in ca notiziario - INCA Lombardia
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TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB ROMA - SUPPLEMENTO AL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> N. 10/2004<br />
Quaderni<br />
NOTIZ<br />
IARIO<br />
SUPPLEMENTO AL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> N. 10/2004<br />
di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
<strong>INCA</strong><br />
LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />
di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
DISABILI E LAVORO<br />
una riflessione da aprire<br />
IN
IN<br />
CA SUPPLEMENTO<br />
NOTIZIARIO<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
AL N. 10/2004 DEL NOTIZIARIO <strong>INCA</strong><br />
LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />
di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
DISABILI E LAVORO<br />
una riflessione da aprire
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
direttore responsabile<br />
Enrico Cardile<br />
redazione<br />
Sonia Cappelli<br />
Marco Padoan<br />
Via G. Paisiello 43<br />
00198 Roma<br />
Tel. (06) 855631<br />
Fax (06) 85352749<br />
E-mail:<br />
comuni<strong>ca</strong>zione-<strong>in</strong>formazione@<strong>in</strong><strong>ca</strong>.it<br />
proprietà e amm<strong>in</strong>istrazione<br />
Casa editrice Ediesse srl<br />
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00185 Roma<br />
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annuo € 25,00 - estero € 50,00<br />
una copia € 4,00<br />
C/C post. n. 935015<br />
<strong>in</strong>testato a Ediesse srl<br />
Via dei Frentani 4/a - 00185 Roma,<br />
<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>ndo la <strong>ca</strong>usale<br />
di versamento «Notiziario In<strong>ca</strong>»<br />
Spedizione <strong>in</strong> abbonamento<br />
postale 45% comma 20/b art. 2,<br />
legge 662/1996 Filiale di Roma<br />
iscritto al n. 363/83 del Registro<br />
delle pubbli<strong>ca</strong>zioni periodiche<br />
del Tribunale di Roma<br />
il 22.12.1983<br />
Progetto grafico: Antonella Lupi<br />
Stampa: Tipografia O.GRA.RO. srl<br />
Vicolo dei Tabacchi, 1 - Roma<br />
CHIUSO IN TIPOGRAFIA<br />
IL 11 FEBBRAIO 2005<br />
Egregio Abbonato, ai sensi dell’art. 10 della<br />
legge n. 675/1996 La <strong>in</strong>formiamo che i Suoi<br />
dati sono conservati nel nostro archivio <strong>in</strong>formatico<br />
e saranno utilizzati dalla nostra società,<br />
nonché da enti e società esterne ad essa<br />
collegate, solo per l’<strong>in</strong>vio di materiale amm<strong>in</strong>istrativo,<br />
commerciale e promozionale derivante<br />
dalla ns. attività. La <strong>in</strong>formiamo <strong>in</strong>oltre<br />
che, ai sensi dell’art. 13 della Legge, Lei ha<br />
il diritto di conoscere, aggiornare, <strong>ca</strong>ncellare,<br />
rettifi<strong>ca</strong>re i Suoi dati o opporsi all’utilizzo degli<br />
stessi, se trattati <strong>in</strong> violazione della legge.<br />
Sommario<br />
LA PATOLOGIA DEL RACHIDE di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
◗ Relazioni 3<br />
◗ Presentazione di Lelia Della Torre 5<br />
◗ Epidemiologia nella popolazione generale e <strong>in</strong> particolare 11<br />
popolazioni lavorative di Enrico Occhip<strong>in</strong>ti<br />
◗ La valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa di Adalberto Ferioli 19<br />
◗ La tutela assicurativa. L<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>dirizzo dell’INAIL 37<br />
di M. Laura Caputo e Giuseppe Alì<br />
◗ Ruolo del medico di medic<strong>in</strong>a generale nell’accertamento 49<br />
delle patologie del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
di M. Concetta del Beato<br />
◗ Il ruolo del servizio PSAL (Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti 55<br />
di Lavoro) di Laura Bod<strong>in</strong>i<br />
◗ Le patologie del rachide nella dottr<strong>in</strong>a e nella giurisprudenza 57<br />
di Marco Bottazzi<br />
◗ Documentazione 77<br />
◗ Circolare INAIL n. 81/2000: Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico 79<br />
biomec<strong>ca</strong>nico/posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti.<br />
Modalità di trattazione delle pratiche<br />
◗ Circolare INAIL n. 25/2004: Malattie del rachide da 97<br />
sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di trattazione delle pratiche<br />
DISABILI E LAVORO: una riflessione da aprire 103<br />
◗ Presentazione di Lelia Della Torre 105<br />
◗ Interventi di: 109<br />
Cristiana Brambilla, Carla Nuccio, Nadja Polimeri,<br />
Mar<strong>in</strong>a Della Foglia, Fran<strong>ca</strong> Zoli, Maria Luisa Redaelli,<br />
Roberto Dighera, Valeria Rossi, Piero Pennati,<br />
Adalberto Ferioli, Corrado Mandreoli<br />
◗ Considerazioni conclusive di Lelia Della Torre 133<br />
Questo Quaderno è stato curato dai consulenti medici della <strong>Lombardia</strong>:<br />
Gian Piero Cass<strong>in</strong>a, Lelia Della Torre, Adalberto Ferioli, Roberta Malaberti,<br />
Mariaclara Guerrieri, Ferd<strong>in</strong>ando Brandi<br />
e per l’Ufficio Stampa <strong>INCA</strong> CGIL nazionale: Sonia Cappelli, Enrico Cardile
LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />
di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
■ RELAZIONI<br />
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA
PRESENTAZIONE<br />
di Lelia Della Torre (*)<br />
In passato la patologia del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale era trattata solo<br />
marg<strong>in</strong>almente nel corso universitario ed alla scuola di specialità di medic<strong>in</strong>a<br />
del lavoro. Sui testi di medic<strong>in</strong>a del lavoro del tempo venivano però<br />
già riportate le alterazioni osteoarticolari da particolari posture e movimenti<br />
ripetuti.<br />
Ad esempio Scipione Caccuri (Medic<strong>in</strong>a del Lavoro 2 edizione Napoli<br />
Idelson 1972) descrive «deviazioni scheletriche si hanno <strong>in</strong> alcune attività<br />
lavorative, e così nei mietitori, nei m<strong>in</strong>atori ecc... si hanno deviazioni della<br />
colonna vertebrale,... nelle operaie addette alla raccolta delle olive, nelle<br />
lavoratrici delle risaie, ecc... <strong>in</strong> seguito alla forte flessione del tronco si<br />
possono avere, con l’andare del tempo, alterazioni della colonna vertebrale<br />
che diventa quasi rigida, secondo Pieracc<strong>in</strong>i che ha denom<strong>in</strong>ato detta<br />
posizione “atteggiamento alla Millet” da quella assunta dalle spigolatrici<br />
nel celebre quadro del pittore francese».<br />
Sul Trattato di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro di Emilio Sartorelli Picc<strong>in</strong> Editore<br />
Padova 1981 nel <strong>ca</strong>pitolo «Le osteo-artropatie da lavoro» Scotti P. G. e<br />
Monti G. affermano: «Le osteoartropatie da lavoro possono <strong>in</strong>sorgere<br />
prati<strong>ca</strong>mente a qualsiasi livello dell’apparato osteoarticolare e <strong>in</strong>teressare<br />
ogni componente sia s<strong>in</strong>golarmente che <strong>in</strong> associazione con altri. È chiaro<br />
che, essendo una patologia degenerativa da sovrac<strong>ca</strong>rico funzionale, i distretti<br />
più colpiti saranno quelli maggiormente sollecitati ... tutte le volte<br />
che una posizione diversa dalla normale stazione eretta viene assunta e<br />
mantenuta nel tempo, col semplice <strong>ca</strong>rico del peso corporeo, si può avere<br />
una rachialgia che si manifesta con una gamma di variabilità che si estende<br />
dal semplice fastidio da contrattura muscolare alla violenta rachialgia da<br />
distorsione vertebrale. Se alla posizione aggiungiamo un <strong>ca</strong>rico, il fenomeno<br />
distorsivo e distrattivo diventa più importante ed il dolore più <strong>in</strong>tenso...<br />
le rachialgie sono diffusissime tra coloro che espli<strong>ca</strong>no mansioni<br />
impiegatizie, ove vengono determ<strong>in</strong>ate da posizioni scorrette mantenute<br />
nel tempo anche se con <strong>ca</strong>richi molto modesti, dato che si tratta di lavori<br />
sedentari, sia fra i lavoratori dell’<strong>in</strong>dustria leggera e media, come ad esempio<br />
tessitori, assemblatori, mec<strong>ca</strong>nici, tornitori e fresatori, dove alla postura<br />
si aggiunge sempre un certo <strong>ca</strong>rico, sia sopratutto dell’<strong>in</strong>dustria pesante<br />
ove è particolarmente evidente il sovrac<strong>ca</strong>rico dovuto alle resistenze esterne.<br />
Una <strong>ca</strong>tegoria di lavoratori fra le più colpite dalle rachialgie è quella<br />
degli addetti alla guida dei mezzi di locomozione, sia per quanto riguarda i<br />
ferrotranvieri, sia per gli autotrasportatori, specie quelli addetti ai mezzi<br />
pesanti, sia alle <strong>ca</strong>tegorie di trasporti agricoli...».<br />
(*) Coord<strong>in</strong>atrice medico-legale <strong>INCA</strong> CGIL <strong>Lombardia</strong><br />
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
5<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
6<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
È del 1989 il Sem<strong>in</strong>ario Nazionale «Lavoro e patologie del rachide» promosso<br />
dall’Unità di Ricer<strong>ca</strong> «Ergonomia delle Posture e del Movimento»<br />
(costituita nel 1985 a Milano, attraverso la convenzione tra l’Università degli<br />
Studi (Istituto di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro), il Politecnico (Dipartimento di<br />
Elettroni<strong>ca</strong>), la Fondazione «Pro Juventute Don Gnocchi» Centro di<br />
Bio<strong>in</strong>gegneria) e l’U.S.L. n. 75/6 (Centro di Medic<strong>in</strong>a Occupazionale Cemoc))<br />
<strong>in</strong> cui vengono poste le basi teoriche e metodologiche per la valutazione<br />
dei rischi di sovrac<strong>ca</strong>rico del rachide e vengono presentati i primi risultati<br />
di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i epidemiologiche <strong>in</strong> diverse realtà lavorative italiane.<br />
Solo dal 1994 con l’emanazione del DL 626 diventano oggetto di sorveglianza<br />
sanitaria settori lavorativi «nuovi» per la medic<strong>in</strong>a del lavoro quali<br />
l’edilizia, la sanità e l’assistenza agli anziani ed <strong>in</strong>validi, i trasporti, i facch<strong>in</strong>aggi,<br />
ecc...<br />
È proprio nell’ultimo decennio che si rivolgono più frequentemente al Patronato<br />
numerosi lavoratori con mansioni comportanti, attualmente ma<br />
sopratutto <strong>in</strong> passato, movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi, vibrazioni trasmesse<br />
a tutto il corpo, posture <strong>in</strong>congrue, movimenti ripetuti di torsione<br />
e flessione del rachide, per chiedere che la patologia del rachide loro diagnosti<strong>ca</strong>ta<br />
venga riconosciuta ed <strong>in</strong>dennizzata come malattia professionale:<br />
sono addetti all’edilizia (muratori, piastrellisti, palisti), autisti di autobus<br />
e <strong>ca</strong>mion, <strong>ca</strong>rpentieri e <strong>ca</strong>lderai, <strong>in</strong>fermieri ed assistenti sociosanitari,<br />
falegnami addetti al trasporto e montaggio mobili a domicilio, magazz<strong>in</strong>ieri,<br />
operatori ecologici, operai tessili e addette alla confezione, operai addetti<br />
alla produzione di s<strong>ca</strong>tole <strong>in</strong> latta e <strong>ca</strong>rtone, addette al confezionamento<br />
di riviste, ecc...<br />
L’INAIL ha emanato due circolari <strong>in</strong> merito la n. 81/ 2000 e la n. 25/2004<br />
(riportate <strong>in</strong> allegato) def<strong>in</strong>endo come patologia lavoro-correlata solo<br />
quella lo<strong>ca</strong>lizzata a livello del distretto lombare da attività lavorative che<br />
comportano movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi e vibrazioni trasmesse a<br />
tutto il corpo, <strong>in</strong>dividuando le attività lavorative considerate a rischio ed i<br />
criteri per il riconoscimento dell’esposizione <strong>in</strong> anni e valori di <strong>in</strong>dici di rischio(<br />
tratti dal documento di valutazione del rischio ai sensi del DL 626).<br />
In <strong>Lombardia</strong> recentemente alcuni <strong>ca</strong>si di patologia del rachide(ad esempio<br />
<strong>in</strong> un artigiano piastrellista, <strong>in</strong> un addetto alla movimentazione di <strong>ca</strong>richi<br />
<strong>in</strong> aereoporto ed <strong>in</strong> un autista addetto anche al <strong>ca</strong>rico e s<strong>ca</strong>rico di merci),<br />
patroc<strong>in</strong>ati dall’<strong>INCA</strong>, sono stati riconosciuti come malattia professionale<br />
dall’INAIL <strong>in</strong> via amm<strong>in</strong>istrativa mentre f<strong>in</strong>o ad ora tale riconoscimento<br />
era stato ottenuto solo dopo ricorso giudiziario (vedi tabella allegata<br />
che riporta le <strong>in</strong>formazioni essenziali tratte dalle relazioni di CTU e relative<br />
Sentenze pervenute al Coord<strong>in</strong>amento Regionale).<br />
Il Decreto 27 aprile 2004 elen<strong>ca</strong> fra le «malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è<br />
di elevata probabilità» l’ernia dis<strong>ca</strong>le lombare e le spondilodiscopatie del<br />
tratto lombare da movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi eseguita con cont<strong>in</strong>uità<br />
durante il turno di lavoro e fra le «malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è<br />
di limitata probabilità» l’ernia dis<strong>ca</strong>le lombare e le spondilodiscopatie del
NOTIZIARIO<br />
tratto lombare da vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero per le attività di guida<br />
di automezzi pesanti e conduzione di mezzi mec<strong>ca</strong>nici.<br />
Sono evidenti le difformità di valutazione tra le circolari INAIL ed il Decreto<br />
sopra citato.<br />
D’altra parte numerosi sono i problemi ancora aperti su cui si ritiene utile<br />
aprire un confronto, <strong>in</strong> relazione ai dati di letteratura, quali:<br />
◗ patologia «acuta» del rachide quale evento <strong>in</strong>fortunistico <strong>in</strong> riferimento<br />
alle affezioni cronicodegenerative;<br />
◗ distretti del rachide co<strong>in</strong>volti da sovrac<strong>ca</strong>rico funzionale lavorativo;<br />
◗ sussistenza di patologie preesistenti;<br />
◗ lavorazioni a rischio;<br />
◗ valutazione dell’esposizione al rischio non a f<strong>in</strong>i preventivi ma nella def<strong>in</strong>izione<br />
del nesso di <strong>ca</strong>usa di un s<strong>in</strong>golo <strong>ca</strong>so concreto <strong>in</strong> ambito di medic<strong>in</strong>a<br />
legale del lavoro;<br />
◗ valutazione del danno <strong>in</strong> riferimento al DL 38/00 sempre tenendo presente<br />
che <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a del lavoro le segnalazioni di patologia professionale<br />
da specifiche attività lavorative non <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>no che quei settori lavorativi<br />
sono «i soli a rischio» ma piuttosto che per ragioni cont<strong>in</strong>genti<br />
(presenza di fattori di rischio, «sensibilità» del medico competente, «attenzione»<br />
da parte di strutture specialistiche, denunce di disturbi da<br />
parte dei lavoratori) sono «emerse» malattie professionali.<br />
Questo Sem<strong>in</strong>ario promosso dal COORDINAMENTO MEDICO LE-<br />
GALE dell’<strong>INCA</strong> LOMBARDIA con la SCUOLA ITALIANA DI FOR-<br />
MAZIONE E RICERCA IN MEDICINA DI FAMIGLIA (società di formazione<br />
promossa dalla Federazione dei Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale,<br />
con la quale l’<strong>INCA</strong> nazionale ha stipulato lo scorso anno un protocollo<br />
d’<strong>in</strong>tesa per favorire l’emersione del fenomeno delle malattie professionali)<br />
e rivolto ai medici consulenti di Patronati, medici del lavoro delle ASL,<br />
medici competenti, medici legali, medici previdenziali, medici di medic<strong>in</strong>a<br />
generale che operano sul territorio e negli enti pubblici è il terzo di<br />
una serie di <strong>in</strong>contri di aggiornamento, che oltre ad approfondire un dato<br />
tema con esperti dei vari <strong>ca</strong>mpi chiamati a valutare <strong>ca</strong>si concreti, vogliono<br />
rappresentare un momento di <strong>in</strong>contro e di discussione.<br />
Si sollecitano osservazioni, critiche, suggerimenti per le prossime <strong>in</strong>iziative<br />
così come si sollecita l’<strong>in</strong>vio di contributi (articoli, ricerche, esperienze<br />
di lavoro, riflessioni) che troveranno un apposito spazio sui numeri dei<br />
NOTIZIARIO <strong>INCA</strong> dedi<strong>ca</strong>ti ai sem<strong>in</strong>ari. La varietà è bellezza e vita: più<br />
sguardi diversi su uno stesso fenomeno favoriscono una maggiore conoscenza.<br />
IN<br />
CA<br />
7<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
8<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Allegato: <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> <strong>INCA</strong><br />
TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />
o DB<br />
Bergamo 2° 1994 11% T.U. 60 Scoliosi Spondiloartrosi con Taglio marmi Carpentiere<br />
dorsolombare discopatie multiple Assemblaggio per 11 anni<br />
e segni di radicolopatia Carpenteria pesante<br />
S1-S2 a dx con mmc 30-50 kg<br />
e posture <strong>in</strong>congrue<br />
Bergamo 2° 1995 20% T.U. 46 – Artrosi diffusa del rachide Piastrellista per 4 anni Nel 1989 all’Rx<br />
ed esiti erniectomia operaio e poi per 25 anni spondilodiscoartrosi<br />
L4-l5 e L5-S1 artigiano lombare<br />
Nel 1992 lombalgia<br />
acuta nel mmc<br />
Bergamo 2° 1995 15% T.U. 52 Scoliosi Spondilopatia cervicolombare Trasporto e montaggio<br />
lombosacrale con discopatie multiple mobili a domicilio<br />
cervi<strong>ca</strong>li e lombari.<br />
Lombosciatalgia dx con<br />
ernia dis<strong>ca</strong>le L5 - S1<br />
Cremona 1° 1997 65% T.U. 64 Lombalgie <strong>in</strong> Discopatie lombari <strong>in</strong> esiti Assistente<br />
giovane età erniectomia L3-L4 e L4-l5 socioassistenziale <strong>in</strong><br />
ed <strong>in</strong>tervento di stabilizzazione <strong>ca</strong>sa di riposo per<br />
con placche e viti con ipostenia 14-15 anni dall’età di<br />
arto <strong>in</strong>feriore dx 43 anni (prima <strong>ca</strong>sal<strong>in</strong>ga)<br />
Bergamo 1° 1998 15% T.U. 58 Spondilolisi Spondiloartropatia di 3° Piastrellista per 37 anni Nel 1972<br />
congenita con grado con importante lombosciatalgie<br />
spondilolistesi deficit funzionale bilaterali<br />
L5-S1<br />
Lecco 1 ° 1999 9% T.U. 53 – Spondiloartrosi lombosacrale Muratore per 12 anni Nel 1994 primo<br />
con discopatie multiple M<strong>in</strong>atore con mmc episodio di lombalgia<br />
lombari e palista per 32 anni all’età di 48 anni<br />
Solo il 50% del danno<br />
valutato pari al 18%<br />
è riferibile al lavoro<br />
Bergamo 1° 2000 18% T.U. 34 – Lombalgie persistenti <strong>in</strong> esiti Muratore per 17 anni<br />
<strong>in</strong>terventi per ernie dis<strong>ca</strong>li<br />
L4-L5 e L5-S1<br />
Bergamo 1° 2000 15% T.U. 50 – Spondiloartrosi dorsolombare Carpentiere <strong>ca</strong>lderaio<br />
con discopatia L5-S1 e per 30 anni: uso di mazza,<br />
radicolopatia sciatalgi<strong>ca</strong> mmc, posture <strong>in</strong>congrue<br />
destra fibromialgia dorsale<br />
Bergamo 1° 2002 11% T.U. 50 – Spondiloartrosi lombare Muratore per 4 anni Nel 1998 lombosciadiffusa<br />
con discopatia L4-L5 Autista per 5 anni talgia acuta nel<br />
condizionante modesti segni Operatore ecologico movimentare<br />
di radicolopatia sensitiva per 23 anni con guida un sacco di 20 Kg<br />
addetto mmc pezze riconosciuta come<br />
<strong>in</strong>fortunio lavorativo<br />
Bergamo 1° 2002 11% T.U. 45 Scoliosi Spondiloartrosi Operaio tessile per Nel 1985 distorsione<br />
dorso lombare con discopatia L4-L5 23 anni: per 13 anni colonna lombare per<br />
e scoliosi dorsolombare sollevamento pesi da <strong>in</strong>fortunio lavorativo<br />
15 a 60 Kg ogni Nel 1995 lombalgia<br />
5- 10 m<strong>in</strong>uti acuta non riconosciuta<br />
dall’INAIL come<br />
<strong>in</strong>fortunio
NOTIZIARIO<br />
TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />
o DB<br />
Bergamo 1° 2003 13% DB ? – Spondilosi con ernia L4-L5 Muratore gruista<br />
con sofferenza neurogena <strong>ca</strong>po<strong>ca</strong>ntiere per più<br />
s<strong>in</strong>. di 35 anni<br />
Lecco 1° 2003 10% DB 41 – Ernia dis<strong>ca</strong>le paramediana Per 20 anni addetta A favore del<br />
D8-D9 e D10-D11 <strong>in</strong> trance <strong>in</strong> s<strong>ca</strong>tolificio con riconoscimento:<br />
spondiloartrosi del rachide ripetuti piegamenti e giovane età, non<br />
torsioni del tronco, preesistenze, analiti<strong>ca</strong><br />
mmc fogli di latta di descrizione attività<br />
1-2 Kg sollevati a pur <strong>in</strong> presenza di<br />
braccia aperte e ritmi <strong>ca</strong>richi di modesta<br />
elevati, posture <strong>in</strong>congrue entità<br />
Monza 1° 2003 8% DB 52 Spondiloartrosi Cervicoartrosi e lomboartrosi Dal ’71 all’80 necroforo Nel ’94 i primi disturbi<br />
con discopatie multiple Dall’80 al 2003 autista e segni di artrosi<br />
e segni di sofferenza di autobus urbani per cui soggetto<br />
neurogena ipersuscettibile;<br />
arto <strong>in</strong>f. dx l’attività lavorativa<br />
ha agito da con<strong>ca</strong>usa<br />
slatentizzando ed<br />
aggravando la<br />
patologia per cui al<br />
lavoro è attribuibile<br />
solo - del danno<br />
complessivo pari al 25%<br />
Monza 1° 2003 Non m.p. 35 – Cervicomialgia posturale Addetta al <strong>ca</strong>blaggio La s<strong>in</strong>drome<br />
dal 1985 con postura dell’egresso toracico<br />
<strong>in</strong>congrua per <strong>ca</strong>po, denunciata con<strong>ca</strong>usata<br />
collo flessi <strong>in</strong> avanti dalla postura non<br />
con arti superiori è stata confermata<br />
non appoggiati<br />
Monza 1° 2003 Non m.p. 33 Distorsione Cervi<strong>ca</strong>lgia miotensiva Dal 1986 al 1999 La diagnosi di<br />
rachide cervi<strong>ca</strong>le addetta all’appenditura cervi<strong>ca</strong>lgia miotensiva<br />
per <strong>in</strong>cidente ed <strong>in</strong>corsatura con disturbi<br />
stradale 1994 con postura <strong>in</strong>congrua neurosensitivi arto<br />
sup. dx con<strong>ca</strong>usata<br />
da postura <strong>in</strong>congrua<br />
è stata solo <strong>in</strong> parte<br />
condivisa dal CTU per<br />
<strong>ca</strong>renza di documentazione<br />
sanitaria<br />
recente e per assenza<br />
di usura lavorativa<br />
dopo sopralluogo<br />
Bergamo 1° 2004 10% DB 57 – Spondiloartropatia con Muratore per più di 20% <strong>in</strong> totale<br />
sofferenza croni<strong>ca</strong> di L4 35 anni con STC e s. Guyon<br />
bilaterale<br />
Monza 1° 2004 4% DB 48 Grave patologia Grave artrosi cervi<strong>ca</strong>le Operaia confezioni La gravità del<br />
degenerativa del con protrusioni dis<strong>ca</strong>li addetta stiratura, taglio, quadro cl<strong>in</strong>ico e la<br />
rachide cervi<strong>ca</strong>le multiple imballo, timbratura recente esposizione<br />
etichette <strong>in</strong> postura a postura <strong>in</strong>congrua<br />
<strong>in</strong>congrua dal ’95 per una grave<br />
al 2002 preesistenza<br />
Monza 1° 2004 10% DB 50 Ipersuscettibile Esiti <strong>in</strong>tervento per ernia L5 Magazz<strong>in</strong>iere dal ’74 Documentata per<br />
Appello? S1 ed artrodesi <strong>in</strong>tersomati<strong>ca</strong> al 2000 con mmc l’ultimo periodo<br />
L5-S1 con disturbi trofico Magazz<strong>in</strong>iere dal ’74 la movimentazione<br />
sensitivi di media entità al 2000 con mmc di pesi eccedenti<br />
da 10 a 90 Kg i 30 Kg<br />
IN<br />
CA<br />
IN<br />
CA<br />
9<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
10<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
TRIBUNALE ANNO %T.U. ETà Preesistenze PATOLOGIA MANSIONE NOTE<br />
o DB<br />
Lecco 1° 2004 12% DB 48 Psoriasi dall’età Lombosciatalgia dx <strong>in</strong> esiti Movimentazione manuale Nel 90 a soli 34 anni<br />
di 28 anni plurimi <strong>in</strong>terventi per ernie <strong>ca</strong>richi (da 4 a 30 Kg) il primo <strong>in</strong>tervento;<br />
lombari Movimentazione il danno attuale,<br />
manuale 18% 1/3 del quale<br />
<strong>ca</strong>richi (da 4 a 30 Kg) da attribuirsi ad<br />
e posture <strong>in</strong>congrue artropatia psoriasi<strong>ca</strong><br />
come <strong>ca</strong>pomacch<strong>in</strong>a<br />
s<strong>ca</strong>tolificio<br />
dal ’70 ad oggi<br />
Lecco 1° 2004 10% DB 51 – Lombosciatalgia dx <strong>in</strong> esiti Tranciatore e tornitore Prove testimoniali<br />
duplice <strong>in</strong>tervento per ernia per 12 anni; dall’81 al ’90 a favore nella<br />
L5-S1 recidivata produzione grad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> ricostruzione<br />
cemento mmc da 30 dell’esposizione<br />
a 40 kg da solo e f<strong>in</strong>o<br />
a 100 Kg <strong>in</strong> due; dal ’90<br />
ad oggi movimenti<br />
ripetuti rachide di<br />
rotazione e flessione<br />
con mmc da 5 a 30 kg<br />
Bergamo 1° 2004 22% T.U. ? – Postumi duplice <strong>in</strong>tervento 34 anni addetta vendita<br />
di ernia dis<strong>ca</strong>le L4 - L5 ed <strong>in</strong>grosso e dettaglio<br />
L5-S1 e spondilosi piante, fiori, vasi,<br />
sacchi terra ecc.
