CIBO IN GABBIA - marchio Ospitalità Italiana

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20.06.2013 Views

AIR ONE MAGAZINE by VDG MAGAZINE VIAGGI DEL GUSTO | ANNO 3 | N.26 | MENSILE | EURO 3,90 maGazine i Viaggi del Gusto magazine MAGGIO 2013 Federalimentare Gruppo Italiano Vini Antonello Martinez Lungo le strade dell’aceto Chinotto, non solo bollicine Riccardo Illy Renzo Arbore Le mete del turismo religioso La dieta vegetariana I Latini di Bruxelles Il marchio che certifica i migliori hotel e ristoranti in Italia e nel mondo

AIR ONE MAGAZ<strong>IN</strong>E by VDG MAGAZ<strong>IN</strong>E VIAGGI DEL GUSTO | ANNO 3 | N.26 | MENSILE | EURO 3,90<br />

maGazine<br />

i Viaggi del Gusto<br />

magazine MAGGIO 2013<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Federalimentare Gruppo Italiano Vini Antonello Martinez<br />

<br />

Lungo le strade dell’aceto Chinotto, non solo bollicine<br />

<br />

Riccardo Illy Renzo Arbore<br />

<br />

Le mete del turismo religioso<br />

La dieta vegetariana<br />

<br />

<br />

I Latini di Bruxelles<br />

Il <strong>marchio</strong> che<br />

certifica i migliori<br />

hotel e ristoranti<br />

in Italia e nel mondo


The new Fragrance<br />

for Him and Her<br />

Nell’intenso e profondo blu del mare di Capri, vicino ai maestosi<br />

Faraglioni, nasce un sentimento, un romantico amore che profuma di<br />

armonia e che coinvolge i sensi come un colore denso e indimenticabile.<br />

È Blunotte, per Lui e per Lei, indivisibili.<br />

In the intense and deep blue sea in Capri, near the majestic<br />

Faraglioni rocks, the birth of a feeling, a romantic love<br />

that smells of harmony and that involves the senses as a<br />

dense and unforgettable colour. Blunotte, for him<br />

and for her, inseparable.


magazine<br />

editoriale<br />

di Do m e n i c o marasco<br />

domenico.marasco@vdgmagazine.it<br />

Agroalimentare italiano: un potenziale “ingabbiato”<br />

Sui mercati mondiali dettano legge i furbi e i potenti. E l’Italia sta a guardare<br />

L’export del settore alimentare italiano ha chiuso il 2012 a<br />

24,8 miliardi di euro, l’8% in più rispetto all’anno precedente.<br />

Certamente un gran bel risultato. Ma proprio “quando<br />

tutto va bene, vuol dire che stiamo andando piano”, diceva<br />

un grande pilota automobilistico come Mario Andretti. Infatti,<br />

malgrado la nostra enogastronomia cresca sempre di più<br />

sui mercati mondiali, i prodotti contraffatti del food&wine<br />

italiano valgono ancora circa 702 miliardi di euro sul mercato.<br />

Un ricavo che ci viene “derubato” mentre di diritto,<br />

spetterebbe alla nostra economia. Ma il fatto è che viviamo<br />

in un sistema mondiale di scambi commerciali dove vige una<br />

situazione di confusione e di estrema complessità che, per<br />

certi versi, ha dell’incredibile. Così come è incredibile che il<br />

nostro Paese non sappia, non riesca, o forse non voglia, difendere<br />

e valorizzare al massimo i suoi prodotti. Se provate<br />

a certificare un prosciutto per esportarlo negli Stati Uniti o<br />

in Corea, vi passa la voglia. Per una grande azienda è complicato,<br />

per una piccola-media praticamente un calvario. Per<br />

converso, in Italia, siamo invasi da prodotti Apple, Microsoft,<br />

Samsung, Kia… che arrivano sui nostri mercati senza<br />

trovare alcuna difficoltà alle dogane. Non sarebbe più equo<br />

adottare un criterio di reciprocità? “Se tu vendi a me, io posso<br />

vendere a te”. Sarebbe tutto più semplice e più giusto,<br />

non trovate? E invece così non è. E, per quanto ci riguarda,<br />

a questo punto, vorremmo tanto capire cosa ci stiano a fare<br />

tutta la schiera di ambasciatori, consoli, funzionari Ice, dirigenti<br />

e dipendenti ministeriali, regionali, provinciali e di decine<br />

di altre strutture pubbliche deputate alla promozione e<br />

alla commercializzazione del made in Italy nel mondo, se poi<br />

è così difficile portare i nostri prodotti sui mercati dei Paesi<br />

terzi. Sulla carta, nel commercio internazionale, di accordi<br />

bilaterali e multilaterali, negoziati e intese di libero scambio<br />

ve ne sono a bizzeffe (dal Wto in giù), ma poi si scopre che<br />

tra il 2007 e il 2012 sono stati emessi dai vari Paesi ben 532<br />

misure restrittive. In sostanza, chi si protegge a destra e chi<br />

a sinistra. Le agevolazioni valgono solo per le multinazionali.<br />

Le quali, grazie alle loro schiere di legali che tutto possono,<br />

scorazzano sui mercati, infischiandosene delle regole e<br />

facendo il bello e il cattivo tempo. Qualche numero per capirci<br />

meglio: quasi il 90% del commercio globale di cereali è<br />

controllato da tre società soltanto (Adm, Bunge e Cargill). E<br />

più in generale, il settore agroalimentare mondiale è in mano<br />

a un pugno di aziende (Bunge, Adm, Monsanto, Du Pont,<br />

Cargill Walmart). Magari non ve ne accorgete neanche, ma<br />

ce le avete tutte sotto casa, se non dentro i vostri piatti. Ecco<br />

allora perché bisogna dare una scossa ai nostri dirigenti che<br />

si occupano di export, perché si facciano rispettare sui tavoli<br />

del commercio mondiale. A tutt’oggi, noi italiani non siamo<br />

nemmeno in grado di poter spedire, senza tanti intoppi, una<br />

bottiglia di vino per regalarla a un amico a New York! Figuriamoci<br />

quando dobbiamo spedire un bancale per venderlo! Ma<br />

non c’è bisogno di andare fino in America: le cose più inconcepibili<br />

avvengono a un palmo dal nostro naso. In Svizzera, ad<br />

esempio, i dazi doganali sull’importazione di prodotti alimentari<br />

sono insopportabili, mentre loro ci inondano di orologi.<br />

O in Spagna, dove, per via delle loro barriere non tariffarie, il<br />

Prosciutto di Parma non si può chiamare tale e non può usare<br />

la corona che è il suo storico simbolo. Di quale mercato globale<br />

andiamo cianciando allora? L’unico mercato veramente<br />

liberalizzato è quello dei furbi e dei potenti. Loro, potete scommetterci,<br />

di barriere non ne incontrano mai.<br />

Buon viaggio del gusto.<br />

maggio 2013 5


sommario maggio 2013<br />

6<br />

12 Dall’Italia e dal mondo<br />

16 La salute nel piatto<br />

Alimenti alleati: i piselli<br />

18 Scenari alimentari<br />

Nel 2013 consumi in picchiata<br />

20 Scienza e vita<br />

Dieta vegetariana, pro e contro<br />

22 Fatti e contraffatti<br />

Vongole: maneggiare con cura<br />

24 Almanacco di Barbanera<br />

26 Appuntamenti<br />

Cover story<br />

L’Italia è invasa da fotocamere<br />

giapponesi, iPad americani<br />

e orologi svizzeri. I nostri vini,<br />

salumi e formaggi,<br />

alle frontiere di mezzo mondo,<br />

sono frenati invece da burocrazia,<br />

dazi elevati e improbabili divieti<br />

sanitari. Ma non è solo<br />

protezionismo straniero. A<br />

tenere il cibo italiano “in<br />

gabbia” è soprattutto<br />

il nostro scarso peso politico<br />

negli accordi commerciali<br />

maggio 2013<br />

46<br />

panorama<br />

68<br />

36 Coverstory: Cibo in gabbia<br />

44 Lo studio, la spesa degli italiani<br />

46 Personaggi: Riccardo Illy<br />

Dal caffè al cioccolato al vino: storia di<br />

uno dei più grandi imprenditori italiani<br />

48 Un capocollo sul Tamigi<br />

Da Cisternino il pregiato salume made<br />

in Puglia sbarca nei magazzini Harrods<br />

50 Quel menù...spaziale<br />

Nemmeno in orbita gli astronauti<br />

italiani rinunciano a risotto e tiramisù<br />

52 Tendenze: il panino italiano<br />

Da pasto povero a sfizio gourmet, ecco<br />

le evoluzioni del più classico dei cibi fast<br />

54 Renzo Arbore<br />

Lo showman pugliese si racconta alle<br />

nostre inviate del gusto Isoardi e Gula<br />

56 <strong>Ospitalità</strong> italiana: Bruxelles<br />

Vera cucina partenopea nel cuore<br />

d’Europa: ecco a voi il ristorante I Latini<br />

60<br />

cibo&territorio<br />

60 Chinotto, non solo bollicine<br />

Nella riviera ligure per conoscere l’altra<br />

faccia di questo frutto piccolo e raro<br />

62 Sulle strade dell’aceto<br />

Scopriamo insieme storia, profumi e<br />

curiosità del più celebre derivato del vino<br />

66 Wine passion: il Teroldego<br />

Un vino rosso e corposo che in una terra<br />

di vini bianchi s’è fatto eleggere “Principe”<br />

68 Il buono a tavola, cucina lombarda<br />

70 Orto dei semplici, il basilico<br />

72 Il ristorante, il RistorArte di Cabras<br />

74 Food news


sommario maggio 2013<br />

8<br />

88<br />

inviaggio<br />

80 Itinerari spirituali<br />

Mete poco note e cammini religiosi da<br />

riscoprire: un filone turistico in ascesa<br />

84 Abruzzo mistico<br />

Seguendo il cammino di San Tommaso,<br />

scopriamo una terra ricca di fede e arte<br />

88 Sicilia, l’isola della fede<br />

Nel cuore del Mediterraneo sulla rotta<br />

dei pellegrini tra Palermo a Messina<br />

92 Nella Trapani “free”<br />

Volete visitare l’estrema punta della<br />

Sicilia occidentale? Da oggi è più facile<br />

94 La Val di Fiemme<br />

In mezzo alle Dolomiti trentine, una<br />

valle tutta “gusto, tradizione e natura”<br />

96 Città in 24 ore, Zurigo<br />

maggio 2013<br />

96<br />

100<br />

piaceri<br />

100 Le mani raccontano<br />

Il sigaro toscano: un simbolo storico<br />

della più autentica artigianalità italiana<br />

102 Soste d’arte<br />

104 Bellezza e benessere<br />

106 Camera con vista, Blevio<br />

107 Compagne di strada, Dacia Sandero<br />

108 Week-end relax, Nocera Umbra<br />

110 Libri<br />

112 Spettacoli<br />

114 Shopping<br />

124 Le selezioni di VdG<br />

114


TRA I VIGNETI<br />

NELLA CAMPAGNA<br />

STORICA DI VENEZIA<br />

In the countryside of Venice<br />

La famiglia Candoni De<br />

Zan produce pregiati vini<br />

utilizzando uve selezionate<br />

The Candoni De Zan<br />

family produces prestigious<br />

wines from selected grapes<br />

grown in their vineyards<br />

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visitare l’antica cantina<br />

degustare ed acquistare<br />

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10<br />

contributors maggio 2013<br />

FONDAZIONE<br />

VERONESI<br />

È stata voluta da Umberto<br />

Veronesi nel 2003<br />

essenzialmente per<br />

sostenere la ricerca<br />

scientifica. Ma il pallino<br />

del professore è stato<br />

sempre quello della<br />

divulgazione. Ecco allora<br />

che la Fondazione ha<br />

scelto VdG per spiegare al<br />

grande pubblico i concetti<br />

di salute e corretta<br />

alimentazione. pag. 16<br />

RICCARDO<br />

LAGORIO<br />

È nato a Brescia 44 anni<br />

fa, vive con la valigia<br />

sempre pronta, il blocnotes<br />

e la penna sempre<br />

in mano, ferri del mestiere<br />

di cronista vecchio<br />

stampo. Allievo prediletto<br />

di Luigi Veronelli, lo hanno<br />

definito “food scout”. E di<br />

scoperte del patrimonio<br />

gastronomico ne ha fatte<br />

davvero molte, migliaia.<br />

La sua corporatura ne è<br />

testimone.<br />

pagg. 62-97<br />

maggio 2013<br />

PAOLA<br />

GULA<br />

Trascorre la vita tra libri,<br />

assaggi e i 4 figli, sempre con<br />

il computer appresso pur di<br />

non perdere l’occasione di<br />

scrivere. Nonostante il lavoro<br />

di giornalista e assaggiatrice<br />

la porti in giro per il mondo,<br />

si sente un'inviata speciale<br />

che racconta le vicende<br />

gastronomiche di una delle<br />

provincie più vivaci d’Italia,<br />

quella di Cuneo.<br />

pag. 54<br />

ISA<br />

GRASSANO<br />

Lucana di nascita, bolognese<br />

d’adozione. Da piccola sognava<br />

di fare l’hostess o la giornalista.<br />

Quando s’è resa conto che non<br />

avrebbe superato l’1,60 di<br />

altezza, ha ripiegato sulla<br />

seconda opzione. Ma non ha<br />

rinunciato ai viaggi e al turismo,<br />

di cui scrive con passione e<br />

competenza. Tra voli aerei e<br />

pagine da riempire, ha anche<br />

trovato il tempo per creare un<br />

divertente manuale sulle “101<br />

cose da fare Gratis in Italia”.<br />

pag. 80<br />

ROBERTO<br />

RABACH<strong>IN</strong>O<br />

Piemontese, 54 anni,<br />

giornalista, scrittore, docente<br />

universitario e sommelier. Ha<br />

fatto del vino una ragione di<br />

vita e di lavoro, tanto da essere<br />

eletto presidente dei<br />

degustatori di tutto il mondo.<br />

Presiede anche l'associazione<br />

italiana della stampa<br />

agroalimentare e con il suo<br />

"Vocabolario del vino" ha<br />

vinto il concorso Internazionale<br />

Libri da Gustare. pag. 46<br />

hanno<br />

collaborato<br />

a questo<br />

numero:<br />

Lucrezia Argentiero<br />

Germana Cabrelle<br />

Piero Caltrin<br />

Olga Carlini<br />

Gilda Ciaruffoli<br />

Elena Conti<br />

Silvana Delfuoco<br />

Maria Pia Fanciulli<br />

Eleonora Fatigati<br />

Francesca Frediani<br />

Piergiorgio Greco<br />

Rosalia Imperato<br />

Elisa Isoardi<br />

Lucia Lipari<br />

Sabrina Merolla<br />

Nomisma<br />

Martha Pulina<br />

Rosario Ribbene<br />

Antonio Romeo<br />

Giovanni Romeo<br />

Fondazione Veronesi<br />

Saro Trovato<br />

magazine<br />

i Viaggi del Gusto<br />

Direttore Responsabile<br />

Domenico Marasco<br />

Coordinatore editoriale<br />

Francesco Condoluci<br />

Grafica e impaginazione<br />

Daniel Addai<br />

Carlo Fontana<br />

Editing<br />

Gilda Ciaruffoli<br />

Foto Editor<br />

Massimiliano Rella<br />

Gianluca Congiu<br />

Editore: Opera Italia Srl<br />

Via Pola, 15 20124 Milano<br />

Presidente: Roberto Patti<br />

Stampa: PuntoWeb Srl<br />

00040 Ariccia (Roma)<br />

Distribuzione Italia<br />

ME.PE. S.p.A.<br />

Abbonamenti<br />

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fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena<br />

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N.B. Ci riserviamo il diritto di accettare solo la<br />

comunicazione pubblicitaria coerente con i contenuti<br />

e le immagini della testata.<br />

Cerchiamo agenti e venditori<br />

di spazi pubblicitari<br />

Viaggi del Gusto Magazine e AirOne<br />

Magazine cercano persone di professionalità<br />

affermata, o da formare, nel settore della<br />

vendita di spazi pubblicitari e nel ruolo di<br />

agenti di commercio. L'area di lavoro è<br />

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Romagna, Toscana, Calabria, Campania,<br />

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12<br />

dall’Italia e dal mondo<br />

Anche in Europa<br />

speculatori all’assalto<br />

dei terreni agricoli<br />

The Guardian • Anche in Europa, la proprietà<br />

della terra sta finendo sempre più in mano a una<br />

ristretta cerchia di persone. Vasti tratti del continente<br />

europeo sono stati acquistati infatti da<br />

multinazionali, facoltosi uomini d’affari e fondi<br />

d’investimento. Un fenomeno del tutto analogo<br />

a quello che avviene già da anni nei Paesi in via<br />

di sviluppo, dove il cosiddetto land grabbing,<br />

cioè l’accaparramento delle terre, è una pratica<br />

assai diffusa tra gli speculatori finanziari. Grandi<br />

gruppi cinesi, fondi sovrani mediorientali ed<br />

hedge fund, così come oligarchi russi e colossi<br />

dell’industria agroalimentare, negli ultimi 10<br />

anni hanno intensificato l’acquisizione di terreni<br />

in tutta Europa, nell’obiettivo di concentrare il<br />

capitale e la ricchezza terriera in poche mani e<br />

impedire così alle persone comuni di dedicarsi<br />

all’agricoltura. È quanto emerge da una ricerca<br />

condotta dal Transnational Institute: secondo<br />

questo rapporto, il 50% dei terreni agricoli<br />

nell’Ue è di proprietà di poche grandi aziende<br />

agricole che rappresentano appena il 3% di<br />

tutte quelle (circa 12 milioni) presenti in Europa.<br />

Speculatori e investitori interessati alle materie<br />

maggio 2013<br />

di Francesco co n d o l u c i<br />

redazione1@vdgmagazine.it<br />

prime si stanno muovendo su ampie estensioni<br />

di terra, scalzando di fatto contadini e piccoli<br />

proprietari. Il fenomeno dilaga in particolare nei<br />

Paesi dell’ex Unione Sovietica, ma la concentrazione<br />

della terra sta accelerando ovunque. «Un<br />

“furto di terra” – si legge nel dossier – alimentato<br />

anche dalla PAC (Politica Agricola Comunitaria)<br />

dell’Unione Europea che ogni anno si fa catturare<br />

dai grandi gruppi agricoli un terzo dei sussidi<br />

destinati all’agricoltura. In Italia, ad esempio, nel<br />

2011, lo 0,29% delle aziende ha avuto accesso<br />

al 18% di tutti gli incentivi previsti dalla PAC, e<br />

lo 0,0001 di questi, ossia 150 aziende, hanno<br />

messo le mani sul 6% di tutti i sussidi. In Spagna,<br />

il 75% di tutte le sovvenzioni sono state prese da<br />

appena il 16% delle più grandi aziende agricole,<br />

e in Ungheria, nel 2009, l’8,6% dei grossi proprietari<br />

se n’è accaparrato il 72%». Sempre in<br />

Italia, sottolinea lo studio, circa 22 mila aziende<br />

con oltre 100 ettari controllano oltre 6,5 milioni<br />

di ettari di tutta l’area coltivabile del Paese. Se<br />

si escludono le terre demaniali, i restanti 4,5<br />

milioni di ettari sono concentrati nelle mani di<br />

19 mila aziende private.<br />

Il commento<br />

Che il cibo sarà “l’oro” di questo<br />

millennio, è cosa nota. Altro<br />

che petrolio! E a capirlo per<br />

primi, more solito, sono stati gli<br />

speculatori, la grande finanza e<br />

la grande industria. I quali, dopo<br />

essersi accaparrati buona parte<br />

della terra disponibile in Africa e<br />

Sudamerica, adesso – complice<br />

la recessione mondiale che<br />

ha messo in ginocchio le pmi<br />

agricole – muovono all’assalto<br />

dei terreni agricoli del Vecchio<br />

Continente, spodestando i<br />

piccoli agricoltori e sottraendo<br />

il capitale fondiario ai potenziali<br />

giovani agricoltori del futuro.<br />

Un fenomeno speculativo<br />

complesso ispirato tuttavia da un<br />

ragionamento molto semplice:<br />

con la crescita della popolazione<br />

globale fino a oltre 9 miliardi<br />

e la diffusione su scala sempre<br />

più larga del regime alimentare<br />

occidentale, riuscire a sfamare<br />

l’umanità entro i prossimi 20<br />

anni diventerà incredibilmente<br />

complicato. Ma per i pochi che<br />

deterranno la terra e le materie<br />

prime, questo significherà una<br />

sola cosa: profitti. Chi vorrà<br />

mangiare, dovrà pagare a<br />

caro prezzo, questa la sintesi<br />

economica del land grabbing che<br />

rappresenta un po’ il paradigma<br />

degli investimenti-alfa (minima<br />

spesa, massimo profitto).<br />

Non è un caso che a investire<br />

sull’agricoltura e sulle materie<br />

prime – settori fino a 20 anni fa<br />

vieppiù snobbati dalla finanza<br />

– oggi ci siano anche aziende<br />

e gruppi con core-business<br />

lontanissimi dal comparto di<br />

produzione del cibo. È notizia<br />

recentissima, ad esempio,<br />

che i fondatori di Twitter, il<br />

popolarissimo social network<br />

americano, stiano finanziando<br />

le ricerche e le sperimentazioni<br />

sulla carne sintetica. E prima di<br />

loro anche Bill Gates, il patron<br />

della Microsoft, non s’è lasciato<br />

sfuggire l’occasione per investire<br />

sui cereali geneticamente<br />

modificati.


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14<br />

rassegna stampa<br />

In hotel con un 1 euro? A Berlino si può!<br />

Il Sole 24 Ore • È la casa più piccola del mondo, alta 2 m e con una base di 70 cm x 100,<br />

leggera e facile da trasportare, smontare e rimontare. Un’idea di design per viaggiatori squattrinati<br />

alla ricerca di una vacanza alternativa. L’invenzione è di un noto architetto, Lee Van<br />

Bo-Mentzel e il prototipo è stato esposto a Berlino. Pernottare in queste piccole abitazioni<br />

mobili costa solo un euro e la<br />

casina di giorno può diventare<br />

anche un ufficio: girandola in<br />

verticale si trasforma infatti in<br />

un angolo con tanto di scrivania<br />

dove sedersi e lavorare.<br />

Questa casa permette anche di<br />

scegliere liberamente la posizione<br />

dell’alloggio: il piccolo hotel<br />

portatile in legno impermeabile<br />

e plexiglass è dotato di ruote<br />

per poter essere spostato e può<br />

passare dappertutto, anche nella<br />

metropolitana berlinese.<br />

A.A.A. pizzaioli<br />

cercasi per<br />

ristoranti italiani<br />

Italia Oggi • Nelle pizzerie<br />

italiane c’è bisogno di circa<br />

6 mila pizzaioli qualificati.<br />

L’80% di questo fabbisogno<br />

riguarda le piccole imprese e<br />

oltre un’assunzione su due,<br />

tra quelle non stagionali,<br />

è a tempo indeterminato.<br />

Eppure, nonostante la crisi e<br />

la disoccupazione, si fa fatica<br />

a trovare questi “specialisti<br />

della pizza”. Attualmente,<br />

nelle circa 50 mila pizzerie<br />

italiane, la forza lavoro complessiva<br />

arriva a 240 mila<br />

occupati e il fatturato aggregato<br />

è di circa 9 miliardi di<br />

euro. La difficoltà nel reperire<br />

personale esperto porta<br />

i gestori, almeno in un caso<br />

su cinque, ad accontentarsi<br />

di reclutare personale non<br />

qualificato da formare.<br />

maggio 2013<br />

UK: pangasio nel fish&chips<br />

Bbc • Se il consumo mondiale di pesce aumenta, con<br />

esso aumentano anche le frodi e i raggiri. Si è scoperto,<br />

ad esempio, che su larga scala i pesci costosi vengono<br />

sostituiti da prodotti a buon mercato. La regola vale<br />

anche per il piatto nazionale britannico, ovvero il classico<br />

fish&chips, pesce con patatine fritte. Indagini hanno<br />

svelato che al posto del tradizionale merluzzo alcune<br />

porzioni contengono altro pesce di natura ignota e potenzialmente<br />

pericoloso. In sostanza, almeno il 7% del pesce<br />

venduto come merluzzo, non lo è. E spesso il sostituto del<br />

merluzzo è il pangasio, una specie di origine vietnamita<br />

famigerata per l’inquinamento delle acque in cui vive.<br />

Acqua e pane all’arsenico, paura nel Viterbese<br />

Matteo Lunelli: fare<br />

sistema per sostenere<br />

il made in Italy<br />

Wine News • Altagamma, la<br />

fondazione che riunisce le aziende<br />

dell’eccellenza italiana i cui marchi<br />

si distinguono a livello internazionale,<br />

ha rinnovato i propri vertici<br />

eleggendo come nuovo presidente<br />

Andrea Illy. Ad affiancarlo, tra gli<br />

altri, Matteo Lunelli, delle cantine<br />

Ferrari, confermato nel CdA della<br />

Fondazione, diventando vicepresidente<br />

con delega per il settore<br />

alimentare. «Credo fortemente<br />

nelle potenziali sinergie che si<br />

possono creare nella promozione<br />

e comunicazione delle eccellenze<br />

del made in Italy – ha commentato<br />

Lunelli – oggi, più che mai,<br />

occorre muoversi uniti e l’obiettivo<br />

di Fondazione Altagamma è<br />

proprio quello di fare sistema per<br />

sostenere e tutelare l’eccellenza<br />

unendo le forze, favorendo il confronto<br />

e l’incontro di tante aziende<br />

protagoniste dei vari settori».<br />

AGI • Malgrado l’obbligo imposto agli enti locali da parte dell’Ue perché risolvessero l’emergenza in atto<br />

da tempo, nei rubinetti di 45 comuni della provincia di Viterbo e 5 comuni di quella di Roma, per un totale<br />

di circa 260 mila residenti interessati, l’acqua corrente continua a essere “non conforme, relativamente alla<br />

quantità di arsenico”. L’alta concentrazione di questa sostanza illegale e nociva negli acquedotti del Viterbese<br />

ha fatto scattare immediatamente anche l’allarme sul pane che viene prodotto utilizzando appunto l’acqua<br />

corrente e indagini sono state svolte anche sulla possibile contaminazione degli ortaggi. Il Codacons ha avviato<br />

un’azione risarcitoria a favore degli esercizi commerciali e dei cittadini dell’area a rischio avvelenamento.


ALBERTO SARDELLI Grafi ca e Stampa<br />

Welcome<br />

Azienda Agricola e Agriturismo “Le Torri”<br />

prop. Campiglioni S.p.A. - Via S. Lorenzo a Vigliano, 31 - 50021 Barberino Val d’Elsa (Fi) - Italia<br />

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16<br />

la salute nel piatto<br />

Perle (verdi)<br />

per un collier di salute<br />

Tanti gli effetti benefici degli isoflavoni contenuti nei piselli per il benessere<br />

della donna: aiutano a prevenire l’osteoporosi, inibiscono alcune fasi dello sviluppo<br />

del tumore al seno, contribuiscono a prevenire le malattie cardiovascolari…<br />

I piselli fanno parte della grande famiglia<br />

dei legumi. Si possono trovare freschi, ma<br />

anche surgelati, secchi o in scatola. Ovviamente<br />

i piselli freschi sono i migliori dal<br />

punto di vista nutrizionale, ma grazie alle<br />

nuove tecnologie anche quelli secchi o surgelati<br />

mantengono abbastanza bene le loro<br />

proprietà. Rispetto agli altri legumi, i piselli<br />

hanno un minore apporto di proteine<br />

e carboidrati e una maggiore quantità di<br />

acqua, e questo li rende meno calorici. Anche<br />

la fibra alimentare è presente in quantità<br />

minore, ma l’apporto resta significativo<br />

in confronto al fabbisogno giornaliero. I piselli<br />

sono ricchi di molti micronutrienti, tra<br />

cui ferro, calcio, potassio e vitamina B e C.<br />

Oggi però ci soffermiamo su una particolare<br />

classe di composti, molto piccoli, presenti<br />

nei piselli e in altri legumi: gli isoflavoni.<br />

Queste molecole vengono anche chiamate<br />

fitoestrogeni, cioè estrogeni di origine<br />

vegetale. Hanno una struttura simile agli<br />

estrogeni, ormoni prodotti dal nostro organismo,<br />

e quindi possono interagire con i<br />

loro recettori e regolarne gli effetti. Gli studi<br />

che indagano le attività degli isoflavoni<br />

maggio 2013<br />

sulla salute sono complicati da realizzare, in<br />

quanto l’apporto di queste piccole molecole<br />

cambia molto in base alla varietà e al periodo<br />

di raccolta dei piselli. Qualche effetto<br />

però è già emerso: sembra che gli isoflavoni<br />

aiutino a prevenire l’osteoporosi regolando<br />

l’attività estrogenica, inoltre sembrano<br />

inibire alcune fasi particolari dello sviluppo<br />

del tumore al seno, regolando la produzione<br />

di antinfiammatori. Più ampiamente<br />

dimostrata è la prevenzione delle malattie<br />

cardiovascolari, aumentando la resistenza<br />

del colesterolo all’ossidazione, in quanto<br />

l’ossidazione del colesterolo è il meccanismo<br />

alla base dell’aterosclerosi. I piselli<br />

secchi rappresentano un’ottima fonte di<br />

proteine, inoltre sono particolarmente digeribili<br />

perché privi di quella buccia tipica<br />

dei legumi che per alcuni è indigesta;<br />

tale particolarità li rende, unitamente alle<br />

lenticchie rosse decorticate, un alimento<br />

perfetto per l’infanzia. Inoltre, come tutti<br />

i legumi, se vengono accompagnati a un<br />

cereale (ad esempio al riso, come vuole la<br />

tradizione) coprono il fabbisogno di aminoacidi<br />

essenziali dell’organismo.<br />

A c u r A dellA re d A z i o n e scientificA fo n d A z i o n e Veronesi<br />

testi d i dA n i e l e BA n f i (g i o r nA l i s tA m e d i c o-scientifico)<br />

Il pieno<br />

di vitamina B<br />

Quelle del gruppo B sono<br />

vitamine essenziali a un corretto<br />

regime alimentare e le loro<br />

proprietà sono molto utili per<br />

evitare problemi di salute.<br />

Le vitamine B sono<br />

fondamentali, tra le altre cose,<br />

per il normale funzionamento<br />

del fegato e del sistema<br />

nervoso, ma innanzitutto sono<br />

importanti per la trasformazione<br />

dei carboidrati in glucosio e per<br />

il metabolismo dei lipidi e delle<br />

proteine. Esclusa la vitamina<br />

B12, nei piselli sono dalle 2 alle<br />

5 volte più abbondanti che in<br />

altre verdure. Nei piselli freschi,<br />

per ogni etto troviamo: vitamina<br />

B1 (0,4 mg), vitamina B2 (0,14<br />

mg), vitamina B3 (2,2 mg),<br />

vitamina B5 (0,45 mg), vitamina<br />

B6 (0,16 mg), vitamina B8 (5<br />

mg), vitamina B9 (70 mg).


