromesso<br />

la falda acquifera della zona. t questa una valutazione largamente<br />

con<strong>di</strong>visa, ma non sufficiente <strong>di</strong> per sé a legittimare la proposta<br />

<strong>di</strong> un ri<strong>di</strong>mensionamento territoriale dell’agglomerato « Incoronata<br />

», senza avere prima pre<strong>di</strong>sposto una normativa capace <strong>di</strong> razionalizzare<br />

l’uso <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> risorsa idrica.<br />

54


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

Prima <strong>di</strong> imporre un freno allo sviluppo industriale, motivato dalla<br />

supina accettazione <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, bisogna pre<strong>di</strong>sporre tutti<br />

gli interventi, quali un’intesa tra Consorzio <strong>di</strong> bonifica, Consorzio industriale<br />

e Regione, <strong>di</strong>retti a rendere più efficiente l’impiego della<br />

stessa quantità <strong>di</strong> acqua.<br />

5. — In secondo luogo bisogna esaminare tutte le possibilità <strong>di</strong> reperimento<br />

<strong>di</strong> altre fonti <strong>di</strong> approvvigionamento idrico.<br />

A questo proposito, va ricordato che tra l’agglomerato « Incoronata<br />

» ed il centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è ubicata una cartiera con 1000<br />

occupati, il cui fabbisogno idrico viene assicurato da una batteria <strong>di</strong><br />

pozzi, la cui portata complessiva supera le necessità effettive dell’impianto,<br />

cosicché anche qui si verifica una forma poco razionale <strong>di</strong> impiego<br />

delle risorse idriche.<br />

<strong>La</strong> stessa ubicazione della Cartiera, <strong>di</strong> proposito qui annotata, può<br />

suggerire una soluzione capace sia <strong>di</strong> rimuovere il predetto vincolo<br />

posto all’ampliamento dell’agglomerato « Incoronata » sia <strong>di</strong> razionalizzare<br />

l’uso delle risorse idriche provenienti dalla batteria <strong>di</strong> pozzi a<br />

servizio della Cartiera.<br />

Occorre, cioè, approfon<strong>di</strong>re con i dovuti dettagli tecnici la proposta<br />

<strong>di</strong> destinare all’agglomerato « Incoronata » la batteria <strong>di</strong> pozzi attualmente<br />

a servizio della Cartiera e rifornire <strong>di</strong>versamente la Cartiera.<br />

<strong>La</strong> redazione del progetto relativo alla reputazione delle acque reflue<br />

della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dovrebbe comprendere anche un’analisi<br />

comparata costi/benefici <strong>di</strong> questa prima duplice destinazione alternativa:<br />

1) assicurare <strong>di</strong>rettamente un’adeguata dotazione <strong>di</strong> acqua all’agglomerato<br />

industriale « Incoronata »; 2) assicurare il fabbisogno idrico<br />

alla Cartiera, in modo da poter destinare all’agglomerato « Incoronata<br />

»le acque della batteria <strong>di</strong> pozzi della Cartiera.<br />

L’analisi costi/benefici dovrebbe comprendere anche la <strong>parte</strong> relativa<br />

alla gestione e manutenzione dei due alternativi tipi d’impianto.<br />

In effetti la destinazione delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

solleva un altro grosso problema e cioè la <strong>di</strong>stribuzione ottimale <strong>di</strong><br />

questa risorsa limitata tra il suddetto impiego « industriale » ed il possibile<br />

impiego « agricolo », anche se non in forma alternativa.<br />

Questa seconda forma <strong>di</strong> utilizzazione va presa in esame nell’interno<br />

<strong>di</strong> risolvere un problema originato dall’inse<strong>di</strong>amento ANIC alle<br />

porte <strong>di</strong> Manfredonia. Questo impianto petrolchimico ha avanzato la<br />

domanda <strong>di</strong> un volume d’acqua pari a 500 l/s. Questa domanda è stata<br />

55


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

sod<strong>di</strong>sfatta attraverso una temporanea sottrazione <strong>di</strong> tale volume<br />

d’acqua dalla progettata destinazione agricola delle acque dell’invaso<br />

sul Fortore. Accettando la natura temporanea a non già definitiva <strong>di</strong><br />

questa sottrazione, sorge l’obbligo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la più conveniente forma<br />

<strong>di</strong> restituzione.<br />

<strong>La</strong> forma più semplice <strong>di</strong> restituzione potrebbe essere quella <strong>di</strong> destinare<br />

all’impianto ANIC 500 l/s delle acque reflue della fognatura <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> e ripristinare così la destinazione agricola delle acque del Fortore<br />

nonché i confini del progettato comprensorio irriguo. E’ sufficiente<br />

però tener presenti la <strong>di</strong>stanza e i <strong>di</strong>slivelli esistenti tra <strong>Foggia</strong> e<br />

Manfredonia per accorgersi dell’altissimo onere, sia in termini <strong>di</strong> costo<br />

d’impianto che in termini <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> gestione, <strong>di</strong> questa prima soluzione.<br />

Una seconda soluzione, fondata sempre sul principio della restituzione<br />

al settore agricolo dei predetti 500 l/s, potrebbe prevedere la<br />

destinazione <strong>di</strong> questi 500 l/s alle aziende agricole situate nelle imme<strong>di</strong>ate<br />

vicinanze del centro abitato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

In altri termini, la riduzione della superficie del comprensorio irrigua<br />

del Fortore, per effetto della sottrazione <strong>di</strong> 500 l/s a favore<br />

dell’impianto ANIC, sarebbe compensata dall’ampliamento della superficie<br />

irrigata alle porte <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Anche questa seconda alternativa<br />

potrebbe essere oggetto <strong>di</strong> un’analisi comparata costi/benefici.<br />

Questo schema riassuntivo delle proposte <strong>di</strong> revisione circa le forme<br />

<strong>di</strong> utilizzo delle risorse idriche della Capitanata vuole specificare<br />

alcune linee fondamentali del piano <strong>di</strong> ottimizzazione dell’impiego<br />

delle risorse idriche, proposto dal « voto » al Piano regolatore preliminare.<br />

Re<strong>di</strong>gere questo piano, a livello provinciale, consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> un approccio valido per alcune specificazioni, come quelle in<strong>di</strong>cate<br />

nel precedente prospetto riassuntivo, che molto probabilmente non saranno<br />

prese in esame dal Progetto speciale sulle risorse idriche, in corso<br />

<strong>di</strong> elaborazione presso la Cassa, dato il suo approccio interregionale.<br />

Ed in ogni caso sarebbe bene che le amministrazioni interessate,<br />

a livello provinciale, concordassero un proprio programma, su<br />

proprio programma, su cui verificare le scelte del Piano Cassa.<br />

Là programmazione non può fare a meno <strong>di</strong> simili <strong>di</strong>aloghi, originati<br />

dalla <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> proposte.<br />

6. — Per concludere si può <strong>di</strong>re che la proposta <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionamento<br />

dell’agglomerato « Incoronata » non trova giustificazione né<br />

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___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

sotto il profilo della <strong>di</strong>sponibilità delle forze lavorative né sotto quello<br />

delle risorse idriche, ma anzi questa localizzazione va guardata —<br />

nell’ambito della « <strong>di</strong>rettrice » <strong>di</strong> sviluppo industriale dell’area centrale<br />

del sistema economico dauno — con estremo interesse in quanto<br />

capace <strong>di</strong> polarizzare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> razionalizzare i nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong><br />

piccole e me<strong>di</strong>e imprese, che stanno sorgendo lungo tutte le strade statali.<br />

Anche questi si vanno <strong>di</strong>sponendo in forma circolare attorno al<br />

capoluogo <strong>di</strong> provincia, tanto che richiamano alla mente l’analogo fenomeno<br />

« agricolo » e cioè l’anello orticolo ed arboricolo che circondava<br />

e circonda ancora molti comuni meri<strong>di</strong>onali.<br />

7. — Per quanto attiene alle modalità dei collegamenti tra i <strong>di</strong>versi<br />

programmi <strong>di</strong> attività, è ben ricordare che il nostro modello <strong>di</strong> sviluppo<br />

si incentra sull’in<strong>di</strong>viduazione dei « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici<br />

delle singole aree, uniformi quanto a « grado <strong>di</strong> importanza economica<br />

», cioè delle forme specifiche e concrete del loro sviluppo potenziale.<br />

Il concetto <strong>di</strong> « punto <strong>di</strong> forza » <strong>di</strong>stintivo delle singole aree ha consentito<br />

la saldatura tra i due modelli: quello interpretativo dello stato<br />

attuale e quello programmatico dello sviluppo futuro.<br />

Si può meglio cogliere la natura e la funzione <strong>di</strong> questo strumento<br />

della pianificazione dello sviluppo economico, confrontandolo con le<br />

più significative forme <strong>di</strong> intervento pubblico nel Mezzogiorno: 1)<br />

preindustrializzazione; 2) realizzazione degli investimenti <strong>di</strong> base; 3)<br />

blocco degli investimenti.<br />

Partendo da quest’ultima si può <strong>di</strong>re che l’idea del « blocco degli<br />

investimenti » voleva essere un passo avanti rispetto alla politica <strong>di</strong><br />

pre-industrializzazione, basata su programmi <strong>di</strong> opere infrastrutturali.<br />

L’aumento della dotazione <strong>di</strong> capitale fisso sociale, nella misura in cui<br />

assicura un tipo <strong>di</strong> economie esterne, agevola il sorgere <strong>di</strong> nuove imprese<br />

industriali, ma solo in forma in<strong>di</strong>retta.<br />

<strong>La</strong> realizzazione <strong>di</strong> un investimento <strong>di</strong> base (una acciaieria o un<br />

impianto petrolchimico) assicura la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materie prime, che<br />

— se trasformate sullo stesso luogo <strong>di</strong> produzione — provoca la <strong>di</strong>ffusione<br />

a macchia d’olio del processo <strong>di</strong> industrializzazione. In questo<br />

senso, l’investimento <strong>di</strong> base costituisce un passo avanti, nella promo -<br />

zione dello sviluppo industriale, rispetto ai programmi infrastrutturali.<br />

L’idea del « blocco d’investimenti » vuoi rispondere alla speranza<br />

<strong>di</strong> poter preterminare, previo accertamento delle tendenze <strong>di</strong> mercato<br />

dei singoli beni ottenibili dalla trasformazione della materia prima<br />

57


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

fornita dall’investimento <strong>di</strong> base, il gruppo <strong>di</strong> nuove imprese, <strong>di</strong> cui<br />

promuovere l’inse<strong>di</strong>amento. Il blocco degli investimenti risulta, quin<strong>di</strong>,<br />

dalla somma <strong>di</strong> tutte queste imprese trasformatrici.<br />

E’ noto che questo tipo <strong>di</strong> programmazione ha fatto cattiva prova<br />

sul piano pratico, donde la ricorrente denuncia delle « cattedrali nel<br />

deserto ». A <strong>parte</strong> le <strong>di</strong>fficoltà logiche <strong>di</strong> predeterminare con rigorosa<br />

esattezza il gruppo delle nuove imprese da far sorgere, stante la vasta<br />

gamma <strong>di</strong> possibilità tecniche <strong>di</strong> trasformare la materia prima prodotta<br />

dall’investimento <strong>di</strong> base con tutte le loro conseguenti variabili endogene<br />

ed esogene, corre obbligo <strong>di</strong> segnalare il limite <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> questo<br />

strumento operativo. <strong>La</strong> <strong>di</strong>sponibilità in loco <strong>di</strong> questa materia<br />

prima mo<strong>di</strong>fica la situazione preesistente solo in quanto ne assicura il<br />

rifornimento ad un minore costo <strong>di</strong> trasporto. Quin<strong>di</strong>, il potere attrattivo<br />

dei suddetti investimenti <strong>di</strong> base si risolve, in pratica, nella sola<br />

<strong>di</strong>minuzione del costo <strong>di</strong> trasporto, cioè <strong>di</strong> una quota non molto incidente<br />

sul costo complessivo per le imprese nascenti.<br />

Già il grande invaso <strong>di</strong> acqua, che pure appartiene alla categoria<br />

degli investimenti <strong>di</strong> base, arreca un’innovazione più consistente, in<br />

quanto fornisce un bene <strong>di</strong>versamente non <strong>di</strong>sponibile. Ciò non toglie<br />

che questa con<strong>di</strong>zione più favorevole non è sempre sufficiente a rendere<br />

conveniente la trasformazione dell’or<strong>di</strong>namento produttivo, cosicché<br />

l’acqua può continuare a scorrere nelle canalette senza essere<br />

utilizzata dalle aziende agricole.<br />

Il nostro modello, basato sull’in<strong>di</strong>viduazione delle forme <strong>di</strong> sviluppo<br />

potenziale, specifiche delle singole aree, è certamente meno rigoroso,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista teorico, del modello basato sul concetto <strong>di</strong><br />

«blocco <strong>di</strong> investimenti », fa intravvedere un maggior grado <strong>di</strong> realizzabilità,<br />

proprio perché seleziona i programmi <strong>di</strong> attività che esaltano<br />

le vocazioni delle singole aree, i loro « punti <strong>di</strong> forza » caratteristici.<br />

Ne risulta un piano <strong>di</strong> sviluppo, che si fonda sulla promozione <strong>di</strong> attività<br />

ap<strong>parte</strong>nenti a <strong>di</strong>versi settori produttivi e non già ad un’unica<br />

classe dell’industria manifatturiera, come è nell’ipotesi del « blocco <strong>di</strong><br />

investimenti » .<br />

8. — Uno sviluppo, basato sulla promozione <strong>di</strong> attività ap<strong>parte</strong>nenti<br />

a <strong>di</strong>versi settori produttivi, fa sorgere la necessità <strong>di</strong> precisare le linee<br />

fondamentali dell’armonizzazione, <strong>di</strong> questi programmi, quale risulta<br />

dal prefissato obiettivo dell’eliminazione degli esistenti squilibri<br />

settoriali e territoriali.<br />

Nelle recenti <strong>di</strong>rettive comunitarie, in tema <strong>di</strong> ammodernamento<br />

58


___________________________________________________________PIANO REGOLATORE TERRITORIALE<br />

delle aziende agricole, è contenuto un criterio selettivo delle misure <strong>di</strong><br />

incoraggiamento che corrisponde appieno alla nostra ricerca <strong>di</strong> uno<br />

strumento Operativo atto a far raggiungere l’obiettivo dello sviluppo<br />

equilibrato. Si allude alla norma che stabilisce che le agevolazioni<br />

cre<strong>di</strong>tizie saranno accordate alle imprese che riusciranno a « presentare<br />

un piano <strong>di</strong> sviluppo capace <strong>di</strong> assicurare un red<strong>di</strong>to da lavoro pari a<br />

quello extra-agricolo della zona » .<br />

Per le zone economicamente non ancora sviluppate la specificazione<br />

« zonale » del parametro <strong>di</strong> riferimento può risultare poco efficace.<br />

In queste zone, infatti, il red<strong>di</strong>to da lavoro extra-agricolo supera <strong>di</strong><br />

poco quello agricolo, cosicché la misura selettiva finisce per perdere il<br />

suo valore <strong>di</strong> stimolo a promuovere il sorgere <strong>di</strong> aziende agricole efficienti.<br />

Pertanto, una con<strong>di</strong>zione per rendere valida — per le zone non ancora<br />

sviluppate — quest’interessante misura selettiva, può essere quella<br />

della presenza contestuale <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale.<br />

Nel nostro modello l’accentuazione del carattere urbanoindustriale<br />

dell’area centrale del sistema, attraverso l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />

nuove imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e ad avanzato contenuto tecnologico<br />

assicura la con<strong>di</strong>zione richiesta da un efficace funzionamento della<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria.<br />

D’altro canto, la presenza <strong>di</strong> vasti comprensori irrigui <strong>di</strong> ormai<br />

prossima entrata in funzione costituisce la base su cui applicare le<br />

nuove misure <strong>di</strong> ammodernamento delle aziende agricole.<br />

Questa forma <strong>di</strong> collegamento tra i due programmi <strong>di</strong> sviluppo<br />

consente <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo dello sviluppo equilibrato, pur nell’accentuazione<br />

dei caratteri <strong>di</strong>fferenziali delle aree, in cui si sud<strong>di</strong>vide<br />

il territorio dauno.<br />

Se è largamente accettata l’idea, secondo cui la sostanza dello sviluppo<br />

economico va rinvenuta nelle successive trasformazioni dell’apparato<br />

produttivo, ben <strong>di</strong>versa è stata la sorta della teoria, secondo<br />

cui lo sviluppo si svolge necessariamente la creazione <strong>di</strong> squilibri<br />

(Hirschman).<br />

Questa prospettiva non è accettata, nella misura in cui essa voglia<br />

in<strong>di</strong>care uno stato <strong>di</strong> fatto duraturo e permanente, perché finisce per<br />

essere in netta contrad<strong>di</strong>zione con la <strong>di</strong>ffusa aspirazione dello sviluppo<br />

equilibrato.<br />

Si tratta, perciò, <strong>di</strong> trovare il modo <strong>di</strong> rendere temporaneo quest’effetto<br />

dello sviluppo; solo così la creazione degli squilibri <strong>di</strong>venta<br />

59


SALVATORE GAROFALO_______________________________________________________________________<br />

accettabile quale con<strong>di</strong>zione fondamentale dello stesso sviluppo.<br />

Ora, ancorare l’applicazione della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettiva comunitaria alla<br />

contestuale applicazione « nella stessa zona » (in questo caso, l’intera<br />

provincia) <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sviluppo industriale costituisce uno<br />

strumento valido per l’armonizzazione <strong>di</strong> due programmi <strong>di</strong> sviluppo.<br />

L’accentuazione del carattere urbano-industriale dell’area centrale<br />

dei sistema crea sì uno squilibrio, ma non tale da giustificare l’apprensione<br />

<strong>di</strong> accentuare il <strong>di</strong>vario tra ricchi e poveri (Myrdal), in quanto<br />

questo squilibrio non fa altro che elevare il parametro <strong>di</strong> riferimento<br />

per la concessione delle misure <strong>di</strong> incoraggiamento alle aziende agricole,<br />

impegnate in programma <strong>di</strong> ammodernamento e quin<strong>di</strong> in ultima<br />

istanza — sollecitare una crescita equilibrata del settore e dell’area «<br />

agricola ».<br />

E’ facile intuire come il funzionamento <strong>di</strong> questo meccanismo <strong>di</strong><br />

sviluppo si estenda anche all’area caratterizzata dal prevalere della attività<br />

turistiche. E’ significativo, a questo proposito, che tra le richieste<br />

avanzate dall’Aeritalia al Consorzio A.S.I. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> figuri, in primo<br />

luogo, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suoli per residenze estive lungo il litorale<br />

adriatico a<strong>di</strong>acente all’ubicazione dell’impianto aeronautico.<br />

60<br />

SALVATORE GAROFALO


C O N V E G N O<br />

SUI « SERVIZI SOCIO-SANITARI» INDETTO DALLA<br />

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA<br />

Signori convegnisti,<br />

<strong>Foggia</strong>, 23 febbraio <strong>1977</strong><br />

(« Au<strong>di</strong>torium » della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>)<br />

Introduzione del Prof. PASQUALE RICCIARDELLI,<br />

Assessore <strong>Provinciale</strong> all’Igiene, Sanità ed Ecologia.<br />

vi rinnovo il mio cor<strong>di</strong>ale saluto personale, in aggiunta a quello testé<br />

esternato dal Presidente, a nome suo e della Giunta <strong>Provinciale</strong> in<br />

carica da pochi mesi.<br />

Vi ringrazio della <strong>parte</strong>cipazione ed auguro a noi tutti un proficuo<br />

lavoro culturale e politico.<br />

Il fine del convegno e del nostro incontro e del <strong>di</strong>battito dev’essere<br />

— così noi cre<strong>di</strong>amo — auspicio ed impegno ad affrontare subito, in<br />

modo responsabile e programmato, con la più larga <strong>parte</strong>cipazione<br />

democratica, i problemi socio-sanitari complessivi della Capitanata.<br />

Prima <strong>di</strong> entrare nel merito, consentitemi <strong>di</strong> esprimere, in uno con<br />

l’affettuoso saluto, un vivo ringraziamento al Presidente ed<br />

all’Assessore alla Sanità della Provincia <strong>di</strong> Perugia, sia per la loro entusiastica<br />

adesione, sia per il contributo <strong>di</strong> idee, per vissuta esperienza,<br />

che certamente daranno al nostro convegno.<br />

In una provincia come questa <strong>di</strong> Capitanata — a <strong>parte</strong> la <strong>di</strong>sputa<br />

culturale ed istituzionale in corso, circa la sopravvivenza o meno<br />

dell’Ente Provincia — ci pare preliminare e fondamentale, per la materia<br />

che andremo a trattare, prefigurare degli obiettivi ed in<strong>di</strong>care degli<br />

strumenti nuovi.<br />

Noi cre<strong>di</strong>amo che, riappropriandoci innanzitutto del territorio, occorra<br />

procedere dal modello <strong>di</strong> società provinciale in cui viviamo, una<br />

società notoriamente « chiusa », non già per farne soltanto una denuncia,<br />

a volte fine a se stessa, ma per una riflessione critica, per avanzare<br />

61


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

proposte innovatrici ed alternative al sistema, per avviare un <strong>di</strong>scorso<br />

sociologico più corretto ed un <strong>di</strong>battito che punta ad un’efficace organizzazione<br />

socio-comunitaria.<br />

Quin<strong>di</strong>, attraverso una serie d’indagini (alcune sono già in corso<br />

da <strong>parte</strong> della nuova Giunta provinciale), elaborare un programma e,<br />

conseguentemente, le relative forme gestionali democratiche. <strong>La</strong> programmazione,<br />

caratterizzata a breve, a me<strong>di</strong>o ed a più lungo termine,<br />

deve avere due obiettivi: quello strategico (Bilancio pluriennale. Non<br />

più <strong>di</strong> 10 anni), e quello tattico-operativo (Bilancio a ciclo annuale,<br />

triennale e, al massimo, quinquennale).<br />

E’ ovvio che il Bilancio poliennale non può essere rigido, magari<br />

come quello annuale, ma dev’essere duttile, flessibile nel tempo, a seconda<br />

delle vicende storiche eventualmente maturate.<br />

Il <strong>di</strong>scorso politico operativo conseguenziale dovrà tendere ad una<br />

pianificazione territoriale dei servizi socio-sanitari, onde recuperare i<br />

ritar<strong>di</strong> e superare le remore che si sono manifestate in questo specifico<br />

campo.<br />

Questa, a nostro avviso, è la metodologia da adottare, la quale,<br />

fondata sul concetto della « utilità sociale », porta a quella moderna «<br />

scienza locale » che oggi connota ed assomma tutti i valori dell’uomo,<br />

reintegrandolo <strong>di</strong> tutte le sue funzioni sociali.<br />

In questo modo, potrà compiersi la trasformazione della nostra «<br />

società chiusa », nella quale l’uomo è solo oggetto e vede menomati i<br />

suoi valori e <strong>di</strong>ritti, in quanto socializza passivamente, subisce gli<br />

schemi socio-culturali <strong>di</strong> comportamento, quasi sempre parcellizzati e<br />

gerarchizzati.<br />

<strong>La</strong> « società aperta », quella nuova che dovrà originarsi attraverso<br />

la « scienza locale », potrà veramente essere, domani, una società a<br />

misura dell’uomo.<br />

Per le carenze ed i ritar<strong>di</strong> innanzi rilevati (dalla legge 132 alla 386,<br />

e dalla 431 alla 382, ecc.), il <strong>di</strong>scorso politico va ampliato, deve <strong>di</strong>ventare<br />

più rigoroso per chi deve operare e più critico nei confronti<br />

della classe <strong>di</strong>rigente, se si vuole concepire, d’intesa con le comunità,<br />

una pianificazione dei servizi socio-sanitari.<br />

62


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Con l’indagine avviata, la Giunta provinciale si propone <strong>di</strong> conoscere<br />

la scala dei bisogni socio-sanitari complessivi del territorio, e<br />

cioè:<br />

— quelli privati o in<strong>di</strong>viduali o soggettivi;<br />

— quelli pubblici o collettivi od oggettivi;<br />

— quelli sociali o <strong>di</strong> merito.<br />

Dai bisogni, poi, si dovrà passare all’esame delle domande scaturite<br />

e, da queste, all’apprestamento delle strutture e dei presi<strong>di</strong> sociosanitari,<br />

all’inserimento degli operatori idonei, ecc. t pleonastico ricordare<br />

che le domande variano a seconda della cultura del probabile<br />

fruitore dei servizi, ed anche a seconda della sua coscienza sanitaria,<br />

della sua maturità civile, della sua educazione politica.<br />

<strong>La</strong> domanda, comunque, è un momento importante <strong>di</strong> democrazia<br />

sociale e spetta all’Ente preposto o delegato (Stato, regione, provincia<br />

e comune) programmare ed operare perché la domanda stessa sia sod<strong>di</strong>sfatta,<br />

senza peraltro prescindere da quelle iniziative e promozioni<br />

che l’indagine potrà suggerire nell’interesse della salute della comunità.<br />

Partendo dal concetto, da tutti i partiti democratici con<strong>di</strong>viso, che<br />

il bisogno sanitario è sociale, va da sé che i servizi socio-sanitari devono<br />

essere pubblici ed erogati in termini globali per quantità e qualità,<br />

al fine primario <strong>di</strong> fare salute, creando nel territorio della provincia<br />

una rete <strong>di</strong>ffusa ed organica <strong>di</strong> filtri per la prevenzione, perché possa<br />

essere evitata l’insorgenza delle patologie.<br />

<strong>La</strong> nuova necessaria politica operativa non dovrebbe <strong>di</strong>scostarsi da<br />

questi presupposti:<br />

1) L’azione sociale deve costantemente mirare a far recuperare al<br />

citta<strong>di</strong>no ed alla comunità locale il proprio ruolo <strong>di</strong> autogestione dei<br />

bisogni e delle risorse;<br />

2) la prevenzione dev’essere privilegiata nelle sue tre fasi:<br />

la primaria, in <strong>parte</strong> eziologica, che ha l’obiettivo <strong>di</strong> conoscere ed<br />

eliminare le casualità provocanti il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne bio-psico-sociale e, in<br />

conseguenza, le situazioni socio-patologiche; la secondaria, ovvero<br />

l’intervento precoce; la terziaria, ovvero l’intervento per bloccare e<br />

sod<strong>di</strong>sfare il bisogno;<br />

63


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

3) i servizi socio-sanitari, la loro organizzazione e la loro gestione,<br />

secondo la metodologia ed ottica nuove, non possono essere realizzati<br />

con le vecchia mentalità ed utilizzando operatori <strong>di</strong> formazione culturale<br />

e tecnica antica e sclerotizzata. <strong>La</strong> formazione dei nuovi operatori<br />

dev’essere contestuale con la programmazione e con l’organizzazione<br />

dei nuovi servizi. Quin<strong>di</strong>, va prevista e promossa la riqualificazione<br />

del personale, me<strong>di</strong>ante corsi formativi, aggiornamento professionale<br />

e tecnico, seminari <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, convegni, <strong>di</strong>battiti, ecc. In altri termini,<br />

un forte movimento culturale e informativo, che deve coinvolgere anche<br />

le comunità della provincia.<br />

Queste, nelle linee essenziali, la visione, la piattaforma, la proposta<br />

concreta <strong>di</strong> politica socio-sanitaria dell’attuale Giunta, impegnata a recuperare<br />

i ritar<strong>di</strong> del passato, quasi aprendo una « vertenza » col passato<br />

