Microbiologia industriale - Kataweb
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i, bisogna evitare i meccanismi regolatori<br />
che dirigono la sintesi degli enzimi e la<br />
loro attività nei microrganismi. Questi<br />
meccanismi si sono evoluti per regolare le<br />
reazioni enzimatiche, dato che, generalmente,<br />
è dannoso, per un organismo in<br />
natura, avere una sovraproduzione di<br />
metaboliti interni. Se ciò avviene, l'organismo<br />
si limita semplicemente a secernerli<br />
nell'ambiente perché altri organismi li<br />
consumino. A parità di condizioni, il microrganismo<br />
sovraproduttore si trova<br />
svantaggiato da un punto di vista competitivo<br />
e generalmente non sopravvive. In<br />
natura, però, le condizioni non sono sempre<br />
le stesse e quindi alcuni microrganismi<br />
riescono a sopravvivere nella loro<br />
nicchia ecologica anche se il loro metabolismo<br />
è in una certa misura meno regolato<br />
di quello degli altri microrganismi. I ceppi<br />
meno regolati sono i più ricercati da parte<br />
dei microbiologi nei programmi di screening<br />
su grande scala. Una volta che un<br />
microrganismo leggermente sregolato sia<br />
portato in laboratorio, il microbiologo<br />
tenta di sfruttare o di evitare i meccanismi<br />
naturali di regolazione manipolando o la<br />
nutrizione o la genetica della coltura.<br />
er l'industria della fermentazione, i<br />
ppiù importanti metaboliti primari<br />
sono gli amminoacidi, i nucleotidi purinici,<br />
le vitamine e gli acidi organici. L'acido<br />
citrico, per esempio, è prodotto da muffe<br />
quando si crea uno squilibrio nutritivo<br />
con la limitazione di certi minerali, come<br />
ferro e manganese. Nella maggior parte<br />
dei processi industriali, per ottenere elevati<br />
livelli di formazione di metaboliti, si<br />
combinano manipolazioni genetiche e<br />
ambientali. Risultati notevoli si sono avuti<br />
con la sovraproduzione di riboflavina<br />
(vitamina B 2) da parte della muffa Ashbya<br />
gossypii pari a 20 000 volte la produzione<br />
normale e la sovraproduzione di<br />
cobalammina (vitamina B 12) da parte dei<br />
batteri Propionibacterium shermanii e<br />
Pseudomonas denitrificans pari a 50 000<br />
volte la produzione normale.<br />
Di tutti i prodotti tradizionalmente ottenuti<br />
per fermentazione i più importanti<br />
per la salute dell'uomo sono i metaboliti<br />
secondari. Questo gruppo comprende<br />
non solo gli antibiotici, ma anche tossine,<br />
alcaloidi e fattori di crescita delle piante.<br />
La loro struttura è molto varia; ognuno di<br />
essi è prodotto da una sola specie microbica<br />
o da un piccolo numero di specie e<br />
sono spesso formati da un miscuglio di<br />
sostanze strettamente collegate. In natura<br />
servono alla sopravvivenza delle specie,<br />
ma quando i microrganismi che li producono<br />
sono fatti crescere in colture pure, i<br />
metaboliti secondari non hanno più questa<br />
funzione.<br />
I più noti metaboliti secondari sono gli<br />
antibiotici. Ne sono stati scoperti già più<br />
di 5000 e se ne stanno scoprendo ancora a<br />
un tasso di circa 300 all'anno. Per la maggior<br />
parte sono inutili nel senso che per gli<br />
organismi viventi o sono tossici o sono<br />
inattivi. Per qualche ragione sconosciuta<br />
gli attinomiceti sono straordinariamente<br />
prolifici nella quantità di antibiotici che<br />
possono secernere; circa il 75 per cento di<br />
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tutti gli antibiotici sono infatti ottenuti da<br />
questi procarioti filamentosi e di questi il<br />
75 per cento è a sua volta prodotto da un<br />