Le migliori varietà dei più pregiati<br />

risi coltivati secondo tradizione<br />

Zone di coltivazione a microclima speciale<br />

Eccellente assorbimento dei condimenti<br />

Prodotto con tracciabilità di filiera<br />

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18<br />

scenari alimentari<br />

Consumi: gelo senza fine<br />

Non sono buone<br />

le prospettive<br />

per questo 2013.<br />

Le famiglie hanno<br />

già tagliato spese<br />

secondarie e sprechi,<br />

ma iniziano a tirare<br />

il freno anche sugli<br />

acquisti alimentari.<br />

Dieci mila i negozi<br />

chiusi e quasi<br />

altrettante le attività<br />

che hanno abbassato<br />

la saracinesca<br />

dall’inizio dell’anno.<br />

E la situazione non<br />

sembra migliorare<br />

Per saperne di più:<br />

agroalimentare@nomisma.it<br />

www.nomisma.it<br />

maggio 2013<br />

La recessione è più dura di ogni previsione, sia<br />

per intensità che per durata. Nel 2012 i consumi<br />

delle famiglie sono andati in caduta libera.<br />

Disoccupazione, pressione fiscale, diminuzione<br />

dei redditi e del potere d’acquisto, incertezza<br />

per il futuro sono tutti i fattori che hanno<br />

ridotto la spesa degli italiani. Nei primi mesi<br />

del 2013 non si registra nessuna inversione di<br />

tendenza per i consumi, anzi: l’indice tendenziale<br />

delle vendite (gennaio 2013 su gennaio<br />

2012) mostra una brusca frenata (-3%). Il<br />

calo riguarda sia i prodotti alimentari (-2,3%)<br />

che quelli non alimentari (-3,3%); tra questi,<br />

soffrono soprattutto i beni il cui l’acquisto<br />

può essere rimandato, in primis calzature<br />

(-5,1%), arredamento (-4,9%) e abbigliamento<br />

(-3,9%). Questa drastica contrazione dura<br />

da tempo: l’indice delle vendite dei prodotti<br />

non alimentari mostra il segno negativo da 21<br />

mesi quasi ininterrottamente. Gli indici annuali<br />

delle vendite dei prodotti alimentari, pur non<br />

brillando, sono stati lievemente positivi sia nel<br />

2011 (+0,5%) che nel 2012 (+0,2%). La vera<br />

novità è la sequenza di segni rossi registrata<br />

per i prodotti alimentari: sono già quattro<br />

mesi di fila che l’indice delle vendite è in contrazione,<br />

a segnalare che si comincia a risparmiare<br />

anche a tavola, in modo “strutturale”.<br />

L’altra novità del 2013 riguarda l’andamen-<br />

A curA d e l l’OsservAtOriO AgrOAlimentAre nO m i s mA<br />

to degli acquisti per tipologie di<br />

punto vendita. Non crollano solo le<br />

vendite nelle piccole superfici (-4,3%<br />

gennaio 2013 su gennaio 2012), in calo<br />

continuo da aprile 2012, ma frena anche la<br />

grande distribuzione (-1,5% a gennaio 2013)<br />

e per, la prima volta, arrancano le vendite alimentari<br />

nei discount (-0,2%). Una famiglia su<br />

3 dichiara di aver ridotto le quantità dei prodotti<br />

alimentari; un ulteriore 13% ha fatto invece<br />

leva sulla diminuzione della qualità del cibo<br />

per risparmiare. Diminuzione degli sprechi<br />

e contenimento dei consumi su tutte le categorie<br />

di prodotto sono dunque il diktat delle<br />

famiglie italiane. E gli effetti della progressiva<br />

contrazione delle vendite fanno strike sulla distribuzione<br />

commerciale: nel primo bimestre<br />

2013 sono spariti quasi 10 mila negozi, con<br />

un crollo verticale delle aperture di nuove attività<br />

(-50%). Le famiglie non hanno potere di<br />

acquisto nemmeno per i consumi fuori casa.<br />

Ne è testimonianza la chiusura dei pubblici<br />

esercizi che vivono oggi un momento disastroso:<br />

nel primo trimestre 2013 sono in chiusura<br />

oltre 9.500 bar e ristoranti. Lo scenario è<br />

desolante e non c’è alcun segnale in vista per<br />

poter sperare con timido ottimismo. Le uniche<br />

novità previste, ahinoi, sono ancora nuove<br />

tasse per le famiglie, Imu e Tares in primis.


20<br />

scienza e vita<br />

maggio 2013<br />

Dieta vegetariana:<br />

i pro e i contro<br />

Sono perlopiù le donne, soprattutto se colte, single e attente alla propria<br />

salute, a decidere di fare a meno della carne, se non di tutti i prodotti<br />

di origine animale. Una scelta di vita importante che va fatta con la dovuta<br />

serietà e attenzione, per evitare di privarsi di nutritivi fondamentali<br />

alla salute e incappare quindi in disturbi fisici, ma anche psichici<br />

“Un vegetariano è colui che non mangia nessun<br />

tipo di carne e di pesce”, recita una definizione<br />

scientifica del 2006. Fra i vegetariani,<br />

però, sussistono delle differenze fra chi<br />

consuma latte, formaggi e uova (lactoovo<br />

vegetariani) e chi non mangia alcun<br />

tipo di prodotto di origine animale<br />

(vegani). Poiché una dieta vegetariana<br />

è definita per ciò che non<br />

contiene, è evidente che la<br />

sua composizione possa<br />

essere estremamente<br />

variabile.<br />

di Giuseppe pu l i n a<br />

professore d i Zo o t e c n i a speciale<br />

all’università d i sassari<br />

Benefici e carenze<br />

Il confronto fra vegetariani e non, sulle scelte<br />

alimentari dei primi, è a volte aspro e ricco di<br />

pregiudizi. Fortunatamente di recente sono<br />

stati pubblicati diversi studi che prendono<br />

in considerazione le relazioni fra le diete<br />

vegetariane (e vegane) e la salute di chi<br />

le pratica. Vediamo in sintesi cosa sostengono.<br />

Iniziamo con la posizione<br />

ufficiale della American Dietetic<br />

Association che sostiene<br />

che “diete vegetariane<br />

e vegane


Identikit “veg”<br />

I vegetariani (per scelta)<br />

costituiscono una piccola<br />

minoranza nei paesi<br />

occidentali (1,4% negli Stati<br />

Uniti, 1,5% in Germania),<br />

e una quota consistente<br />

della popolazione in realtà<br />

come quella indiana dove il<br />

35% degli abitanti pratica<br />

per tradizione questo<br />

regime alimentare. In Italia,<br />

secondo Eurispes (2012),<br />

l’incidenza si aggira sul<br />

3%, ma per l’Associazione<br />

Vegetariana <strong>Italiana</strong> la<br />

percentuale sale al 10.<br />

La scelta vegetariana è in<br />

genere motivata da ragioni<br />

salutistiche (è ritenuta<br />

più sana), etiche (non si<br />

devono uccidere gli animali),<br />

ambientali (l’industria della<br />

carne inquina) e religiose. A<br />

scegliere il vegetarianesimo<br />

sono soprattutto giovani<br />

donne, single, di grado di<br />

istruzione alto e urbanizzate.<br />

Persone attente alla propria<br />

forma fisica (sono più magre<br />

della media), sensibile ai<br />

temi etici e ambientali e<br />

convinte che l’esclusione<br />

della carne (o degli altri<br />

prodotti animali) sia un<br />

sicuro viatico per una vita<br />

sana. Tuttavia, va rimarcata<br />

una buona percentuale<br />

di obesità tra gli indiani<br />

vegetariani in Gran Bretagna<br />

e in India, e che le due<br />

popolazioni più longeve al<br />

mondo, i Sardi e gli abitanti<br />

dell’isola di Okinawa in<br />

Giappone, hanno una storia<br />

alimentare ricca di carni,<br />

formaggi e pesce.<br />

(*)<br />

Per saperne di più:<br />

Winston J Craig<br />

(American Journal of<br />

Clinical Nutrition, 2009)<br />

MIckalak et al.<br />

(International Journal of<br />

Behavioral Nutrition and<br />

Physical Activity, 2012)<br />

Robinson-0’Brien et al.<br />

(Journal of American<br />

Dietetic Association, 2009)<br />

giustamente composte, sono salubri, nutrizionalmente<br />

adeguate e possono comportare alcuni<br />

benefici nella prevenzione e trattamento<br />

di certe malattie”. A conclusioni analoghe, ma<br />

decisamente smorzate nell’enfasi, arrivano studiosi<br />

canadesi, fiamminghi e britannici che, in<br />

particolare questi ultimi, pur ammettendo un<br />

tendenziale beneficio delle diete vegetariane in<br />

termini di riduzione dei rischi di infarto miocardico<br />

(legato soprattutto alla generale migliore<br />

composizione dei grassi di vegetali e frutta<br />

rispetto a quelli di una dieta convenzionale),<br />

mettono in guardia dai rischi legati alle carenze<br />

di vitamine D e B12, ferro, calcio e zinco osservabili<br />

nei pasti vegetariani. Per quanto riguarda<br />

le diete vegane, tutti gli autori (*) sostengono<br />

che le carenze suddette possono aggravarsi se<br />

nella dieta non sono inclusi cibi fortificati o se<br />

non sono assunti specifici integratori. Pur rispettando<br />

i motivi che spingono a evitare il<br />

consumo di prodotti animali, non si può dunque<br />

non rilevare che il mantenimento delle<br />

normali condizioni fisiologico-nutrizionali con<br />

una dieta vegetariana comporta una maggiore<br />

attenzione alla scelta e composizione dei pasti,<br />

un costante ricorso ad alimenti fortificati e, in<br />

alcuni casi, l’uso di veri e propri integratori.<br />

Disturbi psico-fisici: una nota dolente<br />

Un ultimo, non trascurabile, aspetto riguarda<br />

la recente osservazione da parte di alcuni ricercatori<br />

tedeschi che l’incidenza dei disordini<br />

mentali nei vegetariani è superiore rispetto ai<br />

non vegetariani e che tale incidenza aumenta<br />

al diminuire del consumo di carne e pesce<br />

(*). Tale risultato, che gli autori legano non a<br />

Pur rispettando la scelta di evitare<br />

il consumo di prodotti animali,<br />

non si può non rilevare<br />

che una dieta vegetariana<br />

per essere equilibrata comporta<br />

una maggiore attenzione<br />

alla composizione dei pasti,<br />

un costante ricorso ad alimenti<br />

fortificati o l’uso di integratori<br />

specifici fattori alimentari, ma alla propensione<br />

delle persone affette da tali disturbi a spostarsi<br />

su diete vegetariane (con l’auspicio che<br />

queste possano contribuire alla soluzione del<br />

loro problema di salute), conferma quanto già<br />

osservato in altri lavori precedenti su disturbi<br />

alimentari di adolescenti vegetariani e postvegetariani,<br />

e su sintomi di depressione nelle<br />

donne con basso consumo di acidi grassi polinsaturi<br />

n-3 a lunga catena presenti nei prodotti<br />

ittici e nella carne (*). Resta tuttavia aperto<br />

il dibattito se tali risultati siano da ascrivere<br />

a una scelta ex-post (il disturbo mentale è la<br />

causa della scelta alimentare) oppure se vi sia<br />

una base alimentare-fisiologica legata alla minore<br />

assunzione di acidi grassi n-3 a lunga catena<br />

che costituiscono una quota importante<br />

del tessuto cerebrale e nervoso e la cui sintesi<br />

endogena (interna all’organismo umano) è<br />

molto bassa. Lo stato di nutrizione derivante<br />

dalla dieta vegetariana può infatti influenzare<br />

la funzione neuronale e la plasticità sinaptica,<br />

che a sua volta influenzano i processi cerebrali<br />

rilevanti per l’insorgenza e il mantenimento<br />

dei disturbi mentali (vi è una forte evidenza<br />

che n-3 acidi grassi a catena lunga influiscono<br />

causalmente rischio per i disturbi depressivi<br />

maggiori). Nel dubbio, è meglio che vegetariani<br />

(e soprattutto vegani) assumano questi<br />

particolari composti da prodotti algali o da integratori.<br />

In conclusione, la scelta vegetariana<br />

o vegana è profondamente rispettabile, ma<br />

deve essere perseguita, per sé, con attenzione<br />

alla composizione dei pasti e al controllo delle<br />

carenze di ferro, calcio, vitamine D e B12 e<br />

acidi grassi n-3 a lunga catena.<br />

maggio 2013 21


22<br />

fatti e contraffatti<br />

Vongole sicure<br />

con i biomarcatori<br />

Spesso protagonisti dei menù al profumo di mare,<br />

questi carnosi e ottimi molluschi possono però riservare<br />

spiacevoli sorprese. Per evitarle, un gruppo di ricercatori<br />

italiani ha elaborato un sistema di screening rapido<br />

ed economico che aiuta consumatori e produttori onesti<br />

maggio 2013<br />

di Germana Cabrelle<br />

Il souté di vongole è un antipasto semplicissimo<br />

da preparare. Basta un po d’olio, aglio,<br />

prezzemolo, peperoncino e vino bianco, e<br />

può essere anche la base per una gustosa spaghettata.<br />

Le vongole, oltre che veraci devono<br />

essere freschissime e soprattutto controllate,<br />

perché essendo dei molluschi filtratori accumulano<br />

facilmente nelle loro carni anche tracce<br />

di diossina, pericolosa per la salute perché,<br />

a lungo termine, cancerogena. Per evitare di<br />

portare in tavola vongole tossiche la Regione<br />

Veneto ha fatto eseguire indagini ambientali<br />

a un gruppo di ricercatori del Dipartimento<br />

di Biomedicina comparata e Alimentazione<br />

dell’Università di Padova sulle vongole della<br />

zona di Porto Marghera, dove è molto alta la<br />

presenza di inquinanti persistenti. «Il risultato<br />

più rilevante – spiega il professor Luca Bargelloni<br />

che ha guidato l’equipe scientifica – è<br />

stato l’isolamento di una serie di “impronte<br />

molecolari” che identificano le vongole provenienti<br />

dall’area di forte inquinamento di<br />

Porto Marghera. Questi biomarcatori stabili<br />

di inquinamento potrebbero avere un’importante<br />

applicazione pratica nell’ambito dei<br />

controlli ufficiali così come nell’autocontrollo<br />

lungo la filiera produttiva». Attualmente le<br />

attività di controllo sui prodotti ittici hanno<br />

costi elevati e tempi lunghi, mentre con questa<br />

nuova metodologia si apre la possibilità<br />

di praticare uno screening rapido ed economico,<br />

così da indirizzare meglio le costose<br />

analisi dirette sulla presenza di residui chimici<br />

ed evitare la commercializzazione di prodotti<br />

prelevati da aree inquinate. La nuova tecnologia<br />

scoperta dai ricercatori padovani in cinque<br />

anni di studio – e pubblicata sulla rivista<br />

Molecular Ecology – permette di individuare<br />

le vongole “a rischio” attraverso l’analisi contemporanea<br />

della risposta biologica di migliaia<br />

di geni a diverse condizioni ambientali<br />

e anche (e soprattutto) agli agenti inquinanti.<br />

«Abbiamo pescato le vongole in diverse zone,<br />

incluse quelle vietate – spiega Bargelloni<br />

– un lavoro durato oltre un anno e sostenuto<br />

economicamente dalla Regione Veneto e<br />

dal Magistrato alle Acque. Abbiamo usato<br />

una tecnologia molto potente che viene solitamente<br />

impiegata nella ricerca biomedica<br />

e che misura in un unico esperimento e in<br />

tempo ridotto il livello di accensione e spegnimento<br />

di migliaia di geni. Un test di questo<br />

tipo può essere fatto in qualsiasi altra zona di<br />

mare dove vi sia sospetto di inquinamento,<br />

per aumentare la sicurezza del consumatore e<br />

favorire i produttori onesti che allevano o pescano<br />

le vongole nelle zone permesse».


Az. Agricola Iannotta Lucia<br />

Via Capocroce, 10 - 04010 Sonnino (LT)<br />

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24<br />

almanacco di barbanera<br />

Maggio, l’estate a un passo<br />

Definitivamente archiviati freddo e giornate trascorse in casa,<br />

il richiamo a uscire è irresistibile, tanto quanto il profumo<br />

inebriante dei fiori. Mentre nei prati arrivano le buone erbe<br />

salutari, pronte a depurarci in attesa dell’estate<br />

Da ricordare<br />

Mercoledì 1° maggio<br />

San Giuseppe artigiano, Festa del lavoro<br />

Sembra davvero che il 1° maggio apra le porte<br />

alla bella stagione. Di colpo l’aria ha già un che<br />

di vacanza e si spera in un bel ponte per<br />

prendersi una rigenerante pausa dagli impegni<br />

di ogni giorno. Anche perché di festa dei<br />

lavoratori si tratta, che da noi si celebra insieme<br />

a quella di San Giuseppe artigiano. Tra le due,<br />

però, la prima a nascere fu quella del lavoro,<br />

ufficializzata a Bruxelles nell’agosto del 1891<br />

dal Congresso dell’Associazione Internazionale<br />

dei lavoratori. Quella religiosa venne infatti<br />

dopo, nel 1955, istituita da Pio XII.<br />

Saggezza popolare<br />

• Maggio fresco e bagnato giova alla vigna<br />

e al prato.<br />

• L’acqua di maggio sbianca la tela e fa belle<br />

le donne.<br />

• Per Santa Rita ogni rosa è fiorita.<br />

• Maggio ridente, fa allegra la gente.<br />

maggio 2013<br />

Sole e Luna<br />

Il Sole<br />

Il 1° sorge alle 05.56 e tramonta<br />

alle 19.59<br />

L’11 sorge alle 05.44 e tramonta<br />

alle 20.10<br />

Il 21 sorge alle 05.34 e tramonta<br />

alle 20.20<br />

Il 1° maggio si hanno 14 ore e<br />

03 minuti di luce solare – mentre<br />

il 31 se ne hanno 15 e 01 minuti.<br />

Si guadagnano 58 minuti di luce<br />

solare.<br />

La Luna<br />

Il 1° sorge alle 00.57 e tramonta<br />

alle 11.14<br />

L’11 sorge alle 06.38 e tramonta<br />

alle 21.36<br />

Il 21 tramonta alle 02.56 e sorge<br />

alle 16.10<br />

La Luna è all’Apogeo lunedì 13<br />

alle ore 16. È al Perigeo<br />

domenica 26 alle ore 04.<br />

Luna in viaggio<br />

In questo mese i giorni favoriti<br />

dalla Luna per gli spostamenti<br />

sono: 2, 3, 6, 7, 8, 26, 29, 30.<br />

di M. Pia Fa n c i u l l i<br />

Belli e sani<br />

Per affrontare l’estate con tutta<br />

l’energia possibile bisogna prima<br />

sfruttare al massimo i regali che la<br />

natura ci fa in primavera.<br />

Cominciando dalla mattina, con un<br />

infuso di tè verde che depura e<br />

pulisce. Nell’arco della giornata bere<br />

un paio di tazze di infuso di<br />

tarassaco, le cui radici sono<br />

fortemente depurative. Il gusto<br />

amarognolo del tarassaco arricchisce<br />

inoltre le prime insalate di primavera<br />

oltreché aiutare la diuresi. Anche<br />

l’ortica ha una doppia funzione: il<br />

decotto, o l’infuso per i meno<br />

“coraggiosi”, ha un forte potere<br />

diuretico e depurativo; se usata<br />

come ultimo risciacquo dopo uno<br />

shampoo, invece, dona forza e<br />

lucentezza ai capelli. In impacco<br />

direttamente sulla cute, infine, aiuta<br />

a contrastare la forfora, specialmente<br />

se causata da un fegato “stanco”.<br />

Orti e dintorni<br />

Se non si è già fatto, portare all’aperto<br />

e rinvasare le piante d’appartamento.<br />

Nel farlo sarà bene utilizzare vasi poco<br />

più grandi di quelli in cui si trovano le<br />

piante e acquistare terriccio specifico.<br />

Se poi si hanno delle sansevierie,<br />

travasarle ogni due anni dividendo i<br />

cespi, mentre nell’anno di fermo<br />

arricchirle con concimi idrosolubili e<br />

allentare il terriccio superficiale per<br />

evitare che si compatti provocando<br />

ristagni idrici. Quanto ai lavori in<br />

giardino, combattere, in Luna calante<br />

(1-9 e 26-31), gli afidi delle rose ed<br />

eliminare i fiori appassiti recidendoli<br />

sotto la terza foglia vera. Portare<br />

inoltre all’esterno, in luogo non troppo<br />

assolato, le piante grasse. Cimare i<br />

crisantemi e mettere i tutori alle dalie.<br />

Nell’orto è il momento di cimare<br />

cocomeri e meloni dopo la terza foglia,<br />

per favorirne le ramificazioni laterali.<br />

Seminare carote e insalate. Mettere i<br />

sostegni ai pomodori da mensa e da<br />

conserva. In Luna crescente (11-24)<br />

seminare i fagiolini e trapiantare il<br />

basilico. Nel giardino, terminare i<br />

trapianti delle specie annuali, come il<br />

geranio e le piante a fioritura estiva.<br />

Ridurre la vegetazione, ovvero sfoltire<br />

gli arbusti sfioriti al fine di stimolarli<br />

alla produzione di rami fioriferi per<br />

l’anno successivo.


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26<br />

appuntamenti del mese<br />

di Gi l d a Ciaruffoli<br />

appuntamenti maggio<br />

Scelti per voi<br />

dove mangiare<br />

La Santeria<br />

L’aperitivo, un classico milanese, rivisitato<br />

in chiave ayurvedica. Da 5 euro<br />

Via Paladini, 8<br />

www.santeriamilano.it<br />

Nobile Bistro de Milan<br />

Le 2 stelle di Claudio Sadler si sentono,<br />

dalla colazione, al tè delle 5, alla cena.<br />

Si pranza con 20 euro<br />

Corso Venezia, 45 - www.nobilebistro.it<br />

maggio 2013<br />

dove dormire<br />

Ostello Bello<br />

A due passi dai Navigli, accogliente e<br />

decisamente giovane. Posto letto da 28 euro<br />

Via Medici, 4<br />

www.ostellobello.com<br />

Château Monfort<br />

Cinque stelle dal design ispirato al mondo<br />

delle fiabe. Doppia da 300 euro<br />

Corso Concordia, 1<br />

www.hotelchateaumonfort.com<br />

AssAggi<br />

(di stile)<br />

milAnesi<br />

30 maggio - 2 giugno<br />

Il Superstudio Più, cittadella della creatività<br />

che sorge in uno dei quartieri più glamour<br />

di Milano, apre le porte al food e lo fa<br />

ospitando l’edizione meneghina del più<br />

grande Restaurant Festival del mondo: Taste<br />

of Milano. L’evento apre ufficialmente la<br />

stagione italiana dei Taste Festivals, network<br />

mondiale che tocca ormai ben 15 città e 5<br />

continenti, dall’Europa all’Asia, passando per<br />

Emirati Arabi, Africa e Oceania, e coinvolge<br />

ogni anno oltre 200 ristoranti e circa 300<br />

mila foodies. Un’occasione unica quella<br />

di Taste of Milano per spizzicare tra le 36<br />

proposte di 14 dei migliori chef nazionali<br />

a prezzi popolarissimi (4-6 euro a portata)<br />

abbinandoli ai vini suggeriti dall’enoteca<br />

romana Trimani. In programma showcooking<br />

e corsi di cucina, ma anche una wine<br />

academy per scoprire le migliori cantine e<br />

le più prestigiose birre artigianali, nonché la<br />

possibilità di acquistare le eccellenze della<br />

produzione nazionale. Visto che siete in<br />

zona, poi, per smaltire un po’ di degustazioni<br />

fate due passi sui Navigli, proseguite quindi<br />

in corso di Porta Ticinese dove sbizzarrirvi<br />

nello shopping di tendenza e ammirare le<br />

deliziose chiese di Sant’Eustorgio e San<br />

Lorenzo, con le sue belle colonne. Cammina<br />

cammina arrivate in Duomo, dove non<br />

perdere il Museo del Novecento e godere<br />

della mostra dedicata ad Andy Warhol,<br />

visitabile fino a settembre. Come assaggio<br />

milanese può bastare? Se però vi resta ancora<br />

uno spazietto… gli appuntamenti con i Taste<br />

Festivals in Italia proseguono! A Roma,<br />

dal 26 al 29 settembre e, in dicembre,<br />

con la prima edizione di un nuovo Taste<br />

assolutamente magico…<br />

Milano – Lombardia<br />

www.tasteofmilano.it


28<br />

appuntamenti maggio<br />

fino al 31 maggio<br />

Una mostra<br />

in tandem<br />

Dalla Sicilia a Milano. Questo il viaggio<br />

compiuto dall’Antica Focacceria San<br />

Francesco e da Tommaso Chiappa,<br />

artista che, in contemporanea, espone<br />

le sue opere nella sede palermitana e<br />

nella storica sede milanese (quella di<br />

via San Paolo 13) del locale, portando,<br />

proprio come ha fatto questa celebre<br />

istituzione del gusto, un po’ dei colori,<br />

dei profumi (e dei sapori!) della sua terra<br />

nel capoluogo lombardo, illuminandoli<br />

con le luci della metropoli.<br />

Milano – Lombardia<br />

Palermo – Sicilia<br />

www.afsf.it<br />

1-5 maggio<br />

AllA corte del bio<br />

Officinalia, mostra mercato dedicata all’alimentazione<br />

biologica, è ospitata nel castello<br />

di Belgioioso che per l’occasione viene diviso<br />

in aree tematiche legate al mondo del bio:<br />

previsti spazi dedicati all’alimentazione e alla<br />

cura della persona a tutto tondo (dall’abbigliamento<br />

alla cosmesi, dalle pratiche di benessere<br />

all’arredo…). Particolare è l’attenzione<br />

all’agricoltura biologica e biodinamica.<br />

Belgioioso (Pv) – Lombardia<br />

www.belgioioso.it/officinalia<br />

maggio 2013<br />

4-6 maggio<br />

l’altra toscana<br />

L’Anteprima vini della costa<br />

Toscana si fa in tre. Una<br />

giornata in più rispetto al<br />

passato per scoprire “l’altra<br />

Toscana” del vino nel suo<br />

tradizionale appuntamento<br />

annuale che porta in<br />

degustazione il meglio della<br />

produzione costiera: più di 80<br />

viticoltori da Massa Carrara,<br />

Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto.<br />

Presso il Real Collegio di<br />

Lucca, grandi aziende e piccole<br />

realtà a conduzione familiare<br />

si raccontano nel bicchiere<br />

attraverso l’assaggio di oltre<br />

400 etichette fra campioni<br />

en primeur e annate in<br />

commercio.<br />

Lucca – Toscana<br />

www.anteprimavini.com<br />

6-8 maggio<br />

cAndidA deliziA doP<br />

Dura tre giorni Le strade della mozzarella,<br />

convention dedicata all’originale<br />

prodotto derivato dal latte di<br />

bufala fresco durante la quale tanti<br />

sono gli appuntamenti con i grandi<br />

chef, i maestri pizzaioli, i produttori<br />

di qualità. L’occasione è quella<br />

buona per conoscere meglio le<br />

specificità di questo squisito formaggio<br />

Dop, capace di sviluppare<br />

desiderio al solo nominarlo.<br />

Paestum (Sa) – Campania<br />

www.lestradedellamozzarella.it<br />

9-12 maggio<br />

È “lento” il mare<br />

di tUtti<br />

Nel suggestivo spazio all’aperto<br />

del Porto Antico torna Slow Fish, la<br />

manifestazione dedicata al mondo<br />

ittico e agli ecosistemi acquatici. “Il<br />

mare di tutti” è il tema al centro della<br />

sesta edizione, che quest’anno si apre<br />

alla città con un evento a ingresso<br />

libero allestito sulle banchine che si<br />

affacciano sul mare, per far conoscere<br />

al grande pubblico l’ambiente marino<br />

e le risorse ittiche in maniera semplice<br />

e godibile. Novità dell’edizione 2013<br />

sono gli appuntamenti Fish & Chef,<br />

in cui 16 tra i più grandi nomi della<br />

ristorazione italiana e internazionale<br />

interpretano il pescato di giornata<br />

proponendo in abbinamento<br />

selezionate etichette di vino o birra.<br />

Genova – Liguria<br />

www.slowfish.it<br />

11-26 maggio<br />

PetAli di gusto<br />

Riso & Rose in Monferrato è una grande “manifestazione<br />

diffusa” durante la quale si svolge<br />

un’ampia serie di appuntamenti sparsi tra il<br />

Monferrato Casalese, la piana del Po e la vicina<br />

Lomellina. Florovivaismo, arte, hobbistica ed<br />

enogastronomia tipica sono protagonisti dei vari<br />

eventi in programma, che si affiancano al tema<br />

trasversale di quest’anno, ovvero “biodiversità e<br />

paesaggio”, con attenzione all’arte e alla storia.<br />

Località varie – Piemonte<br />

www.risoerose.monferrato.org


19 maggio<br />

la qUalità, da toccare con mano<br />

Per corti e cascine è la tradizionale giornata di “porte aperte” che coinvolge circa 90 realtà agricole distribuite nel territorio<br />

lombardo, durante la quale i visitatori hanno la possibilità di entrare nelle aziende e visitare le cascine, gli allevamenti e le<br />

coltivazioni oltre ai laboratori dove avvengono i processi di trasformazione dei prodotti. Ad accompagnare gli ospiti in un<br />

percorso di conoscenza multisensoriale che, partendo dal rispetto per le tradizioni, arriva all’agricoltura moderna, sono gli stessi<br />

agricoltori, i fattori che ogni giorni lavorano in cascina per produrre materia prima, formaggi, conserve, carni… di eccellente<br />

qualità. L’evento inaugura una vera e propria stagione di iniziative; gli appuntamenti proseguono infatti fino all’autunno inoltrato<br />

con un calendario di eventi di vario tipo: dai mercati nelle piazze e nelle cascine alle iniziative itineranti tra cibo e cultura.<br />