(mi si lasci passare la espressione), nell’intento <strong>di</strong> trasformare e<br />

potenziare strutture e presi<strong>di</strong> ancora vali<strong>di</strong>, ma oggi palesemente insufficienti<br />

e carenti, e <strong>di</strong> superare ed eliminare istituzioni fatiscenti e<br />

quelle socialmente <strong>di</strong>saggreganti e segreganti.<br />

Su questo grosso tema chiamiamo tutte le forze demo cratiche, le<br />

famiglie, le organizzazioni giovanili e femminili, i sindacati, i tecnici,<br />

gli operatori del settore e le autonomie locali a <strong>di</strong>battere, a collaborare,<br />

a dare apporto d’idee, attraverso un movimento culturale, per realizzare<br />

prima e per gestire poi i nuovi invocati servizi. Solo così, tutti insieme,<br />

sarà possibile materializzare quella « scienza locale », che deve<br />

sollecitare una comune ricerca per interpretare correttamente il ruolo<br />

sociale <strong>di</strong> ognuno nell’ambito dei servizi per tutti. I citta<strong>di</strong>ni, lo voglio<br />

ricordare a me stesso, sono i destinatari reali ed i soggetti veri<br />

dell’habitat sociale. Quin<strong>di</strong>, spetta a noi tutti rompere con la passata «<br />

società chiusa » per conquistarci una «società aperta » civile e giusta<br />

ed umana, dove non ci potrà mai essere posto per l’antico « esercizio<br />

del potere », ancorché pubblico, ma <strong>parte</strong>cipazione della comunità sociale,<br />

che gestisce e fruisce ad un tempo dei servizi.<br />

Oggi, purtroppo, la società offre poco e male in questo delicato<br />

campo. Basti pensare all’Ente provincia gravato tuttora <strong>di</strong> molteplici<br />

compiti, non pochi dei quali macchinosi e <strong>di</strong>spersivi.<br />

64


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Ad esso sono affidati servizi sociali, compresi quelli per delega regionale,<br />

regolati ancora da vecchie norme, che poggiano su strutture<br />

vecchie e degradate, quando non sono <strong>di</strong> fortuna, e che non hanno alcuna<br />

articolazione assistenziale territoriale. Ad<strong>di</strong>rittura, alcuni servizi<br />

non hanno più motivo <strong>di</strong> essere, perché la particolare patologia che li<br />

ha originati (Tracoma, Tbc., ecc.) è inesistente o ridottissima e comunque<br />

non pregiu<strong>di</strong>zievole o <strong>di</strong>ffusa. Eppure, hanno continuato a<br />

sussistere nonostante l’inutilità e la costosa improduttività sociale.<br />

(L’attuale Giunta ha programmato <strong>di</strong> chiudere, <strong>di</strong> smantellare, <strong>di</strong> trasformare<br />

alcune strutture...).<br />

In questo contesto, non certo positivo, devono emergere ed esaltarsi<br />

i compiti nuovi delle Autonomie locali, il cui cammino è ancora<br />

lento e faticoso. Bisogna scrollarsi <strong>di</strong> dosso una brutta ere<strong>di</strong>tà e spetterà<br />

all’Ente Regione — che finora non ha operato con responsabile<br />

tempestività in questo campo — fornirei i necessari e idonei strumenti<br />

legislativi e amministrativi per tradurre in pratica i nuovi compiti emergenti.<br />

<strong>La</strong> Giunta provinciale, interprete della domanda, della volontà, dei<br />

<strong>di</strong>ritti dell’intera comunità, ha iniziato un chiaro ed impegnato <strong>di</strong>scorso<br />

con la Regione Puglia per accelerare i tempi <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una<br />

moderna ed efficace rete territoriale dei servizi socio-sanitari.<br />

<strong>La</strong> presenza dei compagni ospiti <strong>di</strong> Perugia — e consentitemi il riferimento<br />

— mi ricorda che la Regione Umbria ha già operato incis ivamente<br />

in questo delicato ed importante settore, me<strong>di</strong>ante proprie<br />

apposite leggi, quali la n. 8 e la n. 57 del 1974.<br />

In sintesi, fanno carico alla Provincia, in modo <strong>di</strong>retto o <strong>di</strong> riflesso<br />

o per delega: gli ex consultori dell’O.N.M.I.; l’I.P.P.I.; l’E.P.A. ed i<br />

centri me<strong>di</strong>co-psico-pedagogici; il consorzio prov. antitubercolare e <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>cina sociale; lo zooprofilattico, l’antimalarico, la polizia veterinaria,<br />

ecc.<br />

Ed inoltre: il <strong>La</strong>boratorio d’igiene e profilassi, quello <strong>di</strong> analisi dei<br />

terreni, e tutte le incombenze <strong>di</strong> legge (la n. 319, o legge Merli) la <strong>di</strong>fesa<br />

ambientale e contro l’inquinamento a qualsiasi livello.<br />

Una miriade <strong>di</strong> servizi e <strong>di</strong> strutture, quin<strong>di</strong>, da potenziare, o da<br />

65


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

ristrutturare, o da trasformare, o da smantellare. <strong>La</strong> Giunta in carica ne<br />

è cosciente e sa anche che non è facile, ma bisogna andare avanti col<br />

programma politico-amministrativo che si è dato, procedendo con<br />

gradualità ed oculatezza nelle scelte. Le quali scelte, domani, dovranno<br />

essere calate nelle ULSS (Unità locali dei servizi sociosanitari)<br />

quando saranno costituite, secondo l’attesa riforma sanitaria nazionale,<br />

e nelle quali dovranno trovare collocazione tutti i presi<strong>di</strong> in <strong>di</strong>fesa<br />

della salute e per garantire la vita, anzi una migliore qualità <strong>di</strong> vita.<br />

Spiace a questo punto rilevare, e d’altronde non può essere sottaciuto,<br />

che la Regione PUGLIA, cui sono demandate quasi tutte le<br />

competenze del settore, è in notevole ritardo in questo campo.<br />

L’Assessorato regionale, riprendendo un Piano ipotizzato in precedenza<br />

dal Comitato regionale <strong>di</strong> programmazione sanitaria ed ospedaliera,<br />

ha <strong>di</strong>vulgato un primo piano (ipotesi), che le comunità hanno bocciato;<br />

ne ha formulato un secondo piano (ipotesi), altrettanto carente; pare<br />

ne stia pre<strong>di</strong>sponendo un terzo, ma <strong>di</strong> vero c’è che il ritardo si aggiunge<br />

ai ritar<strong>di</strong> e che nei documenti già noti non appare correttamente<br />

configurata 1’ULSSS.<br />

<strong>La</strong> mia <strong>parte</strong> politica — così in tanti documenti della sezione responsabile<br />

della <strong>di</strong>rezione del P.C.I. — ritiene che l’ULSSS sia la risposta<br />

più idonea e complessiva da dare alle esigenze delle comunità e<br />

dei singoli citta<strong>di</strong>ni che vivono in un « ambito territoriale » contestualmente<br />

da riassumere, se non già riassestato, sotto l’aspetto socioeconomico<br />

ed urbanistico.<br />

L’ULSSS deve tendere a costituire l’integrità della persona umana,<br />

fino ad oggi smembrata e manipolata dalle competenze settorializzate.<br />

Cioè, essa deve rifondare il rapporto globale tra l’in<strong>di</strong>viduo e la sua<br />

comunità per rendere le due entità com<strong>parte</strong>cipi della vicenda esistenziale,<br />

in modo cosciente e reciprocamente responsabile.<br />

L’ULSSS è una conquista civile.Essa risponde alla più elementare<br />

esigenza <strong>di</strong> giustizia sociale in materia <strong>di</strong> servizi pubblici, in quanto<br />

essa esalta e riba<strong>di</strong>sce il <strong>di</strong>ritto all’eguaglianza nei rapporti sociali, in<br />

base ai quali il citta<strong>di</strong>no, qualsiasi citta<strong>di</strong>no ed in qualunque realtà socio-territoriale,<br />

può fruire degli stessi servizi.<br />

66


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Per esemplificare, e trascurando i settori assistenziali <strong>di</strong> base e<br />

quello formativo-culturale e ricreativo, desidero qui considerare soltanto<br />

il settore della SALUTE affidato alla ULSSS, e che deve prevedere:<br />

— Tutela igienica, profilattica ed ecologica dell’ambiente (centri ed<br />

équipe socio-sanitari, me<strong>di</strong>cina preventiva scolastica, malattie del<br />

lavoro, ecc.);<br />

— Consulenza eugenetica ed ostetrico-ginecologica prematrimoniale e<br />

familiare (consultori socio-familiari e pe<strong>di</strong>atrici, tutela della madre<br />

e del bambino, educazione sociale e sanitaria della donna,<br />

ecc.);<br />

— Attività <strong>di</strong> educazione sanitaria ed alimentare scolastica ed extrascolastica<br />

(con educatori ed esperti <strong>di</strong> settore);<br />

— Tutela neurologica ed igiene mentale (centri ed équipe bio-psicosociali);<br />

— Consulenza e supporto me<strong>di</strong>co-scolastico e ginnico-sportivo (ginnastica<br />

correttiva, ecc.);<br />

— Controllo sanitario e <strong>di</strong>agnosi precoce delle malattie sociali (centri<br />

<strong>di</strong>agnostici, dépistage, ecc.);<br />

— Consulenza, stu<strong>di</strong> e ricerca <strong>di</strong> prevenzione geriatrica;<br />

— Tutela alimentare (servizio veterinario, servizio antisofisticazione<br />

alimentare, consulenza <strong>di</strong>etetica e controllo dell’idoneità degli alimenti,<br />

ecc.);<br />

— Assistenza sanitaria ed infermieristica domiciliare e ambulatoriale<br />

<strong>di</strong> pronto intervento (équipe sanitaria, centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione<br />

[servizio extramurale e hopital day], poliambulatori <strong>di</strong> I livello...<br />

»;<br />

— Formazione del personale parame<strong>di</strong>co e coor<strong>di</strong>namento delle attività<br />

<strong>di</strong> tirocinio pre-professionale dell’operatore sanitario;<br />

— Raccordo con i centri <strong>di</strong> cura e riabilitazione ospedaliera e tutela<br />

del rapporto malato-struttura sanitaria (servizio <strong>di</strong> ricovero per<br />

<strong>di</strong>agnosi, cura e riabilitazione...).<br />

A questo punto, siccome il retroterra evidenziato mi pare possa<br />

consentire un ampio <strong>di</strong>battito, che qui certamente si avrà, vorrei de<strong>di</strong>care<br />

dei brevi cenni specifici al problema degli han<strong>di</strong>cappati,<br />

dell’infanzia « particolare », degli anziani.<br />

67


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

Per l’infanzia han<strong>di</strong>cappata e per gli han<strong>di</strong>cappati in genere, la<br />

Giunta sa che un grosso e non facile impegno l’attende.<br />

Tale impegno — a suo avviso e nel più ampio quadro dei Consorzi<br />

socio-sanitari, <strong>di</strong> concerto con la Regione Puglia che, purtroppo, non<br />

ancora marcia in tale <strong>di</strong>rezione — dovrà portare alla realizzazione <strong>di</strong><br />

un’assistenza sociale alternativa rispetto a quella o contro quella istituzionale<br />

ed emarginante.<br />

L’Ente Provincia dovrà tutelare integralmente la salute dei minori,<br />

scoprendo e rimuovendo l’han<strong>di</strong>cap, vale a <strong>di</strong>re ogni causa dei <strong>di</strong>sturbi<br />

psico-fisici, dando priorità alla prevenzione e creando, in conseguenza,<br />

i necessari presi<strong>di</strong> anti<strong>di</strong>scriminanti e antiemarginanti.<br />

E più precisamente, spetterà alla Provincia organizzare una rete <strong>di</strong><br />

servizi sociali idonei anche al recupero ed al reinserimento dei « d i v<br />

e r s i » (sensoriali, <strong>di</strong>sadattati, caratteriali, neurolesi, motulesi, ecc.) in<br />

strutture il più possibile « n o r m a 1 i », ove essi possano esprimere<br />

al meglio la loro personalità. E l’impegno sarà tanto più esteso ed oneroso<br />

(dalle strutture all’assistenza economica, ecc. ecc.) se si guar<strong>di</strong> alle<br />

con<strong>di</strong>zioni obiettive della nostra Provincia, che è pressoché all’anno<br />

zero in questo specifico campo. Né sarà facile nell’attuale momento<br />

storico ed economico del Paese, a causa delle ristrettezze in cui versano<br />

gli EE. LL. (Non ultimo il decreto Stammati).<br />

Ostacoli e remore <strong>di</strong> vario genere saranno indubbiamente molte,<br />

ma la Giunta, nella sua responsabilità politica, li affronterà per superarli<br />

gradualmente, coinvolgendo nell’azione anche le comunità, onde<br />

colpire alla ra<strong>di</strong>ce certe patologie sociali e aprire una nuova più giusta<br />

e più umana pagina nel campo dell’assistenza.<br />

Una delle prime tappe programmate dalla Giunta è quella <strong>di</strong> superare,<br />

e poi <strong>di</strong> smantellare, le scuole speciali, le classi <strong>di</strong>fferenziali, gli<br />

istituti cosiddetti <strong>di</strong> rieducazione psichica o psicomotoria, i quali tutti<br />

si sono palesati una vera e propria mistificazione tecnica ed anche<br />

l’esaltazione della filosofia dell’esclusione e della selezione.<br />

In prosieguo, la Giunta si propone <strong>di</strong> superare altresì i Centri me-<br />

<strong>di</strong>co-psico-pedagogici, utilizzando ciò che <strong>di</strong> essi può avere una vali-<br />

68


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

<strong>di</strong>tà sociale, e procederà contestualmente alla ristrutturazione<br />

dell’attuale Centro d’igiene mentale, per poi istituirne altri nel territorio.<br />

Insomma, il C.I.M. — nel passato, troppo spesso, veicolo naturale<br />

per la gabbia ortofrenica o manicomiale — non può più essere e non<br />

dev’essere solo un filtro tecnico, ma dovrà avere funzioni e finalità<br />

me<strong>di</strong>co-sociali. I vecchi CC.MM.PP. e i CC.II.MM. dovranno <strong>di</strong>ventare<br />

il moderno « SERVIZIO IN DIFESA DELLA SALUTE MEN-<br />

TALE », con i suoi tre momenti essenziali della « prevenzione » della<br />

« <strong>di</strong>agnosi e terapia » (attrezzando nel suo ambito anche una miniastanteria)<br />

e della « riabilitazione » per il susseguente inserimento dei<br />

soggetti riabilitati nel tessuto sociale e produttivo.<br />

In ultima analisi, codesto nuovo « SERVIZIO... » dovrà avere una<br />

congeniale collocazione e dovrà essere inserito in un progetto regionale<br />

<strong>di</strong> ricomposizione dell’intervento sociosanitario nel territorio (dai<br />

servizi sociali all’unità sanitaria locale), collaborando attivamente con<br />

tutti i servizi impegnati nella prevenzione (Me<strong>di</strong>cina scolastica, me<strong>di</strong>cina<br />

del lavoro, me<strong>di</strong>cina perinatale e neonatale, <strong>di</strong>agnosi precoce dei<br />

ritar<strong>di</strong> psicomotori, tutela della maternità attraverso i consultori familiari,<br />

servizi per l’infanzia e l’età evolutiva, ecc.).<br />

Occorrerà anche una rete <strong>di</strong> servizi specializzati per la « educazione<br />

sanitaria » della popolazione, non solo per poter fare più salute e<br />

per tutelarla in generale, ma per un più specifico riguardo alle patologie<br />

perinatali ed alle cerebropatìe connatali.<br />

In questo processo s’innesta ovviamente il <strong>di</strong>scorso sugli han<strong>di</strong>cappati<br />

adulti, dei quali va privilegiato il momento del reinserimento<br />

nel tessuto sociale e familiare, pre<strong>di</strong>sponendo anche presi<strong>di</strong> nuovi ed<br />

alternativi, dalle comunità-alloggio, o focolari, ai servizi riabilitativi<br />

<strong>di</strong>urni, ecc., tutti finalizzati alla deistituzionalizzazione.<br />

Per l’infanzia istituzionalizzata — sia essa legittima ma <strong>di</strong> famiglia<br />

<strong>di</strong>saggregata, sia essa illegittima, o in stato d’abbandono, ecc. — appare<br />

ormai accre<strong>di</strong>tato presso ogni mo derna corrente <strong>di</strong> pensiero sociopolitico<br />

che le conseguenze dell’istituzionalizzazione sono negative.<br />

E sono tanto più gravi sul piano psico-fisico, quanto più tenera è<br />

l’età del minore ricoverato e quanto più prolungata è la durata del ricovero.<br />

69


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

Il ricovero in istituto, inoltre, può provocare e provoca scompensi<br />

sul piano affettivo, può ingenerare ed ingenera nel minore<br />

l’insicurezza, l’incapacità ad acquisire normali rapporti con gli altri,<br />

l’isolamento sociale e, talora, la lacerazione traumatica del sentimento<br />

umano.<br />

Vero è che la legge stralcio n. 431, del 5 giugno 1967, che ha introdotto<br />

nel nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co l’adozione speciale, offre<br />

uno strumento deistituzionalizzante, ma esso non sempre è utilizzabile<br />

da <strong>parte</strong> degli operatori sociali, in quanto i possibili benèfici effetti<br />

dell’adozione non sono estensibili automaticamente a tutti i minori «<br />

custo<strong>di</strong>ti » e ne fruiscono soltanto quelli in completo stato <strong>di</strong> abbandono<br />

morale e materiale o con rapporti familiari estremamente carenti.<br />

In ogni caso, anche l’adozione contemplata nel co<strong>di</strong>ce civile può agevolare<br />

il processo <strong>di</strong> deistituzionalizzazione.<br />

A prescindere dall’istituto giuri<strong>di</strong>co dell’adozione, è necessario<br />

pre<strong>di</strong>sporre una rete capillare <strong>di</strong> servizi alternativi, capaci <strong>di</strong> sconfiggere<br />

l’emarginazione, che la logica istituzionale perpetua, ed attrezzarsi<br />

per favorire l’inserimento dei minori nella società.<br />

Questo il taglio politico che la Giunta intende dare al servizio sociale<br />

in <strong>di</strong>fesa dell’infanzia « particolare », sia come promozione che<br />

per i compiti d’istituto, per i servizi ex OMNI e per quelli delegati dalla<br />

Regione. Inoltre, il servizio sociale avrà riferimento complessivo al<br />

territorio, ancorché la programmazione della Giunta, proprio perché a<br />

livello <strong>di</strong> Ente Locale, sia da inserire nel <strong>di</strong>scorso comprensoriale e<br />

nella più ampia prospettiva regionale.<br />

Le soluzioni alternative devono poter privilegiare il mo mento sociale<br />

preventivo, attraverso la <strong>parte</strong>cipazione ed il coinvolgimento della<br />

comunità sui problemi che al suo interno si manifestano. Quin<strong>di</strong>, un<br />

movimento ideale e culturale, informativo e formativo delle masse.<br />

Con tali presupposti sociologici e me<strong>di</strong>ante più concrete e congrue<br />

modalità <strong>di</strong> sostegno, la Giunta ritiene che anche il reinserimento dei<br />

minori del nucleo familiare naturale o in quelli <strong>di</strong> affidamento potrà<br />

trovare una più corretta applicabilità.<br />

70


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Nella globale gradualità alternativa, possono essere mo menti <strong>di</strong><br />

passaggio e <strong>di</strong> verifica, a seconda dei casi, dei bisogni, delle emergenze,<br />

ecc.:<br />

1) Le strutture <strong>di</strong> base socio-assistenziali, con servizi articolati<br />

sull’intero territorio ed a zone, con un’équipe mo derna, preparata, <strong>di</strong>namica,<br />

non sclerotica <strong>di</strong> personale, idonea all’indagine socioeconomica<br />

in ogni circostanza, oltreché ai delicati colloqui necessari,<br />

con intenti anche <strong>di</strong> formare una coscienza sociale pubblica. Le strutture,<br />

va da sé, devono essere in con<strong>di</strong>zione, quand’occorra, <strong>di</strong> assistere<br />

economicamente, subito e bene, anche in via domiciliare;<br />

2) Le forme alternative al ricovero dei minori, me<strong>di</strong>ante affidamenti<br />

educativi a famiglie ed a persone singole idonee, oppure a gruppi<br />

o piccole comunità civili, <strong>di</strong> cui facciano <strong>parte</strong> madri naturali, spesso<br />

fuori della famiglia originaria per incomprensione. <strong>La</strong> stessa adozione,<br />

d’altronde, extrema ratio per i minori in totale abbandono, potrà<br />

essere riconsiderata ed ulteriormente ri<strong>di</strong>mensionata. Spetta ai pubblici<br />

poteri, all’Ente Locale in prima persona, allestire tali presi<strong>di</strong> (gruppi<br />

- appartamenti, ecc.), affidandoli ai propri operatori sociali, che ne curano<br />

dall’interno e dall’esterno la funzionalità, rendendo <strong>parte</strong>cipi della<br />

questione le stesse madri naturali, le famiglie eventualmente affidatarie,<br />

la comunità.<br />

In questo campo, nella nostra provincia, c’è molto da scoprire,<br />

fors’anche da inventare, certamente da provare e riprovare, ma nessuna<br />

<strong>di</strong>strazione deve ritardare il fine dell’alternativa alla istituzionalizzazione,<br />

perché i minori « particolari ». fruendo <strong>di</strong> un’organica assistenza<br />

complessiva, possano ritrovare la sicurezza affettiva e la loro<br />

socializzazione.<br />

Anche il problema degli anziani, attuale più che mai, va inserito in<br />

questa sintetica <strong>di</strong>samina sociologica, sebbene nella nostra provincia<br />

sembra che la situazione degli anziani non tocchi generalmente punti<br />

<strong>di</strong>saggreganti ed emarginanti. <strong>La</strong> tra<strong>di</strong>zione, anzi una piuttosto solida<br />

costumanza familiare meri<strong>di</strong>onale, offre pochi dati sconfortanti e<br />

sconcertanti nel delicato campo dei rapporti con gli anziani. Epperò,<br />

anche qui qualcosa scricchiola e va rompendo l’atavico equilibrio tra<br />

vecchi e giovani. <strong>La</strong> <strong>di</strong>versa mentalità delle nuove generazioni, il più<br />

moderno modo <strong>di</strong> vivere, le inquietu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una società in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />

71


PASQUALE RICCIARDELLI_____________________________________________________________________<br />

crescita, impongono la rime<strong>di</strong>tazione del problema geriatrico, che non<br />

è solo bio-fisiologico e me<strong>di</strong>co, ma più precipuamente psicologico e<br />

sociologico. E’ un problema che l’Ente Locale deve, oggi, attentamente<br />

esaminare ed approfon<strong>di</strong>re, prendendo atto <strong>di</strong> come la società vada<br />

mo<strong>di</strong>ficandosi e deliberando, in conseguenza, opportuni e specifici<br />

provve<strong>di</strong>menti.<br />

<strong>La</strong> Giunta ritiene <strong>di</strong> dover svolgere un’indagine conoscitiva per<br />

cogliere precisi elementi <strong>di</strong> futura programmazione ed azione promozionale.<br />

A livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito politico e <strong>di</strong> progettazione sociale, la Giunta<br />

ritiene altresì — a <strong>parte</strong> la necessaria assistenza socio-sanitaria, attraverso<br />

i presi<strong>di</strong> esistenti e che sono da potenziare — che possa essere<br />

propugnata la creazione <strong>di</strong> comunità-alloggi e l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> gruppi-appartamenti<br />

per vacanze, autogestiti o parzialmente autogestiti, in<br />

coa<strong>di</strong>uzione costante con i servizi sociali e sanitari dell’Ente Locale.<br />

Di codeste auspicate strutture — attrezzate ed or<strong>di</strong>nate con duttilità,<br />

liberamente e volontariamente utilizzate a richiesta dell’anziano, che<br />

potrà <strong>di</strong>sposare la sua esistenza autonoma nella libera comunità alla<br />

convivenza alternata con i propri parenti — ne dovrebbero sorgere parecchie,<br />

utilizzando immobili <strong>di</strong> proprietà della Provincia, (esempio:<br />

l’e<strong>di</strong>ficio della Colonia dell’EPA <strong>di</strong> Candela, i locali ex IPPI, ecc.) e<br />

prendendo in fitto degli appartamenti nel capoluogo ed in altri centri. t<br />

nostra opinione che, così operandosi, verrebbe attuata la più concreta<br />

alternativa all’istituzionalizzazjone (ricovero per vecchi e per inabili,<br />

case cosiddette <strong>di</strong> riposo per anziani, men<strong>di</strong>cicomi e simili istituzioni).<br />