singolo genere: Streptomyces.<br />
Nonostante gli antibiotici noti siano<br />
molti, se ne continua a cercare di nuovi.<br />
Sono necessari, infatti, per combattere sia<br />
gli organismi resistenti per natura sia<br />
quegli organismi che hanno acquisito la<br />
resistenza per mutazione; sono necessari<br />
anche per produrre farmaci più sicuri. I<br />
chimici lavorano costantemente per modificare<br />
le strutture naturali scoperte dai<br />
microbiologi e questi antibiotici semisintetici<br />
hanno già un'importante funzione<br />
nella pratica clinica, oltre che in altri campi:<br />
per esempio, per favorire la crescita<br />
degli animali da allevamento e nel proteggere<br />
le piante da microrganismi dannosi.<br />
Il fattore più importante nel mantenere<br />
l'industria della fermentazione produttiva<br />
e competitiva rispetto all'industria<br />
chimica non biologica è la mutazione. Il<br />
microbiologo <strong>industriale</strong> può trattare un<br />
microrganismo con un agente mutageno<br />
che aumenta la frequenza di variazioni<br />
nei geni delle cellule di molti ordini di<br />
grandezza. Nonostante le mutazioni genetiche<br />
siano generalmente dannose all'organismo,<br />
qualche volta sono benefiche<br />
per l'uomo. Il microbiologo è spesso<br />
in grado di identificare queste variazioni<br />
(per esempio un aumento nella produzione<br />
di antibiotico) con opportuni procedimenti<br />
di screening e può conservarle indefinitamente.<br />
Di conseguenza, gli attuali<br />
ceppi industriali di Penicillium chrysogenum<br />
possono produrre una quantità di<br />
penicillina per unità di volume di brodo<br />
10 000 volte superiore a quella prodotta<br />
dalla coltura originale di Fleming.<br />
I mutanti inoltre producono occasionalmente<br />
un antibiotico modificato che<br />
presenta proprietà migliori. Sebbene<br />
questo risultato sia generalmente dovuto<br />
al caso, i microbiologi hanno di recente<br />
messo a punto una tecnica chiamata biosintesi<br />
mutazionale per mezzo della quale<br />
si possono ottenere nuovi antibiotici in<br />
modo più razionale.<br />
onostante i risultati raggiunti in cam-<br />
N po <strong>industriale</strong> dal metodo mutageno<br />
siano buoni, si tratta tuttavia di un procedimento<br />
lento e che richiede molta accuratezza.<br />
Negli ultimi anni i progressi compiuti<br />
nella genetica microbica sono stati<br />
così rapidi e sconvolgenti da creare una<br />
serie interamente nuova di opzioni per<br />
l'industria della fermentazione. Queste<br />
opzioni comprendono la fusione dei protoplasti,<br />
l'amplificazione dei geni e la tecnologia<br />
del DNA ricombinante. In natura<br />
le variazioni genetiche possono avere origine<br />
non soltanto per mutazione, ma anche<br />
per ricombinazione genetica tra due<br />
cellule di genotipo differente, creando<br />
una progenie che ha i geni di entrambi i<br />
genitori. Fino a poco tempo fa questo<br />
fenomeno non è stato molto sfruttato in<br />
campo <strong>industriale</strong> a causa della frequenza<br />
estremamente bassa della ricombinazione<br />
genetica nei ceppi industriali di cellule<br />
microbiche. Per esempio, l'incrocio di<br />
due ceppi della stessa specie di Strepto-<br />
myces dà origine a una sola cellula ricombinante<br />
su un milione di cellule non ricombinanti.<br />
Con la nuova tecnica di fusione dei protoplasti<br />
vengono però rimosse le pareti<br />
cellulari di ciascun tipo, vengono mischiati<br />
i protoplasti così ottenuti e si permette<br />
al prodotto della fusione di rigenerare la<br />
parete cellulare. Questo procedimento<br />
