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in ca notiziario - INCA Lombardia

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TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB ROMA - SUPPLEMENTO AL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> N. 10/2004<br />

Quaderni<br />

NOTIZ<br />

IARIO<br />

SUPPLEMENTO AL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> N. 10/2004<br />

di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

<strong>INCA</strong><br />

LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />

di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

DISABILI E LAVORO<br />

una riflessione da aprire<br />

IN


IN<br />

CA SUPPLEMENTO<br />

NOTIZIARIO<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

AL N. 10/2004 DEL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong><br />

LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />

di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

DISABILI E LAVORO<br />

una riflessione da aprire


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

direttore responsabile<br />

Enrico Cardile<br />

redazione<br />

Sonia Cappelli<br />

Marco Padoan<br />

Via G. Paisiello 43<br />

00198 Roma<br />

Tel. (06) 855631<br />

Fax (06) 85352749<br />

E-mail:<br />

comuni<strong>ca</strong>zione-<strong>in</strong>formazione@<strong>in</strong><strong>ca</strong>.it<br />

proprietà e amm<strong>in</strong>istrazione<br />

Casa editrice Ediesse srl<br />

Via dei Frentani 4/a<br />

00185 Roma<br />

Tel. (06) 44870283/260<br />

Fax (06) 44870335<br />

abbonamenti<br />

annuo € 25,00 - estero € 50,00<br />

una copia € 4,00<br />

C/C post. n. 935015<br />

<strong>in</strong>testato a Ediesse srl<br />

Via dei Frentani 4/a - 00185 Roma,<br />

<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>ndo la <strong>ca</strong>usale<br />

di versamento «Notiziario In<strong>ca</strong>»<br />

Spedizione <strong>in</strong> abbonamento<br />

postale 45% comma 20/b art. 2,<br />

legge 662/1996 Filiale di Roma<br />

iscritto al n. 363/83 del Registro<br />

delle pubbli<strong>ca</strong>zioni periodiche<br />

del Tribunale di Roma<br />

il 22.12.1983<br />

Progetto grafico: Antonella Lupi<br />

Stampa: Tipografia O.GRA.RO. srl<br />

Vicolo dei Tabacchi, 1 - Roma<br />

CHIUSO IN TIPOGRAFIA<br />

IL 11 FEBBRAIO 2005<br />

Egregio Abbonato, ai sensi dell’art. 10 della<br />

legge n. 675/1996 La <strong>in</strong>formiamo che i Suoi<br />

dati sono conservati nel nostro archivio <strong>in</strong>formatico<br />

e saranno utilizzati dalla nostra società,<br />

nonché da enti e società esterne ad essa<br />

collegate, solo per l’<strong>in</strong>vio di materiale amm<strong>in</strong>istrativo,<br />

commerciale e promozionale derivante<br />

dalla ns. attività. La <strong>in</strong>formiamo <strong>in</strong>oltre<br />

che, ai sensi dell’art. 13 della Legge, Lei ha<br />

il diritto di conoscere, aggiornare, <strong>ca</strong>ncellare,<br />

rettifi<strong>ca</strong>re i Suoi dati o opporsi all’utilizzo degli<br />

stessi, se trattati <strong>in</strong> violazione della legge.<br />

Sommario<br />

LA PATOLOGIA DEL RACHIDE di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

◗ Relazioni 3<br />

◗ Presentazione di Lelia Della Torre 5<br />

◗ Epidemiologia nella popolazione generale e <strong>in</strong> particolare 11<br />

popolazioni lavorative di Enrico Occhip<strong>in</strong>ti<br />

◗ La valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa di Adalberto Ferioli 19<br />

◗ La tutela assicurativa. L<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>dirizzo dell’INAIL 37<br />

di M. Laura Caputo e Giuseppe Alì<br />

◗ Ruolo del medico di medic<strong>in</strong>a generale nell’accertamento 49<br />

delle patologie del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

di M. Concetta del Beato<br />

◗ Il ruolo del servizio PSAL (Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti 55<br />

di Lavoro) di Laura Bod<strong>in</strong>i<br />

◗ Le patologie del rachide nella dottr<strong>in</strong>a e nella giurisprudenza 57<br />

di Marco Bottazzi<br />

◗ Documentazione 77<br />

◗ Circolare INAIL n. 81/2000: Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico 79<br />

biomec<strong>ca</strong>nico/posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti.<br />

Modalità di trattazione delle pratiche<br />

◗ Circolare INAIL n. 25/2004: Malattie del rachide da 97<br />

sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di trattazione delle pratiche<br />

DISABILI E LAVORO: una riflessione da aprire 103<br />

◗ Presentazione di Lelia Della Torre 105<br />

◗ Interventi di: 109<br />

Cristiana Brambilla, Carla Nuccio, Nadja Polimeri,<br />

Mar<strong>in</strong>a Della Foglia, Fran<strong>ca</strong> Zoli, Maria Luisa Redaelli,<br />

Roberto Dighera, Valeria Rossi, Piero Pennati,<br />

Adalberto Ferioli, Corrado Mandreoli<br />

◗ Considerazioni conclusive di Lelia Della Torre 133<br />

Questo Quaderno è stato curato dai consulenti medici della <strong>Lombardia</strong>:<br />

Gian Piero Cass<strong>in</strong>a, Lelia Della Torre, Adalberto Ferioli, Roberta Malaberti,<br />

Mariaclara Guerrieri, Ferd<strong>in</strong>ando Brandi<br />

e per l’Ufficio Stampa <strong>INCA</strong> CGIL nazionale: Sonia Cappelli, Enrico Cardile


LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />

di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

■ RELAZIONI<br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA


PRESENTAZIONE<br />

di Lelia Della Torre (*)<br />

In passato la patologia del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale era trattata solo<br />

marg<strong>in</strong>almente nel corso universitario ed alla scuola di specialità di medic<strong>in</strong>a<br />

del lavoro. Sui testi di medic<strong>in</strong>a del lavoro del tempo venivano però<br />

già riportate le alterazioni osteoarticolari da particolari posture e movimenti<br />

ripetuti.<br />

Ad esempio Scipione Caccuri (Medic<strong>in</strong>a del Lavoro 2 edizione Napoli<br />

Idelson 1972) descrive «deviazioni scheletriche si hanno <strong>in</strong> alcune attività<br />

lavorative, e così nei mietitori, nei m<strong>in</strong>atori ecc... si hanno deviazioni della<br />

colonna vertebrale,... nelle operaie addette alla raccolta delle olive, nelle<br />

lavoratrici delle risaie, ecc... <strong>in</strong> seguito alla forte flessione del tronco si<br />

possono avere, con l’andare del tempo, alterazioni della colonna vertebrale<br />

che diventa quasi rigida, secondo Pieracc<strong>in</strong>i che ha denom<strong>in</strong>ato detta<br />

posizione “atteggiamento alla Millet” da quella assunta dalle spigolatrici<br />

nel celebre quadro del pittore francese».<br />

Sul Trattato di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro di Emilio Sartorelli Picc<strong>in</strong> Editore<br />

Padova 1981 nel <strong>ca</strong>pitolo «Le osteo-artropatie da lavoro» Scotti P. G. e<br />

Monti G. affermano: «Le osteoartropatie da lavoro possono <strong>in</strong>sorgere<br />

prati<strong>ca</strong>mente a qualsiasi livello dell’apparato osteoarticolare e <strong>in</strong>teressare<br />

ogni componente sia s<strong>in</strong>golarmente che <strong>in</strong> associazione con altri. È chiaro<br />

che, essendo una patologia degenerativa da sovrac<strong>ca</strong>rico funzionale, i distretti<br />

più colpiti saranno quelli maggiormente sollecitati ... tutte le volte<br />

che una posizione diversa dalla normale stazione eretta viene assunta e<br />

mantenuta nel tempo, col semplice <strong>ca</strong>rico del peso corporeo, si può avere<br />

una rachialgia che si manifesta con una gamma di variabilità che si estende<br />

dal semplice fastidio da contrattura muscolare alla violenta rachialgia da<br />

distorsione vertebrale. Se alla posizione aggiungiamo un <strong>ca</strong>rico, il fenomeno<br />

distorsivo e distrattivo diventa più importante ed il dolore più <strong>in</strong>tenso...<br />

le rachialgie sono diffusissime tra coloro che espli<strong>ca</strong>no mansioni<br />

impiegatizie, ove vengono determ<strong>in</strong>ate da posizioni scorrette mantenute<br />

nel tempo anche se con <strong>ca</strong>richi molto modesti, dato che si tratta di lavori<br />

sedentari, sia fra i lavoratori dell’<strong>in</strong>dustria leggera e media, come ad esempio<br />

tessitori, assemblatori, mec<strong>ca</strong>nici, tornitori e fresatori, dove alla postura<br />

si aggiunge sempre un certo <strong>ca</strong>rico, sia sopratutto dell’<strong>in</strong>dustria pesante<br />

ove è particolarmente evidente il sovrac<strong>ca</strong>rico dovuto alle resistenze esterne.<br />

Una <strong>ca</strong>tegoria di lavoratori fra le più colpite dalle rachialgie è quella<br />

degli addetti alla guida dei mezzi di locomozione, sia per quanto riguarda i<br />

ferrotranvieri, sia per gli autotrasportatori, specie quelli addetti ai mezzi<br />

pesanti, sia alle <strong>ca</strong>tegorie di trasporti agricoli...».<br />

(*) Coord<strong>in</strong>atrice medico-legale <strong>INCA</strong> CGIL <strong>Lombardia</strong><br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

5<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

6<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

È del 1989 il Sem<strong>in</strong>ario Nazionale «Lavoro e patologie del rachide» promosso<br />

dall’Unità di Ricer<strong>ca</strong> «Ergonomia delle Posture e del Movimento»<br />

(costituita nel 1985 a Milano, attraverso la convenzione tra l’Università degli<br />

Studi (Istituto di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro), il Politecnico (Dipartimento di<br />

Elettroni<strong>ca</strong>), la Fondazione «Pro Juventute Don Gnocchi» Centro di<br />

Bio<strong>in</strong>gegneria) e l’U.S.L. n. 75/6 (Centro di Medic<strong>in</strong>a Occupazionale Cemoc))<br />

<strong>in</strong> cui vengono poste le basi teoriche e metodologiche per la valutazione<br />

dei rischi di sovrac<strong>ca</strong>rico del rachide e vengono presentati i primi risultati<br />

di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i epidemiologiche <strong>in</strong> diverse realtà lavorative italiane.<br />

Solo dal 1994 con l’emanazione del DL 626 diventano oggetto di sorveglianza<br />

sanitaria settori lavorativi «nuovi» per la medic<strong>in</strong>a del lavoro quali<br />

l’edilizia, la sanità e l’assistenza agli anziani ed <strong>in</strong>validi, i trasporti, i facch<strong>in</strong>aggi,<br />

ecc...<br />

È proprio nell’ultimo decennio che si rivolgono più frequentemente al Patronato<br />

numerosi lavoratori con mansioni comportanti, attualmente ma<br />

sopratutto <strong>in</strong> passato, movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi, vibrazioni trasmesse<br />

a tutto il corpo, posture <strong>in</strong>congrue, movimenti ripetuti di torsione<br />

e flessione del rachide, per chiedere che la patologia del rachide loro diagnosti<strong>ca</strong>ta<br />

venga riconosciuta ed <strong>in</strong>dennizzata come malattia professionale:<br />

sono addetti all’edilizia (muratori, piastrellisti, palisti), autisti di autobus<br />

e <strong>ca</strong>mion, <strong>ca</strong>rpentieri e <strong>ca</strong>lderai, <strong>in</strong>fermieri ed assistenti sociosanitari,<br />

falegnami addetti al trasporto e montaggio mobili a domicilio, magazz<strong>in</strong>ieri,<br />

operatori ecologici, operai tessili e addette alla confezione, operai addetti<br />

alla produzione di s<strong>ca</strong>tole <strong>in</strong> latta e <strong>ca</strong>rtone, addette al confezionamento<br />

di riviste, ecc...<br />

L’INAIL ha emanato due circolari <strong>in</strong> merito la n. 81/ 2000 e la n. 25/2004<br />

(riportate <strong>in</strong> allegato) def<strong>in</strong>endo come patologia lavoro-correlata solo<br />

quella lo<strong>ca</strong>lizzata a livello del distretto lombare da attività lavorative che<br />

comportano movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi e vibrazioni trasmesse a<br />

tutto il corpo, <strong>in</strong>dividuando le attività lavorative considerate a rischio ed i<br />

criteri per il riconoscimento dell’esposizione <strong>in</strong> anni e valori di <strong>in</strong>dici di rischio(<br />

tratti dal documento di valutazione del rischio ai sensi del DL 626).<br />

In <strong>Lombardia</strong> recentemente alcuni <strong>ca</strong>si di patologia del rachide(ad esempio<br />

<strong>in</strong> un artigiano piastrellista, <strong>in</strong> un addetto alla movimentazione di <strong>ca</strong>richi<br />

<strong>in</strong> aereoporto ed <strong>in</strong> un autista addetto anche al <strong>ca</strong>rico e s<strong>ca</strong>rico di merci),<br />

patroc<strong>in</strong>ati dall’<strong>INCA</strong>, sono stati riconosciuti come malattia professionale<br />

dall’INAIL <strong>in</strong> via amm<strong>in</strong>istrativa mentre f<strong>in</strong>o ad ora tale riconoscimento<br />

era stato ottenuto solo dopo ricorso giudiziario (vedi tabella allegata<br />

che riporta le <strong>in</strong>formazioni essenziali tratte dalle relazioni di CTU e relative<br />

Sentenze pervenute al Coord<strong>in</strong>amento Regionale).<br />

Il Decreto 27 aprile 2004 elen<strong>ca</strong> fra le «malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è<br />

di elevata probabilità» l’ernia dis<strong>ca</strong>le lombare e le spondilodiscopatie del<br />

tratto lombare da movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi eseguita con cont<strong>in</strong>uità<br />

durante il turno di lavoro e fra le «malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è<br />

di limitata probabilità» l’ernia dis<strong>ca</strong>le lombare e le spondilodiscopatie del


NOTIZIARIO<br />

tratto lombare da vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero per le attività di guida<br />

di automezzi pesanti e conduzione di mezzi mec<strong>ca</strong>nici.<br />

Sono evidenti le difformità di valutazione tra le circolari INAIL ed il Decreto<br />

sopra citato.<br />

D’altra parte numerosi sono i problemi ancora aperti su cui si ritiene utile<br />

aprire un confronto, <strong>in</strong> relazione ai dati di letteratura, quali:<br />

◗ patologia «acuta» del rachide quale evento <strong>in</strong>fortunistico <strong>in</strong> riferimento<br />

alle affezioni cronicodegenerative;<br />

◗ distretti del rachide co<strong>in</strong>volti da sovrac<strong>ca</strong>rico funzionale lavorativo;<br />

◗ sussistenza di patologie preesistenti;<br />

◗ lavorazioni a rischio;<br />

◗ valutazione dell’esposizione al rischio non a f<strong>in</strong>i preventivi ma nella def<strong>in</strong>izione<br />

del nesso di <strong>ca</strong>usa di un s<strong>in</strong>golo <strong>ca</strong>so concreto <strong>in</strong> ambito di medic<strong>in</strong>a<br />

legale del lavoro;<br />

◗ valutazione del danno <strong>in</strong> riferimento al DL 38/00 sempre tenendo presente<br />

che <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a del lavoro le segnalazioni di patologia professionale<br />

da specifiche attività lavorative non <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>no che quei settori lavorativi<br />

sono «i soli a rischio» ma piuttosto che per ragioni cont<strong>in</strong>genti<br />

(presenza di fattori di rischio, «sensibilità» del medico competente, «attenzione»<br />

da parte di strutture specialistiche, denunce di disturbi da<br />

parte dei lavoratori) sono «emerse» malattie professionali.<br />

Questo Sem<strong>in</strong>ario promosso dal COORDINAMENTO MEDICO LE-<br />

GALE dell’<strong>INCA</strong> LOMBARDIA con la SCUOLA ITALIANA DI FOR-<br />

MAZIONE E RICERCA IN MEDICINA DI FAMIGLIA (società di formazione<br />

promossa dalla Federazione dei Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale,<br />

con la quale l’<strong>INCA</strong> nazionale ha stipulato lo scorso anno un protocollo<br />

d’<strong>in</strong>tesa per favorire l’emersione del fenomeno delle malattie professionali)<br />

e rivolto ai medici consulenti di Patronati, medici del lavoro delle ASL,<br />

medici competenti, medici legali, medici previdenziali, medici di medic<strong>in</strong>a<br />

generale che operano sul territorio e negli enti pubblici è il terzo di<br />

una serie di <strong>in</strong>contri di aggiornamento, che oltre ad approfondire un dato<br />

tema con esperti dei vari <strong>ca</strong>mpi chiamati a valutare <strong>ca</strong>si concreti, vogliono<br />

rappresentare un momento di <strong>in</strong>contro e di discussione.<br />

Si sollecitano osservazioni, critiche, suggerimenti per le prossime <strong>in</strong>iziative<br />

così come si sollecita l’<strong>in</strong>vio di contributi (articoli, ricerche, esperienze<br />

di lavoro, riflessioni) che troveranno un apposito spazio sui numeri dei<br />

NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> dedi<strong>ca</strong>ti ai sem<strong>in</strong>ari. La varietà è bellezza e vita: più<br />

sguardi diversi su uno stesso fenomeno favoriscono una maggiore conoscenza.<br />

IN<br />

CA<br />

7<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

8<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Allegato: <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> <strong>INCA</strong><br />

TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />

o DB<br />

Bergamo 2° 1994 11% T.U. 60 Scoliosi Spondiloartrosi con Taglio marmi Carpentiere<br />

dorsolombare discopatie multiple Assemblaggio per 11 anni<br />

e segni di radicolopatia Carpenteria pesante<br />

S1-S2 a dx con mmc 30-50 kg<br />

e posture <strong>in</strong>congrue<br />

Bergamo 2° 1995 20% T.U. 46 – Artrosi diffusa del rachide Piastrellista per 4 anni Nel 1989 all’Rx<br />

ed esiti erniectomia operaio e poi per 25 anni spondilodiscoartrosi<br />

L4-l5 e L5-S1 artigiano lombare<br />

Nel 1992 lombalgia<br />

acuta nel mmc<br />

Bergamo 2° 1995 15% T.U. 52 Scoliosi Spondilopatia cervicolombare Trasporto e montaggio<br />

lombosacrale con discopatie multiple mobili a domicilio<br />

cervi<strong>ca</strong>li e lombari.<br />

Lombosciatalgia dx con<br />

ernia dis<strong>ca</strong>le L5 - S1<br />

Cremona 1° 1997 65% T.U. 64 Lombalgie <strong>in</strong> Discopatie lombari <strong>in</strong> esiti Assistente<br />

giovane età erniectomia L3-L4 e L4-l5 socioassistenziale <strong>in</strong><br />

ed <strong>in</strong>tervento di stabilizzazione <strong>ca</strong>sa di riposo per<br />

con placche e viti con ipostenia 14-15 anni dall’età di<br />

arto <strong>in</strong>feriore dx 43 anni (prima <strong>ca</strong>sal<strong>in</strong>ga)<br />

Bergamo 1° 1998 15% T.U. 58 Spondilolisi Spondiloartropatia di 3° Piastrellista per 37 anni Nel 1972<br />

congenita con grado con importante lombosciatalgie<br />

spondilolistesi deficit funzionale bilaterali<br />

L5-S1<br />

Lecco 1 ° 1999 9% T.U. 53 – Spondiloartrosi lombosacrale Muratore per 12 anni Nel 1994 primo<br />

con discopatie multiple M<strong>in</strong>atore con mmc episodio di lombalgia<br />

lombari e palista per 32 anni all’età di 48 anni<br />

Solo il 50% del danno<br />

valutato pari al 18%<br />

è riferibile al lavoro<br />

Bergamo 1° 2000 18% T.U. 34 – Lombalgie persistenti <strong>in</strong> esiti Muratore per 17 anni<br />

<strong>in</strong>terventi per ernie dis<strong>ca</strong>li<br />

L4-L5 e L5-S1<br />

Bergamo 1° 2000 15% T.U. 50 – Spondiloartrosi dorsolombare Carpentiere <strong>ca</strong>lderaio<br />

con discopatia L5-S1 e per 30 anni: uso di mazza,<br />

radicolopatia sciatalgi<strong>ca</strong> mmc, posture <strong>in</strong>congrue<br />

destra fibromialgia dorsale<br />

Bergamo 1° 2002 11% T.U. 50 – Spondiloartrosi lombare Muratore per 4 anni Nel 1998 lombosciadiffusa<br />

con discopatia L4-L5 Autista per 5 anni talgia acuta nel<br />

condizionante modesti segni Operatore ecologico movimentare<br />

di radicolopatia sensitiva per 23 anni con guida un sacco di 20 Kg<br />

addetto mmc pezze riconosciuta come<br />

<strong>in</strong>fortunio lavorativo<br />

Bergamo 1° 2002 11% T.U. 45 Scoliosi Spondiloartrosi Operaio tessile per Nel 1985 distorsione<br />

dorso lombare con discopatia L4-L5 23 anni: per 13 anni colonna lombare per<br />

e scoliosi dorsolombare sollevamento pesi da <strong>in</strong>fortunio lavorativo<br />

15 a 60 Kg ogni Nel 1995 lombalgia<br />

5- 10 m<strong>in</strong>uti acuta non riconosciuta<br />

dall’INAIL come<br />

<strong>in</strong>fortunio


NOTIZIARIO<br />

TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />

o DB<br />

Bergamo 1° 2003 13% DB ? – Spondilosi con ernia L4-L5 Muratore gruista<br />

con sofferenza neurogena <strong>ca</strong>po<strong>ca</strong>ntiere per più<br />

s<strong>in</strong>. di 35 anni<br />

Lecco 1° 2003 10% DB 41 – Ernia dis<strong>ca</strong>le paramediana Per 20 anni addetta A favore del<br />

D8-D9 e D10-D11 <strong>in</strong> trance <strong>in</strong> s<strong>ca</strong>tolificio con riconoscimento:<br />

spondiloartrosi del rachide ripetuti piegamenti e giovane età, non<br />

torsioni del tronco, preesistenze, analiti<strong>ca</strong><br />

mmc fogli di latta di descrizione attività<br />

1-2 Kg sollevati a pur <strong>in</strong> presenza di<br />

braccia aperte e ritmi <strong>ca</strong>richi di modesta<br />

elevati, posture <strong>in</strong>congrue entità<br />

Monza 1° 2003 8% DB 52 Spondiloartrosi Cervicoartrosi e lomboartrosi Dal ’71 all’80 necroforo Nel ’94 i primi disturbi<br />

con discopatie multiple Dall’80 al 2003 autista e segni di artrosi<br />

e segni di sofferenza di autobus urbani per cui soggetto<br />

neurogena ipersuscettibile;<br />

arto <strong>in</strong>f. dx l’attività lavorativa<br />

ha agito da con<strong>ca</strong>usa<br />

slatentizzando ed<br />

aggravando la<br />

patologia per cui al<br />

lavoro è attribuibile<br />

solo - del danno<br />

complessivo pari al 25%<br />

Monza 1° 2003 Non m.p. 35 – Cervicomialgia posturale Addetta al <strong>ca</strong>blaggio La s<strong>in</strong>drome<br />

dal 1985 con postura dell’egresso toracico<br />

<strong>in</strong>congrua per <strong>ca</strong>po, denunciata con<strong>ca</strong>usata<br />

collo flessi <strong>in</strong> avanti dalla postura non<br />

con arti superiori è stata confermata<br />

non appoggiati<br />

Monza 1° 2003 Non m.p. 33 Distorsione Cervi<strong>ca</strong>lgia miotensiva Dal 1986 al 1999 La diagnosi di<br />

rachide cervi<strong>ca</strong>le addetta all’appenditura cervi<strong>ca</strong>lgia miotensiva<br />

per <strong>in</strong>cidente ed <strong>in</strong>corsatura con disturbi<br />

stradale 1994 con postura <strong>in</strong>congrua neurosensitivi arto<br />

sup. dx con<strong>ca</strong>usata<br />

da postura <strong>in</strong>congrua<br />

è stata solo <strong>in</strong> parte<br />

condivisa dal CTU per<br />

<strong>ca</strong>renza di documentazione<br />

sanitaria<br />

recente e per assenza<br />

di usura lavorativa<br />

dopo sopralluogo<br />

Bergamo 1° 2004 10% DB 57 – Spondiloartropatia con Muratore per più di 20% <strong>in</strong> totale<br />

sofferenza croni<strong>ca</strong> di L4 35 anni con STC e s. Guyon<br />

bilaterale<br />

Monza 1° 2004 4% DB 48 Grave patologia Grave artrosi cervi<strong>ca</strong>le Operaia confezioni La gravità del<br />

degenerativa del con protrusioni dis<strong>ca</strong>li addetta stiratura, taglio, quadro cl<strong>in</strong>ico e la<br />

rachide cervi<strong>ca</strong>le multiple imballo, timbratura recente esposizione<br />

etichette <strong>in</strong> postura a postura <strong>in</strong>congrua<br />

<strong>in</strong>congrua dal ’95 per una grave<br />

al 2002 preesistenza<br />

Monza 1° 2004 10% DB 50 Ipersuscettibile Esiti <strong>in</strong>tervento per ernia L5 Magazz<strong>in</strong>iere dal ’74 Documentata per<br />

Appello? S1 ed artrodesi <strong>in</strong>tersomati<strong>ca</strong> al 2000 con mmc l’ultimo periodo<br />

L5-S1 con disturbi trofico Magazz<strong>in</strong>iere dal ’74 la movimentazione<br />

sensitivi di media entità al 2000 con mmc di pesi eccedenti<br />

da 10 a 90 Kg i 30 Kg<br />

IN<br />

CA<br />

IN<br />

CA<br />

9<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

10<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />

o DB<br />

Lecco 1° 2004 12% DB 48 Psoriasi dall’età Lombosciatalgia dx <strong>in</strong> esiti Movimentazione manuale Nel 90 a soli 34 anni<br />

di 28 anni plurimi <strong>in</strong>terventi per ernie <strong>ca</strong>richi (da 4 a 30 Kg) il primo <strong>in</strong>tervento;<br />

lombari Movimentazione il danno attuale,<br />

manuale 18% 1/3 del quale<br />

<strong>ca</strong>richi (da 4 a 30 Kg) da attribuirsi ad<br />

e posture <strong>in</strong>congrue artropatia psoriasi<strong>ca</strong><br />

come <strong>ca</strong>pomacch<strong>in</strong>a<br />

s<strong>ca</strong>tolificio<br />

dal ’70 ad oggi<br />

Lecco 1° 2004 10% DB 51 – Lombosciatalgia dx <strong>in</strong> esiti Tranciatore e tornitore Prove testimoniali<br />

duplice <strong>in</strong>tervento per ernia per 12 anni; dall’81 al ’90 a favore nella<br />

L5-S1 recidivata produzione grad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> ricostruzione<br />

cemento mmc da 30 dell’esposizione<br />

a 40 kg da solo e f<strong>in</strong>o<br />

a 100 Kg <strong>in</strong> due; dal ’90<br />

ad oggi movimenti<br />

ripetuti rachide di<br />

rotazione e flessione<br />

con mmc da 5 a 30 kg<br />

Bergamo 1° 2004 22% T.U. ? – Postumi duplice <strong>in</strong>tervento 34 anni addetta vendita<br />

di ernia dis<strong>ca</strong>le L4 - L5 ed <strong>in</strong>grosso e dettaglio<br />

L5-S1 e spondilosi piante, fiori, vasi,<br />

sacchi terra ecc.