Località varie – Lombardia - www.turismoverdelombardia.it<br />

17-18 maggio<br />

l’Arte del buon bere<br />

Dodici grandi dimore storiche fiorentine aprono i loro cortili e giardini per la quarta<br />

edizione di WineTown, manifestazione che vede l’intreccio inusuale di degustazioni<br />

di vino, concerti e spettacoli. La due giorni che inebria di gusto, profumi<br />

e musica il cuore di Firenze permette di scoprire, degustare e godere il vino di<br />

qualità, ascoltando i concerti che si concentrano a Palazzo Pitti, Bargello e Loggia<br />

del Grano o assistendo a spettacoli teatrali di grande suggestione nei palazzi<br />

che si snodano tra via Tornabuoni, via del Proconsolo e l’Oltrarno.<br />

Firenze – Tocana - www.winetown.it<br />

17-19 maggio<br />

tAP dAnce, food & fAshion<br />

Arriva a Milano il primo Festival italiano di Tap Dance (la danza<br />

da noi nota come tip-tap), tra guest star internazionali<br />

– come l’italiana Erminia Moscato – lezioni pratiche pensate<br />

per ogni livello, incontri sulla storia di questa danza e<br />

tante altre iniziative. Culmine del festival è la Fashion & Tap<br />

Night che si svolge il 18 presso la Maison Moschino di Viale<br />

Monte Grappa, una notte<br />

magica che fa rivivere il<br />

sogno che negli anni ’20<br />

e ’30 incantava gli ospiti<br />

del celebre Cotton Club di<br />

New York, grazie anche a<br />

un’esclusiva e ricercata fusione<br />

culturale tra fashion,<br />

tap dance e food.<br />

Milano – Lombardia<br />

www.maisonmoschino.com<br />

foto di Carlo Silva<br />

maggio 2013 29


30<br />

appuntamenti maggio<br />

17-19 maggio<br />

il sapore di Una terra<br />

Maremma Winefoodshire è il salone dei<br />

vini, delle eccellenze agroalimentari e<br />

della cultura maremmana, che porta<br />

questo territorio, coi suoi prodotti e i suoi<br />

produttori (130 in totale), ma soprattutto<br />

il suo stile di vita, dentro la cerchia<br />

delle possenti mura che racchiudono<br />

il suggestivo borgo di Grosseto.<br />

Grosseto – Toscana<br />

www.maremmawineshire.it<br />

17 maggio – 23 giugno<br />

dolcezzA itinerAnte<br />

Parte l’Italia Gelato Tour, il roadshow<br />

che, coinvolgendo i migliori gelatieri e le<br />

principali aziende del settore dall’Italia e<br />

dall’estero, valorizza la tradizione italiana<br />

del dolce freddo inventato nel Rinascimento<br />

dal poliedrico artista Bernardo Buontalenti.<br />

Il gelato all’italiana è dunque protagonista<br />

nelle piazze storiche di Firenze<br />

(17-26 maggio), Milano (31 maggio – 2<br />

giugno), Roma (21-23 giugno) e Torino<br />

(7-9 giugno) per un tour goloso che accompagna<br />

all’estate e richiama pubblico<br />

da tutto il mondo. Grande attenzione è dedicata<br />

ai territori e alle città ospitanti, con<br />

un focus sull’evoluzione storica del gelato<br />

in ciascun contesto.<br />

Firenza, Milano, Roma, Torino<br />

www.firenzegelatofestival.it<br />

maggio 2013<br />

19 maggio<br />

patrimonio<br />

del gUsto<br />

Un castello del XIII secolo e<br />

lo spumante Docg più amato<br />

d’Italia. È questo il binomio<br />

protagonista di Vino in Villa,<br />

festival internazionale del<br />

Conegliano Valdobbiadene<br />

Prosecco Superiore che<br />

consente agli ospiti di<br />

fare una vera e propria<br />

full immersion in questo<br />

spumante nato da vigneti<br />

“fatti a mano”, con cui nei<br />

secoli l’uomo ha ricamato<br />

le pendici delle colline oggi<br />

candidate a Patrimonio<br />

Unesco.<br />

Susegana (Tv) – Veneto<br />

www.prosecco.it<br />

19-20 maggio<br />

cAlici in PiAzzA<br />

Pietrasanta Vini d’Autore – Terre<br />

d’Italia si svolge nel cuore di<br />

uno dei borghi più vivi della Versilia.<br />

Sotto le volte del suggestivo<br />

Chiostro di S. Agostino, in pieno<br />

centro storico, ha luogo il raduno<br />

vitivinicolo composto da una<br />

selezione eclettica, variegata e<br />

non scontata della produzione<br />

d’eccellenza dello Stivale.<br />

Pietrasanta (Lu)<br />

Toscana<br />

www.pietrasantavini.it<br />

26 maggio<br />

nel cUore del vino<br />

Le cantine socie del Movimento<br />

Turismo del Vino aprono le loro porte al<br />

pubblico, in occasione di Cantine Aperte,<br />

appuntamento diventato nel tempo<br />

una filosofia, uno stile di viaggio e di<br />

scoperta dei territori del vino italiano.<br />

Oltre alla possibilità di assaggiare i vini<br />

e di acquistarli direttamente in azienda,<br />

durante la giornata è possibile entrare<br />

nelle cantine per scoprire i segreti della<br />

vinificazione e dell’affinamento.<br />

Cantine MTV, località varie<br />

www.movimentoturismovino.it<br />

30 maggio – 2 giugno<br />

evvivA il tonno di corsA<br />

Girotonno è una quattro-giorni di appuntamenti<br />

legati alle tradizioni culturali, artistiche<br />

ed enogastronomiche, ricca di musica e spettacolo,<br />

per celebrare l’antica tradizione e la cultura<br />

del tonno, pescato nella tonnara di San<br />

Pietro proprio nei giorni della manifestazione.<br />

Carloforte (Ca) – Sardegna<br />

www.girotonno.it<br />

31 maggio – 2 giugno<br />

Bollicine d’arte<br />

e spettacolo<br />

Seguendo il tema della strada, sono<br />

l’arte, il cinema e il gusto a fare da<br />

trait d’union all’edizione 2013 di<br />

Franciacortando, manifestazione che<br />

propone un percorso sensoriale che si<br />

dipana nel territorio. Tutte le strutture<br />

associate alla Strada del Franciacorta<br />

sono aperte e organizzano visite guidate,<br />

degustazioni e microeventi nelle cantine<br />

e nei laboratori di prodotti tipici.<br />

Località varie – Lombardia<br />

www.franciacortando.it


appuntamenti in breve<br />

fino al 19 maggio<br />

Garda con gusto<br />

Manifestazione che coinvolge<br />

i ristoranti della zona; 18 e 19<br />

fiera gastronomica Lagò<br />

Toscolano Maderno (Bs) - Lomb.<br />

www.prolocotoscolanomaderno.com<br />

24-26 maggio<br />

Dialoghi sull’uomo<br />

Festival di antropologia<br />

del contemporaneo<br />

Pistoia - Toscana<br />

www.dialoghisulluomo.it<br />

32<br />

17-19 maggio<br />

Porto Cervo<br />

wine festival<br />

Porto Cervo (Ot)<br />

Sardegna<br />

www.portocervo<br />

winefestival.com<br />

maggio 2013<br />

25 maggio<br />

2 giugno<br />

Mostra del Chianti<br />

Montespertoli (Fi) - Toscana<br />

www.mostradelchianti.it<br />

17-19 maggio<br />

Festival del verde e del paesaggio<br />

Roma - Lazio<br />

www.festivaldelverdeedelpaesaggio.it<br />

10-12 maggio<br />

Italia Beer Festival<br />

Birre artigianali in degustazione<br />

e laboratori per l’homebrewing<br />

Roma - Lazio<br />

www.degustatoribirra.it<br />

12 maggio<br />

Concorso regionale degli oli siciliani<br />

Finale e premiazione degli extravergine<br />

Aidone (En) - Sicilia<br />

www.morgantinon.it<br />

1 maggio<br />

La Faida<br />

Rievocazione storica<br />

Montecchio Maggiore (Vi) - Veneto - www.faida.it<br />

21-26 maggio<br />

Smell Festival Bologna 2013<br />

Rassegna dedicata all’arte del profumo<br />

Bologna - Emilia Romagna - www.smellfestival.it<br />

10-12 maggio<br />

Sagra del Carciofo Bianco<br />

Pertosa (Sa) - Campania<br />

www.comune.pertosa.sa.it<br />

22 maggio – 7 settembre<br />

Stelle Malghe Castelli<br />

Chef stellati da gustare nelle malghe<br />

Località varie - Alto Adige<br />

www.meranerland.com<br />

17-19 maggio<br />

Le notti del salame<br />

Campagnola Emilia (Re) - Emilia Romagna - www.ilcicciolodoro.com<br />

10-12 maggio<br />

Porchettiamo<br />

Festival delle porchette d’Italia<br />

San Terenziano (Pg) - Umbria - www.porchettiamo.com<br />

1 maggio<br />

La pagliara maje maje<br />

Manifestazione folcloristica<br />

Fossalto (Cb) - Molise<br />

www.provincia.<br />

campobasso.it<br />

8 maggio<br />

Il palio di Taranto<br />

Regata storica<br />

Taranto - Puglia<br />

www.palioditaranto.it<br />

17-19 maggio<br />

Primavera Barocca e Infiorata<br />

Noto (Sr) -Sicilia<br />

www.comune.noto.sr.it


appuntamenti in breve<br />

fino al 19 maggio<br />

Garda con gusto<br />

Manifestazione che coinvolge<br />

i ristoranti della zona; 18 e 19<br />

fiera gastronomica Lagò<br />

Toscolano Maderno (Bs) - Lomb.<br />

www.prolocotoscolanomaderno.com<br />

24-26 maggio<br />

Dialoghi sull’uomo<br />

Festival di antropologia<br />

del contemporaneo<br />

Pistoia - Toscana<br />

www.dialoghisulluomo.it<br />

32<br />

17-19 maggio<br />

Porto Cervo<br />

wine festival<br />

Porto Cervo (Ot)<br />

Sardegna<br />

www.portocervo<br />

winefestival.com<br />

maggio 2013<br />

25 maggio<br />

2 giugno<br />

Mostra del Chianti<br />

Montespertoli (Fi) - Toscana<br />

www.mostradelchianti.it<br />

17-19 maggio<br />

Festival del verde e del paesaggio<br />

Roma - Lazio<br />

www.festivaldelverdeedelpaesaggio.it<br />

10-12 maggio<br />

Italia Beer Festival<br />

Birre artigianali in degustazione<br />

e laboratori per l’homebrewing<br />

Roma - Lazio<br />

www.degustatoribirra.it<br />

12 maggio<br />

Concorso regionale degli oli siciliani<br />

Finale e premiazione degli extravergine<br />

Aidone (En) - Sicilia<br />

www.morgantinon.it<br />

1 maggio<br />

La Faida<br />

Rievocazione storica<br />

Montecchio Maggiore (Vi) - Veneto - www.faida.it<br />

21-26 maggio<br />

Smell Festival Bologna 2013<br />

Rassegna dedicata all’arte del profumo<br />

Bologna - Emilia Romagna - www.smellfestival.it<br />

10-12 maggio<br />

Sagra del Carciofo Bianco<br />

Pertosa (Sa) - Campania<br />

www.comune.pertosa.sa.it<br />

22 maggio – 7 settembre<br />

Stelle Malghe Castelli<br />

Chef stellati da gustare nelle malghe<br />

Località varie - Alto Adige<br />

www.meranerland.com<br />

17-19 maggio<br />

Le notti del salame<br />

Campagnola Emilia (Re) - Emilia Romagna - www.ilcicciolodoro.com<br />

10-12 maggio<br />

Porchettiamo<br />

Festival delle porchette d’Italia<br />

San Terenziano (Pg) - Umbria - www.porchettiamo.com<br />

1 maggio<br />

La pagliara maje maje<br />

Manifestazione folcloristica<br />

Fossalto (Cb) - Molise<br />

www.provincia.<br />

campobasso.it<br />

8 maggio<br />

Il palio di Taranto<br />

Regata storica<br />

Taranto - Puglia<br />

www.palioditaranto.it<br />

17-19 maggio<br />

Primavera Barocca e Infiorata<br />

Noto (Sr) -Sicilia<br />

www.comune.noto.sr.it


50<br />

46<br />

magazine<br />

36 Coverstory: Ci b o in g a b b i a<br />

I nostrI vInI, salumI e f o r m a g g I s o n o frenatI<br />

da burocrazIa, dazI elevatI e ImprobabIlI<br />

dIvIetI sanItarI. ma n o n è s o l o protezIonIsmo<br />

stranIero. a tenere Il cIbo ItalIano<br />

“In gabbIa” è soprattutto Il nostro scarso<br />

peso polItIco n e g l I accordI commercIalI<br />

46 Pe r s o n a g g i: ri C C a r d o il ly<br />

da l c a f f è a l c Io c c o l at o a l v In o: storIa<br />

d I u n o d e I pIù g r a n d I ImprendItorI Ita l Ia n I<br />

Panorama<br />

56<br />

48 Un C a P o C o l l o s U l ta m i g i<br />

da cIsternIno Il pregIato s a l u m e m a d e<br />

In pu g l Ia s b a r c a n e I m a g a z z In I Ha r r o d s<br />

50 QU e l m e n ù ...s Pa z i a l e<br />

ne m m e n o In orbIta g l I a s t r o n a u t I Ita l Ia n I<br />

r In u n c Ia n o a rIsotto e tIramIsù<br />

52 te n d e n z e: il Pa n i n o i ta l i a n o<br />

da pasto povero a sfIzIo g o u r m e t, e c c o<br />

le e v o l u z Io n I d e l pIù c l a s s Ic o d e I c Ib I fa s t<br />

54<br />

36<br />

da pag. 44<br />

Rubriche<br />

• Lo studio<br />

• I viaggi del gusto di...<br />

• <strong>Ospitalità</strong> italiana<br />

maggio 2013 35


36<br />

cover story<br />

Due miliardi di euro.<br />

È questa la cifra che<br />

perdiamo ogni anno<br />

a causa delle restrizioni<br />

e dei limiti internazionali<br />

sulle esportazioni<br />

dei nostri prodotti<br />

agroalimentari. Libero<br />

da dazi e “barriere non<br />

tariffarie”, il cibo italiano<br />

potrebbe addirittura<br />

triplicare il fatturato<br />

dell’export e diventare<br />

la vera locomotiva<br />

dell’economia nazionale.<br />

Per ottenere un risultato<br />

del genere però<br />

non basta la qualità<br />

dell’offerta, serve<br />

sinergia tra le istituzioni.<br />

Proprio l’unica cosa<br />

che in Italia non c’è<br />

maggio 2013<br />

cibo in gabbia<br />

Italian food?<br />

Alt! Dogana<br />

di Francesco Condoluci<br />

Per poche decine di maiali allevati allo<br />

stato brado in Sardegna e considerati a<br />

rischio contagio di “peste suina africana”,<br />

i prodotti della salumeria made in<br />

Italy non possono accedere sui mercati<br />

degli Stati Uniti d’America. Con una<br />

perdita secca, da parte del nostro export,<br />

di circa 200 milioni di euro: tanto varrebbe<br />

infatti, in termini di fatturato, la domanda<br />

Usa di salumi italiani. Da un capo all’altro<br />

del mondo, la musica cambia poco: in<br />

Giappone l’importazione di carne dall’Italia<br />

è ancora condizionata dai divieti sulla<br />

Bse, la cosiddetta “sindrome della mucca<br />

pazza” che le classificazioni sanitarie mondiali<br />

considerano ormai di fatto debellata<br />

nel nostro Paese. In Russia invece, per distribuire<br />

i nostri prodotti enogastronomici,<br />

bisogna iscriversi a una lista d’attesa e<br />

aspettare mesi, a volte anche anni, prima<br />

di ottenere la necessaria licenza d’importazione.<br />

E vogliamo parlare di quello che<br />

succede nelle dogane brasiliane quando<br />

arriva vino proveniente dall’Italia? Tra dazi<br />

di importazione, tasse locali sui prodotti<br />

alcolici e altre spese, alla fine, per poter accedere<br />

al mercato del Brasile, le aziende vitivinicole<br />

tricolori sono costrette a pagare<br />

per ogni bottiglia un costo superiore anche<br />

di 3-4 volte al valore del prodotto: costo<br />

che poi inevitabilmente si ripercuote sui<br />

prezzi al consumo. Tradotto in soldoni, la


stima di quanto l’Italia perde ogni anno<br />

a causa delle restrizioni e dei limiti internazionali<br />

sulle esportazioni dei suoi prodotti<br />

agroalimentari, ammonta a circa 2<br />

miliardi di euro. Un prezzo salatissimo, in<br />

termini di mancata crescita, per un settore,<br />

quello del food&beverage italiano,<br />

che negli ultimi anni, malgrado le difficoltà<br />

e la recessione mondiale, continua<br />

a volare a doppia cifra sui mercati esteri.<br />

In ogni angolo del globo, e in particolare<br />

tra i consumatori dei Paesi a economia<br />

emergente come Russia, Cina e Sudamerica,<br />

l’italian food oggi più che mai è<br />

considerato una straordinaria eccellenza.<br />

Va da sé che se non fosse parzialmente<br />

ingabbiato dagli elevati dazi doganali e<br />

dalle cosiddette “barriere non tariffarie”<br />

(Bnt) esistenti nei Paesi extra-Ue, il cibo<br />

italiano potrebbe addirittura triplicare il<br />

fatturato dell’export (attestato, nel 2012,<br />

a 25 miliardi) e diventare la vera locomotiva<br />

dell’asfittica economia nazionale. A<br />

frenare invece l’internazionalizzazione<br />

ci pensano le politiche restrittive adottate<br />

dai Paesi in via di sviluppo che nel<br />

2011, come ha rilevato l’Organizzazione<br />

Mondiale del Commercio (Omc), tra divieti<br />

sanitari, raddoppio delle documentazioni<br />

e altri cavilli burocratici, hanno<br />

aumentato del 50% gli impedimenti al<br />

commercio internazionale.<br />

Federalimentare: «La nota<br />

dolente? Il sistema-Paese»<br />

A chiudere il cerchio c’è l’atavica incapacità<br />

del Governo italiano di far<br />

valere, in seno all’Ue, il proprio peso<br />

diplomatico negli accordi internazionali.<br />

Basti pensare che mentre i prodotti<br />

italiani a base di carne bovina, in<br />

Giappone, come detto, sono off limits,<br />

la Francia – malgrado sia messa peggio<br />

di noi nelle classificazioni sanitarie<br />

mondiali relative alla Bse – è riuscita a<br />

negoziare un accordo che consente alle<br />

sue aziende di esportare la carne nel<br />

Paese del Sol Levante. Com’è possibile?<br />

Lo abbiamo chiesto al consigliere<br />

di Federalimentare, Luigi Scordamaglia,<br />

impegnato da tempo con l’associazione<br />

che raggruppa gli industriali<br />

del settore alimentare italiano, nella<br />

battaglia per “liberalizzare” il cibo italiano<br />

nel mondo. «Questa disparità di<br />

trattamento è resa possibile dal fatto<br />

che il nostro sistema-Paese, a differenza<br />

di quello francese, non ha la forza<br />

politica per imporre l’abbattimento<br />

di alcune Bnt – ci spiega – per rafforzare<br />

l’export dell’enogastronomia non<br />

basta la qualità dei prodotti. Ci vuole<br />

una sinergia fattiva tra le istituzioni<br />

preposte, che finora non c’è stata.<br />

Anzi, in passato, troppo spesso il comparto<br />

agroalimentare italiano, nei negoziati<br />

commerciali con altri Stati, è<br />

stato sacrificato a vantaggio di altri settori,<br />

come ad esempio le automobili.<br />

E oggi che il food&beverage ha delle<br />

potenzialità illimitate, noi non possiamo<br />

esportare, ad esempio, la nostra<br />

bresaola negli Usa per via di allarmi,<br />

come quello sulla Bse, che non hanno<br />

ragion d’essere, come confermano le<br />

autorità sanitarie mondiali». La critica<br />

di Federalimentare alla miopia della<br />

maggio 2013 37


In foto: Luigi Scordamaglia, consigliere di Federalimentare<br />

38<br />

cover story<br />

classe politica italiana è tanto più sferzante<br />

se si pensa che mentre gli apparecchi<br />

elettronici made in China (così,<br />

come del resto, gli orologi svizzeri o gli<br />

iPad dell’americana Apple) continuano<br />

ad avere vita facile alle nostre frontiere, i<br />

salumi nostrani, per entrare nel Celeste<br />

Impero, sono "costretti" a passare da importatori<br />

di Hong Kong, con le autorità<br />

cinesi che cambiano di continuo le richieste<br />

di documentazione. Misure, cioè,<br />

che, come mille altre in tutto il mondo,<br />

puzzano di “protezionismo” lontano un<br />

miglio. «Beh, il cibo, per sua natura, più<br />

di altre merci, è destinato a incontrare<br />

ostacoli non solo in termini di dazi, ma<br />

anche sul piano sanitario, fitosanitario e<br />

veterinario – osserva ancora Scordamaglia<br />

– ma queste limitazioni non tariffarie sovente<br />

vengono utilizzate strumentalmente<br />

per tenere fuori i nostri prodotti da alcuni<br />

Paesi in via di sviluppo come Cina e<br />

Sudamerica ma anche da mercati “maturi”<br />

come gli Usa, dove il bere e il mangiare<br />

italiano suscitano una domanda fortissima.<br />

Gli sforzi di liberalizzazione degli<br />

ultimi anni con l’accordo, poi fallito, del<br />

Wto e i negoziati bilaterali in essere tra<br />

Ue e Corea del Sud, o quelli in fase di discussione<br />

con Usa e Giappone, non sono<br />

sufficienti: una semplificazione degli<br />

scambi agevolerebbe tantissimo l’Italia<br />

che più di tutti ha capacità offensive<br />

sul mercato agroalimentare e ha un<br />

export ancora non rispondente alle sue<br />

reali potenzialità di mercato. Il nostro<br />

Paese deve però impegnarsi a rendere<br />

l’agroalimentare un settore prioritario<br />

e strategico per l’economia nazionale».<br />

A giocare un ruolo importante in que-<br />

Dazi, Bnt e commercio internazionale<br />

A parte le imposte, ovvero i prelievi sul valore del prodotto da pagare alle dogane (dazi<br />

più Iva), per importare merci di qualunque natura nei Paesi terzi (cioè non facenti parte<br />

dell’Ue, entro la quale vige il regime di libero scambio) bisogna fare i conti anche con le<br />

“barriere non tariffarie” che possono essere suddivise in 5 tipologie: barriere tecniche;<br />

misure sanitarie e fitosanitarie; infrastrutture per il trasporto e costi di trasporto; standard<br />

privati; costi di transazione. Gli scambi commerciali mondiali, in termini di costi e<br />

procedure, sono disciplinati, oltre che dall’OMC, da accordi multilaterali (stipulati cioè<br />

tra più Paesi) e bilaterali (tra due singole nazioni).<br />

maggio 2013<br />

cibo in gabbia<br />

"I negoziati con la<br />

Cina, per togliere una<br />

barriera non tariffaria,<br />

non li fa l’Istituto<br />

per il Commercio<br />

Estero. Ma un<br />

governo capace.<br />

L'Ice, da sola,<br />

non può<br />

fare miracoli"<br />

sta partita potrebbe essere anche il rinnovato<br />

Istituto per il Commercio Estero<br />

che in passato però non ha prodotto<br />

i risultati sperati. «L’Ice da sola non può<br />

far nulla – ammonisce Scordamaglia che<br />

dell’Istituto per il Commercio Estero è<br />

membro del CdA – nessun singolo organismo<br />

può sostituire o supplire alle<br />

mancanze di un intero sistema-Paese.<br />

I negoziati bilaterali con la Cina per<br />

togliere una barriera non tariffaria non<br />

li fa l’Ice, ma un governo capace di coordinare<br />

i ministeri competenti e utilizzare<br />

l’Agenzia delle Dogane in funzine<br />

di reaction. L’Ice è solo un pezzo<br />

del sistema che si occupa di assistere le<br />

aziende nell’esportazione e di promuovere<br />

all’estero il made in Italy, peraltro<br />

con pochissime risorse rispetto a quelle<br />

parcellizzate nelle amministrazioni<br />

locali. Se il sistema non funziona nella<br />

sua interezza, l’Ice, pur impegnandosi al<br />

massimo, non può fare miracoli».<br />

Per saperne di più:<br />

aidaonline.agenziadogane.it<br />

www.ice.gov<br />

www.ec.europa.eu<br />

www.tares.ch


Vino italiano nel mondo?<br />

C’è ancora molto da lavorare<br />

Il Gruppo Italiano Vini è una delle più importanti e competitive<br />

aziende italiane nel mondo. Nell’ultimo quarto di<br />

secolo, con la creazione di una decina di società (controllate<br />

o partecipate) di commercializzazione all’estero che rappresentano<br />

vere e proprie società di importazione e distribuzione,<br />

ha praticamente raggiunto la leadership nell’export del<br />

vino. Oggi fattura circa 150 milioni di euro e occupa oltre<br />

300 persone fuori dai confini nazionali. Rolando Chiossi è il<br />

vicepresidente di Giv. «Rispetto a 25 anni fa, il quadro mondiale<br />

del vino italiano è cambiato – spiega – a fianco dei tradizionali<br />

esportatori, sono nate una serie di piccole e medie<br />

imprese, agevolate anche dai fondi dell’Organizzazione Comune<br />

dei Mercati per la promozione del vino sui Paesi terzi.<br />

Vecchi e nuovi esportatori hanno fatto registrare record di<br />

export a volume e a valore».<br />

Le politiche commerciali dei governi italiani hanno contribuito<br />

a tale exploit?<br />

Molto limitatamente. I casi dell’Ice, prima sciolta e ora riavviata<br />

con minori dotazioni, e la messa in liquidazione di Buonitalia<br />

sono emblematici. Il successo del vino italiano all’estero<br />

è merito quasi esclusivo degli operatori. Solo ultimamente<br />

l’Ocm vino ha messo a disposizione risorse importanti per la<br />

promozione sui Paesi terzi.<br />

A sinistra Rolando Chiossi,<br />

vicepresidente di GIV (Gruppo<br />

Italiano Vini), una realtà che fattura<br />

150 milioni di euro e detiene<br />

la leadership nell’export<br />

del vino nazionale<br />

Anche per quanto riguarda<br />

il vino però, dazi doganali e<br />

barriere non tariffarie continuano<br />

a ostacolare l’accesso<br />

ai mercati globali…<br />

Sì, in particolare sono le Bnt a<br />

frenare l’export. Pensiamo alle<br />

richieste eccessive di documentazione,<br />

alle analisi non previste<br />

dalle normative, all’imposizione<br />

di “warning” in etichetta o<br />

all’obbligo di bollini. Ancor più<br />

se pensiamo alle limitazioni alle<br />

licenze di importazione, vedi<br />

Russia, o al contingentamento,<br />

fortunatamente rientrato, delle<br />

importazioni in Brasile.<br />

Quali sono i Paesi in cui è più<br />

costoso e difficile entrare?<br />

Il caso del Brasile è emblematico in quanto, oltre alla tassa di importazione<br />

pari al 27% sui vini provenienti da Paesi non facenti parte<br />

del Mercosur, vengono imposte una serie di tasse federali e statali<br />

sul vino e sui prodotti alcolici, sia ad valorem, che a volume, che<br />

raddoppiano e spesso triplicano il costo dei vini stessi. Se a ciò aggiungiamo<br />

