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La questione delle lettere di cambio nel sec.XVII presso la Regia ...

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<strong>La</strong> <strong>questione</strong> <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>nel</strong> <strong>sec</strong>.<strong>XVII</strong><br />

<strong>presso</strong> <strong>la</strong> <strong>Regia</strong> Dogana <strong>di</strong> Puglia<br />

<strong>di</strong><br />

Michele De Cesare<br />

Le origini del<strong>la</strong> cambiale 1, <strong>nel</strong><strong>la</strong> forma del contratto <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> prima e<br />

in quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> (<strong>la</strong> cosiddetta tratta) poi, risalgono ai <strong>sec</strong>oli<br />

XII-XIII. Nel contratto <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> il debitore si obbligava a restituire al<br />

cre<strong>di</strong>tore o a un suo rappresentante, <strong>di</strong> persona o me<strong>di</strong>ante un proprio<br />

rappresentante, <strong>la</strong> somma ricevuta <strong>nel</strong><strong>la</strong> medesima specie monetaria o in una<br />

<strong>di</strong>versa, ma sempre in un luogo <strong>di</strong>verso.<br />

<strong>La</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, invece, era una <strong>di</strong>chiarazione con <strong>la</strong> quale il debitore<br />

or<strong>di</strong>nava o invitava un suo rappresentante o corrispondente (trattario) <strong>di</strong> pagare<br />

al cre<strong>di</strong>tore (pren<strong>di</strong>tore) <strong>la</strong> somma dal primo ricevuta in <strong>cambio</strong> 2. I soggetti,<br />

quin<strong>di</strong>, che comparivano <strong>nel</strong>le <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> erano quattro: il traente o<br />

emittente, cioè colui che or<strong>di</strong>nava il pagamento; il trattario, cioè colui al quale<br />

veniva or<strong>di</strong>nato il pagamento; il beneficiario, colui che doveva ricevere il<br />

pagamento; ed infine il numerante o remittente, che aveva versato al traente <strong>la</strong><br />

valuta. Facciamo un esempio pratico: una persona, dovendo effettuare<br />

pagamenti fuori piazza ed eliminare i rischi inerenti al trasporto <strong>di</strong> grosse<br />

quantità <strong>di</strong> denaro, depositava <strong>nel</strong>le mani <strong>di</strong> un banchiere o <strong>di</strong> un mercante del<strong>la</strong><br />

propria città <strong>la</strong> somma dovuta in moneta locale; a sua volta quest'ultimo<br />

or<strong>di</strong>nava per iscritto ad un'altra persona <strong>di</strong> altra città, col quale intratteneva<br />

rapporti d'affari <strong>di</strong> pagare al<br />

____________<br />

1 - Per <strong>la</strong> storia in generale del<strong>la</strong> cambiale, ci rifacciamo a G. CASSANDRO,<br />

Cambiale (storia), in ENCICLOPEDIA DEL DIRITTO, vol. V, Mi<strong>la</strong>no, 1959, pp. 827 -<br />

838; e, dello stesso, Vicende storiche del<strong>la</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, in "BOLLETTINO STORICO<br />

DEL BANCO DI NAPOLI", IX-XII, 10- 16.<br />

2 - E’ controverso se il pagherò cambiario o vaglia cambiario o cambiale propria,<br />

derivi <strong>di</strong>rettamente dall'originario contratto <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, oppure dal<strong>la</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, da<br />

quando, cioè, fu possibile che l'emittente, al posto <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare ad altri <strong>di</strong> pagare, obbligasse<br />

se stesso, ferma restando <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza dei luoghi. Sembra, per il Cassandro, che<br />

quest'ultima ipotesi sia preferibile.<br />

151


cre<strong>di</strong>tore una somma, in moneta <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> piazza o <strong>di</strong> altra, corrispondente a<br />

quel<strong>la</strong> depositata dal primo datore. Infine <strong>la</strong> girata, che cominciò a comparire<br />

verso gli inizi del XV <strong>sec</strong>olo 3 ma che si sviluppò ai primi del <strong>sec</strong>olo <strong>XVII</strong>,<br />

agevolò moltissimo <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione ed il volume degli affari una so<strong>la</strong> lettera <strong>di</strong><br />