Aspetti generali<br />

NOTIZIARIO<br />

EPIDEMIOLOGIA NELLA POPOLAZIONE GENERALE<br />

E IN PARTICOLARI CONDIZIONI LAVORATIVE<br />

di Enrico Occhip<strong>in</strong>ti (*)<br />

Le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale sono di assai frequente<br />

riscontro presso collettività lavorative dell’agricoltura, dell’<strong>in</strong>dustria e del terziario.<br />

Esse, sotto il profilo della molteplicità delle sofferenze e dei costi economici<br />

e sociali <strong>in</strong>dotti (assenze per malattia, cure, <strong>ca</strong>mbiamenti di lavoro, <strong>in</strong>validità) rappresentano<br />

uno dei pr<strong>in</strong>cipali problemi sanitari nel mondo del lavoro.<br />

Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH - USA) pone<br />

tali patologie al secondo posto nella lista dei dieci problemi di salute più rilevanti<br />

nei luoghi di lavoro.<br />

Negli Stati Uniti il low-back pa<strong>in</strong> determ<strong>in</strong>a una media di 28,6 giorni di assenza<br />

per malattia ogni 100 lavoratori; le patologie del rachide sono la pr<strong>in</strong>cipale <strong>ca</strong>usa<br />

di limitazione lavorativa nelle persone con meno di 45 anni e gli <strong>in</strong>dennizzi<br />

per patologie professionali della colonna assorbono il 33% dei costi totali di <strong>in</strong>dennizzo.<br />

È stato stimato che, per tali affezioni, i settori produttivi dell’<strong>in</strong>dustria<br />

statunitense spendono ogni anno una somma di cir<strong>ca</strong> 10.000 milioni di euro per<br />

trattamenti e compensi assicurativi.<br />

Nei paesi s<strong>ca</strong>nd<strong>in</strong>avi la media di giorni di assenza per low-back pa<strong>in</strong> è di 36 per<br />

100 lavoratori ed il 25% delle pensioni per <strong>in</strong>validità lavorativa sono dovute a<br />

spondiloartropatie croniche lombari.<br />

In Gran Bretagna si registra una media di 32,6 giorni di malattia per low-back<br />

pa<strong>in</strong> ogni 100 lavoratori: fra questi il 4% <strong>ca</strong>mbia ogni anno lavoro per patologie<br />

della colonna vertebrale.<br />

Sul piano più generale è stato stimato che nei paesi dell’ Unione Europea almeno<br />

l’11% della «forza lavoro» è co<strong>in</strong>volto abitualmente e pressoché per tutto il<br />

tempo di lavoro <strong>in</strong> attività lavorative comportanti la movimentazione manuale<br />

di <strong>ca</strong>richi (Tab. 1). (Dati della 3° <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e della Fondazione Europea di Dubl<strong>in</strong>o<br />

sulle condizioni di salute e di lavoro dei lavoratori europei).<br />

Sulla scorta di tali elementi si può affermare che <strong>in</strong> Italia cir<strong>ca</strong> 4 milioni di lavoratori<br />

sono più o meno fortemente co<strong>in</strong>volti nell’appli<strong>ca</strong>zione del Titolo V del<br />

D. Lgs. 626/94.<br />

In Italia, le s<strong>in</strong>dromi artrosiche sono, secondo ripetute <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ISTAT sullo stato<br />

di salute della popolazione, le affezioni croniche di gran lunga più diffuse.<br />

D’altro lato, le affezioni acute dell’apparato locomotore sono al secondo posto<br />

(dopo le affezioni delle vie respiratorie comprendenti anche le s<strong>in</strong>dromi <strong>in</strong>fluenzali)<br />

nella prevalenza puntuale di patologie acute accusate dagli italiani.<br />

Ancora <strong>in</strong> Italia, le s<strong>in</strong>dromi artrosiche sono al secondo posto tra le <strong>ca</strong>use di <strong>in</strong>validità<br />

civile.<br />

(*) UOOML Cemoc A.O. ICP- Milano<br />

IN<br />

CA<br />

11<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

12<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Secondo stime provenienti dagli Istituti di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro, le patologie<br />

croniche del rachide sono la prima ragione nelle richieste di giudizi di parziale<br />

non idoneità al lavoro specifico. Tra gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro, la lesione da sforzo,<br />

che nel 60-70% dei <strong>ca</strong>si è rappresentata da una lombalgia acuta, non fa registrare<br />

alcun trend negativo nonostante vi siano ampi fenomeni di sottostima per via di<br />

omesse registrazioni.<br />

Tabella 1<br />

Prevalenza di lavoratori adibiti ad attività con movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi<br />

secondo il Paese ed il tempo di adibizione<br />

Job countries eu<br />

<strong>in</strong>volves 15%<br />

mov<strong>in</strong>g<br />

heavy<br />

loads<br />

All of<br />

the time<br />

Almost all<br />

of the time<br />

Around 3/4<br />

of the time<br />

Around half<br />

of the time<br />

Around 1/4<br />

of the time<br />

Almost<br />

never<br />

Never<br />

B<br />

4.9%<br />

4.8%<br />

3.6%<br />

6.6%<br />

13.2%<br />

19.7%<br />

47.1%<br />

DK<br />

3.0%<br />

3.4%<br />

2.4%<br />

7.4%<br />

17.9%<br />

26.3%<br />

39.3%<br />

D<br />

2.0%<br />

5.7%<br />

4.5%<br />

7.5%<br />

16.9%<br />

19.8%<br />

43.6%<br />

GR<br />

8.9%<br />

9.5%<br />

6.4%<br />

6.6%<br />

12.8%<br />

16.2%<br />

39.4%<br />

I<br />

3.4%<br />

6.4%<br />

2.8%<br />

5.3%<br />

11.4%<br />

21.1%<br />

49.6%<br />

Gran parte delle affezioni qui citate trovano <strong>in</strong> specifiche condizioni lavorative<br />

un preciso ruolo <strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale. In letteratura è ormai consolidato il rapporto<br />

esistente tra attività di movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi e <strong>in</strong>cremento<br />

del rischio di contrarre affezioni acute e croniche dell’apparato locomotore ed<br />

<strong>in</strong> particolare del rachide lombare.<br />

Questa constatazione ha sp<strong>in</strong>to alcuni paesi occidentali ad emanare specifiche<br />

normative e standards rivolti a limitare l’impiego della forza manuale nello svolgimento<br />

delle attività lavorative; sono di rilievo <strong>in</strong> tal senso le guide del NIOSH<br />

(1981; 1993) per il sollevamento dei <strong>ca</strong>richi e la legislazione svedese (1984) sull’argomento.<br />

Più recentemente, presso le agenzie <strong>in</strong>ternazionali di normalizzazione (ISO e<br />

CEN), si sta procedendo all’emanazione di standard tesi a «regolamentare» l’uso<br />

della forza manuale <strong>in</strong> oc<strong>ca</strong>sioni di lavoro. Presso gli stessi enti sono state elaborate<br />

o sono <strong>in</strong> fase di avanzata elaborazione norme riguardanti il sollevamento<br />

di <strong>ca</strong>richi (EN 1005-2; ISO 11228-1; ISO 11228-2).<br />

L’esperienza italiana dei servizi di medic<strong>in</strong>a del lavoro sulla materia si è sviluppata<br />

a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stata <strong>in</strong> grado di dimostrare l’esistenza<br />

di specifici rischi lavorativi <strong>in</strong> diversi contesti <strong>in</strong> cui si fa un largo ricorso<br />

alla forza manuale: addetti all’edilizia, operatori mortuari, addetti all’<strong>in</strong>dustria<br />

ES<br />

7.9%<br />

11.9%<br />

4.4%<br />

6.5%<br />

9.8%<br />

16.6%<br />

42.9%<br />

F<br />

8.9%<br />

7.8%<br />

5.3%<br />

6.7%<br />

13.1%<br />

17.5%<br />

40.7%<br />

IRL<br />

4.8%<br />

5.1%<br />

4.5%<br />

8.0%<br />

13.8%<br />

17.8%<br />

45.9%<br />

L<br />

4.3%<br />

3.7%<br />

4.1%<br />

6.5%<br />

8.4%<br />

17.4%<br />

54.1%<br />

NL<br />

3.8%<br />

3.9%<br />

1.7%<br />

4.6%<br />

14.0%<br />

32.7%<br />

39.4%<br />

P<br />

4.7%<br />

5.7%<br />

4.9%<br />

5.2%<br />

11.7%<br />

18.3%<br />

49.5%<br />

UK<br />

6.0%<br />

7.0%<br />

4.7%<br />

7.8%<br />

13.6%<br />

14.1%<br />

46.5%<br />

FIN<br />

1.9%<br />

5.3%<br />

3.3%<br />

6.3%<br />

24.7%<br />

29.7%<br />

28.3%<br />

S<br />

4.6%<br />

6.2%<br />

4.1%<br />

8.9%<br />

19.5%<br />

24.2%<br />

31.8%<br />

A<br />

4.9%<br />

4.9%<br />

3.9%<br />

7.8%<br />

15.7%<br />

19.2%<br />

43.5%<br />

5.0%<br />

6.8%<br />

4.2%<br />

6.8%<br />

14.0%<br />

19.1%<br />

43.8%


NOTIZIARIO<br />

cerami<strong>ca</strong>, <strong>ca</strong>vatori, operatori ospedalieri, addetti ad operazioni di facch<strong>in</strong>aggio,<br />

sono tutte <strong>ca</strong>tegorie <strong>in</strong> cui è stato possibile dimostrare un eccesso di patologie<br />

riconducibili alla concreta condizione lavorativa.<br />

Il NIOSH (National Institute of Occupational Health - USA) ha portato a term<strong>in</strong>e<br />

nel 1997 la stesura della II edizione del documento «Muscoloskeletal disorders<br />

(MMSDs) and work place factors». Il <strong>ca</strong>pitolo 6 di questo documento («Low back<br />

musculoskeletal disorders: evidence for work-relatedness») rappresenta ancora<br />

oggi la più aggiornata s<strong>in</strong>tesi bibliografi<strong>ca</strong> sull’argomento (NIOSH 1997).<br />

Il pr<strong>in</strong>cipale vantaggio di questo lavoro è rappresentato dallo sforzo di selezionare<br />

gli studi pubbli<strong>ca</strong>ti secondo rigidi pr<strong>in</strong>cipi scientifici.<br />

Di tutti gli articoli analizzati ne sono stati considerati 42 che trattano <strong>in</strong> modo<br />

specifico la relazione fra i disturbi del rachide lombare e 5 fattori di rischio lavorativi<br />

di tipo fisico. Questi <strong>in</strong>cludono lavori fisici pesanti, movimenti di sollevamento<br />

o con impegno di forza, posture <strong>in</strong>congrue, posture lavorative fisse.<br />

Molti di questi lavori sono <strong>in</strong>dirizzati allo studio contemporaneo di questi fattori.<br />

S<strong>in</strong>teti<strong>ca</strong>mente (Tab. 2) questa rassegna fornisce l’evidenza di un’associazione<br />

positiva fra i disturbi al rachide lombare e il lavoro fisico pesante. Per quanto<br />

concerne i lavori che necessitano sia del sollevamento manuale di <strong>ca</strong>richi che di<br />

impiego di forza durante la movimentazione è emersa una elevata associazione<br />

con i disturbi al rachide lombare. Dei 18 studi epidemiologici considerati, 13 dimostravano<br />

una consistente relazione positiva.<br />

Tabella 2. Relazione <strong>ca</strong>usale fra danno al rachide lombare e fattori<br />

di rischio lavorativo<br />

Fattore di rischio Forte evidenza Evidenza Insufficiente Evidenza (+/0)<br />

Sollevamenti +++<br />

Posture <strong>in</strong>congrue ++<br />

Lavoro fisico pesante ++<br />

Vibrazioni Whole Body +++<br />

Posture fisse +/0<br />

Le patologie di <strong>in</strong>teresse<br />

Pressoché tutte le patologie che co<strong>in</strong>volgono il rachide (<strong>in</strong>dipendentemente dai<br />

mec<strong>ca</strong>nismi etiopatogenetici) sono di specifico <strong>in</strong>teresse, se non altro ai f<strong>in</strong>i dell’espressione<br />

dei giudizi di idoneità al lavoro: tuttavia è bene chiarire che <strong>in</strong> ambito occupazionale<br />

esse possono essere grossolanamente suddivise <strong>in</strong> due diversi gruppi:<br />

a) patologie non etiologi<strong>ca</strong>mente correlabili con l’attività di lavoro (es. patologie<br />

su base costituzionale, metaboli<strong>ca</strong> o geneti<strong>ca</strong> di tipo prevalentemente<br />

malformativo), ma che sono <strong>in</strong>fluenzate negativamente dal sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />

e che pertanto rappresentano una condizione di ipersuscettibilità<br />

nei soggetti che ne sono portatori:<br />

◗ SPONDILOLISTESI (O ANTEROLISTESI O SCIVOLAMENTO ANTERIO-<br />

RE DI UN CORPO VERTEBRALE RISPETTO AL SOTTOSTANTE) DA<br />

SPONDILOLISI<br />

IN<br />

CA<br />

13<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

14<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

◗ SINDROME DI KLIPPEL-FEIL (DEFINITA IN PRESENZA ANCHE DI UNA<br />

SOLA SINOSTOSI VERTEBRALE)<br />

◗ EMISACRALIZZAZIONE NEOARTICOLATA (O CON PSEUDOARTICO-<br />

LAZIONE)<br />

◗ STENOSI CONGENITA DEL CANALE MIDOLLARE<br />

◗ SINDROME DI BAASTRUP (PRESENZA DI MEGA APOFISI SPINOSE CON<br />

FORMAZIONE DI NEOARTICOLAZIONE)<br />

◗ SCOLIOSI (DI ALMENO 20° COBB)<br />

◗ MORBO DI SCHEUERMANN (COPRESENZA DI ERNIE DI SCHMORL E<br />

DA ALTERAZIONE DELLE LIMITANTI SOMATICHE E DI ALMENO UNA<br />

VERTEBRA «A CUNEO» DETERMINANTE DORSO CURVO DI ALMENO<br />

40°)<br />

◗ LESIONI DELLA STRUTTURA OSSEA E ARTICOLARE DI NATURA<br />

NEOFORMATIVA O DISTRUTTIVA (ES. ANGIOMA).<br />

b) patologie a etiologia multifattoriale nelle quali, tuttavia, condizioni di sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico lavorativo possono agire come <strong>ca</strong>use primarie o con<strong>ca</strong>use<br />

rilevanti. Tali sono le forme che si <strong>in</strong>centrano su processi di degenerazione<br />

del disco <strong>in</strong>tervertebrale nonché le forme generiche acute.<br />

Il sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico a cui vanno <strong>in</strong>contro i dischi <strong>in</strong>tervertebrali, dovuto<br />

ad una movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi scorretta, può determ<strong>in</strong>are<br />

col tempo la comparsa di microfratture nelle <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>i limitanti così come<br />

microfissurazioni prima concentriche poi radiali nell’anello fibroso del disco<br />

<strong>in</strong>tervertebrale stesso. La degenerazione dei dischi <strong>in</strong>tervertebrali conseguente<br />

(perdita di liquidi e riduzione di spessore) determ<strong>in</strong>ano la detensione<br />

dei legamenti longitud<strong>in</strong>ali con formazione di becchi artrosici nei soggetti più<br />

maturi e <strong>in</strong>stabilità vertebrale nei soggetti più giovani (es.: retro e laterolistesi).<br />

Le microfissurazioni radiali del disco <strong>in</strong>tervertebrale creano la «strada»<br />

per la formazione dell’ernia del disco. È nota la pressione criti<strong>ca</strong> sui dischi <strong>in</strong>tervertebrali<br />

lombari al di sotto della quale non sono state rilevate lesioni delle<br />

limitanti vertebrali e nell’anello fibroso (cir<strong>ca</strong> 250 Kg di forza sulla superficie<br />

del disco): l’<strong>in</strong>dice di rischio suggerito nella formula del NIOSH garantisce<br />

il rispetto di tale limite.<br />

◗ DISCOPATIA LOMBARE: RIDUZIONE DELL’ALTEZZA DEL DISCO CON<br />

ALTERAZIONE DELLE LIMITANTI SOMATICHE<br />

◗ DISCOPATIE MULTIPLE LOMBARI<br />

◗ PROTRUSIONE DISCALE CHE IMPRONTA IL SACCO DURALE<br />

◗ ERNIA DISCALE<br />

Oltre alle patologie sopra riportate è comunque fondamentale considerare le<br />

forme generiche acute (lombalgie acute recidivanti) molto spesso spie di patologie<br />

degenerative anche ad uno stadio molto precoce.<br />

È ovvio che le prime sono di <strong>in</strong>teresse solo ai f<strong>in</strong>i dei giudizi di idoneità al lavoro<br />

specifico nei s<strong>in</strong>goli soggetti che ne siano portatori, mentre le seconde, oltre<br />

a ciò, <strong>in</strong>teressano anche <strong>in</strong> chiave collettiva, potendo la loro occorrenza essere


<strong>in</strong>terpretata (disponendo di opportuni dati di riferimento) come elemento di<br />

verifi<strong>ca</strong> della più complessiva azione preventiva.<br />

La Tab. 3 riporta, citando la relativa fonte bibliografi<strong>ca</strong>, i dati concernenti l’occorrenza<br />

di alcune delle patologie malformative nella popolazione generale. Alcune<br />

difformità tra gli autori sono a volte spiegabili con i diversi criteri di <strong>in</strong>quadramento<br />

cl<strong>in</strong>ico dagli stessi adottati. Non è stato possibile reperire <strong>in</strong> letteratura<br />

dati sulla prevalenza e/<strong>in</strong>cidenza delle ernie dis<strong>ca</strong>li <strong>in</strong> popolazioni generali<br />

di riferimento.<br />

Tabella 3. Occorrenza di alcune alterazioni malformative del rachide<br />

nella popolazione generale<br />

Quadro patologico % N. Naz. Anno Autore<br />

Spondilosi 5-1 - - 1990 Str<strong>in</strong>ga<br />

5 - Europa 1985 Simon<br />

Spondilolistesi 3-6 - - 1990 Str<strong>in</strong>ga<br />

2,5 200 USA1953 Splithoff<br />

0,6 598 M USA1968 Sche<strong>in</strong><br />

2,1 4654 M USA1954 Runge<br />

1.4 2101 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

3 3000 USA1950 Allen<br />

Vertebre di transizione 6,5 3000 USA1950 Allen<br />

6,7 4654 USA1954 Runge<br />

1,8 598 M USA1968 Sche<strong>in</strong><br />

10 200 USA1953 Splithoff<br />

Emisacr. complete 7,6 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Megapofisi trasversa 3.3 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Megap. trasv. pseudoartic. 2,8 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Schisi 5,9 3000 USA1950 Allen<br />

5 200 USA1953 Splithoff<br />

3,1 4654 M USA1954 Runge<br />

1,7 598 M USA4968 Sche<strong>in</strong><br />

7,6 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Osteocondrosi giovanile 0,4-8 2:1 M/F<br />

1:1 M/F<br />

- - Rothman<br />

3,8 210 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

S<strong>in</strong>dr. delle sp<strong>in</strong>ose 0,48 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Sacro acuto 10,5 2 LO F Italia 1990 E.P.M -Milano*<br />

Iperlordosi lombare 1,1 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Ipolordosi lombare 1,1 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Ipercifosi 3,3 210 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />

Faccette articolari<br />

asimmetriche<br />

25 4654 USA1954 Runge<br />

*E.P.M. - Milano: dati non pubbli<strong>ca</strong>ti<br />

NOTIZIARIO<br />

Prevalenza di alterazioni <strong>in</strong> diverse popolazioni lavorative<br />

Molti studi riportano dettagli sulla occorrenza di diverse alterazioni del rachide<br />

lombare <strong>in</strong> differenti <strong>ca</strong>tegorie lavorative: questi sono difficilmente s<strong>in</strong>tetizzabili<br />

<strong>in</strong> questo breve scritto. Saranno riportati pertanto solo dati recenti derivati<br />

dalla 3° <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e della Fondazione Europea di Dubl<strong>in</strong>o sulle condizioni di sa-<br />

IN<br />

CA<br />

15<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

16<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

lute e di lavoro dei lavoratori europei che, pur riferendosi ad un concetto generico<br />

di «alterazione» (<strong>in</strong> gran parte <strong>in</strong>tesa come low-back pa<strong>in</strong>), riguardano un<br />

<strong>ca</strong>mpione assai vasto ed articolato di lavoratori.<br />

Tabella 4. Prevalenza annua di lavoratori europei che riferiscono<br />

«backache» correlato al lavoro, per paese<br />

COUNTRIES<br />

Backache B DK D GR I ES F IRL L NL P UK FIN S<br />

No 73.1% 69.6% 65.8% 56.9% 64.1% 57.5% 60.5% 89.2% 66.0% 74.5% 66.3% 77.2% 61.7% 65.1%<br />

Yes 26.9% 30.4% 34.2% 43.1% 35.9% 42.5% 39.5% 10.8% 34.0% 25.5% 33.7% 22.8% 38.3% 34.9%<br />

Tabella 5. Prevalenza di disturbi muscoloscheletrici riferiti al lavoro<br />

<strong>in</strong> diverse <strong>ca</strong>tegorie di lavoratori europei


I dati di Tabella 5 mostrano come i settori più <strong>in</strong>teressati ai disturbi del rachide<br />

lombare siano l’agricoltura e la pes<strong>ca</strong>, le costruzioni, i trasporti e l’assistenza socio-sanitaria:<br />

ciò è assolutamente coerente con altri dati conosciuti <strong>in</strong> letteratura<br />

e con i dati presumibili di rischio che riguardano la movimentazione di <strong>ca</strong>richi<br />

e il lavoro fisi<strong>ca</strong>mente pesante <strong>in</strong> tutti i settori citati e le vibrazioni trasmesse<br />

a tutto il corpo, <strong>in</strong> particolare nei trasporti e nell’agricoltura.<br />

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

NOTIZIARIO<br />

1. D. COLOMBINI, E. OCCHIPINTI ET AL. L<strong>in</strong>ee guida per la prevenzione dei<br />

disturbi e delle patologie muscolo-scheletriche del rachide da movimentazione<br />

manuale di <strong>ca</strong>richi. SIMLII-Tipografia Pime editrice, 2004.<br />

2. EUROSTAT. Work and health <strong>in</strong> the EU. A statisti<strong>ca</strong>l portrait. Luxembourg,<br />

Office for Official Publi<strong>ca</strong>tions of the European Communities, 2004.<br />

3. NIOSH, Center for Diseases Control and Prevention. Musculoskeletal Disorders<br />

and Workplace Factors. A Criti<strong>ca</strong>l Review of Epidemiologic Evidence for<br />

WMSDs of the Neck, Upper Extremity and Low Back. Second pr<strong>in</strong>t<strong>in</strong>g, U.S.<br />

Department of Health and Human Services, 1997.<br />

4. P. PAOLI, D. MERLLIÉ. European Foundation for the Improvement of Liv<strong>in</strong>g<br />

and Work<strong>in</strong>g Conditions.Third European survey on work<strong>in</strong>g conditions, 2000.<br />

Luxembourg, Office for Official Publi<strong>ca</strong>tions of the European Communities,<br />

2001.<br />

IN<br />

CA<br />

17<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


LA VALUTAZIONE DEL NESSO DI CAUSA<br />

di Adalberto Ferioli (*)<br />

1. PREMESSA<br />

Le patologie del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale possono essere <strong>ca</strong>usate da<br />

<strong>in</strong>fortuni lavorativi (traumi diretti o <strong>in</strong>diretti, sforzi fisici <strong>in</strong>tensi) o, per le<br />

forme di tipo cronico degenerativo, possono essere conseguenza di attività<br />

lavorative che comportano una signifi<strong>ca</strong>tiva movimentazione di <strong>ca</strong>richi, la<br />

esposizione del corpo <strong>in</strong>tero a vibrazioni, o il mantenimento di posizioni fisse<br />

e protratte, spesso <strong>in</strong> posizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente scorrette, e i movimenti<br />

ripetuti, a ritmi elevati di flessoestensione e rotazione del rachide.<br />

Gli <strong>in</strong>fortuni lavorativi, almeno <strong>in</strong> base alle nostre <strong>ca</strong>sistiche, non pongono rilevanti<br />

problemi medico legali di riconoscimento del nesso di <strong>ca</strong>usa, se non<br />

nei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui vi siano preesistenti patologie del rachide o per differenti valutazioni<br />

cir<strong>ca</strong> la forza lesiva/d<strong>in</strong>ami<strong>ca</strong> dell’evento. Inoltre si osserva con una<br />

certa frequenza una riduzione da parte dell’INAIL, per noi non cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>mente<br />

giustifi<strong>ca</strong>ta, dei periodi di <strong>in</strong>abilità temporanea assoluta e una sottostima dei<br />

postumi residui <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di evidenze strumentali di ernie o protrusioni dis<strong>ca</strong>li.<br />

A questo proposito sembra opportuno riportare due pronunciamenti della<br />

Corte di Cassazione:<br />

a) Cassazione, Sezione Lavoro, 19 dicembre 1997, n. 12904<br />

«In tema di <strong>in</strong>fortunio sul lavoro, l’evento lesivo è quantifi<strong>ca</strong>bile come <strong>ca</strong>usa<br />

violenta ai sensi dell’art. 2 DPR 1124/1965 ove sia determ<strong>in</strong>ato dallo sforzo di<br />

v<strong>in</strong>cere d<strong>in</strong>ami<strong>ca</strong>mente una resistenza rientrante nello spazio della prestazione<br />

lavorativa ed agis<strong>ca</strong> ab estr<strong>in</strong>seco con un’azione concentrata nel tempo; non è<br />

tuttavia necessario che l’azione dell’<strong>in</strong>fortunato esuli dalle condizioni abituali e<br />

tipiche del lavoro cui egli è addetto, o abbia un’<strong>in</strong>tensità maggiore di quella<br />

normalmente necessaria per lo svolgimento del lavoro, o che siano presenti<br />

con<strong>ca</strong>use, o che, <strong>in</strong> ogni <strong>ca</strong>so, l’evento presenti aspetti di straord<strong>in</strong>arietà, accidentalità<br />

o imprevedibilità».<br />

b) Cassazione, Sezione Lavoro, 30 maggio 2000, n. 7228<br />

«In tema di <strong>in</strong>fortunio sul lavoro, uno sforzo fisico compiuto durante il lavoro<br />

può configurare l’esistenza di una <strong>ca</strong>usa violenta prevista dall’articolo 2 DPR<br />

1124/1965 atta a determ<strong>in</strong>are, con azione rapida ed <strong>in</strong>tensa, la lesione dell’equilibrio<br />

fisico dell’assicurato.In tale contesto, il nesso <strong>ca</strong>usale non è escluso da<br />

una predisposizione morbosa, trovando appli<strong>ca</strong>zione, <strong>in</strong> tema di <strong>in</strong>fortuni sul<br />

lavoro e malattie professionali, il pr<strong>in</strong>cipio di equivalenza delle <strong>ca</strong>use stabilito<br />

dall’articolo 41 c.p., secondo cui il concorso di altre <strong>ca</strong>use non esclude il rapporto<br />

di <strong>ca</strong>usalità».<br />

(*) Coord<strong>in</strong>amento Medici <strong>INCA</strong> CGIL <strong>Lombardia</strong><br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


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Altro discorso <strong>in</strong> questo ambito è, a nostro avviso, la non congruenza del quantum<br />

previsto dalle nuove tabelle INAIL di <strong>in</strong>dennizzo del danno biologico rispetto<br />

ai postumi permanenti (ad esempio nel <strong>ca</strong>so della distorsione del rachide<br />

cervi<strong>ca</strong>le) e alle loro ri<strong>ca</strong>dute sull’attività lavorativa delle persone <strong>in</strong>fortunate.<br />

Molto più complesso è il problema della valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa per<br />

le malattie professionali del rachide, malattie di tipo degenerativo che possono<br />

avere una eziopatogenesi multifattoriale, cioè possono essere <strong>ca</strong>usate sia<br />

da fattori professionali che extraprofessionali. Si assiste, <strong>in</strong> generale, forse<br />

meno ora che <strong>in</strong> passato, ad un atteggiamento restrittivo cir<strong>ca</strong> il riconoscimento<br />

del nesso di <strong>ca</strong>usa professionale (<strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale) di una malattia<br />

del rachide e questo è fonte di un signifi<strong>ca</strong>tivo contenzioso legale.<br />

In questo lavoro si tratterà dei più frequenti rischi per patologie degenerative<br />

del rachide, e pr<strong>in</strong>cipalmente, qu<strong>in</strong>di, delle malattie professionali del rachide<br />

da movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, e verrà accennato anche al<br />

problema delle patologie da postura protratta <strong>in</strong> posizione spesso ergonomi<strong>ca</strong>mente<br />

scorretta.<br />

Verranno <strong>in</strong>izialmente illustrati alcuni aspetti essenziali della fisiopatologia<br />

del rachide e dei pr<strong>in</strong>cipali quadri cl<strong>in</strong>ici delle malattie degenerative; successivamente<br />

verrà presentata una panorami<strong>ca</strong> sulle norme <strong>in</strong> vigore con alcuni<br />

cenni sulla posizione dell’INAIL (al cui <strong>in</strong>tervento si rimanda), per poi discutere<br />

dei fattori essenziali da considerare nella valutazione del nesso di<br />

<strong>ca</strong>usa, illustrati con l’aiuto di <strong>ca</strong>si esemplifi<strong>ca</strong>tivi presi dalle nostre <strong>ca</strong>sistiche.<br />