i ricarichi degli importatori, dei distributori e i trasporti<br />

il prezzo finale arriva a 5/6 volte rispetto quello d’origine.<br />

Cosa andrebbe rivisto nelle politiche commerciali e negli<br />

accordi con i Paesi extra-Ue per favorire l’export?<br />

È l’Europa nel suo insieme che deve condurre le trattative<br />

negoziali con i paesi terzi. È finita l’era dei trattati multinazionali,<br />

come dimostrano le difficoltà del Doha round. Ora è<br />

più utile puntare ad accordi regionali o bilaterali diretti fra Ue<br />

e i singoli Paesi terzi. In questo campo devono trovare protezione<br />

anche le nostre denominazioni dei vini. Molto si è fatto,<br />

importanti discussioni sono in corso, ma molto è ancora da<br />

fare. Anche le aziende però devono adeguarsi: le dimensioni<br />

sono conditio sine qua non per poter sostenere i costi di un<br />

processo di internazionalizzazione, specialmente nei nuovi<br />

mercati dove i rientri degli investimenti sono a lungo termine.<br />

La sola costituzione di associazioni temporanee d’impresa o<br />

di Consorzi per l’export, pur essendo utili per fiere, manifestazioni<br />

o primi contatti, non è risolutiva».<br />

maggio 2013 39


40<br />

cover story<br />

maggio 2013<br />

di Francesco<br />

Condoluci<br />

cibo in gabbia<br />

Fare impresa<br />

all’estero:<br />

dove e come<br />

La parola all’avvocato Antonello Martinez,<br />

un "guru" dell’internazionalizzazione<br />

È il presidente dell’Associazione <strong>Italiana</strong><br />

degli Avvocati d’Impresa da ormai<br />

15 anni. Ma il suo cursus honorum è davvero<br />

chilometrico. Dal 1978, quando si è<br />

laureato in legge nella sua terra d’origine, a<br />

Cagliari, di medaglie al petto, dentro i tribunali<br />

di mezzo mondo, ne ha appuntate<br />

davvero tante. Un vero “asso della contrattualistica”<br />

che, negli anni, assieme alle decine<br />

di legali esperti della materia che oggi<br />

affollano il suo studio principale a Milano,<br />

il Martinez & Novebaci, si è specializzato<br />

nell’assistere le imprese italiane nei processi<br />

di internazionalizzazione. «Prendiamo le<br />

aziende per mano e le portiamo all’estero<br />

a fare quattrini» commenta, aggiungendo<br />

che nel 2012 le imprese assistite dal suo<br />

studio hanno generato sui mercati stranieri<br />

affari per 120 milioni. Il suo nome è Antonello<br />

Martinez e non ha bisogno di tante<br />

presentazioni. Basti dire che è stato consigliere<br />

giuridico parlamentare e avvocato<br />

di ministri e aziende che contano parecchio<br />

nel nostro Paese. Il 2013 lo ha consacrato<br />

pro-rettore dell’Università di Lugano<br />

e anche scrittore di successo per la<br />

casa editrice Sperling&Kupfer con il libro<br />

Quando il diritto va a rovescio. Riflessioni semiserie<br />

sull’involontaria comicità della legge<br />

che, appena uscito, manco a dirlo, è già un<br />

caso editoriale. Ma ciò di cui Martinez va<br />

più fiero sono le sue relazioni internazionali,<br />

quelle che lo hanno portato, tra le altre<br />

cose, a essere il rappresentante in Italia<br />

del Dipartimento di Sviluppo Economico<br />

del Governo di Dubai. «Gli Emirati Arabi<br />

sono la nuova frontiera – spiega – ci sono<br />

margini di crescita impressionanti. Sei<br />

anni fa, accompagnai a Dubai una signora<br />

che aveva un piccolo negozio di pasta fresca<br />

a Milano. Mangiammo assieme dentro<br />

un resort di lusso, ma la pasta che ci servirono<br />

era improponibile. La convinsi a far<br />

assaggiare i suoi tortellini al direttore della<br />

struttura. Oggi quella signora ha uno stabilimento<br />

con 120 lavoranti e distribuisce<br />

la sua pasta nei 580 alberghi di Dubai e in<br />

buona parte del Medio Oriente».<br />

Perchè ha scelto di concentrarsi sull’internazionalizzazione<br />

delle aziende italiane?<br />

Perchè ritengo che l’export sia l’unica<br />

vera forma di sopravvivenza per le pmi<br />

italiane. Ho cominciato a prenderne con-


"La Russia e gli Emirati Arabi<br />

sono le mete più vocate<br />

al business italiano e a quello<br />

del food in particolare.<br />

Ad oggi, gli unici presenti però<br />

sono i grandi brand.<br />

E invece ci sarebbe mercato<br />

anche per le aziende<br />

piccole e medie"<br />

Nella pagina a fianco, l'avvocato Martinez. Sopra una veduta notturna di Dubai,<br />

in basso il profilo della cattedrale di San Basilio, uno dei simboli della città di Mosca<br />

sapevolezza a partire dal 2007. Già allora, nei dati economici<br />

italiani, si leggevano le avvisaglie della crisi, ecco<br />

perchè ho cominciato a proporre ai clienti di aprire<br />

nuovi mercati. A Dubai le previsioni di crescita erano<br />

al 400% e c’era una fame mostruosa di made in Italy.<br />

Quando ho conosciuto l’avvocato di Al Maktum, l’emiro<br />

di Dubai e primo ministro degli Emirati, gli ho chiesto<br />

se aveva interesse a importare beni italiani. Il giorno<br />

dopo mi ha dato una lista di 36 prodotti. Loro impazziscono<br />

per il fashion italiano: la moda, la Ferrari, i cibi<br />

come la mozzarella, la pasta fresca, il caffè espresso.<br />

Oltre agli stretti rapporti con Dubai, la sua sfera d'influenza<br />

comprende anche relazioni privilegiate con la<br />

Russia, giusto?<br />

Sì, Mosca, assieme agli Emirati, è l'altra meta più vocata al<br />

business italiano. Del resto è a sole 3 ore di volo da Milano,<br />

c’è molta ricchezza e una domanda di “prodotto-Italia” altissima.<br />

Gli unici presenti però sono i grandi brand. E invece ci<br />

sarebbe spazio anche per le piccole e medie imprese.<br />

Ma per i piccoli non è facile andare all'estero. Costi alti,<br />

dazi, barriere, burocrazia. Come si fa?<br />

Il nostro studio ha individuato la formula giusta: in<br />

Russia o negli Emirati, effettua sondaggi con potenziali<br />

partner e investitori locali per capire se un prodotto<br />

può funzionare. Poi, mette assieme cordate di piccoli<br />

imprenditori per suddividere le spese e quindi li inserisce<br />

su quel mercato, mediante le nostre relazioni e<br />

un’assistenza qualificata alle branch per tutta la parte<br />

burocratica: documentazione, dazi, barriere. L’assistenza<br />

è fondamentale: senza, si rischia di andare incontro a<br />

truffe, perdite di tempo e investimenti sbagliati.<br />

Perchè le istituzioni pubbliche spesso non sono altrettanto<br />

capaci di assistere le nostre imprese?<br />

Perchè la politica non asseconda certi processi virtuosi.<br />

Anche sull'estero si pensa solo a sistemare gli amici<br />

degli amici, invece di aiutare seriamente le aziende. Ho<br />

assistito personalmente a missioni d'affari istituzionali<br />

che assomigliavano più a delle gite-premio. E i risultati<br />

sono sotto gli occhi di tutti. O no?».<br />

maggio 2013 41


42<br />

cover story<br />

...ma quanto<br />

è dura la salita.<br />

La testimonianza<br />

di tre produttori<br />

di Riccardo Lagorio<br />

Per saperne di più:<br />

www.bonat.it<br />

Azienda agricola Paglione:<br />

Tel. 0881.024905<br />

www.sangiovannello.it<br />

maggio 2013<br />

cibo in gabbia<br />

Export: uno su mille ce la fa<br />

Se la situazione economica nel nostro<br />

Paese non è certo confortante, anche<br />

le aziende agroalimentari cercano uno<br />

sbocco all’estero. Non senza intoppi e<br />

problemi, talvolta a causa di barriere<br />

all’entrata da parte dei Paesi terzi (camuffate<br />

da regole di carattere sanitario). Ma<br />

anche per l’inesistenza o quasi di soggetti<br />

che dovrebbero stare a fianco dei piccoli<br />

imprenditori e istruirli ad avere rapporti<br />

con l’estero. In sintesi vale l’antico adagio:<br />

aiutati che Dio t’aiuta. Gianluca Bonati è<br />

un produttore di Parmigiano Reggiano che<br />

esporta l’80% del fatturato, ora che in Italia<br />

il mercato è praticamente fermo. «Quando<br />

mi presentai la prima volta agli enti preposti<br />

(Camera di Commercio e prefettura, nda)<br />

per l’esportazione di Parmigiano Reggiano<br />

in Arabia Saudita notavo una certa perplessità<br />

da parte dei miei interlocutori – raccon-<br />

ta – non capivo se non erano preparati o quasi<br />

indisposti dalla mia richiesta di aiuto». L’Arabia<br />

Saudita, dove Bonati esporta oltre il 3%<br />

delle sue forme, impone per il formaggio italiano<br />

che l’allevamento sia indenne da paratubercolosi.<br />

Questo però lo deve certificare<br />

l’Azienda Sanitaria Locale. Poi è la Camera<br />

di Commercio che vidima il documento, e<br />

la Prefettura che lo timbra e lo avvalora. Tutto<br />

deve essere legalizzato da parte del consolato<br />

saudita di Milano e trasmesso per la<br />

traduzione legalizzata all’ambasciata di Roma.<br />

«Per ogni esportazione – spiega ancora<br />

Bonati – passano oltre 10 giorni per evadere<br />

le questioni burocratiche e doganali e ci vogliono<br />

circa 300 euro. Una piccola realtà non<br />

sempre può permettersi questo tipo di investimento».<br />

Le informazioni sono state carpite<br />

poco a poco con la tenacia propria dei<br />

Bonati e oggi il rammarico è che il principe


"Ad ogni esportazione,<br />

per evadere le questioni<br />

burocratiche e doganali,<br />

passano oltre 10 giorni<br />

e ci vogliono 300 euro.<br />

Una piccola azienda<br />

non sempre può<br />

permettersi questo tipo<br />

di investimenti"<br />

dei formaggi non può arrivare in Russia, in<br />

Brasile o in Cile e in Perù. Le tavole dove le<br />

nostre forme vengono stagionate sono ovviamente<br />

in legno. Questo avviene da sempre.<br />

Ma questi Paesi richiedono che il legno<br />

sia sostituito dal teflon. Ciò mette a rischio<br />

la nostra tradizione e abbiamo preferito desistere…<br />

Molto più semplice esportare negli<br />

Stati Uniti e in Giappone». Proprio con<br />

il Giappone Beniamino Faccilongo ha invece<br />

incontrato difficoltà “interpretative”<br />

dei suoi prodotti. La sua azienda agricola<br />

Paglione produce olio extravergine di oliva<br />

monovarietale, ma soprattutto pomodori<br />

biologici nel Subappennino Dauno. Il 30%<br />

della produzione varca i confini nazionali<br />

e per un’azienda a gestione strettamente<br />

familiare questo è un risultato conquistato<br />

con grande fatica investendo tempo e risorse<br />

in fiere internazionali. «Bisogna adeguarsi<br />

a pensare come la gente che vive nei Paesi<br />

dove si desidera esportare», dice. Quindi<br />

denominare il prodotto con qualcosa che<br />

esiste nel Paese di destinazione. In Giappone<br />

appunto non esiste la definizione di<br />

“pomodoro pelato”. E poiché per fare entrare<br />

nel Paese del Sol Levante una merce<br />

edibile è richiesto l’elenco delle categorie<br />

dei prodotti (checking list), i Faccilongo hanno<br />

dovuto conformare nella checking list la<br />

descrizione di pelato come “triturato” per<br />

potere esportare nelle boutique alimentari<br />

giapponesi. È proprio il caso di dire: Paese<br />

che vai usanza che trovi. Anche Loredana<br />

La Placa di Villarosa ha ingaggiato una lotta<br />

contro la burocrazia per riuscire a far affer-<br />

I mercati russi, brasiliani e sudamericani sono off limits per il Grana Padano lasciato<br />

stagionare sulle tavole di legno. In Giappone invece possono entrare solo le merci<br />

alimentari già esistenti nel Paese e inserite in una speciale "checking list" di prodotti<br />

mare sui mercati del nord Europa i prodotti<br />

della terra siciliana. «Malgrado siamo stati<br />

premiati dal Mipaf per la multifunzionalità<br />

in azienda, poi ci troviamo a dovere ogni<br />

giorno rincorrere il mercato: in alcuni casi<br />

le varietà di legumi e di cereali che coltiviamo<br />

sono sconosciute o mai citate nella letteratura<br />

scientifica. Quindi ci si trova a dover<br />

preparare documentazione integrativa<br />

per i Paesi dove questa è ritenuta carente».<br />

E con buona pace della semplificazione a<br />

documenti si aggiungono documenti come<br />

accompagnamento alle merci…<br />

maggio 2013 43


44<br />

lostudio<br />

Compra più prodotti italiani<br />

o stranieri?<br />

Italiani 34%<br />

Stranieri 27%<br />

Dipende, a seconda del prezzo 22%<br />

È indifferente, purché siano di qualità 17%<br />

Per quale motivo preferisce<br />

i prodotti italiani?<br />

Hanno una provenienza sicura 66%<br />

Sono emblema della tradizione e<br />

dello stile italiano 48%<br />

Preferisco investire sul made in Italy<br />

Sono i prodotti che utilizzo per le<br />

34%<br />

mie ricette 22%<br />

Altro/non so 18%<br />

maggio 2013<br />

… e compra<br />

come parli!<br />

Sono ben 4 gli italiani su 10 che scelgono prodotti e servizi<br />

stranieri, favorendo la “concorrenza” senza rendersene conto<br />

Amano i valori e l’autenticità del made in<br />

Italy ma poi, senza accorgersene, favoriscono<br />

la concorrenza: 4 italiani su 10 acquistano<br />

prodotti e servizi in negozi di origine<br />

estera. Lo fanno principalmente per<br />

risparmiare (67%) e sperimentare ciò che<br />

è diverso (21%). I settori preferiti per l’acquisto<br />

di prodotti e servizi stranieri? Tecnologia<br />

(34%) e food (26%). Quando devono<br />

fare un acquisto, gli italiani<br />

controllano nell’ordine: prezzo (41%), eti-<br />

chetta (33%), provenienza (16%). Quali<br />

sono i luoghi gestiti da stranieri in cui ci si<br />

reca di solito? Ristoranti/bar (40%), negozi<br />

d’abbigliamento (28%) e di telefonia<br />

(21%). È quanto emerge da uno studio<br />

promosso dalla nostra rivista condotto<br />

tramite interviste web a oltre 1.300 italiani,<br />

uomini e donne, di età compresa tra<br />

18 e 55 anni, per rilevare qual è il comportamento<br />

degli italiani nei confronti dell’acquisto<br />

di prodotti italiani ed esteri.<br />

In quale settore preferisce<br />

acquistare prodotti italiani?<br />

Food 35%<br />

Moda 27%<br />

Arredamento 21%<br />

Lusso 10%<br />

Tecnologia 7%<br />

Per quale motivo preferisce<br />

i prodotti stranieri?<br />

Per risparmiare 67%<br />

Perché tanto i prodotti “italiani”non<br />

vengono realizzati nel nostro Paese 45%<br />

Sono un amante della cultura estera 32%<br />

Mi piace sperimentare 21%<br />

Altro/non so 17%<br />

Non è solo la voglia<br />

di risparmiare, ma<br />

anche l’idea che molti<br />

prodotti “italiani” siano<br />

comunque realizzati<br />

all’estero, a spingere<br />

verso marche straniere<br />

In quale settore preferisce<br />

acquistare prodotti stranieri?<br />

Tecnologia 34%<br />

Food 26%<br />

Lusso 18%<br />

Arredamento 12%<br />

Moda 10%<br />

Quando acquista, cosa guarda<br />

per primo in un prodotto?<br />

Il prezzo 41%<br />

L’etichetta 33%<br />

Il luogo di provenienza 16%<br />

La scadenza 6%<br />

Altro/non so 4%<br />

Quando deve fare acquisti,<br />

si reca in un negozio italiano<br />

o straniero?<br />

Italiano 53%<br />

Straniero 41%<br />

È indifferente 6%<br />

In quali tipi di negozi stranieri<br />

si reca in particolare?<br />

Ristoranti/bar 40%<br />

Negozi d’abbigliamento 28%<br />

Negozio telefonia/internet 21%<br />

Negozi etnici 7%<br />

Altro/non so 4%<br />

Quali sono i vantaggi di<br />

acquistare prodotti stranieri?<br />

Costi vantaggiosi 67%<br />

Arricchimento culturale 45%<br />

Creano competizione tra le diverse<br />

attività commerciali 39%<br />

Altro/non so 17%<br />

Servizio migliore 12%


Riccardo Illy<br />

Puntiamo tutto<br />

su ingegno<br />

ed estetica<br />

46<br />

ilpersonaggio<br />

maggio 2013<br />

Il profumo del loro caffè arriva<br />

in oltre 140 Paesi, toccando<br />

tutti e cinque i continenti.<br />

Una grande passione<br />

di famiglia, come quella<br />

per il vino e per la qualità,<br />

delle quali parliamo con il<br />

Presidente del Gruppo Illy<br />

di Roberto Rabachino<br />

È nato a Trieste nel 1955 il Presidente del<br />

Gruppo Illy spa (nonché vicepresidente di<br />

Illycaffè spa), un polo del gusto che raccoglie<br />

aziende di eccellenza, dal vino, al cioccolato,<br />

dal tè alla frutta candita. Giornalista<br />

e sommelier, è stato nominato nel 2009 dal<br />

Presidente della Repubblica, Grande Ufficiale.<br />

A lui chiediamo di raccontarci la storia del celeberrimo<br />

<strong>marchio</strong> Illy… «L’azienda di famiglia<br />

è stata fondata nel 1933 dal nonno Francesco,<br />

ungherese di origine, che avviò la produzione<br />

di caffè e cioccolato e una produzione agricola<br />

in Istria» ci spiega. «Alcuni anni dopo la Seconda<br />

Guerra Mondiale, le redini dell’azienda<br />

passano a Ernesto Illy, figlio del fondatore, che<br />

negli anni crea un laboratorio di ricerca, divenuto<br />

poi una fucina di brevetti e di innovazioni.<br />

Oggi l’azienda è guidata dalla terza generazione<br />

della famiglia, impiega oltre 800 persone<br />

nel mondo, e ha realizzato un fatturato consolidato<br />

di più di 350 milioni di euro nell’anno<br />

passato. L’azienda produce e vende in tutto<br />

il mondo un unico blend di caffè espresso di<br />

alta qualità composto da nove partite di pura<br />

Arabica. Oggi il blend è commercializzato<br />

in oltre 140 Paesi, in tutti e 5 i continenti, ed<br />

è servito in più di 50 mila esercizi pubblici.<br />

Con l’Università del Caffè, la catena espressamente<br />

illy e il programma Artisti del Gusto, Illy<br />

diffonde la cultura del caffè e valorizza la professionalità<br />

di coltivatori, esercenti e addetti di<br />

pubblici esercizi, consumatori e intenditori».


Oltre il caffè e il cioccolato, la cantina. Ci racconti<br />

la sua esperienza in Montalcino...<br />

L’incontro di mio fratello Francesco con<br />

l’avvocato Mastrojanni, la sua passione, la<br />

sua terra è sicuramente stato un punto di<br />

svolta nel nostro modo di vivere il possibile<br />

investimento del Gruppo nel complesso<br />

mondo del vino. Nel 2008 abbiamo rilevato<br />

l’azienda Mastrojanni, mantenendo<br />

la continuità della gestione e confermando<br />

i respon sabili di vigna e cantina. Nata nel<br />

1975 sui resti di un borghetto semi abbandonato<br />

a Castelnuovo dell’Abate, in provincia<br />

di Siena, all’estremo sud-est del Comune<br />

di Montalcino, con la prima annata<br />

datata 1980, Mastrojanni conta oggi 90<br />

ettari di terreno di cui solo 25 vitati – 14<br />

dei quali a Brunello – per una produzione<br />

complessiva di quasi 100 mila bottiglie<br />

l’anno. La filosofia di Mastrojanni è quella<br />

di prediligere la qualità alla quantità, mantenendo<br />

una densità che varia dai 3.960 ai<br />

5.300 ceppi per ettaro per i nuovi impianti,<br />

con rese attorno ai 50 quintali per ettaro<br />

nonostante il disciplinare della Docg<br />

fissi per il Brunello il limite a 70 quintali.<br />

Noi riteniamo che non si possa produrre<br />

un vino di alta qualità senza capirlo: capire,<br />

ad esempio, quando è il momento giusto<br />

per la vendemmia, così da portare in cantina<br />

solo uve perfettamente mature e sane,<br />

quale legno usare per la vinificazione e<br />

l’affinamento in botte, quando travasare il<br />

vino, a che temperatura conservarlo e quando<br />

imbottigliarlo. Anche per questo abbiamo<br />

investito molto nell’ampliamento della<br />

cantina, destinando la nuova struttura – realizzata<br />

secondo i principi della bioarchitettura<br />

– all’affinamento dei vini. L’unicità<br />

del territorio, del suo paesaggio, del rapporto<br />

profondo con la sua gente, è divenuto il<br />

fulcro su cui verte la produzione dei nostri<br />

vini d’eccellenza. Il nostro Brunello, Il Vigna<br />

Loreto e l’annata 2008 della Vigna Schiena<br />

d’Asino, che abbiamo appena presentato a<br />

VinItaly, sono le eccellenze produttive che<br />

contiamo riescano sempre più a incantare i<br />

consumatori così come hanno conquistato,<br />

e conquistano ogni giorno, me.<br />

“L’Italia ha due vantaggi competitivi:<br />

l’ingegno e l’estetica”. Ci spieghi meglio<br />

questa sua citazione…<br />

L’ingegno è la propensione, tutta italiana,<br />

di coniugare in modo originale tecnologie<br />

mature, già esistenti; si esprime nel mondo<br />

della meccanica e della produzione di<br />

macchine per la tessitura e il confezionamento<br />

nel quale le nostre imprese primeggiano.<br />

La propensione per l’estetica l’abbiamo<br />

ereditata da millenni di cultura e di<br />

arte e ci consente di produrre e esportare il<br />

meglio nel campo della moda, dei mobili,<br />

del design e dell’agroalimentare. Mai come<br />

ora l’immagine dei prodotti di qualità<br />

italiani in questi settori è stata apprezzata<br />

a livello mondiale.<br />

La sua ricetta per la ripresa economica<br />

dell’Italia?<br />

Pochi semplicissimi ingredienti: innovazione<br />

e ricerca costante al servizio della qualità.<br />

Su queste direttrici le imprese italiane<br />

possono crescere, all’estero soprattutto, per<br />

soddisfare le esigenze dei consumatori che,<br />

appagate le necessità primarie, al crescere<br />

del loro reddito volgono l’attenzione al bello<br />

e al buono. Lo dico soprattutto ai giovani<br />

che, forti della loro energia e creatività,<br />

possono dare un contributo di idee dando<br />

slancio ed energia al Paese attraverso lo studio,<br />

la formazione, la creazione di nuove<br />

imprese e brevettando nuove idee e prodotti.<br />

La collaborazione pubblico-privato,<br />

anche tramite specifici sostegni finanziari,<br />

va orientata al sostegno dell’innovazione,<br />

sia quella frutto dell’ingegno sia quella frutto<br />

della propensione per l’estetica.<br />

Sono i giovani<br />

i protagonisti della<br />

rinascita economica<br />

dell'Italia. Giovani<br />

che, forti della loro<br />

energia e creatività,<br />

possono dare<br />

un contributo di idee<br />

dando slancio<br />

ed energia al Paese<br />

attraverso lo studio,<br />

la formazione,<br />

la creazione di nuove<br />

imprese, nuove<br />

idee, nuovi prodotti<br />

Fondata a Trieste nel 1933, l'azienda<br />

di famiglia oggi è guidata dalla terza<br />

generazione Illy, e impiega oltre 800<br />

persone nel mondo<br />

maggio 2013 47


48<br />

storie dall'italia che merita<br />

Can I have<br />

some...<br />

Capocollo?<br />

maggio 2013<br />

di Sabrina Merolla<br />

È grazie al lavoro continuo di Giuseppe Santoro<br />

nel testimoniare le tradizioni della sua terra<br />

se oggi anche i londinesi più raffinati possono<br />

gustare i migliori salumi pugliesi<br />

Nel verde folto e rigonfio della Valle d’Itria,<br />

quel lembo di Puglia puntellato di trulli e<br />

infittito di ulivi, mandorli e querce, pulsa<br />

un’artigianalità norcina riconosciuta<br />

fra le più autentiche e meritevoli in Italia.<br />

La contorna un triangolo compreso tra Martina<br />

Franca in terra di Taranto, Locorotondo in<br />

terra di Bari e Cisternino in terra di Brindisi,<br />

limite geografico di produzione del pregiato<br />

Capocollo di Martina Franca, prodotto e apprezzato<br />

sin dal Settecento. Ne tutela l’antica<br />

usanza un presidio Slow Food, intervenuto<br />

nel 2000 a proteggere la perizia manuale e<br />

le tecniche tradizionali dei piccoli norcini dal<br />

pericolo di essere scalzate dalle grosse produzioni<br />

industriali. I dintorni di Cisternino sono<br />

disegnati da una fiaba di sentieri campestri<br />

che dichinano sulla pianura adriatica. Il mio<br />

arrivo a Contrada Marinelli è accolto da una<br />

quercia poderosa che ombreggia in piazzetta.<br />

Con la sua folta chioma, l’imponente patriarca<br />

sembra sfiorare i pinnacoli dei trulli sparsi<br />

nei dintorni. Ma è il suo vigoroso tronco che<br />

insaporisce l’aria. «Bruciamo la corteccia dei<br />

fragni per affumicare il nostro Capocollo. Il<br />

suo sapore è reso unico dalla natura dei nostri<br />

dintorni». Giuseppe Santoro è uno dei più<br />

apprezzati salumieri di Puglia, impegnato a<br />

preservare il rigore di una tradizione che ha<br />

reso il Capocollo di Martina Franca il simbolo<br />

intriso del profumo di questa terra. Un’essenza<br />

legnosa si sprigiona nel suo laboratorio,<br />

ai piedi della contrada. «Adoperiamo la stessa<br />

metodica di cinquant’anni fa, con materie<br />

prime locali. I suini sono allevati allo stato semibrado<br />

e si nutrono di ghiande di fragno».<br />

Ma è la cura che si ripone nel manipolarlo<br />

che identifica questo pezzo di carne con la<br />

più pura artigianalità. Un lavoro di mani che<br />

mischiano carne, sale, spezie e vincotto. «E<br />

una paziente attività di meticolosi controlli.<br />

La stagionatura, che va da un minimo di<br />

90 fino ai 180 giorni, limita la quantità dei<br />

prodotti. Le eccellenze non sono cibi da tutti


"Fatti i dovuti<br />

controlli qualità<br />

e ricevute<br />

le autorizzazioni<br />

sanitarie, nel 2012<br />

abbiamo presentato<br />

la nostra linea<br />

di salumi all’interno<br />

dell’immensa zona food<br />

dei magazzini<br />

di Knightsbridge,<br />

nel cuore di Londra"<br />

Accoglienza entusiastica<br />

da Harrods per Giuseppe<br />

Santoro (nell'immagine<br />

di apertura assieme<br />

al suo celebre Capocollo)<br />

che lo scorso anno<br />

ha presentato, presso i<br />

famosi magazzini londinesi<br />

(in alto) frequentati ogni<br />

anno da 12 milioni di clienti,<br />

la linea di produzione delle<br />

specialità norcine del suo<br />

salumificio di Cisternino.<br />

Nell'immagine in basso un<br />

momento della produzione<br />

artigianale del Capocollo<br />

di Martina Franca, lavorato<br />

dalle mani esperte di Santoro<br />

i giorni, ma prodotti da gustare, per scoprire<br />

o ricordare. Avremmo potuto virare su un lavoro<br />

di produzione in quantità, ma abbiamo<br />

rallentato, e abbiamo scelto l’attesa. Con l’affumicatura<br />

poi, si diffonde una fragranza che<br />

arriva fino a valle». E che oggi pervade l’intero<br />

stivale. «Dal 2012 il nostro Capocollo e i salumi<br />

di nostra produzione sono presenti in tutti<br />

i punti vendita Eataly, in Italia». Da qualche<br />

mese gli effluvi norcini si spargono persino fra<br />

le essenze lussuose dei Magazzini Harrods di<br />

Londra. «Un loro buyer alla ricerca di tipicità<br />

italiane ci ha scovato al Cibus di Parma e ci ha<br />

scelto. Dopo un accurato iter di analisi, controllo<br />

qualità e autorizzazioni sanitarie, a novembre<br />

2012 siamo stati invitati a presentare<br />

la nostra linea di salumi all’interno dell’immensa<br />

zona food dei magazzini londinesi in<br />

Knightsbridge». Un’azienda artigianale gestita<br />

a livello familiare sembra dunque aprirsi con<br />

disinvoltura a mercati pregnanti e imboccare<br />

la rotta di possenti fulcri distributivi europei.<br />

«Ma ci sono voluti impegno, costanza nella<br />

produzione e un piccolo sviluppo dell’etichettatura,<br />

per ottimizzarne la comunicazione in<br />

lingua inglese. A questi traguardi si arriva con<br />

gradualità, ponderando scelte e strategie. Solo<br />

così le difficoltà che sopraggiungono sono<br />

ampiamente superabili». Giuseppe affetta con<br />

perizia il suo prodotto, fiero di saperlo in forte<br />

slancio anche in Piemonte, in Lombardia e<br />

in Emilia, patria dei salumi, dov’è riuscito a<br />

ricavarsi un’altra nicchia. Come lo gusta il capocollo<br />

il suo creatore? «Al naturale, con una<br />

fetta di pane di grano duro del Senatore Cappelli.<br />

Il gusto del salume è nel suo profumo. Lo<br />

possiamo abbinare con i fichi, ed è ancora più<br />

speciale. Io rimango tradizionalista».<br />

dove&come<br />

Salumificio Santoro<br />

Via Isonzo - Contrada Marinelli - Cisternino (Br)<br />

Tel. 080.4431297 - www.salumificiosantoro.it<br />

maggio 2013 49


50<br />

storie dall'italia che merita<br />

Houston,<br />

abbiamo<br />

un... risotto!<br />

Problema risolto per gli astronauti italiani che non possono fare a meno,<br />

anche a chilometri di distanza dalla terra, dei migliori piatti della cucina<br />