Senza <strong>di</strong>re, ed è ciò che più conta, che l’anziano troverebbe nel nuovo<br />

ambiente un’autonoma socializzazione, non si sentirebbe più emarginato<br />

o frustrato, e certamente non sarebbe più il « famoso » tollerato<br />

dei parenti, come spesso, purtroppo, egli è oggi considerato.<br />

Un impegnativo problema, quin<strong>di</strong>, che, senza miracolismi, merita<br />

una corretta e degna soluzione.<br />

Questo, in larga sintesi, l’impegno etico, politico e civile della<br />

Giunta, che pensa così <strong>di</strong> assolvere il mandato conferitole dalle comunità<br />

daune, con largo suffragio democratico.<br />

72


______________________________________________________CONVEGNO « SERVIZI SOCIO - SANITARI »<br />

Senza facili ottimismi — è opportuno ancora riba<strong>di</strong>rlo — ed anzi nelle<br />

mille <strong>di</strong>fficoltà in cui si <strong>di</strong>battono la nazione e gli EE. LL., la Giunta<br />

opererà nel pluriforme delicato settore sociale con responsabile umiltà,<br />

ma con ferma decisione, per migliorare, trasformare e creare nel<br />

territorio delle articolate strutture, intese a cambiare una realtà provinciale<br />

che non esiteremmo a definire paleosociale.<br />

73


LA DROGA PROBLEMA SOCIALE NEI RIFLESSI<br />

DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE<br />

PREMESSA<br />

Quando parliamo <strong>di</strong> droga allu<strong>di</strong>amo a quelle sostanze naturali o<br />

sintetizzate in laboratorio che, se ingerite, annusate, fumate o iniettate<br />

hanno la capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la sfera senso-percettiva, l’umore, il<br />

comportamento e che danno <strong>di</strong>pendenza fisica (l’interruzione<br />

dell’assunzione della droga scatena la crisi <strong>di</strong> astinenza) o psicologica<br />

(bisogno inderogabile <strong>di</strong> ripetere l’esperienza).<br />

L’uso continuo della droga può danneggiare la salute fisica e psichica<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo ed alterare il normale rapporto sociale.<br />

Vi sono droghe la cui ven<strong>di</strong>ta è libera, senza restrizione alcuna e<br />

che possiamo definire legali come l’alcool, gli psicofarmaci e droghe<br />

illegali, <strong>di</strong> queste ultime <strong>di</strong>stinguiamo le droghe cosiddette leggere,<br />

che non danno <strong>di</strong>pendenza fisica, ma solamente psicologica, come la<br />

marijuana e l’hashish e quelle pesanti o dure con forte <strong>di</strong>pendenza fisica<br />

come la morfina e i l'eroina.<br />

Bisogna <strong>di</strong>stinguere tre categorie <strong>di</strong> assuntori <strong>di</strong> droga:<br />

a) il consumatore occasionale, saltuario o abituale, ma <strong>di</strong> droghe leggere,<br />

che ha la possibilità <strong>di</strong> smettere facilmente;<br />

b) il farmaco - <strong>di</strong>pendente, che assume il farmaco regolarmente, ma<br />

senza esserne schiavo e può smettere anche se con qualche sforzo;<br />

c) il tossicomane, profondamente con<strong>di</strong>zionato dalla ricerca<br />

dell’assunzione della droga da cui <strong>di</strong>pende, che <strong>di</strong>venta l’interesse<br />

primario ed unico della sua vita.<br />

C’è quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza fondamentale fra consumatori e tossicomani,<br />

fra chi si accosta alla droga saltuariamente e chi, invece, si lascia<br />

sempre più coinvolgere.<br />

LE DIVERSE DROGHE<br />

Amfetamine: Bennies o Crank o Speed.<br />

Sostanze chimiche sintetizzate in laboratorio ad azione stimolante<br />

centrale, che vengono assunte peros e per iniezione endovenosa.<br />

Gli effetti consistono nel prolungare lo stato <strong>di</strong> veglia e nell’eliminare<br />

le sensazioni <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> fatica.<br />

All’atto dell’assunzione esse provocano euforia, sentimenti <strong>di</strong> potenza,<br />

<strong>di</strong> invulnerabilità ed uno stato <strong>di</strong> grande eccitazione.<br />

Un uso prolungato dà insonnia, anoressia, irrequietezza, malattie<br />

mentali, caratterizzate da complessi <strong>di</strong> persecuzione.<br />

74


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

L’abuso può portare all’assunzione <strong>di</strong> dosi crescenti sino ad una<br />

vera e propria <strong>di</strong>pendenza fisica.<br />

L’interruzione dell’uso precipita il tossicomane in gravi stati <strong>di</strong> apatia<br />

e <strong>di</strong> abulia.<br />

Cocaina (o Naftalina o Neve).<br />

E’ una polvere bianca che viene estratta dalle foglie <strong>di</strong> coca, un arbusto<br />

che cresce negli altipiani an<strong>di</strong>ni, dove usano tuttora masticarne<br />

le foglie secche (cocaismo).<br />

Può essere annusata o iniettata per via endovenosa con soluzione<br />

acquosa.<br />

Viene spesso tagliata con anestetici locali come la procaina o con<br />

le amfetamine, caffeina o con droghe pesanti come l’eroina.<br />

Esiste una forma sintetica, la perfettina.<br />

Non viene più adoperata per le anestesie locali per il rischio della<br />

<strong>di</strong>pendenza psichica (non dà <strong>di</strong>pendenza fisica) e perché esistono analoghi<br />

molto più attivi.<br />

E’ lo stimolante naturale più potente del Sistema Nervoso Centrale<br />

(SNC) e gli effetti imme<strong>di</strong>ati della sua assunzione sono ebbrezza, euforia,<br />

sensazioni <strong>di</strong> potenza fisica seguiti da uno stato <strong>di</strong> apatia dopo<br />

venti-trenta minuti.<br />

L’uso prolungato porta all’asocialità, angoscia, deliri <strong>di</strong> persecuzione,<br />

allucinazioni visive ed au<strong>di</strong>tive (sensazione <strong>di</strong> avere insetti sul<br />

corpo).<br />

OPPIACCI: OPPIO - MORFINA - EROINA<br />

Oppio: E’ il lattice, il succo vegetale estratto per incisione della<br />

capsula del Papaver soneniferum.<br />

Generalmente si fuma, ma è possibile l’assunzione peros, o per iniezione.<br />

Ha effetti atarassici, ipnotici e provoca, anche una <strong>di</strong>ffusa sensazione<br />

<strong>di</strong> euforia.<br />

Dà una forte <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />

E’ <strong>di</strong>fficile nei paesi asiatici reperirlo allo stato puro, perché trasformato<br />

dai trafficantj <strong>di</strong> droghe nei suoi derivati, la morfina e<br />

l’eroina.<br />

Vi sono paesi come l’in<strong>di</strong>a, l’Iran nei quali è coltivato legalmente<br />

per uso farmaceutico.<br />

L’Unione Sovietica non lo produce più a causa dei rischi sempre<br />

più alti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione clandestina.<br />

A Formosa può ancora trovarsi qualche oppiera.<br />

Morfina: Alcaloide naturale estratto dall’oppio.<br />

Viene somministrato per via endovenosa o intra-muscolo. E’<br />

l’analgesico per eccellenza.<br />

<strong>La</strong> tolleranza, così la <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, si stabiliscono<br />

rapidamente.<br />

75


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Eroina (o Cleval o Horse o Ero): E’ la <strong>di</strong>acetil - morfina, un derivato<br />

semi - sintetico della mo rfina, prodotto la prima volta dalla Bayer<br />

nel 1898 e proveniente dal Sud - Est asiatico, da quella zona che è<br />

chiamata il Triangolo d’oro (<strong>La</strong>os - Birmania - Thailan<strong>di</strong>a).<br />

Si presenta sotto forma <strong>di</strong> polvere bianca, facilmente solubile in<br />

acqua (la cosiddetta Bianca o Eroina n. 4).<br />

Esiste anche il tipo granulare detto anche zucchero scuro o Brown<br />

Sugar o Eroina n. 3.<br />

Può essere iniettata (specie per via endovenosa), annusata o fumata.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>pendenza si instaura più rapidamente quando è assunta per<br />

via endovenosa.<br />

I tagli dell’eroina con il lattosio, l’amido, il talco, prodotti innocui,<br />

con il chinino e con la stricnina, notevolmente tossici, sono la regola.<br />

Gli effetti provocati dall’eroina, le primissime volte sono piacevoli,<br />

tanto da designarli romanticamente « Luna <strong>di</strong> miele ».<br />

A piccole dosi determina una azione tranquillante e leggermente<br />

ipnotica.<br />

A dosi più forti, sensazioni <strong>di</strong> euforia ed il così detto flash, un intenso<br />

spasmo simile all’orgasmo.<br />

Sono abolite le sensazioni <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong> sete, scompare l’ansia e il<br />

dolore.<br />

A causa del rapido instaurarsi della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica, al<br />

benessere iniziale si sostituisce uno stato <strong>di</strong> malessere che spinge<br />

l’eroinomane ad aumentare le dosi e la frequenza <strong>di</strong> assunzione.<br />

<strong>La</strong> sospensione brusca determina una grave crisi <strong>di</strong> astinenza, caratterizzata<br />

inizialmente da sonno agitato, tremori, nervosismo intenso.<br />

Dopo vomito, dolori addominali, <strong>di</strong>arrea, brivi<strong>di</strong>, pallore e pelle<br />

d’oca (tacchino freddo).<br />

Detti fenomeni si verificherebbero perché l’assunzione <strong>di</strong> droghe<br />

ridurrebbe quantitativamente le endorfine o encefaline, sostanze simili<br />

alla morfina, normalmente presenti nel S.N.C., importantissime per<br />

l’equilibrio ed il benessere psico-fisico (Marghelli).<br />

<strong>La</strong> tossicità dell’eroina è dovuta alle sostanze con le quali viene<br />

tagliata.<br />

Non provoca danni irreversibli come l’alcool o il Methadone, che<br />

lede ampiamente i neuroni della corteccia cerebrale.<br />

Le morti sono dovute, generalmente, a super-dosaggio (overdose).<br />

In Italia si sono verificate 8 morti nel 1974; 26 nel 1975; 31 nel<br />

1976; 40 nel 1978; più <strong>di</strong> 1.000 morti nel <strong>1977</strong> in tutta l’Europa.<br />

Methadone: composto sintetico derivato dalla morfina, <strong>di</strong>sponibile<br />

in compresse, fiale o sciroppo.<br />

Gli effetti che produce sono molto simili a quelli dell’eroina ad eccezione<br />

del citato flash.<br />

E’ stato stu<strong>di</strong>ato intorno al 1950 come analgesico sostitutivo della<br />

morfina.<br />

Sì è incominciato ad impiegarlo per il <strong>di</strong>vezzamento dei morfino-<br />

76


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SO CIALE<br />

mani e degli eroinomani a partire dal 1968, ignorandone la sua alta<br />

tossicità sulle cellule cerebrali, che vengono <strong>di</strong>strutte ed il rapido instaurarsi<br />

della <strong>di</strong>pendenza fisica e psichica.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>sintossicazione, inoltre, richiede tempi molto lunghi.<br />

Le morti da Methadone sono state segnalate sin dal 1970.<br />

Il Cannabis: Le forme utilizzate del Cannabis me<strong>di</strong>ca o canapa<br />

me<strong>di</strong>ana, una pianta il cui principio attivo è il tetraidro-cannabinolo,<br />

sono le seguenti:<br />

— l’hashish (o cubo o Savonette): è la resina delle infiorescenze<br />

della pianta.<br />

<strong>La</strong> qualità più pregiata è l’Afgano nero, altri tipi il libanese o il<br />

marocchina.<br />

Olio <strong>di</strong> hashish: estratto concentrato della resina.<br />

Marijuana (o Erba, o Mary-Jane, o Tea o Weed): trinciato <strong>di</strong> fiori e<br />

<strong>di</strong> foglie della pianta essiccata e i cui effetti sono molto meno forti <strong>di</strong><br />

quelli dell’hashish.<br />

Il modo più comune d’assunzione del cannabis è fumano mischiato<br />

al tabacco o può essere masticato o perfino ingerito col cibo.<br />

Gli effetti iniziano con uno stato <strong>di</strong> euforia.<br />

Vi può essere mo<strong>di</strong>ficazione della sfera percettiva, visiva ed au<strong>di</strong>tiva<br />

fino a vere e proprie allucinazioni.<br />

A dosi forti si perde il controllo <strong>di</strong> se stessi, si annulla la nozione<br />

del tempo e dello spazio ed il senso della realtà.<br />

Si possono avere eccessi <strong>di</strong> riso irrefrenabile.<br />

Dopo alcune ore dell’assunzione del cannabis si cade in un sonno<br />

profon<strong>di</strong>ssima. Al risveglia vividezza dell’esperienza vissuta.<br />

Sembra che l’uso del cannabis produrrebbe <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> natura<br />

psichica.<br />

Le opinioni sono <strong>di</strong>scordanti circa lo sviluppo <strong>di</strong> turbe mentali in<br />

chi fa uso continuato <strong>di</strong> tale sostanza.<br />

C’è chi parla <strong>di</strong> possibili effetti tossici sui geni. Può essere letale se<br />

ingerite, in gran<strong>di</strong>ssime dosi.<br />

Può essere tagliato con paraffina, cera da scarpe, barbiturici.<br />

Allucinogeni: Vi sono allucinogeni naturali e sintetici. Dei primi<br />

annoveriamo:<br />

a) la mescalina, principio attivo contenuto nel Peiotl, cactus<br />

dell’America Centrale.<br />

Si può mangiare la pianta fresca o essiccata, oppure bere il liquido<br />

estratto;<br />

b) psilocibina, contenuto nel fungo messicano chiamato Teonanacatl.<br />

Dei secon<strong>di</strong> il più noto è l’LSD, la <strong>di</strong>etilamide dell’acido lisergico<br />

ottenuto da un derivato della segale cornuta.<br />

Si presenta sottoforma <strong>di</strong> liquido incolore ed inodore, ma si può<br />

trovare anche in pillole <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore o in tavolette.<br />

In Italia è quasi scomparso perché sostituito prima dall’uso dell’amfetamina<br />

e poi dall’eroina.<br />

77


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Gli effetti consistono in mo<strong>di</strong>ficazioni dell’umore con in<strong>di</strong>fferenza<br />

per il mondo esterno e mo<strong>di</strong>ficazioni delle facoltà percettive (illusioni<br />

ed allucinazioni au<strong>di</strong>tive o visive).<br />

Viene perduto il senso del tempo e dello spazio.<br />

Avvenimenti del passato rivivono con molta vividezza.<br />

Vi possono essere stati <strong>di</strong> euforia o <strong>di</strong> angoscia con reazioni impreve<strong>di</strong>bili.<br />

Come l’hashish dà solo <strong>di</strong>pendenza psichica.<br />

Si possono avere danni per overdose o perché i prodotti offerti non<br />

sono veri (ad es. associazione con la pencicli<strong>di</strong>na, molto tossica).<br />

In soggetti labili pre<strong>di</strong>sposti si può slateretizzare uno stato prepsicotico,<br />

<strong>di</strong> solito <strong>di</strong> tipo schizofrenico.<br />

Da non trascurare quello che i tossicomani chiamano il bummer o<br />

cattivo viaggio.<br />

Se un drogato reagisce male all’assunzione dell’LSD può cadere in<br />

un tale stato <strong>di</strong> angoscia da avere reazioni impreve<strong>di</strong>bili; può <strong>di</strong>ventare<br />

estremamente aggressiva anche nei propri confronti fino al suici<strong>di</strong>o.<br />

Circa i possibili effetti <strong>di</strong> anomalie generiche i pareri sono <strong>di</strong>scordanti.<br />

Negli animali <strong>di</strong> laboratorio tali rischi esistono; nell’uomo non è<br />

possibile ancora, dalle osservazioni fatte, giungere a conclusioni definitive.<br />

Problemi in<strong>di</strong>viduali e sociali: Sempre dappertutto l’uomo ha fatto<br />

uso ed abuso <strong>di</strong> droghe.<br />

L’hashish, per esempio, è <strong>di</strong> consumo abituale, fin da epoche remote<br />

in non pochi paesi dell’Asia e dell’Africa del nord.<br />

Secondo Vierth (1967) la metà circa della popolazione del Marocca<br />

fa uso abituale <strong>di</strong> hashish.<br />

Caratteristiche <strong>di</strong> questi ultimi tempi è l’abuso <strong>di</strong> massa (Lenner) e<br />

l’estensione dell’uso delle droghe in tutti gli ambienti ed in tutte le età.<br />

Le ragioni della corsa alla droga sono in<strong>di</strong>viduali e sociali. Tra le<br />

in<strong>di</strong>viduali annoveriamo:<br />

a) Il bisogno, la curiosità dei giovani <strong>di</strong> sperimentare tutto;<br />

b) la ricerca del piacere. Protian nel suo stu<strong>di</strong>o sull’alcoolismo ris alendo<br />

alla fine del secolo scorso, aveva notato come l’inclinazione<br />

a trarne go<strong>di</strong>mento dai narcotici ed euforizzanti rappresenta « ...<br />

una generale qualità umana ... » ed aggiungeva che « ... una gran<br />

<strong>parte</strong> dell’umanità fa uso delle sostanze alcoliche per sod<strong>di</strong>sfare<br />

questa tendenza ... ».<br />

Ciò significa che la tendenza verso questa particolare modalità<br />

d’esperire non può essere il marchio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui devianti, ma una caratteristica<br />

peculiare immanente ad ogni uomo.<br />

c) risposta all’incapacità <strong>di</strong> autorealizzarsi sul piano della storicità in<strong>di</strong>viduale;<br />

78


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

d) ricerca e speranza <strong>di</strong> stimoli atti ad incrementare l’attività intellettiva<br />

ed artistica.<strong>La</strong> droga viene intesa e vissuta in questi casi come<br />

una possibilità offerta all’uomo <strong>di</strong> utilizzare meglio le proprie possibilità<br />

e <strong>di</strong> slatenizzare le recon<strong>di</strong>te e reposte facoltà psichiche;<br />

e) ricerca e bisogno intenso del mistico, della pace e dell’amore universale;<br />

f) bisogno <strong>di</strong> un rapporto più umano e sod<strong>di</strong>sfacente con l’universo,<br />

con la natura e con gli altri esseri umani, secondo quanto espresso<br />

e pre<strong>di</strong>cato da Timothy Leary, ideologo americano della droga attorno<br />

agli anni « 60 »;<br />

g) ricerca della droga con presunzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa da un bisogno, da una<br />

sofferenza sia <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne somatico che <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne psicologico e morale;<br />

<strong>di</strong>fesa da una situazione penosamente vissuta dalla quale il soggetto<br />

tende a sottrarsi.<br />

Tale ricerca è dettata da profonde motivazioni psicologiche in<strong>di</strong>viduali,<br />

quali la depressione e l’ansia, sentimenti esistenti già prima dell’impatto<br />

con la droga (Iervis).<br />

Secondo Ancona il desiderio della droga rappresenterebbe: « ...una<br />

sorta <strong>di</strong> protezione esistenziale originaria quasi come il seno della madre<br />

per il bambino... ».<br />

Delle motivazioni sociali annoveriamo:<br />

a) Crisi dei valori tra<strong>di</strong>zionali con la mancanza <strong>di</strong> regole fisse <strong>di</strong> comportamento.<br />

b) Guadagno d’identità sociale « ... molti giovani, specie se sottoproletani<br />

non hanno nulla, neanche una ipotesi <strong>di</strong> identità sociale. A<br />

questo punto è meglio essere drogati che nessuno... » (Madeddu);<br />

c) <strong>La</strong> crisi <strong>di</strong> occupazione con mancanza <strong>di</strong> un ruolo sociale e conseguenti<br />

<strong>di</strong>fficoltà materiali e <strong>di</strong> integrazione nella società;<br />

d) Crisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne familiare. Il 51% <strong>di</strong> tossicomani appartiene a<br />

famiglie in crisi.<br />

e) Stress provocati dalla civiltà tecnico-industriale con impoverimento<br />

dei rapporti inter-personali.<br />

f) Pseudo filosofia del consumismo con <strong>di</strong>pendenza dagli oggettiidolo<br />

proposti dai mass-me<strong>di</strong>a: TV, automobile, seconda casa, calcio,<br />

sesso...<br />

<strong>La</strong> droga così è « ... solo un prodotto del sistema... e del menù quoti<strong>di</strong>ano<br />

delle frustrazioni e delle consolazioni <strong>di</strong> tutti ... » (Jervis).<br />

Per ciò che concerne la politica della droga nel mondo giovanile, si<br />

deve sottolineare il passaggio dall’uso delle droghe socializzanti per<br />

eccellenza, come il cannabis, che non si può usare se non in gruppo,<br />

all’eroina che si consuma da soli in una esperienza squallidamente solitaria.<br />

Sono scomparsi lo spirito e l’adesione a gruppi, i fermenti <strong>di</strong> contestazione<br />

ed hanno preso posto il lasciarsi andare ed il lento morire,<br />

come un ennesimo aspetto della civiltà del consumismo sotto il beneplacito<br />

dei trafficanti <strong>di</strong> droga e del grande capitale che alimenta il<br />

mercato.<br />

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VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

Note critiche sulla Legge del 22 Dicembre 1975, n. 685.<br />

Tale Legge tra i punti salienti sancisce il <strong>di</strong>ritto del tossicomane<br />

all’assistenza sanitaria e quin<strong>di</strong> ad essere trattato come un malato; istituisce<br />

i cosiddetti centri antidroga; <strong>di</strong>stingue i consumatori dallo spacciatore<br />

con la depenalizzazione del primo e misure più severe per il<br />

secondo; stabilisce programmi <strong>di</strong> prevenzione, come l’informazione<br />

nelle scuole.<br />

Volendo fare il bilancia della citata legge, a 4 anni dall’entrata in<br />

vigore, bisogna lamentare l’inesistenza ancora in Italia dei Centri antidroga,<br />

mentre si fanno sempre più numerose ed attive le comunità terapeutiche<br />

ed i centri <strong>di</strong> solidarietà privati (il cui riconoscimento è<br />

previsto dall’art. 94 della Legge 685/1975).<br />

Ormai noti in Italia il Gruppo Abele a Torino, la Comunità Nuova<br />

a Milano e il Centro Italiano <strong>di</strong> Solidarietà a Roma.<br />

A questi Centri <strong>di</strong> solidarietà i tossicomani si rivolgono più spesso<br />

sfiduciati dell’assistenza sanitaria pubblica.<br />

Si pensi che nella provincia <strong>di</strong> Milano si sono avuti 900 ricoverati<br />

nel 1976; 500 nel <strong>1977</strong> e solo 30 nei primi mesi del 1978.<br />

Della prevenzione nei quartieri nemmeno l’ombra; scarsa l’informazione<br />

nella scuola.<br />

Sono <strong>di</strong>scutibili infine questi articoli della 685 che danno la facoltà<br />

al giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> punire chi offre droga, chi l’acquista, chi la trasporta, chi<br />

non confessa il nome del ven<strong>di</strong>tore e soprattutto l’articolo 80 che depenalizza<br />

il tossicomane in possesso <strong>di</strong> « .. .una mo<strong>di</strong>ca quantità per<br />

uso terapeutico... », peraltro non definita.<br />

Tali articoli essendo vaghi e generici hanno già portato a condanne<br />

<strong>di</strong> tossico-<strong>di</strong>pendenti.<br />

Pertanto una legge varata per proteggerli e <strong>di</strong>fenderli si ritorce come<br />

un boomerang a loro danno.<br />

Ad esempio Fausto, 20 anni, sottoproletario romano, non avendo<br />

voluto confessare ai giu<strong>di</strong>ci il nome <strong>di</strong> chi gli aveva procurato una cartina<br />

da un grammo <strong>di</strong> eroina è stato condannato a 8 mesi <strong>di</strong> reclusione<br />

per favoreggiamento e falsa testimonianza.<br />

Augusto <strong>di</strong> Roma, trovato in possesso <strong>di</strong> mg. 0,15 <strong>di</strong> eroina è stato<br />

rinviato a giu<strong>di</strong>zio per <strong>di</strong>rettissima. (Dal dossier « <strong>La</strong> droga in Italia »<br />

pubblicato da Panorama N. 653/1978).<br />

Droga e circolazione stradale.<br />

<strong>La</strong> guida <strong>di</strong> un autoveicolo da una <strong>parte</strong> è legata ad automatismi<br />

acquisiti, dall’altra coinvolge quelle opere intellettive che sono l’attenzione,<br />

la percezione e le stesse facoltà critiche.<br />

Presuppone inoltre l’integrità della psico-motricità con capacità <strong>di</strong><br />

pronta risposta agli stimoli esterni.<br />

80


_______________________________________________________________LA DROGA PROBLEMA SOCI ALE<br />

Tutte le funzioni che possono essere compromesse dall’assunzione<br />

delle droghe, dall’alcool, e dagli stessi psicofarmaci.<br />

Dalle osservazioni e dagli esperimenti condotti si è visto che gli effetti<br />

della marijuana si possono paragonare a quelli dell’alcool: rallentamento<br />

dei riflessi e dei tempi <strong>di</strong> reazione, prolungamento <strong>di</strong> notte dei<br />

fenomeni <strong>di</strong> abbagliamento, interferenza con le varie manovre <strong>di</strong> guida,<br />

induzione <strong>di</strong> un significativo numero <strong>di</strong> errori (Crancer 1969), stato<br />

<strong>di</strong> euforia; quest’ultimo, indotto anche dal cannabis nelle fasi iniziali,<br />

abolisce la consapevolezza dei rischi, rende il tossicomane spericolato<br />

ed irresponsabile, lo carica <strong>di</strong> aggressività, facendo lievitare<br />

sommamente i suoi sentimenti <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> invulnerabilità.<br />

Pericolosi, inoltre gli effetti <strong>di</strong> tipo depressivo: (riduzione delle capacita<br />

attentive e percettive, minore valutazione dei rilievi e delle <strong>di</strong>stanze,<br />

minore rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> reazione) conseguenti a quelli del<br />

primo sta<strong>di</strong>o dell’euforia.<br />

E’ significativo che negli Stati Uniti si ricerca già la presenza <strong>di</strong><br />

tracce <strong>di</strong> tetracannabinolo, principio attivo della canapa in<strong>di</strong>ana, nei<br />

soggetti coinvolti in incidenti automobilistici, così come viene fatto<br />

per l’alcool.<br />

Anche gli effetti degli allucinogeni — allucinazioni u<strong>di</strong>tive e visive,<br />

per<strong>di</strong>ta della nozione del tempo e dello spazio, alterazione del<br />

senso <strong>di</strong> posizione nello spazio (sensazione <strong>di</strong> essere librati nell’aria),<br />

sindrome <strong>di</strong> astinenza, bummer, richiamano e imprimono subito alla<br />

mente l’immagine del potenziale <strong>di</strong> pericolosità della condotta <strong>di</strong> guida<br />

del tossicomane.<br />

L’articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale vieta <strong>di</strong> guidare in stato <strong>di</strong> ebbrezza<br />

da alcool o da sostanze stupefacenti, non contemplando quelle<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni psichiche — turbe psico-sensoriali, anomalie della coscienza<br />

dell’io, anomalie del tempo e dello spazio — che possono <strong>di</strong>sturbare<br />

una guida corretta e trasformare quin<strong>di</strong> il guidatore in un vero<br />

e proprio delinquente colposo.<br />

Consegue, da quanto suddetto, una incompletezza del termine ebbrezza<br />

ed una necessità <strong>di</strong> intenderlo in maniera estensiva e comprensiva<br />