Aspetti generali<br />
NOTIZIARIO<br />
EPIDEMIOLOGIA NELLA POPOLAZIONE GENERALE<br />
E IN PARTICOLARI CONDIZIONI LAVORATIVE<br />
di Enrico Occhip<strong>in</strong>ti (*)<br />
Le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale sono di assai frequente<br />
riscontro presso collettività lavorative dell’agricoltura, dell’<strong>in</strong>dustria e del terziario.<br />
Esse, sotto il profilo della molteplicità delle sofferenze e dei costi economici<br />
e sociali <strong>in</strong>dotti (assenze per malattia, cure, <strong>ca</strong>mbiamenti di lavoro, <strong>in</strong>validità) rappresentano<br />
uno dei pr<strong>in</strong>cipali problemi sanitari nel mondo del lavoro.<br />
Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH - USA) pone<br />
tali patologie al secondo posto nella lista dei dieci problemi di salute più rilevanti<br />
nei luoghi di lavoro.<br />
Negli Stati Uniti il low-back pa<strong>in</strong> determ<strong>in</strong>a una media di 28,6 giorni di assenza<br />
per malattia ogni 100 lavoratori; le patologie del rachide sono la pr<strong>in</strong>cipale <strong>ca</strong>usa<br />
di limitazione lavorativa nelle persone con meno di 45 anni e gli <strong>in</strong>dennizzi<br />
per patologie professionali della colonna assorbono il 33% dei costi totali di <strong>in</strong>dennizzo.<br />
È stato stimato che, per tali affezioni, i settori produttivi dell’<strong>in</strong>dustria<br />
statunitense spendono ogni anno una somma di cir<strong>ca</strong> 10.000 milioni di euro per<br />
trattamenti e compensi assicurativi.<br />
Nei paesi s<strong>ca</strong>nd<strong>in</strong>avi la media di giorni di assenza per low-back pa<strong>in</strong> è di 36 per<br />
100 lavoratori ed il 25% delle pensioni per <strong>in</strong>validità lavorativa sono dovute a<br />
spondiloartropatie croniche lombari.<br />
In Gran Bretagna si registra una media di 32,6 giorni di malattia per low-back<br />
pa<strong>in</strong> ogni 100 lavoratori: fra questi il 4% <strong>ca</strong>mbia ogni anno lavoro per patologie<br />
della colonna vertebrale.<br />
Sul piano più generale è stato stimato che nei paesi dell’ Unione Europea almeno<br />
l’11% della «forza lavoro» è co<strong>in</strong>volto abitualmente e pressoché per tutto il<br />
tempo di lavoro <strong>in</strong> attività lavorative comportanti la movimentazione manuale<br />
di <strong>ca</strong>richi (Tab. 1). (Dati della 3° <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e della Fondazione Europea di Dubl<strong>in</strong>o<br />
sulle condizioni di salute e di lavoro dei lavoratori europei).<br />
Sulla scorta di tali elementi si può affermare che <strong>in</strong> Italia cir<strong>ca</strong> 4 milioni di lavoratori<br />
sono più o meno fortemente co<strong>in</strong>volti nell’appli<strong>ca</strong>zione del Titolo V del<br />
D. Lgs. 626/94.<br />
In Italia, le s<strong>in</strong>dromi artrosiche sono, secondo ripetute <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ISTAT sullo stato<br />
di salute della popolazione, le affezioni croniche di gran lunga più diffuse.<br />
D’altro lato, le affezioni acute dell’apparato locomotore sono al secondo posto<br />
(dopo le affezioni delle vie respiratorie comprendenti anche le s<strong>in</strong>dromi <strong>in</strong>fluenzali)<br />
nella prevalenza puntuale di patologie acute accusate dagli italiani.<br />
Ancora <strong>in</strong> Italia, le s<strong>in</strong>dromi artrosiche sono al secondo posto tra le <strong>ca</strong>use di <strong>in</strong>validità<br />
civile.<br />
(*) UOOML Cemoc A.O. ICP- Milano<br />
IN<br />
CA<br />
11<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
12<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Secondo stime provenienti dagli Istituti di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro, le patologie<br />
croniche del rachide sono la prima ragione nelle richieste di giudizi di parziale<br />
non idoneità al lavoro specifico. Tra gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro, la lesione da sforzo,<br />
che nel 60-70% dei <strong>ca</strong>si è rappresentata da una lombalgia acuta, non fa registrare<br />
alcun trend negativo nonostante vi siano ampi fenomeni di sottostima per via di<br />
omesse registrazioni.<br />
Tabella 1<br />
Prevalenza di lavoratori adibiti ad attività con movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi<br />
secondo il Paese ed il tempo di adibizione<br />
Job countries eu<br />
<strong>in</strong>volves 15%<br />
mov<strong>in</strong>g<br />
heavy<br />
loads<br />
All of<br />
the time<br />
Almost all<br />
of the time<br />
Around 3/4<br />
of the time<br />
Around half<br />
of the time<br />
Around 1/4<br />
of the time<br />
Almost<br />
never<br />
Never<br />
B<br />
4.9%<br />
4.8%<br />
3.6%<br />
6.6%<br />
13.2%<br />
19.7%<br />
47.1%<br />
DK<br />
3.0%<br />
3.4%<br />
2.4%<br />
7.4%<br />
17.9%<br />
26.3%<br />
39.3%<br />
D<br />
2.0%<br />
5.7%<br />
4.5%<br />
7.5%<br />
16.9%<br />
19.8%<br />
43.6%<br />
GR<br />
8.9%<br />
9.5%<br />
6.4%<br />
6.6%<br />
12.8%<br />
16.2%<br />
39.4%<br />
I<br />
3.4%<br />
6.4%<br />
2.8%<br />
5.3%<br />
11.4%<br />
21.1%<br />
49.6%<br />
Gran parte delle affezioni qui citate trovano <strong>in</strong> specifiche condizioni lavorative<br />
un preciso ruolo <strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale. In letteratura è ormai consolidato il rapporto<br />
esistente tra attività di movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi e <strong>in</strong>cremento<br />
del rischio di contrarre affezioni acute e croniche dell’apparato locomotore ed<br />
<strong>in</strong> particolare del rachide lombare.<br />
Questa constatazione ha sp<strong>in</strong>to alcuni paesi occidentali ad emanare specifiche<br />
normative e standards rivolti a limitare l’impiego della forza manuale nello svolgimento<br />
delle attività lavorative; sono di rilievo <strong>in</strong> tal senso le guide del NIOSH<br />
(1981; 1993) per il sollevamento dei <strong>ca</strong>richi e la legislazione svedese (1984) sull’argomento.<br />
Più recentemente, presso le agenzie <strong>in</strong>ternazionali di normalizzazione (ISO e<br />
CEN), si sta procedendo all’emanazione di standard tesi a «regolamentare» l’uso<br />
della forza manuale <strong>in</strong> oc<strong>ca</strong>sioni di lavoro. Presso gli stessi enti sono state elaborate<br />
o sono <strong>in</strong> fase di avanzata elaborazione norme riguardanti il sollevamento<br />
di <strong>ca</strong>richi (EN 1005-2; ISO 11228-1; ISO 11228-2).<br />
L’esperienza italiana dei servizi di medic<strong>in</strong>a del lavoro sulla materia si è sviluppata<br />
a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stata <strong>in</strong> grado di dimostrare l’esistenza<br />
di specifici rischi lavorativi <strong>in</strong> diversi contesti <strong>in</strong> cui si fa un largo ricorso<br />
alla forza manuale: addetti all’edilizia, operatori mortuari, addetti all’<strong>in</strong>dustria<br />
ES<br />
7.9%<br />
11.9%<br />
4.4%<br />
6.5%<br />
9.8%<br />
16.6%<br />
42.9%<br />
F<br />
8.9%<br />
7.8%<br />
5.3%<br />
6.7%<br />
13.1%<br />
17.5%<br />
40.7%<br />
IRL<br />
4.8%<br />
5.1%<br />
4.5%<br />
8.0%<br />
13.8%<br />
17.8%<br />
45.9%<br />
L<br />
4.3%<br />
3.7%<br />
4.1%<br />
6.5%<br />
8.4%<br />
17.4%<br />
54.1%<br />
NL<br />
3.8%<br />
3.9%<br />
1.7%<br />
4.6%<br />
14.0%<br />
32.7%<br />
39.4%<br />
P<br />
4.7%<br />
5.7%<br />
4.9%<br />
5.2%<br />
11.7%<br />
18.3%<br />
49.5%<br />
UK<br />
6.0%<br />
7.0%<br />
4.7%<br />
7.8%<br />
13.6%<br />
14.1%<br />
46.5%<br />
FIN<br />
1.9%<br />
5.3%<br />
3.3%<br />
6.3%<br />
24.7%<br />
29.7%<br />
28.3%<br />
S<br />
4.6%<br />
6.2%<br />
4.1%<br />
8.9%<br />
19.5%<br />
24.2%<br />
31.8%<br />
A<br />
4.9%<br />
4.9%<br />
3.9%<br />
7.8%<br />
15.7%<br />
19.2%<br />
43.5%<br />
5.0%<br />
6.8%<br />
4.2%<br />
6.8%<br />
14.0%<br />
19.1%<br />
43.8%
NOTIZIARIO<br />
cerami<strong>ca</strong>, <strong>ca</strong>vatori, operatori ospedalieri, addetti ad operazioni di facch<strong>in</strong>aggio,<br />
sono tutte <strong>ca</strong>tegorie <strong>in</strong> cui è stato possibile dimostrare un eccesso di patologie<br />
riconducibili alla concreta condizione lavorativa.<br />
Il NIOSH (National Institute of Occupational Health - USA) ha portato a term<strong>in</strong>e<br />
nel 1997 la stesura della II edizione del documento «Muscoloskeletal disorders<br />
(MMSDs) and work place factors». Il <strong>ca</strong>pitolo 6 di questo documento («Low back<br />
musculoskeletal disorders: evidence for work-relatedness») rappresenta ancora<br />
oggi la più aggiornata s<strong>in</strong>tesi bibliografi<strong>ca</strong> sull’argomento (NIOSH 1997).<br />
Il pr<strong>in</strong>cipale vantaggio di questo lavoro è rappresentato dallo sforzo di selezionare<br />
gli studi pubbli<strong>ca</strong>ti secondo rigidi pr<strong>in</strong>cipi scientifici.<br />
Di tutti gli articoli analizzati ne sono stati considerati 42 che trattano <strong>in</strong> modo<br />
specifico la relazione fra i disturbi del rachide lombare e 5 fattori di rischio lavorativi<br />
di tipo fisico. Questi <strong>in</strong>cludono lavori fisici pesanti, movimenti di sollevamento<br />
o con impegno di forza, posture <strong>in</strong>congrue, posture lavorative fisse.<br />
Molti di questi lavori sono <strong>in</strong>dirizzati allo studio contemporaneo di questi fattori.<br />
S<strong>in</strong>teti<strong>ca</strong>mente (Tab. 2) questa rassegna fornisce l’evidenza di un’associazione<br />
positiva fra i disturbi al rachide lombare e il lavoro fisico pesante. Per quanto<br />
concerne i lavori che necessitano sia del sollevamento manuale di <strong>ca</strong>richi che di<br />
impiego di forza durante la movimentazione è emersa una elevata associazione<br />
con i disturbi al rachide lombare. Dei 18 studi epidemiologici considerati, 13 dimostravano<br />
una consistente relazione positiva.<br />
Tabella 2. Relazione <strong>ca</strong>usale fra danno al rachide lombare e fattori<br />
di rischio lavorativo<br />
Fattore di rischio Forte evidenza Evidenza Insufficiente Evidenza (+/0)<br />
Sollevamenti +++<br />
Posture <strong>in</strong>congrue ++<br />
Lavoro fisico pesante ++<br />
Vibrazioni Whole Body +++<br />
Posture fisse +/0<br />
Le patologie di <strong>in</strong>teresse<br />
Pressoché tutte le patologie che co<strong>in</strong>volgono il rachide (<strong>in</strong>dipendentemente dai<br />
mec<strong>ca</strong>nismi etiopatogenetici) sono di specifico <strong>in</strong>teresse, se non altro ai f<strong>in</strong>i dell’espressione<br />
dei giudizi di idoneità al lavoro: tuttavia è bene chiarire che <strong>in</strong> ambito occupazionale<br />
esse possono essere grossolanamente suddivise <strong>in</strong> due diversi gruppi:<br />
a) patologie non etiologi<strong>ca</strong>mente correlabili con l’attività di lavoro (es. patologie<br />
su base costituzionale, metaboli<strong>ca</strong> o geneti<strong>ca</strong> di tipo prevalentemente<br />
malformativo), ma che sono <strong>in</strong>fluenzate negativamente dal sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />
e che pertanto rappresentano una condizione di ipersuscettibilità<br />
nei soggetti che ne sono portatori:<br />
◗ SPONDILOLISTESI (O ANTEROLISTESI O SCIVOLAMENTO ANTERIO-<br />
RE DI UN CORPO VERTEBRALE RISPETTO AL SOTTOSTANTE) DA<br />
SPONDILOLISI<br />
IN<br />
CA<br />
13<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
14<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
◗ SINDROME DI KLIPPEL-FEIL (DEFINITA IN PRESENZA ANCHE DI UNA<br />
SOLA SINOSTOSI VERTEBRALE)<br />
◗ EMISACRALIZZAZIONE NEOARTICOLATA (O CON PSEUDOARTICO-<br />
LAZIONE)<br />
◗ STENOSI CONGENITA DEL CANALE MIDOLLARE<br />
◗ SINDROME DI BAASTRUP (PRESENZA DI MEGA APOFISI SPINOSE CON<br />
FORMAZIONE DI NEOARTICOLAZIONE)<br />
◗ SCOLIOSI (DI ALMENO 20° COBB)<br />
◗ MORBO DI SCHEUERMANN (COPRESENZA DI ERNIE DI SCHMORL E<br />
DA ALTERAZIONE DELLE LIMITANTI SOMATICHE E DI ALMENO UNA<br />
VERTEBRA «A CUNEO» DETERMINANTE DORSO CURVO DI ALMENO<br />
40°)<br />
◗ LESIONI DELLA STRUTTURA OSSEA E ARTICOLARE DI NATURA<br />
NEOFORMATIVA O DISTRUTTIVA (ES. ANGIOMA).<br />
b) patologie a etiologia multifattoriale nelle quali, tuttavia, condizioni di sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico lavorativo possono agire come <strong>ca</strong>use primarie o con<strong>ca</strong>use<br />
rilevanti. Tali sono le forme che si <strong>in</strong>centrano su processi di degenerazione<br />
del disco <strong>in</strong>tervertebrale nonché le forme generiche acute.<br />
Il sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico a cui vanno <strong>in</strong>contro i dischi <strong>in</strong>tervertebrali, dovuto<br />
ad una movimentazione manuale di <strong>ca</strong>richi scorretta, può determ<strong>in</strong>are<br />
col tempo la comparsa di microfratture nelle <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>i limitanti così come<br />
microfissurazioni prima concentriche poi radiali nell’anello fibroso del disco<br />
<strong>in</strong>tervertebrale stesso. La degenerazione dei dischi <strong>in</strong>tervertebrali conseguente<br />
(perdita di liquidi e riduzione di spessore) determ<strong>in</strong>ano la detensione<br />
dei legamenti longitud<strong>in</strong>ali con formazione di becchi artrosici nei soggetti più<br />
maturi e <strong>in</strong>stabilità vertebrale nei soggetti più giovani (es.: retro e laterolistesi).<br />
Le microfissurazioni radiali del disco <strong>in</strong>tervertebrale creano la «strada»<br />
per la formazione dell’ernia del disco. È nota la pressione criti<strong>ca</strong> sui dischi <strong>in</strong>tervertebrali<br />
lombari al di sotto della quale non sono state rilevate lesioni delle<br />
limitanti vertebrali e nell’anello fibroso (cir<strong>ca</strong> 250 Kg di forza sulla superficie<br />
del disco): l’<strong>in</strong>dice di rischio suggerito nella formula del NIOSH garantisce<br />
il rispetto di tale limite.<br />
◗ DISCOPATIA LOMBARE: RIDUZIONE DELL’ALTEZZA DEL DISCO CON<br />
ALTERAZIONE DELLE LIMITANTI SOMATICHE<br />
◗ DISCOPATIE MULTIPLE LOMBARI<br />
◗ PROTRUSIONE DISCALE CHE IMPRONTA IL SACCO DURALE<br />
◗ ERNIA DISCALE<br />
Oltre alle patologie sopra riportate è comunque fondamentale considerare le<br />
forme generiche acute (lombalgie acute recidivanti) molto spesso spie di patologie<br />
degenerative anche ad uno stadio molto precoce.<br />
È ovvio che le prime sono di <strong>in</strong>teresse solo ai f<strong>in</strong>i dei giudizi di idoneità al lavoro<br />
specifico nei s<strong>in</strong>goli soggetti che ne siano portatori, mentre le seconde, oltre<br />
a ciò, <strong>in</strong>teressano anche <strong>in</strong> chiave collettiva, potendo la loro occorrenza essere
<strong>in</strong>terpretata (disponendo di opportuni dati di riferimento) come elemento di<br />
verifi<strong>ca</strong> della più complessiva azione preventiva.<br />
La Tab. 3 riporta, citando la relativa fonte bibliografi<strong>ca</strong>, i dati concernenti l’occorrenza<br />
di alcune delle patologie malformative nella popolazione generale. Alcune<br />
difformità tra gli autori sono a volte spiegabili con i diversi criteri di <strong>in</strong>quadramento<br />
cl<strong>in</strong>ico dagli stessi adottati. Non è stato possibile reperire <strong>in</strong> letteratura<br />
dati sulla prevalenza e/<strong>in</strong>cidenza delle ernie dis<strong>ca</strong>li <strong>in</strong> popolazioni generali<br />
di riferimento.<br />
Tabella 3. Occorrenza di alcune alterazioni malformative del rachide<br />
nella popolazione generale<br />
Quadro patologico % N. Naz. Anno Autore<br />
Spondilosi 5-1 - - 1990 Str<strong>in</strong>ga<br />
5 - Europa 1985 Simon<br />
Spondilolistesi 3-6 - - 1990 Str<strong>in</strong>ga<br />
2,5 200 USA1953 Splithoff<br />
0,6 598 M USA1968 Sche<strong>in</strong><br />
2,1 4654 M USA1954 Runge<br />
1.4 2101 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
3 3000 USA1950 Allen<br />
Vertebre di transizione 6,5 3000 USA1950 Allen<br />
6,7 4654 USA1954 Runge<br />
1,8 598 M USA1968 Sche<strong>in</strong><br />
10 200 USA1953 Splithoff<br />
Emisacr. complete 7,6 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Megapofisi trasversa 3.3 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Megap. trasv. pseudoartic. 2,8 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Schisi 5,9 3000 USA1950 Allen<br />
5 200 USA1953 Splithoff<br />
3,1 4654 M USA1954 Runge<br />
1,7 598 M USA4968 Sche<strong>in</strong><br />
7,6 200 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Osteocondrosi giovanile 0,4-8 2:1 M/F<br />
1:1 M/F<br />
- - Rothman<br />
3,8 210 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
S<strong>in</strong>dr. delle sp<strong>in</strong>ose 0,48 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Sacro acuto 10,5 2 LO F Italia 1990 E.P.M -Milano*<br />
Iperlordosi lombare 1,1 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Ipolordosi lombare 1,1 21017 Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Ipercifosi 3,3 210 F Italia 1990 E.P.M.-Milano*<br />
Faccette articolari<br />
asimmetriche<br />
25 4654 USA1954 Runge<br />
*E.P.M. - Milano: dati non pubbli<strong>ca</strong>ti<br />
NOTIZIARIO<br />
Prevalenza di alterazioni <strong>in</strong> diverse popolazioni lavorative<br />
Molti studi riportano dettagli sulla occorrenza di diverse alterazioni del rachide<br />
lombare <strong>in</strong> differenti <strong>ca</strong>tegorie lavorative: questi sono difficilmente s<strong>in</strong>tetizzabili<br />
<strong>in</strong> questo breve scritto. Saranno riportati pertanto solo dati recenti derivati<br />
dalla 3° <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e della Fondazione Europea di Dubl<strong>in</strong>o sulle condizioni di sa-<br />
IN<br />
CA<br />
15<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
16<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
lute e di lavoro dei lavoratori europei che, pur riferendosi ad un concetto generico<br />
di «alterazione» (<strong>in</strong> gran parte <strong>in</strong>tesa come low-back pa<strong>in</strong>), riguardano un<br />
<strong>ca</strong>mpione assai vasto ed articolato di lavoratori.<br />
Tabella 4. Prevalenza annua di lavoratori europei che riferiscono<br />
«backache» correlato al lavoro, per paese<br />
COUNTRIES<br />
Backache B DK D GR I ES F IRL L NL P UK FIN S<br />
No 73.1% 69.6% 65.8% 56.9% 64.1% 57.5% 60.5% 89.2% 66.0% 74.5% 66.3% 77.2% 61.7% 65.1%<br />
Yes 26.9% 30.4% 34.2% 43.1% 35.9% 42.5% 39.5% 10.8% 34.0% 25.5% 33.7% 22.8% 38.3% 34.9%<br />
Tabella 5. Prevalenza di disturbi muscoloscheletrici riferiti al lavoro<br />
<strong>in</strong> diverse <strong>ca</strong>tegorie di lavoratori europei
I dati di Tabella 5 mostrano come i settori più <strong>in</strong>teressati ai disturbi del rachide<br />
lombare siano l’agricoltura e la pes<strong>ca</strong>, le costruzioni, i trasporti e l’assistenza socio-sanitaria:<br />
ciò è assolutamente coerente con altri dati conosciuti <strong>in</strong> letteratura<br />
e con i dati presumibili di rischio che riguardano la movimentazione di <strong>ca</strong>richi<br />
e il lavoro fisi<strong>ca</strong>mente pesante <strong>in</strong> tutti i settori citati e le vibrazioni trasmesse<br />
a tutto il corpo, <strong>in</strong> particolare nei trasporti e nell’agricoltura.<br />
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />
NOTIZIARIO<br />
1. D. COLOMBINI, E. OCCHIPINTI ET AL. L<strong>in</strong>ee guida per la prevenzione dei<br />
disturbi e delle patologie muscolo-scheletriche del rachide da movimentazione<br />
manuale di <strong>ca</strong>richi. SIMLII-Tipografia Pime editrice, 2004.<br />
2. EUROSTAT. Work and health <strong>in</strong> the EU. A statisti<strong>ca</strong>l portrait. Luxembourg,<br />
Office for Official Publi<strong>ca</strong>tions of the European Communities, 2004.<br />
3. NIOSH, Center for Diseases Control and Prevention. Musculoskeletal Disorders<br />
and Workplace Factors. A Criti<strong>ca</strong>l Review of Epidemiologic Evidence for<br />
WMSDs of the Neck, Upper Extremity and Low Back. Second pr<strong>in</strong>t<strong>in</strong>g, U.S.<br />
Department of Health and Human Services, 1997.<br />
4. P. PAOLI, D. MERLLIÉ. European Foundation for the Improvement of Liv<strong>in</strong>g<br />
and Work<strong>in</strong>g Conditions.Third European survey on work<strong>in</strong>g conditions, 2000.<br />
Luxembourg, Office for Official Publi<strong>ca</strong>tions of the European Communities,<br />
2001.<br />
IN<br />
CA<br />
17<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
LA VALUTAZIONE DEL NESSO DI CAUSA<br />
di Adalberto Ferioli (*)<br />
1. PREMESSA<br />
Le patologie del rachide di orig<strong>in</strong>e professionale possono essere <strong>ca</strong>usate da<br />
<strong>in</strong>fortuni lavorativi (traumi diretti o <strong>in</strong>diretti, sforzi fisici <strong>in</strong>tensi) o, per le<br />
forme di tipo cronico degenerativo, possono essere conseguenza di attività<br />
lavorative che comportano una signifi<strong>ca</strong>tiva movimentazione di <strong>ca</strong>richi, la<br />
esposizione del corpo <strong>in</strong>tero a vibrazioni, o il mantenimento di posizioni fisse<br />
e protratte, spesso <strong>in</strong> posizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente scorrette, e i movimenti<br />
ripetuti, a ritmi elevati di flessoestensione e rotazione del rachide.<br />
Gli <strong>in</strong>fortuni lavorativi, almeno <strong>in</strong> base alle nostre <strong>ca</strong>sistiche, non pongono rilevanti<br />
problemi medico legali di riconoscimento del nesso di <strong>ca</strong>usa, se non<br />
nei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui vi siano preesistenti patologie del rachide o per differenti valutazioni<br />
cir<strong>ca</strong> la forza lesiva/d<strong>in</strong>ami<strong>ca</strong> dell’evento. Inoltre si osserva con una<br />
certa frequenza una riduzione da parte dell’INAIL, per noi non cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>mente<br />
giustifi<strong>ca</strong>ta, dei periodi di <strong>in</strong>abilità temporanea assoluta e una sottostima dei<br />
postumi residui <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di evidenze strumentali di ernie o protrusioni dis<strong>ca</strong>li.<br />
A questo proposito sembra opportuno riportare due pronunciamenti della<br />
Corte di Cassazione:<br />
a) Cassazione, Sezione Lavoro, 19 dicembre 1997, n. 12904<br />
«In tema di <strong>in</strong>fortunio sul lavoro, l’evento lesivo è quantifi<strong>ca</strong>bile come <strong>ca</strong>usa<br />
violenta ai sensi dell’art. 2 DPR 1124/1965 ove sia determ<strong>in</strong>ato dallo sforzo di<br />
v<strong>in</strong>cere d<strong>in</strong>ami<strong>ca</strong>mente una resistenza rientrante nello spazio della prestazione<br />
lavorativa ed agis<strong>ca</strong> ab estr<strong>in</strong>seco con un’azione concentrata nel tempo; non è<br />
tuttavia necessario che l’azione dell’<strong>in</strong>fortunato esuli dalle condizioni abituali e<br />
tipiche del lavoro cui egli è addetto, o abbia un’<strong>in</strong>tensità maggiore di quella<br />
normalmente necessaria per lo svolgimento del lavoro, o che siano presenti<br />
con<strong>ca</strong>use, o che, <strong>in</strong> ogni <strong>ca</strong>so, l’evento presenti aspetti di straord<strong>in</strong>arietà, accidentalità<br />
o imprevedibilità».<br />
b) Cassazione, Sezione Lavoro, 30 maggio 2000, n. 7228<br />
«In tema di <strong>in</strong>fortunio sul lavoro, uno sforzo fisico compiuto durante il lavoro<br />
può configurare l’esistenza di una <strong>ca</strong>usa violenta prevista dall’articolo 2 DPR<br />
1124/1965 atta a determ<strong>in</strong>are, con azione rapida ed <strong>in</strong>tensa, la lesione dell’equilibrio<br />
fisico dell’assicurato.In tale contesto, il nesso <strong>ca</strong>usale non è escluso da<br />
una predisposizione morbosa, trovando appli<strong>ca</strong>zione, <strong>in</strong> tema di <strong>in</strong>fortuni sul<br />
lavoro e malattie professionali, il pr<strong>in</strong>cipio di equivalenza delle <strong>ca</strong>use stabilito<br />
dall’articolo 41 c.p., secondo cui il concorso di altre <strong>ca</strong>use non esclude il rapporto<br />
di <strong>ca</strong>usalità».<br />
(*) Coord<strong>in</strong>amento Medici <strong>INCA</strong> CGIL <strong>Lombardia</strong><br />
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Altro discorso <strong>in</strong> questo ambito è, a nostro avviso, la non congruenza del quantum<br />
previsto dalle nuove tabelle INAIL di <strong>in</strong>dennizzo del danno biologico rispetto<br />
ai postumi permanenti (ad esempio nel <strong>ca</strong>so della distorsione del rachide<br />
cervi<strong>ca</strong>le) e alle loro ri<strong>ca</strong>dute sull’attività lavorativa delle persone <strong>in</strong>fortunate.<br />
Molto più complesso è il problema della valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa per<br />
le malattie professionali del rachide, malattie di tipo degenerativo che possono<br />
avere una eziopatogenesi multifattoriale, cioè possono essere <strong>ca</strong>usate sia<br />
da fattori professionali che extraprofessionali. Si assiste, <strong>in</strong> generale, forse<br />
meno ora che <strong>in</strong> passato, ad un atteggiamento restrittivo cir<strong>ca</strong> il riconoscimento<br />
del nesso di <strong>ca</strong>usa professionale (<strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale) di una malattia<br />
del rachide e questo è fonte di un signifi<strong>ca</strong>tivo contenzioso legale.<br />
In questo lavoro si tratterà dei più frequenti rischi per patologie degenerative<br />
del rachide, e pr<strong>in</strong>cipalmente, qu<strong>in</strong>di, delle malattie professionali del rachide<br />
da movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, e verrà accennato anche al<br />
problema delle patologie da postura protratta <strong>in</strong> posizione spesso ergonomi<strong>ca</strong>mente<br />
scorretta.<br />
Verranno <strong>in</strong>izialmente illustrati alcuni aspetti essenziali della fisiopatologia<br />
del rachide e dei pr<strong>in</strong>cipali quadri cl<strong>in</strong>ici delle malattie degenerative; successivamente<br />
verrà presentata una panorami<strong>ca</strong> sulle norme <strong>in</strong> vigore con alcuni<br />
cenni sulla posizione dell’INAIL (al cui <strong>in</strong>tervento si rimanda), per poi discutere<br />
dei fattori essenziali da considerare nella valutazione del nesso di<br />
<strong>ca</strong>usa, illustrati con l’aiuto di <strong>ca</strong>si esemplifi<strong>ca</strong>tivi presi dalle nostre <strong>ca</strong>sistiche.<br />
2. FISIOPATOLOGIA DEL RACHIDE E QUADRI CLINICI<br />
I dischi <strong>in</strong>tervertebrali sono formazioni composte da un anello fibroso e da<br />
un nucleo polposo. L’anello fibroso rappresenta la porzione periferi<strong>ca</strong>, consistente<br />
ed elasti<strong>ca</strong>, costituita da lamelle disposte concentri<strong>ca</strong>mente formate<br />
da fibre collagene <strong>in</strong>ter<strong>ca</strong>late da fibre elastiche. Il nucleo polposo è costituito<br />
da una massa gelat<strong>in</strong>osa sferoidale posta al centro del disco <strong>in</strong>tervertebrale<br />
con funzione di assorbire e ridistribuire uniformemente alla periferia, cioè<br />
sulle superfici <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>ee dei corpi vertebrali contigui, le sollecitazioni staticod<strong>in</strong>amiche<br />
che riceve.<br />
I dischi <strong>in</strong>tervertebrali dell’adulto non possiedono un sistema vasale di nutrizione,<br />
ma ricevono le sostanze nutritive esclusivamente per diffusione attraverso le<br />
limitanti somatiche dei corpi vertebrali (mec<strong>ca</strong>nismo predom<strong>in</strong>ante) e attraverso<br />
l’anello fibroso. Un’alterazione di queste strutture (es. sclerosi delle limitanti<br />
somatiche) comporterebbe una <strong>ca</strong>renza nutrizionale responsabile della patologia<br />
degenerativa del disco. I mec<strong>ca</strong>nismi che garantiscono il ri<strong>ca</strong>mbio metabolico<br />
del disco sono rappresentati, pr<strong>in</strong>cipalmente, nell’alternarsi delle variazioni<br />
del <strong>ca</strong>rico di pressione vertebrale. Appli<strong>ca</strong>ndo una forza mec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong> si ottiene la
NOTIZIARIO<br />
fuoriuscita dei liquidi dal disco con dim<strong>in</strong>uzione del volume dello stesso ed aumento<br />
della concentrazione della soluzione <strong>in</strong>tradis<strong>ca</strong>le. Nel momento <strong>in</strong> cui<br />
cessa la forza pressoria si ha il richiamo di liquidi all’<strong>in</strong>terno del disco.<br />
Il regolare alternarsi di condizioni di <strong>ca</strong>rico (postura <strong>in</strong> piedi, seduta senza<br />
appoggio, sollevamento di <strong>ca</strong>rico) e s<strong>ca</strong>rico (postura seduta con rachide appoggiato<br />
e postura sdraiata) sulla colonna e qu<strong>in</strong>di sui dischi consente dunque<br />
una corretta nutrizione dei dischi stessi (Ottaviani, 2000).<br />
Con il tempo i dischi, soprattutto quelli del tratto <strong>in</strong>feriore del rachide cervi<strong>ca</strong>le<br />
e lombare (esposti a maggiore movimento e a più <strong>in</strong>tense sollecitazioni<br />
pressorie), vanno <strong>in</strong>contro a fenomeni degenerativi. Questi consistono nella<br />
riduzione del tenore idrico del nucleo e nella perdita delle proprietà elastiche<br />
dell’anulus: tali fenomeni si fanno particolarmente accentuati <strong>in</strong> alcuni<br />
soggetti nei quali i processi degenerativi connessi all’età (dopo i 45-50 anni)<br />
sono aggravati dall’usura e da fattori microtraumatici propri di alcune professioni<br />
o mestieri.<br />
A <strong>ca</strong>usa della degenerazione dis<strong>ca</strong>le le sollecitazioni di pressione si concentrano<br />
ed accentuano sui bordi dei corpi vertebrali: ciò provo<strong>ca</strong> sclerosi delle<br />
limitanti somatiche superiore ed <strong>in</strong>feriore e sviluppo di osteofiti marg<strong>in</strong>ali; i<br />
due reperti, <strong>in</strong>sieme alla riduzione dello spazio <strong>in</strong>tersomatico, costituiscono<br />
la triade radiografi<strong>ca</strong> dell’artrosi vertebrale. Inoltre, la degenerazione del disco<br />
<strong>in</strong>tervetebrale più essere <strong>ca</strong>usa di protrusione dello stesso ed erniazione<br />
del nucleo polposo.<br />
Cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>mente l’artrosi vertebrale è <strong>ca</strong>usa di dolore lo<strong>ca</strong>le e rigidità articolare;<br />
compli<strong>ca</strong>zioni possibili sono le s<strong>in</strong>dromi da compressione midollare (soprattutto<br />
cervi<strong>ca</strong>le e lombare), vascolare (dolore cervi<strong>ca</strong>le, cefalea e vertig<strong>in</strong>i da<br />
compressione dell’arteria vertebrale) e delle radici nervose (cervicobrachialgie<br />
e lombosciatalgie), <strong>ca</strong>usate da osteofiti, protrusioni ed ernie (Morlacchi e<br />
Manc<strong>in</strong>i, 1977).<br />
Il rachide non è qu<strong>in</strong>di una struttura immodifi<strong>ca</strong>bile ma è sottoposto, <strong>in</strong>dipendentemente<br />
da sollecitazioni esterne, ad una <strong>in</strong>voluzione con il tempo.<br />
Alcuni dati sui <strong>ca</strong>richi sostenibili e sui limiti di rottura. Nella tabella seguente<br />
vengono riportati i dati sperimentali sul <strong>ca</strong>rico lombare tra L3-L4 misurato<br />
<strong>in</strong> diverse condizioni posturali <strong>in</strong> un soggetto sano di 70 kg (Ottaviani,<br />
2000).<br />
postura Carico lombare (Kg)<br />
Sup<strong>in</strong>a 30<br />
Eretta 70<br />
Seduta senza supporto 100<br />
Flessione del tronco di 20° 120<br />
Flessione del tronco di 20° con 10 kg <strong>in</strong> mano 185<br />
Sollevamento di 20 kg con schiena dritta e g<strong>in</strong>occhia flesse 210<br />
Sollevamento di 20 kg con schiena dritta e g<strong>in</strong>occhia estese 340<br />
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I <strong>ca</strong>richi di rottura delle limitanti somatiche vengono riportati nella Circolare<br />
INAIL n. 81 del 2000 (INAIL, 2000). In questa circolare, dopo la illustrazione<br />
della attuale normativa (allegato VI al titolo V D.Lgs. 626/94) che prevede<br />
per la movimentazione dei <strong>ca</strong>richi un valore di peso limite di 30 kg per i<br />
maschi adulti (23 kg secondo il NIOSH - Waters e coll., 1993) e 20 kg per le<br />
donne adulte, vengono presentati dati della letteratura relativi ai <strong>ca</strong>richi di<br />
rottura e alle loro variazioni con l’età. Tali <strong>ca</strong>richi risultano essere <strong>in</strong> media di<br />
600-700 kg nei soggetti maschi di età <strong>in</strong>feriore ai 40 anni e di 400-500 kg per<br />
i soggetti maschi di età compresa tra i 40 e i 60 anni; nei soggetti di sesso<br />
femm<strong>in</strong>ile tali limiti di rottura sono stati stimati essere <strong>in</strong> media <strong>in</strong>feriori del<br />
17% rispetto ai maschi.<br />
3. RIFERIMENTI NORMATIVI<br />
F<strong>in</strong>o a poco tempo fa le norme <strong>in</strong> vigore non consideravano le patologie del<br />
rachide come possibili patologie professionali (per il dettaglio delle norme<br />
citate si veda l’allegato 1). In particolare non risultano tra le «Malattie professionali<br />
tabellate» di cui al DPR 336/1994.<br />
È ad <strong>in</strong>iziare dal D.Lgs 626/94 che la legislazione prende <strong>in</strong> considerazione<br />
le patologie del rachide ed alcuni rischi professionali ad esse correlate: <strong>in</strong><br />
particolare la movimentazione dei <strong>ca</strong>richi. Nell’articolo 47 del Titolo V viene<br />
data una def<strong>in</strong>izione della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi ed un accenno alle<br />
patologie connesse; l’allegato VI entra <strong>in</strong> dettaglio def<strong>in</strong>endo quali possono<br />
essere le <strong>ca</strong>use delle patologie da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi con riferimenti<br />
specifici alle patologie del rachide dorso-lombare; tali <strong>ca</strong>use possono essere<br />
legate alle <strong>ca</strong>ratteristiche dei <strong>ca</strong>richi, a particolari condizioni di lavoro, alla tipologia<br />
dello sforzo richiesto sia come <strong>in</strong>tensità che come frequenza e a fattori<br />
<strong>in</strong>dividuali.<br />
Successivamente il decreto 27 aprile 2004 riporta nella prima lista (malattie<br />
la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di elevata probabilità) le spondilodiscopatie e l’ernia<br />
dis<strong>ca</strong>le del rachide lombare come malattie da movimentazione manuale<br />
dei <strong>ca</strong>richi; nella seconda lista (malattie la cui orig<strong>in</strong>e professionale è di limitata<br />
probabilità) riporta le stesse patologie del rachide lombare come possibili<br />
conseguenze dell’esposizione a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo.<br />
Con una certa sorpresa va <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e notato come «L’elenco europeo delle malattie<br />
professionali» del settembre 2003 riporti solo nell’allegato II (elenco<br />
complementare le cui patologie potrebbero essere <strong>in</strong> futuro aggiunte all’allegato<br />
I e cioè l’elenco def<strong>in</strong>itivo delle malattie professionali) le discopatie dorsolombari<br />
da vibrazioni e gli strappi da super attività delle apofisi sp<strong>in</strong>ose.<br />
Nell’elenco europeo, qu<strong>in</strong>di, non si fa alcuna menzione delle patologie degenerative<br />
del rachide da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi, movimenti ripetuti e posture<br />
costrette.