<strong>cambio</strong> rendeva possibile l'estinzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi debiti.<br />

Le <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, infine, venivano liquidate <strong>nel</strong>le piazze e <strong>nel</strong>le fiere<br />

tramite un delicato meccanismo <strong>di</strong> compensazioni: gli importi <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>versa<br />

venivano ragguagliati in riferimento ad una moneta fittizia <strong>di</strong> mero conteggio<br />

costituita appositamente. Il tutto sempre sotto <strong>la</strong> spada <strong>di</strong> Damocle del<strong>la</strong><br />

censura per usura <strong>delle</strong> leggi canoniche.<br />

Un modo controverso <strong>di</strong> pagamento <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, causa <strong>di</strong><br />

liti fra mercanti e <strong>di</strong> lunghe controversie giuri<strong>di</strong>che, era <strong>la</strong> girata in banco,<br />

l'iscrizione, cioè, nei libri <strong>di</strong> un banco del<strong>la</strong> somma del <strong>cambio</strong> a favore del<br />

beneficiario: sembra che l'effetto liberatorio dell'iscrizione non fosse<br />

riconosciuto in tutte le città (<strong>nel</strong> Regno <strong>di</strong> Napoli era riconosciuto). Ovviamente<br />

i problemi nascevano <strong>nel</strong> caso che <strong>la</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> non fosse stata accettata<br />

oppure, se accettata, non fosse stata pagata: bisognava sollevare a quel punto <strong>la</strong><br />

“protestatio” (il protesto); una obbligazione questa che riguardava innanzitutto<br />

il trattario stesso. Il protesto era <strong>la</strong>rgamente usato <strong>nel</strong> corso del XIV <strong>sec</strong>olo, ma<br />

il primo documento <strong>di</strong> cui abbiamo notizia è del 1413 ed è contenuto in un<br />

registro del notaio Giuliano Ca<strong>nel</strong><strong>la</strong> <strong>di</strong> Genova 4. Esso era volto in primo luogo<br />

a precisare il tasso ufficiale dei cambi al momento dell'inadempimento, in<br />

modo che fosse certo il tasso al quale il beneficiario o il trattario o l'onorante<br />

che volesse accettare e pagare sub protestatione erano legittimati a trarre sopra<br />

l'emittente, cioè a “fare re<strong>cambio</strong>”, come si soleva <strong>di</strong>re.<br />

Nel Regno <strong>di</strong> Napoli <strong>la</strong> materia <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> era stata rego<strong>la</strong>ta<br />

da una serie <strong>di</strong> prammatiche, raggruppate sotto il titolo De Literis cambii, seu<br />

tesseris collybisticis et apochis banci 5. <strong>La</strong> prima fu emanata il 14 maggio 1565 e<br />

nacque dall'esigenza <strong>di</strong> porre <strong>delle</strong> regole al<strong>la</strong> prassi, ormai consolidata, <strong>nel</strong><strong>la</strong><br />

materia dei cambi: vennero determinati il giorno, il martedì <strong>di</strong> ogni settimana, e<br />

le modalità <strong>di</strong> pagamento e riscossione; le<br />

____________<br />

3 - Sembra che <strong>la</strong> prima lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>di</strong> cui si ha notizia che contenga una<br />

girata, sia stata emessa il 5 febbraio 1410, ed è contenuta <strong>nel</strong>l'archivio Datini <strong>di</strong> Prato.<br />

4 - A. ARCANGELI, Svolgimento storico dell'intervento cambiario, Mi<strong>la</strong>no, 1912.<br />

5 - L. GIUSTINIANI, Nuova collezione <strong>delle</strong> prammatiche del Regno <strong>di</strong> Napoli, tomo<br />