nazionale. In loro soccorso sono venuti l’azienda torinese Argotec<br />

e Davide Scabin con un “menu spaziale” fatto di parmigiana, tiramisù,<br />

risotto e caponata, che prenderà il volo con Luca Parmitano a fine mese<br />

maggio 2013<br />

di Silvana<br />

Delfuoco<br />

Ve la ricordate la signora Ph(i)Nk delle<br />

Cosmicomiche di Italo Calvino, quella<br />

che da un punto sperduto delle Galassie<br />

voleva dispensare a tutti le sue<br />

tagliatelle, pioniera inconsapevole del<br />

made in Italy? Sarebbe contenta di sapere<br />

che il suo progetto si è finalmente realizzato:<br />

oggi nello spazio anziché meteoriti volano<br />

lasagne! L’idea è venuta a una giovane<br />

azienda torinese, l’Argotec, avventurosa<br />

anche nel nome, visto che si rifà ai mitici<br />

Argonauti, partiti nella notte dei tempi alla<br />

ricerca del Vello d’oro. L’avventura di oggi<br />

si svolge invece nello spazio, per ora almeno<br />

ancora misterioso quasi quanto la lontana<br />

Colchide della leggenda. «Noi dell’Ar-<br />

gotec – ci spiega il responsabile, nonché<br />

ideatore del Progetto Space Food, David<br />

Avino – seguiamo già gli astronauti sia nella<br />

fase di preparazione a terra che nello spazio.<br />

Da tempo alcuni di loro, gli italiani in<br />

particolare e Luca Parmitano in testa, avevano<br />

manifestato il desiderio di avere a disposizione<br />

un cibo più appetibile rispetto<br />

ai menu standard americani e russi. Cosa<br />

ci sarebbe stato di meglio da proporre loro<br />

se non un bel piatto di pasta?».<br />

Uno chef davvero stellare<br />

Un progetto affascinante ma piuttosto<br />

impegnativo, che già in passato aveva visto<br />

tentativi illustri (si era cimentato, tra


gli altri, nientemeno che Alain Ducasse)<br />

e che ha richiesto quasi due anni di lavoro<br />

per eliminare finalmente tutti gli ostacoli<br />

che finora si erano frapposti fra nutrimento<br />

e sapore. Il “cibo spaziale”, infatti, deve<br />

rispettare alcuni parametri che mal si accordano<br />

con la buona cucina: totale assenza<br />

di sale e di alcool, consistenza del materiale,<br />

almeno 18 mesi di conservazione…<br />

Come riuscirci? «Cercavo uno chef creativo,<br />

ma che avesse anche voglia di mettersi<br />

in gioco – ci racconta Avino – per questo ho<br />

pensato subito a Davide Scabin». Nel suo<br />

Combal.Zero, felicemente arroccato nel<br />

Castello di Rivoli, da cui si domina tutta<br />

la pianura torinese fino alla Valle di Susa,<br />

Davide Scabin ad accettare le sfide, e a vincerle,<br />

è abituato da tempo. Non per niente<br />

è lui l’inventore del Cyber egg, il tuorlo<br />

d’uovo chiuso in una camera d’aria, e del<br />

Piola kit, un intero menu da vecchia osteria<br />

con annesso mazzo di carte, tutto chiuso<br />

in una scatola da portare a casa. Eccolo<br />

dunque pronto a questa nuova avventura,<br />

solo in apparenza supertecnologica. Lasagna,<br />

parmigiana, tiramisù, risotto al pesto<br />

e caponata: questo il “menu spaziale”, che<br />

Luca Parmitano porterà con sé nella sua<br />

imminente missione Volare a fine maggio.<br />

Chiusi in una speciale busta sigillata, al momento<br />

del consumo saranno gli astronauti<br />

stessi a compiere l’ultimo passaggio, reidratando<br />

con una speciale procedura risotto<br />

e tiramisù, riscaldando su un’apposita piastra<br />

gli altri. Poi apriranno la busta sigillata<br />

e ne consumeranno il contenuto introducendovi<br />

un cucchiaio: di più non è possibile<br />

fare, in assenza di gravità! «In realtà sono<br />

state studiate e sviluppate circa quindici<br />

ricette diverse – ci confida Avino – e, durante<br />

le prove fatte nella base spaziale di<br />

Colonia con astronauti di varie nazionalità,<br />

i piatti sono piaciuti tantissimo a tutti.<br />

Per ora, per ragioni soprattutto di spazio,<br />

Il “cibo spaziale”<br />

deve rispettare<br />

parametri che mal<br />

si accordano con<br />

la buona cucina,<br />

come l'assenza<br />

di sale e alcool<br />

e almeno 18 mesi<br />

di conservazione.<br />

Un'impresa<br />

difficile, nella quale<br />

prima di Scabin<br />

si erano provati<br />

in tanti...<br />

In apertura, lo Space Food. Qui, in alto, Luca Parmitano<br />

si è deciso per questi, poi si vedrà». Quindi,<br />

ci sono progetti per il futuro? «Ora stiamo<br />

collaborando con uno chef tedesco per<br />

preparare qualche piatto tipico per Alexander<br />

Guest, il prossimo astronauta a<br />

salire sulla Stazione orbitante dopo Parmitano:<br />

anche lui – conclude sorridendo –<br />

aveva voglia di qualcosa che gli ricordasse<br />

casa. Però ha fatto sapere che vuole portarsi<br />

su anche lo Space Food preparato da<br />

Scabin: al made in Italy, una volta provato,<br />

nessuno rinuncia più!».<br />

maggio 2013 51


52<br />

consumi&tendenze<br />

Panino: un affare gourmet<br />

di Rosalia Imperato<br />

Da pasto povero, di quelli che ti dovevano riempire per tutto il giorno, a sfizio<br />

da chef, prodotto di un percorso di ricerca ed equilibrismo tra carni pregiate,<br />

verdure a chilometro zero e salse della tradizione, lo sfilatino ripieno ne ha fatta<br />

di strada! E noi abbiamo provato a seguirne le tracce, anzi, le briciole…<br />

Rosette, michette, pagnottelle, ciabatte,<br />

oppure due fette di pane…<br />

un taglio nel mezzo, e dentro companatico<br />

a piacere. Cosa c’è, vi chiederete,<br />

di più semplice e ordinario di<br />

un panino? Le cose però non stanno<br />

proprio così. Da tradizionale sostituto<br />

povero, e spesso poco salutare, del pasto<br />

– passando per le paninoteche anni<br />

Ottanta e i loro "status symbol" ripieni<br />

di patatine fritte, ketchup, maionese<br />

e salsa rosa – il panino infatti si è trasformato<br />

negli anni in raffinata scelta<br />

gourmet. Il merito di questa evoluzione<br />

di qualità è certamente da ricercare<br />

nell’affermarsi del movimento Slow<br />

maggio 2013<br />

Food e nella consapevolezza sempre<br />

più condivisa dell’importanza di<br />

mangiare bene e sano. Anche quando<br />

si tratta “solo” di un panino! Scelta che,<br />

complice la crisi e la ricerca di prezzi<br />

economici, ha conquistato sempre più<br />

affezionati, mentre il lavoro sugli ingredienti,<br />

le materie prime – e, dietro<br />

a queste, famosi chef e fini equilibristi<br />

del gusto – ha convinto anche i più<br />

scettici e i palati più esigenti.<br />

Un panino in due, io e te...<br />

Un ideale viaggio alla scoperta dei<br />

più buoni panini d’Italia comincia<br />

in Piemonte. Nell’incantevole citta-<br />

dina di Rivoli si trova infatti il primo<br />

M**Bun, dal piemontese mac bun<br />

ovvero “solo buono”. Il locale nasce<br />

dall’idea di Graziano Scaglia – allevatore<br />

di razza bovina piemontese<br />

– e di alcuni soci, che decidono di<br />

proporre attraverso la filiera corta un<br />

hamburger a km 0: un’idea semplice<br />

che in pochissimo tempo conquista<br />

il cuore dei piemontesi. Da Rivoli<br />

ci spostiamo a Milano. Prima<br />

tappa: Galiano Panini d’Autore. Una<br />

vera boutique dove gustare capolavori<br />

d’arte culinaria, non più grandi<br />

di una mano, serviti caldi e molto<br />

farciti. I gusti? C’è solo l’imbarazzo


della scelta: si va da un culatello, brie fuso<br />

e foglie di pera, a un mortadella e caprino<br />

al basilico, o ancora cotto, caprino<br />

al vino bianco e paté. Sempre a Milano<br />

c’è Trita. Qui l’hamburger è preparato<br />

in base al gusto dell’avventore che può<br />

scegliere tra 4 tipi di carne (bufalo campano,<br />

limousine padana, black aungus irlandese<br />

e wagyu giapponese) tritata al<br />

momento, diversi tipi di pane (bianco,<br />

al sesamo e ai semi di papavero), salse e<br />

condimenti… un panino su misura, davvero<br />

eccellente. Scendendo in Toscana,<br />

ci fermiamo a Firenze da ‘Ino. Un luogo<br />

di ricerca di prodotti e ingredienti capaci<br />

di raccontare una storia e un territorio<br />

semplicemente stratificandosi all’interno<br />

di un guscio di pane: produttori di<br />

pecorino, di mortadella, di salame rosa,<br />

conserve beneventane, affinatori di gorgonzola<br />

di Verbania, scamorza pugliese,<br />

alici di Cetara, bottarga di Cabras, ‘nduja,<br />

carciuga, caciocavallo.... Giunti a Roma<br />

ci dirigiamo da Quarto Burger. Qui Davide<br />

e Ruggero, entrambi pugili, mettono<br />

al tappeto la clientela con i loro strepitosi<br />

hamburger. Il classico panino americano,<br />

preparato esclusivamente con ingredienti<br />

freschissimi, è presentato qui in<br />

circa 20 varianti. Da provare le gustose<br />

versioni capitoline: Quarto con salsa alla<br />

carbonara e Carnera con salsa cacio e<br />

pepe. Fresche ciabattine generosamente<br />

farcite con i capisaldi della cucina romana<br />

a prezzi popolari, è invece l’offerta di<br />

Mordi e Vai, un piccolo banco sito nel<br />

Nuovo Mercato Testaccio, dove Sergio<br />

Esposito elargisce all’ora di pranzo succulenti<br />

panini con trippa, picchiapò, polpette<br />

fritte e cicoria ripassata, salsicce,<br />

allesso di manzo in bianco e tanto altro.<br />

Spostiamoci quindi nel rione Monte, da<br />

Zia Rosetta. Il nome fa intuire subito che<br />

si parla anche qui di panini, ma in versio-<br />

Nuova vita<br />

per un grande<br />

classico della cucina<br />

"fast". Il merito?<br />

Della cultura "slow"<br />

che insegna a ricercare<br />

l'eccellenza, anche<br />

in un semplice snack<br />

ne mini, o meglio rosette e mini-rosette<br />

dai gusti stravaganti. Da provare la Chorus<br />

con ricotta, fiori di zucca, pomodori<br />

secchi e menta; la Rossa con tomino,<br />

radicchio e noci e la Cheris con tacchino,<br />

mela verde, indivia, yogurt ed erba<br />

cipollina. Terminiamo il nostro viaggio<br />

a Napoli, dove ChicBurger propone un<br />

melting pot di american style e tipicità<br />

napoletane. Qui l’hamburger si declina<br />

in tutte le sue forme, ma la vera novità<br />

sta nell’alternativa del burger vegetariano<br />

realizzato con legumi come lenticchie,<br />

fagioli, ceci accompagnato da zucchine,<br />

cipolline, carote, spinaci e tutte le<br />

verdure di stagione.<br />

Che(e)sfida…<br />

all’ultimo morso!<br />

Si chiudono il 5 maggio<br />

le iscrizioni ad Asiago<br />

CheeSfida, competizione<br />

organizzata dal Consorzio<br />

Tutela Formaggio Asiago.<br />

A suon di voti on line si<br />

svolgeranno, fino al 20<br />

maggio, le qualificazioni,<br />

in un vero e proprio torneo<br />

“all’ultimo morso” che si<br />

concluderà l’11 luglio con<br />

una serata dal vivo<br />

organizzata presso la sede<br />

dell’Università del Gusto,<br />

durante la quale i finalisti<br />

realizzeranno il proprio<br />

panino davanti a una giuria<br />

composta da ristoratori,<br />

negozianti, foodblogger<br />

e appassionati.<br />

Per saperne di più:<br />

www.formaggioasiago.it<br />

/asiagocheesfida<br />

Scelti per voi<br />

dove mangiare<br />

M**Bun<br />

Corso Susa, 22E – Rivoli<br />

www.mbun.it<br />

Galiano Panini d’Autore<br />

Via Meravigli, 16 – Milano<br />

www.paninodautore.it<br />

Trita<br />

P.zza XXIV Maggio, 6 – Milano<br />

www.trita.it<br />

‘Ino<br />

Via dei Georgofili, 3R/7R – Firenze<br />

www.inofirenze.com<br />

Quarto Burger<br />

Via Crescenzio, 52 – Roma<br />

www.quartoburger.it<br />

Mordi e Vai<br />

Via A. Volta, box 15 – Roma<br />

www.mordievai.it<br />

ChicBurger<br />

Via Partenope, 9 – Napoli<br />

maggio 2013 53


54<br />

attenti a queste due<br />

di Elisa isoardi & Pa o l a Gu l a<br />

I viaggi<br />

del gusto di…<br />

Renzo<br />

Arbore<br />

Le note biografiche lo definiscono cantautore,<br />

musicista, showman, conduttore radiofonico,<br />

personaggio televisivo, attore, avvocato, sceneggiatore<br />

e regista. Con i suoi programmi ha cambiato<br />

radio e televisione italiane. Nel cibo, come<br />

nella vita, dimostra di essere eclettico, colto e curioso,<br />

guidato dal desiderio di sperimentare, mai<br />

frenato dalla paura di affrontare le novità.<br />

Tagli ritagli e frattaglie era il titolo di<br />

una trasmissione tua e di Luciano De<br />

Crescenzo del 1981... ma le frattaglie ti<br />

piacciono sul serio o era solo una questione<br />

di metrica?<br />

Ecco, questa intro mi piace molto! Ma ti ricordi,<br />

Elisa, che tu e io ci siamo conosciuti a Palermo,<br />

tanti anni fa, proprio davanti alle frattaglie? Eravamo<br />

all’Antica Focacceria San Francesco per<br />

mangiare u pani ca meusa e le panelle. Amo moltissimo<br />

le frattaglie e nella vita mi sono dedicato<br />

con impegno alla loro ricerca non solo in Italia, ma<br />

in tutto il mondo perché amo mangiare e sperimentare<br />

tutti i cibi poveri. Palermo per storia e<br />

cultura è una capitale riconosciuta del cibo da<br />

strada che ha origini sia arabe, che ebraiche che<br />

maggio 2013<br />

spagnole e in questo tipo di alimentazione le frattaglie<br />

hanno un ruolo di primo piano. Invece se<br />

vado a Foggia i miei preferiti sono i turcinelli o<br />

gnummareddi, involtini di budello di agnello ripieni<br />

di animelle alla brace, mentre a Napoli si<br />

mangiano tutte le frattaglie del presepe.<br />

Cosa significa?<br />

Che sono così importanti che persino nel presepe<br />

napoletano sono rappresentate. E sono tantissime,<br />

come per o muss che è il piede e il muso del<br />

porco cotto, affettato e condito con limone e sale<br />

grosso, oppure la mariscialla fatta con il centopelle,<br />

o il famoso callo ‘e trippa, ovvero la trippa<br />

condita soltanto con sale e limone. A Firenze poi<br />

non mi perdo il lampredotto. Puntualmente lo<br />

compro e lo metto in freezer e ad esempio, proprio<br />

stasera, lo scongelo e me lo mangio. Se apri<br />

il mio freezer c’è tutto il cibo del mondo!<br />

A Firenze non perdo mai il lampredotto:<br />

lo compro e lo metto in freezer... Se apri<br />

il mio freezer c’è tutto il cibo del mondo!


Il mio vino preferito<br />

è il Cacc’e Mmitte di Lucera,<br />

ha un non so che di erotico.<br />

Nel piatto invece tiella di riso<br />

patate e cozze<br />

Renzo Arbore è nato a Foggia il 24 giugno 1937. Artista poliedrico,<br />

ha riscosso successi in vari campi: dalla musica, con la sua Orchestra<br />

<strong>Italiana</strong>, alla televisione e alla radio, per le quali è stato autore<br />

e conduttore di trasmissioni all’avanguardia, al cinema per il quale<br />

è stato regista e sceneggiatore arguto e irriverente<br />

“Halò, Halò, Halò… je suis vostre chef<br />

Leon”. In Alto Gradimento, a Radio 2<br />

negli anni ’70 tra i vari personaggi<br />

c’era lo chef Leon. Era francese, ma<br />

proponeva piatti assurdi come “zoccolo<br />

di Garibaldi” oppure “palla di catrame<br />

fumigante”. Un personaggio<br />

quanto mai attuale. Anche oggi gli<br />

chef sono un po’ macchiette e propongono<br />

menù improbabili?<br />

Marenco era stato il precursore in un momento<br />

in cui la moda dell’alta cucina non era ancora<br />

scoppiata. Menu improbabili… troppi ne ho visti<br />

e troppi ne ho assaggiati. Chef che sperimentano<br />

ce ne sono tantissimi: un giorno mi sono trovato<br />

a mangiare il “riso con i sassi”. Sassi che venivano<br />

messi nelle erbe per due giorni a insaporire e poi<br />

disposti vicino al riso per trasmettergli l’aroma.<br />

Alcuni esperimenti però sono buoni o divertenti<br />

come il pesce fresco messo nelle scatole delle sardine.<br />

E poi ci sono alcuni geni, inventori di altissima<br />

cucina come Vissani, Bottura e Pierangelini.<br />

Qual è il primo cibo che ti ricordi?<br />

Non sarai mica cresciuto a frattaglie...<br />

Il ragù della domenica che si iniziava a cuocere<br />

alle 7 e si finiva alle 14.<br />

E tu dalle 7 alle 14 che facevi?<br />

Rubavo le cipolle. Mia mamma Giuseppina metteva<br />

le cipolle nel soffritto io le rubavo. Allora per<br />

evitarlo, in attesa che il ragù cuocesse, mi preparava<br />

pane e cipolle. Durante questa cottura<br />

del ragù, ahimè, tiravano il collo alla gallina, che<br />

compravano viva. I bambini venivano quindi fatti<br />

uscire dalla cucina e le donne tiravano il collo,<br />

spennavano la gallina e la preparavana al forno<br />

con le patate. Era una roba deliziosa. Alle 12 si<br />

andava a messa, per fortuna non a quella prima,<br />

così si poteva dormire un po’ di più. Poi compravano<br />

le paste e si tornava a casa a mangiare.<br />

Cosa consigli alle giovani famiglie?<br />

Io consiglierei di non passare le domeniche nei<br />

centri commerciali, ma di andare a spasso,<br />

all’aria aperta. La domenica è fatta per passeggiare,<br />

vedendo gente e chiacchierando.<br />

Dal 2010 sei Ambasciatore delle terre<br />

di Puglia. Qual è il cibo o il vino più rappresentativo<br />

della tua terra?<br />

Il mio vino preferito è il Cacc’e Mmitte di Lucera,<br />

ha un non so che di erotico, un vino sessuale,<br />

aromatico, che io adoro quanto il Primitivo di<br />

Manduria. Per quanto riguarda il cibo, il mio preferito<br />

è la tiella di riso patate e cozze.<br />

maggio 2013 55


Profumo del Golfo<br />

nel cuore d’Europa<br />

56<br />

ospitalità italiana<br />

Fondato nel 1991, il ristorante I Latini è da allora<br />

portavoce dell’eccellenza italiana a Bruxelles.<br />

Amatissimo dai belgi, ma anche da imprenditori<br />

e funzionari esteri che frequentano questa città<br />

cosmopolita e hanno fatto del ristorante una tappa<br />

fissa, propone cucina partenopea (ma non solo)<br />

Se passeggiando per la Grand Place e ammirando la piazza più bella del<br />

mondo, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal ’98, vi sembra di sentire<br />

profumo di linguine allo scoglio… vuol dire che siete sulla strada giusta!<br />

Ancora pochi passi nell’affascinante quartiere di Sainte Catherine – tutto<br />

boutique, design, botteghe vintage e locali di altissima qualità – e arriverete<br />

a varcare le porte de I Latini, tempio della cucina italiana a Bruxelles.<br />

Qui è di casa il giovane chef Giacinto Magliano la cui cucina, in onore anche<br />

all’origine dei soci fondatori del locale, è prevalentemente campana<br />

ma sempre aperta a sperimentazioni e arricchimenti di menù e carta dei<br />

vini, per rendere onore alle specialità di tutte le regioni italiane. La materia<br />

prima è selezionata con estremo rigore, ed è quella che rende le suddette<br />

linguine così speciali, trasformando ogni nuova proposta – dal baccalà in<br />

carpione con cipollotto, mela annurca e melassa di fichi, al tonno crudo<br />

al ginepro con maionese di pinoli e riduzione alla birra chiara – in un successo<br />

sicuro. Per andare incontro alle esigenze della clientela quotidiana<br />

che ricerca, soprattutto a pranzo, piatti più veloci ed economici, i soci fondatori<br />

de I Latini hanno aperto anche La Piazzetta dei Latini, dove è possibile<br />

gustare un’ampia scelta di paste e pizze, con la garanzia della stesso<br />

livello qualitativo offerto nel ristorante principale. Il massimo dell’impegno<br />

dunque per offrire alla clientela più ampia il meglio della cucina e<br />

dell’ospitalità italiana, sette giorni su sette, tutti i giorni dell’anno.<br />

maggio 2013<br />

Baccalà<br />

con cipollotto,<br />

mela annurca<br />

e fichi<br />

Ingredienti:<br />

10 gr di zucchero<br />

50 cl di vino bianco<br />

50 cl di aceto<br />

25 cl di melassa di fichi<br />

400 gr di baccalà<br />

5 cipollotti<br />

2 mele annurca<br />

100 gr di cavolfiore<br />

1 finocchio<br />

4 germogli di spinaci<br />

10 gr di burro<br />

In un tegame unire<br />

zucchero, vino, aceto e<br />

un pizzico di sale e<br />

portare a ebollizione<br />

aggiungendo la<br />

julienne di un<br />

cipollotto, le carote<br />

tornite e il cavolfiore a<br />

ciuffetti. Cuocere per<br />

Per saperne di più:<br />

www.10q.it<br />

Scarica l’app “10Q Ricette italiane”<br />

e “10Q” per Android, iPhone e iPad<br />

Scelti per voi<br />

Di seguito, alcuni dei locali che fanno parte del<br />

circuito <strong>Ospitalità</strong> italiana – Ristoranti italiani<br />

nel mondo a Bruxelles<br />

I Latini<br />

Palce Sainte Catherine, 1a-2<br />

www.ilatini.be<br />

Fattoria del Chianti<br />

Rue Froissart, 19-21<br />

www.fattoriadelchianti.be<br />

Massimiliano<br />

Rue St Anne, 18<br />

www.massimiliano.be<br />

La Mamma<br />

Place Saint-Josse<br />

www.mamma-resto.be<br />

I Trulli<br />

Rue Jourdan, 18<br />

Tel (+32)025377930<br />

di Gi l d a Ciaruffoli<br />

3-4 minuti e lasciare<br />

raffreddare. Far<br />

appassire i restanti<br />

cipollotti in una<br />

padella e centrifugare<br />

il finocchio. A parte,<br />

fare una julienne di<br />

una mela,<br />

soffriggendola con<br />

una noce di burro e un<br />

pizzico di sale;<br />

ottenere un composto<br />

omogeneo. Friggere il<br />

baccalà in olio evo;<br />

saltare gli spinaci.<br />

Disporre la zuppetta<br />

come base del piatto<br />

con attorno le verdure<br />

e gli spinaci al centro,<br />

per poi adagiarvi il<br />

baccalà fritto. In un<br />

tegame ridurre un po’<br />

d’infuso (carpione) con<br />

la melassa di fichi che<br />

verrà usato per<br />

insaporire il baccalà.<br />

Decorare con la<br />

julienne di mela.


Profumo del Golfo<br />

nel cuore d’Europa<br />

56<br />

ospitalità italiana<br />

Fondato nel 1991, il ristorante I Latini è da allora<br />

portavoce dell’eccellenza italiana a Bruxelles.<br />

Amatissimo dai belgi, ma anche da imprenditori<br />

e funzionari esteri che frequentano questa città<br />

cosmopolita e hanno fatto del ristorante una tappa<br />

fissa, propone cucina partenopea (ma non solo)<br />

Se passeggiando per la Grand Place e ammirando la piazza più bella del<br />

mondo, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal ’98, vi sembra di sentire<br />

profumo di linguine allo scoglio… vuol dire che siete sulla strada giusta!<br />

Ancora pochi passi nell’affascinante quartiere di Sainte Catherine – tutto<br />

boutique, design, botteghe vintage e locali di altissima qualità – e arriverete<br />

a varcare le porte de I Latini, tempio della cucina italiana a Bruxelles.<br />

Qui è di casa il giovane chef Giacinto Magliano la cui cucina, in onore anche<br />

all’origine dei soci fondatori del locale, è prevalentemente campana<br />

ma sempre aperta a sperimentazioni e arricchimenti di menù e carta dei<br />

vini, per rendere onore alle specialità di tutte le regioni italiane. La materia<br />

prima è selezionata con estremo rigore, ed è quella che rende le suddette<br />

linguine così speciali, trasformando ogni nuova proposta – dal baccalà in<br />

carpione con cipollotto, mela annurca e melassa di fichi, al tonno crudo<br />

al ginepro con maionese di pinoli e riduzione alla birra chiara – in un successo<br />

sicuro. Per andare incontro alle esigenze della clientela quotidiana<br />

che ricerca, soprattutto a pranzo, piatti più veloci ed economici, i soci fondatori<br />

de I Latini hanno aperto anche La Piazzetta dei Latini, dove è possibile<br />

gustare un’ampia scelta di paste e pizze, con la garanzia della stesso<br />

livello qualitativo offerto nel ristorante principale. Il massimo dell’impegno<br />

dunque per offrire alla clientela più ampia il meglio della cucina e<br />

dell’ospitalità italiana, sette giorni su sette, tutti i giorni dell’anno.<br />

maggio 2013<br />

Baccalà<br />

con cipollotto,<br />

mela annurca<br />

e fichi<br />

Ingredienti:<br />

10 gr di zucchero<br />

50 cl di vino bianco<br />

50 cl di aceto<br />

25 cl di melassa di fichi<br />

400 gr di baccalà<br />

5 cipollotti<br />

2 mele annurca<br />

100 gr di cavolfiore<br />

1 finocchio<br />

4 germogli di spinaci<br />

10 gr di burro<br />

In un tegame unire<br />

zucchero, vino, aceto e<br />

un pizzico di sale e<br />

portare a ebollizione<br />

aggiungendo la<br />

julienne di un<br />

cipollotto, le carote<br />

tornite e il cavolfiore a<br />

ciuffetti. Cuocere per<br />

Per saperne di più:<br />

www.10q.it<br />

Scarica l’app “10Q Ricette italiane”<br />

e “10Q” per Android, iPhone e iPad<br />

Scelti per voi<br />

Di seguito, alcuni dei locali che fanno parte del<br />

circuito <strong>Ospitalità</strong> italiana – Ristoranti italiani<br />

nel mondo a Bruxelles<br />

I Latini<br />

Palce Sainte Catherine, 1a-2<br />

www.ilatini.be<br />

Fattoria del Chianti<br />

Rue Froissart, 19-21<br />

www.fattoriadelchianti.be<br />

Massimiliano<br />

Rue St Anne, 18<br />

www.massimiliano.be<br />

La Mamma<br />

Place Saint-Josse<br />

www.mamma-resto.be<br />

I Trulli<br />

Rue Jourdan, 18<br />

Tel (+32)025377930<br />

di Gi l d a Ciaruffoli<br />

3-4 minuti e lasciare<br />

raffreddare. Far<br />

appassire i restanti<br />

cipollotti in una<br />

padella e centrifugare<br />

il finocchio. A parte,<br />

fare una julienne di<br />

una mela,<br />

soffriggendola con<br />

una noce di burro e un<br />

pizzico di sale;<br />

ottenere un composto<br />

omogeneo. Friggere il<br />

baccalà in olio evo;<br />

saltare gli spinaci.<br />

Disporre la zuppetta<br />

come base del piatto<br />

con attorno le verdure<br />

e gli spinaci al centro,<br />

per poi adagiarvi il<br />

baccalà fritto. In un<br />

tegame ridurre un po’<br />

d’infuso (carpione) con<br />

la melassa di fichi che<br />

verrà usato per<br />

insaporire il baccalà.<br />

Decorare con la<br />

julienne di mela.