<strong>di</strong> altri stati psico-patologici.<br />

Lo stesso articolo 132 del Co<strong>di</strong>ce Stradale non fa riferimento ad<br />

alcuno degli accertamenti clinico-tossicologici, restando così, del tutto<br />

inoperante.<br />

E’ notorio come sia possibile dall’esame dei liqui<strong>di</strong> biologici (urina<br />

e saliva) e dalla ricerca <strong>di</strong> tracce rilevate dalle mani, indagare con i<br />

moderni meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> indagine (spettrofluorometria e gas-cnimatografia)<br />

se vi è stata assunzione <strong>di</strong> droga da <strong>parte</strong> del guidatore.<br />

Non è possibile, invece, il prelievo del sangue, perché l’articolo 13<br />

della Costituzione sancisce l’inviolabilità della libertà personale.<br />

Sarebbe auspicabile, come già attuato nell’ambito sportivo, ai fini<br />

della prevenzione stradale l’attuazione pratica dell’isolamento delle<br />

varie sostanze stupefacenti dai liqui<strong>di</strong> biologici, considerando che « . .<br />

. una volta emessi, costituiscono un bene <strong>di</strong>sponibile e quin<strong>di</strong> non<br />

81


VINCENZO FURORE___________________________________________________________________________<br />

rientrante nel concetto <strong>di</strong> ispezione corporale, anche senza il consenso<br />

dell’avente <strong>di</strong>ritto, come sancisce l’articolo 310 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Procedura<br />

Penale... » (Melino).<br />

B I B L I O G R A F I A<br />

VINCENZO FURORE ∗<br />

CARMINE MELINO, « Le sostanze stupefacenti e la circolazione<br />

stradale ». Rivista Securitas 1971, n. 10.<br />

DANIEL X. FREEDMAN, « Sull’uso e l’abuso dell’L.S.D.» da<br />

dell’adolescente, Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />

LEONARD NEFF, « Sostanze me<strong>di</strong>cinali e loro effetti sull’io dell’<br />

adolescente », Armando E<strong>di</strong>tore. Roma 1975.<br />

DOSSIER, « <strong>La</strong> droga in Italia ». Panorama n. 653, ottobre<br />

A. SEMINARI, « Tossicomanie », Trattato <strong>di</strong> psicopatologia e Firenze<br />

- Il Pensiero Scientifico. Roma 1972.<br />

OLEEVENSTEIN, « <strong>La</strong> droga che cos’è ». Salani E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong><br />

MARINO, « Psiconeuro Farmacologia e Farmacologia Psicosomatica<br />

». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1974.<br />

MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, « Aggiornamento<br />

sul problema della droga » - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.<br />

Roma 1978.<br />

ARIETI, « Manuale <strong>di</strong> Psichiatria ». Boringhieri E<strong>di</strong>tore 1969.<br />

BINI & BAZZI, « Trattato <strong>di</strong> Psichiatria ». Vallar<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore 1972.<br />

THOMAS B. BOTTOMORE, «Sociologia ». Il Mulino 1971.<br />

BENEDETTI, « Psiconeuro fisiologia ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1976.<br />

DELAY - PICHOT, «Compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Psicopatologia ». Giunti - Barberi<br />

E<strong>di</strong>tore 1965.<br />

CARGNELLO, «Alterità e Alienità ». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore 1966.<br />

JAN - CLAUDE POLAK, « <strong>La</strong> Me<strong>di</strong>cina del Capitale ». Feltrinelli<br />

E<strong>di</strong>tore 1973.<br />

GIOVANNI BERLINGUER, « Malaria Urbana Patologia della Metropoli<br />

». Feltrinelli E<strong>di</strong>tore <strong>1977</strong>.<br />

∗ VINCENZO FURORE è nato a <strong>Foggia</strong> il 7 luglio 1929. Me<strong>di</strong>co ed esperto <strong>di</strong> problemi<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina sociale e preventiva, attualmente ricopre la carica <strong>di</strong> Direttore del<br />

Consorzio Prov.le Antitubercolare e Centro <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale Sociale e Preventiva <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>.<br />

82


DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />

Un cornicione cade: è il segno premonitore <strong>di</strong> crollo <strong>di</strong> un intero<br />

e<strong>di</strong>ficio?<br />

Muri soli<strong>di</strong>, pietra viva, strutture complesse non bastano a definire<br />

una <strong>di</strong>agnosi.<br />

Anche nell’uomo la vecchiaia si annuncia spesso, con la <strong>di</strong>sfunzione<br />

<strong>di</strong> un organo solo, in soggetti dall’apparenza talvolta ancora aitante.<br />

Allora un esame generale s’impone, perché la <strong>di</strong>agnosi possa essere<br />

riferita ad un quadro clinico organico e razionale.<br />

Agli interventi si deciderà <strong>di</strong> conseguenza, per settori o<br />

nell’insieme, a seconda dell’esito della <strong>di</strong>agnosi stessa.<br />

E’ questo il caso del « palazzaccio » sul Lungotevere, a Roma.<br />

Gli uffici <strong>di</strong> giustizia sono stati trasferiti in altra sede. L’e<strong>di</strong>ficio è<br />

chiuso al pubblico. Vi accedono solo ingegneri ed architetti, per accertamenti,<br />

indagini, prove, verifiche e calcoli.<br />

Esami lunghi, impegnativi, scientifici che richiedono tempo e specializzazioni,<br />

stu<strong>di</strong> e sperimentazioni, saggi e rilievi, decisioni unitarie<br />

e progetti particolareggiati.<br />

Solo così la « patologia delle murature » trova mezzi per esprimersi<br />

con chiarezza e pronunciare la sua ultima parola.<br />

I restauri, in questo modo, possono dare esiti definitivi, duraturi,<br />

rassicuranti e garantire un recupero con interventi straor<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong>fferibili<br />

<strong>di</strong> secolo in secolo e non <strong>di</strong> anno in anno.<br />

<strong>La</strong> procedura è corretta. Nessuno avanza commenti polemici o critiche<br />

sterili, perché il rispetto della persona umana impone sistemi <strong>di</strong><br />

massima garanzia per l’incolumità pubblica.<br />

Altri esempi sono possibili.<br />

83


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

A Bari gli archi <strong>di</strong> imposta <strong>di</strong> una grande volta presentano lesioni<br />

per spinte, non sufficientemente eliminate, nel Palazzo della Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio. Il <strong>di</strong>ssesto non è ancora allarmante. Nessun crollo ancora<br />

si è verificato.<br />

Tuttavia non è proprio necessario <strong>di</strong>fferire gli interventi al manifestarsi<br />

<strong>di</strong>fatti eclatanti.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio viene chiuso al pubblico. Gli uffici trasferiti.<br />

Gli stu<strong>di</strong> per accertamenti e ristrutturazione della volta e<br />

dell’intero complesso durano a lungo; finalmente si ha notizia <strong>di</strong> un<br />

prossimo appalto, a quattro anni circa dal provve<strong>di</strong>mento cautelativo<br />

<strong>di</strong> sgombero dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

A Parma ed a Napoli il museo della « Pelota » ed il Museo Nazionale<br />

<strong>di</strong> palazzo reale sono stati chiusi al pubblico per lavori <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

e ri<strong>di</strong>stribuzione dei locali, senza che nemmeno si lamentassero<br />

<strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> qualsiasi genere.<br />

Perché tanto zelo?<br />

Evidentemente si ritiene incompatibile con gli impianti ed i rischi<br />

<strong>di</strong> cantiere la presenza, in e<strong>di</strong>fici da restaurare, <strong>di</strong> folla e <strong>di</strong> utenza.<br />

A <strong>parte</strong> i pericoli per la incolumità delle persone non addette ai lavori,<br />

la presenza <strong>di</strong> questi non può che nuocere al buon andamento ed<br />

all’efficienza <strong>di</strong> qualsiasi organizzazione tecnica, impegnata in delicati<br />

e <strong>di</strong>fficili interventi murari.<br />

A <strong>Foggia</strong>, invece, si pensa <strong>di</strong>versamente.<br />

A <strong>Foggia</strong> si possono rischiare morte e proce<strong>di</strong>menti penali, per la<br />

presunzione critica <strong>di</strong> saccenti e per scarsa prudenza <strong>di</strong> pubblici amministratori.<br />

Il palazzo della Dogana, in piazza XX settembre, presenta consistenti<br />

segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, vecchi e nuovi, stabilizzati e <strong>di</strong>namici, generali<br />

e <strong>di</strong> settore, per cui si ha giusto motivo <strong>di</strong> temere per la sua sorte e per<br />

i suoi occupanti.<br />

Non a breve scadenza. I movimenti in atto sono a lento decorso.<br />

Ma quando questi fatti cesseranno <strong>di</strong> consentire <strong>di</strong>lazioni, <strong>di</strong>ventano<br />

pericolosi?<br />

Nessuno azzarda una data; intanto mensole pensili minacciano <strong>di</strong><br />

precipitare, volte spaccate si aprono semp re <strong>di</strong> più, rotazioni per spinte<br />

rovesciano pilastri e murature, mentre nuove lesioni si aggiungono alle<br />

vecchie e segni evidenti <strong>di</strong> schiacciamento si localizzano in cantonali<br />

ed in sezioni insufficienti.<br />

84


__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FOGGIA<br />

Da circa un secolo si lavora, giorno per giorno, per consolidarlo e<br />

ristrutturarlo, riadattandolo, <strong>di</strong> volta in volta a Tribunale, a Scuola, a<br />

Prefettura, a Federazione dei « Fasci » e ad Uffici della Provincia.<br />

Ogni intervento costituisce motivo <strong>di</strong> nuovi insulti, <strong>di</strong> inserimenti<br />

forzati, <strong>di</strong> conseguenze impreve<strong>di</strong>bili, <strong>di</strong> squilibri, <strong>di</strong> sottrazione od<br />

aggiunta <strong>di</strong> nuovi carichi.<br />

E si procede sempre con meto<strong>di</strong> irrazionali ed onerosi, intervenendo<br />

spesso col sistema della somma urgenza, a ripristinare plaffoni che<br />

crollano, a ricostruire con elementi misti un solaio in legno marcito, a<br />

sostituire una lunetta cadente od una capriata scatenata, a consolidare<br />

uno schiacciamento, a riprendere un tratto delle fondazioni, od a riequilibrare<br />

la spinta <strong>di</strong> una volta, senza che nessuno <strong>di</strong> questi interventi,<br />

settoriali e <strong>di</strong>stanziati nel tempo, possa essere coor<strong>di</strong>nato con l’altro.<br />

Il tutto si svolge secondo sistemi illogici, all’insegna dell’adattamento<br />

occasionale, con meto<strong>di</strong> artigianali, frettolosi, empirici<br />

ed improvvisati.<br />

Spesso, consigli e progetti dell’Ufficio Tecnico vengono <strong>di</strong>sattesi;<br />

tutti sono esperti, tutti decidono, tutti credono nella invulnerabilità <strong>di</strong><br />

un e<strong>di</strong>ficio che non può più sopportare inutili violenze.<br />

E finalmente, quando la protesta <strong>di</strong> muri sofferenti <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>sperata<br />

con scricchiolii e nuove lesioni, si decide lo sgombero dei locali, su<br />

suggerimento <strong>di</strong> una commissione tecnica altamente qualificata,<br />

all’uopo nominata dall’Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, che non può più<br />

ignorare le relazioni dell’Ufficio Tecnico e l’urgenza <strong>di</strong> una situazione<br />

<strong>di</strong>venuta ormai critica e tesa.<br />

Ma lo sgombero non porta all’inerzia.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio, imponente e monumentale, ha, nella sua stessa mole, i<br />

caratteri che lo classificano tra le opere più decorose e rappresentative<br />

della Città.<br />

Non per fatti d’arte, certamente minori se non proprio insignificanti,<br />

ma per importanza storica e per prestigio <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni.<br />

85


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

Sicché l’in<strong>di</strong>rizzo verso il recupero integrale dell’e<strong>di</strong>ficio è unanime.<br />

Vengono pre<strong>di</strong>sposti i necessari progetti. <strong>La</strong> Soprintendenza ai<br />

Monumenti <strong>di</strong> Puglia, alla cui tutela l’e<strong>di</strong>ficio è affidato, esprime il<br />

suo parere favorevole, appone sugli atti tecnici il suo visto <strong>di</strong> approvazione<br />

ed autorizza l’inizio dei lavori.<br />

A questo punto sorge il fatto nuovo.<br />

Viene pubblicato un libro: titolo, « Palazzo Dogana, dalle origini<br />

ai nostri giorni »; autore Vincenzo Salvato (E<strong>di</strong>z. Leone - <strong>Foggia</strong>).<br />

Sotto la pomposa presunzione <strong>di</strong> una ricercata presentazione storica<br />

il libro nasconde l’insi<strong>di</strong>a dell’intento scandalistico e si conclude<br />

con argomenti non informati a rigore scientifico e <strong>di</strong> banale impostazione<br />

libellistica.<br />

Non sono state fatte verifiche <strong>di</strong> stabilità, nè prove <strong>di</strong> cantiere,<br />

saggi od indagini accurate. Tuttavia si condannano persone ed autorità<br />

esposte nelle decisioni dello sgombero, affermando che non esistono<br />

<strong>di</strong>ssesti in atto, e che l’e<strong>di</strong>ficio può continuare tranquillamente ad essere<br />

abitato.<br />

E si creano, per sostenere questo assunto, documenti falsi per la<br />

storia della Città.<br />

L’e<strong>di</strong>ficio era già stato sgomberato, quando il 3 <strong>di</strong>cembre 1975<br />

vennero collaudati, con esito positivo, alcuni lavori eseguiti al secondo<br />

piano del palazzo stesso.<br />

« Perché mai — si domanda l’autore del libro — dopo un così favorevole<br />

collaudo ancora si insiste in posizioni sbagliate e non si decide<br />

la rioccupazione dei locali ed il rientro degli Uffici? ».<br />

L’autore, però, non ha precisato che il collaudo del 3 <strong>di</strong>cembre<br />

1975 si riferisce a lavori per ripristino <strong>di</strong> pavimenti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinture, eseguiti<br />

prima dello sgombero; si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un collaudo amministrativo<br />

e non tecnico e comunque relativo ad opere portate e non portanti;<br />

<strong>di</strong> un collaudo che, in pratica, non <strong>di</strong>ce niente a proposito della stabilità<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio e non porta contributi al suo consolidamento.<br />

Del resto, secondo l’autore stesso l’e<strong>di</strong>ficio non abbisogna <strong>di</strong> consolidamenti,<br />

ma solo <strong>di</strong> rari interventi settoriali, perché ha resistito<br />

imperterrito al terremoto del 1975.<br />

Terremoto che, per la verità, a <strong>Foggia</strong> non fece danni <strong>di</strong> nessuna<br />

86


__________________________________________________DOCUMENTI FALSI PER LA STORIA DI FO GGIA<br />

specie, rispettando persino i ruderi ben più cadenti che, a ricordo dei<br />

bombardamenti bellici del 1943, ancora numerosi costellano la città.<br />

E ancora, per sostenere l’efficienza del vecchio stabile, l’Ing. Vincenzo<br />

Salvato afferma che in palazzo Dogana si potrebbe rientrare con<br />

sicurezza e tranquillità, continuando ad abitarlo senza pericoli, così<br />

come continua ad essere abitato, da sempre, il decrepito palazzo dei<br />

signori <strong>di</strong> Civitella, nel vico omonimo, a <strong>Foggia</strong>.<br />

Ancora un documento falso? Forse.<br />

Ma si tratta <strong>di</strong> errore volontario, lapsus calami o <strong>di</strong>sinformazione,<br />

la cosa non ha importanza.<br />

Conta invece il fatto che il palazzo dei Signori <strong>di</strong> Civitella non esiste<br />

più; il Salvato scrive nel 1976, mentre il palazzo venne demolito<br />

nel 1960, per motivi <strong>di</strong> pubblica incolumità.<br />

Non perché presentava <strong>di</strong>ssesti più gravi <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> palazzo Dogana,<br />

ma solo per evitare la continua occupazione abusiva <strong>di</strong> immigrati,<br />

che ignorando le con<strong>di</strong>zioni statistiche dell’e<strong>di</strong>ficio, esponevano al<br />

continuo rischio <strong>di</strong> responsabilità penali le autorità del Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>.<br />

Il palazzo della Dogana, per nostra fortuna, non ha mai presentato<br />

situazioni così delicate e legalmente preoccupanti.<br />

Dopo lo sgombero nessuno lo minaccia <strong>di</strong> occupazione abusiva,<br />

nessuno ne propugna la demolizione, tutti lo vogliono consolidato e<br />

rimesso a nuovo, per restituirlo al governo della Provincia ed alla <strong>di</strong>gnità<br />

storica del Centro antico <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Allora perché tanto scalpore?<br />

Perché non si vuole accettare lo sgombero per esigenze <strong>di</strong> cantiere?<br />

Perché incoraggiare azioni avventurose avallate da argomenti falsi<br />

e pseudo scientifici?<br />

Pur non presentando pericoli imminenti <strong>di</strong> generale crollo, esistono<br />

sezioni pericolose, ed in ogni modo le con<strong>di</strong>zioni statiche <strong>di</strong> palazzo<br />

Dogana presentano la necessità <strong>di</strong> interventi consistenti e globali, organici<br />

e coor<strong>di</strong>nati, che solo in assenza <strong>di</strong> utenti si possono garantire.<br />

Lo sgombero è giustificato, soprattutto, dalle complesse esigenze<br />

<strong>di</strong> un cantiere destinato a <strong>di</strong>fficili sviluppi, con rischi gravi per tutto<br />

87


UGO JARUSSI_________________________________________________________________________________<br />

ciò che potrebbe essere considerata estranea intrusione.<br />

Oggi è l’ora <strong>di</strong> perorare la causa dei finanziamenti, dell’inizio dei<br />

lavori, dei successivi appalti, del loro coor<strong>di</strong>namento verso intenti collimanti<br />

e razionali.<br />

Scandali e pettegolezzi non possono portare che danni e nocumento<br />

ad uomini e cose.<br />

Il rientro in palazzo Dogana prima dei necessari consolidamenti<br />

compromette la sua sorte, perché i lavori necessari ed ormai in<strong>di</strong>fferibili,<br />

non potrebbero più essere eseguiti secondo le regole dell’arte,<br />

della tecnica e della scienza.<br />

Nuovi problemi si creerebbero, nuove <strong>di</strong>fficoltà si opporrebbero<br />

alla loro risoluzione, i vecchi <strong>di</strong>ssesti avrebbero partita vinta e fatti<br />

nuovi si verrebbero a sovrapporre ai vecchi, nell’incertezza <strong>di</strong> un recupero<br />

che potrebbe <strong>di</strong>ventare sempre più <strong>di</strong>fficile e sempre più <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso<br />

per l’amministrazione della cosa pubblica.<br />

E’ questo che vuole l’Ingegnere Vincenzo Salvato?<br />

A quanti vorranno dargli cre<strong>di</strong>to la <strong>di</strong>fficile risposta!<br />

<strong>La</strong> risposta e le pesanti responsabilità che da essa derivano, perché<br />

gli esempi <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> Bari, <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Napoli costituiscono testimonianze<br />

inoppugnabili <strong>di</strong> un mo nito unico, che non può e non deve<br />

essere ignorato.<br />

88<br />

UGO JARUSSI


LE ORIGINI DI SAN SEVERO (FOGGIA)<br />

ALLA LUCE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE<br />

Agli inizi degli anni ‘60 si è formato in San Severo un primo sparuto<br />

gruppo <strong>di</strong> appassionati <strong>di</strong> storia e archeologia che doveva poi dar<br />

vita, nel 1965, al Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi 1 . Allora ben poco si conosceva<br />

sulle antiche popolazioni che abitavano le nostre contrade 2 ed<br />

ogni ritrovamento archeologico nell’ambito della città finiva invariabilmente<br />

per essere collegato alle sue leggendarie origini. Era<br />

l’epoca delle interminabili polemiche sull’ubicazione <strong>di</strong> Ergitium e del<br />

mitico Castrum Drionis 3 e mentre la tra<strong>di</strong>zione dotta vedeva in Diomede<br />

il nobile fondatore della città, era molto <strong>di</strong>ffusa la convinzione<br />

che un tempo San Severo sorgeva sulle rive del Fortore 4 .<br />

In questi anni, nuovi ed importanti capitoli si sono aggiunti alla<br />

storia citta<strong>di</strong>na 5 , mentre altri ritrovamenti archeologici ed una più cor-<br />

1 <strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> questa associazione si deve in particolar modo all’iniziativa<br />

dell’avv. Umberto Pilla, all’epoca Direttore della <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />

Nel 1974 il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi ha fondato anche una sezione locale<br />

dell’Archeoclub d’Italia.<br />

2 Solo dopo la costituzione a <strong>Foggia</strong>, nel 1965, <strong>di</strong> un ufficio staccato della Soprintendenza<br />

alle Antichità della Puglia, <strong>di</strong>retto dai coniugi Tinè, è cominciata in Capitanata<br />

una organica attività <strong>di</strong> ricerca, che in pochi anni ha delineato gli aspetti fondamentali<br />

dell’archeologia dauna, dalla preistoria all’età romana. <strong>La</strong> collaborazione del Centro<br />

Stu<strong>di</strong> con la Soprintendenza iniziò imme<strong>di</strong>atamente, con la segnalazione della scoperta<br />

del villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone.<br />

3 Cfr. A. Russi, Un asclepiade nella Daunia-Podalirio e il suo culto tra le genti daune,<br />

in Archivio Storico Pugliese, XIX (1966), 1-1V, p. 275 e segg. e in particolar modo<br />

la nota 15.<br />

4 Si tratta evidentemente <strong>di</strong> un ricordo <strong>di</strong>storto del trasferimento della cattedra vescovile<br />

da Civitate a San Severo nel 1580. Spesso all’origine <strong>di</strong> « tra<strong>di</strong>zioni » <strong>di</strong> questo<br />

tipo ci sono notizie errate tratte dalle cronache dei secoli scorsi. Notare, a tal proposito,<br />

come si può prestare ad una ambigua interpretazione una frase tolta da un <strong>di</strong>ario <strong>di</strong><br />

viaggio del 1683: « Fu fatta città (San Severo) da Gregorio XIII essendo rovinata<br />

l’antica, che si chiama anche oggi Civita, vicino a S. Paolo... ». Cfr. T. NARDELLA, <strong>La</strong><br />

Capitanata in una relazione per visita canonica <strong>di</strong> fine seicento, in Rassegna <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Dauni, III (1976), 1-2, p. 79.<br />

5 I risultati delle ricerche <strong>di</strong> questi ultimi anni sono stati in <strong>parte</strong> pubblicati nei cinque<br />

numeri del «Notiziario » e<strong>di</strong>to dal Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi e nel numero unico «<br />

Attualità Archeologiche », del 1975, dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo.<br />

89


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

retta interpretazione dei reperti rinvenuti in passato ci hanno permesso<br />

<strong>di</strong> inquadrare in un preciso ambito cronologico le varie fasi <strong>di</strong> occupazione<br />

dell’area dove ora sorge San Severo.<br />

Questi stu<strong>di</strong> e ricerche non hanno risolto il problema delle origini<br />

della città e, a nostro parere, non lo risolveranno mai definitivamente,<br />

in quanto riteniamo che il concetto <strong>di</strong> origine vada sostituito con quello,<br />

più corretto, del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un centro abitato 6 . Rari sono gli inse<strong>di</strong>amenti<br />

nati da una precisa programmazione 7 , anche se la scelta <strong>di</strong> un<br />

determinato sito è necessariamente legata a certe situazioni ambientali<br />

e a particolari necessità economiche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. Se poi gli eventi si<br />

<strong>di</strong>mostrano favorevoli, il primitivo nucleo si espande, con uno sviluppo<br />

spesso <strong>di</strong>scontinuo ma <strong>di</strong>fficilmente così incisivo da permettere <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare il « momento » in cui l’inse<strong>di</strong>amento si è trasformato in<br />

una determinata entità urbana.<br />

In mancanza <strong>di</strong> fonti storiche atten<strong>di</strong>bili, uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>retto a chiarire<br />

le varie fasi del <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> un abitato si presenta piuttosto problematico<br />

e l’indagine archeologica può dare un contributo tanto più<br />

valido quanto più la ricerca viene condotta con precisi criteri scientifici<br />

8 .<br />

Nel nostro caso ci troviamo in presenza <strong>di</strong> ritrovamenti in buona<br />

<strong>parte</strong> occasionali e non sempre sufficientemente documentati, ma la<br />

casistica fortunatamente è abbastanza ampia da permettere <strong>di</strong> trarre<br />

delle conclusioni atten<strong>di</strong>bili.<br />

Anche se la presenza <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti preistorici nel sottosuolo <strong>di</strong><br />

San Severo non può essere messa in alcun modo in relazione con presunte<br />

origini della città, non possiamo tralasciare <strong>di</strong> sintetizzare le<br />

scoperte più importanti avvenute negli ultimi anni.<br />

Nell’agro sanseverese sono stati localizzati più <strong>di</strong> sessanta villaggi<br />

neolitici 9 , che coprono praticamente quasi tutta la serie cronologica<br />

6 Su questo concetto cfr. i vari stu<strong>di</strong> presentati nel volume « Archeologia e Geografia<br />

del Popolamento », Quaderni Storici, 24, Ancona 1973.<br />

7 E’ il caso <strong>di</strong> alcune antiche colonizzazioni. Per il Me<strong>di</strong>oevo abbiamo in Capitanata<br />

l’esempio della fondazione <strong>di</strong> Manfredonia nel XIII secolo.<br />