4. ORIENTAMENTI DELL’INAIL<br />
NOTIZIARIO<br />
L’INAIL ha prodotto nel corso degli anni varie circolari e pubbli<strong>ca</strong>zioni sull’argomento.<br />
L’ultima circolare <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di tempo e che riassume l’attuale<br />
posizione dell’ente assicuratore è la «Circolare n. 25 del 15 aprile 2004» che<br />
ha per oggetto «Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità<br />
di trattazione delle pratiche» (INAIL, 2004).<br />
Si riportano i punti salienti.<br />
L’analisi dei <strong>ca</strong>si di patologie della colonna vertebrale denunciati all’INAIL<br />
permette di confermare che le più comuni attività lavorative da considerarsi<br />
a rischio, quando svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />
• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.);<br />
• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.);<br />
• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e altre<br />
strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti;<br />
• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />
costituisce l’attività prevalente.<br />
Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />
e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />
con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />
Per quanto riguarda specifi<strong>ca</strong>mente i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re<br />
ai f<strong>in</strong>i della valutazione, sono da preferire quelli riconosciuti <strong>in</strong> sede scientifi<strong>ca</strong><br />
a f<strong>in</strong>i prevenzionali, nei quali il rischio è descritto attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico<br />
(IR) [Indice di Rischio].<br />
Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i metodi di analisi:<br />
• NIOSH (1993), per l’analisi delle attività che comportano sollevamento di<br />
<strong>ca</strong>richi;<br />
• Snoock e Ciriello, per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azione di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta.<br />
Ai f<strong>in</strong>i della valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />
e assistenza dei pazienti ospedalizzati, utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono essere<br />
tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO.<br />
Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />
del rischio specifico secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.<br />
METODI NIOSH E SNOOK & CIRIELLO METODO MAPO<br />
Classe di Rischio Indice di Rischio (IR) Classe di Rischio Indice di Rischio (IR)<br />
Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1,5<br />
M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />
Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR 5<br />
Eccessivo IR 3<br />
Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale della malattia, i dati<br />
della letteratura nonché la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata consentono di ritenere compatibile<br />
un periodo di esposizione al rischio di almeno 5 anni per gli IR 3, se-<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
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condo NIOSH e Snoock e Ciriello, e IR 5 secondo MAPO (<strong>in</strong>dici di rischio<br />
collo<strong>ca</strong>ti nella classe immediatamente <strong>in</strong>feriore assumono rilevanza <strong>in</strong> presenza<br />
di periodi di esposizione particolarmente prolungati).<br />
Sono da ritenere correlati al rischio di sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche lavorative<br />
i quadri con primitivo impegno da compressione dell’apparato <strong>in</strong>tervertebrale<br />
(ernie dis<strong>ca</strong>li e protrusioni dis<strong>ca</strong>li) associati o meno a spondilodiscoatrosi<br />
del tratto lombare.<br />
La sussistenza <strong>in</strong> soggetti esposti a rischio lavorativo di patologie preesistenti,<br />
congenite o acquisite (come, ad esempio, mar<strong>ca</strong>ti dismorfismi lungo i vari<br />
assi, spondilolisi e spondilolistesi, esiti post-traumatici, spondilite anchilosante,<br />
ecc.) deve <strong>in</strong>durre a massima <strong>ca</strong>utela nel riconoscimento della patologia<br />
lavoro-correlata.<br />
Per quanto attiene alle lo<strong>ca</strong>lizzazioni a <strong>ca</strong>rico degli altri distretti del rachide<br />
[diversi dal tratto lombare], allo stato non risultano <strong>in</strong> letteratura studi conclusivi<br />
che permettano di riconoscerne la natura professionale.<br />
5. LA VALUTAZIONE DEL NESSO DI CAUSA.<br />
ALCUNE CONSIDERAZIONI<br />
Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale delle malattie, esiste <strong>in</strong><br />
Italia un cosiddetto sistema misto: ac<strong>ca</strong>nto ad una specifi<strong>ca</strong> e dettagliata tabella<br />
(chiusa) di malattie professionali [<strong>in</strong> vigore il DPR 336/1994], comunque<br />
riconoscibili dall’istituto assicuratore (INAIL) purché ricorrano determ<strong>in</strong>ate<br />
circostanze di esposizione e di danno, vi è la possibilità di veder riconosciuta<br />
come professionale qualsiasi malattia <strong>in</strong> cui il lavoratore (con l’onere<br />
della prova a suo <strong>ca</strong>rico) ries<strong>ca</strong> a dimostrare che la specifi<strong>ca</strong> condizione di<br />
lavoro abbia agito come <strong>ca</strong>usa o con<strong>ca</strong>usa prem<strong>in</strong>ente (sentenza della Corte<br />
Costituzionale n. 179/88) (Occhip<strong>in</strong>ti e Colomb<strong>in</strong>i, 1996).<br />
In base all’attuale normativa le patologie degenerative del rachide di orig<strong>in</strong>e<br />
professionale rientrano qu<strong>in</strong>di tra le malattie non tabellate e pertanto con<br />
onere della prova a <strong>ca</strong>rico del lavoratore.<br />
A questo riguardo sarà <strong>in</strong>teressante valutare il comportamento dell’istituto assicuratore<br />
rispetto alla nuova tabella delle malattie professionali con obbligo di<br />
denuncia (il già citato decreto 27 aprile 2004), verifi<strong>ca</strong>ndo se l’<strong>in</strong>serimento (a<br />
vari gradi di evidenza scientifi<strong>ca</strong>) delle patologie del rachide da movimentazione<br />
manuale dei <strong>ca</strong>richi e da esposizione del corpo <strong>in</strong>tero a vibrazioni, possa<br />
comportare, ad esempio, un «iter» agevolato di riconoscimento di questi <strong>ca</strong>si.<br />
In base alla storia naturale delle patologie degenerative del rachide ed <strong>in</strong> base<br />
alle <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni contenute nelle circolari INAIL si può del<strong>in</strong>eare quali siano attualmente<br />
le condizioni, i profili lavorativi e di rischio che consentano il riconoscimento<br />
«facilitato» dell’eziologia professionale di una patologia del rachide da<br />
movimentazione dei <strong>ca</strong>richi. L’istituto assicuratore, pur trattandone <strong>in</strong> vari lavori<br />
e discutendone a convegni, non considera attualmente le lavorazioni con po-
NOTIZIARIO<br />
sture costrette per lungo tempo ed <strong>in</strong> posizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente non corrette<br />
possibili <strong>ca</strong>usa di patologie degenerative del rachide. Analogamente, l’INAIL<br />
non considera di orig<strong>in</strong>e professionale (<strong>in</strong>dipendentemente da una valutazione<br />
del rischio) le patologie che <strong>in</strong>teressano distretti diversi dal rachide lombare.<br />
Nel <strong>ca</strong>so della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi il profilo INAIL della malattia<br />
professionale «tipi<strong>ca</strong>» si <strong>ca</strong>ratterizza per essere una patologia a <strong>ca</strong>rico del solo<br />
rachide lombare, con <strong>in</strong>iziale <strong>in</strong>teressamento ed evidenza per una degenerazione<br />
del disco <strong>in</strong>tervertebrale, <strong>in</strong>sorto <strong>in</strong> soggetti di un’età <strong>in</strong>feriore ai 40-<br />
45 anni, <strong>in</strong> assenza di patologie preesistenti, con un’anzianità lavorativa di almeno<br />
5-6 anni per lavori di facch<strong>in</strong>aggio, magazz<strong>in</strong>aggio, di manovale edile<br />
con prevalente attività di movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, di ausiliario o<br />
<strong>in</strong>fermiere con mansioni di movimentazione assistita dei pazienti. Tali attività<br />
devono essere classifi<strong>ca</strong>te <strong>in</strong> classe di rischio eccessivo o elevato (a seconda<br />
dei modelli di <strong>ca</strong>lcolo utilizzati).<br />
Purtroppo la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> prevalente che si osserva nei nostri ambulatori riguarda<br />
un altro genere di persone e di storie lavorative. Si tratta, semplifi<strong>ca</strong>ndo,<br />
di lavoratori spesso del settore edile con una lunga storia lavorativa frammentata<br />
<strong>in</strong> numerosi imprese, di un’età superiore ai 50 anni con un’anzianità<br />
lavorativa spesso superiore ai 30 anni. Si presentano frequentemente a <strong>ca</strong>usa<br />
di un <strong>in</strong>fortunio diagnosti<strong>ca</strong>to come «lombalgia da sforzo» non riconosciuto<br />
dall’INAIL, <strong>in</strong> quanto gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato un quadro<br />
di artrosi vertebrale, con discopatie multiple a <strong>ca</strong>rico del tratto lombare<br />
e spesso cervi<strong>ca</strong>le, che, essendo preesistenti all’<strong>in</strong>fortunio, lo fanno considerare<br />
dall’istituto assicurativo come malattia comune. Una eventuale successiva<br />
denuncia di malattia professionale esita di solito negativamente <strong>in</strong> quanto,<br />
secondo l’INAIL, non è dimostrabile il nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />
Il contrasto tra gli orientamenti dell’INAIL, troppo selettivi e che escludono<br />
dal riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale della patologia del rachide la<br />
stragrande maggioranza dei lavoratori esposti al rischio, e quanto si osserva<br />
quotidianamente pone alcuni <strong>in</strong>terrogativi sulla validità dei criteri emersi e<br />
più <strong>in</strong> generale su come si debba affrontare la valutazione del nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />
5.1. Valutazione del rischio lavorativo<br />
Da qualche tempo rientra nelle l<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>dirizzo dell’INAIL l’utilizzo di modelli<br />
di previsione del rischio e del danno nella valutazione di s<strong>in</strong>goli <strong>ca</strong>si.<br />
Tale orientamento non risulta a nostro avviso accettabile per una serie di<br />
motivi. Per l’argomento <strong>in</strong> questione i motivi essenziali sono:<br />
1. questi modelli sono stati sviluppati a scopi di prevenzione dei rischi, da utilizzare<br />
qu<strong>in</strong>di per l’analisi e organizzazione di l<strong>in</strong>ee di lavoro «sicure» <strong>in</strong> sé,<br />
ovvero per modifi<strong>ca</strong>re certe fasi di lavoro che sono state <strong>in</strong>dividuate come particolarmente<br />
rischiose;<br />
2. <strong>in</strong> questi modelli (con esplicito riferimento al modello NIOSH, il più comunemente<br />
accettato) il fattore umano, <strong>in</strong>teso come ad esempio <strong>ca</strong>ratteristiche<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
antropometriche, età, condizioni fisiche generali, non viene sostanzialmente<br />
considerato;<br />
3. questi modelli non sono appli<strong>ca</strong>bili nella prevalenza dei <strong>ca</strong>si trattati perché la<br />
maggioranza delle mansioni a rischio per malattie del rachide non possono<br />
essere standardizzate come richiesto dal modello;<br />
4. esiste spesso, come noto da tempo <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a del lavoro, una sostanziale differenza<br />
tra l’organizzazione formale (come ad esempio riportata nei documenti<br />
di valutazione dei rischi con annessa appli<strong>ca</strong>zione dei modelli previsionali) e<br />
l’organizzazione sostanziale del lavoro, quell’organizzazione che si danno i lavoratori<br />
<strong>in</strong> base all’esperienza acquisita e alle esigenze di produzione;<br />
5. i modelli potrebbero eventualmente essere utilizzati con il dettaglio richiesto<br />
nell’analisi delle mansioni attuali, qualora ripetitive (esempio <strong>ca</strong>tena di<br />
montaggio), ma non sono certamente appli<strong>ca</strong>bili a situazioni di lavoro pregresso<br />
(spesso aziende non più esistenti, condizioni di lavoro molto differenti<br />
le une dalle altre), ovvero nel <strong>ca</strong>so dei lavoratori pre<strong>ca</strong>ri a contratto a<br />
term<strong>in</strong>e/temporaneo che solitamente hanno svolto dec<strong>in</strong>e di attività differenti<br />
ognuna della durata di pochi mesi nel corso degli anni.<br />
Lo stesso allegato VI al titolo V del D.Lgs. 626/94 (al quale si rimanda) <strong>in</strong>di<strong>ca</strong><br />
con chiarezza come la valutazione del rischio è il risultato dell’analisi dei<br />
fattori legati alla mansione lavorativa, alle <strong>ca</strong>ratteristiche dell’ambiente di lavoro<br />
e alle <strong>ca</strong>ratteristiche dell’<strong>in</strong>dividuo.<br />
Pertanto l’analisi del rischio lavorativo, al f<strong>in</strong>e del riconoscimento del nesso di<br />
<strong>ca</strong>usa, deve basarsi <strong>in</strong>nanzitutto su di un’accurata anamnesi lavorativa, che<br />
evidenzi nel maggior dettaglio possibile le <strong>ca</strong>ratteristiche del lavoro svolto, le<br />
condizioni ambientali <strong>in</strong> cui questo è stato svolto (esempio presenza di condizioni<br />
climatiche e/o microclimatiche sfavorevoli), le ore quotidiane di lavoro,<br />
le pause, la tipologia del <strong>ca</strong>richi da movimentare. A questo proposito si deve<br />
ricordare, ad esempio, come prima dell’<strong>in</strong>troduzione del D.Lgs 626/94 il peso<br />
standard dei sacchi di materiali utilizzati a vario titolo nella produzione <strong>in</strong>dustriale,<br />
così come nel <strong>ca</strong>so dei sacchi di cemento, era di 50 kg.<br />
Alto aspetto importante è una valutazione, qualora possibile, delle <strong>ca</strong>ratteristiche<br />
della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi <strong>in</strong> rapporto all’età del lavoratore, tenendo<br />
<strong>in</strong> considerazione come con l’età ci sia una progressiva riduzione della<br />
<strong>ca</strong>pacità/resistenza del rachide a «sopportare <strong>in</strong> modo non traumatico» le<br />
forze che su esso si appli<strong>ca</strong>no. A tale proposito è signifi<strong>ca</strong>tivo ricordare<br />
quanto riportato dall’INAIL (INAIL, 2000) sulla riduzione di cir<strong>ca</strong> il 30%<br />
della resistenza del rachide ai <strong>ca</strong>richi di rottura per la classe di età 40-60 anni<br />
rispetto alla classe <strong>in</strong>feriore (qu<strong>in</strong>di anche il limite massimo di 30 kg dovrebbe<br />
forse essere abbassato a 21 kg per questi lavoratori?).<br />
5.2 Storia della malattia e quadro cl<strong>in</strong>ico<br />
È il secondo elemento da considerare nella valutazione del nesso <strong>ca</strong>usa. Si deve<br />
valutare prioritariamente la congruenza tra la storia, le <strong>ca</strong>ratteristiche della<br />
malattia e la storia lavorativa. A tale proposito sembra ragionevole, se non per
NOTIZIARIO<br />
<strong>ca</strong>si particolari (ad esempio per i soggetti ipersuscettibili), considerare, come<br />
<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to dall’INAIL, elemento <strong>ca</strong>ratteristico per una malattia professionale del<br />
rachide da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi un periodo di latenza di almeno 5 anni<br />
tra l’<strong>in</strong>izio dell’esposizione al rischio e l’<strong>in</strong>sorgenza della malattia.<br />
Inoltre, <strong>in</strong> considerazione della patogenesi delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico (e da posture protratte e non ergonomiche), la patologia del<br />
rachide deve <strong>in</strong>teressare <strong>in</strong> modo signifi<strong>ca</strong>tivo i dischi <strong>in</strong>tervertebrali (disidratazione,<br />
protrusione, ernie). L’assenza di questo elemento potrebbe consentire<br />
di escludere la genesi professionale della malattia stessa.<br />
Risulta altresì importante andare a ricer<strong>ca</strong>re altri segni cl<strong>in</strong>ici di una «usura»<br />
dell’organismo da movimentazione dei <strong>ca</strong>richi, quale ulteriore conferma della<br />
genesi professionale della malattia, cioè della signifi<strong>ca</strong>tiva esposizione al rischio.<br />
In base alle nostre <strong>ca</strong>sistiche non è <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>frequente il riscontro contemporaneo<br />
di altre patologie correlabili al tipo di attività svolta, come segni<br />
complessivi di un sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico a vari livelli dell’organismo. Ad<br />
esempio è frequentemente riscontrabile negli addetti da tempo alla movimentazione<br />
dei <strong>ca</strong>richi la coesistenza di patologie a <strong>ca</strong>rico della cuffia dei rotatori<br />
e/o di discoartrosi a <strong>ca</strong>rico del rachide cervi<strong>ca</strong>le e/o dorsale. Si segnala,<br />
<strong>in</strong>oltre, il <strong>ca</strong>so di un lavoratore di 35 anni che doveva movimentare <strong>ca</strong>richi<br />
pesanti su lunghe distanze. Nel suo <strong>ca</strong>so, oltre a una artrosi lombare con<br />
numerose protrusioni dis<strong>ca</strong>li, è stata rilevata una meniscopatia bilaterale associata<br />
ad <strong>in</strong>iziali segni radiologici di gonartrosi.<br />
Inf<strong>in</strong>e, l’analisi della storia cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> deve estendersi ad <strong>in</strong>dagare la possibile<br />
esistenza <strong>in</strong> anamnesi patologi<strong>ca</strong> di episodi (trattati come <strong>in</strong>fortuni o malattia)<br />
di lombalgie da sforzo, o la presenza di lesioni del tend<strong>in</strong>e del <strong>ca</strong>po lungo<br />
del bicipite omerale (anche questi segni <strong>in</strong>diretti, ma signifi<strong>ca</strong>tivi, di un<br />
importante impegno funzionale nella movimentazione dei <strong>ca</strong>richi).<br />
Un nuovo parametro di valutazione del rischio che potrebbe forse essere<br />
utilmente impiegato (e al quale fa <strong>in</strong>diretto riferimento l’allegato VI al titolo<br />
V del D.Lgs. 626/94 quando parla di sforzo fisico eccessivo come rischio per<br />
le patologie dorso lombari) è la misurazione della fati<strong>ca</strong> fisi<strong>ca</strong> secondo le <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni<br />
ad esempio di Casula e Meloni (1993) ai quali si rimanda. Questo<br />
elemento potrebbe risultare di particolare importanza <strong>in</strong> quanto fattore di<br />
s<strong>in</strong>tesi tra la mansione svolta e le <strong>ca</strong>ratteristiche <strong>in</strong>dividuali.<br />
Un esempio: <strong>in</strong> una pubbli<strong>ca</strong>zione di Colomb<strong>in</strong>i e coll. (2000) viene riportata<br />
una tabella che <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> i pesi massimi sollevabili <strong>in</strong> rapporto alla frequenza<br />
di sollevamento. Considerando la condizione media si rileva come un soggetto<br />
di sesso maschile possa sollevare con la frequenza di 1 volta al m<strong>in</strong>uto<br />
un peso massimo di 15 kg. Tale dato sta ad <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>re come possa essere considerato<br />
accettabile sollevare quotidianamente un peso complessivo di cir<strong>ca</strong> 7<br />
tonnellate diluito nell’arco del turno di lavoro. A tale proposito risulta evidente<br />
che la fati<strong>ca</strong> che comporta tale attività per l’organismo nel suo com-<br />
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CA<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
plesso (apparato muscoscheletrico, <strong>ca</strong>rdiocircolatorio, respiratorio, ecc.), oltre<br />
che per le sollecitazioni sul rachide, può variare <strong>in</strong> modo signifi<strong>ca</strong>tivo <strong>in</strong><br />
base alle <strong>ca</strong>ratteristiche antropometriche, alla distribuzione/rappresentazione<br />
delle masse muscolari e all’età dell’<strong>in</strong>dividuo. Pertanto da un’analisi sulla<br />
fati<strong>ca</strong> accusata (ad esempio per il <strong>ca</strong>so citato, probabilmente non signifi<strong>ca</strong>tiva<br />
<strong>in</strong> un ventenne che prati<strong>ca</strong> sport ed <strong>in</strong>vece rilevante <strong>in</strong> un «normale c<strong>in</strong>quantenne»),<br />
si potrebbero trarre ulteriori utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni sull’azione usurante<br />
o meno del lavoro, tenendo <strong>in</strong> considerazione che il target di questo rischio<br />
è rappresentato pr<strong>in</strong>cipalmente dalla colonna vertebrale.<br />
5.3 Fattori extraprofessionali: preesistenze e fattori costituzionali<br />
È argomento centrale della discussione <strong>in</strong> quanto, tranne che per i rari <strong>ca</strong>si<br />
di patologie del rachide <strong>in</strong>sorte <strong>in</strong> età relativamente giovane, la gran parte<br />
dei <strong>ca</strong>si da noi trattati riguardano persone per le quali è ragionevole presumere<br />
che alla «naturale» storia <strong>in</strong>volutiva delle strutture del rachide (che a<br />
sua volta può essere stata <strong>in</strong>fluenzata da fattori costituzionali/extraprofessionali)<br />
si è venuta a sovrapporre l’azione lesiva della movimentazione dei <strong>ca</strong>richi.<br />
Come detto, l’INAIL ha dato <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni particolarmente restrittive per<br />
la trattazione dei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui siano documentati fattori extraprofessionali.<br />
A tale proposito vorrei ricordare una recente sentenza della Corte di Cassazione<br />
(Cassazione, Sezione Lavoro, 21 gennaio 1998, n. 535) che argomenta:<br />
«In tema di assicurazione contro le malattie professionali ove l’<strong>in</strong>fermità <strong>in</strong>validante<br />
derivi da fattori concorrenti di natura sia professionale che extraprofessionale,<br />
trova appli<strong>ca</strong>zione il pr<strong>in</strong>cipio di equivalenza <strong>ca</strong>usale stabilito <strong>in</strong> materia<br />
penale dall’art. 41 c.p.; pertanto, a ciascuno di detti fattori deve riconoscersi<br />
effi<strong>ca</strong>cia <strong>ca</strong>usativa dell’evento, a meno che uno di essi assuma <strong>ca</strong>rattere di <strong>ca</strong>usa<br />
efficiente esclusiva. Inoltre, il rischio di malattia derivante da naturale predisposizione<br />
non vale ad escludere del tutto il rischio professionale <strong>in</strong> quanto un<br />
ruolo di con<strong>ca</strong>usa va attribuito anche ad un m<strong>in</strong>imo fattore di accelerazione o<br />
aggravamento, ove si riconos<strong>ca</strong> l’<strong>in</strong>cidenza lavorativa».<br />
La sentenza della Corte di Cassazione, alla luce della patologia di cui si sta<br />
trattando, consente di affermare che qualora venga dimostrato che un lavoratore<br />
ha svolto per un congruo periodo di tempo un’attività che ha comportato<br />
una signifi<strong>ca</strong>tiva movimentazione di <strong>ca</strong>richi, il quadro cl<strong>in</strong>ico riscontrato<br />
debba essere considerato (<strong>in</strong> presenza di fattori extraprofessionali) la<br />
conseguenza dell’agire dei due fattori e per entrambi deve essere riconosciuta<br />
«effi<strong>ca</strong>cia <strong>ca</strong>usativa dell’evento».<br />
La sentenza va oltre e <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> come anche <strong>in</strong> presenza di una «naturale predisposizione»<br />
(si consider<strong>in</strong>o ad esempio le patologie che contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>no la<br />
movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, elen<strong>ca</strong>te, ad esempio, nella tabella seguente<br />
tratta da Colomb<strong>in</strong>i e Occhip<strong>in</strong>ti, 1996) questa non annulla, di fatto,<br />
il nesso <strong>ca</strong>usale, qualora si dimostri che il lavoro svolto ha <strong>ca</strong>usato un’accelerazione<br />
del naturale corso della malattia, ovvero ha <strong>ca</strong>usato un aggravamento<br />
della malattia stessa.
Contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni alla movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />
- ernia dis<strong>ca</strong>le <strong>in</strong> atto con compressione radicolare<br />
- ernia dis<strong>ca</strong>le: protrusione senza <strong>in</strong>teressamento radicolare<br />
- ernia dis<strong>ca</strong>le ridotta chirurgi<strong>ca</strong>mente<br />
- discopatia lombare grave<br />
- stenosi del <strong>ca</strong>nale con o senza compromissione radicolare<br />
- spondilolistesi (I grado e oltre)<br />
- s<strong>in</strong>drome di Klippel-Feil [s<strong>in</strong>ostosi rachide cervi<strong>ca</strong>le]<br />
- scoliosi oltre i 20° Cobb (<strong>in</strong> funzione di torsione vertebrale)<br />
- morbo di Sheuermann [osteocondrosi vertebrale giovanile]<br />
- <strong>in</strong>stabilità vertebrale medio-grave<br />
- lesioni della struttura ossea e articolare di natura distruttiva o neoformativa<br />
(osteoporosi grave, angioma vertebrale ecc.)<br />
- spondilite anchilosante e altre forme <strong>in</strong>fiammatorie<br />
- <strong>in</strong>versione lordosi lombare con discopatia<br />
NOTIZIARIO<br />
A questo proposito vorrei presentare due <strong>ca</strong>si come spunti di discussione:<br />
1. Ausiliaria dell’assistenza di persone non autosufficienti<br />
Donna di anni 60, svolge dal 1988 la sua attività presso una <strong>ca</strong>sa di riposo<br />
per non autosufficienti. Precedenti anamnestici non signifi<strong>ca</strong>tivi.<br />
Da «sempre» donna obesa, attualmente alta cir<strong>ca</strong> 1,60 per 86 kg.<br />
La sua mansione quotidiana comporta la mobilizzazione, senza ausili, di 10-<br />
12 ospiti allettati con un peso medio superiore ai 50 kg. Il sollevamento di<br />
un paziente comporta che lo stesso afferri l’ASA con le due mani dietro la<br />
nu<strong>ca</strong>, mentre la stessa ch<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> avanti lo prende sotto le ascelle dietro le<br />
spalle, qu<strong>in</strong>di facendo forza sulla regione cervi<strong>ca</strong>le e lombare la persona viene<br />
sollevata. Operazione analoga ma contraria viene svolta quando la persona<br />
deve essere cori<strong>ca</strong>ta.<br />
A questa rout<strong>in</strong>e deve essere aggiunta la frequente mobilizzazione/assistenza<br />
dei pazienti quando vengono lavati ovvero usufruiscono dei servizi igienici;<br />
anche <strong>in</strong> queste condizioni l’operatore deve solitamente prendere posizione<br />
con la schiena ch<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> avanti e fare forza soprattutto sul tratto lombare.<br />
I primi disturbi nel 1996 (dopo 8 anni dall’<strong>in</strong>izio dell’attività) sottoforma di<br />
una lombosciatalgia destra.<br />
Nel 1997 diagnosi di ernia dis<strong>ca</strong>le L5-S1, sottoposta ad <strong>in</strong>tervento.<br />
Nel 1998 poco dopo la ripresa dell’attività lavorativa <strong>in</strong>iziava a manifestare<br />
nuovamente lombosciatalgia e successivamente cervicobrachialgie accompagnate<br />
da episodi vertig<strong>in</strong>osi. Cont<strong>in</strong>uava <strong>in</strong> ogni <strong>ca</strong>so la sua attività.<br />
Una RM lombosacrale del 2001 evidenziava un signifi<strong>ca</strong>tivo peggioramento<br />
rispetto al 1997; <strong>in</strong> particolare si rilevava un importante quadro degenerativo<br />
spondiloartrosico con protrusione circonferenziale dei dischi <strong>in</strong>tervertebrali<br />
«come da sfian<strong>ca</strong>mento dell’anulus fibroso».<br />
Una domanda di malattia professionale del 2000 veniva resp<strong>in</strong>ta dall’INAIL<br />
(senza motivazioni) nel 2001. Una collegiale medi<strong>ca</strong> del 2002 veniva chiusa<br />
<strong>in</strong> disaccordo (secondo l’INAIL il fattore determ<strong>in</strong>ate esclusivo era l’obesità).<br />
In sede di CTU nel 2003 veniva data ragione alla lavoratrice riconoscendo<br />
la malattia professionale (l’INAIL non opponeva appello).<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
2. Magazz<strong>in</strong>iere azienda tessile<br />
Uomo di 39 anni dipendente di una tessitura (dal 1990) con mansioni di magazz<strong>in</strong>iere<br />
e di manutentore dei telai.<br />
Precedenti anamnestici non signifi<strong>ca</strong>tivi.<br />
F<strong>in</strong>o al 1999 la sua attività comportava la frequente e quotidiana movimentazione<br />
manuale di pezze di tessuto (peso massimo 30 kg) e di s<strong>ca</strong>tole di cotone<br />
(peso massimo 55/60 kg). Non è stato possibile def<strong>in</strong>ire una media giornaliera<br />
trattandosi di oscillazioni tra le 10 s<strong>ca</strong>tole e/o pezze f<strong>in</strong>o a un massimo<br />
di 100. Successivamente tale attività è stata svolta solo oc<strong>ca</strong>sionalmente.<br />
Dal 1996 ha <strong>in</strong>iziato ad accusare dolori <strong>in</strong> regione lombare che si sono aggravati<br />
nel tempo f<strong>in</strong>o a diventare cont<strong>in</strong>ui ed <strong>in</strong>tensi e a <strong>ca</strong>usare importanti limitazioni<br />
funzionali della colonna.<br />
Accertamenti strumentali eseguiti nel corso degli anni hanno evidenziato degenerazioni<br />
a <strong>ca</strong>rico di alcuni dischi <strong>in</strong>tervertebrali con note osteosclerotiche<br />
di alcune limitanti marg<strong>in</strong>o somatiche.<br />
Nel 2002 viene redatto il certifi<strong>ca</strong>to di malattia professionale, resp<strong>in</strong>to dall’INAIL<br />
per man<strong>ca</strong>nza di nesso <strong>ca</strong>usale. In sede di collegiale viene mostrato<br />
lo stralcio di una consulenza specialisti<strong>ca</strong> che si chiude con la negazione<br />
della patologia professionale. La motivazione recita:<br />
«Il soggetto sembra esposto a movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi; i pesi<br />
movimentati superano <strong>in</strong>fatti il limite massimo evidenziato nel titolo 5° del<br />
D.Lgs. 626/94.<br />
«Non si ritiene opportuno però approfondire lo studio dell’esposizione <strong>in</strong><br />
quanto la patologia presentata al rachide, risultato della RM [non si fa riferimento<br />
a quale esame e non si fa riferimento alla documentazione allegata<br />
dal lavoratore] depone per una patologia degenerativa non ancora nettamente<br />
correlabile al lavoro… In tale sede si parla di una protrusione anulare<br />
<strong>in</strong> sede di L1-L2 con appuntimento degli spigoli marg<strong>in</strong>o<br />
somatici…qu<strong>in</strong>di si tratta di una <strong>in</strong>iziale protrusione dis<strong>ca</strong>le che non comprime<br />
le radici (di fatto una discopatia)… Esiste <strong>in</strong>vece associata una riduzione<br />
del diametro del <strong>ca</strong>nale midollare… questa alterazione congenita rende<br />
il soggetto ipersuscettibile a problemi lombosacrali…».<br />
In base a questo esito l’INAIL nega l’esistenza del nesso di <strong>ca</strong>usa; la collegiale<br />
si chiude <strong>in</strong> disaccordo e viene nel contempo attivata dal lavoratore<br />
attraverso il Patronato l’azione legale per il riconoscimento della malattia<br />
professionale.<br />
6. PATOLOGIE DEL RACHIDE DA POSTURE COSTRETTE<br />
Le patologie del rachide da postura costretta e prolungata, <strong>in</strong> condizioni ergonomi<strong>ca</strong>mente<br />
non corrette, sono patologie professionali di fatto misconosciute:<br />
esistono i presupposti fisiopatologici (degenerazione del disco <strong>in</strong>tervertebrale<br />
da <strong>in</strong>terferenze sui processi di nutrizione), se ne fa accenno nel D.Lgs.<br />
626/94 <strong>in</strong> riferimento al lavoro ai VDT, vengono trattate nei testi classici di<br />
Medic<strong>in</strong>a del Lavoro, sono presenti nelle pubbli<strong>ca</strong>zioni curate dell’INAIL
(esempio Ottaviani, 2000), sono state <strong>in</strong>dividuate le attività maggiormente a<br />
rischio (si veda la tabella successiva tratta da Occhip<strong>in</strong>ti e Colomb<strong>in</strong>i, 1996).<br />
Seppur si sia di fronte a una concordanza di elementi, almeno per i <strong>ca</strong>si da<br />
noi trattati c’è stata la sistemati<strong>ca</strong> negazione del riconoscimento della malattia<br />
professionale da parte dell’INAIL.<br />
Fissità posturale: contesti lavorativi di più frequente riscontro<br />
- lavoro <strong>in</strong> <strong>ca</strong>tena di montaggio<br />
- microassemblaggi e micromontaggi<br />
- confezionamento <strong>in</strong>dumenti (es. cucito o stiro)<br />
- dattilografia e word-process<strong>in</strong>g<br />
- data-entry mediante unità video<br />
- guida professionale di automezzi (vibrazioni e postura)<br />
Anche a questo proposito si illustra un <strong>ca</strong>so esemplifi<strong>ca</strong>tivo.<br />
NOTIZIARIO<br />
3. Cucitrice a cottimo<br />
Donna ora di 42 anni, ha svolto dall’età di 21 anni per cir<strong>ca</strong> 20 anni l’attività<br />
a cottimo di cucitrice di boxer per uomo (il cottimo veniva pagato cucendo<br />
più di 180 boxer al giorno), sempre presso la stessa azienda artigiana. Lo<br />
scorso anno è stata licenziata <strong>in</strong> seguito alle prolungate assenze <strong>ca</strong>usate dalla<br />
patologia di cui soffre (superamento del periodo di «comporto»).<br />
La posizione di lavoro imponeva una costante pronunciata flessione anteriore<br />
della colonna dorsale e cervi<strong>ca</strong>le senza appoggio fisso degli arti superiori<br />
al piano di lavoro. F<strong>in</strong>o al 1999 la postazione di lavoro non era certamente<br />
ergonomi<strong>ca</strong> (piano di lavoro troppo basso); da allora sono stati <strong>in</strong>trodotti degli<br />
sgabelli che potevano essere regolati <strong>in</strong> altezza, senza però assicurare appoggio.<br />
Lavorava a giornata con orario di lavoro di 8 ore; 50 m<strong>in</strong>uti di pausa<br />
a mezzogiorno e una pausa di 10 m<strong>in</strong>uti a metà matt<strong>in</strong>a e metà pomeriggio<br />
(date le condizioni ambientali le pause venivano cronometrate).<br />
A distanza di cir<strong>ca</strong> 10 anni dall’<strong>in</strong>izio dell’attività lavorativa ha <strong>in</strong>iziato ad accusare<br />
forti dolori a livello del rachide lo<strong>ca</strong>lizzati prevalentemente <strong>in</strong> regione<br />
cervi<strong>ca</strong>le e dorsale (<strong>in</strong> precedenza accusava contratture muscolari con senso<br />
di bruciore che passavano con periodici cicli di massoterapia). Dato il progredire<br />
dei s<strong>in</strong>tomi si sottopose nel corso degli anni ’90 ad <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sempre<br />
più approfondite. L’attuale quadro cl<strong>in</strong>ico si <strong>ca</strong>ratterizza per una mar<strong>ca</strong>ta<br />
rettil<strong>in</strong>eizzazione (anamnesi patologi<strong>ca</strong> remota negativa per fattori extraprofessionali)<br />
del rachide cervi<strong>ca</strong>le con degenerazioni multiple a <strong>ca</strong>rico dei dischi<br />
<strong>in</strong>tervertebrali (accompagnati da alcune protrusioni dis<strong>ca</strong>li, non ernie)<br />
ed un quadro radiologico che evidenzia una signifi<strong>ca</strong>tiva riduzione degli spazi<br />
<strong>in</strong>tersomatici a più livelli con osteofiti rappresentati soprattutto a <strong>ca</strong>rico<br />
del tratto f<strong>in</strong>ale del rachide cervi<strong>ca</strong>le. Tale quadro presente <strong>in</strong> una donna di<br />
42 anni con anamnesi muta per preesistenze o fattori costituzionali eventualmente<br />
con<strong>ca</strong>usali.<br />
Denuncia di malattia professionale presentata nel 2002 e resp<strong>in</strong>ta dall’INAIL<br />
per assenza del nesso di <strong>ca</strong>usa. Collegiale medi<strong>ca</strong> discorde nel 2003. Attivato<br />
contenzioso legale.<br />
IN<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Storia analoga e sovrapponibile f<strong>in</strong>o ai m<strong>in</strong>imi dettagli (anche il licenziamento)<br />
è ac<strong>ca</strong>duta nella stessa azienda artigiana ad una lavoratrice con un’età di<br />
cir<strong>ca</strong> 15 anni superiore; anche questo <strong>ca</strong>so chiuso negativamente dall’INAIL<br />
per assenza del nesso di <strong>ca</strong>usa.<br />
7. CONCLUSIONI<br />
Come mi ripete spesso un amico «Se cerchi bene, scopri che è già stato scritto».<br />
Volutamente <strong>in</strong> questo lavoro si è fatto pr<strong>in</strong>cipalmente riferimento a<br />
quanto riportato nei testi classici di medic<strong>in</strong>a del lavoro e di cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> ortopedi<strong>ca</strong>,<br />
alle normative vigenti, alle l<strong>in</strong>ee guida riportate dalle circolari INAIL, così<br />
come a pubbli<strong>ca</strong>zioni dello stesso ente assicuratore. Ad altri il compito di<br />
analizzare la letteratura scientifi<strong>ca</strong> allo scopo di presentare dati epidemiologici<br />
aggiornati sulla prevalenza delle patologie del rachide nella popolazione<br />
generale ed <strong>in</strong> particolari classi di rischio. Attraverso l’analisi di questi risultati<br />
la possibilità di ampliare lo spettro delle cosiddette malattie tabellate.<br />
I rischi accertati per poter <strong>ca</strong>usare una patologia degenerativa del rachide di<br />
orig<strong>in</strong>e professionale (a partenza dai dischi <strong>in</strong>tervertebrali – elemento patognomonico<br />
e <strong>in</strong> qualche misura discrim<strong>in</strong>ante rispetto ad altre forme o orig<strong>in</strong>i)<br />
sono da ricondurre alla movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi, all’esposizione<br />
del corpo <strong>in</strong>tero alle vibrazioni, alle posture costrette <strong>in</strong> posizioni spesso<br />
non ergonomiche e ai movimenti ripetuti ad alta frequenza di flessoestensione<br />
e rotazione. Il limitare al tratto lombare (come da <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni dell’INAIL)<br />
la lo<strong>ca</strong>lizzazione di tali patologie, appare quasi un artificio data la<br />
complessità strutturale della colonna vertebrale, le <strong>in</strong>terconnessioni funzionali<br />
tra i vari tratti e data la variabilità delle mansioni e dei relativi rischi per<br />
il rachide; a tale proposito anche il D.Lgs. 626/94 fa esplicito riferimento a<br />
patologie del rachide dorso-lombare come possibili effetti della movimentazione<br />
manuale dei <strong>ca</strong>richi.<br />
Come spero di aver chiarito <strong>in</strong> questo lavoro ogni <strong>ca</strong>so, ogni <strong>in</strong>dividuo, ogni<br />
storia è una cosa a sé stante che deve essere analizzata <strong>in</strong> modo molto dettagliato<br />
e valutata attraverso i criteri propri della medic<strong>in</strong>a del lavoro e della<br />
medic<strong>in</strong>a legale. Il tentativo di semplifi<strong>ca</strong>re l’iter diagnostico di una malattia<br />
professionale attraverso, ad esempio, l’uso di modelli di valutazione previsionale<br />
del rischio, al di là delle critiche espresse e dei limiti anche concettuali<br />
che ciò comporta, provo<strong>ca</strong> una grande discrim<strong>in</strong>azione, negando il diritto al<br />
riconoscimento della malattia professionale alla maggioranza dei lavoratori<br />
esposti al rischio e che a <strong>ca</strong>usa di esso si sono ammalati o hanno avuto un signifi<strong>ca</strong>tivo<br />
aggravarsi di patologie preesistenti.<br />
Queste considerazioni valgono, a maggior ragione, nei soggetti ipersuscettibili<br />
alla movimentazione dei <strong>ca</strong>richi <strong>in</strong> quanto affetti da patologie o da fattori<br />
costituzionali, che possono <strong>ca</strong>usare la comparsa di una malattia degenerativa<br />
del rachide (o un signifi<strong>ca</strong>tivo aggravamento di una patologia preesistente)<br />
per livelli di esposizione al rischio ritenuti bassi o «accettabili».
BIBLIOGRAFIA<br />
NOTIZIARIO<br />
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Medic<strong>in</strong>a del Lavoro (a cura di Casula, D.). Monduzzi Editore.<br />
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microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle pratiche. Circolare n. 81<br />
del 27 dicembre 2000.<br />
INAIL (2004), Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di<br />
trattazione delle pratiche. Circolare n. 25 del 15 aprile 2004.<br />
Morlacchi, C., Manc<strong>in</strong>i, A. (1977), Cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong> ortopedi<strong>ca</strong>. Picc<strong>in</strong> Editore.<br />
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Ambrosi, L. e Foà, V.). UTET.<br />
Ottaviani, O. (2000), Le spondiloartropatie del rachide dorso-lombare come<br />
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IN<br />
CA<br />
33<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
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34<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Allegato 1 - Norme <strong>in</strong> vigore<br />
DPR 30 giugno 1965, n. 1124 – Testo unico delle disposizioni per<br />
l’assicurazione obbligatoria contro gli <strong>in</strong>fortuni e le malattie professionali.<br />
Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />
DPR 13 aprile 1994, n. 336 – Nuova tabella delle malattie professionali<br />
nell’<strong>in</strong>dustria e agricoltura.<br />
Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />
D.LGS. 626/1994<br />
Articolo 47<br />
Campo di appli<strong>ca</strong>zione<br />
1. Le norme del presente titolo si appli<strong>ca</strong>no alle attività che comportano la<br />
movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi con rischi, tra l’altro, di lesioni dorso-lombari<br />
per i lavoratori durante il lavoro.<br />
2. Si <strong>in</strong>tendono per:<br />
a) movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi: le operazioni di trasporto o di sostegno<br />
di un <strong>ca</strong>rico a opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del<br />
sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, portare o spostare un <strong>ca</strong>rico che, per le<br />
loro <strong>ca</strong>ratteristiche o <strong>in</strong> conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli,<br />
comport<strong>in</strong>o tra l’altro rischi di lesioni dorso-lombari;<br />
b) lesioni dorso-lombari: lesioni a <strong>ca</strong>rico delle strutture osteomiotend<strong>in</strong>ee<br />
e nerveovascolari a livello dorso-lombare.<br />
Allegato VI – Elementi di riferimento – Fattori <strong>in</strong>dividuali<br />
Elementi di riferimento<br />
1. Caratteristiche del <strong>ca</strong>rico.<br />
La movimentazione manuale di un <strong>ca</strong>rico può costituire un rischio tra l’altro<br />
dorso-lombare nei <strong>ca</strong>si seguenti:<br />
• il <strong>ca</strong>rico è troppo pesante (kg 30);<br />
• è <strong>in</strong>gombrante o difficile da afferrare;<br />
• è <strong>in</strong> equilibrio <strong>in</strong>stabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;<br />
• è collo<strong>ca</strong>to <strong>in</strong> una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad<br />
una certa distanza dal tronco o con una torsione o <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione del tronco;<br />
• può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni<br />
per il lavoratore, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di urto.<br />
2. Sforzo fisico richiesto.<br />
Lo sforzo fisico può presentare un rischio tra l’altro dorso-lombare nei seguenti<br />
<strong>ca</strong>si:<br />
• è eccessivo;<br />
• può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;<br />
• può comportare un movimento brusco del <strong>ca</strong>rico;<br />
• è compiuto col corpo <strong>in</strong> posizione <strong>in</strong>stabile.
NOTIZIARIO<br />
3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro.<br />
Le <strong>ca</strong>ratteristiche dell’ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di<br />
rischio tra l’altro dorso-lombare nei seguenti <strong>ca</strong>si:<br />
• lo spazio libero, <strong>in</strong> particolare verti<strong>ca</strong>le, è <strong>in</strong>sufficiente per lo svolgimento<br />
dell’attività richiesta;<br />
• il pavimento è <strong>in</strong>eguale, qu<strong>in</strong>di presenta rischi di <strong>in</strong>ciampo o di scivolamento<br />
per le s<strong>ca</strong>rpe <strong>ca</strong>lzate dal lavoratore;<br />
• il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione<br />
manuale dei <strong>ca</strong>richi a un’altezza di sicurezza o <strong>in</strong> buona posizione;<br />
• il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che impli<strong>ca</strong>no la manipolazione<br />
del <strong>ca</strong>rico a livelli diversi;<br />
• il pavimento o il punto di appoggio sono <strong>in</strong>stabili;<br />
• la temperatura, l’umidità o la circolazione dell’aria sono <strong>in</strong>adeguate.<br />
4. Esigenze connesse all’attività.<br />
L’attività può comportare un rischio tra l’altro dorso-lombare se comporta<br />
una o più delle seguenti esigenze:<br />
• sforzi fisici che sollecitano <strong>in</strong> particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti<br />
o troppo prolungati;<br />
• periodo di riposo fisiologico o di recupero <strong>in</strong>sufficiente;<br />
• distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;<br />
• un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.<br />
Fattori <strong>in</strong>dividuali di rischio<br />
Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti <strong>ca</strong>si:<br />
• <strong>in</strong>idoneità fisi<strong>ca</strong> a svolgere il compito <strong>in</strong> questione;<br />
• <strong>in</strong>dumenti, <strong>ca</strong>lzature o altri effetti personali <strong>in</strong>adeguati portati dal lavoratore;<br />
• <strong>in</strong>sufficienza o <strong>in</strong>adeguatezza delle conoscenze o della formazione.<br />
Decreto 27 aprile 2004 – Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria<br />
la denuncia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 del testo unico, approvato<br />
con decreto del Presidente della Repubbli<strong>ca</strong> 30 giugno 1965, n. 1124, e<br />
successive modifi<strong>ca</strong>zioni e <strong>in</strong>tegrazioni.<br />
Lista I – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di elevata probabilità<br />
• Agenti e lavorazioni: movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi eseguita con<br />
contu<strong>in</strong>ità durante il turno lavorativo.<br />
• Malattie: - Spondilodiscopatie del tratto lombare.<br />
- Ernia dis<strong>ca</strong>le lombare.<br />
Lista II – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è di limitata probabilità<br />
• Agenti e lavorazioni: vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero per le attività di<br />
guida di automezzi pesanti e conduzione di mezzi mec<strong>ca</strong>nici.<br />
• Malattie: - Spondilodiscopatie del tratto lombare.<br />
- Ernia dis<strong>ca</strong>le lombare.<br />
IN<br />
CA<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Lista II – Malattie la cui orig<strong>in</strong>e lavorativa è possibile<br />
Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />
Raccomandazione della Commissione<br />
delle Comunità Europee sull’Elenco Europeo<br />
delle Malattie Professionali (19-9-03)<br />
Allegato I – Elenco Europeo delle Malattie Professionali<br />
Nessun riferimento alle patologie del rachide.<br />
Allegato II – Elenco complementare delle malattie di sospetta orig<strong>in</strong>e professionale<br />
che dovrebbero formare oggetto di una dichiarazione e che potrebbero<br />
essere <strong>in</strong>serite <strong>in</strong> un futuro allegato I dell’Elenco Europeo.<br />
2.5 Malattie provo<strong>ca</strong>te da agenti fisici<br />
2.501 Strappi provo<strong>ca</strong>ti da superattività delle apofisi sp<strong>in</strong>ose.<br />
2.502 Discopatie della colonna dorsolombare provo<strong>ca</strong>te da vibrazioni verti<strong>ca</strong>li<br />
ripetute dell’<strong>in</strong>sieme del corpo.