Эксклюзивные ювелирные украшения в средиземноморком стиле и сицилийских традициях<br />

торжество вкуса уникальная цветовая мозаика драгоценных камней ощущение роскоши красоты и совершенства


60<br />

72<br />

magazine<br />

70<br />

Cibo&Territorio<br />

66<br />

60 Ch i n o t t o, n o n s o l o bolliCine<br />

Nella riviera l i g u r e per c o N o s c e r e l’a lt r a<br />

fa c c i a d i questo frutto p i c c o l o e raro<br />

62 sulle s t r a d e d e l l’aCeto<br />

sc o p r i a m o iNsieme storia, p r o f u m i<br />

e c u r i o s i t à d e l più celebre derivato d e l v iN o<br />

66 Wi n e passion: il te r o l d e g o<br />

uN v iN o rosso e c o r p o s o c h e iN u N a terra<br />

d i v iN i b i aN c h i s’è fatto eleggere “pr iN c i p e”<br />

62<br />

da pag. 68<br />

Rubriche<br />

• Il buono a tavola<br />

• Orto dei semplici<br />

• Il ristorante<br />

• Food news<br />

68<br />

maggio 2013 59


Chinotto:<br />

non solo bollicine<br />

di Piero Caltrin<br />

È arrivato con il carico di un anonimo navigatore<br />

dalla Cina, questo frutto piccolo, raro,<br />

amarissimo. E si è trovato così bene sulla Riviera<br />

ligure che nell’arco di cinque secoli ha assunto<br />

un nuovo e ben preciso carattere che l'ha reso<br />

protagonista della pasticceria locale<br />

e lo ha distinto da quello calabrese o siciliano<br />

60<br />

cibo&territorio<br />

maggio 2013<br />

Savona<br />

Liguria<br />

Foto di Ferruccio Carassale<br />

Se non fosse per la bibita che si ricava<br />

dalla sua lavorazione, sarebbe praticamente<br />

sconosciuto. I suoi segni distintivi,<br />

d’altronde, non sono propriamente cool: la<br />

forma è piccola e il gusto talmente aspro e<br />

amaro da renderlo, se crudo, praticamente<br />

immangiabile. Ma il chinotto che l’industria<br />

delle bevande ci ha abituato a conoscere,<br />

quello fresco, frizzante e dolce-amarognolo<br />

che si beve d’un fiato nelle giornate<br />

più calde, rappresenta solo una faccia – a<br />

ben vedere, quella meno affascinante – di<br />

questo piccolo agrume, la cui storia è legata<br />

a quel tratto di costa di Ponente che va da<br />

Varazze a Pietra Ligure, ma anche fino ad<br />

Alassio – passando per Savona e Spotorno<br />

– e che si potrebbe benissimo ribattezzare<br />

Riviera dei Chinotti. Da quelle parti, in<br />

verità, di produttori oggi ne sono rimasti<br />

pochi, quasi tutti concentrati nelle valli di<br />

Finale e riuniti sotto le insegne del presidio<br />

Slow Food del chinotto, da qualche anno<br />

erettosi a baluardo di una tradizione che<br />

altrimenti rischiava l’estinzione.<br />

Dalla Cina con sapore<br />

È proprio nel Savonese che la pianta del chinotto,<br />

cinque secoli fa, fece il suo approdo in<br />

Europa, portata dall’Oriente da un anonimo<br />

navigatore che si prodigò per trapiantarla<br />

in Riviera. Non si sa bene neppure chi gli<br />

diede questo nome, facendolo derivare dal<br />

paese d’origine, la Cina, che a quel tempo si<br />

scriveva China. Altri sostengono che sarebbe<br />

originario del Mediterraneo, ma tant’é: è<br />

in Riviera che le sue qualità organolettiche<br />

sono migliorate e si sono stabilizzate nei secoli,<br />

fino a dare al Chinotto di Savona delle<br />

specifiche peculiarità che lo contraddistinguono<br />

dal classico Citrus myrtifolia che<br />

si coltiva in Calabria e in Sicilia per essere<br />

trasformato dall’industria delle bibite. No,<br />

in Liguria invece il chinotto è rimasto appannaggio<br />

di antichi pasticceri abilissimi


Il borgo saraceno di Varigotti, ottima tappa durante un tour della Riviera dei Chinotti<br />

nell’arte della canditura, che ne hanno<br />

fatto una prelibatezza per palati<br />

fini. I frutti liguri, in effetti, hanno<br />

polpa più morbida, buccia più sottile<br />

e pochissimi piccoli semi, differenza<br />

fondamentale per la canditura, che<br />

vuole frutti integri e di consistenza<br />

compatta. Al resto ci pensa l’incontro<br />

con lo zucchero e il fuoco che ne<br />

trasformano la polpa in delizia: il gusto<br />

si fa dolce, intenso e il colore, verde<br />

brillante, diventa smeraldino e trasparente.<br />

Il dolce gusto della memoria<br />

Fino ai primi del Novecento, a queste<br />

latitudini, i chinotti erano una realtà<br />

economica significativa. A Savona<br />

era nata addirittura la Società dei<br />

Produttori che provvedeva a coltivare,<br />

trasformare e vendere i frutti, e<br />

le aziende di canditura esportavano<br />

all’estero. All’epoca la pelatura era<br />

un’operazione riservata alle donne,<br />

secondo una tradizione tramandata<br />

di madre in figlia: le più abili riuscivano<br />

a pelare anche 4 mila chinotti<br />

al giorno. La crisi cominciò alla fine<br />

degli Anni Venti, in seguito dell’allontanamento<br />

dalla terra da parte di<br />

molti coltivatori e per via delle gelate<br />

che distrussero varie piantagioni. La<br />

pianta, in effetti, è delicata, sensibilissima<br />

al gelo, e ha bisogno di tempo<br />

per fruttificare. Oggi che il chinotto,<br />

nel Savonese, è un prodotto di nicchia,<br />

gli agrumicoltori spediscono i<br />

frutti a canditori della zona, ma anche<br />

a Genova e a Milano, sempre in<br />

piccole quantità per guarnire panettoni<br />

o addirittura aromatizzare le birre.<br />

I nostalgici si augurano che si ritorni<br />

all’usanza di una volta, quando in<br />

ogni caffè della Riviera c’era un vaso<br />

trasparente pieno di chinotti immersi<br />

nel liquore dal quale attingere…<br />

Scelti per voi<br />

dove mangiare<br />

Ristorante Ai Torchi<br />

Locale elegante ricavato in un antico<br />

frantoio. Prezzo medio: 70 euro<br />

Via dell’Annunciata 12<br />

Finalborgo (Sv)<br />

Tel. 019.690531<br />

Trattoria La Familiare<br />

Piatti della tradizione ponentina.<br />

Prezzo medio: 35 euro<br />

Piazza del Popolo 8<br />

Albissola Marina (Sv)<br />

Tel. 019.489480<br />

dove dormire<br />

Aspettando il Sole<br />

Si dorme in una tipica costruzione<br />

rurale. Da 50 euro a persona.<br />

Via Concezione, 1<br />

Orco Feglino (Sv)<br />

Tel. 019.699146<br />

Palazzo Vescovile<br />

Antica dimora vescovile vista mare.<br />

Doppia con colazione da 160 euro.<br />

Via Vescovado 13<br />

Noli (Sv)<br />

Tel. 019.7499059<br />

www.vescovado.net<br />

Ai Cinque Campanili<br />

Agriturismo nel verde. In mezza<br />

pensione, da 40 a 80 euro a persona.<br />

Contrada Bolla 26<br />

Finale Ligure (Sv)<br />

Tel. 019.680482<br />

dove comprare<br />

Besio<br />

Tra le specialità, i chinotti in vaso sotto<br />

Maraschino, i fiori cristallizzati, la<br />

tradizionale frutta ghiacciata.<br />

Via S. Ambrogio<br />

Savona<br />

www.besio.it<br />

Pietro Romanengo<br />

Confetteria con superbi chinotti canditi.<br />

Via Soziglia, 74 – Genova<br />

www.romanengo.it<br />

Piccolo Birrificio<br />

I mastri birrai utilizzano il chinotto al<br />

posto dell’arancio amaro per la loro<br />

miniproduzione birraia pluripremiata.<br />

Via IV Novembre 20 – Apricale (Im)<br />

www.piccolobirrificio.com<br />

maggio 2013 61


62<br />

cibo&territorio<br />

Un prodotto<br />

di grande qualità<br />

si può ottenere<br />

solo con materia<br />

prima e attenzioni<br />

di grande qualità.<br />

Così, anche il più<br />

celebre derivato<br />

del vino necessita<br />

natali eccellenti<br />

per trasformarsi<br />

in un condimento<br />

di pregio.<br />

Scopriamone<br />

insieme la storia,<br />

i profumi,<br />

le curiosità<br />

di Riccardo Lagorio<br />

aprile maggio 2013 2013<br />

Lungo<br />

le strade…<br />

dell’aceto<br />

All’inizio era il vino. Seduti ai tavoli<br />

di frasche e taverne si poteva essere<br />

destinatari di una domanda perentoria:<br />

bianco o rosso? Poi si iniziò a ragionare<br />

per zona e vitigno, etichetta<br />

e cru. Fino ai giorni nostri, alle carte<br />

dei vini: che sian fatte con virtù o meno,<br />

il risultato denota in ogni caso un’evolu-<br />

zione, un progresso. È stata quindi la volta<br />

del formaggio, dell’olio... Siamo però lontani,<br />

molto lontani, dall’avere qualcosa di<br />

simile nel mondo dell’aceto, nonostante<br />

questo sia un elemento imprescindibile<br />

dell’arte culinaria fin dal V secolo a.C.,<br />

diffuso e di molteplice impiego già<br />

nell’antica Atene, come a Roma.


Un vero<br />

figlio dei fiori<br />

Del tutto insolito è<br />

l’aceto che proviene<br />

dalla fermentazione<br />

alcolica del miele, dalle<br />

numerose e inattese<br />

proprietà, come sostiene<br />

Lodovico Valente,<br />

dell’Apicoltura del<br />

Sampì di Botticino. Non<br />

semplice condimento,<br />

ma vero e proprio agromedicamento,<br />

favorisce<br />

i processi digestivi,<br />

migliora la fissazione<br />

del calcio e, nel periodo<br />

estivo, può risolvere<br />

il problema della sete<br />

eccessiva, aggiungendone<br />

un cucchiaino all’acqua<br />

fresca. In cosmetica<br />

è utile per dare<br />

brillantezza ai capelli<br />

con qualche goccia<br />

spalmata durante<br />

l’ultimo risciacquo<br />

e rassoda la pelle<br />

nella vasca da bagno.<br />

Se volete un sorriso<br />

smagliante provate a<br />

miscelare un cucchiaio<br />

di aceto di miele e uno<br />

di sale fino, passandovi<br />

il liquido sui denti… Per<br />

ottenerlo dalla materia<br />

prima, bisogna attendere<br />

almeno 15 mesi, durante<br />

i quali gli zuccheri si<br />

trasformano in acido<br />

acetico, dopo che al<br />

miele è stata aggiunta<br />

la giusta proporzione<br />

d’acqua per innescarne<br />

la fermentazione<br />

alcolica. L’idromele<br />

ottenuto, dopo numerosi<br />

travasi in botti d’acciaio,<br />

si pone in barrique di<br />

rovere a contatto con i<br />

batteri acetici naturali.<br />

L’aceto ottenuto<br />

viene fatto decantare<br />

naturalmente, senza<br />

pastorizzazione né<br />

filtrazione meccanica. La<br />

lentezza delle operazioni,<br />

anche in questo caso, ha<br />

l’obiettivo di esaltarne il<br />

bouquet e il retrogusto.<br />

Il segreto: un'uva perfetta<br />

Sulla necessità di dare dignità all’aceto è in<br />

prima linea, da anni, Joško Sirk, noto ristoratore<br />

ancor prima che produttore a Cormons,<br />

nel goriziano: «Il fatto che la quasi totalità<br />

dell’aceto derivi da vini, nel migliore<br />

dei casi, non più destinabili alla mescita, è<br />

certamente una delle prime ragioni per cui<br />

questo prodotto è così snobbato. D’altronde<br />

è logico pensare che l’aceto così prodotto<br />

venga alternativamente impiegato per condire<br />

l’insalata o per pulire il frigo». Geniale<br />

per la sua banalità: un grande aceto si deve<br />

fare da un gran vino. Gli sforzi per ottenere<br />

un aceto di classe iniziano in vigna. Dovendo<br />

ottenere un’uva perfetta a bacca bianca,<br />

per garantire un prodotto più vellutato Sirk<br />

la porta a piena maturazione, cosicché possa<br />

sopportare lunghe fermentazioni sulle bucce.<br />

Ma soprattutto, l'uva dev’essere sana, per<br />

condurre a un vino di<br />

struttura, persistenza e<br />

mineralità che lo rendano<br />

duraturo, spigoloso,<br />

per evolversi, aggraziarsi,<br />

nobilitarsi. In<br />

campo si evita l’uso di<br />

concimi chimici e sono<br />

banditi anticrittogamici<br />

sistemici. L’uva<br />

arriva in acetaia e, una<br />

volta diraspata, finisce<br />

in piccoli tini dove,<br />

dopo poche ore, i lieviti<br />

cominciano la fermentazione<br />

alcolica.<br />

Passeranno una decina<br />

di giorni prima che gli<br />

zuccheri si siano trasformati<br />

in alcol. Durante<br />

questo periodo<br />

la pratica più importante<br />

è la folatura, ovvero<br />

la spinta verso il<br />

basso con un apposito bastone alla cui sommità<br />

è inchiodata una tavoletta delle vinacce,<br />

che per effetto della fermentazione stanno<br />

a galla. Il rimescolamento viene anche<br />

detto bagnare il cappello. Al termine della<br />

fermentazione il cappello cade e nella parte<br />

superiore il vino è limpido. È in questo<br />

preciso momento che si inoculano i batteri<br />

adatti per l’acetificazione. Con i primi freddi<br />

anche i batteri cadono in letargo e si risvegliano<br />

con il tepore della primavera. Servirà<br />

un’intera stagione (o due, dipende dal<br />

clima) perché il vino si trasformi in aceto.<br />

Segue l’affinamento, che dura tra i 24 e i 36<br />

mesi e avviene in botticelle che permettono<br />

di amalgamare l’elevata acidità dell’aceto,<br />

di elevarne i toni dell’aromaticità e del<br />

bouquet. L’imbottigliamento si ha durante<br />

l’ultimo quarto di luna, senza aggiunta di<br />

solfiti, senza diluizioni o filtrazioni.<br />

Botticelle di affinamento dell'aceto, dove il liquido riposa dai 24 ai 36 mesi<br />

maggio 2013 63


64<br />

cibo&territorio<br />

I “frutti” della passione<br />

Bisogna salire in Valtournenche, a La Magdeleine,<br />

uno dei Comuni meno abitati d’Italia,<br />

per incontrare Francesco Mauris che, grazie<br />

a un’inventiva e a una creatività tutte italiane,<br />

attinge alle risorse boschive per decine di<br />

fantasiose variazioni gastronomiche: aceto di<br />

ribes nero, di lamponi, di mirtilli o di more.<br />

Aceti fruttati, che esaltano le carni rosse e anche<br />

le insalate. La produzione: meno di 50 ettolitri<br />

l’anno, il 90% dei quali prende la strada<br />

della Gran Bretagna. Anche una storica azienda<br />

vitivinicola, la Pojer & Sandri, si è lanciata<br />

da alcuni anni nella produzione di aceto. Ne<br />

parla con orgoglio Mario Pojer: «Il mercato<br />

maggio 2013<br />

In questa immagine, le pregiate<br />

bottigliette di aceto di miele<br />

dell'Apicoltura del Sampì<br />

di Botticino, non un semplice<br />

condimento ma un vero<br />

e proprio agro-medicamento<br />

Occhio ai consumi<br />

Un buon aceto si riconosce dal grado<br />

di acidità. Non tutti lo riportano in etichetta<br />

e la mancanza è già un segnale negativo.<br />

L’acidità rende l’aceto un prezioso disinfettante<br />

naturale, utile per mantenere in salute la bocca<br />

e il primo tratto dell’apparato digerente, oltre<br />

a essere un ottimo digestivo. Scegliete sempre<br />

aceti con almeno il 7% di acidità.<br />

reagisce in maniera stupefacente per l’originalità<br />

dei prodotti. Il problema però è che il<br />

consumatore ha in testa gli aceti balsamici,<br />

che non hanno nulla a che fare con la storia<br />

e la cultura del nostro Paese, tranne ovviamente<br />

quelli definiti tradizionali. In quindici<br />

anni ci siamo giocati una ricchezza di secoli,<br />

poiché ogni luogo ricreava con il proprio<br />

vino un aceto diverso con batteri indigeni:<br />

quello che oggi va sul mercato sa quasi tutto<br />

di umami, di glutammato di sodio, di salsa di<br />

soia». È da una trentina d’anni che l'enologo<br />

stava meditando un’entrata in grande stile<br />

in un mercato così particolare. Non è facile<br />

produrre aceto, soprattutto dalla frutta, e solo<br />

fortuiti incontri hanno contribuito a far sì<br />

che l’infezione batterica potesse propagarsi<br />

al sidro di mela cotogna, che trasformatosi in<br />

aceto diventa squisito con il roast beef, così<br />

come l’aceto di albicocche della Val Venosta<br />

si presta in maniera magnifica a essere lavorato<br />

con i dolci, e quello di sorbo dell’uccellatore<br />

si caratterizza per la fragranza, il profumo<br />

di mandorla, il retrogusto amarognolo<br />

e ben si presta a preparazioni stravaganti<br />

della cucina d’avanguardia. Tutta la frutta<br />

proviene dal Trentino o dall’Alto Adige;<br />

molta dai terreni di proprietà, come nel<br />

caso del ribes nero o del sambuco. L’aceto<br />

di ciliegie coltivate nel comune di<br />

Vigolo Vattaro e quello di mora di rovo<br />

possono essere utilizzati persino sui<br />

formaggi. Ovviamente non mancano<br />

gli aceti di vino prodotti con una mescolanza<br />

di uve aromatiche come Müller<br />

Thurgau, Traminer, Riesling e Chardonnay.<br />

Tutti gli aceti si ottengono dal<br />

buon vino dell’azienda. C’era da scommetterci:<br />

all’inizio era il vino…<br />

"In 15 anni<br />

ci siamo giocati<br />

una ricchezza<br />

di secoli,<br />

poiché ogni<br />

luogo ricreava<br />

con il proprio<br />

vino un aceto<br />

diverso con<br />

batteri indigeni:<br />

quello che oggi<br />

va sul mercato<br />

sa quasi tutto<br />

di umami,<br />

di glutammato<br />

di sodio,<br />

di salsa di soia"<br />

Scelti per voi<br />

dove<br />

comprare<br />

Sirk della Subida<br />

Via Subida, 54<br />

Cormons (Go)<br />

Tel. 0481.60531<br />

Douce Vallèe<br />

Fraz. Artaz<br />

La Magdaleine (Ao)<br />

Tel. 0166.563713<br />

Apicoltura del Sampì<br />

Via Sampì, 26<br />

Botticino (Bs)<br />

Tel. 030 2693284<br />

Pojer & Sandri<br />

Via Molini, 4<br />

Faedo (Tn)<br />

Tel. 0461.650342


66<br />

winepassion<br />

Teroldego,<br />

il principe del Trentino<br />

di Piero Caltrin<br />

Un vino color<br />

rubino che<br />

in un territorio<br />

tradizionalmente<br />

vocato<br />

alle bollicine<br />

e ai bianchi,<br />

ha saputo<br />

ritagliarsi uno<br />

spazio importante<br />

nella nicchia<br />

“rouge”<br />

maggio 2013<br />

Se il San Leonardo di Trento occupa stabilmente<br />

il trono dei rossi trentini, il Teroldego<br />

Rotaliano – che dal 1971 si fregia<br />

dell’appellativo Doc –, uno dei grandi<br />

bordolesi d’Italia che per blasone e qualità<br />

non ha nulla da invidiare a Barolo, Brunello<br />

e Amarone, merita a buon diritto il titolo<br />

principesco che gli è stato affibbiato. La<br />

sua unica pecca è la poca notorietà presso il<br />

grande pubblico, ma la lacuna, statene certi,<br />

sarà presto colmata. I presupposti, del resto,<br />

ci sono tutti. Dalla sua, questo rosso dal gran<br />

carattere ha innanzitutto il fatto di essere<br />

una varietà unica al mondo che cresce e dà<br />

i suoi frutti migliori solo nella Piana Rotaliana<br />

che si estende a nord di Trento, al confine<br />

con l’Alto Adige: una valle alluvionale ghiaiosa<br />

posta tra Mezzolombardo e Mezzocorona<br />

larga 3 km e lunga quasi 6, nella quale<br />

la vite, con la caratteristica pergola trentina,<br />

la fa da padrona. Sono i vigneti infatti che<br />

disegnano il paesaggio, come le tante cantine<br />

che producono il Teroldego. La storia di<br />

questo vitigno e il suo connubio con il Campo<br />

Rotaliano, quasi si perdono nel tempo. E<br />

alla sua Piana, il Teroldego è legato in modo<br />

viscerale. Tanto che se messo a dimora in altre<br />

zone, con lo stesso sistema di impianto, di<br />

cure colturali e di irrigazione, i risultati sono<br />

diversi e non certo all’altezza delle aspettative.<br />

Questione di terroir, va da sé. E il segreto<br />

sta tutto nella composizione del terreno,


Come abbinarlo<br />

Da giovane, il Teroldego<br />

si accompagna<br />

perfettamente a roastbeef,<br />

pollo e a tutti i pesci<br />

grassi. In età avanzata<br />

invece, diventa un<br />

abbinamento eccellente<br />

con le carni di lunga<br />

cottura, ma anche<br />

con una bella fiorentina<br />

al sangue.<br />

Per saperne di più:<br />

www.teroldego.com<br />

www.stradedelvinodeltrentino.it<br />

Denso e dal sentore di frutti di bosco, il Teroldego Rotaliano può sopportare anche 10 anni in cantina<br />

nell’humus della sua terra d’elezione che<br />

è formato dai detriti alluvionali del fiume<br />

Noce, e quindi nella particolare insolazione<br />

estiva, data dalle grandi pareti rocciose<br />

che, come specchi ustori, chiudono la Piana<br />

Rotaliana. Quello che ne viene fuori è<br />

un vino unico nel panorama nazionale e<br />

internazionale per la singolare ricchezza<br />

dei suoi valori organolettici. Corposo, potente<br />

e robusto, ricorda i Bordeaux. Denso,<br />

dal colore (come detto) rubino intenso o<br />

meglio “granato”, armonioso, ha un morbido<br />

sentore di frutti di bosco e una buona<br />

capacità d’invecchiare (può sopportare<br />

anche 10 anni in cantina). Al gusto è al<br />

contempo fine e possente, con una gamma<br />

di sapori che richiamano specifiche<br />

fragranze balsamiche.Troppo spesso, tuttavia,<br />

è caratterizzato da un’eccessiva acidità,<br />

segno distintivo dei Teroldego ottenuti<br />

da vigne a sfruttamento intensivo.<br />

Piccole grandi regge<br />

Elisabetta Foradori è divenuta la regina del<br />

Teroldego Rotaliano, grazie al suo pionieristico<br />

lavoro teso a migliorare i cloni disponibili.<br />

Per cui, se vi è venuta voglia di assaggiare questo<br />

vino trentino, non potete prescindere dai<br />

suoi Foradori e Granato, due distinte espressioni<br />

del Teroldego che nella prima etichetta<br />

si evidenzia attraverso la purezza, la compostezza<br />

e l’intensità del frutto, mentre nella<br />

seconda (più nota sul mercato) trova risalto<br />

con la forza, l’armonia, la profondità e la fie-<br />

rezza di questa varietà. La sua azienda si trova<br />

a Mezzolombardo, ed Elisabetta ha rilevato,<br />

nel 1985, la direzione della tenuta e l’azienda<br />

vinicola che già appartennero al nonno. Sempre<br />

a Mezzolombardo, si trova la Cantina Rotaliana,<br />

ovvero “la casa del Teroldego Rotaliano”.<br />

Se avete la possibilità di passare da quelle<br />

parti, non scordate di farvi tappa per conoscere<br />

il suo vino, il territorio e la sua gente. Se<br />

avete voglia di sperimentare nuovi orizzonti<br />

di gusto, invece, è il Gran Masetto della storica<br />

Cantina Endrizzi il vino che fa per voi. Un<br />

Teroldego assolutamente fuori dagli schemi,<br />

frutto di un progetto fortemente innovativo<br />

sul territorio trentino e praticamente<br />

unico: le uve di Teroldego, infatti, vengono<br />

lasciate appassire e il processo di vinificazione<br />

segue la tecnica dell’Amarone. Il risultato<br />

è un vino dai profumi caldi di frutta matura<br />

(prugna e ciliegia soprattutto) che, fin dal<br />

primo sorso, è indimenticabile.<br />

Il segreto del Teroldego<br />

sta tutto nell’humus<br />

della sua terra, formato<br />

dai detriti del fiume Noce,<br />

e nella particolare<br />

insolazione dovuta<br />

alle pareti rocciose<br />

che chiudono<br />

la Piana Rotaliana<br />

maggio 2013 67


68<br />

Il buono a tavola<br />

Sapori lombardi:<br />

non solo Milano<br />

Cosmopolita, aperta alle contaminazioni, vivace. Ma anche legata alle<br />

tradizioni, che magari rivista, ma non molla. È la cucina del capoluogo<br />

meneghino. Le fanno da corte tante eccellenze locali, meno raffinate,<br />

più caserecce, che della storia e della propria terra hanno il sapore<br />

Pizzoccheri<br />

della Valtellina<br />

Ingredienti per la sfoglia:<br />

180 gr di farina di grano<br />

saraceno<br />

80 gr di farina bianca<br />

1 uovo e sale<br />

Per il condimento:<br />

80 gr di burro<br />

1 grossa patata<br />

500 gr lordi di verza<br />

1 cipolla<br />

1 spicchio d’aglio<br />

1 rametto di salvia<br />

200 gr di casera<br />

100 gr di Grana Padano<br />

Preparazione:<br />

Tirare una sfoglia dello spessore<br />

di 3 mm e tagliarla in fettucce di<br />

maggio 2013<br />

5-6 cm per 1,5; spolverarle con<br />

farina di grano saraceno. Tagliare<br />

a fette la patata sbucciata e la<br />

verza a strisce della dimensione<br />

della pasta. Cuocere le patate<br />

in abbondante acqua fredda e<br />

salata e, quando saranno a metà<br />

cottura, aggiungere le verze<br />

e infine la pasta, in modo che il<br />

tutto raggiunga insieme la cottura<br />

ottimale. Nel frattempo<br />

portare al color nocciola metà<br />

del burro con aglio a fettine e<br />

salvia. Soffriggere nel rimanente<br />

burro la cipolla a fettine sottili<br />

senza colorirla, poi mescolare il<br />

tutto con la pasta e le verdure<br />

scolate. Formare degli strati nella<br />

pirofila intervallando pasta e<br />

verdure con il burro nocciola, e<br />

con fettine sottili di formaggio,<br />

spolverate di Grana e pepe.<br />

Ossibuchi<br />

in gremolata<br />

Ingredienti:<br />

4 ossibuchi spessi 4 cm<br />

50 gr di burro<br />

1 piccola cipolla<br />

1 dl di vino bianco secco<br />

1 dl di brodo<br />

farina bianca<br />

Per la gremolata:<br />

1 manciata di prezzemolo<br />

1 spicchio d’aglio<br />

1 piccolo limone<br />

sale e pepe<br />

Preparazione:<br />

Incidere la pellicola esterna degli<br />

ossibuchi e anche parte dei<br />

connettivi interni, quindi infarinarli<br />

e metterli in un tegame in<br />

di An t o n i o Ro m e o<br />

Do c e n t e istituto AlbeRghieRo<br />

iPsseoA D i soveRAto (cz)<br />

Sorge nel mezzo della Pianura Padana,<br />

la regione più all’avanguardia<br />

nel design, nell’architettura,<br />

nell’arredamento. Milano ne è il<br />

cuore, con le sue tante cucine creative<br />

e modaiole. E suoi i chef, che<br />

non volendo rinunciare ai piatti della<br />

tradizione, hanno lavorato sugli<br />

ingredienti, sulla presentazione,<br />

e hanno dato vita a una gastronomia<br />

intellettuale, elegante. Nel<br />

piatto, frammenti di passato: risotto<br />

allo zafferano, cotoletta alla<br />

milanese, ossobuco in gremolada,<br />

casoeula, sono attualissimi. Oltre le<br />

mura cittadine però vive una cucina<br />

meno raffinata, montanara, con<br />

le sue polente (pasticciata, taragna,<br />

uncia) e i piatti più antichi come il<br />

cuz, che si prepara ancora oggi in<br />

Valcamonica con carne d’agnellone<br />

cotta nel suo grasso e insaporita<br />

con erbe aromatiche. Nel panorama<br />

gastronomico lombardo entrano<br />

a pieno titolo anche la cucina<br />

del mantovano con i suoi agnolini,<br />

i tortelli con la zucca, quella cremonese<br />

con la mostarda, il torrone, i<br />

formaggi e il bollito misto, e quella<br />

pavese, con la sua zuppa e il risotto<br />

alla certosina. Piatti generosi che<br />

vengono abbinati con vini celebri<br />

come il Sassella e il Grumello, il Bonarda,<br />

il Pinot, gli spumanti di Franciacorta<br />

e dell’Oltrepò pavese.<br />

cui prima è stata soffritta nel<br />

burro la cipolla tritata. Farli<br />

colorire da entrambi le parti e<br />

poi bagnarli con il vino bianco.<br />

Portarli a cottura aggiungendo<br />

poco alla volta il brodo e rigirandoli<br />

ogni tanto. Per la gremolata,<br />

tritare il prezzemolo<br />

con lo spicchio di aglio e la scorza<br />

del limone. Circa 10 minuti<br />

prima di ritirare il recipiente dal<br />

fuoco, cospargere gli ossi buchi<br />

con la gremolata, finire di cuocere<br />

e servire, versandovi sopra<br />

il loro sugo di cottura.


Via Zanardelli - 25080 Castrezzone di Muscoline (BS) - Tel. / Fax 0365 372948 - info@laguarda.com<br />

www.laguarda.com


70<br />

orto dei semplici di M. Pia Fa n c i u l l i<br />

Signore<br />

della tavola<br />

mediterranea,<br />

è anche capace<br />

di tenere<br />

a debita distanza<br />

le presenze<br />

indesiderate,<br />

come le zanzare.<br />

Immancabile<br />

sul davanzale<br />

e nell’orto, è facile<br />

da coltivare<br />

e generosissimo<br />

nelle raccolte<br />

maggio 2013<br />

Basilico,<br />

messaggero d’amore<br />

Colpisce il fatto che semplici piante di uso tanto<br />

comune siano state tenute nella massima considerazione<br />

dai popoli più antichi. Una di queste<br />

è proprio il basilico, Ocimum basilicum, dal greco<br />

basilikos, re, quindi “pianta regale”, cioè sovrana<br />

tra tante. Oggi il basilico sovrano lo è della<br />

nostra alimentazione mediterranea dove il suo<br />

inebriante profumo – ocimum significa proprio<br />

profumo – dona tutta l’energia e la fragranza<br />

della bella stagione ai nostri piatti. Giunto fino a<br />

noi da paesi lontani, quelli caldo-umidi dell’Oriente,<br />

ci si presenta per lo più nel contesto di un orto<br />

o di un giardino. La sua crescita più vigorosa<br />

e veloce avviene con il caldo, e dunque in estate.<br />

Lo si riconosce con facilità per le foglie ovali opposte,<br />

fitte e lucide, per i fiorellini tubulosi e bianchi,<br />

ma soprattutto per l’aroma inconfondibile<br />

che, in modo fantasioso, sembra suggellare<br />

quello di timo e menta. In floriterapia il rimedio<br />

di basilico serve a vivere con piena accettazione<br />

la sessualità insieme con la spiritualità nelle relazioni<br />

sentimentali, in modo tale che i due ambiti<br />

non vengano più vissuti in contrapposizione.<br />

Aiuta anche a vivere senza conflitto la propria<br />

emotività. Un tempo, nel linguaggio dei fiori, un<br />

vaso di basilico posto alla finestra indicava la disponibilità<br />

a un incontro segreto con la persona<br />

amata. Ma aveva, e ha, anche il potere di tenere<br />

lontane le fastidiose zanzare.<br />

Future mamme, attenzione<br />

Le sue foglie fresche facilitano la digestione, attenuano<br />

i crampi allo stomaco e all’intestino, decongestionano<br />

la gola e purificano l’alito. Recenti<br />

studi hanno anche dimostrato l’efficacia del<br />

basilico nello stimolare le difese immunitarie. Un<br />

solo monito: sebbene non si sia ancora individuata<br />

la presenza nella pianta di uno stimolante uterino,<br />

le donne in gravidanza farebbero bene a<br />

utilizzarlo solo come condimento. Nelle Filippine,<br />

per l’appunto, si usano tisane di basilico per favorire<br />

il travaglio alle partorienti.