VII, Napoli, 1804, titolo CLXIII, pp. 85 - 122.<br />

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egole per porre un freno agli abusi riguardanti le accettazioni, il protesto e le<br />

e<strong>sec</strong>uzioni <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>; consacrato il titolo e<strong>sec</strong>utivo <strong>di</strong> queste (cosa<br />

pacifica anche negli altri paesi), <strong>la</strong> cosiddetta “e<strong>sec</strong>uzione parata”, alle <strong>lettere</strong><br />

accettate dal principale oppure da persona che legittimamente avesse <strong>la</strong> potestà<br />

<strong>di</strong> obbligare il principale stesso, e alle <strong>lettere</strong> ritornate con protesto <strong>nel</strong> Regno.<br />

Circa quarant'anni dopo, il 30 giugno 1607, venne emanata un'altra<br />

prammatica volta a porre un freno agli eccessivi ed esorbitanti prezzi a cui<br />

avvenivano i cambi, con gravi danni per i mercanti e per lo stato stesso: furono,<br />

cosi, inderogabilmente stabilite le cifre dei cambi rispetto alle varie fiere 6. Dopo<br />

pochi mesi, però, l'8 novembre dello stesso anno, fu emanata un'altra<br />

prammatica con <strong>la</strong> quale si sospendeva per un anno esatto <strong>la</strong> precedente,<br />

prorogata <strong>di</strong> sei mesi prima e poi a tempo indeterminato con <strong>la</strong> prammatica<br />

del 31 maggio 1609, per poter procedere facilmente al<strong>la</strong> contrattazione per il<br />

pagamento, sulle varie piazze, <strong>delle</strong> grosse quantità <strong>di</strong> grano necessarie al<br />

sostentamento del<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Napoli. Si passò, così, dal sistema dei prezzi fissi, a<br />

quello, tipico <strong>delle</strong> borse, dei prezzi fluttuanti; cioè dei prezzi da stabilirsi <strong>di</strong><br />

volta in volta, da parte dei sei Deputati nominati ogni tre mesi, in base alle<br />

<strong>di</strong>verse piazze d'Italia: in pratica, al<strong>la</strong> mattina del giorno designato, il giovedì <strong>di</strong><br />

ogni settimana, ricevute tutte le <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, si procedeva al<strong>la</strong><br />

determinazione del prezzo.<br />

Molto importante per <strong>la</strong> storia <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>nel</strong> Regno <strong>di</strong><br />

Napoli, fu <strong>la</strong> prammatica V del 9 giugno 1617. Questa, oltre a determinare<br />

tassativamente le modalità ed i termini <strong>di</strong> pagamento, l'accettazione, il protesto<br />

e l'e<strong>sec</strong>uzione <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, in modo da provvedere al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne che<br />

si era venuto a creare per il mancato, dovuto rigore in materia, stabili<br />

inderogabilmente che <strong>la</strong> competenza esclusiva, <strong>nel</strong>le questioni dei cambi, fosse<br />

del Regio Col<strong>la</strong>teral Consiglio e del suo delegato, il Commissario per gli affari<br />

<strong>di</strong> <strong>cambio</strong>. Questo tribunale aveva prevalentemente funzioni legis<strong>la</strong>tive: doveva<br />

assistere, consigliare ed anche control<strong>la</strong>re il vicerè, il quale, a sua volta, doveva<br />

obbligatoriamente sentirne il parere. Era competente, inoltre, in materia fiscale,<br />

poteva avocare a sè le cause <strong>di</strong> qualsiasi altro tribunale (fossero esse decise o<br />

meno), e, <strong>nel</strong> campo del<strong>la</strong> giustizia, il suo compito fu esteso al<strong>la</strong> <strong>di</strong>samina <strong>delle</strong><br />

suppli-<br />

____________<br />

6 - Per esempio, fino a quel momento <strong>nel</strong> Regno, per avere uno scudo d'oro <strong>di</strong><br />

marche fiera <strong>di</strong> Piacenza, bisognava pagare fino a grana 152, questa prammatica fissò,<br />

invece, il prezzo tassativo <strong>di</strong> 130 grana.<br />

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che e <strong>delle</strong> domande <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> revisione. Si a<strong>di</strong>va in forma <strong>di</strong> supplica.<br />