8 Solo uno scavo stratigrafico eseguito su un’area sufficientemente estesa può delineare<br />

con una certa precisione il succedersi delle varie culture, evidenziando anche eventuali<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono del sito, <strong>di</strong>fficilmente avvertibili dall’esame <strong>di</strong> reperti archeologici<br />

raccolti in superficie.<br />

9 Cfr. V. Russi, Note <strong>di</strong> Preistoria e protostoria sanseverese, Notiz. del Centro St u<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Dicembre 1968, p. 9 e segg. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Orsello, Bollettino<br />

Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Marzo 1971, p. 2. — Ib. Inse<strong>di</strong>amento neolitico<br />

trincerato presso San Severo, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 2, p. 410 e<br />

segg. — Ib. Segnalazioni nella Riv. Scienze Preistoriche: Vol. XXI (1966), 2, p. 430 e<br />

segg. — Vol. XXII (1967), 2, p. 450 e segg. — Vol. XXIII (1968), 2, p. 419 e segg. —<br />

Vol. XXIV (1969), 2, p. 475 e segg. — Vol. XXV (1970), 2, p. 428 e segg. — Vol.<br />

XXIX (1974), 1, p. 259.— Vol. XXXII (<strong>1977</strong>), 1-2, p. 344 e segg. — E. M. DE JULIIS,<br />

Scavo <strong>di</strong> una capanna preistorica in loc.<br />

90


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

nota per questo periodo nel Tavoliere, dal VI agli inizi del III millennio<br />

a. C 10 .<br />

Di questi caratteris tici inse<strong>di</strong>amenti, racchiusi entro uno o più fossati<br />

concentrici 11 , ci interessano più <strong>di</strong>rettamente quelli <strong>di</strong> Guadone e<br />

<strong>di</strong> S. Rocco, in<strong>di</strong>viduati alla periferia orientale della città dai soci del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi rispettivamente nel 1965 12 e nel 1972 13 .<br />

L’ipotesi che potesse trattarsi <strong>di</strong> un unico grande complesso 14 è stata<br />

in <strong>parte</strong> confermata da successive scoperte, anche se il gran numero <strong>di</strong><br />

fossati, spesso intersecantisi, emersi durante lavori e<strong>di</strong>lizi, possono<br />

anche riferirsi a due o più villaggi <strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse e in <strong>parte</strong> sovrapposti<br />

15 . Nell’interno dei fossati, dei pozzi e delle altre cavità 16 venute<br />

Casone, Riv. Scienze Preistoriche, XXVII (1972), 1, p. 117 e segg. — A. PERNA,<br />

Tracce <strong>di</strong> antichi inse<strong>di</strong>amenti in loc. Demanio - S. Ricciardo, Bollettino Int. del Centro<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 1-2. — R. PASQUANDREA e A. MASSELLI,<br />

I ritrovamenti preistorici alla mass. Casone, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />

Marzo 1971, p. 1. — A. MASSELLI, L’inse<strong>di</strong>amento neolitico <strong>di</strong> mass. Li Gatti, in<br />

Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, p. 47 e segg. — A. GRAVINA, Fossati e<br />

strutture ipogeiche dei villaggi neolitici in agro <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />

Dicembre 1975, p. II e segg.<br />

10 Cfr. S. TINE, <strong>La</strong> civiltà neolitica del Tavoliere, Atti del Colloquio <strong>di</strong> Preistoria e<br />

Protostoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 99 e segg.<br />

11 Sulla funzione <strong>di</strong> questi fossati sono state esposte varie teorie, tra le quali: Difesa<br />

del villaggio; conservazione dell’acqua piovana o sorgiva; drenaggio <strong>di</strong> un terreno eccessivamente<br />

umido. Quest’ultima ipotesi è quella che attualmente viene considerata<br />

come la più probabile, anche se non è stato affrontato adeguatamente lo stu<strong>di</strong>o delle falde<br />

idriche superficiali del Tavoliere, un tempo molto più salmastre <strong>di</strong> oggi e che dovevano<br />

rappresentare un grave problema per l’agricoltura primitiva dei Neolitici.<br />

12 Cfr. V. Russi, Gli scavi nel villaggio preistorico <strong>di</strong> Guadone, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

10-12-1965. — Ib. Il villaggio neolitico <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Giugno 1966, p. 8 e segg. — S. Tinè, I nuovi scavi in località Guadone,<br />

Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1967, p. 5 e segg. — Ib. Alcuni<br />

dati circa il sistema <strong>di</strong> raccolta idrica nei villaggi neolitici del <strong>Foggia</strong>no. Atti della XI e<br />

XII Riun. Scient. dell’Ist. Ital. <strong>di</strong> Preistoria, Firenze 1967, p. 69 e segg.<br />

13 V. Russi, Altro villaggio preistorico a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-7-<br />

1973. — Ib. nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVII (1972), 2, p. 466.<br />

14 V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXIX (1974), 1, p. 259.<br />

15 <strong>La</strong> sovrapposizione <strong>di</strong> più inse<strong>di</strong>amenti neolitici è stata rilevata in varie località.<br />

Nell’agro <strong>di</strong> San Severo abbiamo l’esempio <strong>di</strong> Coppa Pallante, mentre il complesso più<br />

noto del Tavoliere è quello <strong>di</strong> S. Vito, a Nord-Est <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con ben nove villaggi trincerati<br />

in <strong>parte</strong> sovrapposti e visibili sulle fotografie aeree.<br />

16 Le cavità a grotticella, interpretate come cisterne o. più esattamente, come depositi<br />

per cereali o altre derrate, sono venute alla luce in gran numero nelle contrade Guadone<br />

e S. Rocco. In una <strong>di</strong> queste, sezionata da uno sbancamento nel <strong>1977</strong> sul lato Ovest<br />

<strong>di</strong> via Lucera, è stato rinvenuto un cranio umano neolitico, ora esposto nell’Anti-<br />

91


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

alla luce nella zona, sono stati rinvenuti numerosi reperti, tra cui frammenti<br />

vascolari del Neolitico antico e me<strong>di</strong>o 17 .<br />

In altri punti della città sono venuti alla luce vasi frammentati <strong>di</strong><br />

impasto preistorico, ma solo alla periferia settentrionale <strong>di</strong> San Severo,<br />

all’inizio della strada per Apricena, si è avuta conferma<br />

dell’esistenza <strong>di</strong> un altro villaggio neolitico con ceramica impressa 18 .<br />

Nell’area dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Guadone, nelle fondazioni della<br />

nuova ala delle scuole elementari <strong>di</strong> via Mazzini, nel 1971, sono stati<br />

rinvenuti reperti riferibili ad una delle prime fasi dell’età del Bronzo<br />

(Protoappenninico B), da collocarsi cronologicamente nella prima metà<br />

del secondo millennio a. C 19 .<br />

Ritrovamenti <strong>di</strong> questo periodo sono poco frequenti nella pianura<br />

del Tavoliere 20 in quanto, a <strong>di</strong>fferenza dei villaggi neolitici collegati<br />

quarium comunale <strong>di</strong> San Severo. Cfr. F. NARDELLA - V. Russi, Resti <strong>di</strong> uomini preistorici<br />

scoperti a San Severo, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 20-1-1978.<br />

Nella contrada S. Rocco sono state trovate cavità <strong>di</strong> forma rettangolare, scavate a<br />

livello della « crusta », simili a quelle rinvenute durante gli scavi nel villaggio neolitico<br />

<strong>di</strong> Passo <strong>di</strong> Corvo. Numerose anche le sezioni <strong>di</strong> probabili fossati a « C » e <strong>di</strong> trincee perimetrali.<br />

Non tutte, però, le cavità contenenti reperti neolitici risalgono effettivamente<br />

ad epoca preistorica; durante gli scavi del 1965 nel villaggio <strong>di</strong> Guadone si trovarono<br />

trincee e gallerie per estrazione dell’argilla, probabilmente collegate ad una fornace me<strong>di</strong>evale,<br />

che erano state ricolmate col terreno circostante contenente ceramiche neolitiche.<br />

Cfr. V. Russi, Antiche fornaci <strong>di</strong> San Severo, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Sanseveresi, Marzo 1971, pp. 4-5.<br />

17<br />

Sono ceramiche a decorazione impressa, con motivi geometrici incrostati da una<br />

sostanza rossa, caratteristici della « facies » che da questo villaggio ha preso il nome <strong>di</strong><br />

« Guadone ». Sono presenti anche ceramiche nere o brune a superfici levigate, insieme a<br />

qualche frammento <strong>di</strong> figulina <strong>di</strong>pinta a fasce rosse non marginate.<br />

18<br />

V. Russi, Inse<strong>di</strong>amento preistorico scoperto in San Severo, Bollettino Int. del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, 1978.<br />

19<br />

Questi reperti, tra cui un’ansa con appen<strong>di</strong>ce asciforme, sono stati raccolti ad una<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 3 mt nella sezione <strong>di</strong> una profonda cavità apparsa nelle fondazioni<br />

del lato orientale delle scuole elementari. Nella terra <strong>di</strong> riempimento, molto scura e<br />

sciolta, si trovarono anche ossa umane, ma non fu possibile appurare se si trattava <strong>di</strong><br />

una tomba perché in quel punto affiorava una falda d’acqua che aveva allagata la trincea<br />

<strong>di</strong> fondazione. Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche, vol. XXVI (1971), 2,<br />

pp. 490-491.<br />

20<br />

In agro <strong>di</strong> San Severo ricor<strong>di</strong>amo l’inse<strong>di</strong>amento ine<strong>di</strong>to dell’oliveto <strong>di</strong> Torre dei<br />

Giunchi e la tomba a grotticella, con corredo <strong>di</strong> tre vasi del « Protoappenninico A », venuta<br />

alla luce presso la masseria Casone nel 1970, durante scavi effettuati dalla Soprintendenza<br />

alle Antichità in collaborazione con il Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi. Cfr. E. M.<br />

DE JULIIS, Recenti rinvenimenti dell’età dei metalli nella Daunia, Atti del Coll. Intern.<br />

<strong>di</strong> Preistoria della Daunia (1973), Firenze 1975, p. 235 e segg. — R. PASQUANDREA,<br />

Sepoltura della prima età del Bronzo presso la mass. Casone, Boll. Int. del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, p. 2.<br />

92


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

ad una economia prevalentemente agricola, l’attività essenzialmente<br />

pastorale dell’età del Bronzo comportava anche un certo noma<strong>di</strong>smo,<br />

per cui troviamo accampamenti provvisori nelle zone <strong>di</strong> pascolo e inse<strong>di</strong>amenti<br />

fortificati stabili sulle alture e in località facili da <strong>di</strong>fendere<br />

da attacchi <strong>di</strong> altri gruppi <strong>di</strong> noma<strong>di</strong> 21 .<br />

L’età del Bronzo nella nostra regione è perdurata fin verso il 1000<br />

a. C., anche se i riflessi dell’ultima « facies », quella subappenninica,<br />

si riscontrano spesso anche nella successiva età del Ferro, caratterizzata<br />

da un progressivo ritorno all’agricoltura. Di questa importante fase<br />

<strong>di</strong> transizione non abbiamo per ora alcuna testimonianza nell’agro<br />

<strong>di</strong> San Severo 22 .<br />

Tra i reperti più antichi rinvenuti nell’area della città, e che possiamo<br />

considerare protostorici, ricor<strong>di</strong>amo quelli della necropoli dauna<br />

<strong>di</strong> via F. D’Alfonso, venuta alla luce nel 1968 nelle fondazioni <strong>di</strong><br />

un e<strong>di</strong>ficio all’angolo col viale 2 Giugno 23 . Da tre tombe sconvolte<br />

dallo scavo si recuperarono alcuni vasi <strong>di</strong> impasto bruno lucidato, altri<br />

a decorazione <strong>di</strong>pinta in stile geometrico (<strong>di</strong> cui uno solo tornito) e<br />

due <strong>di</strong> importazione: una oinochoe trilobata, <strong>di</strong> bucchero pesante etrusco-campano,<br />

e una kylix incompleta <strong>di</strong> tipo ionico. Si trovarono anche<br />

dei gran<strong>di</strong> anelli piatti <strong>di</strong> bronzo, decorati con cerchietti impressi<br />

24 . Se so esclude qualche oggetto <strong>di</strong> datazione ancora incerta, la maggior<br />

<strong>parte</strong> dei reperti <strong>di</strong> questa necropoli è riferibile al VI secolo a. C.<br />

e ben si accorda, tipologicamente, con i corre<strong>di</strong> delle quattro tombe<br />

daune <strong>di</strong> Guadone, scavate nel 1965 25 , e <strong>di</strong> altre venute successivamente<br />

alla luce alla periferia meri<strong>di</strong>onale ed occidentale della città.<br />

Nella necropoli <strong>di</strong> via F. D’Alfonso (ora via Checchia Rispoli) lo scavo<br />

aveva anche sezionato un fossato largo superiormente circa 4 mt e<br />

21 Cfr. V. Russi nella Rivista <strong>di</strong> Scienze Preistoriche: Vol. XXIX (1974), 1, p. 259<br />

— Vol. XXX (1975), 1-2, pp. 389-390. — Vol. XXX (1976), 1, p. 315.<br />

22 <strong>La</strong> tomba dell’età del Ferro più antica rinvenuta nei pressi <strong>di</strong> San Severo è quella<br />

<strong>di</strong> contrada Serpente, che conteneva bronzi e vasi del « geometrico japigio » databili<br />

all’VIII secolo a.C. Cfr. R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> tomba japigia <strong>di</strong> via Serpente, Bollettino<br />

Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Ottobre 1974, pp. 3-4. —E. M. DE JULIIS,<br />

Recenti rinvenimenti protostorici nella Daunia, Atti del Coll. Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />

Daunia (1973, Firenze 1975, p. 322. — Ib. in Stu<strong>di</strong> Etruschi, vol. LXII (1974), p. 527.<br />

— Ib. <strong>La</strong> ceramica geometrica della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LVIII, LIX/A,<br />

XCIII/A, CIII/B.<br />

23 Cfr. A. MASSELLI - R. PASQUANDREA, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> via F. D’Alfonso,<br />

nel Notiziario dei Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1968, pp. 18-22.<br />

24 Anelli dello stesso tipo, provenienti dalla necropoli etrusca <strong>di</strong> Satricum, sono esposti<br />

nella sala XXXII del museo <strong>di</strong> Villa Giulia a Roma.<br />

25 Cfr. G. CLEMENTE, <strong>La</strong> necropoli dauna <strong>di</strong> Guadone, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1966, pp. 15-19. — E. M. Da JULIIS, <strong>La</strong> ceramica geometrica<br />

della Daunia, Firenze <strong>1977</strong>, tav. LXIII/E, LXXIV, XCIV/B, XCV/A.<br />

93


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

profondo oltre 3 mt, con una parete a scarpata e l’altra con due alti<br />

gra<strong>di</strong>ni 26 .<br />

<strong>La</strong> forma e le <strong>di</strong>mensioni ricordano le note trincee neolitiche, ma<br />

nell’interro si trovarono solo frammenti vascolari <strong>di</strong> tipo dauno ed ellenistico.<br />

Altri fossati simili, ma <strong>di</strong> minori <strong>di</strong>mensioni, sono venuti alla<br />

luce nel 1969 nelle fondazioni del vicino cinema Cicolella, insieme<br />

a reperti dauni 27 . Trincee <strong>di</strong> questo tipo sono apparse anche nell’area<br />

della necropoli ellenistica <strong>di</strong> masseria Casone, 6 Km a Sud-Est <strong>di</strong> San<br />

Severo, insieme a piccoli fossati che sostenevano le fondazioni lignee<br />

o in mattoni cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fizi che sorgevano nella zona precedentemente<br />

alla necropoli 28 .<br />

In base a questi dati si può presumere che nei pressi <strong>di</strong> via F. D’Alfonso<br />

sorgeva un abitato dauno, attorniato da una vasta necropoli, perdurato<br />

almeno sino alla fine del IV secolo a. C., come si deduce da<br />

numerose tombe a fossa, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta e contenenti<br />

reperti <strong>di</strong> età ellenistica, venute alla luce alcuni decenni or sono nel<br />

tratto iniziale della stessa strada e, più recentemente, in via Teano Appula<br />

e in altre zone a<strong>di</strong>acenti.<br />

Nulla conosciamo sulla conformazione e l’estensione <strong>di</strong> questo abitato<br />

preromano 29 , ma se consideriamo che oltre alle tombe a cui abbiamo<br />

accennato, e che sono tra le poche sufficientemente documentate,<br />

numerose altre sono venute alla luce un po’ dovunque nell’attuale<br />

area urbana 30 , dovremmo ipotizzare, <strong>di</strong> conseguenza, l’esistenza <strong>di</strong> un<br />

centro <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni 31 .<br />

26 Alcune delle gran<strong>di</strong> trincee circolari o ellittiche visibili nelle aerofotografie del<br />

Tavoliere e attribuite ad inse<strong>di</strong>amenti neolitici pare ap<strong>parte</strong>ngano, invece, a fattorie e<br />

villaggi dauni.<br />

27 Un fossato presentava un andamento parallelo a via F. D’Alfonso; in sezione si<br />

notavano le pareti a scarpata, con una larghezza <strong>di</strong> circa 3 mt nella <strong>parte</strong> superiore ed<br />

una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> mt 2,50 dal piano stradale. Un altro fossato, ad andamento curvilineo,<br />

era largo superiormente circa 2 Int. Nell’interro <strong>di</strong> queste trincee e <strong>di</strong> altre cavità <strong>di</strong> incerta<br />

natura, si trovarono frammenti vascolari <strong>di</strong> epoca dauna.<br />

28 A. MASSELLI - R. PASQUANDREA - V. Russi, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> masseria Casane,<br />

Notiziario del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 9-30.<br />

29 Sulla struttura degli inse<strong>di</strong>amenti dauni cfr. F. TINÈ BERTOCCHI, Formazione<br />

della civiltà dauna dal X al VI sec. a.C., in Atti Colloquio Intern. <strong>di</strong> Preistoria della<br />

Daunia (1973), Firenze 1975, pp. 271-285. — E. M. DE JULIIS, Caratteri della civiltà<br />

daunia dal VI sec. a.C. all’arrivo dei Romani, in Atti Coli. cit., pp. 286-297.<br />

30 Cfr. V. Russi, Nuove tombe daune scoperte nella zona <strong>di</strong> San Severo, Corriere <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, 7-7-1966. — M. JAFISCO, Ricordanze e stu<strong>di</strong> su San Severo, 1970, dattil. depos.<br />

nella <strong>Biblioteca</strong> Comunale <strong>di</strong> San Severo.<br />

31 Da una lettera della Soprintendenza alle Antichità dell’1-6-l966, nell’archivio del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, appren<strong>di</strong>amo che oltre alla necropoli dauna scoperta verso<br />

il 1934 in una cava <strong>di</strong> argilla su via Fortore, un’altra è venuta alla luce nella vicina contrada<br />

Guar<strong>di</strong>a Santi-Cappuccini. E’ possibile, perciò, che un altro inse<strong>di</strong>amento dauno,<br />

non necessariamente coevo al primo, sorgesse poco a Nord <strong>di</strong> San Severo.<br />

94


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

Per quanto riguarda la datazione <strong>di</strong> questo inse<strong>di</strong>amento, non <strong>di</strong>sponiamo<br />

<strong>di</strong> alcun dato che accerti la sua persistenza ininterrotta dal<br />

VI al IV-III secolo a. C. Inoltre, la <strong>di</strong>sposizione apparentemente <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata<br />

delle sepolture <strong>di</strong> età ellenistica 32 , spesso trovate frammiste a<br />

quelle daune, fa pensare più ad una casuale sovrapposizione <strong>di</strong> tombe<br />

<strong>di</strong> epoche <strong>di</strong>verse anziché alla naturale espansione <strong>di</strong> una stessa necropoli<br />

33 .<br />

In ogni caso, non pare che l’abitato sia sopravvissuta in età romana<br />

34 in quanto nessun resto <strong>di</strong> costruzioni o <strong>di</strong> sepolture <strong>di</strong> tale periodo<br />

è stato mai rinvenuto in San Severo. Le cinque epigrafi funerarie<br />

romane che si trovano murate in alcune chiese e case della città 35 sono<br />

da considerare come materiale reimpiegato a scopo e<strong>di</strong>lizia e proveniente<br />

da località archeologiche più o meno vicine 36 , Lo stesso <strong>di</strong>casi<br />

per i due bassorilievi con scene gla<strong>di</strong>atorie che sono alla base del<br />

campanile della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, che il Bartoccini 37 ritiene<br />

trovarsi originariamente nell’anfiteatro <strong>di</strong> Lucera, mentre con più<br />

verosimiglianza provengono dal sito <strong>di</strong> Teanum Apulum, antica città<br />

ripopolata nel Me<strong>di</strong>oevo col nome <strong>di</strong> Civitate 38 , i cui ruderi sono stati<br />

usati per secoli come cava <strong>di</strong> materiale da costruzione 39 .<br />

32<br />

<strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> bronzo rappresentante Ercole, rinvenuta sotto la vecchia sacrestia<br />

della chiesa <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, proveniva probabilmente da una delle tombe <strong>di</strong> età<br />

ellenistica, coperte da tavelloni <strong>di</strong> terracotta, della necropoli, venuta alla luce nel tratto<br />

iniziale <strong>di</strong> via F. D’Alfonso. Il reperto si trovava nella terra <strong>di</strong> riporto utilizzata probabilmente<br />

nel ‘700 per riportare il pavimento della chiesa al livello della strada. Cfr. L.<br />

BICCARI, <strong>La</strong> statuetta <strong>di</strong> Ercole nell’Antiquarium <strong>di</strong> San Severo, in Attualità Archeologiche,<br />

Dicembre 1975, pp. 51-53.<br />

33<br />

In alcuni casi le necropoli erano <strong>di</strong>sposte per settori, ma in genere si sviluppavano<br />

dalla periferia dell’ abitato verso l’esterno, per cui le sepolture più vicine sono <strong>di</strong> norma<br />

anche le più antiche.<br />

34<br />

Nella Daunia sono numerosi gli inse<strong>di</strong>amenti abbandonati o <strong>di</strong>strutti verso la fine<br />

del IV e nella prima metà del III secolo a.C. Le cause appaiono molteplici, in <strong>parte</strong> riferibili<br />

a fattori politici ed economici collegati alla conquista romana della regione e in<br />

<strong>parte</strong> agli eventi bellici della seconda guerra Punica.<br />

35<br />

Un accurato stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> queste epigrafi e <strong>di</strong> numerose altre rinvenute nel territorio<br />

dell’antica Teanum è stato pubblicato da A. Russi, Teanum Apulum —Le iscrizioni e<br />

la storia del Municipio, Ist. Ital. <strong>di</strong> Storia Antica, vol. XXV, Roma 1976.<br />

36<br />

Di queste epigrafi. quella murata nel fabbricato all’angolo <strong>di</strong> via A. Fraccacreta<br />

con via S. Severino proviene da Lesina. Cfr. A. Russi, op. cit., p. 112.<br />

37<br />

R. BARTOCCINI, Anfiteatri e gla<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> Lucera, in Japigia, VII (1936), f. 1,<br />

p. 36.<br />

38<br />

V. Russi, Tiati - Teanum Apulum - Civitate, Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 6-7-1967.<br />

39<br />

Della stessa opinione appare il De Ambrosio nelle sue Memorie storiche della<br />

città <strong>di</strong> San Severo, Napoli 1875, p. 98.<br />

95


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

San Severo nel Me<strong>di</strong>oevo faceva <strong>parte</strong> della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Civitate,<br />

che venne poi traslata nella nostra città. E' plausibile, perciò, che parti<br />

architettoniche dell’abitato abbandonato siano state qui trasportate,<br />

come nella vicina S. Paolo Civitate, in particolar modo per la ricostruzione<br />

degli e<strong>di</strong>fizi <strong>di</strong>strutti dal forte terremo to del 30 luglio 1627 40 .<br />

Con ciò non esclu<strong>di</strong>amo che nel sito, abbastanza vasto, dell’attuale<br />

San Severo non potesse trovarsi almeno una fattoria romana 41 come<br />

tante altre in<strong>di</strong>viduate nei <strong>di</strong>ntorni. C’è anche da considerare che quì si<br />

incrociavano due antiche strade, rilevate con l’ausilio delle aerofotografie<br />

42 : una, proveniente da Teanum Apulum, che si <strong>di</strong>rigeva a<br />

Sud-Est in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Arpi, passando per il sito <strong>di</strong> Casalenovum 43 e<br />

l’altra, che veniva da Lucera e andava a Nord, forse a Lesina, toccando<br />

un altro antico centro presso Apricena 44 .<br />

Dopo i recenti stu<strong>di</strong> sulla viabilità romana della Daunia, è venuta<br />

meno anche l’ipotesi che San Severo possa aver avuto origine da Ergitium,<br />

una statio riportata nella Tabula Peutingeriana lungo la via Litoranea<br />

adriatica, a XVIII m.p. da Teanum Apulum e XXV m.p. da Sipontum<br />

45 . Le aerofotografie mostrano la traccia <strong>di</strong> questa strada, che<br />

passava circa 5 Km a Nord <strong>di</strong> San Severo 46 e attraversava il torrente<br />

Candelaro nei pressi della masseria Brancia, nelle cui vicinanze dovrebbe<br />

essere localizzata Ergitium.<br />

Sembra ormai certo che la nostra città si è cominciata a formare<br />

almeno verso l’XI secolo, dato che in quello successivo appare nei documenti<br />

come una entità urbana ben definita.<br />

I reperti me<strong>di</strong>evali più antichi rinvenuti nel sottosuolo <strong>di</strong> San Severo<br />

sono costituiti da pochi frammenti <strong>di</strong> ceramiche invetriate e protomaioliche<br />

riferibili al XII e XIII secolo 47 , contemporanee, cioè, alle<br />

40 Cfr. A. LUCCHINO, Del terremoto che addì 30 luglio 1627 ruinò la città <strong>di</strong> San<br />

Severo e terre con vicine, <strong>Foggia</strong> 1930.<br />

41 Recentemente sono stati recuperati alcuni frammenti vascolari tardo-romani alla<br />

periferia settentrionale della città, tra la SS. Garganica e la « via vecchia <strong>di</strong> Sannicandro<br />

».<br />

42 G. ALVISI, <strong>La</strong> viabilità romana della Daunia, Soc. Storia Patria per la Puglia,<br />

vol. XXXVI, Bari 1970, F. 155 I.G.M.<br />

43 V. Russi, Casalenovum - Un antico abitato pugliese, in Rassegna Pugliese, IV<br />

(1969), 6-8, pp. 320-329.<br />

44 V. Russi, Collatia e i primor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Apricena, Il Gargano, XVII, Marzo 1966.<br />