Coltiviamoli così Cuciniamoli così<br />

Pianta frugale, il basilico si accontenta anche di<br />

un piccolissimo vaso sul davanzale. L’importante<br />

è tenere sotto controllo lo stato delle foglie; il caldo<br />

dell’estate infatti potrebbe appassirle: un’annaffiatura<br />

le disseterà all’istante, restituendocele<br />

in piena forma.<br />

I vasi e il terriccio<br />

Necessita di clima temperato-caldo per crescere<br />

rigoglioso. Non ha particolari esigenze di terreno,<br />

si può coltivare anche in vasi o cassette su terreno<br />

sciolto se non si dispone di un orto. Per i migliori<br />

risultati si coltiva a terra in aiuole molto soleggiate,<br />

con terreno profondo, fertile e fresco. La temperatura<br />

minima per la germinazione e la crescita<br />

delle piantine è di 15 gradi.<br />

La semina<br />

Si possono acquistare in serra le piccole piantine<br />

da trapiantare a maggio con la Luna crescente.<br />

Si interrano nell’orto a distanza di 30-40<br />

cm l’una dall’altra, in vaso invece a distanza di<br />

15-20 cm. Volendo seminare il basilico, la semina<br />

– in fase calante – si fa direttamente a dimora<br />

nei mesi di aprile e maggio, oppure a<br />

marzo in serra o in letto caldo per poi trapiantare<br />

in piena terra le piantine già cresciute. Deporre<br />

il seme a circa 0,5 cm di profondità su<br />

terra soffice, ricoprendolo con un sottile strato<br />

di terreno sciolto o compost.<br />

Punti deboli<br />

Il basilico non soffre di avversità fungine o di attacchi<br />

di parassiti. Non necessita in genere di alcun<br />

trattamento se coltivato in posizione sufficientemente<br />

soleggiata. È invece utile evitare di ripiantarlo<br />

sulle stesse superfici o in vaso usando la stessa<br />

terra impiegata nella stagione precedente.<br />

Esige costanti e abbondanti annaffiature.<br />

Buono a sapersi<br />

In una aiuola consociata, il basilico può convenientemente<br />

essere trapiantato tra le file di finocchio<br />

e piselli, assicurando tuttavia distanze sufficienti<br />

tra le varie specie. La varietà cosiddetta “di<br />

Genova” ha un aroma particolarmente intenso.<br />

Raccolta e conservazione<br />

Le foglie fresche si raccolgono scalarmente da<br />

giugno a settembre. Cimando i rami dotati di infiorescenze,<br />

eliminando cioè la parte apicale degli<br />

steli, le piante saranno stimolate a continuare a<br />

vegetare. Le foglie si utilizzano in genere allo stato<br />

fresco, tuttavia si possono conservare seccate,<br />

surgelate in sacchetti, oppure immerse in olio extravergine<br />

di oliva, anche se l’aroma è inferiore.<br />

Filetti di triglia<br />

in crema di basilico<br />

Ingredienti:<br />

600 gr di filetti di triglie<br />

200 gr di mollica di pane<br />

200 gr di basilico<br />

20 gr di timo<br />

500 dl di olio extravergine<br />

150 gr di pinoli<br />

16 pomodori pachino<br />

1 limone<br />

50 gr di gherigli di noci<br />

20 gr di finocchietto selvatico<br />

Parmigiano Reggiano<br />

sale, pepe e aglio qb<br />

Procedimento<br />

Preparare una panura con mollica di pane<br />

casareccio aromatizzata con aglio, basilico,<br />

timo, sale e pepe, buccia di limone<br />

grattugiata, Parmigiano Reggiano e olio.<br />

Condire i filetti di triglia con olio e passarli<br />

nella panura, facendo attenzione a<br />

eliminare il pane in eccesso. Lavare e<br />

asciugare il basilico, frullarlo quindi con<br />

pinoli, noci, timo, succo di limone,<br />

finocchietto selvatico e olio, fino a ottenere<br />

una consistenza cremosa. Lavare e<br />

asciugare i pomodori pachino e friggerli in<br />

olio caldo per qualche minuto. Cuocere i<br />

filetti di triglia in forno preriscaldato a 190°<br />

per 10 minuti. Riscaldare la crema di<br />

basilico a bagnomaria. Servire con la crema<br />

di basilico sul fondo del piatto, i filetti di<br />

triglia in mezzo, completando il piatto con i<br />

pomodori pachino fritti, i pinoli tostati e<br />

qualche fogliolina di basilico.<br />

di Giovanni Romeo<br />

Viburno<br />

dall’antico<br />

profumo<br />

Tra i tanti fiori e<br />

cespugli dal sapore<br />

antico che stanno<br />

riconquistando spazi<br />

ed estimatori nei<br />

giardini d’oggi, uno<br />

dei più amati è<br />

senz’altro il<br />

viburno. Se quindi ci<br />

affascinano i giardini<br />

d’altri tempi, quelli<br />

dai fiori semplici e<br />

gentilmente<br />

profumati, allora è la<br />

pianta che fa per noi.<br />

Comunemente<br />

chiamato palla di<br />

neve o pallon di<br />

maggio per i suoi<br />

piccoli fiori bianchi<br />

raccolti a formare<br />

bellissimi mazzi, il<br />

Viburnum opulus si<br />

trapianta insieme agli<br />

altri cespugli a<br />

marzo. Molto<br />

decorativo,<br />

raggiunge i quattro<br />

metri d’altezza e<br />

fiorisce<br />

generosamente ad<br />

aprile-maggio. Poco<br />

esigente, predilige<br />

posizioni soleggiate<br />

ma non teme le<br />

basse temperature.<br />

Inoltre si accontenta<br />

delle piogge, con<br />

qualche annaffiatura<br />

nei periodi<br />

particolarmente<br />

asciutti.<br />

maggio 2013 71


72<br />

il ristorante<br />

di Ma rt h a Pu l i n a<br />

Adamo<br />

e il suo angolo di paradiso<br />

È lo chef il “primo uomo” che, assieme alla moglie Carla,<br />

è cuore e anima del RistorArte di Cabras dove gustare<br />

quanto di meglio la Sardegna ha da offrire ai nostri sensi<br />

Se state percorrendo la S.S. 131 che collega<br />

da Nord a Sud la Sardegna, oppure<br />

vi trovate nei pressi di Cabras e delle sue<br />

bellissime lagune, ed è l’ora che volge alla<br />

fame, prendete l’uscita per Oristano Nord<br />

e proseguite in direzione di Torregrande,<br />

dove una torre spagnola fa da guardia alla<br />

spiaggia delle estati degli oristanesi. Dopo<br />

l’ultima rotonda, sulla sinistra dell’ultimo<br />

rettifilo, a circa 1 km dalla spiaggia, si trova<br />

il RistorArte dello chef Adamo Camedda.<br />

Qui troverete Carla, moglie di Adamo, che<br />

vi guiderà con gentilezza e sorrisi al vostro<br />

tavolo. Due le sale a vostra disposizione, a<br />

meno che non preferiate godere del profumo<br />

del mare, accomodandovi nell’ambiente<br />

esterno del locale; in cucina, infine, un<br />

tavolo accoglie coloro che vogliono mangiare<br />

mentre assistono alla preparazione<br />

dei piatti che poi gusteranno. Lo chef Adamo,<br />

dopo diverse esperienze in ristoranti<br />

rinomati all’estero, ha deciso di tornare<br />

nei suoi luoghi (è di Cabras, paese famoso<br />

per la deliziosa bottarga di muggine) e dar<br />

vita al suo sogno: andare alla riscoperta<br />

dei migliori sapori della sua terra e rivisitarli<br />

con nuovi accostamenti. Nel suo RistorArte<br />

propone una cucina a km 0, basandosi<br />

maggio 2013<br />

di Ma rt h a Pu l i n a<br />

sulla valorizzazione dei prodotti del territorio<br />

e, soprattutto, del magnifico pesce del<br />

golfo di Oristano e delle lagune intorno. Il<br />

menù è quotidiano: il mercato e il pescato<br />

del giorno scrivono i piatti proposti. Cosa<br />

scegliere? Ad esempio una leggera insalata<br />

di molluschi e crostacei, uno zimino (brodetto<br />

di pesce aromatizzato con zafferano<br />

di San Gavino, dove è cotta della fregula,<br />

una specie di cus cus sardo) di dentice, un<br />

piatto di pasta fresca ai ricci di mare (quelli<br />

della costa occidentale della Sardegna sono<br />

i migliori), un filetto di spigola (branzino)<br />

al profumo di gamberi, un porcetto arrosto<br />

insufflato con una salsa al tonno, un leggerissimo<br />

fritto di mare, una deliziosa mousse<br />

di ricotta ovina con mandorle e miele,<br />

dei ravioli dolci di formaggio, fritti e guarniti<br />

da miele aromatizzato all’arancio su una<br />

mousse zabaione e mascarpone... Il tutto<br />

cucinato con olio extra vergine d’oliva<br />

e accompagnato da ottimi vini sardi fra cui<br />

lo splendido Vernaccia della vicina cantina<br />

Contini. Questa ricerca della qualità e della<br />

freschezza non offende il portafoglio. Interessanti<br />

le serate a tema, durante le quali<br />

un piatto o un ingrediente tipico è presentato<br />

e cucinato dallo chef di fronte agli ospiti.<br />

Filetto di Spigola<br />

al sapore di Gambero<br />

Ingredienti:<br />

spigola di mare<br />

gamberi rossi freschi<br />

arance di Milis<br />

Procedimento:<br />

Lavare i gamberi con acqua salata,<br />

staccare la testa e la coda<br />

tenendole contemporaneamente<br />

con due dita e girandole delicatamente<br />

in sensi inversi. Su una<br />

padella fredda, con un filo d’olio<br />

extravergine d’oliva di Cabras,<br />

adagiare in piedi il filetto di spigola<br />

avvolto intorno alla testa del<br />

gambero, passaggio utile per insaporire<br />

la polpa della spigola con<br />

il prezioso fegato del gambero.<br />

Spremere un’arancia locale (Milis,<br />

Oristano) sopra il duetto di pesce,<br />

facendo attenzione che il succo<br />

copra per almeno 5 millimetri il<br />

fondo della padella da mettere sul<br />

fornello con fiamma viva, da abbassare<br />

non appena inizia l’ebollizione<br />

coprendo il tutto con un’altra<br />

padella, in modo che le teste<br />

del gambero non siano schiacciate.<br />

Dopo 5 minuti, controllare che<br />

il succo si stia restringendo contemporaneamente<br />

alla cottura del<br />

pesce e, quando diventa quasi un<br />

caramello, aggiungere le code del<br />

gambero sgusciate. Salare e ricoprire<br />

per altri 5 minuti. Profumare<br />

con qualche foglia di rosmarino<br />

fresco e, se il succo risultasse ancora<br />

lungo, restringerlo ravvivando<br />

la fiamma per fargli prendere<br />

un colorito ambrato, segnale che<br />

il piatto è pronto. Adagiato il tutto<br />

su un piatto piano e caldo, con<br />

un cucchiaio raccogliere l’estratto<br />

di arancia e lasciarlo lacrimare sui<br />

pesci. Completare con un filo di<br />

olio extravergine di oliva e qualche<br />

goccia di limone.<br />

dove&come<br />

RistorArte<br />

S.P. 1 Oristano, km 1<br />

Cabras (Or)<br />

Tel. 389.9270403<br />

Menù degustazione da 35 euro


food news<br />

74<br />

food news<br />

di Lu c i a Lipari<br />

Grok, lo snack per tutti<br />

Perfetto per chi segue una sana alimentazione, adatto alla nutrizione<br />

dei bambini e ottimo break per gli sportivi. I deliziosi dischetti<br />

cotti al forno mantengono tutte le proprietà nutrizionali<br />

e di gusto del Grana Padano, per un prodotto ricco, a lunga conservazione<br />

ma senza l’aggiunta di conservanti e additivi. Semplice<br />

e genuino, questo grokkante finger food si può trovare nelle<br />

versioni Classico, Deciso e con Cereali. I gusti Deciso e Classico<br />

sono senza carboidrati e privi di glutine e inseriti all’interno del<br />

prontuario AIC che guida l’alimentazione corretta per i celiaci.<br />

Jambon de Bosses alla conquista dell’Oriente<br />

Per la prima volta nella storia di questo gioiello di prosciutto<br />

crudo – conosciuto sin dal Medioevo e la cui lavorazione<br />

ancora oggi impone il massaggio manuale precedente<br />

alla salatura con le erbe del territorio e la stagionatura protratta<br />

oltre 12 mesi – 60 cosce con una stagionatura di 18<br />

mesi sono state spedite e destinate alla ristorazione di fascia<br />

alta dell’area di Pechino, volute espressamente per i<br />

festeggiamenti del Capodanno cinese. Il successo dello<br />

Jambon de Bosses Dop sottolinea ancora una volta l’amore<br />

per il made in Italy nel mondo.<br />

maggio 2013<br />

I valori dei vitigni vesuviani<br />

Con l’avvicinarsi dell’estate, Casa Setaro, oltre al consueto appuntamento<br />

con Cantine Aperte (26 maggio), quando sarà possibile visitare<br />

la cantina di Boscotrecase, sarà presente con i suoi vini a Vitigno<br />

Italia, importante manifestazione a Castel dell’Ovo dal 2 al 4 giugno.<br />

Sempre a Napoli, ilCaprettOne Brut, primo spumante metodo classico<br />

ottenuto da uve Caprettone, sarà tra i protagonisti della kermesse<br />

Wine & The City. Massimo Setaro parteciperà poi a Radici del Sud,<br />

il salone dei vini autoctoni che si terrà a Carovigno (Br) dal 5 al 10 giugno<br />

e infine a Terroir Vino che si terrà a Genova il 17 giugno.<br />

La cucina canadese “parla italiano”<br />

L’olio extravergine di oliva biologico Oilalà, sotto la brillante guida<br />

del titolare Spiros Borracino, ha conquistato i mercati europei e<br />

americani e ora sta espugnano anche Montreal, Quebec City e Toronto.<br />

Grazie a una serie<br />

di degustazioni infatti, i<br />

canadesi hanno potuto<br />

degustare questo prodotto<br />

artigianale pugliese,<br />

apprezzandolo molto<br />

e aprendo le porte alla<br />

sua commercializzazione,<br />

in particolare per<br />

quanto riguarda l’Extra-<br />

Liquid Luxury.<br />

Motoamatori a raduno presso l’azienda Nava<br />

Il prossimo 2 giugno alle ore 11, l’azienda agricola Nava – nel cuore<br />

della Brianza, nata nel 1982 per offrire alla macelleria di famiglia,<br />

attiva dal 1959, prodotti di qualità, e per gestire completamente la<br />

filiera che porta dall’agricoltura all’allevamento, fino alla vendita diretta<br />

– ospita, in occasione della Festa della Repubblica <strong>Italiana</strong>, una<br />

tappa del moto raduno d’epoca del Motoclub di Carate Brianza,<br />

con oltre 250 motocicli di tutti gli stili. Nell’occasione è possibile gustare<br />

un buon aperitivo e visitare l’azienda.


italia foodwine<br />

Il mercato giusto


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Torroni artigianali del Fortone 300 gr<br />

Petrillo - Benevento<br />

Prosecco DOC 750 ml<br />

Tenuta Polvaro<br />

Caponatina di carciofi 200 gr<br />

Fratelli contorno - Sicilia<br />

Riso vialone nano 1kg<br />

Zerbi - Lomellina<br />

Salsa di Cigliegino siciliano 330 gr<br />

Fratelli Contorno - Sicilia<br />

Olio Acton 750 ml<br />

Monocultivar Cannavà - Calabria<br />

Tortiglioni 500 gr<br />

Pastificio Di Martino Gragnano<br />

Bruschetta Peperoni 180 gr<br />

Alicos - Sicilia<br />

Contro filetto di Alici 200 gr<br />

Calabraittica<br />

Fettuccine ai funghi porcini 250 gr<br />

Il Mattarello di Campofilone<br />

Stuzzichino Tropeano 200 gr<br />

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Sugo di Spada e Melanzane 195 gr<br />

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Pasta Farro e Ceci bio 500 gr<br />

Azienda Agr. Antigola - Emilia


A due passi dal mare<br />

e dalla storia<br />

Hotel Baia di Nora Loc. Su Guventeddu, Nora (Ca) - Tel. 070.9245551 - www.hotelbaiadinora.com


84<br />

magazine<br />

80 It In e r a r I spIrItualI<br />

Mete p o c o n o t e e c a M M i n i r e l i g i o s i d a<br />

riscoprire: u n filone turistico in ascesa<br />

84 abruzzo mIstIco<br />

se g u e n d o il c a M M i n o d i sa n to M M a s o ,<br />

s c o p r i aM o u n a terra r i c c a d i f e d e e a r t e<br />

88 sIcIlIa, l’Is o l a della f e d e<br />

nel c u o r e d e l Mediterraneo s e g u e n d o<br />

le vie d e i pellegrini d a pa l e r M o a Messina<br />

In Viaggio<br />

In Viaggio<br />

88<br />

96<br />

92 nella tr a pa n I “free”<br />

volete visitare l’estreMa p u n ta della<br />

sicilia o c c i d e n ta l e? da o g g i è più fa c i l e<br />

94 la Va l d I fIe m m e<br />

in Mezzo alle do l o M i t i trentine, u n a valle<br />

tutta “gusto, t r a d i z i o n e e n at u r a”<br />

da pag. 96<br />

Rubriche<br />

• Città in 24 ore<br />

94<br />

maggio 2013 79


80<br />

inviaggiotendenze<br />

Sulle vie sacre<br />

dei pellegrini<br />

maggio 2013<br />

di Isa Grassano<br />

Il più battuto è quello<br />

di San Francesco,<br />

ma di certo non<br />

è l’unico. I Cammini<br />

di fede percorrono<br />

lo Stivale e, insieme<br />

ai più celebri<br />

Santuari e luoghi<br />

di culto, richiamano<br />

migliaia di turisti<br />

da tutto il mondo.<br />

Per voi una<br />

panoramica<br />

sulle mete meno<br />

note e i percorsi<br />

da riscoprire


In apertura, Poggio Bustone, il punto<br />

di partenza della missione di pace<br />

dei francescani e tappa del Cammino<br />

di Francesco. Nella pagina successiva,<br />

un momento del pellegrinaggio<br />

nel parco della Murgia a Matera<br />

Cresce il turismo religioso. Merito di Papa<br />

Francesco che, con la sua umiltà, ha<br />

portato una nuova ventata di fede e di<br />

comunione? Possibile. O forse del fatto<br />

che, per la Chiesa cattolica, questo è l’Anno<br />

della Fede (si concluderà il 23 novembre).<br />

O magari, più prosaicamente, che,<br />

complice la crisi, non si sa più “a che Santo<br />

votarsi”! Fatto sta che i dati Isnart ci dicono<br />

che il turismo religioso pesa l’1,5% sul totale<br />

dei flussi turistici, di cui il 2% sulla domanda<br />

internazionale e l’1,1% sulla clientela<br />

italiana, per un totale di 5,6 milioni di<br />

presenze turistiche (3,3 milioni di presenze<br />

straniere e 2,3 milioni di presenze legate<br />

al mercato italiano). Sono soprattutto gli<br />

stranieri a essere motivati da convinzioni<br />

religiose: il 45,3% arriva dall’Europa e il<br />

14,9% dai Paesi extraeuropei. Vario e differenziato<br />

il gruppo dei pellegrini: viaggiano<br />

in compagnia del proprio partner il 32,7%,<br />

il 20% invece fa parte di un tour organizzato<br />

e in alternativa è accompagnato da un<br />

gruppo di amici (19,7%), il 13,3% sceglie<br />

di muoversi con la famiglia, mentre pochi<br />

sono i turisti che viaggiano da soli (9,8%).<br />

E Roma fa da capofila. Secondo l’Osservatorio<br />

di Trivago.it, motore di ricerca prezzi<br />

europeo, la capitale sta vivendo settimane<br />

di grande afflusso, con un +78% di ricerche<br />

alberghi. Nella classifica delle destinazioni<br />

della preghiera preferite dai pellegrini italiani,<br />

ci sono anche San Giovanni Rotondo,<br />

che registra +87% delle ricerche rispetto<br />

allo stesso periodo del 2012, l’umbra Cascia<br />

(+127%) e la marchigiana Loreto. «C’è<br />

diffusa e palpabile esigenza di spiritualità<br />

– dice Diego Di Paolo, amministratore di<br />

Wealbiz e ideatore del Cammino di Francesco<br />

a Rieti – Basta vedere l’accoglienza<br />

riservata al nuovo Papa che proprio a questa<br />

esigenza è riuscito a dare già in pochi<br />

giorni una risposta importante. Non basta-<br />

maggio 2013 81


82<br />

inviaggiotendenze<br />

Itinerari accessibili<br />

Un po’ ovunque si sta lavorando per creare un turismo accessibile a tutti<br />

in questi luoghi sacri. È il caso di Rieti dove è stato presentato il progetto<br />

Cammino CON Francesco, elaborato dalla cooperativa Loco Motiva.<br />

Prevista l’istituzione di uno sportello on-line di informazione e di<br />

un’agenzia socio-turistica che sia in grado di fornire servizi di turismo<br />

sociale, trasporto, ausili e mezzi per l’accessibilità... A Matera, invece, la<br />

cooperativa Sassi Murgia propone itinerari ad hoc per non udenti e non<br />

vedenti. «Per coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in<br />

entrambi gli occhi – spiega Luca Petruzzellis, guida turistica che ha avuto<br />

l’idea – si scelgono percorsi pianeggianti e con pochi ostacoli. Con<br />

gli ipovedenti, facciamo anche percorsi più accidentati, purché siano<br />

assistiti da accompagnatore. Ovviamente privilegiamo l’approccio multisensoriale<br />

per meglio “percepire” i luoghi visitati».<br />

maggio 2013<br />

no più i cosiddetti “pellegrinaggi” a colmare<br />

l’accresciuto bisogno di spiritualità, perché<br />

si è trasformata in un’esigenza più complessa,<br />

più intima, per la quale i Cammini<br />

sono una risposta ideale. Ne abbiamo<br />

tanti, tra cui la Via Francigena e il Cammino<br />

di Francesco che sfiora le 10 mila<br />

presenze all’anno. Tuttavia sono sottoutilizzati<br />

rispetto alle loro potenzialità, ma<br />

è necessario che a livello di Ministero del<br />

Turismo e di Regioni ci sia finalmente un<br />

approccio serio e costruttivo».<br />

Il senso di questo “vagare”<br />

Ma perché ci si mette in cammino? Secondo<br />

le statistiche, per dare una risposta<br />

al senso della propria esistenza ma anche<br />

per arricchirsi spiritualmente tramite<br />

il confronto con le persone, con nuove<br />

mete e culture. E ancora per ricercare la<br />

sobrietà e la semplicità delle piccole cose.<br />

Un’occasione di riscoperta del Sacro<br />

ma allo stesso tempo di tesori artistici e<br />

culturali, spesso circondati da una natura<br />

lussureggiante. Così è per il Cammino<br />

di Francesco nella valle reatina: ottanta<br />

chilometri da percorrere a piedi,<br />

in mountain bike o a cavallo, nella frescura<br />

e nel silenzio dei boschi. Quattro<br />

le tappe principali: Fonte Colombo (dove<br />

Francesco stilò la regola definitiva del<br />

suo ordine), Poggio Bustone (punto di<br />

partenza della missione di pace dei francescani),<br />

Greccio (con la rappresentazione<br />

del primo presepe) e Santa Maria<br />

della Foresta (con il miracolo dell’uva);<br />

santuari abbarbicati sui costoni rocciosi<br />

delle montagne che circondano la fertile<br />

pianura e disposti in modo da formare<br />

un’enorme croce, da cui trae origine<br />

l’appellativo di Valle Santa. Ci si sente<br />

un po’ asceti, anacoreti, pellegrini anche<br />

passeggiando nel parco della Murgia a<br />

Matera, che tanto ricorda la valle del Go-


eme, in Cappadocia. Ovunque, scavate<br />

nel tufo, si ritrovano grotte, cenobi, eremi,<br />

cripte e basiliche ipogee, dove, nei<br />

secoli, si sono rifugiati i monaci di varie<br />

comunità religiose. Impossibile non<br />

stropicciarsi gli occhi più e più volte, per<br />

capire se sono allucinazioni o apparizioni<br />

reali queste scene da presepe vivente,<br />

che si aprono allo sguardo. E sono sempre<br />

di più le persone che si ritrovano lungo<br />

il parco della Murgia, tra le chiese rupestri,<br />

circondati dalla vista dei Sassi di<br />

Matera, patrimonio Unesco, avvolti dal<br />

profumo della rucola, del timo, e quasi<br />

cullati dal gorgoglio dell’acqua del torrente<br />

Gravina sottostante. Soprattutto<br />

l’ultima domenica di maggio, è usanza<br />

andare a piedi fino al santuario della Madonna<br />

delle Vergini, interamente scavato<br />

nel masso tufaceo. L’interno colpisce<br />

per la fila di mattonelle maiolicate che<br />

dall’ingresso arriva fin sotto l’altare. Un<br />

tempo si diceva che a’ la Madenn du Vurgj’n<br />

p’ prjè e p’ ffe’ uasciazz (alla madonna<br />

delle vergini per pregare e fare baldoria),<br />

in quanto i pellegrinaggi, un tempo,<br />

non erano dedicati solo ed esclusivamente<br />

alla preghiera, ma erano anche occasioni<br />

per una sorta di pic nic fuori porta.<br />

Ad arricchire l’offerta turistica religiosa<br />

della Basilicata c’è anche il Complesso<br />

monumentale di Santa Maria d’Orsoleo<br />

a Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza,<br />

dedicato all’avventura umana e spirituale<br />

del monachesimo. Si tratta di un<br />

allestimento polimediale, capace di coniugare<br />

passato e modernità, ricavato in<br />

uno dei gioielli architettonici della regione,<br />

fra colline e uliveti e fra il Parco Nazionale<br />

dell’Appennino Lucano e l’area<br />

desertica dei Calanchi lucani. Un luogo<br />

simbolo della spiritualità lucana che diventa<br />

poetica dello spazio e conduce in<br />

un intimo percorso dentro se stessi.<br />

La Via Benedicti<br />

Parte da Norcia il Cammino di San Benedetto<br />

che, dalla città natale del Santo, ai piedi<br />

dei Monti Sibillini, porta a Montecassino, nel<br />

basso Lazio, dove trascorse gli ultimi anni<br />

della sua vita e fondò un’abbazia che ha saputo<br />

resistere a quattro distruzioni. Lungo<br />

la strada che attraversa Umbria e Lazio si<br />

toccano importanti centri della fede come<br />

Subiaco, dove Benedetto pose le basi della<br />

sua Regola, Cascia e Rieti, raggiunti attraverso<br />

antiche vie di transumanza e sentieri<br />

battuti un tempo da briganti e contrabbandieri.<br />

E ancora, la valle dell’Aniene, le pendici<br />

dei Monti Ernici fino alla splendida certosa<br />

di Trisulti, tra boschi di querce, nella<br />

cosiddetta Selva d’Ecio, in provincia di Frosinone;<br />

e ancora Casamari con la sua splendida<br />

abbazia, tra le prime e maggiori espressioni<br />

in Italia dell’Ordine dei Cistercensi, fino<br />

ad Arpino e Roccasecca. Sedici i giorni necessari<br />

per percorrerlo a piedi o in bici, come<br />

suggerisce la guida Il Cammino di San Benedetto<br />

– Terre di mezzo Editore, della collana<br />

Percorsi, dedicata a chi si mette in cammino,<br />

per fede o no, ma comunque con il desiderio<br />

di incontrare e scoprire qualcosa di nuovo.<br />

Le guide Terre di Mezzo sono strumenti pratici,<br />

semplici e aggiornati, che possa dare con<br />

il giusto dettaglio tutte le informazioni necessarie<br />

per chi parte per due settimane o un<br />

mese di seguito. Tra gli itinerari spirituali anche<br />

tutti i Cammini di Santiago, le Vie Francigene,<br />

la Terra Santa…<br />

di Gilda Ciaruffoli<br />

Mille tappe di fede<br />

In Italia, come in nessun altro<br />

Paese al mondo, la spiritualità<br />

riesce a fondersi con l’arte,<br />

la storia, la natura e la<br />

tradizione. Il volume propone<br />

un affascinante itinerario alla<br />

scoperta di luoghi di culto<br />

più o meno noti, nei quali<br />

poter ritrovare se stessi e<br />

insieme soddisfare curiosità<br />

e desiderio di conoscenza.<br />

Si scopre, così, ad esempio,<br />

che la Sacra di San Michele,<br />

in Piemonte, si erge al centro<br />

di una via di pellegrinaggio<br />

lunga oltre duemila<br />

chilometri, che unisce quasi<br />

tutta l’Europa occidentale da<br />

Mont Saint-Michel a Monte<br />

Sant’Angelo.<br />

di Chiara Giacobelli<br />

Newton Compton<br />

575 pg<br />

19,90 euro<br />

Per saperne di più:<br />

www.camminodifrancesco.it<br />

www.basilicataturistica.com<br />

www.sassiemurgia.com<br />

www.camminodibenedetto.it<br />

www.percorsiditerre.it<br />

maggio 2013 83


84<br />

turismoreligioso<br />

Abruzzo mistico:<br />

vedere per credere<br />

di Piergiorgio Greco<br />

Abruzzo<br />

Cammino<br />

di San Tommaso<br />

Seguendo il Cammino<br />

di San Tommaso,<br />

alla scoperta di una terra<br />

ricca di fede e venerabili<br />

reliquie. Un grande<br />

patrimonio ancora poco<br />

conosciuto grazie al quale<br />

scoprire una regione<br />

accogliente, rigogliosa<br />

e genuina<br />

maggio 2013<br />

In principio furono loro i primi pellegrini:<br />

percorrendo le strade del mondo<br />

allora conosciuto, gli apostoli portavano<br />

la buona novella in ogni dove, a<br />

piedi, a dorso di mulo, da soli o in compagnia.<br />

Dopo alterne vicende, dal 1252<br />

le spoglie di uno dei dodici, Tommaso, riposano<br />

a Ortona, in provincia di Chieti,<br />

nella cattedrale a lui dedicata. Il Santo che,<br />

per credere, volle mettere il dito nel costato<br />

di Gesù, è solo una delle mille scoper-<br />

te che si fanno in Abruzzo, terra “in cammino<br />

all’ombra della croce” per usare una<br />

fortunata espressione della studiosa Maria<br />

Concetta Nicolai: santuari, eremi, reliquie,<br />

chiese maestose e piccole cappelle,<br />

grandi e umili figure di Santi, non manca<br />

proprio nulla in questa terra dove è possibile<br />

un’esperienza turistica unica nel suo<br />

genere, che affianca spirito e buona tavola,<br />

riposo e avventura, mare cristallino e<br />

montagne imponenti.