Carlo <strong>di</strong> Borbone, <strong>nel</strong>l'intento <strong>di</strong> riformare le istituzioni, lo abolì sostituendolo<br />

con <strong>la</strong> Real Camera <strong>di</strong> Santa Chiara che rilevò quasi tutte le competenze del<br />

Col<strong>la</strong>terale. Questo nuovo tribunale, però, non ebbe vita lunga: dopo Carlo,<br />

infatti, sotto Fer<strong>di</strong>nando, venne a svolgere solo funzioni molto modeste in<br />

campo giu<strong>di</strong>ziario ed amministrativo 7.<br />

Le prammatiche che furono emanate fino al<strong>la</strong> fine del 1600 (11 luglio<br />

1618, maggio 1622, 27 luglio 1632, 16 maggio e 27 settembre 1648, 17 ottobre<br />

1686, 4 gennaio e 31 maggio 1690), erano tutte volte a rego<strong>la</strong>re le modalità <strong>di</strong><br />

pagamento e riscossione <strong>delle</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>: le monete con le quali<br />

potevano essere effettuati i pagamenti, i prezzi per ogni piazza ai quali i cambi<br />

potevano avvenire, ed infine i <strong>di</strong>vieti, sanciti dal<strong>la</strong> prammatica emanata il 4<br />

gennaio 1690, <strong>di</strong> introdurre nuove forme <strong>di</strong> <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> e <strong>di</strong> ammettere<br />

<strong>nel</strong> Regno quelle, <strong>di</strong> qualsiasi altra piazza o fiera, che contenessero girate.<br />

Testimonianze, questi continui interventi, dell'esigenza <strong>di</strong> sopprimere, o almeno<br />

limitare, le continue spinte autonomistiche del<strong>la</strong> pratica quoti<strong>di</strong>ana, a scapito del<br />

buon andamento comune.<br />

Alfonso d'Aragona aveva istituito, con <strong>la</strong> prammatica del 1 agosto 1447,<br />

<strong>la</strong> <strong>Regia</strong> Dogana del<strong>la</strong> mena <strong>delle</strong> pecore <strong>di</strong> Puglia, <strong>la</strong> struttura che caratterizzò<br />

<strong>la</strong> vita economica, politica e sociale del Tavoliere <strong>delle</strong> Puglie fino agli inizi del<br />

1800. Essa nasceva dall'esigenza <strong>di</strong> rego<strong>la</strong>mentare, in favore del fisco, l'antico<br />

costume, risalente ai tempi dei romani, <strong>di</strong> portare, durante <strong>la</strong> stagione invernale,<br />

gli animali a pasco<strong>la</strong>re su quelle terre dal clima mite. In pratica il sovrano pensò<br />

<strong>di</strong> concedere in affitto ai padroni degli animali, gli erbaggi necessari al pascolo<br />

<strong>di</strong>etro il pagamento <strong>di</strong> un prezzo, <strong>la</strong> fida, per ogni capo <strong>di</strong> bestiame.<br />

Per tute<strong>la</strong>re il buon andamento del<strong>la</strong> Dogana, re Alfonso concesse ai<br />

padroni degli animali obbligati <strong>di</strong>etro contratto (il cosiddetto contratto <strong>di</strong><br />

“fida”) a condurre le loro bestie ai pascoli fiscali, che con quello <strong>di</strong>venivano<br />

“locati”, cioè sud<strong>di</strong>ti del<strong>la</strong> <strong>Regia</strong> Dogana, vari privilegi che agevo<strong>la</strong>vano<br />

notevolmente le loro con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro: esenzioni dal pagamento <strong>di</strong><br />

dazi e gabelle varie, <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> passaggio, <strong>di</strong> utilizzare acque, legna, riposi e <strong>di</strong>fese<br />

per <strong>la</strong> notte, ecc., ma, tra tutti, il più importante era quello del foro privilegiato<br />

del<strong>la</strong> Dogana, un privilegio, questo, più volte<br />

____________<br />

7 - R. PESCIONE, Corti <strong>di</strong> giustizia <strong>nel</strong>l'Italia meri<strong>di</strong>onale, Napoli, 1924.<br />