45 Nell’itinerario Ravennate questa «statio » è chiamata « Egritio », mentre nella<br />

Geografia <strong>di</strong> Guido è in<strong>di</strong>cata come « Ergicum ».<br />

46 Lungo questa strada, che probabilmente ricalcava tracciati più antichi, è venuta<br />

alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica sulla riva destra del Candelaro. Cfr. V. Russi,<br />

<strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche, Dicembre 1975, pp.<br />

59-67.<br />

47 Sulla cronologia delle ceramiche me<strong>di</strong>evali pugliesi cfr. G. MAETZKE, Problemi<br />

relativi allo stu<strong>di</strong>o della ceramica dell’Italia meri<strong>di</strong>onale nei secc. XI-XIII, in Atti<br />

del II Congr. <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Normanni. Bari <strong>1977</strong>, pp. 79-100.<br />

96


_____________________________________________________________LE ORIGINI DI S. SEVERO (FO GGIA)<br />

prime notizie storiche accertate 48 . Isolato nel contesto dei dati archeologici<br />

e storici appare, invece, un bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> cui<br />

non conosciamo l’originaria collocazione, ma che attualmente si trova<br />

murata in un cortile al n. 34 <strong>di</strong> via Roma 49 . Il rilievo, incompleto sul<br />

lato sinistro, raffigura certamente due coniugi e deriva, stilisticamente,<br />

dalle «coppie » che appaiono in alcuni monumenti funebri romani. <strong>La</strong><br />

forma della testa, a « pera rovesciata » e la stilizzazione delle pieghe<br />

delle vesti ci porta a raffrontare questa scultura con rilievi similari <strong>di</strong><br />

età tardo imperiale e longobarda 50 .<br />

I secoli e il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627 non ci hanno lasciato<br />

nessuna testimonianza architettonica anteriore al XIII secolo 51 . Anche<br />

la facciata laterale della chiesa <strong>di</strong> S. Severino, <strong>di</strong> stile romanica-pugliese,<br />

è databile alla prima metà del ‘200, contemporanea, cioè, alla<br />

facciata principale, che reca sul portale la data 1224 52 e che si presenta<br />

più spoglia forse perché non venne completata. t noto che questa e le<br />

altre chiese della città vennero demolite per or<strong>di</strong>ne dell’imperatore Federico<br />

Il, verso il 1230, per punire una ribellione. S. Severino è stata<br />

ricostruita verso la fine del XIII secolo 53 e probabilmente a<br />

quell’epoca risale la trasformazione a croce latina, attuata spostando al<br />

livello esterno del campanile la facciata laterale e ricavando così l’area<br />

per il transetto destro; mentre, per quello sinistro venne utilizzato lo<br />

spazio <strong>di</strong>sponibile, <strong>di</strong> forma alquanto irregolare 54 .<br />

48<br />

Cfr. T. LECCISOTTI, Il « Monasterium Terrae Maioris », Montecassino 1924.<br />

— P. CORSI, Le pergamene dell’Archivio Capitolare <strong>di</strong> San Severo, Bari 1974. — V.<br />

Russi, San Severo <strong>di</strong> Capitanata e San Severo beneventana, Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Dicembre 1975, pp. 31-34.<br />

49<br />

V. RUSSI, Il bassorilievo altome<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> via Roma, Il Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 1-<br />

7-<strong>1977</strong>.<br />

50<br />

Cfr. S. FERRI, L’arte romana sul Danubio, Milano 1933. — L. GRONGHI, Le<br />

sculture altome<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> Massa Marittima, in Critica d’Arte, Ottobre 1968, p. 44.<br />

51<br />

Anche una data incisa su una lastra <strong>di</strong> pietra murata in vico s. Benedetto e riportata<br />

da M. Fraccracreta come anno 1018 è risultata invece 1618. Cfr. V. Russi, Una antica<br />

data sanseverese, Il Corriere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, 11-2-1965. — Ib. Una data controversa, Il Progresso<br />

Dauno, 29-2-1968.<br />

52<br />

P. CORSI, L’epigrafe me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> San Severo ad un vescovo <strong>di</strong> Molfetta. in Rassegna<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Dauni, III (1976), 3, pp. 55-71.<br />

53<br />

Il 21 maggio 1295 i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> San Severo chiedono al re Carlo II d’Angiò il<br />

permesso <strong>di</strong> utilizzare le pietre del <strong>di</strong>ruto « palatium Bello Videre apud Sanctum Severum<br />

», già ap<strong>parte</strong>nuto a Federico II, per ricostruire S. Severino e le altre chiese fatte<br />

abbattere dallo stesso imperatore. <strong>La</strong> richiesta viene accolta ed i lavori eseguiti alla fine<br />

dello stesso secolo o agli inizi del ‘300. Non sappiamo, però, quali elementi architettonici<br />

del palazzo svevo <strong>di</strong> Belvedere, che doveva trovarsi sul lato Ovest della città, siano<br />

stati effettivamente inseriti nella chiesa <strong>di</strong> S. Severino.<br />

54<br />

I lavori <strong>di</strong> restauro della chiesa hanno portato alla luce alcune strutture me<strong>di</strong>evali,<br />

nascoste dai rifacimenti successivi.<br />

97


VITTORIO RUSSI______________________________________________________________________________<br />

Il sito della città <strong>di</strong> San Severo doveva presentare in antico delle<br />

caratteristiche che lo rendevano particolarmente idoneo<br />

all’inse<strong>di</strong>amento umano. Abbiamo visto sorgere durante la preistoria<br />

più villaggi neolitici e probabilmente uno dell’età del Bronzo, intervallati<br />

da lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono. In seguito troviamo uno o più<br />

abitati dauni, in <strong>parte</strong> perdurati o rioccupati in età ellenistica.<br />

Del periodo romano non abbiamo dati sicuri, ma è probabile che il<br />

primitivo inse<strong>di</strong>amento, dal quale si è poi sviluppata San Severo 55 ,<br />

possa aver avuto origine da qualche fattoria tardo antica <strong>di</strong>slocata lungo<br />

un antico tracciato stradale, come si è potuto constatare per altri siti<br />

me<strong>di</strong>evali della zona 56 . Sull’estensione e ubicazione <strong>di</strong> questi nuclei<br />

altome<strong>di</strong>evali non possiamo che fare delle ipotesi. Poco ci può <strong>di</strong>re la<br />

fotografia aerea, a causa della trasformazione urbanistica avvenuta nel<br />

nostro centro storico dopo il <strong>di</strong>sastroso terremoto del 1627. Un tracciato<br />

ellittico che racchiude le chiese <strong>di</strong> S. Severino e S. Nicola 57 sembra<br />

delineare una primitiva borgata imperniata su una <strong>di</strong>rettrice<br />

N.N.W.S.S.E. rappresentata dall’attuale via Angelo Fraccacreta 58 .<br />

L’indagine archeologica ha cominciato a fornire alcune interessanti<br />

in<strong>di</strong>cazioni 59 , particolarmente sui fossati <strong>di</strong>fensivi, che sono stati più<br />

volte colmati e rifatti seguendo l’ampliamento dell’abitato; tra l’altro,<br />

sembra confermata la tra<strong>di</strong>zione dell’esistenza <strong>di</strong> un vallo lungo il perimetro<br />

del cosiddetto « giro interno ».<br />

Concludendo, i dati che abbiamo esposto non ci hanno dato, per<br />

ora, in<strong>di</strong>cazioni risolutive sulle origini della città, ma adesso conosciamo<br />

alcuni momenti essenziali del suo <strong>di</strong>venire che potranno servire<br />

come base per ulteriori ricerche.<br />

VITTORIO RUSSI<br />

55 Sulle varie ipotesi riguardanti le origini della città cfr. il Notiziario del Centro <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Sanseveresi del Giugno 1972 e, in particolare: U. PILLA, Castellum Sancti Severini<br />

e Castrum Sancti Severi (pp. 61-83) e A. CASIGLIO, Sanctus Severus e Sanctus<br />

Severinus (pp. 85.96). Inoltre: M. FUIANO, Città e Borghi <strong>di</strong> Puglia nel Me<strong>di</strong>oevo, Napoli<br />

1972, p. 105 e segg.<br />

56 Cfr. V. Russi, Inse<strong>di</strong>amenti me<strong>di</strong>evali in territorio <strong>di</strong> San Severo, Notiziario del<br />

Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi, Giugno 1972, pp. 7-25. — Ib. <strong>La</strong> Motta della Regina, Notiziario<br />

<strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale, Genova, Settembre 1973, pp. 8-10. — Ib.<br />

nell’Annual Report of Me<strong>di</strong>eval Village Research Group, Univ. of Birmingham, 1976,<br />

p. 51. — Ib. I casali me<strong>di</strong>evali <strong>di</strong> San Severo, Il Progresso Dauno, 13-5-1976.<br />

57 Tracce <strong>di</strong> un profondo fossato sono venute alla luce <strong>di</strong>etro la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola.<br />

Cfr. V. Russi, Ritrovamenti sotto la chiesa <strong>di</strong> S. Nicola, Corriere <strong>di</strong> S. Severo, 10-9-<br />

1974.<br />

58 E’ da notare che anche le altre due antiche chiese <strong>di</strong> San Severo: S. Maria e S.<br />

Giovanni Battista, presentano l’ingresso originario rivolto a N.N.W.<br />

59 Cfr. V. Russi, Scavi in via S. Benedetto, Bollettino Int. del Centro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sanseveresi,<br />

1974. — Ib. Antiche strutture sotto casa Prinari, Bollettino cit., 1974. — Ib.<br />

Scavi in via Soccorso, Bollettino cit., 1978.<br />

98


IL CRANIO UMANO DI PEDINCONE (IV sec. a.C.)<br />

Nel gennaio 1975 in contrada Pe<strong>di</strong>ncone, 6 Km a N.N.E. <strong>di</strong> San<br />

Severo (<strong>Foggia</strong>), durante lavori <strong>di</strong> scavo per la posa <strong>di</strong> un acquedotto è<br />

venuta alla luce una necropoli <strong>di</strong> età ellenistica composta da tombe a<br />

cassa, rivestite e chiuse da lastroni <strong>di</strong> pietra, che contenevano vasi,<br />

armi e monili databili al IV secolo a.C. Durante il recupero dei corre<strong>di</strong><br />

funerari, compiuto con la collaborazione dell’Archeoclub <strong>di</strong> San Severo,<br />

si trovarono anche reperti osteologici, per lo più frammentari e<br />

scomposti dai lavori <strong>di</strong> sterro, per cui vennero lasciati in situ.<br />

Il cranio, oggetto della presente relazione, è stato dato in visione al<br />

prof. Cleto Corrain, dell’Istituto <strong>di</strong> Antropologia dell’Università <strong>di</strong> Padova,<br />

a cura del sig. Gianni Napolitano, studente in Me<strong>di</strong>cina presso<br />

questa Università.<br />

Desidero ringraziare il professore che mi ha proposto <strong>di</strong> effettuare<br />

il relativo stu<strong>di</strong>o craniometrico.<br />

E’ un cranio quasi completamente intero, ap<strong>parte</strong>nente ad un in<strong>di</strong>viduo<br />

<strong>di</strong> età adulta, stabilita in base alla chiusura avanzata <strong>di</strong> tutte le<br />

suture della volta, all’usura dei denti e al riassorbimento più o meno<br />

completo <strong>di</strong> alcuni alveoli dentari. Il sesso femminile del reperto sarebbe<br />

comprovato dalle seguenti osservazioni: modesta capacità (1293<br />

c.c., secondo il metodo Pearson), sottile teca cranica, forma bombé<br />

del frontale, orlo sopraorbitario non grosso, rilievi nucali poco pronunciati,<br />

mastoi<strong>di</strong> piccole, gracilità generale della man<strong>di</strong>bola e soprattutto<br />

angolo man<strong>di</strong>bolare assai aperto. E presente la sutura metopica al<br />

completo; mentre la <strong>di</strong>stanza metopion-opistocranion (174 cm.) è<br />

maggiore della lunghezza massima del cranio (170 cm.): sono questi<br />

in<strong>di</strong>zi a favore del sesso femminile.<br />

Segue la descrizione del reperto secondo le varie norme.<br />

Norma superiore: <strong>La</strong> forma viene qualificata fra ovoide e pentagonode,<br />

comunque larghezza. L’in<strong>di</strong>ce cefalico orizzontale (81,8)<br />

definisce il cranio brachicefalo. Si osserva inoltre: criptozigia, un unico<br />

foro parietale a destra e due wormiani lungo la s. sagittale.<br />

Norma laterale: Il contorno appare regolarmente curvo con squama<br />

occipitale alquanto sporgente. Cranio ipsicefalo (i. verticolongitu<strong>di</strong>nale:<br />

76,8 e i. auricolo-longitu<strong>di</strong>nale: 67,9).<br />

99


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

Altri particolari: squama temporale piccola, a triangolo; foro u<strong>di</strong>tivo<br />

<strong>di</strong> forma ellittica con asse maggiore inclinato in avanti.<br />

Norma anteriore: <strong>La</strong> fronte appare molto ampia nel suo <strong>di</strong>ametro<br />

minimo (98,5 cm.), non però se confrontiamo il <strong>di</strong>ametro minimo col<br />

100<br />

Fig. 1 – Il cranio nella norma anteriore


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

Fig. 2 – Il cranio nella norma laterale<br />

massimo (i. frontale traverso: 87,3). Le orbite hanno valori <strong>di</strong> ipsiconchia<br />

(in<strong>di</strong>ce: 91,02) e il naso <strong>di</strong> mesorrinia (in<strong>di</strong>ce: 50,5).<br />

Notiamo ancora una leggera fossa sopraglabellare, un foro sopraorbitario<br />

a destra e un’incisura a sinistra, il margine inferiore<br />

dell’apertura piriforme antropino, le fosse canine e i rilievi dentari forti.<br />

Norma posteriore: Si può apprezzare una volta moderatamente<br />

stegoide e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a altezza (i. vertico-trasverso: 93,9 e i. auricolo-trasverso:<br />

83,1). Applicando le formule del Giar<strong>di</strong>na per il basion e per il<br />

porion ho ottenuto valori <strong>di</strong> ortocefalia e <strong>di</strong> ipsicefalia iniziale (84,9 e<br />

75,2), quin<strong>di</strong> valori decisamente non bassi. L’intero profilo posteriore<br />

è pentagonoide, a base piana. Leggera naticefalia fra obelion e lambda.<br />

Nessun wormiano lungo la s. lambdoidea.<br />

Norma inferiore: Il palato (iper-brachistafilino) si presenta molto<br />

profonao e rugoso con arcata dentaria quasi paraboloide. Gli alveoli <strong>di</strong><br />

due premolari e <strong>di</strong> cinque molari sono in via <strong>di</strong> riassorbimento. Tre dei<br />

quattro denti visibili sono cariati. L’unico molare ha un impianto irregolare,<br />

quasi obliquo. Forse l’in<strong>di</strong>viduo era affetto da piorrea.<br />

Man<strong>di</strong>bola: Nel complesso è gracile, bassa, con branca ascendente<br />

decisamente stretta (dato anche il sesso). Il corpo man<strong>di</strong>bolare mostra<br />

un mento prominente e sollevato sul piano <strong>di</strong> appoggio. Gli angoli sono<br />

molto aperti ed eversi. Il foro mentoniero si trova sotto il P2.<br />

Le apofisi con<strong>di</strong>loidee sono più basse delle coronoidee. Un premo -<br />

lare e due molari sono caduti ante-mortem; gli altri denti, in curiosa<br />

101


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

102<br />

Fig. 3 – Il cranio nella norma superiore


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

antitesi con quelli dell’arcata superiore, sono privi <strong>di</strong> carie. Notiamo<br />

poi le apofisi-geni della forma normale, le fossette <strong>di</strong>gastriche deboli,<br />

le fosse sottolinguali e sottomascellari sensibili, il solco e la linea miloioidea<br />

ben netti, la spina <strong>di</strong> Spix ru<strong>di</strong>mentale.<br />

Conclusioni: Si tratta <strong>di</strong> un cranio brachicefalo, <strong>di</strong> forma fra ovoide<br />

e pentagonoide, ipsicefalo. <strong>La</strong> faccia è mesoprosopa, le orbite sono<br />

ipsiconche, il naso mesorrino.<br />

Dal confronto con le me<strong>di</strong>e delle serie osteologiche della medesima<br />

epoca, o quasi, rinvenute in località non lontane (Salapia IX-III<br />

sec. a. C., M. Saraceno VII-VI sec. a. C.) non affiora alcuna sostanziale<br />

concordanza. Osservo anzi come fatto singolare la brachicefalia. Ma<br />

trattandosi <strong>di</strong> un unico caso è inutile meravigliarci dei risultati: bisogna<br />

infatti accettare le sorprese della <strong>di</strong>versità in<strong>di</strong>viduale.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

GABRIELLA ERSPAMER<br />

C. CORRAIN e G. NALIN, Resti scheletrici umani della necropoli <strong>di</strong><br />

Monte Saraceno presso Mattinata (Gargano), Atti X Riun. sc. Ist.<br />

Lt. Preist. e Protost. (1965), 309-338.<br />

C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici umani della necropoli<br />

<strong>di</strong> Sirolo (Numana) nelle Marche, Scritti sul Quaternario in<br />

onore <strong>di</strong> Angelo Pasa (1969), 207-227.<br />

C. CORRAIN e M. CAPITANIO, I resti scheletrici della necropoli <strong>di</strong><br />

Fermo, nelle Marche, Homo 72, Heft 1/2, 19-36.<br />

C. CORRAIN, M. CAPITANIO e G. ERSPAMER, I resti scheletrici<br />

della necro voli <strong>di</strong> Salapia (Cerignola) secoli IX-III a. C., Atti e<br />

Mem. dell’Acc. Pat. <strong>di</strong> SS.LL.AA., LXXXIV (1972), 75-113.<br />

R. MARTIN, Lehrbuch der Antropologie, Jena 1958.<br />

V. RUSSI, <strong>La</strong> necropoli <strong>di</strong> contrada Pe<strong>di</strong>ncone, in Attualità Archeologiche,<br />

San Severo, <strong>di</strong>cembre 1975, 59-67.<br />

103


GABRIELA ERSPAMER_________________________________________________________________________<br />

NEUROCRANIO:<br />

T A B E L L A<br />

Il cranio umano <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>ncone (IV sec, a. C.) ( ∗ )<br />

Capacità (LEE e PEARSON) cc 1.293<br />

1. Lunghezza massima 170<br />

8. <strong>La</strong>rghezza massima (139)<br />

17.Altezza ba-b (130,5)<br />

20.Altezza auricolare 115,5<br />

I. cefalico orizz : 8/1 (81,76)<br />

I. vertico-longit : 17/1 76,76<br />

I. auricolo-longit : 20/1 67,94<br />

I. vertico-trasv. : 17/8 (93,88)<br />

I. auricolo-trasv. : 20/8 (83,09)<br />

I. y po-b 20/V 1 x 8 (75,16)<br />

I. y ba-b 17/V1x 8 (84,90)<br />

2. Dist. glabella - inion 164,5<br />

3. Dist. glabella - lambda 165<br />

lc. Dist. metopion - opist 174<br />

11.Dist. biauricolare 120<br />

13.Dist. bimastoidea 119<br />

9.Frontale minimo 98,5<br />

10.Frontale massimo (128)<br />

I.frontale trasv.:9/10 (76,95)<br />

I.fronto - pariet. trasv.: 9/8 (70,86)<br />

Dist. processi zig. front. 104<br />

23.Circonferenza orizzontale 498<br />

24.Curva biaur. - bregmat. 312<br />

26.Curva frontale 132<br />

29.Corda frontale 112,6<br />

27.Curva parietale 118<br />

30.Corda parietale 109,5<br />

SPLANCNOCRANIO:<br />

47. Altezza facciale tot. 110,5<br />

48. Altezza facciale sup. 69<br />

45. <strong>La</strong>rghezza bizigomat. 126,5<br />

I.facciale tot. : 47/45 87,35<br />

I.facciale sup. : 48/45 54,54<br />

I.cranio - facc. – trasv. : 45/8 91,01<br />

I.cranio - facc. – vert. : 48/17 (68,66)<br />

I.jugo - frontale : 9/45 77,86<br />

44. <strong>La</strong>rghezza biorbitale 94,5<br />

50. <strong>La</strong>rghezza interorbitale 18,6<br />

104


_____________________________________________________________IL CRANIO UMANO DI PENDICONE<br />

51. <strong>La</strong>rghezza orbitale 39<br />

52. Altezza orbitale 35,5<br />

I. orbitale: 52/51 91,02<br />

55. Altezza nasale 48,5<br />

54. <strong>La</strong>rghezza nasale 24,5<br />

I. nasale: 54/55 50,51<br />

61. <strong>La</strong>rghezza alveolare 59<br />

60. Lunghezza alveolare 50,5<br />

I. maxillo - alveolare: 61/60 116,83<br />

62. <strong>La</strong>rghezza palatina 39<br />

63. Lunghezza palatina 42<br />

I. palatino: 62/63 92,86<br />

5. Dist. nasion – basion 92<br />

40. Dist. basion - prostion 85<br />

I. alveolare (FLOWER): 40/5 92,39<br />

MANDIBOLA:<br />

65. <strong>La</strong>rghezza bicon<strong>di</strong>l. 121,5<br />

66. <strong>La</strong>rghezza bigoniaca 92<br />

68 (1). Profond. man<strong>di</strong>b. 101<br />

68 Profond. man<strong>di</strong>b. 66,5<br />

I. delle largh. : 66/65 75,72<br />

I. <strong>di</strong> lungh. - largh. : 68/65 54,73<br />

I. fronto - man<strong>di</strong>bol. : 9/66 107,06<br />

I. jugo - man<strong>di</strong>bol. : 66/45 72,73<br />

69 (1). Altezza-corpo 26<br />

69 (3). Spessore - corpo 9,5<br />

I. <strong>di</strong> spessore del corpo: 69 (3)/69 (1) 36,54<br />

70. Alt. ramo ascend. 58<br />

71a. <strong>La</strong>rgh. min. ramo asc. 25<br />

I. del ramo ascend.:71a/70 43,10<br />

69. Altezza della sinfisi 25<br />

79. Angolo goniaco 133,5°<br />

71. <strong>La</strong>rgh. ramo ascend. 34,5<br />

∗<br />

I numeri premessi alle in<strong>di</strong>cazioni delle misure corrispondono a quelli del trattato<br />

del Martin.<br />

Le misure sono tutte espresse in mm., salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione.<br />

105


Raffaele MASCOLO: Domenico<br />

FIORITTO e il movimento socialista<br />

in Capitanata. Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata,<br />

<strong>La</strong>urenziana - Napoli, pp. 250,<br />

1978.<br />

<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong> questo libro, attentamente<br />

curato, chiaramente impresso,<br />

dotato in copertina <strong>di</strong> una rara<br />

immagine <strong>di</strong> Serrati, Fioritto e Baratono,<br />

è sostanzialmente <strong>di</strong>alettica. I<br />

punti <strong>di</strong> riferimento del relazionare<br />

tra le <strong>di</strong>verse componenti già sono<br />

infatti <strong>di</strong>chiarati nel titolo: la personalità<br />

<strong>di</strong> un romantico segnato dalla<br />

idealistica rinunzia al proprio mondo<br />

<strong>di</strong> origine (rispettabilità, ricchezza,<br />

carriera) e dall’altra <strong>parte</strong> la massa in<br />

moto, incomposta e tormentata nella<br />

gestazione del principio della uguaglianza<br />

umana, alla fine del secolo<br />

scorso.<br />

<strong>La</strong> struttura <strong>di</strong>alettica forse si<br />

impernia ancora sulla cerniera <strong>di</strong> altri<br />

due poli, meno pittoreschi e più<br />

profon<strong>di</strong>: l’umanità in senso lato; o,<br />

per essere più chiari, l’Uomo che<br />

cerca se stesso nell’arco <strong>di</strong> una vita<br />

intera e l’Umanità la quale si svincola<br />

da con<strong>di</strong>zionamenti secolari<br />

d’ignoranza e <strong>di</strong> fame e ansiosamente<br />

si macera e duramente perfino si<br />

ribella per acquistare un volto.<br />

Su tale piano si comprende e si<br />

configura il dramma rivissuto<br />

dall’autore <strong>di</strong> questo libro, con fedeltà<br />

critica <strong>di</strong> controllata informazione.<br />

E’ lì stato il dramma del socialismo<br />

con il massimalismo e il riformismo<br />

cozzanti. E’ stato il<br />

106<br />

RECENSIONI<br />

dramma parallelo, intersecato anzi<br />

nel primo, quello del rapporto tra il<br />

capo carismatico, l’ex-borghese intellettuale,<br />

e le esigenze del mo -<br />

vimento <strong>di</strong>venuto partito con un in<strong>di</strong>rizzo<br />

ideologico ed una <strong>di</strong>sciplina.<br />

L’opera <strong>di</strong> Raffaele Mascolo — sia<br />

chiaro — non è il medaglione <strong>di</strong><br />

Domenico Fioritto. <strong>La</strong> fedeltà della<br />

documentazione storica ricavata dagli<br />

atti delle assise politiche e dal<br />

metallo in fusione delle polemiche <strong>di</strong><br />

stampa, assume importanza <strong>di</strong> primo<br />

piano. Essa non fornisce solo la misura<br />

della paziente, pervicace ricerca,<br />

ma produce il metro <strong>di</strong> una storia<br />

<strong>di</strong> testimonianze in un itinerario tagliente.<br />

Per avere subito a <strong>di</strong>sposizione<br />

la biografia <strong>di</strong> Fioritto, basterebbe<br />

leggere i capitoli Il figlio<br />

della borghesia e Alla guida del partito<br />

e poi le pagine conclusive (<strong>La</strong><br />

crisi finale e Dopo la liberazione<br />

nazionale). Un <strong>di</strong>scorso a <strong>parte</strong> meriterebbe<br />