2. FISIOPATOLOGIA DEL RACHIDE E QUADRI CLINICI<br />

I dischi <strong>in</strong>tervertebrali sono formazioni composte da un anello fibroso e da<br />

un nucleo polposo. L’anello fibroso rappresenta la porzione periferi<strong>ca</strong>, consistente<br />

ed elasti<strong>ca</strong>, costituita da lamelle disposte concentri<strong>ca</strong>mente formate<br />

da fibre collagene <strong>in</strong>ter<strong>ca</strong>late da fibre elastiche. Il nucleo polposo è costituito<br />

da una massa gelat<strong>in</strong>osa sferoidale posta al centro del disco <strong>in</strong>tervertebrale<br />

con funzione di assorbire e ridistribuire uniformemente alla periferia, cioè<br />

sulle superfici <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>ee dei corpi vertebrali contigui, le sollecitazioni staticod<strong>in</strong>amiche<br />

che riceve.<br />

I dischi <strong>in</strong>tervertebrali dell’adulto non possiedono un sistema vasale di nutrizione,<br />

ma ricevono le sostanze nutritive esclusivamente per diffusione attraverso le<br />

limitanti somatiche dei corpi vertebrali (mec<strong>ca</strong>nismo predom<strong>in</strong>ante) e attraverso<br />

l’anello fibroso. Un’alterazione di queste strutture (es. sclerosi delle limitanti<br />

somatiche) comporterebbe una <strong>ca</strong>renza nutrizionale responsabile della patologia<br />

degenerativa del disco. I mec<strong>ca</strong>nismi che garantiscono il ri<strong>ca</strong>mbio metabolico<br />

del disco sono rappresentati, pr<strong>in</strong>cipalmente, nell’alternarsi delle variazioni<br />

del <strong>ca</strong>rico di pressione vertebrale. Appli<strong>ca</strong>ndo una forza mec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong> si ottiene la


NOTIZIARIO<br />

fuoriuscita dei liquidi dal disco con dim<strong>in</strong>uzione del volume dello stesso ed aumento<br />

della concentrazione della soluzione <strong>in</strong>tradis<strong>ca</strong>le. Nel momento <strong>in</strong> cui<br />

cessa la forza pressoria si ha il richiamo di liquidi all’<strong>in</strong>terno del disco.<br />

Il regolare alternarsi di condizioni di <strong>ca</strong>rico (postura <strong>in</strong> piedi, seduta senza<br />

appoggio, sollevamento di <strong>ca</strong>rico) e s<strong>ca</strong>rico (postura seduta con rachide appoggiato<br />

e postura sdraiata) sulla colonna e qu<strong>in</strong>di sui dischi consente dunque<br />

una corretta nutrizione dei dischi stessi (Ottaviani, 2000).<br />

Con il tempo i dischi, soprattutto quelli del tratto <strong>in</strong>feriore del rachide cervi<strong>ca</strong>le<br />

e lombare (esposti a maggiore movimento e a più <strong>in</strong>tense sollecitazioni<br />

pressorie), vanno <strong>in</strong>contro a fenomeni degenerativi. Questi consistono nella<br />

riduzione del tenore idrico del nucleo e nella perdita delle proprietà elastiche<br />

dell’anulus: tali fenomeni si fanno particolarmente accentuati <strong>in</strong> alcuni<br />

soggetti nei quali i processi degenerativi connessi all’età (dopo i 45-50 anni)<br />

sono aggravati dall’usura e da fattori microtraumatici propri di alcune professioni<br />

o mestieri.<br />

A <strong>ca</strong>usa della degenerazione dis<strong>ca</strong>le le sollecitazioni di pressione si concentrano<br />

ed accentuano sui bordi dei corpi vertebrali: ciò provo<strong>ca</strong> sclerosi delle<br />

limitanti somatiche superiore ed <strong>in</strong>feriore e sviluppo di osteofiti marg<strong>in</strong>ali; i<br />

due reperti, <strong>in</strong>sieme alla riduzione dello spazio <strong>in</strong>tersomatico, costituiscono<br />

la triade radiografi<strong>ca</strong> dell’artrosi vertebrale. Inoltre, la degenerazione del disco<br />

<strong>in</strong>tervetebrale più essere <strong>ca</strong>usa di protrusione dello stesso ed erniazione<br />

del nucleo polposo.<br />

Cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>mente l’artrosi vertebrale è <strong>ca</strong>usa di dolore lo<strong>ca</strong>le e rigidità articolare;<br />

compli<strong>ca</strong>zioni possibili sono le s<strong>in</strong>dromi da compressione midollare (soprattutto<br />

cervi<strong>ca</strong>le e lombare), vascolare (dolore cervi<strong>ca</strong>le, cefalea e vertig<strong>in</strong>i da<br />

compressione dell’arteria vertebrale) e delle radici nervose (cervicobrachialgie<br />

e lombosciatalgie), <strong>ca</strong>usate da osteofiti, protrusioni ed ernie (Morlacchi e<br />

Manc<strong>in</strong>i, 1977).<br />

Il rachide non è qu<strong>in</strong>di una struttura immodifi<strong>ca</strong>bile ma è sottoposto, <strong>in</strong>dipendentemente<br />

da sollecitazioni esterne, ad una <strong>in</strong>voluzione con il tempo.<br />

Alcuni dati sui <strong>ca</strong>richi sostenibili e sui limiti di rottura. Nella tabella seguente<br />

vengono riportati i dati sperimentali sul <strong>ca</strong>rico lombare tra L3-L4 misurato<br />

<strong>in</strong> diverse condizioni posturali <strong>in</strong> un soggetto sano di 70 kg (Ottaviani,<br />

2000).<br />

postura Carico lombare (Kg)<br />

Sup<strong>in</strong>a 30<br />

Eretta 70<br />

Seduta senza supporto 100<br />

Flessione del tronco di 20° 120<br />

Flessione del tronco di 20° con 10 kg <strong>in</strong> mano 185<br />

Sollevamento di 20 kg con schiena dritta e g<strong>in</strong>occhia flesse 210<br />

Sollevamento di 20 kg con schiena dritta e g<strong>in</strong>occhia estese 340<br />

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I <strong>ca</strong>richi di rottura delle limitanti somatiche vengono riportati nella Circolare<br />

INAIL n. 81 del 2000 (INAIL, 2000). In questa circolare, dopo la illustrazione<br />

della attuale normativa (allegato VI al titolo V D.Lgs. 626/94) che prevede<br />

per la movimentazione dei <strong>ca</strong>richi un valore di peso limite di 30 kg per i<br />

maschi adulti (23 kg secondo il NIOSH - Waters e coll., 1993) e 20 kg per le<br />

donne adulte, vengono presentati dati della letteratura relativi ai <strong>ca</strong>richi di<br />

rottura e alle loro variazioni con l’età. Tali <strong>ca</strong>richi risultano essere <strong>in</strong> media di<br />

600-700 kg nei soggetti maschi di età <strong>in</strong>feriore ai 40 anni e di 400-500 kg per<br />

i soggetti maschi di età compresa tra i 40 e i 60 anni; nei soggetti di sesso<br />

femm<strong>in</strong>ile tali limiti di rottura sono stati stimati essere <strong>in</strong> media <strong>in</strong>feriori del<br />

17% rispetto ai maschi.<br />

3. RIFERIMENTI NORMATIVI<br />

F<strong>in</strong>o a poco tempo fa le norme <strong>in</strong> vigore non consideravano le patologie del<br />

rachide come possibili patologie professionali (per il dettaglio delle norme<br />

citate si veda l’allegato 1). In particolare non risultano tra le «Malattie professionali<br />

tabellate» di cui al DPR 336/1994.<br />

È ad <strong>in</strong>iziare dal D.Lgs 626/94 che la legislazione prende <strong>in</strong> considerazione<br />

le patologie del rachide ed alcuni rischi professionali ad esse correlate: <strong>in</strong><br />

particolare la movimentazione dei <strong>ca</strong>richi. Nell’articolo 47 del Titolo V viene<br />

data una def<strong>in</strong>izione della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi ed un accenno alle<br />

patologie connesse; l’allegato VI entra <strong>in</strong> dettaglio def<strong>in</strong>endo quali possono<br />

essere le <strong>ca</strong>use delle patologie da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi con riferimenti<br />

specifici alle patologie del rachide dorso-lombare; tali <strong>ca</strong>use possono essere<br />

legate alle <strong>ca</strong>ratteristiche dei <strong>ca</strong>richi, a particolari condizioni di lavoro, alla tipologia<br />

dello sforzo richiesto sia come <strong>in</strong>tensità che come frequenza e a fattori<br />

<strong>in</strong>dividuali.<br />

Successivamente il decreto 27 aprile 2004 riporta nella prima lista (malattie<br />

la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di elevata probabilità) le spondilodiscopatie e l’ernia<br />

dis<strong>ca</strong>le del rachide lombare come malattie da movimentazione manuale<br />

dei <strong>ca</strong>richi; nella seconda lista (malattie la cui orig<strong>in</strong>e professionale è di limitata<br />

probabilità) riporta le stesse patologie del rachide lombare come possibili<br />

conseguenze dell’esposizione a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo.<br />

Con una certa sorpresa va <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e notato come «L’elenco europeo delle malattie<br />

professionali» del settembre 2003 riporti solo nell’allegato II (elenco<br />

complementare le cui patologie potrebbero essere <strong>in</strong> futuro aggiunte all’allegato<br />

I e cioè l’elenco def<strong>in</strong>itivo delle malattie professionali) le discopatie dorsolombari<br />

da vibrazioni e gli strappi da super attività delle apofisi sp<strong>in</strong>ose.<br />

Nell’elenco europeo, qu<strong>in</strong>di, non si fa alcuna menzione delle patologie degenerative<br />

del rachide da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi, movimenti ripetuti e posture<br />

costrette.


4. ORIENTAMENTI DELL’INAIL<br />

NOTIZIARIO<br />

L’INAIL ha prodotto nel corso degli anni varie circolari e pubbli<strong>ca</strong>zioni sull’argomento.<br />

L’ultima circolare <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di tempo e che riassume l’attuale<br />

posizione dell’ente assicuratore è la «Circolare n. 25 del 15 aprile 2004» che<br />

ha per oggetto «Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità<br />

di trattazione delle pratiche» (INAIL, 2004).<br />

Si riportano i punti salienti.<br />

L’analisi dei <strong>ca</strong>si di patologie della colonna vertebrale denunciati all’INAIL<br />

permette di confermare che le più comuni attività lavorative da considerarsi<br />

a rischio, quando svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />

• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.);<br />

• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.);<br />

• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e altre<br />

strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti;<br />

• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />

costituisce l’attività prevalente.<br />

Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />

e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />

con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />

Per quanto riguarda specifi<strong>ca</strong>mente i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re<br />

ai f<strong>in</strong>i della valutazione, sono da preferire quelli riconosciuti <strong>in</strong> sede scientifi<strong>ca</strong><br />

a f<strong>in</strong>i prevenzionali, nei quali il rischio è descritto attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico<br />

(IR) [Indice di Rischio].<br />

Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i metodi di analisi:<br />

• NIOSH (1993), per l’analisi delle attività che comportano sollevamento di<br />

<strong>ca</strong>richi;<br />

• Snoock e Ciriello, per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azione di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta.<br />

Ai f<strong>in</strong>i della valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />

e assistenza dei pazienti ospedalizzati, utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono essere<br />

tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO.<br />

Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />

del rischio specifico secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.<br />

METODI NIOSH E SNOOK & CIRIELLO METODO MAPO<br />

Classe di Rischio Indice di Rischio (IR) Classe di Rischio Indice di Rischio (IR)<br />

Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1,5<br />

M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />

Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR 5<br />

Eccessivo IR 3<br />

Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale della malattia, i dati<br />

della letteratura nonché la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata consentono di ritenere compatibile<br />

un periodo di esposizione al rischio di almeno 5 anni per gli IR 3, se-<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

condo NIOSH e Snoock e Ciriello, e IR 5 secondo MAPO (<strong>in</strong>dici di rischio<br />

collo<strong>ca</strong>ti nella classe immediatamente <strong>in</strong>feriore assumono rilevanza <strong>in</strong> presenza<br />

di periodi di esposizione particolarmente prolungati).<br />

Sono da ritenere correlati al rischio di sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche lavorative<br />

i quadri con primitivo impegno da compressione dell’apparato <strong>in</strong>tervertebrale<br />

(ernie dis<strong>ca</strong>li e protrusioni dis<strong>ca</strong>li) associati o meno a spondilodiscoatrosi<br />

del tratto lombare.<br />

La sussistenza <strong>in</strong> soggetti esposti a rischio lavorativo di patologie preesistenti,<br />

congenite o acquisite (come, ad esempio, mar<strong>ca</strong>ti dismorfismi lungo i vari<br />

assi, spondilolisi e spondilolistesi, esiti post-traumatici, spondilite anchilosante,<br />

ecc.) deve <strong>in</strong>durre a massima <strong>ca</strong>utela nel riconoscimento della patologia<br />

lavoro-correlata.<br />

Per quanto attiene alle lo<strong>ca</strong>lizzazioni a <strong>ca</strong>rico degli altri distretti del rachide<br />

[diversi dal tratto lombare], allo stato non risultano <strong>in</strong> letteratura studi conclusivi<br />

che permettano di riconoscerne la natura professionale.<br />

5. LA VALUTAZIONE DEL NESSO DI CAUSA.<br />

ALCUNE CONSIDERAZIONI<br />

Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale delle malattie, esiste <strong>in</strong><br />

Italia un cosiddetto sistema misto: ac<strong>ca</strong>nto ad una specifi<strong>ca</strong> e dettagliata tabella<br />

(chiusa) di malattie professionali [<strong>in</strong> vigore il DPR 336/1994], comunque<br />

riconoscibili dall’istituto assicuratore (INAIL) purché ricorrano determ<strong>in</strong>ate<br />

circostanze di esposizione e di danno, vi è la possibilità di veder riconosciuta<br />

come professionale qualsiasi malattia <strong>in</strong> cui il lavoratore (con l’onere<br />

della prova a suo <strong>ca</strong>rico) ries<strong>ca</strong> a dimostrare che la specifi<strong>ca</strong> condizione di<br />

lavoro abbia agito come <strong>ca</strong>usa o con<strong>ca</strong>usa prem<strong>in</strong>ente (sentenza della Corte<br />

Costituzionale n. 179/88) (Occhip<strong>in</strong>ti e Colomb<strong>in</strong>i, 1996).<br />

In base all’attuale normativa le patologie degenerative del rachide di orig<strong>in</strong>e<br />

professionale rientrano qu<strong>in</strong>di tra le malattie non tabellate e pertanto con<br />

onere della prova a <strong>ca</strong>rico del lavoratore.<br />

A questo riguardo sarà <strong>in</strong>teressante valutare il comportamento dell’istituto assicuratore<br />

rispetto alla nuova tabella delle malattie professionali con obbligo di<br />

denuncia (il già citato decreto 27 aprile 2004), verifi<strong>ca</strong>ndo se l’<strong>in</strong>serimento (a<br />

vari gradi di evidenza scientifi<strong>ca</strong>) delle patologie del rachide da movimentazione<br />

manuale dei <strong>ca</strong>richi e da esposizione del corpo <strong>in</strong>tero a vibrazioni, possa<br />

comportare, ad esempio, un «iter» agevolato di riconoscimento di questi <strong>ca</strong>si.<br />

In base alla storia naturale delle patologie degenerative del rachide ed <strong>in</strong> base<br />

alle <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni contenute nelle circolari INAIL si può del<strong>in</strong>eare quali siano attualmente<br />

le condizioni, i profili lavorativi e di rischio che consentano il riconoscimento<br />

«facilitato» dell’eziologia professionale di una patologia del rachide da<br />

movimentazione dei <strong>ca</strong>richi. L’istituto assicuratore, pur trattandone <strong>in</strong> vari lavori<br />

e discutendone a convegni, non considera attualmente le lavorazioni con po-


NOTIZIARIO<br />

sture costrette per lungo tempo ed <strong>in</strong> posizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente non corrette<br />

possibili <strong>ca</strong>usa di patologie degenerative del rachide. Analogamente, l’INAIL<br />

non considera di orig<strong>in</strong>e professionale (<strong>in</strong>dipendentemente da una valutazione<br />

del rischio) le patologie che <strong>in</strong>teressano distretti diversi dal rachide lombare.<br />

Nel <strong>ca</strong>so della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi il profilo INAIL della malattia<br />

professionale «tipi<strong>ca</strong>» si <strong>ca</strong>ratterizza per essere una patologia a <strong>ca</strong>rico del solo<br />

rachide lombare, con <strong>in</strong>iziale <strong>in</strong>teressamento ed evidenza per una degenerazione<br />

del disco <strong>in</strong>tervertebrale, <strong>in</strong>sorto <strong>in</strong> soggetti di un’età <strong>in</strong>feriore ai 40-<br />

45 anni, <strong>in</strong> assenza di patologie preesistenti, con un’anzianità lavorativa di almeno<br />

5-6 anni per lavori di facch<strong>in</strong>aggio, magazz<strong>in</strong>aggio, di manovale edile<br />

con prevalente attività di movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, di ausiliario o<br />

<strong>in</strong>fermiere con mansioni di movimentazione assistita dei pazienti. Tali attività<br />

devono essere classifi<strong>ca</strong>te <strong>in</strong> classe di rischio eccessivo o elevato (a seconda<br />

dei modelli di <strong>ca</strong>lcolo utilizzati).<br />

Purtroppo la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> prevalente che si osserva nei nostri ambulatori riguarda<br />

un altro genere di persone e di storie lavorative. Si tratta, semplifi<strong>ca</strong>ndo,<br />

di lavoratori spesso del settore edile con una lunga storia lavorativa frammentata<br />

<strong>in</strong> numerosi imprese, di un’età superiore ai 50 anni con un’anzianità<br />

lavorativa spesso superiore ai 30 anni. Si presentano frequentemente a <strong>ca</strong>usa<br />

di un <strong>in</strong>fortunio diagnosti<strong>ca</strong>to come «lombalgia da sforzo» non riconosciuto<br />

dall’INAIL, <strong>in</strong> quanto gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato un quadro<br />

di artrosi vertebrale, con discopatie multiple a <strong>ca</strong>rico del tratto lombare<br />

e spesso cervi<strong>ca</strong>le, che, essendo preesistenti all’<strong>in</strong>fortunio, lo fanno considerare<br />

dall’istituto assicurativo come malattia comune. Una eventuale successiva<br />

denuncia di malattia professionale esita di solito negativamente <strong>in</strong> quanto,<br />

secondo l’INAIL, non è dimostrabile il nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />

Il contrasto tra gli orientamenti dell’INAIL, troppo selettivi e che escludono<br />

dal riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale della patologia del rachide la<br />

stragrande maggioranza dei lavoratori esposti al rischio, e quanto si osserva<br />

quotidianamente pone alcuni <strong>in</strong>terrogativi sulla validità dei criteri emersi e<br />

più <strong>in</strong> generale su come si debba affrontare la valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />

5.1. Valutazione del rischio lavorativo<br />

Da qualche tempo rientra nelle l<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>dirizzo dell’INAIL l’utilizzo di modelli<br />

di previsione del rischio e del danno nella valutazione di s<strong>in</strong>goli <strong>ca</strong>si.<br />

Tale orientamento non risulta a nostro avviso accettabile per una serie di<br />

motivi. Per l’argomento <strong>in</strong> questione i motivi essenziali sono:<br />

1. questi modelli sono stati sviluppati a scopi di prevenzione dei rischi, da utilizzare<br />

qu<strong>in</strong>di per l’analisi e organizzazione di l<strong>in</strong>ee di lavoro «sicure» <strong>in</strong> sé,<br />

ovvero per modifi<strong>ca</strong>re certe fasi di lavoro che sono state <strong>in</strong>dividuate come particolarmente<br />

rischiose;<br />

2. <strong>in</strong> questi modelli (con esplicito riferimento al modello NIOSH, il più comunemente<br />

accettato) il fattore umano, <strong>in</strong>teso come ad esempio <strong>ca</strong>ratteristiche<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

antropometriche, età, condizioni fisiche generali, non viene sostanzialmente<br />

considerato;<br />

3. questi modelli non sono appli<strong>ca</strong>bili nella prevalenza dei <strong>ca</strong>si trattati perché la<br />

maggioranza delle mansioni a rischio per malattie del rachide non possono<br />

essere standardizzate come richiesto dal modello;<br />

4. esiste spesso, come noto da tempo <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a del lavoro, una sostanziale differenza<br />

tra l’organizzazione formale (come ad esempio riportata nei documenti<br />

di valutazione dei rischi con annessa appli<strong>ca</strong>zione dei modelli previsionali) e<br />

l’organizzazione sostanziale del lavoro, quell’organizzazione che si danno i lavoratori<br />

<strong>in</strong> base all’esperienza acquisita e alle esigenze di produzione;<br />

5. i modelli potrebbero eventualmente essere utilizzati con il dettaglio richiesto<br />

nell’analisi delle mansioni attuali, qualora ripetitive (esempio <strong>ca</strong>tena di<br />

montaggio), ma non sono certamente appli<strong>ca</strong>bili a situazioni di lavoro pregresso<br />

(spesso aziende non più esistenti, condizioni di lavoro molto differenti<br />

le une dalle altre), ovvero nel <strong>ca</strong>so dei lavoratori pre<strong>ca</strong>ri a contratto a<br />

term<strong>in</strong>e/temporaneo che solitamente hanno svolto dec<strong>in</strong>e di attività differenti<br />

ognuna della durata di pochi mesi nel corso degli anni.<br />

Lo stesso allegato VI al titolo V del D.Lgs. 626/94 (al quale si rimanda) <strong>in</strong>di<strong>ca</strong><br />

con chiarezza come la valutazione del rischio è il risultato dell’analisi dei<br />

fattori legati alla mansione lavorativa, alle <strong>ca</strong>ratteristiche dell’ambiente di lavoro<br />

e alle <strong>ca</strong>ratteristiche dell’<strong>in</strong>dividuo.<br />

Pertanto l’analisi del rischio lavorativo, al f<strong>in</strong>e del riconoscimento del nesso di<br />

<strong>ca</strong>usa, deve basarsi <strong>in</strong>nanzitutto su di un’accurata anamnesi lavorativa, che<br />

evidenzi nel maggior dettaglio possibile le <strong>ca</strong>ratteristiche del lavoro svolto, le<br />

condizioni ambientali <strong>in</strong> cui questo è stato svolto (esempio presenza di condizioni<br />

climatiche e/o microclimatiche sfavorevoli), le ore quotidiane di lavoro,<br />

le pause, la tipologia del <strong>ca</strong>richi da movimentare. A questo proposito si deve<br />

ricordare, ad esempio, come prima dell’<strong>in</strong>troduzione del D.Lgs 626/94 il peso<br />

standard dei sacchi di materiali utilizzati a vario titolo nella produzione <strong>in</strong>dustriale,<br />

così come nel <strong>ca</strong>so dei sacchi di cemento, era di 50 kg.<br />

Alto aspetto importante è una valutazione, qualora possibile, delle <strong>ca</strong>ratteristiche<br />

della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi <strong>in</strong> rapporto all’età del lavoratore, tenendo<br />

<strong>in</strong> considerazione come con l’età ci sia una progressiva riduzione della<br />

<strong>ca</strong>pacità/resistenza del rachide a «sopportare <strong>in</strong> modo non traumatico» le<br />

forze che su esso si appli<strong>ca</strong>no. A tale proposito è signifi<strong>ca</strong>tivo ricordare<br />

quanto riportato dall’INAIL (INAIL, 2000) sulla riduzione di cir<strong>ca</strong> il 30%<br />

della resistenza del rachide ai <strong>ca</strong>richi di rottura per la classe di età 40-60 anni<br />

rispetto alla classe <strong>in</strong>feriore (qu<strong>in</strong>di anche il limite massimo di 30 kg dovrebbe<br />

forse essere abbassato a 21 kg per questi lavoratori?).<br />

5.2 Storia della malattia e quadro cl<strong>in</strong>ico<br />

È il secondo elemento da considerare nella valutazione del nesso <strong>ca</strong>usa. Si deve<br />

valutare prioritariamente la congruenza tra la storia, le <strong>ca</strong>ratteristiche della<br />

malattia e la storia lavorativa. A tale proposito sembra ragionevole, se non per


NOTIZIARIO<br />

<strong>ca</strong>si particolari (ad esempio per i soggetti ipersuscettibili), considerare, come<br />

<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to dall’INAIL, elemento <strong>ca</strong>ratteristico per una malattia professionale del<br />

rachide da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi un periodo di latenza di almeno 5 anni<br />

tra l’<strong>in</strong>izio dell’esposizione al rischio e l’<strong>in</strong>sorgenza della malattia.<br />

Inoltre, <strong>in</strong> considerazione della patogenesi delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico (e da posture protratte e non ergonomiche), la patologia del<br />

rachide deve <strong>in</strong>teressare <strong>in</strong> modo signifi<strong>ca</strong>tivo i dischi <strong>in</strong>tervertebrali (disidratazione,<br />

protrusione, ernie). L’assenza di questo elemento potrebbe consentire<br />

di escludere la genesi professionale della malattia stessa.<br />

Risulta altresì importante andare a ricer<strong>ca</strong>re altri segni cl<strong>in</strong>ici di una «usura»<br />

dell’organismo da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi, quale ulteriore conferma della<br />

genesi professionale della malattia, cioè della signifi<strong>ca</strong>tiva esposizione al rischio.<br />

In base alle nostre <strong>ca</strong>sistiche non è <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>frequente il riscontro contemporaneo<br />

di altre patologie correlabili al tipo di attività svolta, come segni<br />

complessivi di un sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico a vari livelli dell’organismo. Ad<br />

esempio è frequentemente riscontrabile negli addetti da tempo alla movimentazione<br />

dei <strong>ca</strong>richi la coesistenza di patologie a <strong>ca</strong>rico della cuffia dei rotatori<br />

e/o di discoartrosi a <strong>ca</strong>rico del rachide cervi<strong>ca</strong>le e/o dorsale. Si segnala,<br />

<strong>in</strong>oltre, il <strong>ca</strong>so di un lavoratore di 35 anni che doveva movimentare <strong>ca</strong>richi<br />

pesanti su lunghe distanze. Nel suo <strong>ca</strong>so, oltre a una artrosi lombare con<br />

numerose protrusioni dis<strong>ca</strong>li, è stata rilevata una meniscopatia bilaterale associata<br />

ad <strong>in</strong>iziali segni radiologici di gonartrosi.<br />

Inf<strong>in</strong>e, l’analisi della storia cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> deve estendersi ad <strong>in</strong>dagare la possibile<br />

esistenza <strong>in</strong> anamnesi patologi<strong>ca</strong> di episodi (trattati come <strong>in</strong>fortuni o malattia)<br />

di lombalgie da sforzo, o la presenza di lesioni del tend<strong>in</strong>e del <strong>ca</strong>po lungo<br />

del bicipite omerale (anche questi segni <strong>in</strong>diretti, ma signifi<strong>ca</strong>tivi, di un<br />

importante impegno funzionale nella movimentazione dei <strong>ca</strong>richi).<br />

Un nuovo parametro di valutazione del rischio che potrebbe forse essere<br />

utilmente impiegato (e al quale fa <strong>in</strong>diretto riferimento l’allegato VI al titolo<br />

V del D.Lgs. 626/94 quando parla di sforzo fisico eccessivo come rischio per<br />

le patologie dorso lombari) è la misurazione della fati<strong>ca</strong> fisi<strong>ca</strong> secondo le <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni<br />

ad esempio di Casula e Meloni (1993) ai quali si rimanda. Questo<br />

elemento potrebbe risultare di particolare importanza <strong>in</strong> quanto fattore di<br />

s<strong>in</strong>tesi tra la mansione svolta e le <strong>ca</strong>ratteristiche <strong>in</strong>dividuali.<br />

Un esempio: <strong>in</strong> una pubbli<strong>ca</strong>zione di Colomb<strong>in</strong>i e coll. (2000) viene riportata<br />

una tabella che <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> i pesi massimi sollevabili <strong>in</strong> rapporto alla frequenza<br />

di sollevamento. Considerando la condizione media si rileva come un soggetto<br />

di sesso maschile possa sollevare con la frequenza di 1 volta al m<strong>in</strong>uto<br />

un peso massimo di 15 kg. Tale dato sta ad <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>re come possa essere considerato<br />

accettabile sollevare quotidianamente un peso complessivo di cir<strong>ca</strong> 7<br />

tonnellate diluito nell’arco del turno di lavoro. A tale proposito risulta evidente<br />

che la fati<strong>ca</strong> che comporta tale attività per l’organismo nel suo com-<br />

IN<br />

CA<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

plesso (apparato muscoscheletrico, <strong>ca</strong>rdiocircolatorio, respiratorio, ecc.), oltre<br />

che per le sollecitazioni sul rachide, può variare <strong>in</strong> modo signifi<strong>ca</strong>tivo <strong>in</strong><br />

base alle <strong>ca</strong>ratteristiche antropometriche, alla distribuzione/rappresentazione<br />

delle masse muscolari e all’età dell’<strong>in</strong>dividuo. Pertanto da un’analisi sulla<br />

fati<strong>ca</strong> accusata (ad esempio per il <strong>ca</strong>so citato, probabilmente non signifi<strong>ca</strong>tiva<br />

<strong>in</strong> un ventenne che prati<strong>ca</strong> sport ed <strong>in</strong>vece rilevante <strong>in</strong> un «normale c<strong>in</strong>quantenne»),<br />

si potrebbero trarre ulteriori utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni sull’azione usurante<br />

o meno del lavoro, tenendo <strong>in</strong> considerazione che il target di questo rischio<br />

è rappresentato pr<strong>in</strong>cipalmente dalla colonna vertebrale.<br />

5.3 Fattori extraprofessionali: preesistenze e fattori costituzionali<br />

È argomento centrale della discussione <strong>in</strong> quanto, tranne che per i rari <strong>ca</strong>si<br />

di patologie del rachide <strong>in</strong>sorte <strong>in</strong> età relativamente giovane, la gran parte<br />

dei <strong>ca</strong>si da noi trattati riguardano persone per le quali è ragionevole presumere<br />

che alla «naturale» storia <strong>in</strong>volutiva delle strutture del rachide (che a<br />

sua volta può essere stata <strong>in</strong>fluenzata da fattori costituzionali/extraprofessionali)<br />

si è venuta a sovrapporre l’azione lesiva della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi.<br />

Come detto, l’INAIL ha dato <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni particolarmente restrittive per<br />

la trattazione dei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui siano documentati fattori extraprofessionali.<br />

A tale proposito vorrei ricordare una recente sentenza della Corte di Cassazione<br />

(Cassazione, Sezione Lavoro, 21 gennaio 1998, n. 535) che argomenta:<br />

«In tema di assicurazione contro le malattie professionali ove l’<strong>in</strong>fermità <strong>in</strong>validante<br />

derivi da fattori concorrenti di natura sia professionale che extraprofessionale,<br />

trova appli<strong>ca</strong>zione il pr<strong>in</strong>cipio di equivalenza <strong>ca</strong>usale stabilito <strong>in</strong> materia<br />

penale dall’art. 41 c.p.; pertanto, a ciascuno di detti fattori deve riconoscersi<br />

effi<strong>ca</strong>cia <strong>ca</strong>usativa dell’evento, a meno che uno di essi assuma <strong>ca</strong>rattere di <strong>ca</strong>usa<br />

efficiente esclusiva. Inoltre, il rischio di malattia derivante da naturale predisposizione<br />

non vale ad escludere del tutto il rischio professionale <strong>in</strong> quanto un<br />

ruolo di con<strong>ca</strong>usa va attribuito anche ad un m<strong>in</strong>imo fattore di accelerazione o<br />

aggravamento, ove si riconos<strong>ca</strong> l’<strong>in</strong>cidenza lavorativa».<br />

La sentenza della Corte di Cassazione, alla luce della patologia di cui si sta<br />

trattando, consente di affermare che qualora venga dimostrato che un lavoratore<br />

ha svolto per un congruo periodo di tempo un’attività che ha comportato<br />

una signifi<strong>ca</strong>tiva movimentazione di <strong>ca</strong>richi, il quadro cl<strong>in</strong>ico riscontrato<br />

debba essere considerato (<strong>in</strong> presenza di fattori extraprofessionali) la<br />

conseguenza dell’agire dei due fattori e per entrambi deve essere riconosciuta<br />

«effi<strong>ca</strong>cia <strong>ca</strong>usativa dell’evento».<br />

La sentenza va oltre e <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> come anche <strong>in</strong> presenza di una «naturale predisposizione»<br />

(si consider<strong>in</strong>o ad esempio le patologie che contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>no la<br />

movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, elen<strong>ca</strong>te, ad esempio, nella tabella seguente<br />

tratta da Colomb<strong>in</strong>i e Occhip<strong>in</strong>ti, 1996) questa non annulla, di fatto,<br />

il nesso <strong>ca</strong>usale, qualora si dimostri che il lavoro svolto ha <strong>ca</strong>usato un’accelerazione<br />

del naturale corso della malattia, ovvero ha <strong>ca</strong>usato un aggravamento<br />

della malattia stessa.


Contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni alla movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />

- ernia dis<strong>ca</strong>le <strong>in</strong> atto con compressione radicolare<br />

- ernia dis<strong>ca</strong>le: protrusione senza <strong>in</strong>teressamento radicolare<br />

- ernia dis<strong>ca</strong>le ridotta chirurgi<strong>ca</strong>mente<br />

- discopatia lombare grave<br />

- stenosi del <strong>ca</strong>nale con o senza compromissione radicolare<br />

- spondilolistesi (I grado e oltre)<br />

- s<strong>in</strong>drome di Klippel-Feil [s<strong>in</strong>ostosi rachide cervi<strong>ca</strong>le]<br />

- scoliosi oltre i 20° Cobb (<strong>in</strong> funzione di torsione vertebrale)<br />

- morbo di Sheuermann [osteocondrosi vertebrale giovanile]<br />

- <strong>in</strong>stabilità vertebrale medio-grave<br />

- lesioni della struttura ossea e articolare di natura distruttiva o neoformativa<br />

(osteoporosi grave, angioma vertebrale ecc.)<br />

- spondilite anchilosante e altre forme <strong>in</strong>fiammatorie<br />

- <strong>in</strong>versione lordosi lombare con discopatia<br />

NOTIZIARIO<br />

A questo proposito vorrei presentare due <strong>ca</strong>si come spunti di discussione:<br />

1. Ausiliaria dell’assistenza di persone non autosufficienti<br />

Donna di anni 60, svolge dal 1988 la sua attività presso una <strong>ca</strong>sa di riposo<br />

per non autosufficienti. Precedenti anamnestici non signifi<strong>ca</strong>tivi.<br />

Da «sempre» donna obesa, attualmente alta cir<strong>ca</strong> 1,60 per 86 kg.<br />

La sua mansione quotidiana comporta la mobilizzazione, senza ausili, di 10-<br />

12 ospiti allettati con un peso medio superiore ai 50 kg. Il sollevamento di<br />

un paziente comporta che lo stesso afferri l’ASA con le due mani dietro la<br />

nu<strong>ca</strong>, mentre la stessa ch<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> avanti lo prende sotto le ascelle dietro le<br />

spalle, qu<strong>in</strong>di facendo forza sulla regione cervi<strong>ca</strong>le e lombare la persona viene<br />

sollevata. Operazione analoga ma contraria viene svolta quando la persona<br />

deve essere cori<strong>ca</strong>ta.<br />

A questa rout<strong>in</strong>e deve essere aggiunta la frequente mobilizzazione/assistenza<br />

dei pazienti quando vengono lavati ovvero usufruiscono dei servizi igienici;<br />

anche <strong>in</strong> queste condizioni l’operatore deve solitamente prendere posizione<br />

con la schiena ch<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> avanti e fare forza soprattutto sul tratto lombare.<br />

I primi disturbi nel 1996 (dopo 8 anni dall’<strong>in</strong>izio dell’attività) sottoforma di<br />

una lombosciatalgia destra.<br />

Nel 1997 diagnosi di ernia dis<strong>ca</strong>le L5-S1, sottoposta ad <strong>in</strong>tervento.<br />

Nel 1998 poco dopo la ripresa dell’attività lavorativa <strong>in</strong>iziava a manifestare<br />

nuovamente lombosciatalgia e successivamente cervicobrachialgie accompagnate<br />

da episodi vertig<strong>in</strong>osi. Cont<strong>in</strong>uava <strong>in</strong> ogni <strong>ca</strong>so la sua attività.<br />

Una RM lombosacrale del 2001 evidenziava un signifi<strong>ca</strong>tivo peggioramento<br />

rispetto al 1997; <strong>in</strong> particolare si rilevava un importante quadro degenerativo<br />

spondiloartrosico con protrusione circonferenziale dei dischi <strong>in</strong>tervertebrali<br />

«come da sfian<strong>ca</strong>mento dell’anulus fibroso».<br />

Una domanda di malattia professionale del 2000 veniva resp<strong>in</strong>ta dall’INAIL<br />

(senza motivazioni) nel 2001. Una collegiale medi<strong>ca</strong> del 2002 veniva chiusa<br />

<strong>in</strong> disaccordo (secondo l’INAIL il fattore determ<strong>in</strong>ate esclusivo era l’obesità).<br />

In sede di CTU nel 2003 veniva data ragione alla lavoratrice riconoscendo<br />

la malattia professionale (l’INAIL non opponeva appello).<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

2. Magazz<strong>in</strong>iere azienda tessile<br />

Uomo di 39 anni dipendente di una tessitura (dal 1990) con mansioni di magazz<strong>in</strong>iere<br />

e di manutentore dei telai.<br />

Precedenti anamnestici non signifi<strong>ca</strong>tivi.<br />

F<strong>in</strong>o al 1999 la sua attività comportava la frequente e quotidiana movimentazione<br />

manuale di pezze di tessuto (peso massimo 30 kg) e di s<strong>ca</strong>tole di cotone<br />

(peso massimo 55/60 kg). Non è stato possibile def<strong>in</strong>ire una media giornaliera<br />

trattandosi di oscillazioni tra le 10 s<strong>ca</strong>tole e/o pezze f<strong>in</strong>o a un massimo<br />

di 100. Successivamente tale attività è stata svolta solo oc<strong>ca</strong>sionalmente.<br />

Dal 1996 ha <strong>in</strong>iziato ad accusare dolori <strong>in</strong> regione lombare che si sono aggravati<br />

nel tempo f<strong>in</strong>o a diventare cont<strong>in</strong>ui ed <strong>in</strong>tensi e a <strong>ca</strong>usare importanti limitazioni<br />

funzionali della colonna.<br />

Accertamenti strumentali eseguiti nel corso degli anni hanno evidenziato degenerazioni<br />

a <strong>ca</strong>rico di alcuni dischi <strong>in</strong>tervertebrali con note osteosclerotiche<br />

di alcune limitanti marg<strong>in</strong>o somatiche.<br />

Nel 2002 viene redatto il certifi<strong>ca</strong>to di malattia professionale, resp<strong>in</strong>to dall’INAIL<br />

per man<strong>ca</strong>nza di nesso <strong>ca</strong>usale. In sede di collegiale viene mostrato<br />

lo stralcio di una consulenza specialisti<strong>ca</strong> che si chiude con la negazione<br />

della patologia professionale. La motivazione recita:<br />

«Il soggetto sembra esposto a movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi; i pesi<br />

movimentati superano <strong>in</strong>fatti il limite massimo evidenziato nel titolo 5° del<br />

D.Lgs. 626/94.<br />

«Non si ritiene opportuno però approfondire lo studio dell’esposizione <strong>in</strong><br />

quanto la patologia presentata al rachide, risultato della RM [non si fa riferimento<br />

a quale esame e non si fa riferimento alla documentazione allegata<br />

dal lavoratore] depone per una patologia degenerativa non ancora nettamente<br />

correlabile al lavoro… In tale sede si parla di una protrusione anulare<br />

<strong>in</strong> sede di L1-L2 con appuntimento degli spigoli marg<strong>in</strong>o<br />

somatici…qu<strong>in</strong>di si tratta di una <strong>in</strong>iziale protrusione dis<strong>ca</strong>le che non comprime<br />

le radici (di fatto una discopatia)… Esiste <strong>in</strong>vece associata una riduzione<br />

del diametro del <strong>ca</strong>nale midollare… questa alterazione congenita rende<br />

il soggetto ipersuscettibile a problemi lombosacrali…».<br />

In base a questo esito l’INAIL nega l’esistenza del nesso di <strong>ca</strong>usa; la collegiale<br />

si chiude <strong>in</strong> disaccordo e viene nel contempo attivata dal lavoratore<br />

attraverso il Patronato l’azione legale per il riconoscimento della malattia<br />

professionale.<br />

6. PATOLOGIE DEL RACHIDE DA POSTURE COSTRETTE<br />

Le patologie del rachide da postura costretta e prolungata, <strong>in</strong> condizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente<br />

non corrette, sono patologie professionali di fatto misconosciute:<br />

esistono i presupposti fisiopatologici (degenerazione del disco <strong>in</strong>tervertebrale<br />

da <strong>in</strong>terferenze sui processi di nutrizione), se ne fa accenno nel D.Lgs.<br />

626/94 <strong>in</strong> riferimento al lavoro ai VDT, vengono trattate nei testi classici di<br />

Medic<strong>in</strong>a del Lavoro, sono presenti nelle pubbli<strong>ca</strong>zioni curate dell’INAIL


(esempio Ottaviani, 2000), sono state <strong>in</strong>dividuate le attività maggiormente a<br />

rischio (si veda la tabella successiva tratta da Occhip<strong>in</strong>ti e Colomb<strong>in</strong>i, 1996).<br />

Seppur si sia di fronte a una concordanza di elementi, almeno per i <strong>ca</strong>si da<br />

noi trattati c’è stata la sistemati<strong>ca</strong> negazione del riconoscimento della malattia<br />

professionale da parte dell’INAIL.<br />

Fissità posturale: contesti lavorativi di più frequente riscontro<br />

- lavoro <strong>in</strong> <strong>ca</strong>tena di montaggio<br />

- microassemblaggi e micromontaggi<br />

- confezionamento <strong>in</strong>dumenti (es. cucito o stiro)<br />

- dattilografia e word-process<strong>in</strong>g<br />

- data-entry mediante unità video<br />

- guida professionale di automezzi (vibrazioni e postura)<br />

Anche a questo proposito si illustra un <strong>ca</strong>so esemplifi<strong>ca</strong>tivo.<br />

NOTIZIARIO<br />

3. Cucitrice a cottimo<br />

Donna ora di 42 anni, ha svolto dall’età di 21 anni per cir<strong>ca</strong> 20 anni l’attività<br />

a cottimo di cucitrice di boxer per uomo (il cottimo veniva pagato cucendo<br />

più di 180 boxer al giorno), sempre presso la stessa azienda artigiana. Lo<br />

scorso anno è stata licenziata <strong>in</strong> seguito alle prolungate assenze <strong>ca</strong>usate dalla<br />

patologia di cui soffre (superamento del periodo di «comporto»).<br />

La posizione di lavoro imponeva una costante pronunciata flessione anteriore<br />

della colonna dorsale e cervi<strong>ca</strong>le senza appoggio fisso degli arti superiori<br />

al piano di lavoro. F<strong>in</strong>o al 1999 la postazione di lavoro non era certamente<br />

ergonomi<strong>ca</strong> (piano di lavoro troppo basso); da allora sono stati <strong>in</strong>trodotti degli<br />

sgabelli che potevano essere regolati <strong>in</strong> altezza, senza però assicurare appoggio.<br />

Lavorava a giornata con orario di lavoro di 8 ore; 50 m<strong>in</strong>uti di pausa<br />

a mezzogiorno e una pausa di 10 m<strong>in</strong>uti a metà matt<strong>in</strong>a e metà pomeriggio<br />

(date le condizioni ambientali le pause venivano cronometrate).<br />

A distanza di cir<strong>ca</strong> 10 anni dall’<strong>in</strong>izio dell’attività lavorativa ha <strong>in</strong>iziato ad accusare<br />

forti dolori a livello del rachide lo<strong>ca</strong>lizzati prevalentemente <strong>in</strong> regione<br />

cervi<strong>ca</strong>le e dorsale (<strong>in</strong> precedenza accusava contratture muscolari con senso<br />

di bruciore che passavano con periodici cicli di massoterapia). Dato il progredire<br />

dei s<strong>in</strong>tomi si sottopose nel corso degli anni ’90 ad <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sempre<br />

più approfondite. L’attuale quadro cl<strong>in</strong>ico si <strong>ca</strong>ratterizza per una mar<strong>ca</strong>ta<br />

rettil<strong>in</strong>eizzazione (anamnesi patologi<strong>ca</strong> remota negativa per fattori extraprofessionali)<br />

del rachide cervi<strong>ca</strong>le con degenerazioni multiple a <strong>ca</strong>rico dei dischi<br />

<strong>in</strong>tervertebrali (accompagnati da alcune protrusioni dis<strong>ca</strong>li, non ernie)<br />

ed un quadro radiologico che evidenzia una signifi<strong>ca</strong>tiva riduzione degli spazi<br />

<strong>in</strong>tersomatici a più livelli con osteofiti rappresentati soprattutto a <strong>ca</strong>rico<br />

del tratto f<strong>in</strong>ale del rachide cervi<strong>ca</strong>le. Tale quadro presente <strong>in</strong> una donna di<br />

42 anni con anamnesi muta per preesistenze o fattori costituzionali eventualmente<br />

con<strong>ca</strong>usali.<br />

Denuncia di malattia professionale presentata nel 2002 e resp<strong>in</strong>ta dall’INAIL<br />

per assenza del nesso di <strong>ca</strong>usa. Collegiale medi<strong>ca</strong> discorde nel 2003. Attivato<br />

contenzioso legale.<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Storia analoga e sovrapponibile f<strong>in</strong>o ai m<strong>in</strong>imi dettagli (anche il licenziamento)<br />

è ac<strong>ca</strong>duta nella stessa azienda artigiana ad una lavoratrice con un’età di<br />

cir<strong>ca</strong> 15 anni superiore; anche questo <strong>ca</strong>so chiuso negativamente dall’INAIL<br />

per assenza del nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />

7. CONCLUSIONI<br />

Come mi ripete spesso un amico «Se cerchi bene, scopri che è già stato scritto».<br />

Volutamente <strong>in</strong> questo lavoro si è fatto pr<strong>in</strong>cipalmente riferimento a<br />

quanto riportato nei testi classici di medic<strong>in</strong>a del lavoro e di cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> ortopedi<strong>ca</strong>,<br />

alle normative vigenti, alle l<strong>in</strong>ee guida riportate dalle circolari INAIL, così<br />

come a pubbli<strong>ca</strong>zioni dello stesso ente assicuratore. Ad altri il compito di<br />

analizzare la letteratura scientifi<strong>ca</strong> allo scopo di presentare dati epidemiologici<br />

aggiornati sulla prevalenza delle patologie del rachide nella popolazione<br />

generale ed <strong>in</strong> particolari classi di rischio. Attraverso l’analisi di questi risultati<br />

la possibilità di ampliare lo spettro delle cosiddette malattie tabellate.<br />

I rischi accertati per poter <strong>ca</strong>usare una patologia degenerativa del rachide di<br />

orig<strong>in</strong>e professionale (a partenza dai dischi <strong>in</strong>tervertebrali – elemento patognomonico<br />

e <strong>in</strong> qualche misura discrim<strong>in</strong>ante rispetto ad altre forme o orig<strong>in</strong>i)<br />

sono da ricondurre alla movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, all’esposizione<br />

del corpo <strong>in</strong>tero alle vibrazioni, alle posture costrette <strong>in</strong> posizioni spesso<br />

non ergonomiche e ai movimenti ripetuti ad alta frequenza di flessoestensione<br />

e rotazione. Il limitare al tratto lombare (come da <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni dell’INAIL)<br />

la lo<strong>ca</strong>lizzazione di tali patologie, appare quasi un artificio data la<br />

complessità strutturale della colonna vertebrale, le <strong>in</strong>terconnessioni funzionali<br />

tra i vari tratti e data la variabilità delle mansioni e dei relativi rischi per<br />

il rachide; a tale proposito anche il D.Lgs. 626/94 fa esplicito riferimento a<br />

patologie del rachide dorso-lombare come possibili effetti della movimentazione<br />

manuale dei <strong>ca</strong>richi.<br />

Come spero di aver chiarito <strong>in</strong> questo lavoro ogni <strong>ca</strong>so, ogni <strong>in</strong>dividuo, ogni<br />

storia è una cosa a sé stante che deve essere analizzata <strong>in</strong> modo molto dettagliato<br />

e valutata attraverso i criteri propri della medic<strong>in</strong>a del lavoro e della<br />

medic<strong>in</strong>a legale. Il tentativo di semplifi<strong>ca</strong>re l’iter diagnostico di una malattia<br />

professionale attraverso, ad esempio, l’uso di modelli di valutazione previsionale<br />

del rischio, al di là delle critiche espresse e dei limiti anche concettuali<br />

che ciò comporta, provo<strong>ca</strong> una grande discrim<strong>in</strong>azione, negando il diritto al<br />

riconoscimento della malattia professionale alla maggioranza dei lavoratori<br />

esposti al rischio e che a <strong>ca</strong>usa di esso si sono ammalati o hanno avuto un signifi<strong>ca</strong>tivo<br />

aggravarsi di patologie preesistenti.<br />

Queste considerazioni valgono, a maggior ragione, nei soggetti ipersuscettibili<br />

alla movimentazione dei <strong>ca</strong>richi <strong>in</strong> quanto affetti da patologie o da fattori<br />

costituzionali, che possono <strong>ca</strong>usare la comparsa di una malattia degenerativa<br />

del rachide (o un signifi<strong>ca</strong>tivo aggravamento di una patologia preesistente)<br />

per livelli di esposizione al rischio ritenuti bassi o «accettabili».


BIBLIOGRAFIA<br />

NOTIZIARIO<br />

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sicurezza sui luoghi di lavoro».<br />

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microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle pratiche. Circolare n. 81<br />

del 27 dicembre 2000.<br />

INAIL (2004), Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di<br />

trattazione delle pratiche. Circolare n. 25 del 15 aprile 2004.<br />

Morlacchi, C., Manc<strong>in</strong>i, A. (1977), Cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> ortopedi<strong>ca</strong>. Picc<strong>in</strong> Editore.<br />

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Ottaviani, O. (2000), Le spondiloartropatie del rachide dorso-lombare come<br />

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IN<br />

CA<br />

33<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Allegato 1 - Norme <strong>in</strong> vigore<br />

DPR 30 giugno 1965, n. 1124 – Testo unico delle disposizioni per<br />

l’assicurazione obbligatoria contro gli <strong>in</strong>fortuni e le malattie professionali.<br />

Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />

DPR 13 aprile 1994, n. 336 – Nuova tabella delle malattie professionali<br />

nell’<strong>in</strong>dustria e agricoltura.<br />

Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />

D.LGS. 626/1994<br />

Articolo 47<br />

Campo di appli<strong>ca</strong>zione<br />

1. Le norme del presente titolo si appli<strong>ca</strong>no alle attività che comportano la<br />

movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi con rischi, tra l’altro, di lesioni dorso-lombari<br />

per i lavoratori durante il lavoro.<br />

2. Si <strong>in</strong>tendono per:<br />

a) movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi: le operazioni di trasporto o di sostegno<br />

di un <strong>ca</strong>rico a opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del<br />

sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, portare o spostare un <strong>ca</strong>rico che, per le<br />

loro <strong>ca</strong>ratteristiche o <strong>in</strong> conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli,<br />

comport<strong>in</strong>o tra l’altro rischi di lesioni dorso-lombari;<br />

b) lesioni dorso-lombari: lesioni a <strong>ca</strong>rico delle strutture osteomiotend<strong>in</strong>ee<br />

e nerveovascolari a livello dorso-lombare.<br />

Allegato VI – Elementi di riferimento – Fattori <strong>in</strong>dividuali<br />

Elementi di riferimento<br />

1. Caratteristiche del <strong>ca</strong>rico.<br />

La movimentazione manuale di un <strong>ca</strong>rico può costituire un rischio tra l’altro<br />

dorso-lombare nei <strong>ca</strong>si seguenti:<br />

• il <strong>ca</strong>rico è troppo pesante (kg 30);<br />

• è <strong>in</strong>gombrante o difficile da afferrare;<br />

• è <strong>in</strong> equilibrio <strong>in</strong>stabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;<br />

• è collo<strong>ca</strong>to <strong>in</strong> una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad<br />

una certa distanza dal tronco o con una torsione o <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del tronco;<br />

• può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni<br />

per il lavoratore, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di urto.<br />

2. Sforzo fisico richiesto.<br />

Lo sforzo fisico può presentare un rischio tra l’altro dorso-lombare nei seguenti<br />

<strong>ca</strong>si:<br />

• è eccessivo;<br />

• può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;<br />

• può comportare un movimento brusco del <strong>ca</strong>rico;<br />

• è compiuto col corpo <strong>in</strong> posizione <strong>in</strong>stabile.


NOTIZIARIO<br />

3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro.<br />

Le <strong>ca</strong>ratteristiche dell’ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di<br />

rischio tra l’altro dorso-lombare nei seguenti <strong>ca</strong>si:<br />

• lo spazio libero, <strong>in</strong> particolare verti<strong>ca</strong>le, è <strong>in</strong>sufficiente per lo svolgimento<br />

dell’attività richiesta;<br />

• il pavimento è <strong>in</strong>eguale, qu<strong>in</strong>di presenta rischi di <strong>in</strong>ciampo o di scivolamento<br />

per le s<strong>ca</strong>rpe <strong>ca</strong>lzate dal lavoratore;<br />

• il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione<br />

manuale dei <strong>ca</strong>richi a un’altezza di sicurezza o <strong>in</strong> buona posizione;<br />

• il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che impli<strong>ca</strong>no la manipolazione<br />

del <strong>ca</strong>rico a livelli diversi;<br />

• il pavimento o il punto di appoggio sono <strong>in</strong>stabili;<br />

• la temperatura, l’umidità o la circolazione dell’aria sono <strong>in</strong>adeguate.<br />

4. Esigenze connesse all’attività.<br />

L’attività può comportare un rischio tra l’altro dorso-lombare se comporta<br />

una o più delle seguenti esigenze:<br />

• sforzi fisici che sollecitano <strong>in</strong> particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti<br />

o troppo prolungati;<br />

• periodo di riposo fisiologico o di recupero <strong>in</strong>sufficiente;<br />

• distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;<br />

• un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.<br />

Fattori <strong>in</strong>dividuali di rischio<br />

Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti <strong>ca</strong>si:<br />

• <strong>in</strong>idoneità fisi<strong>ca</strong> a svolgere il compito <strong>in</strong> questione;<br />

• <strong>in</strong>dumenti, <strong>ca</strong>lzature o altri effetti personali <strong>in</strong>adeguati portati dal lavoratore;<br />

• <strong>in</strong>sufficienza o <strong>in</strong>adeguatezza delle conoscenze o della formazione.<br />

Decreto 27 aprile 2004 – Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria<br />

la denuncia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 del testo unico, approvato<br />

con decreto del Presidente della Repubbli<strong>ca</strong> 30 giugno 1965, n. 1124, e<br />

successive modifi<strong>ca</strong>zioni e <strong>in</strong>tegrazioni.<br />

Lista I – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di elevata probabilità<br />

• Agenti e lavorazioni: movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi eseguita con<br />

contu<strong>in</strong>ità durante il turno lavorativo.<br />

• Malattie: - Spondilodiscopatie del tratto lombare.<br />

- Ernia dis<strong>ca</strong>le lombare.<br />

Lista II – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di limitata probabilità<br />

• Agenti e lavorazioni: vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero per le attività di<br />

guida di automezzi pesanti e conduzione di mezzi mec<strong>ca</strong>nici.<br />

• Malattie: - Spondilodiscopatie del tratto lombare.<br />

- Ernia dis<strong>ca</strong>le lombare.<br />

IN<br />

CA<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Lista II – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è possibile<br />

Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />

Raccomandazione della Commissione<br />

delle Comunità Europee sull’Elenco Europeo<br />

delle Malattie Professionali (19-9-03)<br />

Allegato I – Elenco Europeo delle Malattie Professionali<br />

Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />

Allegato II – Elenco complementare delle malattie di sospetta orig<strong>in</strong>e professionale<br />

che dovrebbero formare oggetto di una dichiarazione e che potrebbero<br />

essere <strong>in</strong>serite <strong>in</strong> un futuro allegato I dell’Elenco Europeo.<br />

2.5 Malattie provo<strong>ca</strong>te da agenti fisici<br />

2.501 Strappi provo<strong>ca</strong>ti da superattività delle apofisi sp<strong>in</strong>ose.<br />

2.502 Discopatie della colonna dorsolombare provo<strong>ca</strong>te da vibrazioni verti<strong>ca</strong>li<br />

ripetute dell’<strong>in</strong>sieme del corpo.