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iba<strong>di</strong>to <strong>nel</strong> corso dei <strong>sec</strong>oli 8, che affidava ai giu<strong>di</strong>ci doganali tutte le vertenze<br />

civili e penali che, in qualsiasi modo, riguardassero i locati, sottraendoli ad ogni<br />

altro tipo <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione (si pensi a quanto potesse essere iniqua <strong>la</strong> giustizia dei<br />

signori locali).<br />

Questo, ovviamente, non poteva non far nascere dei conflitti <strong>di</strong><br />

competenza tra i tribunali del Regno <strong>di</strong> Napoli, in partico<strong>la</strong>re tra il Regio<br />

Col<strong>la</strong>teral Consiglio ed il Tribunale del<strong>la</strong> Dogana il cui giu<strong>di</strong>ce, il Doganiere, era<br />

dotato <strong>di</strong> mero et mixto imperio, ac g<strong>la</strong><strong>di</strong>i potestate. Infatti, come risulta dagli atti dei<br />

processi civili conservati <strong>presso</strong> l'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Foggia 9, il Tribunale<br />

foggiano era solito occuparsi anche <strong>delle</strong> questioni riguardanti le <strong>lettere</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>cambio</strong>. Ad<strong>di</strong>rittura avocava a sé cause iniziate <strong>presso</strong> altri tribunali: per<br />

esempio, <strong>nel</strong> 1652 Antonio d'Onofrio, carcerato in Lucera per un debito<br />

derivante da una lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> da lui emessa <strong>nel</strong> 1647, che tra l'altro<br />

sosteneva d'aver onorato, chiese ed ottenne <strong>di</strong> essere trasferito <strong>di</strong>nanzi ai giu<strong>di</strong>ci<br />

del<strong>la</strong> Dogana proprio in quanto locato del<strong>la</strong> stessa 10. Ancora, <strong>nel</strong>lo stesso anno,<br />

vi fu un'altra avocazione al tribunale doganale <strong>di</strong> un processo promosso <strong>di</strong>nanzi<br />

<strong>la</strong> <strong>Regia</strong> U<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Lucera per il recupero <strong>di</strong> un cre<strong>di</strong>to ex polizza <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> 11.<br />

Lo stesso avvenne, <strong>nel</strong> 1655, per una causa iniziata <strong>presso</strong> <strong>la</strong> Corte <strong>di</strong> Melfi 12 .<br />

Nel 1667, invece, vi fu un processo in cui l'attore, un tal Marino Stabile,<br />

pubblico mercante <strong>di</strong> S. Nicandro, carcerato <strong>presso</strong> <strong>la</strong> <strong>Regia</strong> Dogana ad istanza<br />

<strong>di</strong> Carlo Pertosa per pretesa sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> due <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>, chiese <strong>la</strong><br />

trasmissione degli atti, per competenza, dal tribunale del<strong>la</strong> Dogana, al Regio<br />

Col<strong>la</strong>teral Consiglio <strong>presso</strong> il duca <strong>di</strong> S. Angelo, in quanto Commissario per gli<br />

affari <strong>di</strong> <strong>cambio</strong>. Agli atti del processo venne allegato un documento regio,<br />

emanato il 30 ottobre 1664, che oltre a riba<strong>di</strong>re <strong>la</strong> competenza esclusiva del<br />

Regio Col<strong>la</strong>teral Consiglio ed, ovviamente, del suo delegato, in materia <strong>di</strong><br />

cambi, faceva <strong>di</strong>vieto assoluto<br />

____________<br />

8 - Più dettagliatarnente riman<strong>di</strong>amo al nostro Il contratto <strong>di</strong> fida <strong>presso</strong> <strong>la</strong> Dogana <strong>di</strong><br />

Foggia nei <strong>sec</strong>oli XV-<strong>XVII</strong>I (una base per una costruzione), Foggia, 1993, [Col<strong>la</strong>na <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Contemporanei e<strong>di</strong>ta dal<strong>la</strong> Banca Popo<strong>la</strong>re Dauna <strong>di</strong> San Paolo <strong>di</strong> Civitate].<br />