l’Appen<strong>di</strong>ce, illuminante i<br />

rapporti con Salvemini, le memorie<br />

del reduce <strong>di</strong> Domokos condensato<br />

nell’esprit <strong>di</strong> una conferenza, gli<br />

spunti della visione dell’avvenire attraverso<br />

la ultima battaglia del protagonista,<br />

quella per la Repubblica e<br />

la Costituente, dalle pagine <strong>di</strong> Avanti<br />

Daunia!<br />

L’autore in realtà si pone ben altro<br />

compito e rivive con puntigliosa<br />

costanza tutti i momenti (<strong>di</strong>chiarati<br />

dai deliberati e dai pezzi <strong>di</strong> stampa)<br />

del farsi, faticoso ed incerto, <strong>di</strong> una<br />

linea politica socialista nella Capitanata.<br />

Una terra per la quale da secoli<br />

si era parlato <strong>di</strong> affrancazione del


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

Tavoliere dai vincoli e dalle restrizioni<br />

fiscali, ma non si era giunti ancora,<br />

anche dopo l’apertura alla libera<br />

coltivazione, all’affrancazione<br />

dell’uomo dalla mentalità servile o<br />

baronale. Se si pensa a cosa poteva<br />

significare, all’alba del ‘900, a <strong>Foggia</strong>,<br />

una libera assemblea <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni,<br />

si comprende il tono quasi ieratico<br />

dell’annunzio <strong>di</strong> Fioritto dalle colonne<br />

de Il Foglietto: « Profugo <strong>di</strong><br />

una classe a voi sempre avversa, vi<br />

porto il saluto della Commissione<br />

or<strong>di</strong>natrice e della Lega <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Voi <strong>di</strong>scuterete <strong>di</strong>gnitosamente e serenamente<br />

per dare così la prova che<br />

siete già educati alla vita politica e<br />

degni <strong>di</strong> migliore avvenire ». (p. 56).<br />

<strong>La</strong> Camera del <strong>La</strong>voro e la Federazione<br />

dei Conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Capitanata<br />

guidate dal Fioritto, da Silvestro Fiore<br />

e da Ercole Ferreri, sono realtà <strong>di</strong><br />

valore civile che avviano le masse<br />

nell’area della formazione politica, È<br />

il momento, spiega il Mascolo, in<br />

cui il socialismo romanticosentimentale<br />

della giovinezza <strong>di</strong><br />

Domenico Fioritto si fa « <strong>di</strong>verso » e<br />

<strong>di</strong>venta « rivoluzionario, intransigente<br />

e massimalistico », spingendo<br />

l’uomo non solo a pre<strong>di</strong>care, ma anche<br />

a lottare. affrontando i rigori della<br />

legge <strong>di</strong> quei tempi, avvicinandosi<br />

sempre più chiaramente alla linea <strong>di</strong><br />

Enrico Ferri, guardando alla riserva<br />

rivoluzionaria delle plebi rurali. <strong>La</strong><br />

spiegazione è psicologica ed ambientale,<br />

in quanto egli «viveva nelle<br />

zone più drammaticamente colpite<br />

da questo processo <strong>di</strong> degradazione e<br />

squilibrio economico e sociale: <strong>Foggia</strong><br />

e Sannicandro Ga rganico, zone<br />

che lui aveva per base <strong>di</strong> operazione<br />

politica e culturale; la<br />

prima nel cuore del Tavoliere, l’altra<br />

in quel Gargano dove l’arretratezza<br />

delle strutture, esasperava ancora <strong>di</strong><br />

più la miseria dei lavoratori e <strong>di</strong> tutti<br />

i ceti popolari » (p. 61). Era l’epoca<br />

terribie del krumiraggio organizzato,<br />

della strumentalizzazione delle forze<br />

dell’or<strong>di</strong>ne a servizio dell’esclusivismo<br />

padronale, erano i tempi<br />

dell’o<strong>di</strong>o tra i poveri e poveri, tra figli<br />

del popolo, e, alla fine, restavano<br />

i morti su quella terra affamata e<br />

maledetta.<br />

Come si spiega che lo stesso uomo<br />

<strong>di</strong> allora dovesse, nel 1908 ritirarsi<br />

dalla milizia <strong>di</strong> partito (la famosa<br />

lettera ad Antonio Pitta <strong>di</strong>rettore<br />

de Il Foglietto, del 28 novembre) e<br />

confessare su quelle stesse colonne<br />

tre anni dopo « . . . mi ero cominciato<br />

ad allentare dal partito militante,<br />

perché si sospettavano<br />

gl’intellettuali e temevo <strong>di</strong> essere<br />

preso anch’io in antipatia » (p. 119-<br />

120 e cap. VII, passim). Dopo il<br />

congresso <strong>di</strong> Reggio Emilia ed il<br />

primo conflitto mon<strong>di</strong>ale, dopo la<br />

Rivoluzione Russa, e mentre si aprivano,<br />

per la unità dei lavoratori,<br />

nuove problematiche, sfocianti nella<br />

polemica a destra e nella spaccatura<br />

(la espulsione dei riformisti), lo stesso<br />

uomo era giunto comunque ai<br />

vertici della organizzazione. Da qui<br />

forse, e fino alla chiusura ed all’isolamento<br />

durante il Ventennio, la<br />

critica <strong>di</strong> Mascolo si fa più serrata e<br />

dura, non mai priva <strong>di</strong> una razionale<br />

<strong>di</strong>sposizione ad interpretare l’uomo.<br />

<strong>La</strong> tenuta <strong>di</strong> Fioritto <strong>di</strong>rigente richiama<br />

ragioni più lontane, avvolte<br />

forse nella stessa ombra insanguinata<br />

<strong>di</strong> Silvestro Fiore ucciso a <strong>Foggia</strong><br />

dall’anarchico Carretta.<br />

107


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Chi può <strong>di</strong>re non si sia ripetuta la<br />

storia del repubblicano Giuseppe<br />

Ban<strong>di</strong> (garibal<strong>di</strong>no anche lui) destinato<br />

a lasciare la vita nella sua Livorno,<br />

per mano <strong>di</strong> un « in<strong>di</strong>vidualista<br />

», in mezzo alle nuove battaglie<br />

per le quali lui stesso aveva fondato<br />

Il Telegrafo (oggi, dopo cent’anni.<br />

Divenuto Il Tirreno)? Altrettanto<br />

violento nella denuncia della incapacità<br />

sostanziale del sistema monarchico<br />

a « risolvere » le situazioni<br />

fuori delle repressioni e delle lusinghe<br />

e noi con la violenza sistematica<br />

legalizzata, era il garganico <strong>di</strong>rettore<br />

de Il randello. Ma il problema resta<br />

un altro: quello della <strong>di</strong>fficoltà oggi<br />

forse non immaginabile, a stabilire<br />

una <strong>di</strong>alettica tra le stesse comp onenti<br />

del moto popolare <strong>di</strong> allora, da<br />

sindacale <strong>di</strong>venuto politico, senza<br />

mai deporre l’atavismo anarcoide e<br />

senza perdere — inconsapevole, appena<br />

qua e là avvertita — la istanza<br />

repubblicana « corro<strong>di</strong>trice lenta e<br />

fatale » del sistema (la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

Marx Nordau ne Le menzogne convenzionali).<br />

Il modo <strong>di</strong> Porsi del Fioritto<br />

<strong>di</strong> fronte ad alcuni problemi<br />

d’in<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> organizzazione —<br />

scrive Mascolo, andando decisamente<br />

in profon<strong>di</strong>tà spietata — «fu<br />

solo un attaccamento sentimentale al<br />

partito che probabilmente lui, come<br />

molti altri massimalisti, non riusciva<br />

a vedere in modo <strong>di</strong>verso da quello<br />

tra<strong>di</strong>zionale. Il partito cioè che sulla<br />

scia della linea della II Internazionale<br />

avrebbe dovuto attendere il momento<br />

propizio per la rivoluzione,<br />

che a sua volta doveva scaturire « da<br />

una progressiva affermazione <strong>di</strong> Potere<br />

della classe operaia all’interno e<br />

in <strong>di</strong>retta relazione dello sviluppo<br />

108<br />

capitalistico ». Non invece il partito<br />

inteso come strumento politico della<br />

lotta rivoluzionaria per una reale alternativa<br />

<strong>di</strong> potere. E quin<strong>di</strong> un partito<br />

saldo, omogeneo e perciò senza<br />

correnti, organizzato in maniera <strong>di</strong>versa,<br />

senza mai perdere, comunque.<br />

la fiducia nella libertà.<br />

Credo che proprio a questo punto<br />

il più delicato per tutti ed il più denso<br />

<strong>di</strong> interrogativi storici, si confermi<br />

la struttura <strong>di</strong>alettica del libro<br />

nella sua più vasta <strong>di</strong>latazione: un<br />

fatto <strong>di</strong> politica, ma sopra tutto <strong>di</strong><br />

umanità. <strong>La</strong> vita <strong>di</strong> Domenico Fioritto<br />

può anche essere stata qualcosa <strong>di</strong><br />

più che la innegabile sequela <strong>di</strong> battaglie<br />

giornalistiche, e <strong>di</strong> cozzi a ferro<br />

freddo con la sfuggente reazione<br />

giolittiana, nelle aule dei tribunali.<br />

Penso possa essere stata in contemporanea,<br />

una lotta interiore, ricerca<br />

<strong>di</strong> chiarificazione costante, dal <strong>di</strong>scepolato<br />

<strong>di</strong> Arturo <strong>La</strong>briola e dal<br />

fermento intellettuale napoletano,<br />

che per la verità non <strong>di</strong>rei proprio «<br />

scapigliatura » (p. 15) essendo gli<br />

scapigliati già gli epigoni scettici del<br />

deterioramento romantico, fino<br />

all’epoca dei conflitti mon<strong>di</strong>ali e della<br />

Costituente.<br />

Ero nella sezione « centro » che<br />

solennizzava la propria rinnovata<br />

apertura, ai tempi della trepidazione<br />

per la Repubblica (proprio su Avanti<br />

Daunia! avevamo ricordato al popolo<br />

cos’era stata quella del 1849), e<br />

non <strong>di</strong>mentico due cose: lo sguardo<br />

<strong>di</strong> affetto <strong>di</strong> un mio scolaro in mezzo<br />

alla ressa. senza che gli avessi mai<br />

detto cosa mi Passava per la testa, ed<br />

un tuono <strong>di</strong> evviva al « Leone <strong>di</strong> Puglia<br />

». Fioritto era entrato, con i capelli<br />

irrime<strong>di</strong>abilmente scomposti, la


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

testa che aveva una nota <strong>di</strong> Danton<br />

ed una voce che certo sarebbe stata<br />

quella <strong>di</strong> Miraebau. Disse: — Oggi<br />

avete la vostra casa, compagni! Poi<br />

non ricordo come, dalla piccola casa<br />

della sezione <strong>di</strong> partito, l’oratore<br />

giungesse alla grande casa <strong>di</strong> tutti,<br />

alla Patria dei citta<strong>di</strong>ni » alimentata<br />

nei clubs della Grande rivoluzione.<br />

Poi fu tutto nella vibrazione <strong>di</strong> una<br />

magnetica catena e non ricordo altro.<br />

Ma capii che Fioritto aveva chiara la<br />

continuità, solo in <strong>parte</strong> <strong>di</strong>scorde, tra<br />

l’89 e il 93, tra il prelu<strong>di</strong>o rivoluzionario<br />

borghese e la tensione realizzatrice<br />

giacobina soffocata dalla palude<br />

<strong>di</strong> Termidoro. Anche là una <strong>di</strong>alettica<br />

umana eterna. Pertanto, a <strong>parte</strong><br />

il romanticismo del giovane «<br />

transfuga »dalla classe agiata ov’era<br />

nato, i para<strong>di</strong>gmi magnetici <strong>di</strong> Bovio<br />

e <strong>di</strong> lmbriani, a Napoli avevano<br />

completato naturalmente la tra<strong>di</strong>zione<br />

risorgimentale della famiglia.<br />

Figlio <strong>di</strong> settari e settario — intendo<br />

per settarismo, il voto religiosamente<br />

sansimoniano che da<br />

Mazzini procede fino a Saverio Friscia<br />

— presentì la chiamata paolina<br />

<strong>di</strong> colui che viene serbato nel segreto<br />

all’opera <strong>di</strong> Dio. Non è sfuggito<br />

all’autore questo risvolto giovanile<br />

che si consacrò a Domokos; anche se<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento ne è <strong>di</strong>fficile, ed<br />

il Mascolo, che rispetta la documentazione<br />

reale, ha posto in luce quanta<br />

strada ancora resta da percorrere per<br />

gli storici del Movimento Operaio<br />

nella provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e dei suoi<br />

interpreti. Fioritto non era certo un<br />

<strong>La</strong>zzaretti perché attinse le prime<br />

esperienze politiche a « la cultura<br />

laica e risorgimentale » (p. 12). Era<br />

la Massoneria, con la ere<strong>di</strong>tà del Risorgimento<br />

e la rina-<br />

scenza del più antico programma<br />

umanitario e cosmopolita. Sull’accusa<br />

<strong>di</strong> massoneria s’impernia lo<br />

scontro con il Serrati al Congresso <strong>di</strong><br />

Ancona e segue uno dei mo menti <strong>di</strong><br />

ritiro <strong>di</strong> Fioritto nell’ombra (p. 138-<br />

139).<br />

Eppure era stato massone Errico<br />

Malatesta, e la cosa è storicamente<br />

provata, aggiungo, non solo per Andrea<br />

Costa, ma perfino per Michele<br />

Bakunin, fondatore <strong>di</strong> logge tra i cavatori<br />

del Carrarese.<br />

Fino dalla caduta dei Borboni, la<br />

culla del socialismo meri<strong>di</strong>onale si<br />

riconosce nella Massoneria. Tra le<br />

più recenti analisi, condotte sui documenti<br />

polizieschi e <strong>di</strong> archivio,<br />

decisamente chiarificatrice è quella<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Gabrieli (Il socialismo<br />

nelle logge napoletane del 1867 in «<br />

Rivista Massonica », maggio 1978,<br />

pp. 167-172). Oltre alla Loggia (mai<br />

demolita) I figli <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> (presieduta<br />

da Mariano Maresca) ne esisteva<br />

una altra intitolata ad<strong>di</strong>rittura I<br />

figli <strong>di</strong> Masaniello. Se peraltro si riflette<br />

sul titolo <strong>di</strong>stintivo della Loggia<br />

siciliana (anch’essa oggi fiorente)<br />

<strong>La</strong> Vita Nuova, non si torna<br />

solo a Napoli ed alla « Massoneria<br />

popolare » <strong>di</strong> Saverio Friscia, l’ « internazionalista<br />

» <strong>di</strong>ssidente da Mazzini.<br />

Omonima iniziativa era stata,<br />

durante il Risorgimento, la società<br />

rivoluzionaria ed insieme <strong>di</strong> formazione<br />

morale per il popolo, approvata<br />

e promossa dal Mazzini (33° del<br />

Supremo Consiglio - Grande Oriente<br />

<strong>di</strong> Palermo) ed a quelle Logge Operaie<br />

liguri cui egli si rivolgeva sempre<br />

con commozione, ricordando<br />

quante volte i fratelli (artigiani e scaricatori)<br />

gli avessero salvata la vita.<br />

109


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Ma, invece <strong>di</strong> ricordare il mio<br />

Mazzini uomo universale (Roma,<br />

1972), preferisco ancora scorrere la<br />

stampa recentissima. Autentico tono<br />

universalizzante assume la rievocazione<br />

<strong>di</strong> Ugo Bistoni, che tocca<br />

anche, tra gli altri, il Bakunin (Socialismo<br />

e Massoneria nelle origini del<br />

movimento operaio perugino in «<br />

Cronache Umbre », maggio - giugno<br />

1978, pp. 94-101). Mentre il potere<br />

dall’alto continuava a considerare le<br />

prime organizzazioni sindacali come<br />

« associazioni a delinquere », salvo a<br />

vedere spesso liberi i rei, per il galantonismo<br />

ed il buon senso dei giu<strong>di</strong>ci,<br />

non ci si può rendere conto delle<br />

polemiche sulla crisi mazziniana e<br />

della contemp oranea pervicace identità<br />

tra mazzinianesimo e repubblicanesimo<br />

popolare su base « settaria<br />

».<br />

Ne danno conferma i processi agli<br />

operai liberi muratori arrestati per<br />

cospirazione sociale e più fortunati<br />

comunque dei loro <strong>di</strong>ecimila fratelli<br />

massacrati dai governativi « dopo<br />

che le Logge parigine decisero <strong>di</strong><br />

stare dalla <strong>parte</strong> dei Comunar<strong>di</strong> e<br />

combattere per la causa del popolo ».<br />

Bistoni ci riconduce a leggere<br />

l’Appen<strong>di</strong>ce del libro <strong>di</strong> Raffaele<br />

Mascolo (Come vi<strong>di</strong> una battaglia,<br />

p. 225) per capire quanto valore <strong>di</strong><br />

storia e quanta poliedricità <strong>di</strong> problemi<br />

contenga il libro: una vera apertura<br />

d’interrogativi come <strong>di</strong> orizzonti.<br />

Un libro nel quale la <strong>di</strong>scussione<br />

critica, non la <strong>di</strong>ssacrazione, la<br />

volontà <strong>di</strong> spianare la strada ad altri,<br />

non la pretesa <strong>di</strong> conchiudere, confermano<br />

un valore umano, in<strong>di</strong>viduale<br />

e <strong>di</strong> massa, in una <strong>di</strong>alettica <strong>di</strong><br />

portata né esaurita né ancora calcolabile.<br />

CARLO GENTILE<br />

110<br />

Erminio PAOLETTA: L’avventura<br />

della statua <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a dall’arrivo<br />

dei Dardani alle sovrapposizioni<br />

bizantine. Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata.<br />

<strong>La</strong>urenziana, Napoli, a cura <strong>di</strong><br />

Luigi Mancino, pp. 140 con cop.<br />

Capaldo e varie Tavv. ff. tt.,<br />

1978.<br />

Chiaro nella cura strutturale e<br />

della veste, questo libro contiene notevole<br />

esempio del contributo che la<br />

filologia può dare alla storia delle religioni,<br />

anche ove si parta dalla profilazione<br />

specifica ambientale. Il fatto<br />

che la Provincia, il Sub-<br />

Appennino ed Acca<strong>di</strong>a in ispece, la<br />

Terra dai « monti, torrenti e borghi<br />

dolcemente degradanti verso prode<br />

lontane », abbiano ospitato l’antichità<br />

civile in corso pro<strong>di</strong>gioso <strong>di</strong> storia,<br />

riveste <strong>di</strong> per sé valore essenziale.<br />

Una componente <strong>di</strong> poesia ed<br />

una <strong>di</strong> meravigliosa scoperta qualificano<br />

l’opera già materiata, per lungo<br />

e amoroso sacrificio dell’autore, <strong>di</strong><br />

una eru<strong>di</strong>zione impressionante. Essa,<br />

che pure testimonia, da <strong>parte</strong> <strong>di</strong> Erminio<br />

Paoletta, una fatica<br />

d’incalcolabile portata, ma anche il<br />

successo dovuto alla sua tenacia, può<br />

stupire il lettore, non mai fuorviarlo<br />

dall’itinerario del libro. L’autore ha<br />

tracciato, ricostruendo sulla base <strong>di</strong><br />

un reperto archeologico, la statua «<br />

parlante » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, e, servendosi<br />

della padronanza delle lingue classiche,<br />

ne ha compiuto la ricostruzione<br />

più chiara ed esauriente.<br />

<strong>La</strong> « statua » <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, se convenzionalmente<br />

si vuole chiamare<br />

così, è un documento della sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> varie culture « in una<br />

trama fittissima <strong>di</strong> sbia<strong>di</strong>te e sovrapposte<br />

figure o iscrizioni, varie


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

per grandezza, caratteri, lingua, situazione<br />

e culto, e abbraccianti lo<br />

arco d’un millennio e più » (p. 9).<br />

Pure se non tutto è stato possibile<br />

decifrare, basterebbe fermarsi alla<br />

elencazione analitica delle figure e<br />

delle iscrizioni ricostruite sulla scorta<br />

dell’acuto impiego dell’esperienza<br />

linguistica, per comprendere che non<br />

si tratta <strong>di</strong> una « Storia ». <strong>La</strong> storia<br />

delle genti <strong>di</strong>verse che si sono succedute<br />

nel Subappennino, proveniendo<br />

dal ceppo <strong>di</strong> Dardano e dei<br />

Peoni. Si tratta <strong>di</strong> « due popolazioni<br />

procedenti o coabitanti insieme nel<br />

corso delle varie migrazioni e dei vari<br />

stanziamenti.Contigue e alleate ce<br />

le testimonia Omero nella Penisola<br />

Anatolica; contigue ce le presentano<br />

le carte geografiche e tanti autori, fra<br />

cui Solino che li considera <strong>di</strong> origine<br />

Troiana, nella penisola Balcanica;<br />

vicine le ritroviamo, ora anche in<br />

Italia: perché mentre noi siamo convinti<br />

<strong>di</strong> aver in<strong>di</strong>viduato i Dardani e<br />

la città <strong>di</strong> Dardanon, verso l’interno<br />

della Daunia, nella zona <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a,<br />

il Ferri dall’amoroso stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> varie<br />

migliaia <strong>di</strong> stele sipontine è arrivato<br />

a ravvisare i Peoni in una popolazione<br />

protostorica situata lungo il mare<br />

della Daunia » (p. 51).<br />

Ricollegando pazientemente nomi <strong>di</strong><br />

località, ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>alettali, tracce iconografiche<br />

ecc., il Paoletta ha realizzato<br />

una vera e propria geografia retrospettiva<br />

del Sub-Appennino e nello<br />

stesso tempo ha rifatto la immagine<br />

della realtà ancestrale che sovrasta,<br />

come per magica visione oltre il<br />

tempo, alle genti della sua terra. A<br />

questo punto l’etnologia potrebbe<br />

rappresentare il punto <strong>di</strong> sbocco<br />

dell’opera, ma il libro va ol-<br />

tre, essendo imperniato tutto il <strong>di</strong>scorso,<br />

sulle analogie simboliche.<br />

<strong>La</strong> stessa filologia antica è <strong>di</strong> natura<br />

simbolica. Il senso della parola<br />

espressa aveva un significato assai<br />

più pregnante del linguaggio tecnologico<br />

contemporaneo. A questa<br />

considerazione si deve aggiungere la<br />

tendenza a raffigurare, a rendere plastici<br />

i simboli, me<strong>di</strong>ante la materia<br />

che ha dominato i millenni per il suo<br />

valore insostituibile: la pietra. Da<br />

ciò la importanza <strong>di</strong> « statue » che<br />

non sono esattamente tali (è il caso<br />

<strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a), <strong>di</strong> idoli apparenti che<br />

nascondono <strong>di</strong>scorsi complessi, <strong>di</strong><br />

una sostanziale <strong>di</strong>sposizione da <strong>parte</strong><br />

<strong>di</strong> categorie specializzate, a raccogliere<br />

e a tramandare per immagini,<br />

le tra<strong>di</strong>zioni, la normativa, le credenze,<br />

fino alla formazione <strong>di</strong> una filologia<br />

ch’era in effetti filosofia, ossia<br />

il gergo degli Iniziati.<br />

Tale concezione emergente dalla<br />

storia dei simboli e sconfinante <strong>di</strong><br />

necessità nella componente emo tiva<br />

e corale della religione, non è certo<br />

la base <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Paoletta, ma ne costituisce, attraverso<br />