LA TUTELA ASSICURATIVA,<br />
LINEE DI INDIRIZZO DELL’INAIL<br />
di M. Laura Caputo (*) e Giuseppe Alì (**)<br />
Le patologie della colonna vertebrale correlate al lavoro occupano un ruolo<br />
prem<strong>in</strong>ente nel contesto delle malattie dell’apparato locomotore <strong>in</strong> quanto,<br />
sempre più spesso, esse sono messe <strong>in</strong> rapporto con attività lavorative <strong>ca</strong>ratterizzate<br />
da un prolungato ed <strong>in</strong>tenso impegno funzionale dei distretti articolari<br />
del rachide. Tali affezioni, <strong>in</strong>oltre, sono una delle più frequenti <strong>ca</strong>use<br />
di riduzione (temporanea o permanente) della <strong>ca</strong>pacità lavorativa.<br />
Secondo il NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Healt), le<br />
patologie cronico degenerative del rachide risultano al secondo posto nella lista<br />
dei dieci più rilevanti problemi di salute che sono presenti nei luoghi di lavoro.<br />
Tali patologie, come vedremo <strong>in</strong> seguito, sono conseguenti alle alterazioni<br />
cronico degenerative della colonna vertebrale, derivanti dall’azione delle sollecitazioni<br />
mec<strong>ca</strong>niche ripetute che vanno ad <strong>in</strong>cidere negativamente sia sul<br />
metabolismo del disco <strong>in</strong>tervertebrale (la cui <strong>ca</strong>renza nutrizionale è responsabile<br />
della patologia degenerativa dello stesso), sia sull’<strong>in</strong>tegrità anatomo-fisiologi<strong>ca</strong><br />
della muscolatura e dei legamenti sp<strong>in</strong>ali.<br />
Le malattie artrosiche della colonna, <strong>in</strong> generale, vanno considerate come<br />
patologie a «genesi multifattoriale», essendo di frequente riscontro anche<br />
nella popolazione non esposta a rischi lavorativi.<br />
Tra i pr<strong>in</strong>cipali fattori di rischio non professionale possiamo identifi<strong>ca</strong>re i:<br />
• fattori legati all’età;<br />
• fattori ereditari (predisposizione alle affezioni artoreumatiche);<br />
• squilibri ormonali (per es. ipotiroidismo e menopausa);<br />
• alterazioni metaboliche (<strong>ca</strong>lcio ecc.);<br />
• fattori generali (sedentarietà, eccesso ponderale, ereditarietà, gravidanze)<br />
• dismorfismi della colonna (scoliosi, spondilolisi, asimmetrie da dismetria<br />
degli arti);<br />
• pregressi traumi o <strong>in</strong>terventi sulla colonna;<br />
• attività sportive (sport motoristici, atleti<strong>ca</strong> pesante, tuffi, <strong>ca</strong>noa, rugby,<br />
sport agonistici <strong>in</strong> genere);<br />
• fattori patologici acquisiti (spondilodisciti, osteoporosi, neoplasie);<br />
• condizioni ambientali (clima, condizioni di lavoro).<br />
I fattori di rischio che connotano tali patologie come professionali, <strong>in</strong>vece,<br />
sono quelli identifi<strong>ca</strong>bili nelle ripetute e/o abnormi sollecitazioni funzionali<br />
presenti <strong>in</strong> ambito lavorativo (Vibrazioni trasmesse a tutto il corpo – Movimentazione<br />
Manuale dei <strong>ca</strong>richi – posture <strong>in</strong>congrue – torsioni del tronco).<br />
(*) Dirigente medico II° liv., Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Regionale INAIL <strong>Lombardia</strong><br />
(**) Dirigente medico I° liv., Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Regionale INAIL <strong>Lombardia</strong><br />
NOTIZIARIO<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Tali patologie (spondilodiscoartrosi del rachide dorso lombare, da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico), vengono attualmente considerate – <strong>in</strong> ambito assicurativo<br />
– come malattie professionali non tabellate e trattate, qu<strong>in</strong>di, ai sensi<br />
della nota sentenza della Corte Costituzionale, n. 179/88 (sistema misto).<br />
La spondilodiscoartrosi del rachide dorso lombare<br />
M.P. non tabellata<br />
La maggioranza delle patologie della colonna, correlate al lavoro, riveste le<br />
<strong>ca</strong>ratteristiche della spondilodiscoartrosi.<br />
Con questo term<strong>in</strong>e vengono <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te quelle alterazioni cronico-degenerative<br />
della colonna (<strong>in</strong> genere, a <strong>ca</strong>rattere evolutivo), che, <strong>in</strong>izialmente, consistono<br />
<strong>in</strong> alterazioni regressive del disco <strong>in</strong>tervertebrale (discopatia degenerativa<br />
di Putti), alle quali, successivamente, subentrano alterazioni della <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e<br />
che riveste i corpi vertebrali, con conseguente modifi<strong>ca</strong>zione delle strutture<br />
ossee dei s<strong>in</strong>goli corpi vertebrali, nella loro parte anteriore (artrosi <strong>in</strong>tersomati<strong>ca</strong>)<br />
e posteriore (artrosi <strong>in</strong>terapofisaria).<br />
Ciò che rende particolarmente vulnerabile il disco <strong>in</strong>tervertebrale è la totale<br />
assenza di irrorazione sanguigna: gli s<strong>ca</strong>mbi metabolici, pertanto, avvengono<br />
solo tramite un deli<strong>ca</strong>to equilibrio tra processi di diffusione semplice che avvengono<br />
(a <strong>ca</strong>usa di forze osmotiche ed oncotiche) tra la parte <strong>in</strong>terna del disco,<br />
che tende a richiamare liquidi nutrienti all’<strong>in</strong>terno, e la pressione mec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong><br />
che tende a far fuoriuscire tali liquidi all’esterno.<br />
Quando il disco è sottoposto a <strong>ca</strong>rico, la pressione oncoti<strong>ca</strong> <strong>in</strong>terna aumenta,<br />
a <strong>ca</strong>usa della fuoriuscita di acqua. Una volta cessato il <strong>ca</strong>rico, il flusso si <strong>in</strong>verte<br />
e sia l’acqua che le sostanze nutritive passano dal liquido articolare all’<strong>in</strong>terno<br />
del disco, riprist<strong>in</strong>andone la condizione di normale elasticità.<br />
È evidente che, quando tale mec<strong>ca</strong>nismo, che è basato sull’alternanza dell’equilibrio<br />
pressione/depressione, viene alterato (come nel <strong>ca</strong>so di pressioni<br />
eccessive o di posture fisse prolungate), anche il corretto mec<strong>ca</strong>nismo di nutrizione<br />
del disco <strong>in</strong>tervertebrale viene penalizzato.<br />
Per attuare tale equilibrio nutrizionale sembra necessario alternare la posizione<br />
eretta (nella quale prevalgono le forze di compressione) a quella distesa<br />
(nella quale prevalgono le forze osmotiche e oncotiche).<br />
S<strong>in</strong> dall’adolescenza il contenuto idrico del disco <strong>in</strong>tervertebrale tende a ridursi<br />
progressivamente e, dopo i 20 anni, le lam<strong>in</strong>e dell’anulus tendono a<br />
frammentarsi e a distanziarsi. Le fibre collagene contenute nel nucleo, tendono<br />
a precipitare ed a trasformarsi <strong>in</strong> un tessuto fibrotico.<br />
Dopo i 40 anni, il nucleo polposo è quasi <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>guibile dall’anulus e, già ad<br />
<strong>in</strong>iziare da questa età, il disco <strong>in</strong>tervertebrale presenta una struttura quasi<br />
omogenea, è povero di acqua, poco elastico e assottigliato.<br />
La perdita di elasticità e di spessore riducono la <strong>ca</strong>pacità del disco di assorbire<br />
e ridistribuire gli stress mec<strong>ca</strong>nici, f<strong>in</strong>o a <strong>ca</strong>usare una protrusione del<br />
suddetto disco oltre il suo normale perimetro (bulg<strong>in</strong>g disk).<br />
In tali condizioni, gli stress mec<strong>ca</strong>nici si concentrano sui bordi dei corpi vertebrali,<br />
alterando le membrane limitanti e determ<strong>in</strong>ando lo sviluppo di
NOTIZIARIO<br />
osteofiti a becco, ad unc<strong>in</strong>o, a rostro. L’<strong>in</strong>tera membrana limitante discosomati<strong>ca</strong><br />
<strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>ea presenta chiazze distrofiche, assottigliamenti, fissurazioni<br />
ed ulcere associate ad osteosclerosi subcondrale (addensamento di tessuto<br />
osseo nelle zone di <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e usurata) e <strong>ca</strong>vità pseudicistiche nelle zone<br />
osteosclerotiche (geoidi).<br />
Nelle fasi avanzate di danno, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il disco <strong>in</strong>tervertebrale risulta così <strong>in</strong>debolito<br />
da consentire alla vertebra sovrastante di scivolare <strong>in</strong> avanti ed a<br />
quella sottostante di dislo<strong>ca</strong>rsi <strong>in</strong>dietro (sublussazione o listesi); ciò provo<strong>ca</strong><br />
una ipersollecitazione delle articolazioni <strong>in</strong>terapofisarie posteriori, con<br />
conseguente restr<strong>in</strong>gimento della rima articolare, alterazione della <strong>ca</strong>rtilag<strong>in</strong>e<br />
e della membrana s<strong>in</strong>oviale, nonché apposizioni osteofitiche sui processi<br />
articolari.<br />
Le spondilodiscoartrosi non rientrano tra le previsioni tabellari attuali e,<br />
qu<strong>in</strong>di, devono essere istruite secondo quanto <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to dalla sopracitata sentenza<br />
n. 179/88, dal momento che il rischio lavorativo non è presunto per<br />
legge, ma deve essere dimostrato dall’assicurato che denuncia la patologia,<br />
con onere a proprio <strong>ca</strong>rico.<br />
Per la corretta trattazione di tali <strong>ca</strong>si, dunque, è di fondamentale importanza<br />
(oltre all’acquisizione di una corretta diagnosi cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>, che vedremo <strong>in</strong> seguito),<br />
<strong>in</strong>nanzitutto, l’accertamento del rischio lavorativo.<br />
La Direzione Generale dell’Inail, con circolare n. 25/2004, nel demandare<br />
alle Sedi periferiche l’autonomia decisionale <strong>in</strong> merito all’accoglimento delle<br />
s<strong>in</strong>gole fattispecie, ha anche def<strong>in</strong>ito i fattori di rischio meritevoli di considerazione<br />
ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale di tali patologie.<br />
Tali fattori si possono così descrivere:<br />
a) Vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (WBV)<br />
b) Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (MMC).<br />
Per questi due fattori di rischio sono state <strong>in</strong>dividuate norme tecniche e valori<br />
limite di riferimento. Di questi, per la MMC è stato previsto dal D.Lgs.<br />
626/94 l’obbligo della valutazione del rischio e l’eventuale sorveglianza sanitaria,<br />
mentre per la WBV il D.Lgs. 459/96 (direttiva macch<strong>in</strong>e) prevede solo<br />
l’obbligo per i costruttori di macch<strong>in</strong>e mobili, di dichiarare il valore quadratico<br />
medio ponderato <strong>in</strong> frequenza, quando questo sia superiore a 0,5 m/s al<br />
quadrato.<br />
Altre due tipologie di rischio (non espressamente <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te dalla circolare<br />
25/04, ma evidenziate da numerosi studi ergonomici) possono essere prese<br />
<strong>in</strong> considerazione, a supporto dei precedenti:<br />
c) Posture <strong>in</strong>congrue (fisse/protratte)<br />
d) Movimenti e torsioni (abnormi/ripetuti) del tronco.<br />
In dettaglio:<br />
a) Vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (Whole body vibration)<br />
Si stima che il 4-7% della popolazione lavorativa <strong>in</strong> Nord Ameri<strong>ca</strong> ed <strong>in</strong> al-<br />
IN<br />
CA<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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40<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
cuni Stati Europei possa essere esposta a vibrazioni di elevata <strong>in</strong>tensità trasmesse<br />
a tutto il corpo.<br />
Le più comuni attività lavorative che comportano un rischio da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
della colonna vertebrale, <strong>ca</strong>usato da vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero sono:<br />
• Conduzione di trattori agricoli e mezzi c<strong>in</strong>golati <strong>in</strong> genere<br />
• Conduzione di veicoli fuori strada: macch<strong>in</strong>e per il movimento terra, es<strong>ca</strong>vatori,<br />
livellatori, bull-dozers, ruspe, pale mec<strong>ca</strong>niche, rulli compressori,<br />
macch<strong>in</strong>e forestali, per m<strong>in</strong>iera e per <strong>ca</strong>va<br />
• Conduzione di <strong>ca</strong>rrelli elevatori<br />
• Guida di autotreni, auto<strong>ca</strong>rri, furgoni, autobus, tram, betoniere<br />
• Pilotaggio di elicotteri, aerei<br />
• Conduzione di treni<br />
• Guida di motos<strong>ca</strong>fi veloci<br />
• Guida di automobili.<br />
L’entità delle vibrazioni dipende dalle sollecitazioni a cui il mezzo è sottoposto<br />
e, <strong>in</strong> particolare, dalla velocità di traslazione e dal tipo di terreno su cui si<br />
muove; è utile ricordare che, rispetto ai valori di vibrazioni raggiunti dai<br />
mezzi su rotaia (che risultano i più bassi), quelli prodotti dagli altri mezzi di<br />
trasporto risultano:<br />
• dupli<strong>ca</strong>ti, per la guida di autobus di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione<br />
(valori più alti riguardano <strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della<br />
metà degli anni settanta)<br />
• tripli<strong>ca</strong>ti, nella conduzione di trattori agricoli<br />
• quadrupli<strong>ca</strong>ti, nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori o di macch<strong>in</strong>e semoventi a motore<br />
diesel<br />
• aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte, nella conduzione di pale mec<strong>ca</strong>niche e di<br />
mezzi c<strong>in</strong>golati.<br />
In particolare, l’<strong>in</strong>cremento di rischio per i trattoristi è legato al fatto che essi<br />
sono esposti a vibrazioni mentre la colonna vertebrale è spesso ruotata, <strong>in</strong><br />
modo da permettere di controllare con lo sguardo le operazioni che si svolgono<br />
alle spalle del trattore dove sono collegati gli utensili che operano sul<br />
terreno (fresatrici, aratri, livellatrici, ecc.).<br />
Il mec<strong>ca</strong>nismo che si ritiene essere alla base dell’usura della colonna è costituito<br />
dal trauma vibratorio che <strong>ca</strong>usa un sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico, dovuto<br />
a fenomeni di risonanza del rachide – nell’<strong>in</strong>tervallo di frequenza tra 5 e 15<br />
Hz – con conseguenti lesioni a <strong>ca</strong>rico del corpo vertebrale, del disco e delle<br />
articolazioni <strong>in</strong>tervertebrali.<br />
Secondo le recenti L<strong>in</strong>ee Guida della SIMLII del 2002, il ruolo delle vibrazioni<br />
trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero, nella genesi delle alterazioni del rachide, non<br />
è ancora completamente chiarito perché la guida di macch<strong>in</strong>e o veicoli comporta<br />
non solo l’esposizione a vibrazioni potenzialmente dannose, ma anche<br />
l’esposizione a fattori di stress ergonomico quali le posture statiche protratte,<br />
e frequenti movimenti di flessione e torsione del rachide.
NOTIZIARIO<br />
Inoltre, alcune <strong>ca</strong>tegorie, come gli addetti ad attività di trasporto <strong>in</strong> vari settori<br />
commerciali, possono svolgere anche operazioni di movimentazione manuale<br />
di <strong>ca</strong>richi che rappresentano un ulteriore fattore di stress per la colonna.<br />
La letteratura è concorde sul fatto che esiste una forte evidenza epidemiologi<strong>ca</strong><br />
che depone per l’associazione tra patologie degenerative del rachide ed<br />
esposizione professionale a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo.<br />
I parametri valutativi dell’esposizione a vibrazioni sono numerosi; ciò che<br />
viene valutato <strong>in</strong> genere è la frequenza della vibrazione (compresa tra 1 e 80<br />
Hz), l’<strong>in</strong>tensità della vibrazione lungo la componente assiale dom<strong>in</strong>ante, ed il<br />
parametro A (8) ovvero l’accelerazione equivalente ponderata <strong>in</strong> frequenza riferita<br />
ad 8 ore di lavoro ed espressa <strong>in</strong> metri al secondo al quadrato.<br />
I livelli di rischio previsti dalla circolare n. 25 del 2004 e richiamate dalla<br />
Direttiva 2002/44/CE, <strong>in</strong> corso di recepimento dagli Stati membri, sono i<br />
seguenti:<br />
PARAMETRO VALORE DI AZIONE VALORE LIMITE<br />
A (8) 0,5 m/s2 1,15 m/s2<br />
VDV 9,1 m/s1,75 21 m/s1,75<br />
Come noto, il superamento del valore di azione comporta l’adozione della sorveglianza<br />
sanitaria, dell’<strong>in</strong>formazione e formazione dei lavoratori nonché degli<br />
<strong>in</strong>terventi tecnici ed organizzativi f<strong>in</strong>alizzati a escludere o a ridurre l’esposizione<br />
al rischio (ai sensi del DL 626/94).<br />
La predetta Direttiva <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> anche la modalità per il <strong>ca</strong>lcolo della valutazione<br />
del livello dell’esposizione:<br />
«La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa pr<strong>in</strong>cipalmente<br />
sul <strong>ca</strong>lcolo dell’esposizione giornaliera A(8) espressa come accelerazione<br />
cont<strong>in</strong>ua equivalente su 8 ore, <strong>ca</strong>lcolata come il più alto dei valori quadratici<br />
medi o il più alto dei valori della dose di vibrazioni (VDV) delle accelerazioni<br />
ponderate <strong>in</strong> frequenza, determ<strong>in</strong>ati sui tre assi ortogonali (1,4awx, 1,4awy,<br />
awz per un lavoratore seduto o <strong>in</strong> piedi), conformemente ai <strong>ca</strong>pitoli 5, 6 e 7,<br />
all’allegato A e all’allegato B della norma ISO 2631-1 (1997)».<br />
La circolare INAIL n. 25/2004 precisa, fra l’altro, che, ai f<strong>in</strong>i dell’eventuale<br />
riconoscimento della natura professionale della malattia sulla base dei dati <strong>in</strong><br />
letteratura nonché dei riferimenti delle normative previdenziali di altri Stati<br />
della UE, si può ritenere compatibile un periodo di esposizione al rischio di almeno<br />
5 anni con valori di A(8) che si avvic<strong>in</strong>ano al valore limite (1,15 m/s 2 ).<br />
b) Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (MMC)<br />
La movimentazione dei <strong>ca</strong>richi si riferisce all’atto lavorativo di trasportare, sostenere,<br />
sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, spostare: se tali atti si ripropongono<br />
con cont<strong>in</strong>uità e, nell’ambito della vita lavorativa, si protraggono per una<br />
IN<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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42<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
durata di alcuni anni, determ<strong>in</strong>ano forze compressive sulle strutture del rachide<br />
lombare che possono condurre a microlesioni, <strong>in</strong>nes<strong>ca</strong>re il mec<strong>ca</strong>nismo<br />
dell’usura precoce ed anticipare i processi parafisiologici di <strong>in</strong>vecchiamento<br />
strutturale.<br />
Per la valutazione del rischio delle attività che comportano movimentazione<br />
di <strong>ca</strong>richi, è possibile utilizzare i dati del «documento di valutazione del<br />
rischio» ex D.Lgs. 626/94, nel quale il datore di lavoro deve analiti<strong>ca</strong>mente<br />
esporre e valutare l’<strong>in</strong>tero profilo di rischio cui ciascun lavoratore è esposto<br />
ed <strong>in</strong> particolare i rischi per la colonna vertebrale def<strong>in</strong>iti nel titolo V del decreto.<br />
Nel documento, per quanto riguarda le azioni di «sollevamento» (o abbassamento)<br />
di <strong>ca</strong>richi, è stata <strong>in</strong>trodotta la specifi<strong>ca</strong> quantitativa limite che <strong>in</strong>dividua<br />
il massimo peso di <strong>ca</strong>rico sollevabile <strong>in</strong>dividualmente (peso raccomandato<br />
pari a 30 kg per l’uomo e a 20 kg per la donna).<br />
Se compiuti <strong>in</strong> condizioni ergonomiche sfavorevoli, anche le azioni di sp<strong>in</strong>ta,<br />
tra<strong>in</strong>o e trasporto possono costituire un rischio per il rachide dorso lombare.<br />
La circolare n. 81/2000 precisa, e la successiva circolare n. 25/2004 ribadisce,<br />
che le più comuni attività lavorative da considerarsi a rischio, quando<br />
svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />
• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.)<br />
• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.)<br />
• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e<br />
altre strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti<br />
• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />
costituisce l’attività prevalente.<br />
Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />
e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />
con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />
Per quanto riguarda i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re ai f<strong>in</strong>i della valutazione,<br />
sono da preferire quelli riconosciuti nei quali il rischio è descritto<br />
attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico (IR).<br />
Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i seguenti metodi di analisi:<br />
• NIOSH, «Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual<br />
lift<strong>in</strong>g tasks – 1993», per l’analisi delle attività che comportano sollevamento<br />
di <strong>ca</strong>richi<br />
• Snook e Ciriello, «Liberty Mutual tables for Lift<strong>in</strong>g, Carry<strong>in</strong>g, Push<strong>in</strong>g<br />
and Pull<strong>in</strong>g», per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azioni di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta<br />
• MAPO per la valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />
e assistenza dei pazienti ospedalizzati; utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono<br />
essere tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO.<br />
Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />
del rischio secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.
NOTIZIARIO<br />
Metodi NIOSH e Snook - Ciriello Metodo MAPO<br />
Classe di rischio IR Classe di rischio IR<br />
Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1.5<br />
M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />
Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR 5<br />
Eccessivo IR 3<br />
Ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento della natura professionale della malattia, i dati<br />
della letteratura consentono di ritenere compatibile un periodo di esposizione<br />
al rischio di almeno 5 anni per gli IR pari o maggiori a 3 secondo i metodi<br />
NIOSH e Snook - Ciriello, e maggiori o uguali a 5 secondo il MAPO.<br />
Ovviamente <strong>in</strong>dici di rischio collo<strong>ca</strong>ti nella classe immediatamente <strong>in</strong>feriore assumono<br />
rilevanza <strong>in</strong> presenza di periodi di esposizione particolarmente prolungati.<br />
La sussistenza <strong>in</strong> soggetti esposti a rischio lavorativo di patologie preesistenti,<br />
congenite o acquisite (come, ad esempio, mar<strong>ca</strong>ti dismorfismi lungo i vari assi,<br />
spondilolisi e spondilolistesi, esiti post-traumatici, spondilite anchilosante,<br />
ecc.) deve <strong>in</strong>durre alla massima <strong>ca</strong>utela nel riconoscimento della patologia lavoro-correlata.<br />
Per quanto attiene alle lo<strong>ca</strong>lizzazioni a <strong>ca</strong>rico degli altri distretti del rachide,<br />
allo stato non risultano <strong>in</strong> letteratura studi conclusivi che permettano di riconoscerne<br />
la natura professionale.<br />
c) Posture <strong>in</strong>congrue d) Movimenti abnormi ripetuti del tronco<br />
Brevemente, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, possiamo accennare al ruolo che le posture <strong>in</strong>congrue e<br />
i movimenti abnormi ripetuti del tronco possono ricoprire nel determ<strong>in</strong>ismo<br />
delle patologie del rachide, <strong>in</strong> ambito lavorativo.<br />
Attualmente, pur <strong>in</strong> assenza di l<strong>in</strong>ee guida specifiche per la determ<strong>in</strong>azione<br />
di tali rischi, si ritiene che le posture <strong>in</strong>congrue e i movimenti abnormi ripetuti<br />
del tronco possano essere presi <strong>in</strong> considerazione come fattori di aggravamento<br />
dei rischi precedenti (WBV e MMC).<br />
Tenuto conto che condizioni prolungate di sovrac<strong>ca</strong>rico o di sotto<strong>ca</strong>rico dis<strong>ca</strong>le<br />
(la qualcosa avviene <strong>in</strong> oc<strong>ca</strong>sione del mantenimento di posizione fisse<br />
prolungate), oltre ad ostacolare il ri<strong>ca</strong>mbio nutrizionale del disco, possono<br />
favorire – a lungo term<strong>in</strong>e – processi di degenerazione dis<strong>ca</strong>le, con conseguente,<br />
nota s<strong>in</strong>tomatologia.<br />
CRITERI DIAGNOSTICI<br />
Dal lato medico legale, l’iter diagnostico che deve essere seguito, dalle sedi<br />
dell’Istituto, per la trattazione dei <strong>ca</strong>si di patologie dorso-lombare da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico di possibile orig<strong>in</strong>e professionale, risulta <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to nelle<br />
«L<strong>in</strong>ee guida per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie<br />
da microtraumi e posture <strong>in</strong>congrue» allegate alla Circolare INAIL n.<br />
81/2000.<br />
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CA<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Nello specifico: è di fondamentale importanza, oltre alla raccolta dell’anamnesi<br />
familiare, anche una corretta anamnesi patologi<strong>ca</strong>, remota e prossima che<br />
deve rilevare il numero di episodi acuti di lombalgia che sono <strong>in</strong>sorti successivamente<br />
al primo, nonché gli episodi m<strong>in</strong>ori e gli episodi acuti «man<strong>ca</strong>ti».<br />
Per quanto riguarda l’anamnesi patologi<strong>ca</strong> prossima è necessario riportare <strong>in</strong><br />
dettaglio tutte le <strong>ca</strong>ratteristiche della s<strong>in</strong>tomatologia dolorosa accusata (<strong>in</strong>sorgenza,<br />
sede, tipo, durata, irradiazione, remissione).<br />
L’anamnesi lavorativa deve comprendere – <strong>in</strong> forma quanto più possibile<br />
dettagliata – la tipologia, nonché la durata dei lavori a rischio, l’<strong>in</strong>tensità del<br />
rischio e, per quanto possibile, la durata delle fasi lavorative particolarmente<br />
a rischio.<br />
A questo riguardo si osserva, però, che la quantifi<strong>ca</strong>zione del rischio lavorativo,<br />
riportata sul documento di valutazione dei rischi che viene obbligatoriamente<br />
redatto a far data dall’entrata <strong>in</strong> vigore del D.Lgs. L.626/94, non è <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>tiva<br />
delle condizioni di rischio che erano presenti negli anni precedenti<br />
tale normativa. Non è pertanto agevole, a volte, per l’Istituto, coadiuvare<br />
l’assicurato nella ricostruzione dell’esposizione a rischio lavorativo, <strong>in</strong> <strong>ca</strong>renza<br />
di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ambientali, specialmente nei <strong>ca</strong>si <strong>in</strong> cui risultano esposizioni<br />
ad <strong>in</strong>dici di rischio <strong>in</strong>feriori a 3, che, per poter assumere valenza di fattore<br />
<strong>ca</strong>usale o con<strong>ca</strong>usale signifi<strong>ca</strong>tivo, devono essere adeguatamente documentati<br />
per periodi ben oltre superiori al decennio.<br />
L’esame obiettivo deve comprendere la valutazione dell’andatura e della postura,<br />
la rilevazione di eventuali deviazioni dell’asse della colonna, di asimmetrie<br />
del tronco, la palpazione delle aree dolenti, la valutazione della forza,<br />
la valutazione della motilità articolare, la ricer<strong>ca</strong> di segni di <strong>in</strong>teressamento<br />
radicolare o midollare.<br />
Dovranno essere valutati anche gli arti <strong>in</strong>feriori per rilevare eventuali dismetrie,<br />
riflessi, stato della muscolatura e mobilità ai vari livelli.<br />
L’esame cl<strong>in</strong>ico deve essere compendiato da una valutazione neurologi<strong>ca</strong> specialisti<strong>ca</strong><br />
con eventuali esami neurofisiologici (EMG e/o PESS) e da una valutazione<br />
radiologi<strong>ca</strong>.<br />
Quest’ultima deve essere sia di tipo tradizionale – <strong>in</strong> quanto elemento diagnostico<br />
impresc<strong>in</strong>dibile che permette di escludere subito lesioni malformative,<br />
neoplastiche, ed alcune malattie <strong>in</strong>fiammatorie – che con l’ausilio della<br />
TC o della RMN le quali consento, <strong>in</strong>vece, di visualizzare le strutture articolari,<br />
s<strong>in</strong>oviali, nervose e vascolari.<br />
La TC è spesso sufficiente, ma ha il limite di non visualizzare il contenuto<br />
del sacco durale e dei <strong>ca</strong>nali radicolari, la RMN permette <strong>in</strong>vece di visualizzare<br />
con visione multiplanare anche tali strutture con una specificità diagnosti<strong>ca</strong><br />
superiore alla TC.<br />
È utile anche la radiografia del rachide <strong>in</strong> toto, sotto <strong>ca</strong>rico, preferibilmente<br />
su un unico radiogramma.<br />
È anche utile far sottoporre l’assicurato ai test di laboratorio quali: VES, esame<br />
emocromocitometrico, Prote<strong>in</strong>a C-reattiva, alfaglicoprote<strong>in</strong>a acida, elettroforesi<br />
protei<strong>ca</strong>.