9 - A.S.F., Dogana del<strong>la</strong> mena <strong>delle</strong> pecore <strong>di</strong> Puglia, serie II.<br />

10 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 6, fasc. 126.<br />

11 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 8, fasc. 169.<br />

12 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 18, fasc. 500.<br />

13 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 50, fasc. 1527.<br />

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al Tribunale <strong>di</strong> Foggia ed agli altri del Regno <strong>di</strong> interferire in quelle faccende,<br />

sotto pena <strong>di</strong> falso, nullità d'atti e quanto ancora si fosse ritenuto ad arbitrio<br />

del<strong>la</strong> <strong>Regia</strong> Corte 13.<br />

Questo certo non frenò l'attività dei giu<strong>di</strong>ci del<strong>la</strong> Dogana in materia<br />

cambiaria; molti processi aventi per oggetto <strong>lettere</strong> <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> seguirono negli<br />

anni: per esempio, <strong>nel</strong> 1671, un certo Antonio Carnevale chiese l'invalidazione<br />

<strong>di</strong> una sua lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>di</strong> 45 ducati, emessa, con il nome del cre<strong>di</strong>tore in<br />

bianco, <strong>nel</strong>l'ottobre del 1670 da pagarsi <strong>nel</strong> maggio seguente <strong>nel</strong><strong>la</strong> città <strong>di</strong><br />

Napoli. Quegli spedì <strong>la</strong> lettera in un plico chiuso, ma il destinatario, tal<br />

Liberatore Massa <strong>di</strong> Napoli, <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong> non aver mai ricevuto nul<strong>la</strong>; <strong>la</strong> nullità<br />

del<strong>la</strong> lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> era in<strong>di</strong>spensabile per evitare che potesse essere<br />

indebitamente riscossa da altri, proprio perché in bianco 14 .<br />

Ancora, <strong>nel</strong> 1685, vi fu una causa in cui l'attore, Nico<strong>la</strong> Tortorel<strong>la</strong>,<br />

<strong>la</strong>mentò il non pagamento <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> <strong>cambio</strong> <strong>di</strong> 220 ducati emessa in suo<br />

favore il 19 maggio dello stesso anno. I convenuti, Francesco Azzarito, Vito<br />

Piccioni e Gaetano Retaino, debitori in solido, furono arrestati e carcerati in<br />

Foggia, i loro beni sequestrati e venduti. Il tribunale del<strong>la</strong> Dogana li condannò<br />

al pagamento del<strong>la</strong> somma e degli interessi maturati dal giorno del<strong>la</strong> scadenza<br />

fino al 16 giugno 1686 (data in cui ebbe termine il processo) 15.<br />

<strong>La</strong> soluzione del conflitto tra il Consiglio Col<strong>la</strong>terale ed il tribunale<br />

pugliese, me<strong>di</strong>ana tra le contrapposte pretese, avvenne <strong>nel</strong> 1705 ad opera del<br />

Reggente Nico<strong>la</strong> Gascon, marchese <strong>di</strong> Acerno, Commissario generale dei<br />

cambi, il quale stabilì che <strong>la</strong> competenza esclusiva in quel<strong>la</strong> materia fosse sempre<br />

del Regio Consiglio, ma che per le controversie riguardanti i locati del<strong>la</strong><br />

Dogana, essa potesse essere affidata, in via subor<strong>di</strong>nata e delegata, all'U<strong>di</strong>tore<br />

Parise in qualità <strong>di</strong> Suddelegato dei cambi in Foggia 16. Una soluzione, però, non<br />

definitiva visti i continui contrasti che seguirono negli anni.<br />

____________<br />

14 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 59, fasc. 1844.<br />

15 - A.S.F., Dogana, serie II, busta 88, fasc. 2575.<br />

16 - P. Di CICCO, <strong>La</strong> Suddelegazione dei cambi <strong>presso</strong> <strong>la</strong> Dogana <strong>di</strong> Foggia, Foggia,<br />

1970, [Quaderni de “<strong>la</strong> CAPITANATA”, 10].<br />

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