interessanti intuizioni, il più valido<br />

punto <strong>di</strong> arrivo. Basti pensare alle<br />

analogie spontanee delle tra<strong>di</strong>zioni<br />

antichissime con i culti cristiani.<br />

Nella varietà delle personificazioni e<br />

nella venerazione particolare <strong>di</strong> alcuni<br />

luoghi, essi continuarono, in<br />

veste <strong>di</strong>versa, tutta l’idolatria pagana,<br />

le costumanze dei santuari e dei<br />

pellegrinaggi, la credenza nei poteri<br />

taumaturgici <strong>di</strong> personalità leggendarie<br />

intoccabili <strong>di</strong>nanzi al popolo<br />

delle campagne. Lo stu<strong>di</strong>o critico<br />

delle religioni comparate, avviato<br />

111


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

dal naturalismo <strong>di</strong> Hume nella storia<br />

delle religioni, ripreso dal Dupois<br />

nel secolo XVIII avanzato, scientificamente<br />

condotto dalla etnologia<br />

contemporanea, fino ad investire —<br />

attraverso la mitologia — l’area della<br />

psicanalisi (Kereny, Jung ecc.), ha<br />

avuto in Italia, già nel preilluminismo,<br />

la sua fondazione culturale<br />

ad opera <strong>di</strong> Pietro Giannone.<br />

Va da sé che il processo etnicoreligioso<br />

<strong>di</strong> sovrapposizione e <strong>di</strong> deformazione,<br />

eufemisticamente considerato<br />

sublimante, segnò le tappe<br />

del trionfo del Cristianesimo istituzionalizzato,<br />

affrettando<br />

l’asservimento delle plebi al potere<br />

ecclesiastico e feudale. Esso largamente<br />

si spiega in zone dominate per<br />

secoli e chiuse ad un interscambio<br />

culturale che l’antichità invece aveva<br />

aperto con le esigenze migratorie.<br />

Una volta esteriorizzato e fermo, il<br />

<strong>di</strong>scorso degl’iniziati orfici — (che il<br />

Paoletta ha bene posto in evidenza<br />

attraverso il confronto con le lamine<br />

d’oro, quasi tutte scomparse per la<br />

violazione delle tombe) — restò certo<br />

ai più incomprensibile <strong>La</strong> sua essenza,<br />

dopo il IV secolo, si trasfuse<br />

forse nella più intensa ricerca della<br />

interiorità dell’in<strong>di</strong>viduo, nel Cristianesimo<br />

« ereticale ». Malgrado<br />

tale processo <strong>di</strong> deterioramento, i<br />

punti <strong>di</strong> base della indagine<br />

dell’autore <strong>di</strong>ventano chiari e pregnanti<br />

<strong>di</strong> profonda simbologia,<br />

quando si rivelano al ricercatore, nel<br />

culto della Grande Madre, proprio<br />

dei Peoni e dei Dardani, sia pure velato<br />

dalle più <strong>di</strong>verse figurazioni.<br />

Qui si fanno avanti i misteri dei grafflti<br />

della « statua », le ambivalenze<br />

sessuali dell’Ercole Sabazio acca<strong>di</strong>ese,<br />

la cui polivalenza ses-<br />

112<br />

suale ricorda secondo me, il Baphomet<br />

templario ossia la immagine della<br />

Natura (fig. 9) (1). D’altra <strong>parte</strong>,<br />

la esigenza <strong>di</strong> sdoppiamento<br />

dell’antica unità primigenia — acutamente<br />

evidenziata da Erminio Paoletta<br />

— ha dato origine alle figure <strong>di</strong><br />

Attis con tutto il corteggio <strong>di</strong> similari<br />

potenze strappate al primo r<strong>di</strong>ale<br />

mistero ed espresse in forme a se<br />

stanti. <strong>La</strong> sintesi <strong>di</strong> questo processo a<br />

me sembra chiara nelle due facce<br />

umane (o animali) poste l’una a rovescio<br />

dell’altra nel teschio del Signum<br />

(flg. 10). <strong>La</strong> Tavola del Cerbero<br />

peonio ricorda poi il Guar<strong>di</strong>ano<br />

della Soglia che <strong>di</strong>fendeva i misteri<br />

della Natura (fig. 7); onde pochi —<br />

<strong>di</strong>sse Giordano Bruno — sono i privilegiati<br />

capaci <strong>di</strong> avere scorto la Diana<br />

Ignuda, senza essere finiti nelle<br />

fauci dei suoi cani: Anche il Pavone<br />

<strong>di</strong> quei lontanissimi migratori, è<br />

chiaramente un simbolo <strong>di</strong> conoscenza.<br />

Perfino l’Uovo, invocato nei canti<br />

popolari ancora in uso (p. 78, nota)<br />

nell’approssimarsi della Pasqua, è la<br />

sintesi cosmica della Vita che, accanto<br />

a Leda, rientra nella decorazione<br />

dei vasi greco-italici, come ha<br />

<strong>di</strong>mostrato Giacomo Catinella, illustrando<br />

alcuni decenni fa, un esemplare<br />

ermetico del Museo <strong>di</strong> Bari. <strong>La</strong><br />

influenza della Magna Grecia sulle<br />

primitive credenze dei popoli immigrati<br />

nel Sub-Appennino è stata ancora<br />

giustamente evidenziata dal Paoletta,<br />

a proposito del culto <strong>di</strong> Bacco<br />

(p. 68 e passim).Ma l’autore è riuscito<br />

particolarmente felice nel cogliere<br />

tutte le varianti possibili della religione<br />

materna: dalla « roccia sacra »<br />

(trapassata poi a cornice <strong>di</strong> apparizioni<br />

della Vergine, ma


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

sostanzialmente ripetente l’idea<br />

dell’alvo materno) al nome stesso <strong>di</strong><br />

Acca<strong>di</strong>a (p. 64 e 93 e segg.); dal<br />

pantheon delle dee e semidee femminili<br />

presto assimilate dai Romani<br />

(p. 74) al culto della capra, alla intersecazione<br />

<strong>di</strong> elementi animali ed<br />

umani nel segreto vivente della crescita<br />

(p. 33). Ritengo qui doveroso<br />

ricordare gli stu<strong>di</strong> — non completamente<br />

e<strong>di</strong>ti — <strong>di</strong> Guido Di Nardo da<br />

<strong>La</strong>nuvjo: non solo a proposito della<br />

Juno Caprotina (variante della lupa<br />

materna), ma anche in merito alla<br />

Lingua Universale (simbolica) da lui<br />

documentata risalendo ai caratteri<br />

cuneiformi e scendendo gradualmente<br />

a Roma, centro (omphalos) del<br />

mondo me<strong>di</strong>terraneo.<br />

<strong>La</strong> religione materna è effettivamente<br />

una realtà storica che si alterna,<br />

ora in simbiosi, ora in lotta,<br />

con il culto maschile. AI dualismo<br />

del Dio maschio e femmina. ha de<strong>di</strong>cato<br />

recentemente un libro prefato<br />

da p. Giovanni Mannucci e pubblicato<br />

dalla Libreria E<strong>di</strong>trice Fiorentina,<br />

il prof. Mario Bacchiega (Dio padre<br />

o Dea madre?). Infine, il punto più<br />

significativo <strong>di</strong> questa bellissima indagine<br />

del Paoletta, che gli abbeverati<br />

alla sorgente <strong>di</strong> Mnemosine possono<br />

intendere senza troppa fatica<br />

nel suo autentico significato, è la<br />

constatazione <strong>di</strong> come tutta la <strong>di</strong>alettica<br />

della vita emanante dal fondo<br />

primigenio si risolva nella vali<strong>di</strong>tà<br />

inesauribile della Pietra. <strong>La</strong> Pietra in<br />

quanto vita s’intende, ossia il simb olo<br />

dell’animazione universale, della<br />

condensazione e sprigionamento <strong>di</strong><br />

energie, per l’atto della Intelligenza<br />

illuminante (gnosticamente materna,<br />

Nostra Signora lo Spirito, la Rivelazione).<br />

Idonee riescono le illustrazioni,<br />

una notissima (fig. 11) del mosaico<br />

tombale conservato nel Museo <strong>di</strong><br />

Napoli e l’altra meno conosciuta<br />

(fig. 12) del Bosco Bolano. Nella<br />

prima, sulla ruota (il Samsara delle<br />

reincarnazioni), attraverso la vittoria<br />

dell’iniziato sulla morte, si erge la<br />

Squadra (Giustizia, Rettitu<strong>di</strong>ne,<br />

Legge, mutuata all’Or<strong>di</strong>ne della Natura).<br />

Più significativo ancora è<br />

l’Archipenzolo (<strong>di</strong> analoga ispirazione<br />

con il filo a piombo) ed accanto<br />

la Squadra da muratore (a braccia<br />

uguali) con la Vanga (o la Pala<br />

dell’Ulisse con viviale <strong>di</strong> Pascoli) e<br />

la Cazzuola, nella seconda illustrazione.<br />

<strong>La</strong> ricchezza dei contributi storico-filologici<br />

dell’opera <strong>di</strong> Erminio<br />

Paoletta incarna, per la Daunia e per<br />

la Cultura, autentici valori <strong>di</strong> rivelazione.<br />

CARLO GENTILE<br />

Mario SIMONE: Una vita per la cultura.<br />

Introduzione e scelta <strong>di</strong><br />

scritti a cura <strong>di</strong> Angelo CELUZZA.<br />

Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />

Capitanata, <strong>Foggia</strong>, <strong>1977</strong>. Quaderni<br />

<strong>di</strong> Capitanata, nuova serie,<br />

2, a cura <strong>di</strong> Luigi Mancino.<br />

Questo elegante libro, corredato<br />

<strong>di</strong> storiche illustrazioni, è insieme un<br />

atto d’amore ed un contributo culturale.<br />

Prende lo spunto da qualche «<br />

paginetta <strong>di</strong> appunti » per irra<strong>di</strong>are<br />

nuova luce sul nostro vecchio Amico<br />

del quale l’autore — insieme a notizie<br />

esaurienti e precise — fornisce<br />

un ritratto tutto <strong>di</strong> poesia: « Nel corso<br />

<strong>di</strong> circa quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> amicizia<br />

113


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

e <strong>di</strong> comune lavoro, rinsaldata da<br />

non infrequenti scontri e baruffe,<br />

dovuti il più delle volte<br />

all’atteggiamento volutamente provocatorio<br />

che gli piaceva assumere;<br />

il cui segno premonitore era sempre<br />

la sistemazione a sghimbescio del<br />

cappello, ho imparato ad amare ed<br />

apprezzare un uomo <strong>di</strong>fficile, ma anche<br />

umanissimo e, specie negli ultimi<br />

anni, dolce » (p. 7). Cosa potrei<br />

aggiungere io che sono stato per così<br />

<strong>di</strong>re tenuto a battesimo da quel puntiglioso<br />

e fine avvocato, il quale si<br />

muoveva in continuazione tra le<br />

immagini <strong>di</strong> Mazzini e <strong>di</strong> Enrico<br />

Ferri, il ritratto della Mamma e un<br />

paesaggio sipontino <strong>di</strong> Alfredo Petrucci,<br />

ed aveva la passione e<strong>di</strong>toriale<br />

nel sangue, insieme al vecchio repubblicanesimo<br />

attinto a Manfredonia<br />

e rafforzato a Roma alla scuola<br />

<strong>di</strong> Giovanni Conti? A lui pensavo<br />

quando sentii la mano <strong>di</strong> Giulio Andrea<br />

Belloni stringere la mia (che un<br />

poco tremava, per la verità) nella Sala<br />

Ghisleri <strong>di</strong> Via dei Prefetti. Era<br />

l’ora de L’idea Repubblicana, dalle<br />

cui colonne, in nome dei contenuti<br />

risorgimentali concreti e per il rinnovamento<br />

sociale del Partito, Giulio<br />

Andrea opponeva il lavoro al «<br />

ricatto del nane ». Fu Mario a presentarmi<br />

a Tommaso Fiore, prima<br />

con le mie paginette ricciar<strong>di</strong>ane, poi<br />

<strong>di</strong> persona e d’allora <strong>di</strong>venni anch’io<br />

un « formicone <strong>di</strong> Puglia ». Eravamo<br />

stati, malgrado una certa <strong>di</strong>fferenza<br />

d’età, sempre laici, repubblicani e<br />

patriottar<strong>di</strong> (D’Annunzio come maestro<br />

e profeta). Naturalmente continuammo<br />

più o meno a sognare insieme<br />

(e a litigare qualche volta).<br />

Dopo, negli ultimi anni, ci ritrovavamo<br />

a Manfredonia a contemplare<br />

il ritratto dalla cornice ottocentesca<br />

dorata <strong>di</strong> « Don Antonio » cui è inti-<br />

114<br />

tolato il Centro della <strong>Biblioteca</strong>.<br />

Questo libro è la rassegna vivida,<br />

organica ed agile, <strong>di</strong> una fosforescenza<br />

del ramo pubblicis tico,<br />

alimentata all’esempio <strong>di</strong> Angelo<br />

Fortunato Formiggini.<strong>La</strong> poliedrica<br />

profilazione delle raccolte, la intelligente<br />

articolazione classificatrice, la<br />

promozione della cultura popolare,<br />

l’ingresso e<strong>di</strong>toriale che ha fatto storia,<br />

nel Diritto, nel Giornalismo, nella<br />

Musica, dai depliant al quaderno,<br />

dal manifesto al volume, molto del<br />

Formiggini effettivamente ricordano.<br />

<strong>La</strong> stessa amarezza <strong>di</strong> Mario forse<br />

affonda le ra<strong>di</strong>ci nella previsione che<br />

la sua luci<strong>di</strong>tà intuitiva dovette avere,<br />

della terribile fine dell’E<strong>di</strong>tore,<br />

massone e israelita, lanciatosi nel<br />

vuoto, protesta vivente, gridando<br />

Italia!: la parola « sacra » della setta<br />

Adelphia.<br />

Ma questa non è una malinconia,<br />

è un’antologia brillante <strong>di</strong> scritti, variata<br />

<strong>di</strong> finezza e <strong>di</strong> cultura, rappresentativa<br />

insomma della versatilità <strong>di</strong><br />

quell’animo che si era raffinato vicino<br />

a Riccardo Ricciar<strong>di</strong>, ad Alfredo<br />

Luciani, a Giovanni <strong>La</strong>terza, che<br />

amava sopra tutto il popolo e intendeva<br />

preparare gli strumenti del libero<br />

giu<strong>di</strong>zio per chi si sarebbe votato<br />

ad educano.<br />

E’ lì la considerazione esatta, la<br />

<strong>di</strong>agnosi più convincente stilata da<br />

Angelo Celuzza. Egli ha aperto<br />

l’antologia postuma con l’immancabile<br />

slancio romantico del dannunzianesimo<br />

<strong>di</strong> Mario studente <strong>di</strong> liceo<br />

sul punto <strong>di</strong> scappare <strong>di</strong> casa per andare<br />

a Fiume e l’ha conchiusa con il<br />

Promemoria agl’intellettuali Dauni


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

suonante ancora così: « Una volta si<br />

poteva scegliere un partito secondo<br />

le utilità personali da esso offerte<br />

senza molto arrossire<br />

dell’opportunismo che sacrificava la<br />

coscienza, ed era un suici<strong>di</strong>o morale<br />

ed un delitto <strong>di</strong> lesa Patria. Oggi<br />

questo delitto sarebbe anche <strong>di</strong> lesa<br />

umanità, perché dal sangue dei popoli<br />

<strong>di</strong> Europa sorge una civiltà nuova<br />

alla quale l’Italia deve dare un altro<br />

contributo ».<br />

CARLO GENTILE<br />

Felice MOLINARIO: <strong>La</strong> rivoluzione<br />

proletaria <strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />

E<strong>di</strong>trice Italia Letteraria,<br />

Milano, giugno 1976, pagine<br />

208, 30 illustrazioni fuori testo,<br />

lire 4.000.<br />

Già la sola lettura semiologica<br />

della copertina e del titolo del presente<br />

saggio, che Felice Molinanio<br />

de<strong>di</strong>ca ad una attualizzazione della<br />

vita e dell’attività poetica e pedagogica<br />

<strong>di</strong> Pietro Paolo Parzanese,<br />

una delle glorie della cultura risorgimentale<br />

e romantica del Sud-Italia,<br />

giova alla giustificazione <strong>di</strong> quella<br />

affermazione <strong>di</strong> Edgar Monin, che è<br />

<strong>di</strong>ventata anche lo slogan della teologia<br />

della liberazione e della teologia<br />

politica: « Dopo essere stato la<br />

giustificazione sacralizzata della società<br />

borghese, il cristianesimo ne è<br />

<strong>di</strong>ventato, in questi ultimi tempi, il<br />

segno ed il catalizzatore della sua ineluttabile<br />

fine ». Si sa bene,<br />

d’altronde che, dopo le chiare intuizioni<br />

<strong>di</strong> papa Giovanni, secondo cui,<br />

il Concilio Vaticano Il avrebbe dovuto<br />

segnare la fine del cristianesi-<br />

simo costantinista e sociologico, la<br />

teologia (ed, anche se lentamente, la<br />

stessa prassi dei credenti) sta mettendo<br />

bene in rilievo come (almeno<br />

per la situazione italiana) non si può<br />

fare una teologia della rivoluzione e<br />

della liberazione se prima non si fa<br />

una rivoluzione e liberazione della<br />

teologia.<br />

Ed il presente saggio <strong>di</strong> Felice<br />

Molinanio, un giovane prete teologo<br />

e ricercatore, mi ha dato la conferma<br />

<strong>di</strong> quanto benefico sia, per la società<br />

civile e per la storia del cristianesimo<br />

del secolo XX, questo intenso e<br />

vigile e <strong>di</strong>ligente <strong>di</strong>alogo, che egli, in<br />

sintonia con ben più poderosi e fervi<strong>di</strong><br />

fermenti culturali, ha voluto intessere<br />

tra teologia e letteratura, fra<br />

filosofia e scienze umane, fra critica<br />

letteraria e marxismo strutturalista e<br />

I-evisionista. Se qualcuno vuole avere<br />

una conferma <strong>di</strong> quella che oggi<br />

viene chiamata la « <strong>di</strong>versità dei<br />

marxismi » deve tenere presente anche<br />

l’apporto che questo giovane<br />

stu<strong>di</strong>oso, sulle orme <strong>di</strong> Ga raudy,<br />

Schafft, Lukàcs, Bloch, Marcuse ed<br />

Horkheimer, ha voluto dare nel presente<br />

<strong>di</strong>battito, che in questi mesi<br />

ferve, con incandescenza polemica,<br />

in Italia. Felice Molinario non parla<br />

specificamente del marxismo, anche<br />

se si riferisce, con ridondanza <strong>di</strong> citazioni<br />

bibliografiche, alla continua<br />

e benefica osmosi, che il processo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> reciproca chiarificazione<br />

fra marxismo revisionista e cristianesimo<br />

sta apportando anche alla stessa<br />

storia politica italiana. E tuttavia,<br />

in un colloquio <strong>di</strong> chiarificazione<br />

che ho avuto con lui, in questi giorni,<br />

qui, a Bonn, dove io lavoro da<br />

anni nelle comunità <strong>di</strong> emigrati italiani<br />

e spagnoli e dove esperimento<br />

quoti<strong>di</strong>anamente la bontà del metodo<br />

115


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

Freire, del quale pure parla nel suo<br />

libro, egli mi ha riferito che ha la<br />

chiara consapevolezza che Marx ha<br />

fatto il suo libro allo stesso mo do<br />

come la tra<strong>di</strong>zione biblica, ereticale<br />

ed anticlericale dei secoli scorsi ha<br />

fatto K. Marx ed il movimento marxista.<br />

Ed è in questa luce che si giustifica<br />

allora il titolo della collana <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> e ricerche per una cultura meri<strong>di</strong>onalistica<br />

alternativa, nella quale<br />

egli ha inserito il suo saggio e con la<br />

quale intende portare avanti una serie<br />

<strong>di</strong> problematiche della controcultura<br />

o della cultura analfabeta,<br />

che finora non ha mai potuto avere<br />

spazio nella politica e<strong>di</strong>toriale e culturale<br />

della tragica, ma non <strong>di</strong>sperata<br />

realtà italiana <strong>di</strong> questi anni. Felice<br />

Molinario è convinto che quando<br />

l’oppio <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>namite, quando,<br />

cioè, i poveri, i terzi mon<strong>di</strong>, gli emarginati,<br />

gli esiliati politici, le donne,<br />

i giovani si appropriano della carica<br />

e dei contenuti autenticamente<br />

umani e rivoluzionari della speranza<br />

e della operosità cristiana, allora, ci<br />

può essere anche possibilità e spazio,<br />

non tanto per la sussistenza e la incidenza<br />

della religione, ma soprattutto<br />

per una nuova forma o modulo culturale,<br />

che mentre recupera i valori<br />

ed i dati della tra<strong>di</strong>zione secolare e<br />

biblica, nello stesso tempo si arricchisce<br />

con l’apporto e la concretizzazione<br />

pratica <strong>di</strong> nuovi elementi<br />

o dati culturali. Il filone del<br />

marxismo revisionista, che il Molinano<br />

ha mutuato da recenti stu<strong>di</strong> e<br />

convegni e prese <strong>di</strong> posizione della<br />

intelligenthia italiana, la più benemerita<br />

ed aggiornata (ad esempio<br />

don Italo Mancini, padre Ernesto<br />

Balducci, don Giulio Girar<strong>di</strong>, Lucio<br />

Lombardo Ra<strong>di</strong>ce, Pietro Prini, ecc.)<br />

116<br />

oggi dunque può fare riscoprire degli<br />

indubbi valori nella tra<strong>di</strong>zionale<br />

prassi o cultura italiana. Molinario<br />

applica ad esempio questo principio<br />

al caso del Parzanese, un poeta minore<br />

dell’800 romantico italiano. Su<br />

questo poeta la critica letteraria più<br />

accre<strong>di</strong>tata ha detto delle bellis sime<br />

verità: poeta del villaggio (F. De<br />

Sanctis), poeta popolare (B. Croce).<br />

Ma il Molinario <strong>di</strong>ce che oggi non ci<br />

si può più fermare a queste interpretazioni<br />

congelate nel vicolo cieco <strong>di</strong><br />

uno schematismo ideologico <strong>di</strong> altri<br />

tempi. Non che queste interpretazioni<br />

non siano esatte e vere. Ma, anzi,<br />

proprio perché esatte e vere esse<br />

debbono essere oggi ampliate, attualizzate,<br />

reinterpretate alla luce <strong>di</strong><br />

nuove istanze pedagogico-culturali e<br />

soprattutto in base alla revisione della<br />

critica marxista e gramsciana alla<br />

pratica ed al ruolo della religione<br />

nella società contemp oranea.<br />

E nello stesso tempo vorrei <strong>di</strong>re<br />

che non è solo questo il merito e<br />

l’apporto che il saggio del Molinario<br />

vuole dare alla cultura italiana. Egli<br />

non intende solo <strong>di</strong>alogare con il<br />

marxismo: anzi quello del « supplemento<br />

d’animo » al marxismo resta,<br />

mi sembra, un apporto marginale,<br />

dal momento che egli, citando continuamente<br />

la ricca e documentatissima<br />

bibliografia al riguardo, dà per<br />

scontato ed acquisito una siffatta tematica,<br />

almeno per gli ambienti delle<br />

avanguar<strong>di</strong>e e dei gruppi <strong>di</strong> ricercatori<br />

che egli frequenta con assidua ed<br />

encomiabile costanza. Il tema del<br />

rapporto marxismo e cristianesimo<br />

viene qui lumeggiato alla luce della<br />

scienza dell’interpretazione, quale<br />

l’hanno resa, in questi ultimi anni<br />

Ricoeur, Heidegger, Gadamar, Ha-


______________________________________________________________________________________________RECENSIONI<br />

bermas ed Horkheimer e, più ancora,<br />

alla luce <strong>di</strong> una cosiddetta meto<strong>di</strong>ca<br />

dell’inter<strong>di</strong>sciplinarità, alla quale<br />

egli stesso sta lavorando con una serie<br />

<strong>di</strong> riflessioni e <strong>di</strong> iniziative culturali.In<br />

questo mo do il marxismo,<br />

nella misura in cui viene relativizzato,<br />

viene anche autenticato e, nello<br />

stesso, se così posso esprimermi,<br />

viene anche vanificato, nel senso che<br />

si riconosce che, nella misura in cui<br />

esso non sa dare spazio ad altre <strong>di</strong>mensioni<br />

che non siano quelle della<br />

economicità e della fatticità efficientistica<br />

e produttivistica, <strong>di</strong>venta un<br />

umanesimo <strong>di</strong>sumano. Ma si ba<strong>di</strong><br />

bene che la polemica del Molinario<br />

non è affatto rozza ed acida: anzi potrei<br />

<strong>di</strong>re che non è neppure esplicitata<br />

nella maniera in cui qualche altro<br />

avrebbe desiderato. Anzi si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re che egli resta molto compiacente<br />

e arrendevole nei riguar<strong>di</strong> del marxismo.<br />

Fa sue, ad esempio, le parole<br />

che un altro prete, spagnolo Dome<br />

me, ha rivolto alle masse dei giovani<br />

italiani, nelle sue vibranti conferenze<br />

alla pro civitate christiana <strong>di</strong> Assisi;<br />

parla cioè della rivelazione e degli<br />

stimoli che José Maria Go nzales-<br />

Ruiz gli ha dato per una scoperta<br />

nuova del marxismo, quando egli<br />

stesso ha confessato: « Io sono <strong>di</strong>ventato<br />

più cristiano il giorno in cui<br />

ho scoperto e letto Karl Marx ».<br />

<strong>La</strong> vanificazione del marxismo e<br />

(per esso) <strong>di</strong> ogni ideologia sta nel<br />

fatto che egli mette in evidenza che<br />

all’analisi epistemologica delle modalità<br />

e della relatività e provvis orietà<br />

della conoscenza umana risulta<br />

che è <strong>di</strong>sumana ed insostenibile<br />

quella teoria o quella ideologia che<br />

si ponga come unica ed assoluta ga-<br />

rante della verità <strong>di</strong> una ipotesi o<br />

proposta etica. Per questo il Molinario<br />

parla <strong>di</strong> pluralismo, <strong>di</strong> sinfonismo<br />

della verità, <strong>di</strong> relatività e <strong>di</strong> apofaticità<br />

del linguaggio umano.<br />

<strong>La</strong> struttura del suo <strong>di</strong>scorso,<br />

dunque, pur nella settorialità delle<br />

tre sezioni del suo libro, è unitaria ed<br />

ispirata da questa mozione <strong>di</strong> principio:<br />

se è vero che il senso della vita<br />

sta nell’agire e nel capire che non ha<br />

senso <strong>di</strong>re che la vita non ha senso e<br />

che se la vita <strong>di</strong> ogni uomo ha un<br />

senso « chi lotta e soffre su <strong>di</strong> una<br />

zolla <strong>di</strong> terra, lotta e soffre su tutta la<br />

terra » (Nikos Kazantzakis).<br />

Inoltre, un altro degli elementi <strong>di</strong><br />

compiacimento per il presente lavoro,<br />

sta nel fatto che il Molinario ha<br />

messo in risalto, grazie alla critica<br />

letteraria <strong>di</strong> stampo gramsciano e <strong>di</strong><br />

ispirazione populista, che Parzanese<br />

oggi deve essere conosciuto, non solo<br />

perché egli resta l’autore <strong>di</strong> leziose<br />

e serene poesiole per educare il<br />

popolo a miti sentimenti, ma soprattutto<br />

perché egli può essere letto in<br />

chiave marxista e materialista non<br />

più come il patetico addormentatore<br />

delle coscienze (sic Francesco e Flora),<br />

ma come il don Milani o il Paulo<br />

Freire dell’Italia meri<strong>di</strong>onale del secolo<br />

XIX.<br />

Se Ernst Bloc ha scritto che « ogni<br />

uomo che ha delle aspirazioni<br />

vive nel futuro ed il Passato giunge<br />

solo più tar<strong>di</strong> ed il vero presente non<br />

è mai generalmente quasi ancora<br />

giunto » il Molinanio, grazie alla<br />

me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Hans Georg Gadamer,<br />

secondo cui « chi scrive e trasmette<br />

si crea egli stesso i propri contemp oranei<br />

» precisa che il merito e la bontà<br />

del metodo ermeneutico sta appunto<br />

nel fatto che, almeno, esso<br />

117


RECENSIONI______________________________________________________________________________________________<br />

mette bene in risalto il ruolo autobiografico<br />

e protagonistico che deve<br />

avere anche l’interprete o il lettore,<br />

in questo vasto processo <strong>di</strong> « circolarità<br />

ermeneutjca », che coincide,<br />

in fondo, con la storia cosmica. In<br />

questo senso è esatto ed anzi si pone<br />

come programma <strong>di</strong> vita questa asserzione<br />

che l’autore prende a prestito<br />

a Schleiermacher, l’iniziatore<br />

118<br />

della teoria ermeneutica: « Io stu<strong>di</strong>o<br />

e penetro con il pensiero la sua personalità<br />

per chiarire sempre meglio<br />

la mia ». Il nostro plauso compiaciuto<br />

al lavoro del Molinario deve essere,<br />

pertanto, nello stesso tempo anche<br />

un contributo che noi stessi vogliamo<br />

dare alla causa della liberazione<br />

e della promozione dell’Uomo.<br />

CARLOS DEL RIO<br />

la Capitanata<br />

Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

Direttore: dott. Angelo Celuzza, <strong>di</strong>rettore della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong><br />

Direttore responsabile: m 0 Mario Taronna<br />

Redazione: dott. Luigi Mancino<br />

Tipografia <strong>La</strong>urenziana - Napoli - Via Tribunali, 316<br />

Autorizzazioni del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 6 giugno 1962 e 16 aprile 1963<br />

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> al n. 150<br />

Questo fascicolo, finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>c. 1979

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