La questione delle lettere di cambio nel sec.XVII presso la Regia ...

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creditore una somma, in moneta di quella piazza o di altra, corrispondente a quella depositata dal primo datore. Infine la girata, che cominciò a comparire verso gli inizi del XV secolo 3 ma che si sviluppò ai primi del secolo XVII, agevolò moltissimo la circolazione ed il volume degli affari una sola lettera di cambio rendeva possibile l'estinzione di diversi debiti. Le lettere di cambio, infine, venivano liquidate nelle piazze e nelle fiere tramite un delicato meccanismo di compensazioni: gli importi di specie diversa venivano ragguagliati in riferimento ad una moneta fittizia di mero conteggio costituita appositamente. Il tutto sempre sotto la spada di Damocle della censura per usura delle leggi canoniche. Un modo controverso di pagamento di una lettera di cambio, causa di liti fra mercanti e di lunghe controversie giuridiche, era la girata in banco, l'iscrizione, cioè, nei libri di un banco della somma del cambio a favore del beneficiario: sembra che l'effetto liberatorio dell'iscrizione non fosse riconosciuto in tutte le città (nel Regno di Napoli era riconosciuto). Ovviamente i problemi nascevano nel caso che la lettera di cambio non fosse stata accettata oppure, se accettata, non fosse stata pagata: bisognava sollevare a quel punto la “protestatio” (il protesto); una obbligazione questa che riguardava innanzitutto il trattario stesso. Il protesto era largamente usato nel corso del XIV secolo, ma il primo documento di cui abbiamo notizia è del 1413 ed è contenuto in un registro del notaio Giuliano Canella di Genova 4. Esso era volto in primo luogo a precisare il tasso ufficiale dei cambi al momento dell'inadempimento, in modo che fosse certo il tasso al quale il beneficiario o il trattario o l'onorante che volesse accettare e pagare sub protestatione erano legittimati a trarre sopra l'emittente, cioè a “fare recambio”, come si soleva dire. Nel Regno di Napoli la materia delle lettere di cambio era stata regolata da una serie di prammatiche, raggruppate sotto il titolo De Literis cambii, seu tesseris collybisticis et apochis banci 5. La prima fu emanata il 14 maggio 1565 e nacque dall'esigenza di porre delle regole alla prassi, ormai consolidata, nella materia dei cambi: vennero determinati il giorno, il martedì di ogni settimana, e le modalità di pagamento e riscossione; le ____________ 3 - Sembra che la prima lettera di cambio di cui si ha notizia che contenga una girata, sia stata emessa il 5 febbraio 1410, ed è contenuta nell'archivio Datini di Prato. 4 - A. ARCANGELI, Svolgimento storico dell'intervento cambiario, Milano, 1912. 5 - L. GIUSTINIANI, Nuova collezione delle prammatiche del Regno di Napoli, tomo VII, Napoli, 1804, titolo CLXIII, pp. 85 - 122. 152

egole per porre un freno agli abusi riguardanti le accettazioni, il protesto e le esecuzioni delle lettere di cambio; consacrato il titolo esecutivo di queste (cosa pacifica anche negli altri paesi), la cosiddetta “esecuzione parata”, alle lettere accettate dal principale oppure da persona che legittimamente avesse la potestà di obbligare il principale stesso, e alle lettere ritornate con protesto nel Regno. Circa quarant'anni dopo, il 30 giugno 1607, venne emanata un'altra prammatica volta a porre un freno agli eccessivi ed esorbitanti prezzi a cui avvenivano i cambi, con gravi danni per i mercanti e per lo stato stesso: furono, cosi, inderogabilmente stabilite le cifre dei cambi rispetto alle varie fiere 6. Dopo pochi mesi, però, l'8 novembre dello stesso anno, fu emanata un'altra prammatica con la quale si sospendeva per un anno esatto la precedente, prorogata di sei mesi prima e poi a tempo indeterminato con la prammatica del 31 maggio 1609, per poter procedere facilmente alla contrattazione per il pagamento, sulle varie piazze, delle grosse quantità di grano necessarie al sostentamento della città di Napoli. Si passò, così, dal sistema dei prezzi fissi, a quello, tipico delle borse, dei prezzi fluttuanti; cioè dei prezzi da stabilirsi di volta in volta, da parte dei sei Deputati nominati ogni tre mesi, in base alle diverse piazze d'Italia: in pratica, alla mattina del giorno designato, il giovedì di ogni settimana, ricevute tutte le lettere di cambio, si procedeva alla determinazione del prezzo. Molto importante per la storia delle lettere di cambio nel Regno di Napoli, fu la prammatica V del 9 giugno 1617. Questa, oltre a determinare tassativamente le modalità ed i termini di pagamento, l'accettazione, il protesto e l'esecuzione delle lettere di cambio, in modo da provvedere al disordine che si era venuto a creare per il mancato, dovuto rigore in materia, stabili inderogabilmente che la competenza esclusiva, nelle questioni dei cambi, fosse del Regio Collateral Consiglio e del suo delegato, il Commissario per gli affari di cambio. Questo tribunale aveva prevalentemente funzioni legislative: doveva assistere, consigliare ed anche controllare il vicerè, il quale, a sua volta, doveva obbligatoriamente sentirne il parere. Era competente, inoltre, in materia fiscale, poteva avocare a sè le cause di qualsiasi altro tribunale (fossero esse decise o meno), e, nel campo della giustizia, il suo compito fu esteso alla disamina delle suppli- ____________ 6 - Per esempio, fino a quel momento nel Regno, per avere uno scudo d'oro di marche fiera di Piacenza, bisognava pagare fino a grana 152, questa prammatica fissò, invece, il prezzo tassativo di 130 grana. 153