LA TUTELA ASSICURATIVA,<br />

LINEE DI INDIRIZZO DELL’INAIL<br />

di M. Laura Caputo (*) e Giuseppe Alì (**)<br />

Le patologie della colonna vertebrale correlate al lavoro occupano un ruolo<br />

prem<strong>in</strong>ente nel contesto delle malattie dell’apparato locomotore <strong>in</strong> quanto,<br />

sempre più spesso, esse sono messe <strong>in</strong> rapporto con attività lavorative <strong>ca</strong>ratterizzate<br />

da un prolungato ed <strong>in</strong>tenso impegno funzionale dei distretti articolari<br />

del rachide. Tali affezioni, <strong>in</strong>oltre, sono una delle più frequenti <strong>ca</strong>use<br />

di riduzione (temporanea o permanente) della <strong>ca</strong>pacità lavorativa.<br />

Secondo il NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Healt), le<br />

patologie cronico degenerative del rachide risultano al secondo posto nella lista<br />

dei dieci più rilevanti problemi di salute che sono presenti nei luoghi di lavoro.<br />

Tali patologie, come vedremo <strong>in</strong> seguito, sono conseguenti alle alterazioni<br />

cronico degenerative della colonna vertebrale, derivanti dall’azione delle sollecitazioni<br />

mec<strong>ca</strong>niche ripetute che vanno ad <strong>in</strong>cidere negativamente sia sul<br />

metabolismo del disco <strong>in</strong>tervertebrale (la cui <strong>ca</strong>renza nutrizionale è responsabile<br />

della patologia degenerativa dello stesso), sia sull’<strong>in</strong>tegrità anatomo-fisiologi<strong>ca</strong><br />

della muscolatura e dei legamenti sp<strong>in</strong>ali.<br />

Le malattie artrosiche della colonna, <strong>in</strong> generale, vanno considerate come<br />

patologie a «genesi multifattoriale», essendo di frequente riscontro anche<br />

nella popolazione non esposta a rischi lavorativi.<br />

Tra i pr<strong>in</strong>cipali fattori di rischio non professionale possiamo identifi<strong>ca</strong>re i:<br />

• fattori legati all’età;<br />

• fattori ereditari (predisposizione alle affezioni artoreumatiche);<br />

• squilibri ormonali (per es. ipotiroidismo e menopausa);<br />

• alterazioni metaboliche (<strong>ca</strong>lcio ecc.);<br />

• fattori generali (sedentarietà, eccesso ponderale, ereditarietà, gravidanze)<br />

• dismorfismi della colonna (scoliosi, spondilolisi, asimmetrie da dismetria<br />

degli arti);<br />

• pregressi traumi o <strong>in</strong>terventi sulla colonna;<br />

• attività sportive (sport motoristici, atleti<strong>ca</strong> pesante, tuffi, <strong>ca</strong>noa, rugby,<br />

sport agonistici <strong>in</strong> genere);<br />

• fattori patologici acquisiti (spondilodisciti, osteoporosi, neoplasie);<br />

• condizioni ambientali (clima, condizioni di lavoro).<br />

I fattori di rischio che connotano tali patologie come professionali, <strong>in</strong>vece,<br />

sono quelli identifi<strong>ca</strong>bili nelle ripetute e/o abnormi sollecitazioni funzionali<br />

presenti <strong>in</strong> ambito lavorativo (Vibrazioni trasmesse a tutto il corpo – Movimentazione<br />

Manuale dei <strong>ca</strong>richi – posture <strong>in</strong>congrue – torsioni del tronco).<br />

(*) Dirigente medico II° liv., Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Regionale INAIL <strong>Lombardia</strong><br />

(**) Dirigente medico I° liv., Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Regionale INAIL <strong>Lombardia</strong><br />

NOTIZIARIO<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Tali patologie (spondilodiscoartrosi del rachide dorso lombare, da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico), vengono attualmente considerate – <strong>in</strong> ambito assicurativo<br />

– come malattie professionali non tabellate e trattate, qu<strong>in</strong>di, ai sensi<br />

della nota sentenza della Corte Costituzionale, n. 179/88 (sistema misto).<br />

La spondilodiscoartrosi del rachide dorso lombare<br />

M.P. non tabellata<br />

La maggioranza delle patologie della colonna, correlate al lavoro, riveste le<br />

<strong>ca</strong>ratteristiche della spondilodiscoartrosi.<br />

Con questo term<strong>in</strong>e vengono <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te quelle alterazioni cronico-degenerative<br />

della colonna (<strong>in</strong> genere, a <strong>ca</strong>rattere evolutivo), che, <strong>in</strong>izialmente, consistono<br />

<strong>in</strong> alterazioni regressive del disco <strong>in</strong>tervertebrale (discopatia degenerativa<br />

di Putti), alle quali, successivamente, subentrano alterazioni della <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e<br />

che riveste i corpi vertebrali, con conseguente modifi<strong>ca</strong>zione delle strutture<br />

ossee dei s<strong>in</strong>goli corpi vertebrali, nella loro parte anteriore (artrosi <strong>in</strong>tersomati<strong>ca</strong>)<br />

e posteriore (artrosi <strong>in</strong>terapofisaria).<br />

Ciò che rende particolarmente vulnerabile il disco <strong>in</strong>tervertebrale è la totale<br />

assenza di irrorazione sanguigna: gli s<strong>ca</strong>mbi metabolici, pertanto, avvengono<br />

solo tramite un deli<strong>ca</strong>to equilibrio tra processi di diffusione semplice che avvengono<br />

(a <strong>ca</strong>usa di forze osmotiche ed oncotiche) tra la parte <strong>in</strong>terna del disco,<br />

che tende a richiamare liquidi nutrienti all’<strong>in</strong>terno, e la pressione mec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong><br />

che tende a far fuoriuscire tali liquidi all’esterno.<br />

Quando il disco è sottoposto a <strong>ca</strong>rico, la pressione oncoti<strong>ca</strong> <strong>in</strong>terna aumenta,<br />

a <strong>ca</strong>usa della fuoriuscita di acqua. Una volta cessato il <strong>ca</strong>rico, il flusso si <strong>in</strong>verte<br />

e sia l’acqua che le sostanze nutritive passano dal liquido articolare all’<strong>in</strong>terno<br />

del disco, riprist<strong>in</strong>andone la condizione di normale elasticità.<br />

È evidente che, quando tale mec<strong>ca</strong>nismo, che è basato sull’alternanza dell’equilibrio<br />

pressione/depressione, viene alterato (come nel <strong>ca</strong>so di pressioni<br />

eccessive o di posture fisse prolungate), anche il corretto mec<strong>ca</strong>nismo di nutrizione<br />

del disco <strong>in</strong>tervertebrale viene penalizzato.<br />

Per attuare tale equilibrio nutrizionale sembra necessario alternare la posizione<br />

eretta (nella quale prevalgono le forze di compressione) a quella distesa<br />

(nella quale prevalgono le forze osmotiche e oncotiche).<br />

S<strong>in</strong> dall’adolescenza il contenuto idrico del disco <strong>in</strong>tervertebrale tende a ridursi<br />

progressivamente e, dopo i 20 anni, le lam<strong>in</strong>e dell’anulus tendono a<br />

frammentarsi e a distanziarsi. Le fibre collagene contenute nel nucleo, tendono<br />

a precipitare ed a trasformarsi <strong>in</strong> un tessuto fibrotico.<br />

Dopo i 40 anni, il nucleo polposo è quasi <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>guibile dall’anulus e, già ad<br />

<strong>in</strong>iziare da questa età, il disco <strong>in</strong>tervertebrale presenta una struttura quasi<br />

omogenea, è povero di acqua, poco elastico e assottigliato.<br />

La perdita di elasticità e di spessore riducono la <strong>ca</strong>pacità del disco di assorbire<br />

e ridistribuire gli stress mec<strong>ca</strong>nici, f<strong>in</strong>o a <strong>ca</strong>usare una protrusione del<br />

suddetto disco oltre il suo normale perimetro (bulg<strong>in</strong>g disk).<br />

In tali condizioni, gli stress mec<strong>ca</strong>nici si concentrano sui bordi dei corpi vertebrali,<br />

alterando le membrane limitanti e determ<strong>in</strong>ando lo sviluppo di


NOTIZIARIO<br />

osteofiti a becco, ad unc<strong>in</strong>o, a rostro. L’<strong>in</strong>tera membrana limitante discosomati<strong>ca</strong><br />

<strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>ea presenta chiazze distrofiche, assottigliamenti, fissurazioni<br />

ed ulcere associate ad osteosclerosi subcondrale (addensamento di tessuto<br />

osseo nelle zone di <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e usurata) e <strong>ca</strong>vità pseudicistiche nelle zone<br />

osteosclerotiche (geoidi).<br />

Nelle fasi avanzate di danno, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il disco <strong>in</strong>tervertebrale risulta così <strong>in</strong>debolito<br />

da consentire alla vertebra sovrastante di scivolare <strong>in</strong> avanti ed a<br />

quella sottostante di dislo<strong>ca</strong>rsi <strong>in</strong>dietro (sublussazione o listesi); ciò provo<strong>ca</strong><br />

una ipersollecitazione delle articolazioni <strong>in</strong>terapofisarie posteriori, con<br />

conseguente restr<strong>in</strong>gimento della rima articolare, alterazione della <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e<br />

e della membrana s<strong>in</strong>oviale, nonché apposizioni osteofitiche sui processi<br />

articolari.<br />

Le spondilodiscoartrosi non rientrano tra le previsioni tabellari attuali e,<br />

qu<strong>in</strong>di, devono essere istruite secondo quanto <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to dalla sopracitata sentenza<br />

n. 179/88, dal momento che il rischio lavorativo non è presunto per<br />

legge, ma deve essere dimostrato dall’assicurato che denuncia la patologia,<br />

con onere a proprio <strong>ca</strong>rico.<br />

Per la corretta trattazione di tali <strong>ca</strong>si, dunque, è di fondamentale importanza<br />

(oltre all’acquisizione di una corretta diagnosi cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>, che vedremo <strong>in</strong> seguito),<br />

<strong>in</strong>nanzitutto, l’accertamento del rischio lavorativo.<br />

La Direzione Generale dell’Inail, con circolare n. 25/2004, nel demandare<br />

alle Sedi periferiche l’autonomia decisionale <strong>in</strong> merito all’accoglimento delle<br />

s<strong>in</strong>gole fattispecie, ha anche def<strong>in</strong>ito i fattori di rischio meritevoli di considerazione<br />

ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale di tali patologie.<br />

Tali fattori si possono così descrivere:<br />

a) Vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (WBV)<br />

b) Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (MMC).<br />

Per questi due fattori di rischio sono state <strong>in</strong>dividuate norme tecniche e valori<br />

limite di riferimento. Di questi, per la MMC è stato previsto dal D.Lgs.<br />

626/94 l’obbligo della valutazione del rischio e l’eventuale sorveglianza sanitaria,<br />

mentre per la WBV il D.Lgs. 459/96 (direttiva macch<strong>in</strong>e) prevede solo<br />

l’obbligo per i costruttori di macch<strong>in</strong>e mobili, di dichiarare il valore quadratico<br />

medio ponderato <strong>in</strong> frequenza, quando questo sia superiore a 0,5 m/s al<br />

quadrato.<br />

Altre due tipologie di rischio (non espressamente <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te dalla circolare<br />

25/04, ma evidenziate da numerosi studi ergonomici) possono essere prese<br />

<strong>in</strong> considerazione, a supporto dei precedenti:<br />

c) Posture <strong>in</strong>congrue (fisse/protratte)<br />

d) Movimenti e torsioni (abnormi/ripetuti) del tronco.<br />

In dettaglio:<br />

a) Vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (Whole body vibration)<br />

Si stima che il 4-7% della popolazione lavorativa <strong>in</strong> Nord Ameri<strong>ca</strong> ed <strong>in</strong> al-<br />

IN<br />

CA<br />

39<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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40<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

cuni Stati Europei possa essere esposta a vibrazioni di elevata <strong>in</strong>tensità trasmesse<br />

a tutto il corpo.<br />

Le più comuni attività lavorative che comportano un rischio da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

della colonna vertebrale, <strong>ca</strong>usato da vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero sono:<br />

• Conduzione di trattori agricoli e mezzi c<strong>in</strong>golati <strong>in</strong> genere<br />

• Conduzione di veicoli fuori strada: macch<strong>in</strong>e per il movimento terra, es<strong>ca</strong>vatori,<br />

livellatori, bull-dozers, ruspe, pale mec<strong>ca</strong>niche, rulli compressori,<br />

macch<strong>in</strong>e forestali, per m<strong>in</strong>iera e per <strong>ca</strong>va<br />

• Conduzione di <strong>ca</strong>rrelli elevatori<br />

• Guida di autotreni, auto<strong>ca</strong>rri, furgoni, autobus, tram, betoniere<br />

• Pilotaggio di elicotteri, aerei<br />

• Conduzione di treni<br />

• Guida di motos<strong>ca</strong>fi veloci<br />

• Guida di automobili.<br />

L’entità delle vibrazioni dipende dalle sollecitazioni a cui il mezzo è sottoposto<br />

e, <strong>in</strong> particolare, dalla velocità di traslazione e dal tipo di terreno su cui si<br />

muove; è utile ricordare che, rispetto ai valori di vibrazioni raggiunti dai<br />

mezzi su rotaia (che risultano i più bassi), quelli prodotti dagli altri mezzi di<br />

trasporto risultano:<br />

• dupli<strong>ca</strong>ti, per la guida di autobus di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione<br />

(valori più alti riguardano <strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della<br />

metà degli anni settanta)<br />

• tripli<strong>ca</strong>ti, nella conduzione di trattori agricoli<br />

• quadrupli<strong>ca</strong>ti, nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori o di macch<strong>in</strong>e semoventi a motore<br />

diesel<br />

• aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte, nella conduzione di pale mec<strong>ca</strong>niche e di<br />

mezzi c<strong>in</strong>golati.<br />

In particolare, l’<strong>in</strong>cremento di rischio per i trattoristi è legato al fatto che essi<br />

sono esposti a vibrazioni mentre la colonna vertebrale è spesso ruotata, <strong>in</strong><br />

modo da permettere di controllare con lo sguardo le operazioni che si svolgono<br />

alle spalle del trattore dove sono collegati gli utensili che operano sul<br />

terreno (fresatrici, aratri, livellatrici, ecc.).<br />

Il mec<strong>ca</strong>nismo che si ritiene essere alla base dell’usura della colonna è costituito<br />

dal trauma vibratorio che <strong>ca</strong>usa un sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico, dovuto<br />

a fenomeni di risonanza del rachide – nell’<strong>in</strong>tervallo di frequenza tra 5 e 15<br />

Hz – con conseguenti lesioni a <strong>ca</strong>rico del corpo vertebrale, del disco e delle<br />

articolazioni <strong>in</strong>tervertebrali.<br />

Secondo le recenti L<strong>in</strong>ee Guida della SIMLII del 2002, il ruolo delle vibrazioni<br />

trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero, nella genesi delle alterazioni del rachide, non<br />

è ancora completamente chiarito perché la guida di macch<strong>in</strong>e o veicoli comporta<br />

non solo l’esposizione a vibrazioni potenzialmente dannose, ma anche<br />

l’esposizione a fattori di stress ergonomico quali le posture statiche protratte,<br />

e frequenti movimenti di flessione e torsione del rachide.


NOTIZIARIO<br />

Inoltre, alcune <strong>ca</strong>tegorie, come gli addetti ad attività di trasporto <strong>in</strong> vari settori<br />

commerciali, possono svolgere anche operazioni di movimentazione manuale<br />

di <strong>ca</strong>richi che rappresentano un ulteriore fattore di stress per la colonna.<br />

La letteratura è concorde sul fatto che esiste una forte evidenza epidemiologi<strong>ca</strong><br />

che depone per l’associazione tra patologie degenerative del rachide ed<br />

esposizione professionale a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo.<br />

I parametri valutativi dell’esposizione a vibrazioni sono numerosi; ciò che<br />

viene valutato <strong>in</strong> genere è la frequenza della vibrazione (compresa tra 1 e 80<br />

Hz), l’<strong>in</strong>tensità della vibrazione lungo la componente assiale dom<strong>in</strong>ante, ed il<br />

parametro A (8) ovvero l’accelerazione equivalente ponderata <strong>in</strong> frequenza riferita<br />

ad 8 ore di lavoro ed espressa <strong>in</strong> metri al secondo al quadrato.<br />

I livelli di rischio previsti dalla circolare n. 25 del 2004 e richiamate dalla<br />

Direttiva 2002/44/CE, <strong>in</strong> corso di recepimento dagli Stati membri, sono i<br />

seguenti:<br />

PARAMETRO VALORE DI AZIONE VALORE LIMITE<br />

A (8) 0,5 m/s2 1,15 m/s2<br />

VDV 9,1 m/s1,75 21 m/s1,75<br />

Come noto, il superamento del valore di azione comporta l’adozione della sorveglianza<br />

sanitaria, dell’<strong>in</strong>formazione e formazione dei lavoratori nonché degli<br />

<strong>in</strong>terventi tecnici ed organizzativi f<strong>in</strong>alizzati a escludere o a ridurre l’esposizione<br />

al rischio (ai sensi del DL 626/94).<br />

La predetta Direttiva <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> anche la modalità per il <strong>ca</strong>lcolo della valutazione<br />

del livello dell’esposizione:<br />

«La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

sul <strong>ca</strong>lcolo dell’esposizione giornaliera A(8) espressa come accelerazione<br />

cont<strong>in</strong>ua equivalente su 8 ore, <strong>ca</strong>lcolata come il più alto dei valori quadratici<br />

medi o il più alto dei valori della dose di vibrazioni (VDV) delle accelerazioni<br />

ponderate <strong>in</strong> frequenza, determ<strong>in</strong>ati sui tre assi ortogonali (1,4awx, 1,4awy,<br />

awz per un lavoratore seduto o <strong>in</strong> piedi), conformemente ai <strong>ca</strong>pitoli 5, 6 e 7,<br />

all’allegato A e all’allegato B della norma ISO 2631-1 (1997)».<br />

La circolare INAIL n. 25/2004 precisa, fra l’altro, che, ai f<strong>in</strong>i dell’eventuale<br />

riconoscimento della natura professionale della malattia sulla base dei dati <strong>in</strong><br />

letteratura nonché dei riferimenti delle normative previdenziali di altri Stati<br />

della UE, si può ritenere compatibile un periodo di esposizione al rischio di almeno<br />

5 anni con valori di A(8) che si avvic<strong>in</strong>ano al valore limite (1,15 m/s 2 ).<br />

b) Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (MMC)<br />

La movimentazione dei <strong>ca</strong>richi si riferisce all’atto lavorativo di trasportare, sostenere,<br />

sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, spostare: se tali atti si ripropongono<br />

con cont<strong>in</strong>uità e, nell’ambito della vita lavorativa, si protraggono per una<br />

IN<br />

CA<br />

41<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

42<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

durata di alcuni anni, determ<strong>in</strong>ano forze compressive sulle strutture del rachide<br />

lombare che possono condurre a microlesioni, <strong>in</strong>nes<strong>ca</strong>re il mec<strong>ca</strong>nismo<br />

dell’usura precoce ed anticipare i processi parafisiologici di <strong>in</strong>vecchiamento<br />

strutturale.<br />

Per la valutazione del rischio delle attività che comportano movimentazione<br />

di <strong>ca</strong>richi, è possibile utilizzare i dati del «documento di valutazione del<br />

rischio» ex D.Lgs. 626/94, nel quale il datore di lavoro deve analiti<strong>ca</strong>mente<br />

esporre e valutare l’<strong>in</strong>tero profilo di rischio cui ciascun lavoratore è esposto<br />

ed <strong>in</strong> particolare i rischi per la colonna vertebrale def<strong>in</strong>iti nel titolo V del decreto.<br />

Nel documento, per quanto riguarda le azioni di «sollevamento» (o abbassamento)<br />

di <strong>ca</strong>richi, è stata <strong>in</strong>trodotta la specifi<strong>ca</strong> quantitativa limite che <strong>in</strong>dividua<br />

il massimo peso di <strong>ca</strong>rico sollevabile <strong>in</strong>dividualmente (peso raccomandato<br />

pari a 30 kg per l’uomo e a 20 kg per la donna).<br />

Se compiuti <strong>in</strong> condizioni ergonomiche sfavorevoli, anche le azioni di sp<strong>in</strong>ta,<br />

tra<strong>in</strong>o e trasporto possono costituire un rischio per il rachide dorso lombare.<br />

La circolare n. 81/2000 precisa, e la successiva circolare n. 25/2004 ribadisce,<br />

che le più comuni attività lavorative da considerarsi a rischio, quando<br />

svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />

• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.)<br />

• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.)<br />

• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e<br />

altre strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti<br />

• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />

costituisce l’attività prevalente.<br />

Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />

e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />

con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />

Per quanto riguarda i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re ai f<strong>in</strong>i della valutazione,<br />

sono da preferire quelli riconosciuti nei quali il rischio è descritto<br />

attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico (IR).<br />

Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i seguenti metodi di analisi:<br />

• NIOSH, «Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual<br />

lift<strong>in</strong>g tasks – 1993», per l’analisi delle attività che comportano sollevamento<br />

di <strong>ca</strong>richi<br />

• Snook e Ciriello, «Liberty Mutual tables for Lift<strong>in</strong>g, Carry<strong>in</strong>g, Push<strong>in</strong>g<br />

and Pull<strong>in</strong>g», per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azioni di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta<br />

• MAPO per la valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />

e assistenza dei pazienti ospedalizzati; utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono<br />

essere tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO.<br />

Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />

del rischio secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.


NOTIZIARIO<br />

Metodi NIOSH e Snook - Ciriello Metodo MAPO<br />

Classe di rischio IR Classe di rischio IR<br />

Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1.5<br />

M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />

Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR 5<br />

Eccessivo IR 3<br />

Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale della malattia, i dati<br />

della letteratura consentono di ritenere compatibile un periodo di esposizione<br />

al rischio di almeno 5 anni per gli IR pari o maggiori a 3 secondo i metodi<br />

NIOSH e Snook - Ciriello, e maggiori o uguali a 5 secondo il MAPO.<br />

Ovviamente <strong>in</strong>dici di rischio collo<strong>ca</strong>ti nella classe immediatamente <strong>in</strong>feriore assumono<br />

rilevanza <strong>in</strong> presenza di periodi di esposizione particolarmente prolungati.<br />

La sussistenza <strong>in</strong> soggetti esposti a rischio lavorativo di patologie preesistenti,<br />

congenite o acquisite (come, ad esempio, mar<strong>ca</strong>ti dismorfismi lungo i vari assi,<br />

spondilolisi e spondilolistesi, esiti post-traumatici, spondilite anchilosante,<br />

ecc.) deve <strong>in</strong>durre alla massima <strong>ca</strong>utela nel riconoscimento della patologia lavoro-correlata.<br />

Per quanto attiene alle lo<strong>ca</strong>lizzazioni a <strong>ca</strong>rico degli altri distretti del rachide,<br />

allo stato non risultano <strong>in</strong> letteratura studi conclusivi che permettano di riconoscerne<br />

la natura professionale.<br />

c) Posture <strong>in</strong>congrue d) Movimenti abnormi ripetuti del tronco<br />

Brevemente, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, possiamo accennare al ruolo che le posture <strong>in</strong>congrue e<br />

i movimenti abnormi ripetuti del tronco possono ricoprire nel determ<strong>in</strong>ismo<br />

delle patologie del rachide, <strong>in</strong> ambito lavorativo.<br />

Attualmente, pur <strong>in</strong> assenza di l<strong>in</strong>ee guida specifiche per la determ<strong>in</strong>azione<br />

di tali rischi, si ritiene che le posture <strong>in</strong>congrue e i movimenti abnormi ripetuti<br />

del tronco possano essere presi <strong>in</strong> considerazione come fattori di aggravamento<br />

dei rischi precedenti (WBV e MMC).<br />

Tenuto conto che condizioni prolungate di sovrac<strong>ca</strong>rico o di sotto<strong>ca</strong>rico dis<strong>ca</strong>le<br />

(la qualcosa avviene <strong>in</strong> oc<strong>ca</strong>sione del mantenimento di posizione fisse<br />

prolungate), oltre ad ostacolare il ri<strong>ca</strong>mbio nutrizionale del disco, possono<br />

favorire – a lungo term<strong>in</strong>e – processi di degenerazione dis<strong>ca</strong>le, con conseguente,<br />

nota s<strong>in</strong>tomatologia.<br />

CRITERI DIAGNOSTICI<br />

Dal lato medico legale, l’iter diagnostico che deve essere seguito, dalle sedi<br />

dell’Istituto, per la trattazione dei <strong>ca</strong>si di patologie dorso-lombare da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico di possibile orig<strong>in</strong>e professionale, risulta <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to nelle<br />

«L<strong>in</strong>ee guida per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie<br />

da microtraumi e posture <strong>in</strong>congrue» allegate alla Circolare INAIL n.<br />

81/2000.<br />

IN<br />

CA<br />

43<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

44<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Nello specifico: è di fondamentale importanza, oltre alla raccolta dell’anamnesi<br />

familiare, anche una corretta anamnesi patologi<strong>ca</strong>, remota e prossima che<br />

deve rilevare il numero di episodi acuti di lombalgia che sono <strong>in</strong>sorti successivamente<br />

al primo, nonché gli episodi m<strong>in</strong>ori e gli episodi acuti «man<strong>ca</strong>ti».<br />

Per quanto riguarda l’anamnesi patologi<strong>ca</strong> prossima è necessario riportare <strong>in</strong><br />

dettaglio tutte le <strong>ca</strong>ratteristiche della s<strong>in</strong>tomatologia dolorosa accusata (<strong>in</strong>sorgenza,<br />

sede, tipo, durata, irradiazione, remissione).<br />

L’anamnesi lavorativa deve comprendere – <strong>in</strong> forma quanto più possibile<br />

dettagliata – la tipologia, nonché la durata dei lavori a rischio, l’<strong>in</strong>tensità del<br />

rischio e, per quanto possibile, la durata delle fasi lavorative particolarmente<br />

a rischio.<br />

A questo riguardo si osserva, però, che la quantifi<strong>ca</strong>zione del rischio lavorativo,<br />

riportata sul documento di valutazione dei rischi che viene obbligatoriamente<br />

redatto a far data dall’entrata <strong>in</strong> vigore del D.Lgs. L.626/94, non è <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>tiva<br />

delle condizioni di rischio che erano presenti negli anni precedenti<br />

tale normativa. Non è pertanto agevole, a volte, per l’Istituto, coadiuvare<br />

l’assicurato nella ricostruzione dell’esposizione a rischio lavorativo, <strong>in</strong> <strong>ca</strong>renza<br />

di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ambientali, specialmente nei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui risultano esposizioni<br />

ad <strong>in</strong>dici di rischio <strong>in</strong>feriori a 3, che, per poter assumere valenza di fattore<br />

<strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale signifi<strong>ca</strong>tivo, devono essere adeguatamente documentati<br />

per periodi ben oltre superiori al decennio.<br />

L’esame obiettivo deve comprendere la valutazione dell’andatura e della postura,<br />

la rilevazione di eventuali deviazioni dell’asse della colonna, di asimmetrie<br />

del tronco, la palpazione delle aree dolenti, la valutazione della forza,<br />

la valutazione della motilità articolare, la ricer<strong>ca</strong> di segni di <strong>in</strong>teressamento<br />

radicolare o midollare.<br />

Dovranno essere valutati anche gli arti <strong>in</strong>feriori per rilevare eventuali dismetrie,<br />

riflessi, stato della muscolatura e mobilità ai vari livelli.<br />

L’esame cl<strong>in</strong>ico deve essere compendiato da una valutazione neurologi<strong>ca</strong> specialisti<strong>ca</strong><br />

con eventuali esami neurofisiologici (EMG e/o PESS) e da una valutazione<br />

radiologi<strong>ca</strong>.<br />

Quest’ultima deve essere sia di tipo tradizionale – <strong>in</strong> quanto elemento diagnostico<br />

impresc<strong>in</strong>dibile che permette di escludere subito lesioni malformative,<br />

neoplastiche, ed alcune malattie <strong>in</strong>fiammatorie – che con l’ausilio della<br />

TC o della RMN le quali consento, <strong>in</strong>vece, di visualizzare le strutture articolari,<br />

s<strong>in</strong>oviali, nervose e vascolari.<br />

La TC è spesso sufficiente, ma ha il limite di non visualizzare il contenuto<br />

del sacco durale e dei <strong>ca</strong>nali radicolari, la RMN permette <strong>in</strong>vece di visualizzare<br />

con visione multiplanare anche tali strutture con una specificità diagnosti<strong>ca</strong><br />

superiore alla TC.<br />

È utile anche la radiografia del rachide <strong>in</strong> toto, sotto <strong>ca</strong>rico, preferibilmente<br />

su un unico radiogramma.<br />

È anche utile far sottoporre l’assicurato ai test di laboratorio quali: VES, esame<br />

emocromocitometrico, Prote<strong>in</strong>a C-reattiva, alfaglicoprote<strong>in</strong>a acida, elettroforesi<br />

protei<strong>ca</strong>.