È necessario che vengano acquisite le visite mediche (preventive e periodiche),<br />
le <strong>ca</strong>rtelle cl<strong>in</strong>iche relative ad eventuali ricoveri, i referti di visite specialistiche,<br />
gli accertamenti strumentali <strong>in</strong> possesso dell’assicurato, con particolare<br />
riguardo agli esami radiografici.<br />
Per la formulazione della diagnosi di spondiloartropatia di orig<strong>in</strong>e professionale,<br />
è necessario qu<strong>in</strong>di:<br />
• diagnosti<strong>ca</strong>re il quadro cl<strong>in</strong>ico, sulla base delle rilevazioni anatomo-funzionali<br />
e strumentali effettuate. È importante – ai f<strong>in</strong>i della diagnosi differenziale<br />
con patologie non professionali – accertare che i fenomeni degenerativi<br />
siano <strong>in</strong>sorti più precocemente e con maggiore <strong>in</strong>tensità rispetto a<br />
quelli presentati dalla popolazione non lavorativa;<br />
• accertare il rischio lavorativo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i signifi<strong>ca</strong>tivi (per natura, <strong>in</strong>tensità<br />
e durata);<br />
• <strong>in</strong>dividuare – tra i fattori morbigeni extralavorativi e quelli professionali –<br />
quale noxa lavorativa abbia svolto un ruolo superiore a quello delle<br />
noxae extralavorative;<br />
• accertare il nesso di <strong>ca</strong>usa tra il rischio e la patologia rilevata.<br />
CRITERI VALUTATIVI delle spondilodiscoartrosi professionali<br />
(DL 38/2000)<br />
Accertata l’orig<strong>in</strong>e professionale della patologia rachidea, si procede alla<br />
quantifi<strong>ca</strong>zione dei postumi, secondo i criteri valutativi previsti dal DL<br />
38/2000.<br />
I riferimenti presenti nelle tabelle allegate al DM 12/7/2000 fanno <strong>ca</strong>po a<br />
due differenti specie menomative:<br />
• voce 204: Anchilosi del tratto lombare, con risentimento trofico sensitivo,<br />
a seconda disturbi motori F<strong>in</strong>o a 25%<br />
• voce 213: Ernia dis<strong>ca</strong>le del tratto lombare, con disturbi trofico sensitivi<br />
persistenti F<strong>in</strong>o a 12%<br />
Tutti i quadri menomativi non corrispondenti ai valori tabellari massimi (che<br />
non possono essere, comunque, superati), vanno parametrati a detti valori<br />
massimi – seguendo il criterio proporzionalistico – sulla base dell’entità del<br />
quadro cl<strong>in</strong>ico, adeguatamente documentato.<br />
Cenni statistici<br />
NOTIZIARIO<br />
Con riferimento al settore delle tecnopatie, la seguente tabella <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> i dati<br />
relativi ai <strong>ca</strong>si esam<strong>in</strong>ati nel periodo 1996-2002: Tali rilevazioni sono state<br />
effettuate dalla Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale INAIL, presso la quale, f<strong>in</strong>o<br />
all’entrata <strong>in</strong> vigore della circolare n. 25/2004, venivano <strong>in</strong>viati – dalle<br />
sedi periferiche – tutti i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di accoglimento, per il parere<br />
def<strong>in</strong>itivo.<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Pareri Pareri Pareri Ulteriori<br />
espressi Accolti resp<strong>in</strong>ti accertamenti<br />
1996 36 1 35 0<br />
1997 40 3 31 6<br />
1998 63 14 22 27<br />
1999 81 19 40 22<br />
2000 209 60 99 50<br />
2001 206 52 105 49<br />
6/2002 168 46 90 32<br />
Dai dati sopraesposti appare evidente come il fenomeno abbia subito un<br />
netto <strong>in</strong>cremento nel corso degli anni, pur restando, nel suo <strong>in</strong>sieme, di dimensioni<br />
piuttosto contenute (alcune cent<strong>in</strong>aia di <strong>ca</strong>si).<br />
Dai dati della Regione <strong>Lombardia</strong>, risulta che il fenomeno delle denunce di<br />
malattie del rachide ha assunto connotati di discreta evidenza, a fronte di<br />
percentuali di accoglimento proporzionalmente ridotte.<br />
La seguente tabella mostra le cifre relative ai <strong>ca</strong>si di patologie del rachide denunciati<br />
ed ai <strong>ca</strong>si accolti, nel periodo 2000-2004, <strong>in</strong> <strong>Lombardia</strong>.<br />
Casi denunciati Casi accolti<br />
2000 33 2<br />
2001 45 3<br />
2002 38 4<br />
2003 22 11<br />
6/2004 10 6<br />
In conclusione<br />
Il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle patologie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico del rachide lombare non è di agevole <strong>in</strong>terpretazione, considerata<br />
la genesi multifattoriale delle stesse.<br />
Le l<strong>in</strong>ee guida contenute nella circolare INAIL n. 25 del 2004 hanno apportato<br />
notevoli <strong>in</strong>novazioni sul tema delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico del rachide rispetto<br />
a quanto <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>to nella precedente circolare n. 81 del 2000 e si è pervenuti,<br />
con quest’ultima normativa <strong>in</strong>terna, ad attuare il completo decentramento<br />
della trattazione di tale <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> presso le Unità periferiche dell’Istituto.<br />
F<strong>in</strong>o all’emanazione di tale circolare, <strong>in</strong>fatti, la Direzione Generale era l’uni<strong>ca</strong><br />
struttura competente a decidere <strong>in</strong> merito all’accoglibilità o meno alla tutela<br />
assicurativa delle patologie del rachide che venivano <strong>in</strong>viate ad essa da<br />
parte di tutte le sedi del territorio nazionale.<br />
I quadri cl<strong>in</strong>ici relativi alle patologie del rachide che attualmente possono essere<br />
accolte alla tutela assicurativa sono limitati a quelli che <strong>in</strong>teressano l’apparato<br />
<strong>in</strong>tervertebrale, con esclusivo riferimento al tratto lombare (protrusioni<br />
ed ernie dis<strong>ca</strong>li), <strong>in</strong> associazione o meno a spondiloartrosi. Non risultano, allo<br />
stato, <strong>in</strong> letteratura, studi conclusivi che permettano di riconoscere la natura<br />
professionale delle patologie da sovrac<strong>ca</strong>rico <strong>in</strong> altri distretti del rachide.
La <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong>, sempre più copiosa, delle tipologie riconosciute dall’Istituto, a<br />
fronte di quelle denunciate, potrà <strong>in</strong>durre la Commissione preposta a valutare,<br />
nel corso degli anni, anche la possibilità di tabellazione delle patologie da<br />
sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico del rachide.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
NOTIZIARIO<br />
Battevi N., et. al., «La movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi dei pazienti nei reparti<br />
di degenza delle strutture sanitarie. «La medic<strong>in</strong>a del Lavoro 1999»,<br />
vol. 90, n. 2, pp. 95-435.<br />
Ottaviani C., Le spondiloartropatie del rachide dorso-lombare come malattia<br />
professionale non tabellata. Edizioni INAIL 2000.<br />
Società Italiana di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro ed Igiene Industriale, Nuove l<strong>in</strong>ee tematiche<br />
per l’attività dei medici del lavoro. Esposizione a vibrazioni trasmesse<br />
all’<strong>in</strong>tero corpo. 65° Congresso Nazionale della Società. Mess<strong>in</strong>a, 2002.<br />
Ambrosi L. - Foà V., Trattato di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro. UTET 2003.<br />
Cimaglia G. - Ottaviani C. - Paoletti A., «Le malattie del rachide lavoro-correlate:<br />
approccio metodologico per un protocollo diagnostico», Atti 62°<br />
Congresso Nazionale Soc. It. Med. del Lavoro e Igiene Industriale - Genova<br />
29 settembre - 2 ottobre 1999. Lavoro e Medic<strong>in</strong>a, pp. 161-166.<br />
Colomb<strong>in</strong>i D. et al., Alterazioni del rachide nei conducenti di automezzi pesanti.<br />
Med. Lav., 1986, vol. 77.<br />
Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, Patologie muscoloscheletriche<br />
legate all’attività lavorativa <strong>in</strong> Europa. Relazione 2000.<br />
NIOSH Publi<strong>ca</strong>tion n. 97-141, «Musculoskeletal Disorders (MSDs) and<br />
Workplace Factors», 1997.<br />
ISPESL, «L<strong>in</strong>ee guida per la valutazione del rischio da vibrazioni negli ambienti<br />
di lavoro». Direttiva CEE 2002/44/CE.<br />
Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000, Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />
/ posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle<br />
pratiche.<br />
Circolare n. 25 del 15 aprile 2004, Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico.<br />
Modalità di trattazione delle pratiche.<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE<br />
NELL’ACCERTAMENTO DELLE PATOLOGIE DEL RACHIDE<br />
DI ORIGINE PROFESSIONALE<br />
di M. Concetta del Beato (*)<br />
Il MMG si prende <strong>ca</strong>rico di una ampia varietà di problemi e patologie che<br />
gli vengono presentate dai cittad<strong>in</strong>i che lo hanno scelto come referente sul<br />
territorio.<br />
Il MMG dovrebbe essere formato per dare risposte esaustive ai bisogni primari<br />
di assistenza e avere le competenze sia per una prima valutazione globale<br />
(preventiva-diagnosti<strong>ca</strong>-terapeuti<strong>ca</strong>-prognosti<strong>ca</strong>) sia per orientare al<br />
meglio la domanda di prestazioni che affluiscono ai diversi livelli del SSN<br />
(visite specialistiche-ricoveri-esami-terapie).<br />
Il MMG si occupa della prima valutazione di qualsiasi problema di salute<br />
del proprio assistito tra cui le patologie del rachide.<br />
Oltre il 70% dei soggetti che vive nei paesi <strong>in</strong>dustrializzati almeno una volta<br />
nella vita manifesta un episodio di lombalgia e ogni anno il 15-45% degli<br />
adulti soffre di dolore dorso/lombare (Anderson G.B.J., «The epidemiology<br />
of sp<strong>in</strong>al disorders» In: Frymoyer JW,ed. The adult sp<strong>in</strong>e: pr<strong>in</strong>ciples and practise.<br />
2 nd ed., New York. Raven Press, 1997, pp. 93-141).<br />
Tale s<strong>in</strong>tomatologia è più frequente tra i 35 e i 55 anni ed è spesso <strong>ca</strong>usa di<br />
disabilità per lavoratori di età <strong>in</strong>feriore ai 45 anni con costi sociali e sanitari<br />
enormi. In Italia colpisce durante la vita cir<strong>ca</strong> l’80% della popolazione (Relazione<br />
sullo stato sanitario del paese, M<strong>in</strong>istero Sanità 2000).<br />
In un ambulatorio di medic<strong>in</strong>a generale (ASL della prov<strong>in</strong>cia di Bergamo) la<br />
prevalenza del dolore dorso/lombare è di cir<strong>ca</strong> il 25% (su 1.500 pazienti cir<strong>ca</strong><br />
380 all’anno di cui 200 recidivano nell’arco dell’anno stesso). Tali dati sono<br />
i risultati di un lavoro svolto (nel 2003) da alcuni medici di Medic<strong>in</strong>a Generale<br />
(6) che lavorano <strong>in</strong> associazione (con cir<strong>ca</strong> 6.500 pazienti) e che hanno<br />
condiviso un protocollo diagnostico/terapeutico.<br />
L’accesso per tali patologie è secondo solo alle patologie respiratorie.<br />
La dorso/lombalgia è un s<strong>in</strong>tomo soggettivo alcune volte amplifi<strong>ca</strong>to, altre sottovalutato,<br />
che è motivo di pressione sul medico da parte del paziente soprattutto<br />
per la richiesta e qu<strong>in</strong>di la prescrizione di accertamenti di 2° livello (rx-tac ecc).<br />
Spesso i s<strong>in</strong>tomi sono poco correlati ai referti radiologici e nell’85% dei <strong>ca</strong>si il<br />
dolore è aspecifico e si risolve spontaneamente entro 6 settimane dall’esordio.<br />
Il dolore può <strong>in</strong>teressare ogni tratto del rachide vertebrale (cervi<strong>ca</strong>le-dorsalelombare)<br />
<strong>in</strong> maniera segmentaria e può orig<strong>in</strong>are da strutture ossee, articolari,<br />
legamentose e muscolari.<br />
Il dolore può provenire anche da strutture viscerali come ad esempio:<br />
• apparato <strong>ca</strong>rdio-vascolare, tiroide, vie aeree superiori per il rachide cervi<strong>ca</strong>le;<br />
• organi toraco-addom<strong>in</strong>ali per il rachide dorsale;<br />
• rene, pancreas, organi pelvici per il rachide lombare.<br />
(*) Medico di medic<strong>in</strong>a generale<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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50<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Dal punto di vista cl<strong>in</strong>ico (SIMG <strong>in</strong> collaborazione con la Società Italiana di<br />
Reumatologia e Ortopedia) le rachialgie si dividono <strong>in</strong>:<br />
MECCANICHE: che compaiono o si aggravano sotto sforzo o con il movimento.<br />
Le <strong>ca</strong>use sono essenzialmente legate all’<strong>in</strong>vecchiamento del corpo<br />
vertebrale o del disco <strong>in</strong>tervertebrale, ad una artrosi o a problemi di stati<strong>ca</strong><br />
vertebrale (iperlordosi lombare, cifosi dorsale, scoliosi, dismetrie degli arti<br />
<strong>in</strong>feriori ecc.). In questo gruppo rientrano anche le patologie post-traumatiche,<br />
le patologie metaboliche (come l’osteoporosi, iperparatiroidismo, ecc.)<br />
e le patologie neoplastiche.<br />
INFIAMMATORIE: i s<strong>in</strong>tomi sono presenti anche a riposo, spesso si aggravano<br />
di notte o nelle prime ore del matt<strong>in</strong>o e si associano a rigidità del tratto <strong>in</strong>teressato.<br />
In questo gruppo riconosciamo le spondiloartriti (come la spondilite anchilosante,<br />
le artropatie psoriasiche) o le spondilolisciti <strong>in</strong>fettive (tbc, brucellare, ecc).<br />
FUNZIONALI: si hanno <strong>in</strong> pazienti con fibromialgie o affetti da stress psichici<br />
di varia natura.<br />
Cosa può fare il MMG?<br />
ORIENTAMENTO DIAGNOSTICO<br />
Per la diagnosi è importante tener conto dell’età, del sesso, della corporatura, di<br />
eventuali pregressi traumi, nonché delle modalità di esordio della s<strong>in</strong>tomatologia.<br />
È importante una accurata anamnesi che comprenda anche quella lavorativa<br />
e sportiva con particolare riferimento ad attività fisi<strong>ca</strong> <strong>in</strong>tensa, piegamenti<br />
frequenti, torsioni, sollevamento di pesi, tiro, sp<strong>in</strong>ta, lavoro ripetitivo, posture<br />
<strong>in</strong>congrue, vibrazioni.<br />
Vanno ricer<strong>ca</strong>ti eventuali s<strong>in</strong>tomi sistemici di allarme come febbre, deponderazione,<br />
astenia e malessere generale, precedente patologia tumorale, altre patologie<br />
d’organo e particolari situazioni di stress o depressione del tono dell’umore.<br />
Tutte queste <strong>in</strong>formazioni devono essere associate ad un accurato esame<br />
obiettivo evidenziando le zone di dolorabilità e contrattura muscolare, valutando<br />
la postura e l’andatura per ricer<strong>ca</strong>re una dismetria degli arti.<br />
Non ultimo ricer<strong>ca</strong>re eventuali deficit neurologici con alterazioni del tono<br />
muscolare e dei riflessi osteotend<strong>in</strong>ei articolari.<br />
Quanto detto è fondamentale per l’<strong>in</strong>quadramento diagnostico ed è f<strong>in</strong>alizzato<br />
alla ricer<strong>ca</strong> dei RED FLAGS (semafori rossi) per una possibile patologia grave.<br />
Se si può escludere una patologia grave sp<strong>in</strong>ale o traumati<strong>ca</strong> non c’è necessità<br />
né utilità ad eseguire approfondimenti diagnostici nel primo mese di<br />
esordio della s<strong>in</strong>tomatologia.<br />
Per la complessità dell’argomento sono state elaborate varie l<strong>in</strong>ee guida <strong>in</strong>dirizzate<br />
ai medici di Medic<strong>in</strong>a Generale e condivise anche da altri specialisti come ortopedici,<br />
fisiatri, medici di cont<strong>in</strong>uità assistenziale, medici di Pronto Soccorso.<br />
Le l<strong>in</strong>ee guida per il MMG sono molto importanti perché permettono un<br />
buon <strong>in</strong>quadramento diagnostico e terapeutico della patologia e lo orientano<br />
su scelte specialistiche adeguate.<br />
In questa sede riporto un protocollo diagnostico-terapeutico elaborato da<br />
un gruppo di lavoro multidiscipl<strong>in</strong>are della ASL 1 di Bergamo.
D.ssa Maria Rosaria Rutili - Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale - ASL Bergamo<br />
Dr. Enrico T<strong>in</strong>elli - Dirigente Medico - Responsabile Area Territoriale Dalm<strong>in</strong>e<br />
ASL BG<br />
Dr. Giorgio Belloni - Radiologo - Policl<strong>in</strong>ico San Marco di Z<strong>in</strong>gonia<br />
Dr. Danilo Mazzoleni - Fisiatra - ASL di Bergamo<br />
Prof. Giovanni Tecchio - Ortopedico - Policl<strong>in</strong>ico San Marco di Z<strong>in</strong>gonia<br />
Tale protocollo è stato elaborato sulla base delle l<strong>in</strong>ee-guida presenti <strong>in</strong> letteratura<br />
ed è stato adottato sia da MMG che lavorano <strong>in</strong> associazione o <strong>in</strong><br />
gruppo sia da altri specialisti con l’obiettivo di uniformare i comportamenti<br />
dei professionisti che si occupano di tale patologia, con particolare riferimento<br />
alla prescrizione di tecniche diagnostiche (molte volte troppo prescritte)<br />
e alla terapia.<br />
VALUTAZIONE INIZIALE<br />
Lombalgia da meno di 3 mesi Anamnesi+Esame Obiettivo<br />
Semafori rossi?<br />
Sì NO<br />
NOTIZIARIO<br />
Per frattura: Rx mirata Non utili esami nelle prime 4 settimane<br />
Per tumori: esami ematochimici<br />
Sc<strong>in</strong>tigrafia ossea<br />
Per s<strong>in</strong>drome della <strong>ca</strong>uda: valutazione neurologi<strong>ca</strong><br />
Trattamento adeguato<br />
VALUTAZIONE DEL Paziente CHE RECUPERA LENTAMENTE<br />
I s<strong>in</strong>tomi non migliorano dopo 4 settimane<br />
S<strong>in</strong>tomi neurologici arti <strong>in</strong>feriori?<br />
Sì NO<br />
Sciatalgia Esami ematici<br />
Rx <strong>in</strong> a/p e l/l<br />
Precisa distribuzione radicolare?<br />
Sì NO<br />
TAC-Rmn EMG<br />
Danno neurologico<br />
Evidenza di compressione Sì NO<br />
radicolare Ulteriori trattamenti<br />
Sì NO<br />
Chirurgo Ulteriori trattamenti<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
ULTERIORI TRATTAMENTI<br />
Adulti con disturbi alla schiena di durata > 4 settimane e < 3 mesi<br />
◗ rassicurare il paziente<br />
◗ stabilire un piano di esercizi per ridare tolleranza all’attività voluta.<br />
Il paziente è conv<strong>in</strong>to che riuscirà a tollerare le attività volute?<br />
◗ SÌ<br />
Cont<strong>in</strong>uare ad <strong>in</strong>coraggiare gli esercizi quotidiani per <strong>in</strong>crementare la tolleranza<br />
e ridurre le ri<strong>ca</strong>dute.<br />
◗ NO<br />
Aiutare il paziente a valutare le varie opzioni terapeutiche compreso un approccio<br />
psicosociale.<br />
COSA FARE (E NON FARE) DI FRONTE<br />
AD UNA LOMBALGIA ACUTA<br />
◗ Interventi edu<strong>ca</strong>tivi <strong>in</strong>formativi rivolti al paziente o mediante <strong>in</strong>formazioni<br />
verbali o tramite opuscoli. In questa fase è importante la comuni<strong>ca</strong>zione tra<br />
medico e paziente. Il medico deve <strong>in</strong>formare il paziente sulla <strong>in</strong>utilità delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />
diagnostiche <strong>in</strong> fase <strong>in</strong>iziale, deve rassicurarlo sulla rapidità della guarigione<br />
e sulla prognosi benigna.<br />
◗ Aspettare la storia naturale della malattia (è probabile che vi sia un rapido miglioramento<br />
della s<strong>in</strong>tomatologia che tuttavia potrà recidivare <strong>in</strong> futuro)<br />
◗ Metodi effi<strong>ca</strong>ci e sicuri per controllare il dolore<br />
◗ Modifi<strong>ca</strong>zioni dell’attività fisi<strong>ca</strong><br />
◗ Modalità per limitare le recidive<br />
◗ Inutilità di speciali esami diagnostici <strong>in</strong> assenza di segni o s<strong>in</strong>tomi di grave patologia<br />
sp<strong>in</strong>ale.<br />
Riposo a letto<br />
Il riposo a letto per 2-7 giorni non è effi<strong>ca</strong>ce.<br />
Se protratto può portare a debilitazione e rendere più difficoltosa la riabilitazione.<br />
Se <strong>in</strong>evitabile non deve essere considerato come una terapia ma come una<br />
conseguenza <strong>in</strong>desiderata e potenzialmente dannosa della lombalgia.<br />
Manipolazioni<br />
Sono <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te nella lombalgia senza segni radicolari e contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so<br />
di sospetta lesione radicolare o ernia dis<strong>ca</strong>le.<br />
Devono essere effettuate da personale medico qualifi<strong>ca</strong>to.<br />
Se ne raccomanda la sospensione se non c’è beneficio dopo 4 settimane.<br />
Tens<br />
Non vi è prova di effi<strong>ca</strong>cia.<br />
Altre terapie fisiche (radar-marconi-ultrasuoni)<br />
Sono terapie con modesta effi<strong>ca</strong>cia sulla contrattura muscolare.
Trazioni vertebrali<br />
Non vi sono dati conclusivi sulla effi<strong>ca</strong>cia della trazione a <strong>ca</strong>usa dello s<strong>ca</strong>rso<br />
numero di studi.<br />
Corsetti<br />
Non se ne raccomanda l’uso<br />
NOTIZIARIO<br />
Esercizio<br />
Il medico deve consigliare al paziente il mantenimento della attività quotidiana.<br />
L’esecuzione di specifici esercizi per la schiena <strong>in</strong> fase acuta non è<br />
consigliata. Superato il dolore più forte che limita l’attività è raccomandata la<br />
prati<strong>ca</strong> di una attività motoria a basso impatto (<strong>ca</strong>mm<strong>in</strong>are, nuoto).<br />
Terapia farmacologia<br />
Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per gli s<strong>ca</strong>rsi effetti collaterali.<br />
I FANS possono essere utilizzati nella lombalgia acuta dopo aver attentamente<br />
valutato la presenza di contro<strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni (ulcere gastriche e duodenali,<br />
<strong>in</strong>sufficienza renale).<br />
I miorilassanti sono anch’essi effi<strong>ca</strong>ci nel ridurre il dolore ma possono dare<br />
effetti collaterali importanti (sonnolenza-dipendenza).<br />
Antidepressivi: non ci sono studi che ne mostrano l’effi<strong>ca</strong>cia.<br />
Steroidi per via sistemi<strong>ca</strong>: se ne raccomanda l’uso per periodi brevi nelle forme<br />
con <strong>in</strong>teressamento radicolare.<br />
Infiltrazioni <strong>in</strong>trarticolari: non sono raccomandate per la loro <strong>in</strong>vasività.<br />
Mesoterapia: vi sono pochi studi che valutano l’effi<strong>ca</strong>cia e con risultati contrastanti.<br />
Dopo aver affrontato il problema della diagnosi e della terapia delle rachialgie<br />
cosa deve fare il MMG <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di sospetta patologia professionale?<br />
Le possibilità sono diverse.<br />
◗ Se il MMG accerta o sospetta che la patologia possa essere legata all’attività<br />
lavorativa deve compilare il certifi<strong>ca</strong>to di Malattia Professionale da <strong>in</strong>viare all’INAIL<br />
e segnalare il <strong>ca</strong>so ai servizi PSAL dell’ASL. Naturalmente il certifi<strong>ca</strong>to<br />
medico non deve riportare solo i s<strong>in</strong>tomi riferiti dal paziente ma anche<br />
la diagnosi certa supportata da esami strumentali, referti di visite specialistiche<br />
(ortopediche, fisiatriche, neurologiche...) e dalla storia lavorativa.<br />
◗ Il MMG nel sospetto di patologia professionale può <strong>in</strong>viare il paziente anche<br />
ai Centri di Medic<strong>in</strong>a del Lavoro per gli accertamenti del <strong>ca</strong>so.<br />
◗ È utile attivare anche flussi <strong>in</strong>formativi con il medico competente dell’azienda<br />
per valutare eventuali altri provvedimenti preventivi (come ad esempio <strong>in</strong>terventi<br />
edu<strong>ca</strong>tivi anche al di fuori dell’attività lavorativa: sovrappeso, attività<br />
sportiva, sedentarietà) e riabilitativi.<br />
Oggi il lavoro del medico di Medic<strong>in</strong>a Generale non deve essere più visto come<br />
lavoro <strong>in</strong>dividuale ma di «équipe» con s<strong>ca</strong>mbio di <strong>in</strong>formazioni e competenze<br />
tra professionisti che oltre a migliorare la diagnosi e la terapia delle malattie<br />
tutela i diritti dei lavoratori quando si tratta di patologie professionali.<br />
IN<br />
CA<br />
53<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
Compiti del Servizio Prevenzione e Sicurezza<br />
negli Ambienti di Lavoro<br />
1. Attività di vigilanza e controllo sul rischio e sull’eventuale danno, ovvero<br />
<strong>in</strong>iziative nei confronti di comparti a rischio per la patologia del rachide<br />
◗ Indag<strong>in</strong>i dirette sul posto di lavoro.<br />
◗ Ricer<strong>ca</strong> attiva notizie su rischio (conoscenza, valutazione, formazione, soluzioni, ecc.).<br />
◗ Ricer<strong>ca</strong> attiva notizie da medico competente (richiesta relazione sanitaria, <strong>in</strong>vito<br />
a segnalare patologie del rachide anche a con<strong>ca</strong>usa lavorativa, controllo del<br />
ruolo nella valutazione del rischio).<br />
◗ Campagne promozionali ad esempio <strong>in</strong> collaborazione con RLS territoriali, organizzazioni<br />
s<strong>in</strong>da<strong>ca</strong>li <strong>in</strong> alcuni comparti.<br />
Esempi<br />
◗ Edilizia<br />
◗ Sanità e assistenza<br />
◗ Agricoltura<br />
◗ Trasporti<br />
◗ Movimentazione merci e facch<strong>in</strong>aggio<br />
◗ Legatorie e <strong>ca</strong>rtotecni<strong>ca</strong><br />
NOTIZIARIO<br />
IL RUOLO DEL SERVIZIO PSAL<br />
(PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO)<br />
di Laura Bod<strong>in</strong>i (*)<br />
Ovviamente la specificità di ognuno di questi settori impli<strong>ca</strong> scelte diversifi<strong>ca</strong>te,<br />
così come la specificità territoriale dei servizi PSAL <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> settori signifi<strong>ca</strong>tivi<br />
per le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i.<br />
Vi sono settori consolidati dove vi è o dovrebbe essere un controllo del rischio,<br />
valutazioni, formazione, sorveglianza sanitaria, ecc. Pensiamo al settore<br />
della sanità e assistenza.<br />
Vi sono dei settori dispersi e mobili sia territorialmente che nelle tipologie di<br />
produzione, come l’edilizia e l’agricoltura, dove forse è più facile controllare<br />
la sicurezza che la parte di igiene del lavoro.<br />
Vi sono le cooperative di facch<strong>in</strong>aggio dove dobbiamo dare quasi per «scontato»<br />
l’esistenza del rischio e ci dobbiamo occupare della questione della formazione,<br />
delle attrezzature, del turn-over, dei turni, ecc.<br />
Vi sono aziende tradizionali ma comunque «stabili» dove questo rischio è facilmente<br />
e stabilmente affrontabile, quali ad esempio le legatorie e la <strong>ca</strong>rtotecni<strong>ca</strong>,<br />
ma ci potrebbero essere moltissimi altri esempi come i supermer<strong>ca</strong>ti<br />
e la grande distribuzione, ecc.<br />
Occorre diversifi<strong>ca</strong>re gli approcci; noi non siamo solo un Sistema di Ricer<strong>ca</strong><br />
ma soprattutto un Sistema di Controllo.<br />
(*) Medico del lavoro PSAL ASL MI 3<br />
IN<br />
CA<br />
55<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / RELAZIONI
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
56<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Le <strong>in</strong>iziative possono essere a <strong>ca</strong>rattere regionale o territoriale a seconda delle<br />
specificità territoriali.<br />
Ad esempio anche il nuovo Progetto Obiettivo Regionale 2004-2006 ha confermato<br />
per i primi 3 settori (Edilizia, Sanità, Agricoltura) un <strong>in</strong>teresse ad<br />
approfondire ed a mantenere un elevato livello di vigilanza e attenzione sia<br />
sulle condizioni di lavoro e qu<strong>in</strong>di di potenziale rischio sia sulla qualità della<br />
sorveglianza sanitaria.<br />
Sarà qu<strong>in</strong>di compito sia dei Servizi PSAL che delle UOML mantenere gli<br />
impegni.<br />
A livello territoriale ad esempio ci possono essere delle specificità legate alle<br />
tipologie di comparto presenti.<br />
Ad esempio <strong>in</strong> un’area metropolitana la movimentazione delle merci rappresenta<br />
un lavoro di grande <strong>in</strong>teresse che co<strong>in</strong>volge imprese e cooperative di<br />
dimensioni le più varie, con un elevato turn-over di operatori, molti extracomunitari.<br />
Nella nostra ASL abbiamo deciso ad esempio nel settore edile di <strong>in</strong>tervistare<br />
direttamente <strong>in</strong> <strong>ca</strong>ntiere i lavoratori per <strong>ca</strong>pire cosa sanno della sorveglianza<br />
sanitaria, dei rischi, delle procedure.<br />
2. Procedure quando arriva una segnalazione di patologia professionale<br />
Le domande che ci si pone sono<br />
◗ patologia signifi<strong>ca</strong>tiva<br />
◗ ditta conosciuta o no<br />
◗ rischio conosciuto o no<br />
◗ dati su sorveglianza sanitaria o no<br />
◗ eventuali altri <strong>ca</strong>si o no.<br />
Cosa fare<br />
◗ sentire a testimonianza il lavoratore<br />
◗ sopralluogo <strong>in</strong> azienda (scheda tipo)<br />
◗ raccolta di documentazione sulla analisi del rischio - documentazione stori<strong>ca</strong> o<br />
attuale<br />
◗ raccolta di documentazione sulla presenza del danno anche <strong>in</strong> altri soggetti<br />
◗ raccolta della documentazione sanitaria: storia cl<strong>in</strong>i<strong>ca</strong>, esami <strong>in</strong>tegrativi, ecc.<br />
◗ conclusioni dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
- a INAIL<br />
- a Procura <strong>in</strong> <strong>ca</strong>si def<strong>in</strong>iti<br />
- a lavoratore<br />
- a medico competente.