porta a un aumento notevole della frequenza<br />
della ricombinazione genetica con<br />
il risultato che molte specie di Streptomyces<br />
danno origine, dopo l'incrocio, ad<br />
almeno una cellula ricombinante su cinque.<br />
L'aumento nella frequenza di ricombinazione<br />
rende anche possibile riscontrare<br />
la ricombinazione genetica tra<br />
specie differenti. La fusione dei protoplasti<br />
viene ora sfruttata per ricombinare<br />
mutanti a lenta crescita, ma ad alta produttività,<br />
con i loro predecessori a crescita<br />
elevata per ottenere ceppi a crescita elevata<br />
e alta produttività; per ricombinare<br />
parecchi mutanti ad alta produttività a<br />
partire da un singolo trattamento mutageno<br />
oppure per separare trattamenti<br />
diversi al fine di ottenere una combinazione<br />
additiva, o forse addirittura sinergica,<br />
di mutazioni a produzione migliorata;<br />
per produrre inoltre nuovi antibiotici<br />
ibridi unendo ceppi strettamente correlati<br />
che producono antibiotici differenti.<br />
L'amplificazione genica è un altro metodo<br />
di manipolazione genetica con un<br />
grande potenziale per la microbiologia<br />
<strong>industriale</strong>. Con questa tecnica i geni sono<br />
amplificati, o duplicati, forzando i plasmidi<br />
che li portano a riprodursi rapidamente.<br />
(I plasmidi sono piccoli frammenti<br />
circolari di DNA extracromosomico, che<br />
portano da due a 250 geni e che possono<br />
esistere o autonomamente nel citoplasma<br />
di una cellula o come parte integrativa del<br />
cromosoma.) Quando sono allo stato<br />
autonomo, i plasmidi generalmente si riproducono<br />
o allo stesso tasso o a un tasso<br />
più elevato dei cromosomi. Nonostante<br />
normalmente vi siano dalle due alle 30<br />
copie di un plasmide per cellula, i plasmidi<br />
possono essere forzati a riprodursi molto<br />
più velocemente del DNA cromosomico,<br />
producendo fino a 3000 copie di plasmide<br />
per cellula.<br />
La tecnica dell'amplificazione genica è<br />
stata largamente impiegata in batteri<br />
come Escherichia coli. In teoria è ora possibile<br />
trasferire qualsiasi gene cromosomico<br />
(o grappolo di geni) a un plasmide e<br />
amplificare il gene portando la produzione<br />
della proteina per la quale il gene codifica<br />
a livelli molto alti. Quasi tutte le specie<br />
batteriche contengono plasmidi, e così<br />
gli eucarioti e i lieviti. Per l'industria della<br />
fermentazione è molto importante che<br />
virtualmente tutte le specie che producono<br />
antibiotici contengano plasmidi che<br />
incorporano o i geni strutturali per la produzione<br />
di antibiotici o i geni che regolano<br />
l'espressione di tali geni.<br />
Oltre ai plasmidi, anche i batteriofagi<br />
possono servire per trasferire e amplificare<br />
i geni. Grazie all'introduzione delle<br />
tecniche di amplificazione dei geni, si otterranno<br />
nuovi processi per la produzione<br />
di enzimi e di metaboliti primari dato che<br />
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lillU lui III IHI<br />
11131113i11111 I 1111<br />
11011<br />
processo dei fanghi attivi impiega una complessa popolazione di<br />
microrganismi per la purificazione e la degradazione degli scoli e dei<br />
rifiuti industriali. In questa fotografia aerea verticale, ripresa da un'al-<br />
t<br />
'11 how<br />
tezza di circa 1500 metri, è visibile un grande impianto di trattamento<br />
dei rifiuti basato su questo processo, a sud-ovest di Chicago,<br />
sull'argine del Chicago Sanitary and Ship Canal. Il nord è a sinistra.<br />
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