È necessario che vengano acquisite le visite mediche (preventive e periodiche),<br />

le <strong>ca</strong>rtelle cl<strong>in</strong>iche relative ad eventuali ricoveri, i referti di visite specialistiche,<br />

gli accertamenti strumentali <strong>in</strong> possesso dell’assicurato, con particolare<br />

riguardo agli esami radiografici.<br />

Per la formulazione della diagnosi di spondiloartropatia di orig<strong>in</strong>e professionale,<br />

è necessario qu<strong>in</strong>di:<br />

• diagnosti<strong>ca</strong>re il quadro cl<strong>in</strong>ico, sulla base delle rilevazioni anatomo-funzionali<br />

e strumentali effettuate. È importante – ai f<strong>in</strong>i della diagnosi differenziale<br />

con patologie non professionali – accertare che i fenomeni degenerativi<br />

siano <strong>in</strong>sorti più precocemente e con maggiore <strong>in</strong>tensità rispetto a<br />

quelli presentati dalla popolazione non lavorativa;<br />

• accertare il rischio lavorativo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i signifi<strong>ca</strong>tivi (per natura, <strong>in</strong>tensità<br />

e durata);<br />

• <strong>in</strong>dividuare – tra i fattori morbigeni extralavorativi e quelli professionali –<br />

quale noxa lavorativa abbia svolto un ruolo superiore a quello delle<br />

noxae extralavorative;<br />

• accertare il nesso di <strong>ca</strong>usa tra il rischio e la patologia rilevata.<br />

CRITERI VALUTATIVI delle spondilodiscoartrosi professionali<br />

(DL 38/2000)<br />

Accertata l’orig<strong>in</strong>e professionale della patologia rachidea, si procede alla<br />

quantifi<strong>ca</strong>zione dei postumi, secondo i criteri valutativi previsti dal DL<br />

38/2000.<br />

I riferimenti presenti nelle tabelle allegate al DM 12/7/2000 fanno <strong>ca</strong>po a<br />

due differenti specie menomative:<br />

• voce 204: Anchilosi del tratto lombare, con risentimento trofico sensitivo,<br />

a seconda disturbi motori F<strong>in</strong>o a 25%<br />

• voce 213: Ernia dis<strong>ca</strong>le del tratto lombare, con disturbi trofico sensitivi<br />

persistenti F<strong>in</strong>o a 12%<br />

Tutti i quadri menomativi non corrispondenti ai valori tabellari massimi (che<br />

non possono essere, comunque, superati), vanno parametrati a detti valori<br />

massimi – seguendo il criterio proporzionalistico – sulla base dell’entità del<br />

quadro cl<strong>in</strong>ico, adeguatamente documentato.<br />

Cenni statistici<br />

NOTIZIARIO<br />

Con riferimento al settore delle tecnopatie, la seguente tabella <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> i dati<br />

relativi ai <strong>ca</strong>si esam<strong>in</strong>ati nel periodo 1996-2002: Tali rilevazioni sono state<br />

effettuate dalla Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale INAIL, presso la quale, f<strong>in</strong>o<br />

all’entrata <strong>in</strong> vigore della circolare n. 25/2004, venivano <strong>in</strong>viati – dalle<br />

sedi periferiche – tutti i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di accoglimento, per il parere<br />

def<strong>in</strong>itivo.<br />

IN<br />

CA<br />

45<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Pareri Pareri Pareri Ulteriori<br />

espressi Accolti resp<strong>in</strong>ti accertamenti<br />

1996 36 1 35 0<br />

1997 40 3 31 6<br />

1998 63 14 22 27<br />

1999 81 19 40 22<br />

2000 209 60 99 50<br />

2001 206 52 105 49<br />

6/2002 168 46 90 32<br />

Dai dati sopraesposti appare evidente come il fenomeno abbia subito un<br />

netto <strong>in</strong>cremento nel corso degli anni, pur restando, nel suo <strong>in</strong>sieme, di dimensioni<br />

piuttosto contenute (alcune cent<strong>in</strong>aia di <strong>ca</strong>si).<br />

Dai dati della Regione <strong>Lombardia</strong>, risulta che il fenomeno delle denunce di<br />

malattie del rachide ha assunto connotati di discreta evidenza, a fronte di<br />

percentuali di accoglimento proporzionalmente ridotte.<br />

La seguente tabella mostra le cifre relative ai <strong>ca</strong>si di patologie del rachide denunciati<br />

ed ai <strong>ca</strong>si accolti, nel periodo 2000-2004, <strong>in</strong> <strong>Lombardia</strong>.<br />

Casi denunciati Casi accolti<br />

2000 33 2<br />

2001 45 3<br />

2002 38 4<br />

2003 22 11<br />

6/2004 10 6<br />

In conclusione<br />

Il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle patologie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico del rachide lombare non è di agevole <strong>in</strong>terpretazione, considerata<br />

la genesi multifattoriale delle stesse.<br />

Le l<strong>in</strong>ee guida contenute nella circolare INAIL n. 25 del 2004 hanno apportato<br />

notevoli <strong>in</strong>novazioni sul tema delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico del rachide rispetto<br />

a quanto <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to nella precedente circolare n. 81 del 2000 e si è pervenuti,<br />

con quest’ultima normativa <strong>in</strong>terna, ad attuare il completo decentramento<br />

della trattazione di tale <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> presso le Unità periferiche dell’Istituto.<br />

F<strong>in</strong>o all’emanazione di tale circolare, <strong>in</strong>fatti, la Direzione Generale era l’uni<strong>ca</strong><br />

struttura competente a decidere <strong>in</strong> merito all’accoglibilità o meno alla tutela<br />

assicurativa delle patologie del rachide che venivano <strong>in</strong>viate ad essa da<br />

parte di tutte le sedi del territorio nazionale.<br />

I quadri cl<strong>in</strong>ici relativi alle patologie del rachide che attualmente possono essere<br />

accolte alla tutela assicurativa sono limitati a quelli che <strong>in</strong>teressano l’apparato<br />

<strong>in</strong>tervertebrale, con esclusivo riferimento al tratto lombare (protrusioni<br />

ed ernie dis<strong>ca</strong>li), <strong>in</strong> associazione o meno a spondiloartrosi. Non risultano, allo<br />

stato, <strong>in</strong> letteratura, studi conclusivi che permettano di riconoscere la natura<br />

professionale delle patologie da sovrac<strong>ca</strong>rico <strong>in</strong> altri distretti del rachide.


La <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong>, sempre più copiosa, delle tipologie riconosciute dall’Istituto, a<br />

fronte di quelle denunciate, potrà <strong>in</strong>durre la Commissione preposta a valutare,<br />

nel corso degli anni, anche la possibilità di tabellazione delle patologie da<br />

sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico del rachide.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

NOTIZIARIO<br />

Battevi N., et. al., «La movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi dei pazienti nei reparti<br />

di degenza delle strutture sanitarie. «La medic<strong>in</strong>a del Lavoro 1999»,<br />

vol. 90, n. 2, pp. 95-435.<br />

Ottaviani C., Le spondiloartropatie del rachide dorso-lombare come malattia<br />

professionale non tabellata. Edizioni INAIL 2000.<br />

Società Italiana di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro ed Igiene Industriale, Nuove l<strong>in</strong>ee tematiche<br />

per l’attività dei medici del lavoro. Esposizione a vibrazioni trasmesse<br />

all’<strong>in</strong>tero corpo. 65° Congresso Nazionale della Società. Mess<strong>in</strong>a, 2002.<br />

Ambrosi L. - Foà V., Trattato di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro. UTET 2003.<br />

Cimaglia G. - Ottaviani C. - Paoletti A., «Le malattie del rachide lavoro-correlate:<br />

approccio metodologico per un protocollo diagnostico», Atti 62°<br />

Congresso Nazionale Soc. It. Med. del Lavoro e Igiene Industriale - Genova<br />

29 settembre - 2 ottobre 1999. Lavoro e Medic<strong>in</strong>a, pp. 161-166.<br />

Colomb<strong>in</strong>i D. et al., Alterazioni del rachide nei conducenti di automezzi pesanti.<br />

Med. Lav., 1986, vol. 77.<br />

Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, Patologie muscoloscheletriche<br />

legate all’attività lavorativa <strong>in</strong> Europa. Relazione 2000.<br />

NIOSH Publi<strong>ca</strong>tion n. 97-141, «Musculoskeletal Disorders (MSDs) and<br />

Workplace Factors», 1997.<br />

ISPESL, «L<strong>in</strong>ee guida per la valutazione del rischio da vibrazioni negli ambienti<br />

di lavoro». Direttiva CEE 2002/44/CE.<br />

Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000, Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />

/ posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle<br />

pratiche.<br />

Circolare n. 25 del 15 aprile 2004, Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico.<br />

Modalità di trattazione delle pratiche.<br />

IN<br />

CA<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE<br />

NELL’ACCERTAMENTO DELLE PATOLOGIE DEL RACHIDE<br />

DI ORIGINE PROFESSIONALE<br />

di M. Concetta del Beato (*)<br />

Il MMG si prende <strong>ca</strong>rico di una ampia varietà di problemi e patologie che<br />

gli vengono presentate dai cittad<strong>in</strong>i che lo hanno scelto come referente sul<br />

territorio.<br />

Il MMG dovrebbe essere formato per dare risposte esaustive ai bisogni primari<br />

di assistenza e avere le competenze sia per una prima valutazione globale<br />

(preventiva-diagnosti<strong>ca</strong>-terapeuti<strong>ca</strong>-prognosti<strong>ca</strong>) sia per orientare al<br />

meglio la domanda di prestazioni che affluiscono ai diversi livelli del SSN<br />

(visite specialistiche-ricoveri-esami-terapie).<br />

Il MMG si occupa della prima valutazione di qualsiasi problema di salute<br />

del proprio assistito tra cui le patologie del rachide.<br />

Oltre il 70% dei soggetti che vive nei paesi <strong>in</strong>dustrializzati almeno una volta<br />

nella vita manifesta un episodio di lombalgia e ogni anno il 15-45% degli<br />

adulti soffre di dolore dorso/lombare (Anderson G.B.J., «The epidemiology<br />

of sp<strong>in</strong>al disorders» In: Frymoyer JW,ed. The adult sp<strong>in</strong>e: pr<strong>in</strong>ciples and practise.<br />

2 nd ed., New York. Raven Press, 1997, pp. 93-141).<br />

Tale s<strong>in</strong>tomatologia è più frequente tra i 35 e i 55 anni ed è spesso <strong>ca</strong>usa di<br />

disabilità per lavoratori di età <strong>in</strong>feriore ai 45 anni con costi sociali e sanitari<br />

enormi. In Italia colpisce durante la vita cir<strong>ca</strong> l’80% della popolazione (Relazione<br />

sullo stato sanitario del paese, M<strong>in</strong>istero Sanità 2000).<br />

In un ambulatorio di medic<strong>in</strong>a generale (ASL della prov<strong>in</strong>cia di Bergamo) la<br />

prevalenza del dolore dorso/lombare è di cir<strong>ca</strong> il 25% (su 1.500 pazienti cir<strong>ca</strong><br />

380 all’anno di cui 200 recidivano nell’arco dell’anno stesso). Tali dati sono<br />

i risultati di un lavoro svolto (nel 2003) da alcuni medici di Medic<strong>in</strong>a Generale<br />

(6) che lavorano <strong>in</strong> associazione (con cir<strong>ca</strong> 6.500 pazienti) e che hanno<br />

condiviso un protocollo diagnostico/terapeutico.<br />

L’accesso per tali patologie è secondo solo alle patologie respiratorie.<br />

La dorso/lombalgia è un s<strong>in</strong>tomo soggettivo alcune volte amplifi<strong>ca</strong>to, altre sottovalutato,<br />

che è motivo di pressione sul medico da parte del paziente soprattutto<br />

per la richiesta e qu<strong>in</strong>di la prescrizione di accertamenti di 2° livello (rx-tac ecc).<br />

Spesso i s<strong>in</strong>tomi sono poco correlati ai referti radiologici e nell’85% dei <strong>ca</strong>si il<br />

dolore è aspecifico e si risolve spontaneamente entro 6 settimane dall’esordio.<br />

Il dolore può <strong>in</strong>teressare ogni tratto del rachide vertebrale (cervi<strong>ca</strong>le-dorsalelombare)<br />

<strong>in</strong> maniera segmentaria e può orig<strong>in</strong>are da strutture ossee, articolari,<br />

legamentose e muscolari.<br />

Il dolore può provenire anche da strutture viscerali come ad esempio:<br />

• apparato <strong>ca</strong>rdio-vascolare, tiroide, vie aeree superiori per il rachide cervi<strong>ca</strong>le;<br />

• organi toraco-addom<strong>in</strong>ali per il rachide dorsale;<br />

• rene, pancreas, organi pelvici per il rachide lombare.<br />

(*) Medico di medic<strong>in</strong>a generale<br />

IN<br />

CA<br />

49<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

50<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Dal punto di vista cl<strong>in</strong>ico (SIMG <strong>in</strong> collaborazione con la Società Italiana di<br />

Reumatologia e Ortopedia) le rachialgie si dividono <strong>in</strong>:<br />

MECCANICHE: che compaiono o si aggravano sotto sforzo o con il movimento.<br />

Le <strong>ca</strong>use sono essenzialmente legate all’<strong>in</strong>vecchiamento del corpo<br />

vertebrale o del disco <strong>in</strong>tervertebrale, ad una artrosi o a problemi di stati<strong>ca</strong><br />

vertebrale (iperlordosi lombare, cifosi dorsale, scoliosi, dismetrie degli arti<br />

<strong>in</strong>feriori ecc.). In questo gruppo rientrano anche le patologie post-traumatiche,<br />

le patologie metaboliche (come l’osteoporosi, iperparatiroidismo, ecc.)<br />

e le patologie neoplastiche.<br />

INFIAMMATORIE: i s<strong>in</strong>tomi sono presenti anche a riposo, spesso si aggravano<br />

di notte o nelle prime ore del matt<strong>in</strong>o e si associano a rigidità del tratto <strong>in</strong>teressato.<br />

In questo gruppo riconosciamo le spondiloartriti (come la spondilite anchilosante,<br />

le artropatie psoriasiche) o le spondilolisciti <strong>in</strong>fettive (tbc, brucellare, ecc).<br />

FUNZIONALI: si hanno <strong>in</strong> pazienti con fibromialgie o affetti da stress psichici<br />

di varia natura.<br />

Cosa può fare il MMG?<br />

ORIENTAMENTO DIAGNOSTICO<br />

Per la diagnosi è importante tener conto dell’età, del sesso, della corporatura, di<br />

eventuali pregressi traumi, nonché delle modalità di esordio della s<strong>in</strong>tomatologia.<br />

È importante una accurata anamnesi che comprenda anche quella lavorativa<br />

e sportiva con particolare riferimento ad attività fisi<strong>ca</strong> <strong>in</strong>tensa, piegamenti<br />

frequenti, torsioni, sollevamento di pesi, tiro, sp<strong>in</strong>ta, lavoro ripetitivo, posture<br />

<strong>in</strong>congrue, vibrazioni.<br />

Vanno ricer<strong>ca</strong>ti eventuali s<strong>in</strong>tomi sistemici di allarme come febbre, deponderazione,<br />

astenia e malessere generale, precedente patologia tumorale, altre patologie<br />

d’organo e particolari situazioni di stress o depressione del tono dell’umore.<br />

Tutte queste <strong>in</strong>formazioni devono essere associate ad un accurato esame<br />

obiettivo evidenziando le zone di dolorabilità e contrattura muscolare, valutando<br />

la postura e l’andatura per ricer<strong>ca</strong>re una dismetria degli arti.<br />

Non ultimo ricer<strong>ca</strong>re eventuali deficit neurologici con alterazioni del tono<br />

muscolare e dei riflessi osteotend<strong>in</strong>ei articolari.<br />

Quanto detto è fondamentale per l’<strong>in</strong>quadramento diagnostico ed è f<strong>in</strong>alizzato<br />

alla ricer<strong>ca</strong> dei RED FLAGS (semafori rossi) per una possibile patologia grave.<br />

Se si può escludere una patologia grave sp<strong>in</strong>ale o traumati<strong>ca</strong> non c’è necessità<br />

né utilità ad eseguire approfondimenti diagnostici nel primo mese di<br />

esordio della s<strong>in</strong>tomatologia.<br />

Per la complessità dell’argomento sono state elaborate varie l<strong>in</strong>ee guida <strong>in</strong>dirizzate<br />

ai medici di Medic<strong>in</strong>a Generale e condivise anche da altri specialisti come ortopedici,<br />

fisiatri, medici di cont<strong>in</strong>uità assistenziale, medici di Pronto Soccorso.<br />

Le l<strong>in</strong>ee guida per il MMG sono molto importanti perché permettono un<br />

buon <strong>in</strong>quadramento diagnostico e terapeutico della patologia e lo orientano<br />

su scelte specialistiche adeguate.<br />

In questa sede riporto un protocollo diagnostico-terapeutico elaborato da<br />

un gruppo di lavoro multidiscipl<strong>in</strong>are della ASL 1 di Bergamo.


D.ssa Maria Rosaria Rutili - Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale - ASL Bergamo<br />

Dr. Enrico T<strong>in</strong>elli - Dirigente Medico - Responsabile Area Territoriale Dalm<strong>in</strong>e<br />

ASL BG<br />

Dr. Giorgio Belloni - Radiologo - Policl<strong>in</strong>ico San Marco di Z<strong>in</strong>gonia<br />

Dr. Danilo Mazzoleni - Fisiatra - ASL di Bergamo<br />

Prof. Giovanni Tecchio - Ortopedico - Policl<strong>in</strong>ico San Marco di Z<strong>in</strong>gonia<br />

Tale protocollo è stato elaborato sulla base delle l<strong>in</strong>ee-guida presenti <strong>in</strong> letteratura<br />

ed è stato adottato sia da MMG che lavorano <strong>in</strong> associazione o <strong>in</strong><br />

gruppo sia da altri specialisti con l’obiettivo di uniformare i comportamenti<br />

dei professionisti che si occupano di tale patologia, con particolare riferimento<br />

alla prescrizione di tecniche diagnostiche (molte volte troppo prescritte)<br />

e alla terapia.<br />

VALUTAZIONE INIZIALE<br />

Lombalgia da meno di 3 mesi Anamnesi+Esame Obiettivo<br />

Semafori rossi?<br />

Sì NO<br />

NOTIZIARIO<br />

Per frattura: Rx mirata Non utili esami nelle prime 4 settimane<br />

Per tumori: esami ematochimici<br />

Sc<strong>in</strong>tigrafia ossea<br />

Per s<strong>in</strong>drome della <strong>ca</strong>uda: valutazione neurologi<strong>ca</strong><br />

Trattamento adeguato<br />

VALUTAZIONE DEL Paziente CHE RECUPERA LENTAMENTE<br />

I s<strong>in</strong>tomi non migliorano dopo 4 settimane<br />

S<strong>in</strong>tomi neurologici arti <strong>in</strong>feriori?<br />

Sì NO<br />

Sciatalgia Esami ematici<br />

Rx <strong>in</strong> a/p e l/l<br />

Precisa distribuzione radicolare?<br />

Sì NO<br />

TAC-Rmn EMG<br />

Danno neurologico<br />

Evidenza di compressione Sì NO<br />

radicolare Ulteriori trattamenti<br />

Sì NO<br />

Chirurgo Ulteriori trattamenti<br />

IN<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

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CA<br />

52<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

ULTERIORI TRATTAMENTI<br />

Adulti con disturbi alla schiena di durata > 4 settimane e < 3 mesi<br />

◗ rassicurare il paziente<br />

◗ stabilire un piano di esercizi per ridare tolleranza all’attività voluta.<br />

Il paziente è conv<strong>in</strong>to che riuscirà a tollerare le attività volute?<br />

◗ SÌ<br />

Cont<strong>in</strong>uare ad <strong>in</strong>coraggiare gli esercizi quotidiani per <strong>in</strong>crementare la tolleranza<br />

e ridurre le ri<strong>ca</strong>dute.<br />

◗ NO<br />

Aiutare il paziente a valutare le varie opzioni terapeutiche compreso un approccio<br />

psicosociale.<br />

COSA FARE (E NON FARE) DI FRONTE<br />

AD UNA LOMBALGIA ACUTA<br />

◗ Interventi edu<strong>ca</strong>tivi <strong>in</strong>formativi rivolti al paziente o mediante <strong>in</strong>formazioni<br />

verbali o tramite opuscoli. In questa fase è importante la comuni<strong>ca</strong>zione tra<br />

medico e paziente. Il medico deve <strong>in</strong>formare il paziente sulla <strong>in</strong>utilità delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

diagnostiche <strong>in</strong> fase <strong>in</strong>iziale, deve rassicurarlo sulla rapidità della guarigione<br />

e sulla prognosi benigna.<br />

◗ Aspettare la storia naturale della malattia (è probabile che vi sia un rapido miglioramento<br />

della s<strong>in</strong>tomatologia che tuttavia potrà recidivare <strong>in</strong> futuro)<br />

◗ Metodi effi<strong>ca</strong>ci e sicuri per controllare il dolore<br />

◗ Modifi<strong>ca</strong>zioni dell’attività fisi<strong>ca</strong><br />

◗ Modalità per limitare le recidive<br />

◗ Inutilità di speciali esami diagnostici <strong>in</strong> assenza di segni o s<strong>in</strong>tomi di grave patologia<br />

sp<strong>in</strong>ale.<br />

Riposo a letto<br />

Il riposo a letto per 2-7 giorni non è effi<strong>ca</strong>ce.<br />

Se protratto può portare a debilitazione e rendere più difficoltosa la riabilitazione.<br />

Se <strong>in</strong>evitabile non deve essere considerato come una terapia ma come una<br />

conseguenza <strong>in</strong>desiderata e potenzialmente dannosa della lombalgia.<br />

Manipolazioni<br />

Sono <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te nella lombalgia senza segni radicolari e contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so<br />

di sospetta lesione radicolare o ernia dis<strong>ca</strong>le.<br />

Devono essere effettuate da personale medico qualifi<strong>ca</strong>to.<br />

Se ne raccomanda la sospensione se non c’è beneficio dopo 4 settimane.<br />

Tens<br />

Non vi è prova di effi<strong>ca</strong>cia.<br />

Altre terapie fisiche (radar-marconi-ultrasuoni)<br />

Sono terapie con modesta effi<strong>ca</strong>cia sulla contrattura muscolare.


Trazioni vertebrali<br />

Non vi sono dati conclusivi sulla effi<strong>ca</strong>cia della trazione a <strong>ca</strong>usa dello s<strong>ca</strong>rso<br />

numero di studi.<br />

Corsetti<br />

Non se ne raccomanda l’uso<br />

NOTIZIARIO<br />

Esercizio<br />

Il medico deve consigliare al paziente il mantenimento della attività quotidiana.<br />

L’esecuzione di specifici esercizi per la schiena <strong>in</strong> fase acuta non è<br />

consigliata. Superato il dolore più forte che limita l’attività è raccomandata la<br />

prati<strong>ca</strong> di una attività motoria a basso impatto (<strong>ca</strong>mm<strong>in</strong>are, nuoto).<br />

Terapia farmacologia<br />

Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per gli s<strong>ca</strong>rsi effetti collaterali.<br />

I FANS possono essere utilizzati nella lombalgia acuta dopo aver attentamente<br />

valutato la presenza di contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni (ulcere gastriche e duodenali,<br />

<strong>in</strong>sufficienza renale).<br />

I miorilassanti sono anch’essi effi<strong>ca</strong>ci nel ridurre il dolore ma possono dare<br />

effetti collaterali importanti (sonnolenza-dipendenza).<br />

Antidepressivi: non ci sono studi che ne mostrano l’effi<strong>ca</strong>cia.<br />

Steroidi per via sistemi<strong>ca</strong>: se ne raccomanda l’uso per periodi brevi nelle forme<br />

con <strong>in</strong>teressamento radicolare.<br />

Infiltrazioni <strong>in</strong>trarticolari: non sono raccomandate per la loro <strong>in</strong>vasività.<br />

Mesoterapia: vi sono pochi studi che valutano l’effi<strong>ca</strong>cia e con risultati contrastanti.<br />

Dopo aver affrontato il problema della diagnosi e della terapia delle rachialgie<br />

cosa deve fare il MMG <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di sospetta patologia professionale?<br />

Le possibilità sono diverse.<br />

◗ Se il MMG accerta o sospetta che la patologia possa essere legata all’attività<br />

lavorativa deve compilare il certifi<strong>ca</strong>to di Malattia Professionale da <strong>in</strong>viare all’INAIL<br />

e segnalare il <strong>ca</strong>so ai servizi PSAL dell’ASL. Naturalmente il certifi<strong>ca</strong>to<br />

medico non deve riportare solo i s<strong>in</strong>tomi riferiti dal paziente ma anche<br />

la diagnosi certa supportata da esami strumentali, referti di visite specialistiche<br />

(ortopediche, fisiatriche, neurologiche...) e dalla storia lavorativa.<br />

◗ Il MMG nel sospetto di patologia professionale può <strong>in</strong>viare il paziente anche<br />

ai Centri di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro per gli accertamenti del <strong>ca</strong>so.<br />

◗ È utile attivare anche flussi <strong>in</strong>formativi con il medico competente dell’azienda<br />

per valutare eventuali altri provvedimenti preventivi (come ad esempio <strong>in</strong>terventi<br />

edu<strong>ca</strong>tivi anche al di fuori dell’attività lavorativa: sovrappeso, attività<br />

sportiva, sedentarietà) e riabilitativi.<br />

Oggi il lavoro del medico di Medic<strong>in</strong>a Generale non deve essere più visto come<br />

lavoro <strong>in</strong>dividuale ma di «équipe» con s<strong>ca</strong>mbio di <strong>in</strong>formazioni e competenze<br />

tra professionisti che oltre a migliorare la diagnosi e la terapia delle malattie<br />

tutela i diritti dei lavoratori quando si tratta di patologie professionali.<br />

IN<br />

CA<br />

53<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


Compiti del Servizio Prevenzione e Sicurezza<br />

negli Ambienti di Lavoro<br />

1. Attività di vigilanza e controllo sul rischio e sull’eventuale danno, ovvero<br />

<strong>in</strong>iziative nei confronti di comparti a rischio per la patologia del rachide<br />

◗ Indag<strong>in</strong>i dirette sul posto di lavoro.<br />

◗ Ricer<strong>ca</strong> attiva notizie su rischio (conoscenza, valutazione, formazione, soluzioni, ecc.).<br />

◗ Ricer<strong>ca</strong> attiva notizie da medico competente (richiesta relazione sanitaria, <strong>in</strong>vito<br />

a segnalare patologie del rachide anche a con<strong>ca</strong>usa lavorativa, controllo del<br />

ruolo nella valutazione del rischio).<br />

◗ Campagne promozionali ad esempio <strong>in</strong> collaborazione con RLS territoriali, organizzazioni<br />

s<strong>in</strong>da<strong>ca</strong>li <strong>in</strong> alcuni comparti.<br />

Esempi<br />

◗ Edilizia<br />

◗ Sanità e assistenza<br />

◗ Agricoltura<br />

◗ Trasporti<br />

◗ Movimentazione merci e facch<strong>in</strong>aggio<br />

◗ Legatorie e <strong>ca</strong>rtotecni<strong>ca</strong><br />

NOTIZIARIO<br />

IL RUOLO DEL SERVIZIO PSAL<br />

(PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO)<br />

di Laura Bod<strong>in</strong>i (*)<br />

Ovviamente la specificità di ognuno di questi settori impli<strong>ca</strong> scelte diversifi<strong>ca</strong>te,<br />

così come la specificità territoriale dei servizi PSAL <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> settori signifi<strong>ca</strong>tivi<br />

per le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i.<br />

Vi sono settori consolidati dove vi è o dovrebbe essere un controllo del rischio,<br />

valutazioni, formazione, sorveglianza sanitaria, ecc. Pensiamo al settore<br />

della sanità e assistenza.<br />

Vi sono dei settori dispersi e mobili sia territorialmente che nelle tipologie di<br />

produzione, come l’edilizia e l’agricoltura, dove forse è più facile controllare<br />

la sicurezza che la parte di igiene del lavoro.<br />

Vi sono le cooperative di facch<strong>in</strong>aggio dove dobbiamo dare quasi per «scontato»<br />

l’esistenza del rischio e ci dobbiamo occupare della questione della formazione,<br />

delle attrezzature, del turn-over, dei turni, ecc.<br />

Vi sono aziende tradizionali ma comunque «stabili» dove questo rischio è facilmente<br />

e stabilmente affrontabile, quali ad esempio le legatorie e la <strong>ca</strong>rtotecni<strong>ca</strong>,<br />

ma ci potrebbero essere moltissimi altri esempi come i supermer<strong>ca</strong>ti<br />

e la grande distribuzione, ecc.<br />

Occorre diversifi<strong>ca</strong>re gli approcci; noi non siamo solo un Sistema di Ricer<strong>ca</strong><br />

ma soprattutto un Sistema di Controllo.<br />

(*) Medico del lavoro PSAL ASL MI 3<br />

IN<br />

CA<br />

55<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

56<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Le <strong>in</strong>iziative possono essere a <strong>ca</strong>rattere regionale o territoriale a seconda delle<br />

specificità territoriali.<br />

Ad esempio anche il nuovo Progetto Obiettivo Regionale 2004-2006 ha confermato<br />

per i primi 3 settori (Edilizia, Sanità, Agricoltura) un <strong>in</strong>teresse ad<br />

approfondire ed a mantenere un elevato livello di vigilanza e attenzione sia<br />

sulle condizioni di lavoro e qu<strong>in</strong>di di potenziale rischio sia sulla qualità della<br />

sorveglianza sanitaria.<br />

Sarà qu<strong>in</strong>di compito sia dei Servizi PSAL che delle UOML mantenere gli<br />

impegni.<br />

A livello territoriale ad esempio ci possono essere delle specificità legate alle<br />

tipologie di comparto presenti.<br />

Ad esempio <strong>in</strong> un’area metropolitana la movimentazione delle merci rappresenta<br />

un lavoro di grande <strong>in</strong>teresse che co<strong>in</strong>volge imprese e cooperative di<br />

dimensioni le più varie, con un elevato turn-over di operatori, molti extracomunitari.<br />

Nella nostra ASL abbiamo deciso ad esempio nel settore edile di <strong>in</strong>tervistare<br />

direttamente <strong>in</strong> <strong>ca</strong>ntiere i lavoratori per <strong>ca</strong>pire cosa sanno della sorveglianza<br />

sanitaria, dei rischi, delle procedure.<br />

2. Procedure quando arriva una segnalazione di patologia professionale<br />

Le domande che ci si pone sono<br />

◗ patologia signifi<strong>ca</strong>tiva<br />

◗ ditta conosciuta o no<br />

◗ rischio conosciuto o no<br />

◗ dati su sorveglianza sanitaria o no<br />

◗ eventuali altri <strong>ca</strong>si o no.<br />

Cosa fare<br />

◗ sentire a testimonianza il lavoratore<br />

◗ sopralluogo <strong>in</strong> azienda (scheda tipo)<br />

◗ raccolta di documentazione sulla analisi del rischio - documentazione stori<strong>ca</strong> o<br />

attuale<br />

◗ raccolta di documentazione sulla presenza del danno anche <strong>in</strong> altri soggetti<br />

◗ raccolta della documentazione sanitaria: storia cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>, esami <strong>in</strong>tegrativi, ecc.<br />

◗ conclusioni dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

- a INAIL<br />

- a Procura <strong>in</strong> <strong>ca</strong>si def<strong>in</strong>iti<br />

- a lavoratore<br />

- a medico competente.


LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />

di orig<strong>in</strong>e professionale<br />

■ DOCUMENTAZIONE<br />

Circolare INAIL n. 81 del 27 dicembre 2000<br />

Circolare INAIL n. 25 del 15 aprile 2004<br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA


ORGANO: INAIL - DIREZIONE CENTRALE PRESTAZIONI<br />

DOCUMENTO: Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000<br />

OGGETTO: Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture <strong>in</strong>congrue<br />

e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle pratiche<br />

NOTIZIARIO<br />

CIRCOLARE INAIL N. 81 DEL 27 DICEMBRE 2000<br />

Con la circolare n. 80/1997 è stata ricondotta alla competenza delle strutture<br />

territoriali la trattazione delle malattie professionali non tabellate con l’eccezione<br />

di quelle derivanti da posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti sottoposte<br />

al preventivo esame della Direzione Generale.<br />

L’esigenza di una prelim<strong>in</strong>are valutazione della Direzione Generale s<strong>ca</strong>turiva<br />

dalla novità e dalla particolare complessità della valutazione di dette malattie<br />

che hanno richiesto, appunto, un periodo di sperimentazione coord<strong>in</strong>ata direttamente<br />

dal Centro con una visione complessiva di tutti gli aspetti del fenomeno.<br />

Tale sperimentazione ha portato alla realizzazione da parte della Sovr<strong>in</strong>tendenza<br />

Medi<strong>ca</strong> Generale dell’unito documento «allegato A» contenente le l<strong>in</strong>ee<br />

guida per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie da<br />

microtraumi e posture, a garanzia della uniformità di trattazione delle pratiche<br />

a livello nazionale.<br />

Dette l<strong>in</strong>ee guida, accompagnate dall’esperienza nel frattempo maturata sul<br />

territorio, consentono di ricondurre nel suo alveo naturale la procedura di<br />

trattazione delle pratiche delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture<br />

<strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti, ad esclusione delle malattie del rachide,<br />

per le quali sussistono ancora problematiche da approfondire relativamente<br />

al rischio lavorativo e alle patologie e che, qu<strong>in</strong>di, richiedono ulteriori <strong>in</strong>iziative<br />

di analisi e studio a livello centrale.<br />

Ciò premesso si dispone quanto segue:<br />

a) Modalità di trattazione delle pratiche di malattie muscolo-scheletriche<br />

dell’arto superiore e del g<strong>in</strong>occhio<br />

A decorrere dalla data della presente circolare tutte le denunce di malattie<br />

muscolo-scheletriche dell’arto superiore e del g<strong>in</strong>occhio dovranno essere<br />

istruite secondo le suddette l<strong>in</strong>ee guida (allegato «A»).<br />

Le fattispecie che le Sedi ritengono suscettibili di ammissione a tutela devono<br />

essere sottoposte alle Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale che, formulate le<br />

loro valutazioni, le restituiranno alle Sedi per le def<strong>in</strong>itive decisioni.<br />

Ferma restando la piena competenza e responsabilità delle strutture e delle<br />

funzioni territoriali, permane tuttavia l’esigenza di cont<strong>in</strong>uare ad avere anche<br />

al Centro la conoscenza non solo della tipologia delle malattie accolte ma anche<br />

delle <strong>ca</strong>ratteristiche del relativo rischio, elementi questi che le attuali<br />

procedure <strong>in</strong>formatiche non permettono di acquisire pienamente.<br />

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79<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

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80<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Ciò sia per soddisfare l’alto <strong>in</strong>teresse che il mondo esterno, <strong>in</strong> particolare<br />

quello scientifico, mostra per i dati <strong>in</strong> possesso dell’Istituto <strong>in</strong> merito allo<br />

specifico fenomeno sia per arricchire il patrimonio <strong>in</strong>formativo da utilizzare<br />

per la revisione delle tabelle delle malattie professionali secondo le modalità<br />

dettate dall’articolo 10 del Decreto Legislativo n. 38/2000.<br />

È necessario, pertanto, per tutti i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di ammissione a tutela,<br />

che le Sedi compil<strong>in</strong>o e trasmettano alla Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale,<br />

con <strong>ca</strong>denza mensile e tramite le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale, l’unita<br />

scheda «allegato B».<br />

La scheda sarà disponibile anche su rete <strong>in</strong>tranet, sul server FTP della Sovr<strong>in</strong>tendenza<br />

Medi<strong>ca</strong> Generale, e può essere trasmessa via e-mail.<br />

b) Modalità di trattazione delle pratiche di malattie del rachide<br />

Per le malattie del rachide tutti i <strong>ca</strong>si dovranno essere istruiti secondo le suddette<br />

l<strong>in</strong>ee guida (allegato «A»).<br />

Le fattispecie che le Sedi ritengono suscettibili di ammissione a tutela cont<strong>in</strong>ueranno<br />

a essere sottoposte, tramite le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale, all’esame<br />

della Direzione Generale - Direzione Centrale Prestazioni.<br />

Si precisa che nel <strong>ca</strong>so <strong>in</strong> cui la malattia del rachide fosse provo<strong>ca</strong>ta dall’esposizione<br />

a vibrazioni trasmesse su tutto il corpo, proprio per la tipologia<br />

delle componenti del rischio (l’accelerazione, le vibrazioni, la frequenza,<br />

ecc.) le valutazioni mediche dovranno tenere conto di quelle tecniche espresse<br />

dalle strutture regionali della Contarp.<br />

c) Modalità di trattazione delle altre malattie professionali non tabellate<br />

Per tutte le altre malattie professionali non tabellate sono confermate le disposizioni<br />

contenute nella circolare n. 80/1997 <strong>in</strong> merito alla trattazione dei <strong>ca</strong>si.<br />

Alla Direzione Generale - Direzione Centrale Prestazioni dovranno cont<strong>in</strong>uare<br />

a pervenire, oltreché come già detto i <strong>ca</strong>si di malattia del rachide, le<br />

fattispecie che, per complessità o <strong>ca</strong>rattere del tutto <strong>in</strong>edito, richiedano il<br />

pronunciamento delle strutture centrali, con particolare riferimento alle denunce<br />

di malattie da rischio «mobb<strong>in</strong>g», «stress» e «<strong>ca</strong>mpi elettromagnetici».<br />

d) Monitoraggio del fenomeno delle malattie professionali<br />

non tabellate <strong>in</strong> generale<br />

Per quanto attiene all’attività di monitoraggio, si ritiene che lo strumento<br />

previsto dalla circolare n. 80/1997, ovvero il prospetto trimestrale riepilogativo<br />

del numero dei <strong>ca</strong>si accolti, debba considerarsi oggi riduttivo, <strong>in</strong> una<br />

prospettiva che vede l’Istituto impegnato non soltanto a garantire la correttezza<br />

delle decisioni positive ma anche e soprattutto a verifi<strong>ca</strong>re la fondatezza<br />

delle motivazioni di provvedimenti negativi e ad approfondire la conoscenza<br />

delle ragioni della non rispondenza tra fenomeno tecnopatico denunciato<br />

e fenomeno tecnopatico «atteso».<br />

In tale otti<strong>ca</strong> il monitoraggio è uno strumento di controllo cont<strong>in</strong>uo della<br />

qualità e dell’omogeneità dell’istruttoria all’<strong>in</strong>terno delle regioni nonché


d’<strong>in</strong>dividuazione delle eventuali criticità e delle opportune misure correttive<br />

da adottare, anche attraverso <strong>in</strong>terventi formativi, di sostegno e di <strong>in</strong>dirizzo.<br />

Pertanto, tale monitoraggio risulta funzione primaria delle Direzioni<br />

Regionali, anche <strong>in</strong> ragione della specificità della <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> regionale condizionata<br />

dalla realtà economi<strong>ca</strong> produttiva del territorio e dalla sua evoluzione<br />

nel tempo.<br />

Si ritiene necessario, dunque, che le Direzioni Regionali dedich<strong>in</strong>o una particolare<br />

cura e attenzione al monitoraggio delle malattie professionali non tabellate<br />

<strong>in</strong> generale, secondo i criteri e le f<strong>in</strong>alità sopra esposti e con gli strumenti<br />

giudi<strong>ca</strong>ti più idonei.<br />

Le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale trasmetteranno semestralmente alla Direzione<br />

Generale - Direzione Centrale Prestazioni i risultati del suddetto<br />

monitoraggio secondo una lettura non solo di tipo quantitativo ma soprattutto<br />

di tipo qualitativo che tenga conto delle esigenze sopra rappresentate.<br />

A sua volta la Direzione Generale provvederà a diffondere periodi<strong>ca</strong>mente<br />

sul territorio le risultanze dell’analisi a <strong>ca</strong>rattere generale realizzata sulla base<br />

dei suddetti monitoraggi regionali.<br />

Per tutto quanto sopra detto, sono abrogate le direttive contenute nella circolare<br />

n. 80/97 relativamente alla trasmissione del prospetto riepilogativo<br />

del numero di malattie non tabellate accolte (punto 2.a ultimo <strong>ca</strong>poverso).<br />

Allegati A e B.<br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

81<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Allegato A alla Circolare n. 81/2000<br />

SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE<br />

Settore IV Infortuni e Malattie Professionali<br />

LINEE GUIDA PER IL RICONOSCIMENTO DELL’ORIGINE<br />

PROFESSIONALE DELLE MALATTIE DA MICROTRAUMI E POSTURE<br />

Prof. G. Cimaglia<br />

Prof.ssa A. Balletta<br />

Dott. D. Ors<strong>in</strong>i<br />

Dott. M. Innocenzi<br />

Dott. G. Todaro<br />

Dott.ssa M. Clemente<br />

Le malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico, <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te dalla letteratura <strong>in</strong>ternazionale<br />

con vari acronimi (CTD - Cumulative Trauma Disorders, RSI - Repetitive<br />

Stra<strong>in</strong> Injures, WMSDs - Workrelated Muscle-skeletal Desease’s, ecc.),<br />

riguardano patologie a <strong>ca</strong>rico delle strutture osteo-muscolo-neuro-tend<strong>in</strong>ee e<br />

delle borse, che sempre con maggior frequenza vengono correlate ad attività<br />

lavorative che si <strong>ca</strong>ratterizzano per la presenza di un costante impegno funzionale<br />

dei vari distretti dell’arto superiore (spalla, gomito, mano, polso) e di<br />

altri distretti corporei quali il rachide e le g<strong>in</strong>occhia.<br />

Le suddette malattie, ad eziopatogenesi plurifattoriale, sono riscontrabili anche<br />

nella popolazione «non esposta» per <strong>ca</strong>use lo<strong>ca</strong>li o <strong>ca</strong>use generali legate<br />

a pregressi traumatismi, all’<strong>in</strong>vecchiamento, a patologie dismetaboliche/reumatiche<br />

ecc.; analoghi mec<strong>ca</strong>nismi da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche si verifi<strong>ca</strong>no<br />

<strong>in</strong>oltre <strong>in</strong> attività sportive e/o hobbistiche.<br />

Il Decreto M<strong>in</strong>isteriale del 18 aprile 1973 prevede, come è noto, ai sensi dell’articolo<br />

139 del vigente T.U., tra le malattie professionali soggette all’obbligo<br />

della denuncia quelle provo<strong>ca</strong>te da agenti fisici quali sforzo ripetuto,<br />

compressione ecc. (punto 6 a-b-c-d-e).<br />

L’esperienza maturata <strong>in</strong> questi anni attraverso l’esame di cir<strong>ca</strong> 4.000 pratiche<br />

pervenute <strong>in</strong> Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale (SMG) dopo la sentenza<br />

179/88 e <strong>in</strong> particolare secondo la procedura prevista dalla Circolare 80/97,<br />

nonché i più recenti studi statistico-epidemiologici permettono di def<strong>in</strong>ire<br />

un elenco di malattie più frequentemente correlate al sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />

di orig<strong>in</strong>e lavorativa (WMSDs) e che possono manifestarsi anche associate<br />

nello stesso soggetto.<br />

IL RISCHIO PROFESSIONALE<br />

Il rischio di sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico nell’ambito di una lavorazione si<br />

configura nel verifi<strong>ca</strong>rsi di quattro pr<strong>in</strong>cipali fattori, variamente comb<strong>in</strong>ati<br />

tra loro: ripetitività (frequenza o numero di azioni al m<strong>in</strong>uto, <strong>in</strong> rapporto an-


NOTIZIARIO<br />

che all’<strong>in</strong>tero turno lavorativo), impegno di forza, postura/gesti lavorativi<br />

<strong>in</strong>congrui, <strong>in</strong>adeguati periodi di recupero (pause compensative); a ciò vanno<br />

aggiunti fattori complementari che possono fungere da amplifi<strong>ca</strong>tori del rischio,<br />

quali ad esempio il microclima sfavorevole, l’uso di guanti di protezione<br />

che possono impedire la corretta manualità, la presenza di contraccolpi<br />

e/o movimenti bruschi, le compressioni lo<strong>ca</strong>lizzate su segmenti anatomici da<br />

parte di strumenti, oggetti o piani di lavoro ecc.<br />

Si ritiene utile riportare le pr<strong>in</strong>cipali def<strong>in</strong>izioni dei term<strong>in</strong>i ricorrenti nella<br />

valutazione dell’esposizione al rischio di WMSDs dell’arto superiore:<br />

1. AZIONE TECNICA MECCANICA: è l’<strong>in</strong>sieme dei movimenti di uno o<br />

più distretti corporei che consentono il compimento di un’operazione elementare.<br />

2. COMPITO LAVORATIVO: specifi<strong>ca</strong> attività lavorativa f<strong>in</strong>alizzata al raggiungimento<br />

di un risultato operativo specifico (prodotto).<br />

3. CICLO: <strong>in</strong>sieme di gesti lavorativi o azioni mec<strong>ca</strong>niche frequentemente e rapidamente<br />

ripetuti e sempre uguali.<br />

4. RIPETITIVITÀ: il compito lavorativo è s<strong>ca</strong>ndito da cicli ripetuti più volte<br />

con le stesse modalità.<br />

5. FREQUENZA: numero di azioni tecniche <strong>in</strong> rapporto all’unità di tempo<br />

(azioni/m<strong>in</strong>uto).<br />

6. FORZA: sforzo fisico richiesto per l’esecuzione dell’azione tecni<strong>ca</strong>.<br />

7. POSTURA: posizione degli arti e/o del busto condizionato dalle azioni tecniche<br />

del ciclo.<br />

8. PERIODO DI RECUPERO: tempo durante il quale, nel turno lavorativo,<br />

non vengono eseguite azioni mec<strong>ca</strong>niche; le pause possono essere prefissate o<br />

a scelta del lavoratore.<br />

Pr<strong>in</strong>cipali lavorazioni da ritenersi a rischio di sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico –<br />

elenco rilevato dalla <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale<br />

(SMG) e secondo le esperienze maturate nella partecipazione a Gruppi di<br />

lavoro esterni:<br />

◗ Montaggio, assemblaggio, microassemblaggio, <strong>ca</strong>blaggio su l<strong>in</strong>ea a ritmi prefissati<br />

e/o elevati nell’<strong>in</strong>dustria metalmec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong>, elettromec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong>, ecc. con o<br />

senza l’utilizzo di strumenti manuali, elettrici, pneumatici, ecc.<br />

◗ Approvvigionamento e/o s<strong>ca</strong>rico l<strong>in</strong>ea macch<strong>in</strong>a (torni, frese, presse) a ritmi<br />

prefissati e/o elevati.<br />

◗ Confezionamento, imballaggio su l<strong>in</strong>ea a ritmi prefissati e/o elevati.<br />

◗ Operazioni di cernita/selezione a ritmi prefissati e/o elevati (es. <strong>in</strong>dustria<br />

della cerami<strong>ca</strong> e alimentare).<br />

◗ Levigatura manuale e/o con levigatrice orbitale nella lavorazione del legno,<br />

auto<strong>ca</strong>rrozzeria, ecc.<br />

◗ Lavorazione della plasti<strong>ca</strong> (operazioni di rifilatura e sbavatura).<br />

◗ Lavori di tappezzeria e rivestimenti <strong>in</strong> ambito <strong>in</strong>dustriale e artigianale.<br />

◗ Industria tessile (filatura, orditura, ecc.).<br />

◗ Industria dell’abbigliamento, <strong>ca</strong>micerie, maglierie, jeanserie, <strong>ca</strong>lzifici, ecc.<br />

IN<br />

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83<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

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84<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

(taglio, cucitura a macch<strong>in</strong>a o a mano, orlatura e altre rif<strong>in</strong>iture, stiratura a<br />

mano o con presse).<br />

◗ Industria <strong>ca</strong>lzaturiera e pelletteria (taglio, montaggio, cucitura, <strong>in</strong>collaggio<br />

ecc. a ritmi prefissati e/o elevati).<br />

◗ Lavori <strong>in</strong> edilizia (posatori di pavimenti e rivestimenti, imbianch<strong>in</strong>i, stuc<strong>ca</strong>tori)<br />

quando svolti con cont<strong>in</strong>uità per buona parte del turno lavorativo.<br />

◗ Lavorazione del marmo, di pietre, del legno, di metalli (<strong>in</strong>cisione, taglio,<br />

scultura, ecc.).<br />

◗ Lavori di <strong>ca</strong>rpenteria con uso di martello, mazza per almeno un terzo del<br />

turno lavorativo.<br />

◗ Lavorazione delle <strong>ca</strong>rni (pollame, su<strong>in</strong>i): macellazione (scuoio, eviscerazione,<br />

disosso ecc.), <strong>in</strong>sac<strong>ca</strong>mento a ritmi prefissati e/o elevati.<br />

◗ Movimentazione dei <strong>ca</strong>richi per facch<strong>in</strong>aggio (porto, aeroporto, traslochi,<br />

ecc.), magazz<strong>in</strong>aggio, alcuni reparti nosocomiali.<br />

◗ Conduzione mezzi mec<strong>ca</strong>nici movimento terra, trattorista, gruista, <strong>ca</strong>rrellista,<br />

ecc.<br />

◗ Alcuni lavori agricoli (potatura, raccolta e cernita, tosatura, mungitura manuale<br />

ecc.) eseguiti con cont<strong>in</strong>uità.<br />

Meritevoli di attenzione risultano essere anche altre attività lavorative, da valutare<br />

nelle s<strong>in</strong>gole fattispecie: massofisioterapista, parrucchiere, stiratrice, <strong>ca</strong>ssiera<br />

full time <strong>in</strong> supermer<strong>ca</strong>ti, addetti ai videoterm<strong>in</strong>ali (<strong>in</strong> particolare archivisti,<br />

data entry).<br />

ISTRUTTORIA MEDICO-LEGALE<br />

Per l’accertamento del rischio lavorativo si ribadisce l’importanza di un’accurata<br />

raccolta dell’anamnesi lavorativa (di tutta la vita lavorativa dell’assicurato),<br />

tesa a <strong>in</strong>dividuare quel quid pluris che consenta, se non con il criterio<br />

di certezza, quantomeno secondo quello di elevata probabilità, il riconoscimento<br />

della natura professionale della malattia denunciata.<br />

A tale proposito, oltre all’acquisizione dell’usuale documentazione amm<strong>in</strong>istrativa,<br />

eventualmente <strong>in</strong>tegrata da relazione ispettiva, parere della CON-<br />

TARPP Regionali, documento della valutazione del rischio, visite mediche<br />

preventive e periodiche ai sensi della legge 626/1994 e successive <strong>in</strong>tegrazioni<br />

e modifi<strong>ca</strong>zioni, il Dirigente medico di sede dovrà compilare:<br />

◗ l’Allegato 1 «Questionario anamnesi lavorativa» per le patologie dell’arto<br />

superiore,<br />

◗ l’Allegato 2 «Protocollo Diagnostico...» per le patologie della colonna<br />

vertebrale, con la SCHEDA N. 1 <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di movimentazione manuale dei<br />

<strong>ca</strong>richi, e/o la SCHEDA n. 2 <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di esposizione a vibrazioni trasmesse<br />

a tutto il corpo.<br />

La letteratura non <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> def<strong>in</strong>iti tempi di latenza tra l’<strong>in</strong>sorgenza della patologia<br />

e l’<strong>in</strong>izio dell’attività a rischio (pur esistendo un sicuro rapporto relativamente<br />

all’<strong>in</strong>tensità del rischio) e dunque la valutazione del nesso di


NOTIZIARIO<br />

dipendenza <strong>ca</strong>usale dovrà trovare rispondenza nella corretta appli<strong>ca</strong>zione<br />

del metodo e della criteriologia propri della dottr<strong>in</strong>a medico-legale.<br />

Nel <strong>ca</strong>so di denuncia a distanza di più anni dall’abbandono della mansione a<br />

rischio dovrà essere documentata l’esistenza della malattia già a quella data.<br />

Per la diagnosi delle patologie dell’arto superiore, oltre all’esecuzione di visite<br />

specialistiche (ortopedi<strong>ca</strong>, neurologi<strong>ca</strong> ecc.) e di eventuali esami di laboratorio,<br />

gli accertamenti strumentali con maggiori <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni sono:<br />

a) esame ecografico eseguito con proiezioni specifiche, <strong>in</strong> comparativa con<br />

la sede anatomi<strong>ca</strong> controlaterale, con sonde l<strong>in</strong>eari con frequenza di almeno<br />

7,5 Mhz o superiore ad alta risoluzione; le alte frequenze permettono lo studio<br />

accurato delle strutture più superficiali, le sonde a frequenza più bassa<br />

impongono l’uso di distanziatori (ad acqua o silicone) che, allontanando la<br />

sonda, consentono una migliore messa a fuoco della zona da esam<strong>in</strong>are.<br />

Tali modalità tecniche vanno specifi<strong>ca</strong>mente <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te nella richiesta INAIL e<br />

nel referto dello specialista.<br />

b) esame radiografico, sempre comparativo;<br />

c) esame elettromiografico/elettroneurografico, <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e di elezione per<br />

una precisa diagnosi di neuropatia periferi<strong>ca</strong> da <strong>in</strong>trappolamento;<br />

d) esame TAC e RMN (patologie del rachide e del g<strong>in</strong>occhio).<br />

ELENCO DELLE MALATTIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO<br />

AFFEZIONI DEI TENDINI DELLE GUAINE E DELLE BORSE<br />

Spalla:<br />

• tend<strong>in</strong>opatie (imp<strong>in</strong>gement, conflitto) della cuffia dei rotatori (usualmente<br />

del sovrasp<strong>in</strong>oso), periartrite <strong>ca</strong>lcifi<strong>ca</strong> (m. di Duplay);<br />

• tend<strong>in</strong>opatia del <strong>ca</strong>po lungo del m. bicipite;<br />

• borsite;<br />

Gomito/avambraccio:<br />

• epicondilite laterale, epicondilite mediale (epitrocleite);<br />

• borsite olecrani<strong>ca</strong>;<br />

• tend<strong>in</strong>opatia dell’<strong>in</strong>serzione distale del tricipite;<br />

Polso/mano/dita:<br />

• tend<strong>in</strong>iti e tenos<strong>in</strong>oviti dei muscoli flessori ed estensori;<br />

• malattia di De Querva<strong>in</strong>;<br />

• cisti, dita a s<strong>ca</strong>tto;<br />

G<strong>in</strong>occhio:<br />

• borsite prerotulea, lesione del menisco da lavori prolungati effettuati <strong>in</strong><br />

posizione <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiata od accovacciata;<br />

• tend<strong>in</strong>opatia del g<strong>in</strong>occhio.<br />

NEUROPATIE PERIFERICHE DA COMPRESSIONE<br />

• s<strong>in</strong>drome dello stretto toracico*;<br />

• s<strong>in</strong>drome del tunnel cubitale (<strong>in</strong>trappolamento del n. ulnare al gomito);<br />

• s<strong>in</strong>drome del pronatore rotondo, s<strong>in</strong>drome dell’ar<strong>ca</strong>ta di Frohse (del nervo<br />

<strong>in</strong>terosseo anteriore)*;<br />

IN<br />

CA<br />

85<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

86<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

• s<strong>in</strong>drome del nervo <strong>in</strong>terosseo posteriore*;<br />

• s<strong>in</strong>drome del tunnel <strong>ca</strong>rpale;<br />

• s<strong>in</strong>drome del <strong>ca</strong>nale di Guyon.<br />

ALTRE PATOLOGIE<br />

• artrosi acromion-claveare e gleno-omerale*;<br />

• rizoartrosi (artrosi trapezio-meta<strong>ca</strong>rpale);<br />

• ernia dis<strong>ca</strong>le lombo-sacrale.<br />

* non frequenti<br />

LE PRINCIPALI MALATTIE DA SOVRACCARICO<br />

BIOMECCANICO DI ORIGINE LAVORATIVA<br />

... omissis ...<br />

MALATTIE DEL RACHIDE<br />

I dati della letteratura e i <strong>ca</strong>si pervenuti alla S.M.G. a seguito della circolare<br />

35/92 e 80/97, evidenziano una non trascurabile <strong>in</strong>cidenza di patologie del<br />

rachide da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche <strong>in</strong> alcune <strong>ca</strong>tegorie di lavoratori. Le<br />

attività lavorative più <strong>in</strong>teressate sono comprese tra quelle che comportano<br />

movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi e quelle che espongono a «vibrazioni<br />

trasmesse a tutto il corpo».<br />

MECCANISMI PATOGENETICI<br />

Il distretto della colonna vertebrale maggiormente <strong>in</strong>teressato dal sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico di orig<strong>in</strong>e lavorativa è il tratto lombare e le relative cerniere,<br />

dorso-lombare e lombosacrale; il mec<strong>ca</strong>nismo patogenetico (c.d. a pompa)<br />

comporta una primitiva alterazione trofi<strong>ca</strong> del disco <strong>in</strong>tervertebrale attraverso<br />

fenomeni di disidratazione del nucleo polposo e perdita di elasticità<br />

con fissurazioni dell’anulus fibrosus; segue la protrusione e poi l’ernia del disco<br />

<strong>in</strong>tervertebrale con eventuali quadri cl<strong>in</strong>ici connessi alla compressione<br />

radicolare. L’alterazione del disco può comportare <strong>in</strong>oltre l’<strong>in</strong>staurarsi di un<br />

processo artrosico osteofitico per il concentrarsi delle sollecitazioni pressorie<br />

sui bordi delle limitanti dei corpi vertebrali.<br />

Sono pertanto da ritenere correlati al rischio di sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche<br />

lavorative i quadri con primitivo impegno da compressione dell’apparato<br />

<strong>in</strong>tervertebrale (ernie dis<strong>ca</strong>li e protrusioni dis<strong>ca</strong>li), associati o meno a<br />

spondilodiscoartrosi del tratto lombare.<br />

La quantifi<strong>ca</strong>zione del rischio lavorativo avviene attraverso i riferimenti normativi<br />

della Comunità Europea (con relative direttive), secondo i dati elaborati<br />

dalle autorità scientifiche <strong>in</strong>ternazionali (es. NIOSH - ACGIH - ISO) e,<br />

come per tutte le altre patologie da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche, <strong>in</strong> considerazione<br />

della cont<strong>in</strong>uità-ripetitività delle mansioni a rischio, relativamente ai


NOTIZIARIO<br />

turni lavorativi e alla <strong>in</strong>tera storia lavorativa del soggetto. È comunque da tenere<br />

conto dei tempi di latenza di tali patologie microtraumatiche e della criteriologia<br />

medico legale per le malattie professionali <strong>in</strong> tema di con<strong>ca</strong>use<br />

preesistenti e/o concorrenti.<br />

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI<br />

Al titolo V, articolo 47, del Decreto Legislativo n. 626 del 19.9.1994 viene<br />

riportata la seguente def<strong>in</strong>izione di «Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi»:<br />