LA PATOLOGIA DEL RACHIDE<br />
di orig<strong>in</strong>e professionale<br />
■ DOCUMENTAZIONE<br />
Circolare INAIL n. 81 del 27 dicembre 2000<br />
Circolare INAIL n. 25 del 15 aprile 2004<br />
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA
ORGANO: INAIL - DIREZIONE CENTRALE PRESTAZIONI<br />
DOCUMENTO: Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000<br />
OGGETTO: Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture <strong>in</strong>congrue<br />
e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione delle pratiche<br />
NOTIZIARIO<br />
CIRCOLARE INAIL N. 81 DEL 27 DICEMBRE 2000<br />
Con la circolare n. 80/1997 è stata ricondotta alla competenza delle strutture<br />
territoriali la trattazione delle malattie professionali non tabellate con l’eccezione<br />
di quelle derivanti da posture <strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti sottoposte<br />
al preventivo esame della Direzione Generale.<br />
L’esigenza di una prelim<strong>in</strong>are valutazione della Direzione Generale s<strong>ca</strong>turiva<br />
dalla novità e dalla particolare complessità della valutazione di dette malattie<br />
che hanno richiesto, appunto, un periodo di sperimentazione coord<strong>in</strong>ata direttamente<br />
dal Centro con una visione complessiva di tutti gli aspetti del fenomeno.<br />
Tale sperimentazione ha portato alla realizzazione da parte della Sovr<strong>in</strong>tendenza<br />
Medi<strong>ca</strong> Generale dell’unito documento «allegato A» contenente le l<strong>in</strong>ee<br />
guida per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie da<br />
microtraumi e posture, a garanzia della uniformità di trattazione delle pratiche<br />
a livello nazionale.<br />
Dette l<strong>in</strong>ee guida, accompagnate dall’esperienza nel frattempo maturata sul<br />
territorio, consentono di ricondurre nel suo alveo naturale la procedura di<br />
trattazione delle pratiche delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture<br />
<strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti, ad esclusione delle malattie del rachide,<br />
per le quali sussistono ancora problematiche da approfondire relativamente<br />
al rischio lavorativo e alle patologie e che, qu<strong>in</strong>di, richiedono ulteriori <strong>in</strong>iziative<br />
di analisi e studio a livello centrale.<br />
Ciò premesso si dispone quanto segue:<br />
a) Modalità di trattazione delle pratiche di malattie muscolo-scheletriche<br />
dell’arto superiore e del g<strong>in</strong>occhio<br />
A decorrere dalla data della presente circolare tutte le denunce di malattie<br />
muscolo-scheletriche dell’arto superiore e del g<strong>in</strong>occhio dovranno essere<br />
istruite secondo le suddette l<strong>in</strong>ee guida (allegato «A»).<br />
Le fattispecie che le Sedi ritengono suscettibili di ammissione a tutela devono<br />
essere sottoposte alle Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale che, formulate le<br />
loro valutazioni, le restituiranno alle Sedi per le def<strong>in</strong>itive decisioni.<br />
Ferma restando la piena competenza e responsabilità delle strutture e delle<br />
funzioni territoriali, permane tuttavia l’esigenza di cont<strong>in</strong>uare ad avere anche<br />
al Centro la conoscenza non solo della tipologia delle malattie accolte ma anche<br />
delle <strong>ca</strong>ratteristiche del relativo rischio, elementi questi che le attuali<br />
procedure <strong>in</strong>formatiche non permettono di acquisire pienamente.<br />
IN<br />
CA<br />
79<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
80<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Ciò sia per soddisfare l’alto <strong>in</strong>teresse che il mondo esterno, <strong>in</strong> particolare<br />
quello scientifico, mostra per i dati <strong>in</strong> possesso dell’Istituto <strong>in</strong> merito allo<br />
specifico fenomeno sia per arricchire il patrimonio <strong>in</strong>formativo da utilizzare<br />
per la revisione delle tabelle delle malattie professionali secondo le modalità<br />
dettate dall’articolo 10 del Decreto Legislativo n. 38/2000.<br />
È necessario, pertanto, per tutti i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di ammissione a tutela,<br />
che le Sedi compil<strong>in</strong>o e trasmettano alla Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale,<br />
con <strong>ca</strong>denza mensile e tramite le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale, l’unita<br />
scheda «allegato B».<br />
La scheda sarà disponibile anche su rete <strong>in</strong>tranet, sul server FTP della Sovr<strong>in</strong>tendenza<br />
Medi<strong>ca</strong> Generale, e può essere trasmessa via e-mail.<br />
b) Modalità di trattazione delle pratiche di malattie del rachide<br />
Per le malattie del rachide tutti i <strong>ca</strong>si dovranno essere istruiti secondo le suddette<br />
l<strong>in</strong>ee guida (allegato «A»).<br />
Le fattispecie che le Sedi ritengono suscettibili di ammissione a tutela cont<strong>in</strong>ueranno<br />
a essere sottoposte, tramite le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale, all’esame<br />
della Direzione Generale - Direzione Centrale Prestazioni.<br />
Si precisa che nel <strong>ca</strong>so <strong>in</strong> cui la malattia del rachide fosse provo<strong>ca</strong>ta dall’esposizione<br />
a vibrazioni trasmesse su tutto il corpo, proprio per la tipologia<br />
delle componenti del rischio (l’accelerazione, le vibrazioni, la frequenza,<br />
ecc.) le valutazioni mediche dovranno tenere conto di quelle tecniche espresse<br />
dalle strutture regionali della Contarp.<br />
c) Modalità di trattazione delle altre malattie professionali non tabellate<br />
Per tutte le altre malattie professionali non tabellate sono confermate le disposizioni<br />
contenute nella circolare n. 80/1997 <strong>in</strong> merito alla trattazione dei <strong>ca</strong>si.<br />
Alla Direzione Generale - Direzione Centrale Prestazioni dovranno cont<strong>in</strong>uare<br />
a pervenire, oltreché come già detto i <strong>ca</strong>si di malattia del rachide, le<br />
fattispecie che, per complessità o <strong>ca</strong>rattere del tutto <strong>in</strong>edito, richiedano il<br />
pronunciamento delle strutture centrali, con particolare riferimento alle denunce<br />
di malattie da rischio «mobb<strong>in</strong>g», «stress» e «<strong>ca</strong>mpi elettromagnetici».<br />
d) Monitoraggio del fenomeno delle malattie professionali<br />
non tabellate <strong>in</strong> generale<br />
Per quanto attiene all’attività di monitoraggio, si ritiene che lo strumento<br />
previsto dalla circolare n. 80/1997, ovvero il prospetto trimestrale riepilogativo<br />
del numero dei <strong>ca</strong>si accolti, debba considerarsi oggi riduttivo, <strong>in</strong> una<br />
prospettiva che vede l’Istituto impegnato non soltanto a garantire la correttezza<br />
delle decisioni positive ma anche e soprattutto a verifi<strong>ca</strong>re la fondatezza<br />
delle motivazioni di provvedimenti negativi e ad approfondire la conoscenza<br />
delle ragioni della non rispondenza tra fenomeno tecnopatico denunciato<br />
e fenomeno tecnopatico «atteso».<br />
In tale otti<strong>ca</strong> il monitoraggio è uno strumento di controllo cont<strong>in</strong>uo della<br />
qualità e dell’omogeneità dell’istruttoria all’<strong>in</strong>terno delle regioni nonché
d’<strong>in</strong>dividuazione delle eventuali criticità e delle opportune misure correttive<br />
da adottare, anche attraverso <strong>in</strong>terventi formativi, di sostegno e di <strong>in</strong>dirizzo.<br />
Pertanto, tale monitoraggio risulta funzione primaria delle Direzioni<br />
Regionali, anche <strong>in</strong> ragione della specificità della <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> regionale condizionata<br />
dalla realtà economi<strong>ca</strong> produttiva del territorio e dalla sua evoluzione<br />
nel tempo.<br />
Si ritiene necessario, dunque, che le Direzioni Regionali dedich<strong>in</strong>o una particolare<br />
cura e attenzione al monitoraggio delle malattie professionali non tabellate<br />
<strong>in</strong> generale, secondo i criteri e le f<strong>in</strong>alità sopra esposti e con gli strumenti<br />
giudi<strong>ca</strong>ti più idonei.<br />
Le Direzioni Regionali e Prov<strong>in</strong>ciale trasmetteranno semestralmente alla Direzione<br />
Generale - Direzione Centrale Prestazioni i risultati del suddetto<br />
monitoraggio secondo una lettura non solo di tipo quantitativo ma soprattutto<br />
di tipo qualitativo che tenga conto delle esigenze sopra rappresentate.<br />
A sua volta la Direzione Generale provvederà a diffondere periodi<strong>ca</strong>mente<br />
sul territorio le risultanze dell’analisi a <strong>ca</strong>rattere generale realizzata sulla base<br />
dei suddetti monitoraggi regionali.<br />
Per tutto quanto sopra detto, sono abrogate le direttive contenute nella circolare<br />
n. 80/97 relativamente alla trasmissione del prospetto riepilogativo<br />
del numero di malattie non tabellate accolte (punto 2.a ultimo <strong>ca</strong>poverso).<br />
Allegati A e B.<br />
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
81<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
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82<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Allegato A alla Circolare n. 81/2000<br />
SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE<br />
Settore IV Infortuni e Malattie Professionali<br />
LINEE GUIDA PER IL RICONOSCIMENTO DELL’ORIGINE<br />
PROFESSIONALE DELLE MALATTIE DA MICROTRAUMI E POSTURE<br />
Prof. G. Cimaglia<br />
Prof.ssa A. Balletta<br />
Dott. D. Ors<strong>in</strong>i<br />
Dott. M. Innocenzi<br />
Dott. G. Todaro<br />
Dott.ssa M. Clemente<br />
Le malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico, <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te dalla letteratura <strong>in</strong>ternazionale<br />
con vari acronimi (CTD - Cumulative Trauma Disorders, RSI - Repetitive<br />
Stra<strong>in</strong> Injures, WMSDs - Workrelated Muscle-skeletal Desease’s, ecc.),<br />
riguardano patologie a <strong>ca</strong>rico delle strutture osteo-muscolo-neuro-tend<strong>in</strong>ee e<br />
delle borse, che sempre con maggior frequenza vengono correlate ad attività<br />
lavorative che si <strong>ca</strong>ratterizzano per la presenza di un costante impegno funzionale<br />
dei vari distretti dell’arto superiore (spalla, gomito, mano, polso) e di<br />
altri distretti corporei quali il rachide e le g<strong>in</strong>occhia.<br />
Le suddette malattie, ad eziopatogenesi plurifattoriale, sono riscontrabili anche<br />
nella popolazione «non esposta» per <strong>ca</strong>use lo<strong>ca</strong>li o <strong>ca</strong>use generali legate<br />
a pregressi traumatismi, all’<strong>in</strong>vecchiamento, a patologie dismetaboliche/reumatiche<br />
ecc.; analoghi mec<strong>ca</strong>nismi da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche si verifi<strong>ca</strong>no<br />
<strong>in</strong>oltre <strong>in</strong> attività sportive e/o hobbistiche.<br />
Il Decreto M<strong>in</strong>isteriale del 18 aprile 1973 prevede, come è noto, ai sensi dell’articolo<br />
139 del vigente T.U., tra le malattie professionali soggette all’obbligo<br />
della denuncia quelle provo<strong>ca</strong>te da agenti fisici quali sforzo ripetuto,<br />
compressione ecc. (punto 6 a-b-c-d-e).<br />
L’esperienza maturata <strong>in</strong> questi anni attraverso l’esame di cir<strong>ca</strong> 4.000 pratiche<br />
pervenute <strong>in</strong> Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale (SMG) dopo la sentenza<br />
179/88 e <strong>in</strong> particolare secondo la procedura prevista dalla Circolare 80/97,<br />
nonché i più recenti studi statistico-epidemiologici permettono di def<strong>in</strong>ire<br />
un elenco di malattie più frequentemente correlate al sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico<br />
di orig<strong>in</strong>e lavorativa (WMSDs) e che possono manifestarsi anche associate<br />
nello stesso soggetto.<br />
IL RISCHIO PROFESSIONALE<br />
Il rischio di sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico nell’ambito di una lavorazione si<br />
configura nel verifi<strong>ca</strong>rsi di quattro pr<strong>in</strong>cipali fattori, variamente comb<strong>in</strong>ati<br />
tra loro: ripetitività (frequenza o numero di azioni al m<strong>in</strong>uto, <strong>in</strong> rapporto an-
NOTIZIARIO<br />
che all’<strong>in</strong>tero turno lavorativo), impegno di forza, postura/gesti lavorativi<br />
<strong>in</strong>congrui, <strong>in</strong>adeguati periodi di recupero (pause compensative); a ciò vanno<br />
aggiunti fattori complementari che possono fungere da amplifi<strong>ca</strong>tori del rischio,<br />
quali ad esempio il microclima sfavorevole, l’uso di guanti di protezione<br />
che possono impedire la corretta manualità, la presenza di contraccolpi<br />
e/o movimenti bruschi, le compressioni lo<strong>ca</strong>lizzate su segmenti anatomici da<br />
parte di strumenti, oggetti o piani di lavoro ecc.<br />
Si ritiene utile riportare le pr<strong>in</strong>cipali def<strong>in</strong>izioni dei term<strong>in</strong>i ricorrenti nella<br />
valutazione dell’esposizione al rischio di WMSDs dell’arto superiore:<br />
1. AZIONE TECNICA MECCANICA: è l’<strong>in</strong>sieme dei movimenti di uno o<br />
più distretti corporei che consentono il compimento di un’operazione elementare.<br />
2. COMPITO LAVORATIVO: specifi<strong>ca</strong> attività lavorativa f<strong>in</strong>alizzata al raggiungimento<br />
di un risultato operativo specifico (prodotto).<br />
3. CICLO: <strong>in</strong>sieme di gesti lavorativi o azioni mec<strong>ca</strong>niche frequentemente e rapidamente<br />
ripetuti e sempre uguali.<br />
4. RIPETITIVITÀ: il compito lavorativo è s<strong>ca</strong>ndito da cicli ripetuti più volte<br />
con le stesse modalità.<br />
5. FREQUENZA: numero di azioni tecniche <strong>in</strong> rapporto all’unità di tempo<br />
(azioni/m<strong>in</strong>uto).<br />
6. FORZA: sforzo fisico richiesto per l’esecuzione dell’azione tecni<strong>ca</strong>.<br />
7. POSTURA: posizione degli arti e/o del busto condizionato dalle azioni tecniche<br />
del ciclo.<br />
8. PERIODO DI RECUPERO: tempo durante il quale, nel turno lavorativo,<br />
non vengono eseguite azioni mec<strong>ca</strong>niche; le pause possono essere prefissate o<br />
a scelta del lavoratore.<br />
Pr<strong>in</strong>cipali lavorazioni da ritenersi a rischio di sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico –<br />
elenco rilevato dalla <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> Sovr<strong>in</strong>tendenza Medi<strong>ca</strong> Generale<br />
(SMG) e secondo le esperienze maturate nella partecipazione a Gruppi di<br />
lavoro esterni:<br />
◗ Montaggio, assemblaggio, microassemblaggio, <strong>ca</strong>blaggio su l<strong>in</strong>ea a ritmi prefissati<br />
e/o elevati nell’<strong>in</strong>dustria metalmec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong>, elettromec<strong>ca</strong>ni<strong>ca</strong>, ecc. con o<br />
senza l’utilizzo di strumenti manuali, elettrici, pneumatici, ecc.<br />
◗ Approvvigionamento e/o s<strong>ca</strong>rico l<strong>in</strong>ea macch<strong>in</strong>a (torni, frese, presse) a ritmi<br />
prefissati e/o elevati.<br />
◗ Confezionamento, imballaggio su l<strong>in</strong>ea a ritmi prefissati e/o elevati.<br />
◗ Operazioni di cernita/selezione a ritmi prefissati e/o elevati (es. <strong>in</strong>dustria<br />
della cerami<strong>ca</strong> e alimentare).<br />
◗ Levigatura manuale e/o con levigatrice orbitale nella lavorazione del legno,<br />
auto<strong>ca</strong>rrozzeria, ecc.<br />
◗ Lavorazione della plasti<strong>ca</strong> (operazioni di rifilatura e sbavatura).<br />
◗ Lavori di tappezzeria e rivestimenti <strong>in</strong> ambito <strong>in</strong>dustriale e artigianale.<br />
◗ Industria tessile (filatura, orditura, ecc.).<br />
◗ Industria dell’abbigliamento, <strong>ca</strong>micerie, maglierie, jeanserie, <strong>ca</strong>lzifici, ecc.<br />
IN<br />
CA<br />
83<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
84<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
(taglio, cucitura a macch<strong>in</strong>a o a mano, orlatura e altre rif<strong>in</strong>iture, stiratura a<br />
mano o con presse).<br />
◗ Industria <strong>ca</strong>lzaturiera e pelletteria (taglio, montaggio, cucitura, <strong>in</strong>collaggio<br />
ecc. a ritmi prefissati e/o elevati).<br />
◗ Lavori <strong>in</strong> edilizia (posatori di pavimenti e rivestimenti, imbianch<strong>in</strong>i, stuc<strong>ca</strong>tori)<br />
quando svolti con cont<strong>in</strong>uità per buona parte del turno lavorativo.<br />
◗ Lavorazione del marmo, di pietre, del legno, di metalli (<strong>in</strong>cisione, taglio,<br />
scultura, ecc.).<br />
◗ Lavori di <strong>ca</strong>rpenteria con uso di martello, mazza per almeno un terzo del<br />
turno lavorativo.<br />
◗ Lavorazione delle <strong>ca</strong>rni (pollame, su<strong>in</strong>i): macellazione (scuoio, eviscerazione,<br />
disosso ecc.), <strong>in</strong>sac<strong>ca</strong>mento a ritmi prefissati e/o elevati.<br />
◗ Movimentazione dei <strong>ca</strong>richi per facch<strong>in</strong>aggio (porto, aeroporto, traslochi,<br />
ecc.), magazz<strong>in</strong>aggio, alcuni reparti nosocomiali.<br />
◗ Conduzione mezzi mec<strong>ca</strong>nici movimento terra, trattorista, gruista, <strong>ca</strong>rrellista,<br />
ecc.<br />
◗ Alcuni lavori agricoli (potatura, raccolta e cernita, tosatura, mungitura manuale<br />
ecc.) eseguiti con cont<strong>in</strong>uità.<br />
Meritevoli di attenzione risultano essere anche altre attività lavorative, da valutare<br />
nelle s<strong>in</strong>gole fattispecie: massofisioterapista, parrucchiere, stiratrice, <strong>ca</strong>ssiera<br />
full time <strong>in</strong> supermer<strong>ca</strong>ti, addetti ai videoterm<strong>in</strong>ali (<strong>in</strong> particolare archivisti,<br />
data entry).<br />
ISTRUTTORIA MEDICO-LEGALE<br />
Per l’accertamento del rischio lavorativo si ribadisce l’importanza di un’accurata<br />
raccolta dell’anamnesi lavorativa (di tutta la vita lavorativa dell’assicurato),<br />
tesa a <strong>in</strong>dividuare quel quid pluris che consenta, se non con il criterio<br />
di certezza, quantomeno secondo quello di elevata probabilità, il riconoscimento<br />
della natura professionale della malattia denunciata.<br />
A tale proposito, oltre all’acquisizione dell’usuale documentazione amm<strong>in</strong>istrativa,<br />
eventualmente <strong>in</strong>tegrata da relazione ispettiva, parere della CON-<br />
TARPP Regionali, documento della valutazione del rischio, visite mediche<br />
preventive e periodiche ai sensi della legge 626/1994 e successive <strong>in</strong>tegrazioni<br />
e modifi<strong>ca</strong>zioni, il Dirigente medico di sede dovrà compilare:<br />
◗ l’Allegato 1 «Questionario anamnesi lavorativa» per le patologie dell’arto<br />
superiore,<br />
◗ l’Allegato 2 «Protocollo Diagnostico...» per le patologie della colonna<br />
vertebrale, con la SCHEDA N. 1 <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di movimentazione manuale dei<br />
<strong>ca</strong>richi, e/o la SCHEDA n. 2 <strong>in</strong> <strong>ca</strong>so di esposizione a vibrazioni trasmesse<br />
a tutto il corpo.<br />
La letteratura non <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> def<strong>in</strong>iti tempi di latenza tra l’<strong>in</strong>sorgenza della patologia<br />
e l’<strong>in</strong>izio dell’attività a rischio (pur esistendo un sicuro rapporto relativamente<br />
all’<strong>in</strong>tensità del rischio) e dunque la valutazione del nesso di
NOTIZIARIO<br />
dipendenza <strong>ca</strong>usale dovrà trovare rispondenza nella corretta appli<strong>ca</strong>zione<br />
del metodo e della criteriologia propri della dottr<strong>in</strong>a medico-legale.<br />
Nel <strong>ca</strong>so di denuncia a distanza di più anni dall’abbandono della mansione a<br />
rischio dovrà essere documentata l’esistenza della malattia già a quella data.<br />
Per la diagnosi delle patologie dell’arto superiore, oltre all’esecuzione di visite<br />
specialistiche (ortopedi<strong>ca</strong>, neurologi<strong>ca</strong> ecc.) e di eventuali esami di laboratorio,<br />
gli accertamenti strumentali con maggiori <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni sono:<br />
a) esame ecografico eseguito con proiezioni specifiche, <strong>in</strong> comparativa con<br />
la sede anatomi<strong>ca</strong> controlaterale, con sonde l<strong>in</strong>eari con frequenza di almeno<br />
7,5 Mhz o superiore ad alta risoluzione; le alte frequenze permettono lo studio<br />
accurato delle strutture più superficiali, le sonde a frequenza più bassa<br />
impongono l’uso di distanziatori (ad acqua o silicone) che, allontanando la<br />
sonda, consentono una migliore messa a fuoco della zona da esam<strong>in</strong>are.<br />
Tali modalità tecniche vanno specifi<strong>ca</strong>mente <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>te nella richiesta INAIL e<br />
nel referto dello specialista.<br />
b) esame radiografico, sempre comparativo;<br />
c) esame elettromiografico/elettroneurografico, <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e di elezione per<br />
una precisa diagnosi di neuropatia periferi<strong>ca</strong> da <strong>in</strong>trappolamento;<br />
d) esame TAC e RMN (patologie del rachide e del g<strong>in</strong>occhio).<br />
ELENCO DELLE MALATTIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO<br />
AFFEZIONI DEI TENDINI DELLE GUAINE E DELLE BORSE<br />
Spalla:<br />
• tend<strong>in</strong>opatie (imp<strong>in</strong>gement, conflitto) della cuffia dei rotatori (usualmente<br />
del sovrasp<strong>in</strong>oso), periartrite <strong>ca</strong>lcifi<strong>ca</strong> (m. di Duplay);<br />
• tend<strong>in</strong>opatia del <strong>ca</strong>po lungo del m. bicipite;<br />
• borsite;<br />
Gomito/avambraccio:<br />
• epicondilite laterale, epicondilite mediale (epitrocleite);<br />
• borsite olecrani<strong>ca</strong>;<br />
• tend<strong>in</strong>opatia dell’<strong>in</strong>serzione distale del tricipite;<br />
Polso/mano/dita:<br />
• tend<strong>in</strong>iti e tenos<strong>in</strong>oviti dei muscoli flessori ed estensori;<br />
• malattia di De Querva<strong>in</strong>;<br />
• cisti, dita a s<strong>ca</strong>tto;<br />
G<strong>in</strong>occhio:<br />
• borsite prerotulea, lesione del menisco da lavori prolungati effettuati <strong>in</strong><br />
posizione <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiata od accovacciata;<br />
• tend<strong>in</strong>opatia del g<strong>in</strong>occhio.<br />
NEUROPATIE PERIFERICHE DA COMPRESSIONE<br />
• s<strong>in</strong>drome dello stretto toracico*;<br />
• s<strong>in</strong>drome del tunnel cubitale (<strong>in</strong>trappolamento del n. ulnare al gomito);<br />
• s<strong>in</strong>drome del pronatore rotondo, s<strong>in</strong>drome dell’ar<strong>ca</strong>ta di Frohse (del nervo<br />
<strong>in</strong>terosseo anteriore)*;<br />
IN<br />
CA<br />
85<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
86<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
• s<strong>in</strong>drome del nervo <strong>in</strong>terosseo posteriore*;<br />
• s<strong>in</strong>drome del tunnel <strong>ca</strong>rpale;<br />
• s<strong>in</strong>drome del <strong>ca</strong>nale di Guyon.<br />
ALTRE PATOLOGIE<br />
• artrosi acromion-claveare e gleno-omerale*;<br />
• rizoartrosi (artrosi trapezio-meta<strong>ca</strong>rpale);<br />
• ernia dis<strong>ca</strong>le lombo-sacrale.<br />
* non frequenti<br />
LE PRINCIPALI MALATTIE DA SOVRACCARICO<br />
BIOMECCANICO DI ORIGINE LAVORATIVA<br />
... omissis ...<br />
MALATTIE DEL RACHIDE<br />
I dati della letteratura e i <strong>ca</strong>si pervenuti alla S.M.G. a seguito della circolare<br />
35/92 e 80/97, evidenziano una non trascurabile <strong>in</strong>cidenza di patologie del<br />
rachide da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche <strong>in</strong> alcune <strong>ca</strong>tegorie di lavoratori. Le<br />
attività lavorative più <strong>in</strong>teressate sono comprese tra quelle che comportano<br />
movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi e quelle che espongono a «vibrazioni<br />
trasmesse a tutto il corpo».<br />
MECCANISMI PATOGENETICI<br />
Il distretto della colonna vertebrale maggiormente <strong>in</strong>teressato dal sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico di orig<strong>in</strong>e lavorativa è il tratto lombare e le relative cerniere,<br />
dorso-lombare e lombosacrale; il mec<strong>ca</strong>nismo patogenetico (c.d. a pompa)<br />
comporta una primitiva alterazione trofi<strong>ca</strong> del disco <strong>in</strong>tervertebrale attraverso<br />
fenomeni di disidratazione del nucleo polposo e perdita di elasticità<br />
con fissurazioni dell’anulus fibrosus; segue la protrusione e poi l’ernia del disco<br />
<strong>in</strong>tervertebrale con eventuali quadri cl<strong>in</strong>ici connessi alla compressione<br />
radicolare. L’alterazione del disco può comportare <strong>in</strong>oltre l’<strong>in</strong>staurarsi di un<br />
processo artrosico osteofitico per il concentrarsi delle sollecitazioni pressorie<br />
sui bordi delle limitanti dei corpi vertebrali.<br />
Sono pertanto da ritenere correlati al rischio di sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche<br />
lavorative i quadri con primitivo impegno da compressione dell’apparato<br />
<strong>in</strong>tervertebrale (ernie dis<strong>ca</strong>li e protrusioni dis<strong>ca</strong>li), associati o meno a<br />
spondilodiscoartrosi del tratto lombare.<br />
La quantifi<strong>ca</strong>zione del rischio lavorativo avviene attraverso i riferimenti normativi<br />
della Comunità Europea (con relative direttive), secondo i dati elaborati<br />
dalle autorità scientifiche <strong>in</strong>ternazionali (es. NIOSH - ACGIH - ISO) e,<br />
come per tutte le altre patologie da sollecitazioni biomec<strong>ca</strong>niche, <strong>in</strong> considerazione<br />
della cont<strong>in</strong>uità-ripetitività delle mansioni a rischio, relativamente ai
NOTIZIARIO<br />
turni lavorativi e alla <strong>in</strong>tera storia lavorativa del soggetto. È comunque da tenere<br />
conto dei tempi di latenza di tali patologie microtraumatiche e della criteriologia<br />
medico legale per le malattie professionali <strong>in</strong> tema di con<strong>ca</strong>use<br />
preesistenti e/o concorrenti.<br />
LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI<br />
Al titolo V, articolo 47, del Decreto Legislativo n. 626 del 19.9.1994 viene<br />
riportata la seguente def<strong>in</strong>izione di «Movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi»:<br />
«le operazioni di trasporto o di sostegno di un <strong>ca</strong>rico ad opera di uno o più lavoratori,<br />
comprese le azioni del sollevare, deporre, sp<strong>in</strong>gere, tirare, portare o<br />
spostare un <strong>ca</strong>rico che, per le loro <strong>ca</strong>ratteristiche o <strong>in</strong> conseguenza delle condizioni<br />
ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorsolombari».<br />
Durante dette operazioni si determ<strong>in</strong>ano forze compressive sulle strutture<br />
del rachide lombare (dischi <strong>in</strong>tervertebrali, limitanti somatiche, articolazioni<br />
<strong>in</strong>terapofisarie) che, se ripetute e protratte nel tempo, possono condurre a<br />
micro lesioni delle strutture medesime.<br />
Le forze compressive sono la risultanza di diversi fattori tra i quali assumono<br />
rilevanza:<br />
• 1. la postura assunta al momento dell’azione;<br />
• 2. il peso e le dimensioni dell’oggetto movimentato;<br />
• 3. il tragitto che l’oggetto deve compiere.<br />
In Italia le normative vigenti <strong>in</strong> tema di prevenzione <strong>in</strong>dividuano un valore<br />
di peso limite raccomandato di 30 kg. per i maschi adulti (23 kg. secondo il<br />
NIOSH 1993) e 20 kg. per le donne adulte.<br />
Sperimentalmente è stato <strong>ca</strong>lcolato che il sollevamento di un <strong>ca</strong>rico di cir<strong>ca</strong><br />
25 Kg. da terra, a schiena fissa, f<strong>in</strong>o all’altezza del torace, può comportare<br />
una forza di compressione sui dischi <strong>in</strong>tervertebrali superiore a 500 kg.<br />
I <strong>ca</strong>richi di rottura per le limitanti vertebrali sono risultati <strong>in</strong> media di 600-<br />
700 kg. nei soggetti maschi di età <strong>in</strong>feriore a 40 anni e di 400-500 kg. per i<br />
soggetti maschi di età compresa tra 40 e 60 anni; nei soggetti di sesso femm<strong>in</strong>ile<br />
tali limiti di rottura sono stati stimati essere <strong>in</strong> media <strong>in</strong>feriori al 17% rispetto<br />
ai maschi. Il rapporto tra il peso realmente sollevato e il peso massimo<br />
sollevabile viene def<strong>in</strong>ito Indice di Sollevamento (IS).<br />
Di rilievo nel <strong>ca</strong>lcolo del suddetto <strong>in</strong>dice sono i dati relativi ai fattori moltipli<strong>ca</strong>tivi<br />
del rischio che sono:<br />
• altezza da terra delle mani all’<strong>in</strong>izio del sollevamento;<br />
• distanza verti<strong>ca</strong>le di spostamento del peso tra <strong>in</strong>izio e f<strong>in</strong>e del sollevamento;<br />
• distanza orizzontale tra le mani e il punto al centro tra le due <strong>ca</strong>viglie (distanza<br />
massima del peso dal corpo);<br />
• dislo<strong>ca</strong>zione angolare del peso <strong>in</strong> gradi rispetto al piano sagittale del soggetto;<br />
• giudizio sulla presa del <strong>ca</strong>rico.<br />
IN<br />
CA<br />
87<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
È comunque da considerare che le rilevazioni <strong>ca</strong>lcolate con tale metodologia,<br />
che dovrebbero essere presenti agli atti nella copia dell’analisi del rischio,<br />
assumono importanza ai f<strong>in</strong>i preventivi e si sono resi attuativi dopo il<br />
DL 626/94.<br />
Nell’istruttoria dei <strong>ca</strong>si INAIL con lunga storia lavorativa i suddetti riferimenti<br />
saranno orientativi e comunque richiamati per la compilazione della<br />
allegata SCHEDA n. 1.<br />
Pr<strong>in</strong>cipali attività lavorative con prevalente movimentazione manuale<br />
di <strong>ca</strong>richi<br />
• Lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porto, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.) svolti<br />
con cont<strong>in</strong>uità e come attività prevalente, senza mezzi di ausilio.<br />
• Lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti ecc.).<br />
• Lavoro del personale parasanitario <strong>in</strong> alcuni reparti nosocomiali (lungodegenti,<br />
handi<strong>ca</strong>ppati, anziani, ecc.).<br />
LE VIBRAZIONI TRASMESSE A TUTTO IL CORPO<br />
Le mansioni lavorative che comportano il rischio da vibrazioni trasmesse a<br />
tutto il corpo sono quelle connesse alla guida e/o all’uso e/o a manutenzioni<br />
di macch<strong>in</strong>e semoventi, <strong>in</strong>dustriali, di trasporto.<br />
In riferimento ai suddetti mezzi è utile ricordare che il livello più basso di vibrazioni<br />
trasmesse a tutto il corpo si ha per i mezzi su rotaia, rispetto a questi<br />
si possono avere valori medi di accelerazione, dupli<strong>ca</strong>ti per la guida di autobus<br />
di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione (valori più alti riguardano<br />
<strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della metà degli anni settanta), tripli<strong>ca</strong>ti<br />
nella conduzione di trattori agricoli, quadrupli<strong>ca</strong>ti nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori,<br />
o di semoventi a motore diesel, aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte nella conduzione<br />
di pale mec<strong>ca</strong>niche e di mezzi c<strong>in</strong>golati.<br />
Le componenti del rischio da vibrazione riguardano:<br />
• L’accelerazione equivalente;<br />
• L’asse del movimento;<br />
• La frequenza (2-80 Hz);<br />
• La tipologia di vibrazioni (impulsiva, traslazionale, rotazionale).<br />
I riferimenti normativi sono la «Direttiva macch<strong>in</strong>e» riguardante la parte essenzialmente<br />
ergonomi<strong>ca</strong> e le specifiche direttive <strong>in</strong> tema di vibrazioni corporee;<br />
la più recente è la UE/94/C230/03.<br />
Le suddette valutazioni richiedono il contributo tecnico della CONTARPP<br />
il cui parere verrà riportato <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi nella allegata SCHEDA n. 2.