egole per porre un freno agli abusi riguardanti le accettazioni, il protesto e le<br />

e<strong>sec</strong>uzioni <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>; consacrato il titolo e<strong>sec</strong>utivo <strong>di</strong> queste (cosa<br />

pacifica anche negli altri paesi), <strong>la</strong> cosiddetta “e<strong>sec</strong>uzione parata”, alle <strong>lettere</strong><br />

accettate dal principale oppure da persona che legittimamente avesse <strong>la</strong> potestà<br />

<strong>di</strong> obbligare il principale stesso, e alle <strong>lettere</strong> ritornate con protesto <strong>nel</strong> Regno.<br />

Circa quarant'anni dopo, il 30 giugno 1607, venne emanata un'altra<br />

prammatica volta a porre un freno agli eccessivi ed esorbitanti prezzi a cui<br />

avvenivano i cambi, con gravi danni per i mercanti e per lo stato stesso: furono,<br />

cosi, inderogabilmente stabilite le cifre dei cambi rispetto alle varie fiere 6. Dopo<br />

pochi mesi, però, l'8 novembre dello stesso anno, fu emanata un'altra<br />

prammatica con <strong>la</strong> quale si sospendeva per un anno esatto <strong>la</strong> precedente,<br />

prorogata <strong>di</strong> sei mesi prima e poi a tempo indeterminato con <strong>la</strong> prammatica<br />

del 31 maggio 1609, per poter procedere facilmente al<strong>la</strong> contrattazione per il<br />

pagamento, sulle varie piazze, <strong>delle</strong> grosse quantità <strong>di</strong> grano necessarie al<br />

sostentamento del<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Napoli. Si passò, così, dal sistema dei prezzi fissi, a<br />

quello, tipico <strong>delle</strong> borse, dei prezzi fluttuanti; cioè dei prezzi da stabilirsi <strong>di</strong><br />

volta in volta, da parte dei sei Deputati nominati ogni tre mesi, in base alle<br />

<strong>di</strong>verse piazze d'Italia: in pratica, al<strong>la</strong> mattina del giorno designato, il giovedì <strong>di</strong><br />

ogni settimana, ricevute tutte le <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, si procedeva al<strong>la</strong><br />

determinazione del prezzo.<br />

Molto importante per <strong>la</strong> storia <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>nel</strong> Regno <strong>di</strong><br />

Napoli, fu <strong>la</strong> prammatica V del 9 giugno 1617. Questa, oltre a determinare<br />

tassativamente le modalità ed i termini <strong>di</strong> pagamento, l'accettazione, il protesto<br />

e l'e<strong>sec</strong>uzione <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, in modo da provvedere al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne che<br />

si era venuto a creare per il mancato, dovuto rigore in materia, stabili<br />

inderogabilmente che <strong>la</strong> competenza esclusiva, <strong>nel</strong>le questioni dei cambi, fosse<br />

del Regio Col<strong>la</strong>teral Consiglio e del suo delegato, il Commissario per gli affari<br />

<strong>di</strong> <strong>cambio</strong>. Questo tribunale aveva prevalentemente funzioni legis<strong>la</strong>tive: doveva<br />

assistere, consigliare ed anche control<strong>la</strong>re il vicerè, il quale, a sua volta, doveva<br />

obbligatoriamente sentirne il parere. Era competente, inoltre, in materia fiscale,<br />

poteva avocare a sè le cause <strong>di</strong> qualsiasi altro tribunale (fossero esse decise o<br />

meno), e, <strong>nel</strong> campo del<strong>la</strong> giustizia, il suo compito fu esteso al<strong>la</strong> <strong>di</strong>samina <strong>delle</strong><br />

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6 - Per esempio, fino a quel momento <strong>nel</strong> Regno, per avere uno scudo d'oro <strong>di</strong><br />

marche fiera <strong>di</strong> Piacenza, bisognava pagare fino a grana 152, questa prammatica fissò,<br />

invece, il prezzo tassativo <strong>di</strong> 130 grana.<br />

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