«le operazioni di trasporto o di sostegno di un <strong>ca</strong>rico ad opera di uno o più lavoratori,<br />

comprese le azioni del sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, portare o<br />

spostare un <strong>ca</strong>rico che, per le loro <strong>ca</strong>ratteristiche o <strong>in</strong> conseguenza delle condizioni<br />

ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorsolombari».<br />

Durante dette operazioni si determ<strong>in</strong>ano forze compressive sulle strutture<br />

del rachide lombare (dischi <strong>in</strong>tervertebrali, limitanti somatiche, articolazioni<br />

<strong>in</strong>terapofisarie) che, se ripetute e protratte nel tempo, possono condurre a<br />

micro lesioni delle strutture medesime.<br />

Le forze compressive sono la risultanza di diversi fattori tra i quali assumono<br />

rilevanza:<br />

• 1. la postura assunta al momento dell’azione;<br />

• 2. il peso e le dimensioni dell’oggetto movimentato;<br />

• 3. il tragitto che l’oggetto deve compiere.<br />

In Italia le normative vigenti <strong>in</strong> tema di prevenzione <strong>in</strong>dividuano un valore<br />

di peso limite raccomandato di 30 kg. per i maschi adulti (23 kg. secondo il<br />

NIOSH 1993) e 20 kg. per le donne adulte.<br />

Sperimentalmente è stato <strong>ca</strong>lcolato che il sollevamento di un <strong>ca</strong>rico di cir<strong>ca</strong><br />

25 Kg. da terra, a schiena fissa, f<strong>in</strong>o all’altezza del torace, può comportare<br />

una forza di compressione sui dischi <strong>in</strong>tervertebrali superiore a 500 kg.<br />

I <strong>ca</strong>richi di rottura per le limitanti vertebrali sono risultati <strong>in</strong> media di 600-<br />

700 kg. nei soggetti maschi di età <strong>in</strong>feriore a 40 anni e di 400-500 kg. per i<br />

soggetti maschi di età compresa tra 40 e 60 anni; nei soggetti di sesso femm<strong>in</strong>ile<br />

tali limiti di rottura sono stati stimati essere <strong>in</strong> media <strong>in</strong>feriori al 17% rispetto<br />

ai maschi. Il rapporto tra il peso realmente sollevato e il peso massimo<br />

sollevabile viene def<strong>in</strong>ito Indice di Sollevamento (IS).<br />

Di rilievo nel <strong>ca</strong>lcolo del suddetto <strong>in</strong>dice sono i dati relativi ai fattori moltipli<strong>ca</strong>tivi<br />

del rischio che sono:<br />

• altezza da terra delle mani all’<strong>in</strong>izio del sollevamento;<br />

• distanza verti<strong>ca</strong>le di spostamento del peso tra <strong>in</strong>izio e f<strong>in</strong>e del sollevamento;<br />

• distanza orizzontale tra le mani e il punto al centro tra le due <strong>ca</strong>viglie (distanza<br />

massima del peso dal corpo);<br />

• dislo<strong>ca</strong>zione angolare del peso <strong>in</strong> gradi rispetto al piano sagittale del soggetto;<br />

• giudizio sulla presa del <strong>ca</strong>rico.<br />

IN<br />

CA<br />

87<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

88<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

È comunque da considerare che le rilevazioni <strong>ca</strong>lcolate con tale metodologia,<br />

che dovrebbero essere presenti agli atti nella copia dell’analisi del rischio,<br />

assumono importanza ai f<strong>in</strong>i preventivi e si sono resi attuativi dopo il<br />

DL 626/94.<br />

Nell’istruttoria dei <strong>ca</strong>si INAIL con lunga storia lavorativa i suddetti riferimenti<br />

saranno orientativi e comunque richiamati per la compilazione della<br />

allegata SCHEDA n. 1.<br />

Pr<strong>in</strong>cipali attività lavorative con prevalente movimentazione manuale<br />

di <strong>ca</strong>richi<br />

• Lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porto, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.) svolti<br />

con cont<strong>in</strong>uità e come attività prevalente, senza mezzi di ausilio.<br />

• Lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.).<br />

• Lavoro del personale parasanitario <strong>in</strong> alcuni reparti nosocomiali (lungodegenti,<br />

handi<strong>ca</strong>ppati, anziani, ecc.).<br />

LE VIBRAZIONI TRASMESSE A TUTTO IL CORPO<br />

Le mansioni lavorative che comportano il rischio da vibrazioni trasmesse a<br />

tutto il corpo sono quelle connesse alla guida e/o all’uso e/o a manutenzioni<br />

di macch<strong>in</strong>e semoventi, <strong>in</strong>dustriali, di trasporto.<br />

In riferimento ai suddetti mezzi è utile ricordare che il livello più basso di vibrazioni<br />

trasmesse a tutto il corpo si ha per i mezzi su rotaia, rispetto a questi<br />

si possono avere valori medi di accelerazione, dupli<strong>ca</strong>ti per la guida di autobus<br />

di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione (valori più alti riguardano<br />

<strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della metà degli anni settanta), tripli<strong>ca</strong>ti<br />

nella conduzione di trattori agricoli, quadrupli<strong>ca</strong>ti nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori,<br />

o di semoventi a motore diesel, aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte nella conduzione<br />

di pale mec<strong>ca</strong>niche e di mezzi c<strong>in</strong>golati.<br />

Le componenti del rischio da vibrazione riguardano:<br />

• L’accelerazione equivalente;<br />

• L’asse del movimento;<br />

• La frequenza (2-80 Hz);<br />

• La tipologia di vibrazioni (impulsiva, traslazionale, rotazionale).<br />

I riferimenti normativi sono la «Direttiva macch<strong>in</strong>e» riguardante la parte essenzialmente<br />

ergonomi<strong>ca</strong> e le specifiche direttive <strong>in</strong> tema di vibrazioni corporee;<br />

la più recente è la UE/94/C230/03.<br />

Le suddette valutazioni richiedono il contributo tecnico della CONTARPP<br />

il cui parere verrà riportato <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi nella allegata SCHEDA n. 2.


SCHEDA n. 1<br />

COMPILARE IN CASO DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI<br />

(Avvalersi eventualmente della documentazione di analisi dei rischi sec. D.Lgs. 626/94 -<br />

Titolo V art. 47 e Allegato VI)<br />

PERIODI<br />

Dal ___ al ___<br />

Dal ___ al ___<br />

Dal ___ al ___<br />

DESCRIZIONE DEL CARICO<br />

MOVIMENTATO E<br />

DI EVENTUALI FATTORI<br />

MOLTIPLICATIVI<br />

DEL RISCHIO<br />

PESO DEL CARICO<br />

(per s<strong>in</strong>golo pezzo)<br />

FREQUENZA<br />

<strong>in</strong> un’ora<br />

<strong>in</strong> un turno<br />

SCHEDA n. 2<br />

NOTIZIARIO<br />

COMPILARE PER ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI TRASMESSE A TUTTO IL CORPO<br />

MEZZO UTILIZZATO PERIODO DI LAVORO ORARIO GIORNALIERO<br />

dal al (numero totale di ore)<br />

AUTOTRASPORTO<br />

-<br />

-<br />

PALA MECCANICA<br />

C<strong>in</strong>golato<br />

Gommato<br />

ESCAVATORE<br />

C<strong>in</strong>golato<br />

Gommato<br />

TRATTORE<br />

C<strong>in</strong>golato<br />

Gommato<br />

ALTRI<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

RIPORTARE IN SINTESI L’EVENTUALE PARERE DELLA CONTARP<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

___________________________________________________________________________________<br />

IN<br />

CA<br />

89<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

90<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

Allegato 2<br />

I N A I L<br />

Sede di ……………………………………………………………………....…<br />

Caso n. ……………………… del ……………………………………………<br />

PROTOCOLLO DIAGNOSTICO PER LE MALATTIE<br />

DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEL RACHIDE<br />

MALATTIA DENUNCIATA<br />

…………………………………………………………………………………<br />

ASSICURATO/A: ………………………………anno di nascita …………..<br />

SETTORE LAVORATIVO………………………………………………….....<br />

MANSIONE / QUALIFICA ATTUALE ………………………………….......<br />

dal ……………………<br />

ORARIO SETTIMANALE …….……………….....………….......…………...<br />

ORARIO GIORNALIERO ………………..... ……………………....……….<br />

PRECEDENTI ATTIVITÀ LAVORATIVE<br />

dal …………………… al ……………………<br />

SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />

MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....<br />

dal …………………… al ……………………<br />

SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />

MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....<br />

dal …………………… al ……………………<br />

SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />

MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....


ANAMMESI PER PATOLOGIE DEL RACHIDE<br />

Ha sofferto e/o sono presenti nel soggetto malattie del rachide quali:<br />

scoliosi ❏ cifosi ❏<br />

spondilite anchilosante ❏<br />

spondiloartrosi secondaria ad alterazioni congenite: del rachide ❏<br />

del bac<strong>in</strong>o ❏<br />

degli arti <strong>in</strong>feriori ❏<br />

spondilodisciti tubercolari e non ❏<br />

malattia di Paget ❏<br />

spondilolisi ❏<br />

spondilolistesi ❏<br />

reumoartropatie a lo<strong>ca</strong>lizzazione rachidea ❏<br />

altro ❏<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

REGRESSE FRATTURE DI<br />

vertebre ❏<br />

……………………………………………………........………………………<br />

bac<strong>in</strong>o ❏<br />

……………………………………………………........………………………<br />

arti <strong>in</strong>feriori ❏<br />

…………………………………………………………………………………<br />

ERNIE DISCALI DEL TRATTO<br />

sospetto diagnostico ❏<br />

diagnosi di certezza ❏<br />

trattamento chirurgico ❏<br />

LOMBALGIE ACUTE<br />

numero totale di episodi …………………………………<br />

anno del primo episodio …………………………………<br />

numero di episodi negli ultimi 12 mesi……………...……<br />

s<strong>in</strong>tomatologia prevalente:<br />

lombalgia ❏<br />

lombosciatalgia ❏<br />

presenza di parestesie o dolore irradiato agli arti <strong>in</strong>feriori:<br />

no ❏ sì ❏ ( dx ❏ s<strong>in</strong> ❏ )<br />

USO DI FARMACI<br />

sporadico ❏<br />

frequente ❏<br />

cont<strong>in</strong>uo ❏<br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

91<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

92<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

ALTRE TERAPIE<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

RICOVERI OSPEDALIERI<br />

no ❏<br />

sì ❏ numero ………...…...… anni ………...…………...…………...…<br />

ESAMI DIAGNOSTICI PER IL RACHIDE GIÀ ESEGUITI<br />

RX ❏<br />

TAC ❏<br />

RMN ❏<br />

EMG ❏<br />

ESAME OBIETTIVO<br />

STATO GENERALE<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

Altezza <strong>in</strong> cm ………...…………....… Peso <strong>in</strong> kg ……........…...…………...…<br />

ESAME SEGMENTARIO<br />

❏ ISPEZIONE (<strong>in</strong> posizione eretta e con dorso rivolto all’esam<strong>in</strong>atore)<br />

– deviazioni laterali a tipo scoliotico: SÌ NO<br />

– asimmetria delle spalle: SÌ NO<br />

– asimmetria delle s<strong>ca</strong>pole: SÌ NO<br />

– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azioni del bac<strong>in</strong>o: SÌ NO<br />

– scoliosi stati<strong>ca</strong>: SÌ NO<br />

– cifosi dorsale: SÌ NO<br />

– lordosi cervi<strong>ca</strong>le: SÌ NO<br />

– lordosi lombare: SÌ NO<br />

– altri segni obiettivi: ……………………………………………………….....<br />

❏ PALPAZIONE (<strong>in</strong> posizione seduta e con dorso leggermente flesso)<br />

– tonicità della muscolatura paravertebrale SÌ NO<br />

– dolore alla pressione sulle apofisi sp<strong>in</strong>ose SÌ NO<br />

– altri punti dolorosi alla pressione:<br />

…………………………………………………………………………………<br />

❏ ESAME DELLA MOTILITÀ ATTIVA E PASSIVA<br />

(esame segmentario eseguito con paziente <strong>in</strong> piedi e con bac<strong>in</strong>o bloc<strong>ca</strong>to<br />

dall’esam<strong>in</strong>atore)<br />

TRATTO CERVICALE (con co<strong>in</strong>volgimento della cerniera occipito-cervi<strong>ca</strong>le):<br />

– Flesso-estensione ……………………………………............………………


NOTIZIARIO<br />

– Incl<strong>in</strong>azione laterale destra ……...…………...…………...……...………….<br />

– Incl<strong>in</strong>azione laterale s<strong>in</strong>istra …...…………...…………...……...…………...<br />

– Movimenti rotatori …...…………...…………...……...…………….……...<br />

TRATTO DORSALE (sul fulcro dorso-lombare)<br />

– Torsione del busto ………….………….………….………….…………......<br />

– Incl<strong>in</strong>azioni del busto ………….………….………….………………….….<br />

TRATTO LOMBO-SACRALE<br />

– flessione anteriore ……….………....….………….………….…………......<br />

– estensione posteriore ……….………….………….………….…………......<br />

– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione laterale destra ….………….………….………….………….....<br />

– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione laterale s<strong>in</strong>istra ….………….………….………….…………...<br />

– movimenti rotatori del tronco .………….………….………….………….....<br />

❏ MISURE DEGLI ARTI INFERIORI dx s<strong>in</strong><br />

– distanza tra S.I.A.S. e malleolo <strong>in</strong>terno ….…… …….....<br />

– distanza tra ombelico e malleolo <strong>in</strong>terno ….…… …….....<br />

NOTE INTEGRATIVE<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

❏ MANOVRE SEMEIOLOGICHE dx s<strong>in</strong><br />

– Manovra di Lasègue<br />

– Manovra di Vallaix:<br />

….…… .……....<br />

<strong>in</strong> sede ischiati<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />

<strong>in</strong> sede glutea ….…… .……....<br />

<strong>in</strong> sede poplitea ….…… .……....<br />

<strong>in</strong> sede surale ….…… .……....<br />

<strong>in</strong> sede malleolare esterna ….…… .……....<br />

❏ ESAME DELLA DEAMBULAZIONE dx s<strong>in</strong><br />

– fisiologi<strong>ca</strong><br />

– claudi<strong>ca</strong>zione per:<br />

….…… .……....<br />

zoppia di fuga ….…… .……....<br />

zoppia con <strong>ca</strong>duta ….…… .……....<br />

zoppia a pendolo ….…… .……....<br />

❏ ESAME NEUROLOGICO<br />

– bilancio della forza muscolare segmentaria nella deambulazione<br />

normale ….…… .……....<br />

sulla punta dei piedi ….…… .……....<br />

sui <strong>ca</strong>l<strong>ca</strong>gni ….…… .……....<br />

IN<br />

CA<br />

93<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

94<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

– studio delle sensibilità periferiche<br />

tattile ….…… .……....<br />

termi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />

dolorifi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />

pallestesi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />

– studio dei riflessi osteo-tend<strong>in</strong>ei<br />

rotuleo ….…… .……....<br />

achilleo ….…… .……....<br />

medio-plantare ….…… .……....<br />

– presenza di riflessi patologici ….…… .……....<br />

NOTE INTEGRATIVE<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

CONSULENZE SPECIALISTICHE<br />

ortopedi<strong>ca</strong><br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

neurologi<strong>ca</strong><br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI<br />

RX sotto <strong>ca</strong>rico ❏<br />

TAC ❏<br />

RMN (da preferirsi) ❏<br />

EMG-ENG (arti <strong>in</strong>feriori) ❏<br />

CONCLUSIONI MEDICO-LEGALI<br />

DIAGNOSI MEDICO-LEGALE<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

………………… PARERE SUL NESSO DI CAUSALITÀ<br />

…………………………………………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………<br />

………………… VALUTAZIONE / PROPOSTA<br />

Data …………………………………… Il Dirigente Medico


Allegato B alla Circolare n. 81/2000<br />

M.P. DA MICROTRAUMI E POSTURE<br />

PARERE MEDICO-LEGALE CONCLUSIVO-SINESI<br />

REGIONE<br />

SEDE<br />

CASO n. del<br />

Data di nascita Sesso F M<br />

Malattia denunciata<br />

Settore lavorativo<br />

mansione/qualifi<strong>ca</strong> attuale<br />

eventuali attività lavorative precedenti<br />

Eventuali con<strong>ca</strong>use e/o coesistenze<br />

Esam<strong>in</strong>ato il <strong>ca</strong>so si ritiene di poter ammettere la natura professionale<br />

della seguente patologia<br />

Data ..........................................<br />

Da <strong>in</strong>viare alla SMG per il tramite della SMR<br />

NOTIZIARIO<br />

IL DIRIGENTE MEDICO DELLA SEDE<br />

IL DIRIGENTE MEDICO REGIONALE<br />

IN<br />

CA<br />

95<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


CIRCOLARE INAIL N. 25 DEL 15 APRILE 2004<br />

ORGANO: INAIL - DIREZIONE GENERALE - DIREZIONE CENTRALE<br />

PRESTAZIONI - SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE - CONSU-<br />

LENZA TECNICA ACCERTAMENTO RISCHI E PREVENZIONE<br />

DOCUMENTO: Circolare n. 25 del 15 aprile 2004.<br />

OGGETTO: Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di<br />

trattazione delle pratiche.<br />

Quadro Normativo<br />

◗ D.P.R. n. 1124 del 30 giugno 1965: «Testo Unico delle disposizioni per<br />

l’assicurazione obbligatoria contro gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro e le malattie professionali»,<br />

art. 3.<br />

◗ Sentenza della Corte Costituzionale n. 179 del 18 febbraio 1988: <strong>in</strong>troduzione<br />

del «sistema misto» di tutela delle malattie professionali.<br />

◗ Decreto Legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, art. 10, comma IV: conferma<br />

legislativa del «sistema misto» di tutela delle malattie professionali.<br />

◗ Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000: «Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture<br />

<strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione<br />

delle pratiche».<br />

◗ Direttiva 2002/44/CE del 25/6/2002: «Prescrizioni m<strong>in</strong>ime di sicurezza e<br />

di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti<br />

fisici (vibrazioni)».<br />

◗ ISO 2631-1/1997: «Mechani<strong>ca</strong>l vibration and shock - Evaluation of human<br />

exposure to whole-body vibration. Part 1: General requirements».<br />

◗ Decreto legislativo n. 626 del 29 settembre 1994: «Attuazione delle direttive<br />

89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,<br />

90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, riguardanti il miglioramento<br />

della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro», titolo V, articolo<br />

47, e allegato VI.<br />

PREMESSA<br />

F<strong>in</strong>ora, per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />

biomec<strong>ca</strong>nico del rachide, le Sedi dovevano <strong>in</strong>viare alla Direzione<br />

generale, per il tramite delle Direzioni regionali, i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di<br />

ammissione a tutela 1 .<br />

Ciò allo scopo di approfondire, attraverso una più ampia <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong>, le conoscenze<br />

sia sui fattori di rischio, sia sulle più ricorrenti manifestazioni morbose<br />

ad essi correlate.<br />

1 Circolare n. 81/2000.<br />

NOTIZIARIO<br />

IN<br />

CA<br />

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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

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CA<br />

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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

L’esame nell’ultimo triennio di oltre 1.000 pratiche, corredate nella maggioranza<br />

dei <strong>ca</strong>si del parere tecnico espresso dalle Contarp regionali, consente<br />

ora di del<strong>in</strong>eare il def<strong>in</strong>itivo quadro di riferimento per la trattazione delle<br />

pratiche di cui all’oggetto.<br />

Il periodo di osservazione centrale di queste malattie può considerarsi qu<strong>in</strong>di<br />

concluso.<br />

Questa circolare riporta un completo ed articolato quadro di riferimento<br />

che, <strong>in</strong>sieme all’esperienza nel frattempo maturata sul territorio, consente di<br />

garantire omogeneità e correttezza nella trattazione delle pratiche.<br />

VALUTAZIONE DEL RISCHIO PROFESSIONALE<br />

Allo stato, resta confermato che le condizioni di rischio da prendere <strong>in</strong> considerazione<br />

ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale della malattia sono<br />

le vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (W.B.V. 2 ) e la Movimentazione Manuale<br />

di Carichi (M.M.C.), a volte entrambe presenti nei <strong>ca</strong>si denunciati.<br />

Le vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (W.B.V.)<br />

Le più comuni attività lavorative che comportano il rischio da esposizione a<br />

W.B.V. sono quelle connesse alla guida dei mezzi di trasporto e delle macch<strong>in</strong>e<br />

semoventi, <strong>in</strong>dustriali e agricole.<br />

È utile ricordare che, rispetto ai valori di vibrazioni raggiunti dai mezzi su rotaia,<br />

che risultano i più bassi, quelli prodotti dagli altri mezzi di trasporto sono:<br />

• dupli<strong>ca</strong>ti, per la guida di autobus di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione<br />

(valori più alti riguardano <strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della metà degli<br />

anni settanta);<br />

• tripli<strong>ca</strong>ti, nella conduzione di trattori agricoli;<br />

• quadrupli<strong>ca</strong>ti, nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori o di macch<strong>in</strong>e semoventi a motore<br />

diesel;<br />

• aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte, nella conduzione di pale mec<strong>ca</strong>niche e di mezzi<br />

c<strong>in</strong>golati.<br />

Quanto sopra descritto deve essere <strong>in</strong>teso come un orientamento di massima,<br />

dato che l’accelerazione lungo l’asse verti<strong>ca</strong>le non è l’uni<strong>ca</strong> grandezza descrittiva<br />

dell’esposizione a W.B.V.<br />

Ad esempio, per i mezzi su rotaia si riscontrano mediamente valori di accelerazione<br />

media ponderata sull’asse verti<strong>ca</strong>le (z) <strong>in</strong>feriori rispetto ai mezzi su<br />

gomma, ma è anche vero che si ottengono valori confrontabili sull’asse trasversale<br />

(y) e che di solito il fenomeno ha connotazione impulsiva. Ciò obbliga<br />

a valutare anche il valore della dose di vibrazioni (VDV). In def<strong>in</strong>itiva la valutazione<br />

deve considerare tutti i vari aspetti e i vari parametri a disposizione.<br />

Per la valutazione del rischio, pur nell’impossibilità di def<strong>in</strong>ire la relazione dose-risposta,<br />

assumono rilievo la durata e l’<strong>in</strong>tensità dell’esposizione richiama-<br />

2 Whole Body Vibrations.


te nella Direttiva comunitaria 3 sulle prescrizioni m<strong>in</strong>ime di sicurezza e di salute<br />

relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici 4 .<br />

La Direttiva stabilisce il valore limite e il valore di azione giornaliero di esposizione<br />

normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore [A(8)] e anche il<br />

valore della dose di vibrazione (VDV) come riportato nella tabella seguente.<br />

PARAMETRO VALORE DI AZIONE VALORE LIMITE<br />

A (8) 0,5 m/s2 1,15 m/s2<br />

VDV 9,1 m/s1,75 21 m/s1,75<br />

NOTIZIARIO<br />

Come noto, il superamento del valore di azione comporta l’adozione della<br />

sorveglianza sanitaria, dell’<strong>in</strong>formazione e formazione dei lavoratori nonché<br />

degli <strong>in</strong>terventi tecnici ed organizzativi f<strong>in</strong>alizzati a escludere o a ridurre l’esposizione<br />

al rischio. Il valore limite non deve essere superato <strong>in</strong> alcun <strong>ca</strong>so.<br />

La Direttiva <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> anche la modalità per il <strong>ca</strong>lcolo della valutazione del livello<br />

dell’esposizione:<br />

«La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

sul <strong>ca</strong>lcolo dell’esposizione giornaliera A(8) espressa come accelerazione cont<strong>in</strong>ua<br />

equivalente su 8 ore, <strong>ca</strong>lcolata come il più alto dei valori quadratici medi o<br />

il più alto dei valori della dose di vibrazioni (VDV) delle accelerazioni ponderate<br />

<strong>in</strong> frequenza, determ<strong>in</strong>ati sui tre assi ortogonali (1,4awx, 1,4awy, awz per un<br />

lavoratore seduto o <strong>in</strong> piedi), conformemente ai <strong>ca</strong>pitoli 5, 6 e 7, all’allegato A<br />

e all’allegato B della norma ISO 2631-1 (1997)».<br />

Per il <strong>ca</strong>lcolo dei suddetti valori è sempre necessario il parere tecnico delle<br />

Contarp regionali.<br />

Ai f<strong>in</strong>i dell’eventuale riconoscimento della natura professionale della malattia,<br />

i dati della letteratura, la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata nonché i riferimenti delle<br />

normative previdenziali di altri Stati della UE, consentono di ritenere compatibile<br />

un periodo di esposizione al rischio di almeno 5 anni con valori di<br />

A(8) che si avvic<strong>in</strong>ano al valore limite (1,15 m/s2).<br />

3 Direttiva 2002/44/CE del 25/6/2002, che dovrà essere recepita dagli Stati membri,<br />

eventualmente con modifiche maggiormente <strong>ca</strong>utelative, entro il 6/7/2005.<br />

4 Lo specifico documento che affronta l’argomento «Valutazione dell’esposizione<br />

umana a vibrazioni al corpo <strong>in</strong>tero» è la normativa ISO 2631-1 del 1997, a cui la<br />

stessa direttiva europea 2002/44/CE fa riferimento: quest’ultima direttiva ha valenza<br />

prevenzionale. La ISO 2631-1, nell’annesso B fig. B. 1, fornisce un grafico di guida<br />

agli effetti sulla salute (metodo di base) <strong>in</strong> cui, conoscendo l’accelerazione r.m.s.<br />

ponderata <strong>in</strong> frequenza aw (m/s2) ed il tempo di esposizione giornaliera, è possibile<br />

<strong>in</strong>dividuare il punto corrispondente al <strong>ca</strong>so <strong>in</strong> esame. Esso può ri<strong>ca</strong>dere <strong>in</strong> una delle<br />

tre zone delimitate dalle due «l<strong>in</strong>ee» del grafico: la prima zona, al di sotto di entrambe<br />

le l<strong>in</strong>ee, corrisponde ad effetti sulla salute non chiaramente documentati e/o oggettivamente<br />

osservati; la seconda zona, tra le due «l<strong>in</strong>ee», corrisponde a rischi potenziali<br />

per la salute; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la terza zona, al di sopra di entrambe le l<strong>in</strong>ee, corrisponde<br />

a rischi per la salute acclarati.<br />

IN<br />

CA<br />

99<br />

PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE


NOTIZIARIO<br />

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100<br />

Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />

La movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (M.M.C.)<br />

Per la def<strong>in</strong>izione di «Movimentazione Manuale dei Carichi» si r<strong>in</strong>via al Decreto<br />

legislativo n. 626/1994, ove vengono precisati gli elementi di riferimento<br />

sullo specifico rischio 5 .<br />

L’analisi dei <strong>ca</strong>si di patologie della colonna vertebrale denunciati all’INAIL<br />

permette di confermare che le più comuni attività lavorative da considerarsi<br />

a rischio, quando svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />

• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.);<br />

• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti, ecc.);<br />

• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e altre<br />

strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti;<br />

• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />

costituisce l’attività prevalente.<br />

Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />

e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />

con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />

Per quanto riguarda specifi<strong>ca</strong>mente i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re<br />

ai f<strong>in</strong>i della valutazione, sono da preferire quelli riconosciuti <strong>in</strong> sede scientifi<strong>ca</strong><br />

a f<strong>in</strong>i prevenzionali, nei quali il rischio è descritto attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico<br />

(IR 6 ).<br />

Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i metodi di analisi:<br />

• NIOSH 7 , «Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual<br />

lift<strong>in</strong>g tasks - 1993», per l’analisi delle attività che comportano sollevamento<br />

di <strong>ca</strong>richi.<br />

• Snook e Ciriello, «Liberty Mutual tables for Lift<strong>in</strong>g, Carry<strong>in</strong>g, Push<strong>in</strong>g<br />

and Pull<strong>in</strong>g», per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azione di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta.<br />

Ai f<strong>in</strong>i della valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />

e assistenza dei pazienti ospedalizzati, utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono essere<br />

tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO 8 .<br />

Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />

del rischio specifico secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.<br />

METODI NIOSH E SNOOK & CIRIELLO METODO MAPO<br />

Classe di rischio IR Classe di rischio IR<br />

Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1.5<br />

M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />

Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR _ 5<br />

Eccessivo IR _ 3<br />

5<br />

Decreto legislativo n. 626/1994: titolo V, art. 47 e allegato VI.<br />

6<br />

Indice di Rischio.<br />

7<br />

National Institute for Occupational Safety and Health.<br />

8<br />

Metodo MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) dell’Unità<br />

di ricer<strong>ca</strong> «Ergonomia della Postura e del Movimento» - A.O. Istituti Cl<strong>in</strong>ici di Perfezionamento,<br />

Milano.

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