SCHEDA n. 1<br />
COMPILARE IN CASO DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI<br />
(Avvalersi eventualmente della documentazione di analisi dei rischi sec. D.Lgs. 626/94 -<br />
Titolo V art. 47 e Allegato VI)<br />
PERIODI<br />
Dal ___ al ___<br />
Dal ___ al ___<br />
Dal ___ al ___<br />
DESCRIZIONE DEL CARICO<br />
MOVIMENTATO E<br />
DI EVENTUALI FATTORI<br />
MOLTIPLICATIVI<br />
DEL RISCHIO<br />
PESO DEL CARICO<br />
(per s<strong>in</strong>golo pezzo)<br />
FREQUENZA<br />
<strong>in</strong> un’ora<br />
<strong>in</strong> un turno<br />
SCHEDA n. 2<br />
NOTIZIARIO<br />
COMPILARE PER ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI TRASMESSE A TUTTO IL CORPO<br />
MEZZO UTILIZZATO PERIODO DI LAVORO ORARIO GIORNALIERO<br />
dal al (numero totale di ore)<br />
AUTOTRASPORTO<br />
-<br />
-<br />
PALA MECCANICA<br />
C<strong>in</strong>golato<br />
Gommato<br />
ESCAVATORE<br />
C<strong>in</strong>golato<br />
Gommato<br />
TRATTORE<br />
C<strong>in</strong>golato<br />
Gommato<br />
ALTRI<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
RIPORTARE IN SINTESI L’EVENTUALE PARERE DELLA CONTARP<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
___________________________________________________________________________________<br />
IN<br />
CA<br />
89<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
90<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
Allegato 2<br />
I N A I L<br />
Sede di ……………………………………………………………………....…<br />
Caso n. ……………………… del ……………………………………………<br />
PROTOCOLLO DIAGNOSTICO PER LE MALATTIE<br />
DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEL RACHIDE<br />
MALATTIA DENUNCIATA<br />
…………………………………………………………………………………<br />
ASSICURATO/A: ………………………………anno di nascita …………..<br />
SETTORE LAVORATIVO………………………………………………….....<br />
MANSIONE / QUALIFICA ATTUALE ………………………………….......<br />
dal ……………………<br />
ORARIO SETTIMANALE …….……………….....………….......…………...<br />
ORARIO GIORNALIERO ………………..... ……………………....……….<br />
PRECEDENTI ATTIVITÀ LAVORATIVE<br />
dal …………………… al ……………………<br />
SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />
MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....<br />
dal …………………… al ……………………<br />
SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />
MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....<br />
dal …………………… al ……………………<br />
SETTORE LAVORATIVO……………..... ……………………....……….......<br />
MANSIONE / QUALIFICA …………..... …………...…………....……….....
ANAMMESI PER PATOLOGIE DEL RACHIDE<br />
Ha sofferto e/o sono presenti nel soggetto malattie del rachide quali:<br />
scoliosi ❏ cifosi ❏<br />
spondilite anchilosante ❏<br />
spondiloartrosi secondaria ad alterazioni congenite: del rachide ❏<br />
del bac<strong>in</strong>o ❏<br />
degli arti <strong>in</strong>feriori ❏<br />
spondilodisciti tubercolari e non ❏<br />
malattia di Paget ❏<br />
spondilolisi ❏<br />
spondilolistesi ❏<br />
reumoartropatie a lo<strong>ca</strong>lizzazione rachidea ❏<br />
altro ❏<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
REGRESSE FRATTURE DI<br />
vertebre ❏<br />
……………………………………………………........………………………<br />
bac<strong>in</strong>o ❏<br />
……………………………………………………........………………………<br />
arti <strong>in</strong>feriori ❏<br />
…………………………………………………………………………………<br />
ERNIE DISCALI DEL TRATTO<br />
sospetto diagnostico ❏<br />
diagnosi di certezza ❏<br />
trattamento chirurgico ❏<br />
LOMBALGIE ACUTE<br />
numero totale di episodi …………………………………<br />
anno del primo episodio …………………………………<br />
numero di episodi negli ultimi 12 mesi……………...……<br />
s<strong>in</strong>tomatologia prevalente:<br />
lombalgia ❏<br />
lombosciatalgia ❏<br />
presenza di parestesie o dolore irradiato agli arti <strong>in</strong>feriori:<br />
no ❏ sì ❏ ( dx ❏ s<strong>in</strong> ❏ )<br />
USO DI FARMACI<br />
sporadico ❏<br />
frequente ❏<br />
cont<strong>in</strong>uo ❏<br />
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
91<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
92<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
ALTRE TERAPIE<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
RICOVERI OSPEDALIERI<br />
no ❏<br />
sì ❏ numero ………...…...… anni ………...…………...…………...…<br />
ESAMI DIAGNOSTICI PER IL RACHIDE GIÀ ESEGUITI<br />
RX ❏<br />
TAC ❏<br />
RMN ❏<br />
EMG ❏<br />
ESAME OBIETTIVO<br />
STATO GENERALE<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
Altezza <strong>in</strong> cm ………...…………....… Peso <strong>in</strong> kg ……........…...…………...…<br />
ESAME SEGMENTARIO<br />
❏ ISPEZIONE (<strong>in</strong> posizione eretta e con dorso rivolto all’esam<strong>in</strong>atore)<br />
– deviazioni laterali a tipo scoliotico: SÌ NO<br />
– asimmetria delle spalle: SÌ NO<br />
– asimmetria delle s<strong>ca</strong>pole: SÌ NO<br />
– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azioni del bac<strong>in</strong>o: SÌ NO<br />
– scoliosi stati<strong>ca</strong>: SÌ NO<br />
– cifosi dorsale: SÌ NO<br />
– lordosi cervi<strong>ca</strong>le: SÌ NO<br />
– lordosi lombare: SÌ NO<br />
– altri segni obiettivi: ……………………………………………………….....<br />
❏ PALPAZIONE (<strong>in</strong> posizione seduta e con dorso leggermente flesso)<br />
– tonicità della muscolatura paravertebrale SÌ NO<br />
– dolore alla pressione sulle apofisi sp<strong>in</strong>ose SÌ NO<br />
– altri punti dolorosi alla pressione:<br />
…………………………………………………………………………………<br />
❏ ESAME DELLA MOTILITÀ ATTIVA E PASSIVA<br />
(esame segmentario eseguito con paziente <strong>in</strong> piedi e con bac<strong>in</strong>o bloc<strong>ca</strong>to<br />
dall’esam<strong>in</strong>atore)<br />
TRATTO CERVICALE (con co<strong>in</strong>volgimento della cerniera occipito-cervi<strong>ca</strong>le):<br />
– Flesso-estensione ……………………………………............………………
NOTIZIARIO<br />
– Incl<strong>in</strong>azione laterale destra ……...…………...…………...……...………….<br />
– Incl<strong>in</strong>azione laterale s<strong>in</strong>istra …...…………...…………...……...…………...<br />
– Movimenti rotatori …...…………...…………...……...…………….……...<br />
TRATTO DORSALE (sul fulcro dorso-lombare)<br />
– Torsione del busto ………….………….………….………….…………......<br />
– Incl<strong>in</strong>azioni del busto ………….………….………….………………….….<br />
TRATTO LOMBO-SACRALE<br />
– flessione anteriore ……….………....….………….………….…………......<br />
– estensione posteriore ……….………….………….………….…………......<br />
– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione laterale destra ….………….………….………….………….....<br />
– <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione laterale s<strong>in</strong>istra ….………….………….………….…………...<br />
– movimenti rotatori del tronco .………….………….………….………….....<br />
❏ MISURE DEGLI ARTI INFERIORI dx s<strong>in</strong><br />
– distanza tra S.I.A.S. e malleolo <strong>in</strong>terno ….…… …….....<br />
– distanza tra ombelico e malleolo <strong>in</strong>terno ….…… …….....<br />
NOTE INTEGRATIVE<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
❏ MANOVRE SEMEIOLOGICHE dx s<strong>in</strong><br />
– Manovra di Lasègue<br />
– Manovra di Vallaix:<br />
….…… .……....<br />
<strong>in</strong> sede ischiati<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />
<strong>in</strong> sede glutea ….…… .……....<br />
<strong>in</strong> sede poplitea ….…… .……....<br />
<strong>in</strong> sede surale ….…… .……....<br />
<strong>in</strong> sede malleolare esterna ….…… .……....<br />
❏ ESAME DELLA DEAMBULAZIONE dx s<strong>in</strong><br />
– fisiologi<strong>ca</strong><br />
– claudi<strong>ca</strong>zione per:<br />
….…… .……....<br />
zoppia di fuga ….…… .……....<br />
zoppia con <strong>ca</strong>duta ….…… .……....<br />
zoppia a pendolo ….…… .……....<br />
❏ ESAME NEUROLOGICO<br />
– bilancio della forza muscolare segmentaria nella deambulazione<br />
normale ….…… .……....<br />
sulla punta dei piedi ….…… .……....<br />
sui <strong>ca</strong>l<strong>ca</strong>gni ….…… .……....<br />
IN<br />
CA<br />
93<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
IN<br />
CA<br />
94<br />
Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
– studio delle sensibilità periferiche<br />
tattile ….…… .……....<br />
termi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />
dolorifi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />
pallestesi<strong>ca</strong> ….…… .……....<br />
– studio dei riflessi osteo-tend<strong>in</strong>ei<br />
rotuleo ….…… .……....<br />
achilleo ….…… .……....<br />
medio-plantare ….…… .……....<br />
– presenza di riflessi patologici ….…… .……....<br />
NOTE INTEGRATIVE<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
CONSULENZE SPECIALISTICHE<br />
ortopedi<strong>ca</strong><br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
neurologi<strong>ca</strong><br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI<br />
RX sotto <strong>ca</strong>rico ❏<br />
TAC ❏<br />
RMN (da preferirsi) ❏<br />
EMG-ENG (arti <strong>in</strong>feriori) ❏<br />
CONCLUSIONI MEDICO-LEGALI<br />
DIAGNOSI MEDICO-LEGALE<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
………………… PARERE SUL NESSO DI CAUSALITÀ<br />
…………………………………………………………………………………<br />
…………………………………………………………………………………<br />
………………… VALUTAZIONE / PROPOSTA<br />
Data …………………………………… Il Dirigente Medico
Allegato B alla Circolare n. 81/2000<br />
M.P. DA MICROTRAUMI E POSTURE<br />
PARERE MEDICO-LEGALE CONCLUSIVO-SINESI<br />
REGIONE<br />
SEDE<br />
CASO n. del<br />
Data di nascita Sesso F M<br />
Malattia denunciata<br />
Settore lavorativo<br />
mansione/qualifi<strong>ca</strong> attuale<br />
eventuali attività lavorative precedenti<br />
Eventuali con<strong>ca</strong>use e/o coesistenze<br />
Esam<strong>in</strong>ato il <strong>ca</strong>so si ritiene di poter ammettere la natura professionale<br />
della seguente patologia<br />
Data ..........................................<br />
Da <strong>in</strong>viare alla SMG per il tramite della SMR<br />
NOTIZIARIO<br />
IL DIRIGENTE MEDICO DELLA SEDE<br />
IL DIRIGENTE MEDICO REGIONALE<br />
IN<br />
CA<br />
95<br />
PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
CIRCOLARE INAIL N. 25 DEL 15 APRILE 2004<br />
ORGANO: INAIL - DIREZIONE GENERALE - DIREZIONE CENTRALE<br />
PRESTAZIONI - SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE - CONSU-<br />
LENZA TECNICA ACCERTAMENTO RISCHI E PREVENZIONE<br />
DOCUMENTO: Circolare n. 25 del 15 aprile 2004.<br />
OGGETTO: Malattie del rachide da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico. Modalità di<br />
trattazione delle pratiche.<br />
Quadro Normativo<br />
◗ D.P.R. n. 1124 del 30 giugno 1965: «Testo Unico delle disposizioni per<br />
l’assicurazione obbligatoria contro gli <strong>in</strong>fortuni sul lavoro e le malattie professionali»,<br />
art. 3.<br />
◗ Sentenza della Corte Costituzionale n. 179 del 18 febbraio 1988: <strong>in</strong>troduzione<br />
del «sistema misto» di tutela delle malattie professionali.<br />
◗ Decreto Legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, art. 10, comma IV: conferma<br />
legislativa del «sistema misto» di tutela delle malattie professionali.<br />
◗ Circolare n. 81 del 27 dicembre 2000: «Malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico biomec<strong>ca</strong>nico/posture<br />
<strong>in</strong>congrue e microtraumi ripetuti. Modalità di trattazione<br />
delle pratiche».<br />
◗ Direttiva 2002/44/CE del 25/6/2002: «Prescrizioni m<strong>in</strong>ime di sicurezza e<br />
di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti<br />
fisici (vibrazioni)».<br />
◗ ISO 2631-1/1997: «Mechani<strong>ca</strong>l vibration and shock - Evaluation of human<br />
exposure to whole-body vibration. Part 1: General requirements».<br />
◗ Decreto legislativo n. 626 del 29 settembre 1994: «Attuazione delle direttive<br />
89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,<br />
90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, riguardanti il miglioramento<br />
della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro», titolo V, articolo<br />
47, e allegato VI.<br />
PREMESSA<br />
F<strong>in</strong>ora, per il riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale delle malattie da sovrac<strong>ca</strong>rico<br />
biomec<strong>ca</strong>nico del rachide, le Sedi dovevano <strong>in</strong>viare alla Direzione<br />
generale, per il tramite delle Direzioni regionali, i <strong>ca</strong>si ritenuti suscettibili di<br />
ammissione a tutela 1 .<br />
Ciò allo scopo di approfondire, attraverso una più ampia <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong>, le conoscenze<br />
sia sui fattori di rischio, sia sulle più ricorrenti manifestazioni morbose<br />
ad essi correlate.<br />
1 Circolare n. 81/2000.<br />
NOTIZIARIO<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
L’esame nell’ultimo triennio di oltre 1.000 pratiche, corredate nella maggioranza<br />
dei <strong>ca</strong>si del parere tecnico espresso dalle Contarp regionali, consente<br />
ora di del<strong>in</strong>eare il def<strong>in</strong>itivo quadro di riferimento per la trattazione delle<br />
pratiche di cui all’oggetto.<br />
Il periodo di osservazione centrale di queste malattie può considerarsi qu<strong>in</strong>di<br />
concluso.<br />
Questa circolare riporta un completo ed articolato quadro di riferimento<br />
che, <strong>in</strong>sieme all’esperienza nel frattempo maturata sul territorio, consente di<br />
garantire omogeneità e correttezza nella trattazione delle pratiche.<br />
VALUTAZIONE DEL RISCHIO PROFESSIONALE<br />
Allo stato, resta confermato che le condizioni di rischio da prendere <strong>in</strong> considerazione<br />
ai f<strong>in</strong>i del riconoscimento dell’orig<strong>in</strong>e professionale della malattia sono<br />
le vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (W.B.V. 2 ) e la Movimentazione Manuale<br />
di Carichi (M.M.C.), a volte entrambe presenti nei <strong>ca</strong>si denunciati.<br />
Le vibrazioni trasmesse al corpo <strong>in</strong>tero (W.B.V.)<br />
Le più comuni attività lavorative che comportano il rischio da esposizione a<br />
W.B.V. sono quelle connesse alla guida dei mezzi di trasporto e delle macch<strong>in</strong>e<br />
semoventi, <strong>in</strong>dustriali e agricole.<br />
È utile ricordare che, rispetto ai valori di vibrazioni raggiunti dai mezzi su rotaia,<br />
che risultano i più bassi, quelli prodotti dagli altri mezzi di trasporto sono:<br />
• dupli<strong>ca</strong>ti, per la guida di autobus di l<strong>in</strong>ea e auto<strong>ca</strong>rri di recente progettazione<br />
(valori più alti riguardano <strong>in</strong>vece gli auto<strong>ca</strong>rri utilizzati prima della metà degli<br />
anni settanta);<br />
• tripli<strong>ca</strong>ti, nella conduzione di trattori agricoli;<br />
• quadrupli<strong>ca</strong>ti, nell’uso di <strong>ca</strong>rrelli elevatori o di macch<strong>in</strong>e semoventi a motore<br />
diesel;<br />
• aumentati s<strong>in</strong>o a nove volte, nella conduzione di pale mec<strong>ca</strong>niche e di mezzi<br />
c<strong>in</strong>golati.<br />
Quanto sopra descritto deve essere <strong>in</strong>teso come un orientamento di massima,<br />
dato che l’accelerazione lungo l’asse verti<strong>ca</strong>le non è l’uni<strong>ca</strong> grandezza descrittiva<br />
dell’esposizione a W.B.V.<br />
Ad esempio, per i mezzi su rotaia si riscontrano mediamente valori di accelerazione<br />
media ponderata sull’asse verti<strong>ca</strong>le (z) <strong>in</strong>feriori rispetto ai mezzi su<br />
gomma, ma è anche vero che si ottengono valori confrontabili sull’asse trasversale<br />
(y) e che di solito il fenomeno ha connotazione impulsiva. Ciò obbliga<br />
a valutare anche il valore della dose di vibrazioni (VDV). In def<strong>in</strong>itiva la valutazione<br />
deve considerare tutti i vari aspetti e i vari parametri a disposizione.<br />
Per la valutazione del rischio, pur nell’impossibilità di def<strong>in</strong>ire la relazione dose-risposta,<br />
assumono rilievo la durata e l’<strong>in</strong>tensità dell’esposizione richiama-<br />
2 Whole Body Vibrations.
te nella Direttiva comunitaria 3 sulle prescrizioni m<strong>in</strong>ime di sicurezza e di salute<br />
relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici 4 .<br />
La Direttiva stabilisce il valore limite e il valore di azione giornaliero di esposizione<br />
normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore [A(8)] e anche il<br />
valore della dose di vibrazione (VDV) come riportato nella tabella seguente.<br />
PARAMETRO VALORE DI AZIONE VALORE LIMITE<br />
A (8) 0,5 m/s2 1,15 m/s2<br />
VDV 9,1 m/s1,75 21 m/s1,75<br />
NOTIZIARIO<br />
Come noto, il superamento del valore di azione comporta l’adozione della<br />
sorveglianza sanitaria, dell’<strong>in</strong>formazione e formazione dei lavoratori nonché<br />
degli <strong>in</strong>terventi tecnici ed organizzativi f<strong>in</strong>alizzati a escludere o a ridurre l’esposizione<br />
al rischio. Il valore limite non deve essere superato <strong>in</strong> alcun <strong>ca</strong>so.<br />
La Direttiva <strong>in</strong>di<strong>ca</strong> anche la modalità per il <strong>ca</strong>lcolo della valutazione del livello<br />
dell’esposizione:<br />
«La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa pr<strong>in</strong>cipalmente<br />
sul <strong>ca</strong>lcolo dell’esposizione giornaliera A(8) espressa come accelerazione cont<strong>in</strong>ua<br />
equivalente su 8 ore, <strong>ca</strong>lcolata come il più alto dei valori quadratici medi o<br />
il più alto dei valori della dose di vibrazioni (VDV) delle accelerazioni ponderate<br />
<strong>in</strong> frequenza, determ<strong>in</strong>ati sui tre assi ortogonali (1,4awx, 1,4awy, awz per un<br />
lavoratore seduto o <strong>in</strong> piedi), conformemente ai <strong>ca</strong>pitoli 5, 6 e 7, all’allegato A<br />
e all’allegato B della norma ISO 2631-1 (1997)».<br />
Per il <strong>ca</strong>lcolo dei suddetti valori è sempre necessario il parere tecnico delle<br />
Contarp regionali.<br />
Ai f<strong>in</strong>i dell’eventuale riconoscimento della natura professionale della malattia,<br />
i dati della letteratura, la <strong>ca</strong>sisti<strong>ca</strong> esam<strong>in</strong>ata nonché i riferimenti delle<br />
normative previdenziali di altri Stati della UE, consentono di ritenere compatibile<br />
un periodo di esposizione al rischio di almeno 5 anni con valori di<br />
A(8) che si avvic<strong>in</strong>ano al valore limite (1,15 m/s2).<br />
3 Direttiva 2002/44/CE del 25/6/2002, che dovrà essere recepita dagli Stati membri,<br />
eventualmente con modifiche maggiormente <strong>ca</strong>utelative, entro il 6/7/2005.<br />
4 Lo specifico documento che affronta l’argomento «Valutazione dell’esposizione<br />
umana a vibrazioni al corpo <strong>in</strong>tero» è la normativa ISO 2631-1 del 1997, a cui la<br />
stessa direttiva europea 2002/44/CE fa riferimento: quest’ultima direttiva ha valenza<br />
prevenzionale. La ISO 2631-1, nell’annesso B fig. B. 1, fornisce un grafico di guida<br />
agli effetti sulla salute (metodo di base) <strong>in</strong> cui, conoscendo l’accelerazione r.m.s.<br />
ponderata <strong>in</strong> frequenza aw (m/s2) ed il tempo di esposizione giornaliera, è possibile<br />
<strong>in</strong>dividuare il punto corrispondente al <strong>ca</strong>so <strong>in</strong> esame. Esso può ri<strong>ca</strong>dere <strong>in</strong> una delle<br />
tre zone delimitate dalle due «l<strong>in</strong>ee» del grafico: la prima zona, al di sotto di entrambe<br />
le l<strong>in</strong>ee, corrisponde ad effetti sulla salute non chiaramente documentati e/o oggettivamente<br />
osservati; la seconda zona, tra le due «l<strong>in</strong>ee», corrisponde a rischi potenziali<br />
per la salute; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la terza zona, al di sopra di entrambe le l<strong>in</strong>ee, corrisponde<br />
a rischi per la salute acclarati.<br />
IN<br />
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PATOLOGIA DEL RACHIDE DI ORIGINE PROFESSIONALE / DOCUMENTAZIONE
NOTIZIARIO<br />
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Quaderni di Medic<strong>in</strong>a Legale del Lavoro<br />
La movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi (M.M.C.)<br />
Per la def<strong>in</strong>izione di «Movimentazione Manuale dei Carichi» si r<strong>in</strong>via al Decreto<br />
legislativo n. 626/1994, ove vengono precisati gli elementi di riferimento<br />
sullo specifico rischio 5 .<br />
L’analisi dei <strong>ca</strong>si di patologie della colonna vertebrale denunciati all’INAIL<br />
permette di confermare che le più comuni attività lavorative da considerarsi<br />
a rischio, quando svolte <strong>in</strong> maniera esclusiva o prevalente, sono le seguenti:<br />
• lavori di facch<strong>in</strong>aggio (porti, aeroporti, traslochi, spedizione merci ecc.);<br />
• lavori di magazz<strong>in</strong>aggio (supermer<strong>ca</strong>ti, ecc.);<br />
• lavoro del personale ausiliario e <strong>in</strong>fermieristico <strong>in</strong> reparti nosocomiali e altre<br />
strutture ove è richiesta movimentazione assistita dei pazienti;<br />
• lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei <strong>ca</strong>richi<br />
costituisce l’attività prevalente.<br />
Per la valutazione dell’efficienza lesiva del rischio assumono rilievo la durata<br />
e la cont<strong>in</strong>uità dell’esposizione oltre ai parametri che determ<strong>in</strong>ano la modalità<br />
con la quale la manipolazione viene eseguita.<br />
Per quanto riguarda specifi<strong>ca</strong>mente i modelli di analisi tecni<strong>ca</strong> da appli<strong>ca</strong>re<br />
ai f<strong>in</strong>i della valutazione, sono da preferire quelli riconosciuti <strong>in</strong> sede scientifi<strong>ca</strong><br />
a f<strong>in</strong>i prevenzionali, nei quali il rischio è descritto attraverso un <strong>in</strong>dice s<strong>in</strong>tetico<br />
(IR 6 ).<br />
Particolarmente esemplifi<strong>ca</strong>tivi risultano i metodi di analisi:<br />
• NIOSH 7 , «Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual<br />
lift<strong>in</strong>g tasks - 1993», per l’analisi delle attività che comportano sollevamento<br />
di <strong>ca</strong>richi.<br />
• Snook e Ciriello, «Liberty Mutual tables for Lift<strong>in</strong>g, Carry<strong>in</strong>g, Push<strong>in</strong>g<br />
and Pull<strong>in</strong>g», per le attività <strong>in</strong> cui sia richiesta azione di tra<strong>in</strong>o e sp<strong>in</strong>ta.<br />
Ai f<strong>in</strong>i della valutazione del rischio nel personale preposto alla movimentazione<br />
e assistenza dei pazienti ospedalizzati, utili <strong>in</strong>di<strong>ca</strong>zioni devono essere<br />
tratte dall’<strong>in</strong>dice MAPO 8 .<br />
Sulla base del valore dell’Indice di Rischio è possibile modulare la valutazione<br />
del rischio specifico secondo fasce di gravità crescenti, come di seguito riportato.<br />
METODI NIOSH E SNOOK & CIRIELLO METODO MAPO<br />
Classe di rischio IR Classe di rischio IR<br />
Accettabile IR < 0,75 Assente/trascurabile 0 = IR < 1.5<br />
M<strong>in</strong>imo 0,75 = IR < 1,25 Lieve-medio 1,5 = IR < 5<br />
Medio-alto 1,25 = IR < 3 Elevato IR _ 5<br />
Eccessivo IR _ 3<br />
5<br />
Decreto legislativo n. 626/1994: titolo V, art. 47 e allegato VI.<br />
6<br />
Indice di Rischio.<br />
7<br />
National Institute for Occupational Safety and Health.<br />
8<br />
Metodo MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) dell’Unità<br />
di ricer<strong>ca</strong> «Ergonomia della Postura e del Movimento» - A.O. Istituti Cl<strong>in</strong>ici di Perfezionamento,<br />
Milano.