Miracoli teatini<br />

A qualche chilometro da Ortona c’è il più<br />

antico Miracolo Eucaristico esistente: quello<br />

di Lanciano. Nella chiesa di San Francesco<br />

è custodito l’ostensorio con la carne e il<br />

sangue di Gesù, così trasformati dal pane<br />

e dal vino a causa di un frate da una fede<br />

traballante. Percorrendo la splendida Costa<br />

dei Trabocchi – le affascinanti macchine<br />

da pesca in legno che si incontrano di tanto<br />

in tanto tra Francavilla e San Salvo, molte<br />

delle quali divenute ristoranti gourmet – si<br />

incontrano perle di rara bellezza. Si parte<br />

con l’Abbazia di San Giovanni in Venere, a<br />

Fossacesia, affacciata sul suggestivo Golfo di<br />

Venere: il complesso rappresenta un gioiello<br />

romanico, a ridosso del mare e immerso<br />

tra la vegetazione mediterranea. E si arriva<br />

a Vasto, con i suoi palazzi, le sue piazze, e il<br />

suo brodetto di pesce: nella chiesa di Santa<br />

Maria Maggiore, è conservata una spina<br />

della corona di Gesù. Sempre in provincia<br />

di Chieti, a Bucchianico, nel 1550 nacque<br />

San Camillo De Lellis, patrono degli infermi<br />

nonché ideatore dell’assistenza infermieristica<br />

moderna, definito “gigante della<br />

carità”: alcune reliquie sono conservate<br />

nell’omonimo santuario.<br />

Uno sguardo<br />

dal passato<br />

A non molti chilometri<br />

di distanza, sconfinando<br />

in provincia di<br />

Pescara, l’Abruzzo conserva<br />

una reliquia straordinaria:<br />

il Volto Santo<br />

di Manoppello, il fazzoletto<br />

di bisso che, secondo<br />

gli studi, sarebbe stato<br />

posto sul viso di Gesù<br />

nel Sepolcro, e che dunque<br />

raffigurerebbe proprio<br />

il Risorto. Non lontano<br />

dal santuario vive<br />

suor Blandina Paschalis<br />

Schlòmer, eremita tedesca<br />

che ha dimostrato<br />

come il volto di Manoppello<br />

sia perfettamente<br />

sovrapponibile a quello della Sindone di Torino.<br />

Poco più all’interno, a Castiglione a Casauria,<br />

si erge l’Abbazia di San Clemente, edificata<br />

nell’871 dall’imperatore Ludovico II e che<br />

oggi conserva le reliquie di San Clemente Papa:<br />

uno splendido esempio di architettura di<br />

transizione tra il romanico e il cistercense.<br />

Il Cammino di Tommaso<br />

In apertura, Bucchianico:<br />

la Festa dei Banderesi,<br />

manifestazione storica legata<br />

a un miracolo di Sant'Urbano<br />

grazie al quale la città cinta<br />

d'assedio fu liberata.<br />

Qui, il Miracolo Eucaristico<br />

di Lanciano e, sotto,<br />

l'Incredulità San Tommaso<br />

di Duccio di Buoninsegna<br />

Il “turismo religioso”, in Abruzzo, si fa con Il Cammino dell’Apostolo Tommaso:<br />

un pellegrinaggio attraverso tutti i luoghi religiosi più significativi<br />

della regione. Un vero e proprio cammino di ben 450 chilometri, di cui<br />

poco meno di 150 percorribili anche a piedi, a cavallo o in bicicletta<br />

grazie alla segnaletica predisposta. Spiega Enzo Giammarino, presidente<br />

di In Fiera, agenzia che ha sviluppato il cammino con la collaborazione<br />

anche dell’Opera Romana Pellegrinaggi: «Il grande<br />

patrimonio spirituale della nostra terra è sempre stato poco conosciuto.<br />

Si tratta di una spiritualità fatta di devozione popolare<br />

ma anche di grandi figure di santi, conosciuti anche oltre il confine<br />

nazionale. Di qui, l’idea: proporla come ricchezza per tutti,<br />

riscoprendo la forma del pellegrinaggio, che ha visto negli apostoli<br />

i precursori». I 450 km si percorrono in sei giorni: quanti desiderino<br />

vivere questa esperienza possono far riferimento ad alcuni<br />

tour operator, disponibili a realizzare pacchetti su misura.<br />

maggio 2013 85


86<br />

turismoreligioso<br />

Una tavola<br />

semplice<br />

ma ricca<br />

Pastori, contadini e<br />

pescatori sono i veri maitres<br />

della tavola abruzzese.<br />

Nell’Aquilano e nel<br />

Pescarese da non perdere<br />

gli arrosticini di pecora,<br />

succulenti spiedini cotti sui<br />

carboni vivi, mentre<br />

ovunque la carne d’agnello<br />

è regina indiscussa, nel<br />

ragù che colora la pasta alla<br />

chitarra o alla brace.<br />

Legumi e verdure non<br />

mancano mai,<br />

testimonianza di un cibo<br />

povero ma ricercato,<br />

insieme alla pasta, che in<br />

provincia di Chieti vede il<br />

suo trionfo nei pastifici<br />

(industriali e artigianali) di<br />

Fara San Martino: pasta e<br />

fagioli e sagne e ceci, anche<br />

nelle versioni di pesce,<br />

continuano a stupire. Il<br />

pesce, appunto: lungo<br />

tutta la costa è un tripudio<br />

di sapori esaltati nelle<br />

decine di antipasti dove il<br />

mare incontra i prodotti<br />

della terra. Se infine il<br />

Montepulciano d’Abruzzo<br />

è un biglietto da visita<br />

consolidato, in regione<br />

stanno emergendo<br />

strepitosi e imperdibili<br />

autoctoni bianchi come<br />

la Passerina, il Pecorino<br />

e la Cocciola.<br />

maggio 2013<br />

Per saperne di più:<br />

www.camminoditommaso.it<br />

www.movimentocelestiniano.it (con<br />

indicazione sui luoghi celestiniani)<br />

www.abruzzoturismo.it<br />

La chiesa di San Gabriele dell’Addolorata, patrono dei giovani, a Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo<br />

Ai piedi del Gigante d’Abruzzo<br />

Il patrono dei giovani si trova a Isola<br />

del Gran Sasso, in provincia di Teramo:<br />

ogni anno sono milioni i pellegrini,<br />

soprattutto ragazzi, che rendono<br />

omaggio a San Gabriele dell’Addolorata,<br />

morto a 24 anni. Dal santuario<br />

si può quasi toccare con mano il<br />

Gran Sasso, la cima più alta dell’Appennino,<br />

attorno a cui la natura rigogliosa<br />

offre piste da sci e sentieri<br />

dal grande fascino. Non lontano, a<br />

Campli, c’è la Scala Santa: nel 1772<br />

Papa Clemente XIV riconobbe alla<br />

cittadina il privilegio di concedere<br />

l’assoluzione dei peccati e, in alcuni<br />

giorni, l’Indulgenza Plenaria con lo<br />

stesso valore di quella che si ottiene<br />

a Roma. Attraversato il Gran Sasso<br />

si arriva nella terra di Celestino V,<br />

il Papa del "gran rifiuto” dantesco: a<br />

L’Aquila, nella basilica di Collemaggio,<br />

dove fu incoronato pontefice nel<br />

1294, sono conservate le sue spoglie,<br />

mentre a Sulmona, patria dei confetti,<br />

c’è la badia morronese fondata<br />

dal Santo, scrigno d’arte e spiritualità.<br />

Il tutto in un territorio dove la<br />

natura e i sapori forti accolgono il visitatore<br />

alla ricerca di itinerari tanto<br />

inconsueti quanto affascinati.<br />

Scelti per voi<br />

dove<br />

mangiare<br />

Ristorante Corona<br />

di Ferro<br />

A due passi dal Santuario<br />

del Miracolo Eucaristico,<br />

propone piatti di tradizione<br />

e ricercati. Prezzo medio:<br />

30 euro bevande escluse<br />

Corso Roma, 28<br />

Lanciano (Ch)<br />

Tel: 0872.717235<br />

Il Giardino dei Ciliegi<br />

Ristorante in una splendida<br />

villa di fine ‘700,<br />

circondata da una vasto<br />

giardino. In cucina prodotti<br />

dalla stessa azienda<br />

agricola. Prezzo medio:<br />

25 euro, bevande escluse<br />

C.da Cappuccini<br />

Manoppello (Pe)<br />

Tel. 085.8590049<br />

www.villapardi.it<br />

Ristorante Ferrara<br />

La carne la fa da padrona<br />

in questo locale caldo e<br />

accogliente. Da non<br />

perdere l’aperitivo cenato<br />

nella taverna: stuzzichini<br />

con degustazione di vino.<br />

Prezzo medio: 35 euro,<br />

bevande escluse (18 euro<br />

stuzzichini a volontà,<br />

bevande escluse)<br />

Via Orientale, 39<br />

Bucchianico (Ch)<br />

Tel. 0871.382157<br />

www.ristoranteferrara.it<br />

dove<br />

dormire<br />

Hotel Anxanum<br />

A due passi<br />

dal mare e dalla<br />

montagna, in un ameno<br />

passeggio vicino al centro<br />

di Lanciano. Doppia da 80<br />

euro, con prima colazione<br />

Via San Francesco, 10<br />

Lanciano (Ch)<br />

Tel. 0872.715142<br />

www.hotelanxanum.com<br />

Casale Centurione<br />

Un casale del 1800<br />

recentemente restaurato<br />

con il ripristino “a vista”<br />

delle volte a mattoni in<br />

pietra naturale della<br />

Maiella. Doppia da 65<br />

euro, con prima colazione<br />

Contrada S. Maria<br />

Arabona, 2<br />

Manoppello (Pe)<br />

Tel. 335.8257345<br />

www.casalecenturione.it<br />

Tenuta dei Sensi<br />

Azienda agrituristica di<br />

charme, immersa nel<br />

verde. Doppia da 80 euro,<br />

con prima colazione<br />

Contrada San Martino, 62<br />

Bucchianico (Ch)<br />

Tel. 0871.381677<br />

www.tenutadeisensi.it


L’isola della fede<br />

Il 2013 sarà un anno ricco di belle sorprese per il turismo religioso in Sicilia. La regione<br />

infatti entra nel circuito degli itinerari turistici previsti dall’Opera Romana Pellegrinaggi,<br />

nell’ambito dell’Anno della Fede, in accordo con l’Unione Regionale Province Siciliane<br />

di Rosario Ribbene<br />

Sicilia<br />

88<br />

turismoreligioso<br />

maggio 2013<br />

La Sicilia è il centro e il cuore del Mediterraneo,<br />

ma anche della fede. Una terra dove<br />

la devozione spirituale dei suoi abitanti<br />

affonda le radici nei millenni – tra dei, culti<br />

e rituali – fino ad arrivare al Cristianesimo,<br />

testimoniata da gioielli artistici, gastronomici<br />

e antropologici, che ogni anno movimentano<br />

importanti flussi turistici da tutto il mondo.<br />

Non a caso è stata scelta per entrare nel circuito<br />

degli itinerari turistici religiosi previsti nel<br />

2013 in Italia dall’Opera Romana Pellegrinaggi.<br />

Un fortissimo impulso al turismo isolano<br />

alimentato da tre circuiti: il primo itinerario, I<br />

Santuari della Sicilia, prevede un programma<br />

che parte da Palermo – con il Santuario di Santa<br />

Rosalia, il Duomo di Monreale, Cattedrale e<br />

Cappella Palatina – per proseguire a Trapani e<br />

Agrigento, a Siracusa con il Santuario della Madonna<br />

della Lacrima, fino a Messina e Tindari<br />

con il Santuario della Madonna Nera. Il secondo<br />

itinerario, La Sicilia Orientale, propone un<br />

programma che comprende Catania, l’Etna e<br />

Taormina. Infine, il terzo itinerario Il Duomo di<br />

Monreale, prevede un tour dal Santuario di S.<br />

Rosalia a Palermo, passando per Monreale fino<br />

ad Agrigento con la Valle dei Templi.


Un mosaico di stili<br />

Partiamo dunque dallo<br />

sfavillante abbraccio<br />

dei mosaici di due<br />

tra le chiese medievali<br />

più belle al mondo:<br />

la Cappella Palatina e<br />

il Duomo di Monreale.<br />

Inserita all’interno<br />

del Palazzo Reale<br />

di Palermo, la Palatina<br />

è certamente l’opera<br />

che testimonia l’armonica<br />

convivenza delle<br />

diverse culture del Regnum<br />

Siciliae fondato<br />

nel 1130 da Ruggero<br />

II. Ricchissimo l’apparato<br />

decorativo interno<br />

costituito in gran parte<br />

dai preziosi mosaici<br />

con il Pantocratore che<br />

domina dal centro della<br />

cupola, attorniato da<br />

una corona di angeli e<br />

arcangeli e, più sotto,<br />

da profeti ed evangelisti.<br />

A ciò si aggiunge<br />

l’elemento islamico del<br />

favoloso soffitto ligneo<br />

ad alveolature, intagliato<br />

e dipinto, testimonianza<br />

dell’arte carpentiera e decorativa magrebina.<br />

La fondazione di Monreale si deve a<br />

Guglielmo II, deciso a edificare su di un poggio<br />

(Montis Regalis) presso Palermo un complesso<br />

episcopale e una residenza reale. Per gli interni<br />

del Duomo furono spese enormi somme di<br />

denaro: la chiesa racchiude infatti la più estesa<br />

superficie mosaicata mai realizzata in un<br />

edificio del Medio Evo occidentale. Lo spazio<br />

interno colpisce subito per la maestosità e ricchezza<br />

di forme con il Cristo Pantocratore, più<br />

autoritario e magniloquente di quello dolce e<br />

intenso di Cefalù e della Palatina.<br />

Foto di Ignazio Tesoro<br />

Foto di Ignazio Tesoro<br />

In apertura, il Duomo di Monreale. In questa pagina, il Santuario di Santa Rosalia<br />

sul Monte Pellegrino: in basso la grotta dove furono ritrovati i resti della Santa<br />

Santuari da assaporare<br />

Qualsiasi itinerario alla scoperta dei luoghi della fede in Sicilia<br />

non può non contemplare delle soste per il ristoro, dove il<br />

pellegrino potrà assaporare le delizie enogastronomiche di quei<br />

luoghi. Palermo, ad esempio, è famosa per i “cibi di strada”, dal<br />

pani cà meusa (panino con milza) ai cazzilli, panelle, arancine,<br />

nonché per la ricca produzione dolciaria, dalle cassate ai cannoli<br />

adornati di ricotta di pecora e frutta candita. Che dire poi<br />

degli appetitosi cudduriuni siracusani, focacce ripiene e chiuse<br />

“a saccoccio”? Un eccellente modo per recuperare le forze e<br />

riprendere il cammino.<br />

Foto di Ignazio Tesoro<br />

maggio 2013 89


90<br />

turismoreligioso<br />

Il culto di Maria<br />

e dei Santi<br />

Battaglie, assedi, naufragi,<br />

malattie e ogni sorta di<br />

avversità hanno rafforzato la<br />

devozione dei siciliani verso i<br />

Santi e soprattutto verso<br />

Maria, madre di Cristo. Tutto<br />

ciò è testimoniato dai riti della<br />

Pasqua, dall’iconografia, dalle<br />

feste in onore dei santi<br />

patroni di ogni centro abitato,<br />

piccolo o grande, dalla<br />

gastronomia e dal numero<br />

elevato di santuari disseminati<br />

in ogni angolo dell’isola. Sono<br />

soprattutto le basiliche<br />

mariane la prova evidente<br />

della scelta della Madonna<br />

Odigitria quale patrona della<br />

Sicilia. Eretti da sovrani o dalla<br />

comunità dei fedeli a seguito<br />

di eventi miracolosi, i santuari<br />

mariani continuano ad<br />

attirare folle di pellegrini e<br />

semplici turisti.<br />

maggio 2013<br />

In alto, il Santuario di Siracusa firmato Andrault<br />

e Parat, nel quale si trova la miracolosa statuetta<br />

mariana che nel 1953 versò lacrime umane (sotto)<br />

Santuzza Rosalia,<br />

patrona di Palermo<br />

Posto sul Monte Pellegrino, il Santuario<br />

di Santa Rosalia domina la città di Palermo<br />

dal 1625, anno della sua edificazione<br />

attorno alla grotta dove, secondo la tradizione,<br />

furono ritrovati i resti della Santa.<br />

Figlia del duca Sinibaldo di Quisquina e<br />

delle Rose, nipote per parte di madre di<br />

re Ruggero d’Altavilla, Rosalia crebbe nel<br />

XII secolo alla corte dello zio, a Palermo.<br />

In seguito alla morte del re, chiese e ottenne<br />

il permesso di vivere da eremita tra le<br />

grotte del monte Quisquina (Agrigento)<br />

e quelle del monte Pellegrino, dove visse<br />

fino alla morte. Il culto della Santuzza<br />

eremita si collega a un evento particolare<br />

accaduto a Palermo in occasione di<br />

un’epidemia di peste scoppiata nel 1624<br />

che trasformò la città in un lazzaretto a<br />

cielo aperto. Le reliquie della Santa, dopo<br />

essere state miracolosamente scoperte<br />

su Monte Pellegrino, vennero portate<br />

in processione, impedendo l’ulteriore diffondersi<br />

della malattia.<br />

Le lacrime miracolose<br />

Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre<br />

del 1953, un quadretto di gesso,<br />

raffigurante il cuore immacolato di Maria,<br />

posto come capezzale di un letto di<br />

una giovane coppia di sposi siracusani, ha<br />

versato lacrime umane. Quello di Siracusa<br />

è uno dei pochissimi eventi documentati.<br />

Per la realizzazione del progetto del<br />

Santuario che custodisce il miracoloso<br />

quadretto di gesso, fu indetto un concorso<br />

internazionale vinto da due architetti<br />

francesi: Michel Andrault e Pierre Parat.<br />

Inaugurato il 6 novembre 1994 da Sua<br />

Santità Giovanni Paolo II, il Santuario<br />

è alto circa 103 metri e un diametro di<br />

71,40. Ha una capienza di 11 mila posti<br />

in piedi e di circa 6 mila a sedere.


Un carico “importante”<br />

Altro santuario inserito nei circuiti<br />

religiosi siciliani è quello della Madonna<br />

Nera del Tindari. Sull’origine<br />

del culto di questa Madonna non ci<br />

sono notizie certe. Secondo la tradizione,<br />

una nave di ritorno dall’Oriente<br />

fu sorpresa da un’improvvisa tempesta<br />

e l’equipaggio si vide costretto<br />

a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi<br />

Marinello. Quando si calmò la tempesta,<br />

i marinai decisero di riprendere<br />

il viaggio, ma non riuscirono a<br />

spostare la nave. Decisero allora di alleggerire<br />

il carico: solo quando scaricarono<br />

la cassa contenente il venerato<br />

Simulacro della Vergine nascosta<br />

nella stiva, però, la nave poté muoversi<br />

e riprendere la rotta. Fu aperta la<br />

cassa e, con grande stupore, fu scoperta<br />

la preziosa immagine della Vergine<br />

che venne collocata nel luogo più alto,<br />

sul Tindari. Il santuario nuovo venne<br />

edificato nel 1957 in quanto quello<br />

esistente era diventato incapace di accogliere<br />

i pellegrini.<br />

La devozione<br />

dei siciliani affonda<br />

le radici nei millenni,<br />

tra dei, culti e rituali,<br />

fino ad arrivare<br />

al Cristianesimo,<br />

ed è testimoniata<br />

da gioielli artistici<br />

e gastronomici<br />

che richiamano turisti<br />

da tutto il mondo<br />

Santuario della Madonna Nera del Tindari, al cui interno si conserva un simulacro della Vergine<br />

legato a una miracolosa leggenda. Il Santuario nuovo venne edificato nel 1957 perché il precedente<br />

non riusciva a contenere il gran numero di pellegrini che giungevano qui da tutto il mondo<br />

Scelti per voi<br />

dove<br />

mangiare<br />

A Cuccagna<br />

Ristorante del centro storico,<br />

a poca distanza dal porto.<br />

Pesce sempre fresco e<br />

specialità regionali.<br />

Menù completo a 40 euro.<br />

Via Principe di Granatelli, 21<br />

Palermo<br />

Tel. 091.587267<br />

www.acuccagna.com<br />

Bar del Pellegrino<br />

Accanto al Santuario<br />

Mariano della Madonna<br />

Nera di Tindari, con un<br />

menù a 12 euro.<br />

Via Monsignor Pullano, 41<br />

Tindari (Me)<br />

Tel. 0941.369273<br />

www.bardelpellegrino.it<br />

Hotel del Santuario<br />

Nel centro di Siracusa, di<br />

fronte alla Basilica<br />

Santuario della Madonna<br />

delle Lacrime e a pochi<br />

passi dal famosissimo<br />

teatro greco. Nel ristorante<br />

si gustano i sapori tipici del<br />

territorio con un menù<br />

completo a 18 euro.<br />

Si dorme invece a partire<br />

da 53 euro la singola e 76<br />

la doppia.<br />

Via del Santuario,1<br />

Siracusa<br />

Tel. 0931.465656<br />

www.hoteldelsantuario.it<br />

dove<br />

dormire<br />

B&b Agorà<br />

Poco distante dal santuario<br />

del Tindari. Dalle finestre di<br />

questo accogliente bed &<br />

breakfast è possibile<br />

ammirare il sito<br />

archeologico della città, il<br />

Santuario Mariano della<br />

Madonna Nera di Tindari,<br />

il Capo Milazzo e<br />

l’arcipelago delle Eolie. Si<br />

dorme a partire da 35 euro<br />

a persona, compresa prima<br />

colazione<br />

Tel. 347.9707124<br />

www.agoratindari.it<br />

B&b Monreale<br />

A pochi passi da Palermo e<br />

ad appena 500 metri dal<br />

Duomo di Monreale.<br />

Singola da 70 euro,<br />

colazione compresa.<br />

Via Pietro Novelli, 243<br />

Monreale (Pa)<br />

Tel. 328.8251437<br />

http://bebmonreale.it<br />

maggio 2013 91


92<br />

inviaggio<br />

Da oggi<br />

Trapani è “free”<br />

Capita, visitando una località, di non sapere<br />

come muoversi, di non riuscire a tracciare<br />

un itinerario che ci permetta di scoprirne<br />

meraviglie e gioie gastronomiche. Capita,<br />

o meglio, capitava! Per lo meno nella città<br />

siciliana, da oggi ancora più accessibile grazie<br />

al wi-fi gratuito e a un sito tutto da navigare<br />

Trapani<br />

Sicilia<br />

maggio 2013<br />

di Olga Carlini<br />

La Sicilia in primavera è un’esplosione<br />

di colori e profumi e inviti a scoprirne<br />

ogni angolo, a svelarne ogni segreto.<br />

E Trapani, sospesa tra due mari, protesa<br />

verso l’infinito, è un ottimo punto di partenza<br />

alla scoperta di questo territorio.<br />

Molto bene ma quindi, una volta arrivati<br />

nella “città del sale”, da dove iniziare il<br />

tour esplorativo? E come avere in modo<br />

rapido e immediato un’idea dei migliori<br />

hotel dove sistemarsi appoggiando i bagagli<br />

prima di partire in esplorazione? E<br />

poi… cosa significa “città del sale”?<br />

Un click… e vai!<br />

Avere risposta a tutti questi interrogativi,<br />

da oggi è più semplice, veloce e soprattutto<br />

gratuito. I turisti che arrivano a Trapani,<br />

infatti, hanno ora la possibilità di collegarsi<br />

liberamente a internet attraverso un sistema<br />

wi-fi, accedendo a un portale, www.<br />

trapaniclickandgo.it, ricco di informazioni<br />

sul territorio. L’iniziativa è stata realizzata<br />

dalla Camera di Commercio cittadina che,<br />

attraverso la sua Azienda speciale servizi<br />

alle imprese, ha predisposto una rete wifi<br />

free che copre il centro storico di Trapani,<br />

la zona del porto e il lungomare Dante<br />

Alighieri, attraverso un sistema di antenne<br />

che dà la possibilità a tutti gli smart phone,<br />

tablet e ai computer con sistema wi-fi<br />

di poter navigare gratuitamente e al turista<br />

di avere risposta a tutti i possibili interrogativi<br />

pratici e alle curiosità più insolite.<br />

Basta dunque un click per consultare<br />

l’elenco delle migliori sistemazioni “dove<br />

dormire” e “dove mangiare", adatte a ogni


tasca e ogni esigenza, ad esempio. E ancora,<br />

accedere alle info pratiche, come quelle<br />

relative a orari di treni, autobus e aliscafi, ai<br />

consigli per lo shopping, al calendario degli<br />

eventi in programma (a maggio, da non<br />

perdere la regata Trapani Cup, mentre a<br />

giugno merita una visita la rassegna culturale<br />

e gastronomica Siciliamo di Marsala).<br />

Sfiziose anche le “mappe del gusto”, con<br />

suggerimenti sui piatti tipici e le specialità<br />

gastronomiche (nella top ten delle cose<br />

da non perdere cous cous e pane cunzato).<br />

E ovviamente la descrizione puntuale delle<br />

bellezze artistiche e architettoniche che<br />

costellano la città, dalle mura di Tramontana,<br />

lungo le quali passeggiare ammirando<br />

il panorama, alla più nascosta collezione<br />

di coralli del Museo Pepoli, o l'isolato<br />

Villino Nasi, in mezzo al mare. E se tra<br />

tante meraviglie temete di perdervi, niente<br />

paura: il portale web è anche dotato di<br />

una guida multimediale per muoversi liberamente<br />

nel centro storico di Trapani. Il sito<br />

Per saperne di più:<br />

www.trapaniclickandgo.it<br />

www.facebook.com/#!/www.trapaniclickandgo.it<br />

https://twitter.com/TrapaniClick<br />

è infatti munito di un sistema di geolocalizzazione<br />

che permette al turista di vedere<br />

subito palazzi, monumenti o negozi a lui<br />

più prossimi. Tutte le pagine del portale si<br />

possono poi linkare su facebook o twitter.<br />

Nel sito sono stati poi inseriti una serie di<br />

itinerari consigliati nel raggio di 30 km dalla<br />

città, come Mozia, lo Zingaro, Segesta,<br />

Erice, le isole Egadi... Anche perché, come<br />

spiega il presidente della Camera di Commercio<br />

di Trapani Giuseppe Pace, «questa<br />

finestra virtuale sulla città non è altro che<br />

un progetto pilota, che contiamo di attivare<br />

in altre località della provincia». E se vi<br />

state ancora chiedendo perché Trapani sia<br />

nota come la “città del sale”, una visita al<br />

sito www.trapaniclickandgo.it svelerà l’arcano.<br />

Sì, perché ovviamente per farlo non è<br />

necessario trovarsi in Sicilia. Anzi, se avete<br />

in mente di partire, il sito si rivela ancora<br />

una volta un ottimo punto di partenza ricco<br />

di informazioni pratiche per raggiungere<br />

la città. Più liberi di così!<br />

Cous cous e pane cunzato,<br />

mura di Tramontana e Museo Pepoli,<br />

isole Egadi e Segesta...<br />

Trapani e il suo territorio,<br />

la sua cucina e le sue manifestazioni,<br />

non hanno più segreti,<br />

grazie a trapaniclickandgo.it<br />

e al nuovo wi-fi gratuito!<br />

Come funziona?<br />

Per usufruire del servizio è<br />

sufficiente recarsi presso<br />

una delle aree coperte<br />

dal segnale e accedere al<br />

servizio wi-fi del proprio<br />

dispositivo cercando<br />

l’hot spot “free cciaa tp”<br />

nell’elenco delle connessioni<br />

possibili. A questo punto,<br />

selezionando il network<br />

“free cciaa tp” comparirà il<br />

sito sul quale si può navigare<br />

senza limiti di tempo e al<br />

cui interno si trova il link<br />

"naviga nel web" che, una<br />

volta cliccato, fa comparire<br />

la pagina in cui viene chiesto<br />

di registrarsi cliccando su<br />

“registrati”. Completati tutti<br />

i campi necessari (nome,<br />

cognome, e-mail e numero<br />

di telefono) e accettate<br />

la liberatoria sulla privacy,<br />

cliccare nuovamente su<br />

“registrati”. Sulla pagina<br />

di login che comparirà,<br />

è necessario inserire<br />

username e password<br />

ricevuti nel frattempo<br />

via sms. L’accesso al sito<br />

www.trapaniclickandgo.<br />

it è quindi immediato.<br />

L’utente ha a disposizione<br />

un’ora di navigazione al<br />

giorno. Tutte le informazioni<br />

sono disponibili anche<br />

in inglese ed è possibile<br />

navigare liberamente su<br />

altri siti e scaricare la posta.<br />

Trapaniclickandgo è presente<br />

su facebook, twitter e con<br />

un proprio canale youtube.<br />

maggio 2013 93


94<br />

inviaggio<br />

Dove l’accoglienza è di casa<br />

C’è una valle<br />

che si estende<br />

per 35 km, fra<br />

le Dolomiti del<br />

Trentino, dove<br />

l’arte di proporre<br />

prodotti genuini<br />

e stili di vita<br />

sostenibili ha<br />

radici lontane. È<br />

la Val di Fiemme,<br />

una meta<br />

imprescindibile<br />

per quanti<br />

abbiano bisogno<br />

di una sosta<br />

di relax e gusto<br />

di Olga Carlini<br />

maggio 2013<br />

Val di<br />

Fiemme<br />

Trentino A.A.<br />

È stato semplice come aprirsi ai ricordi materni,<br />

spolverare un quaderno di ricette e attingere<br />

a quei valori che hanno sempre accompagnato<br />

le loro giornate. È stato naturale<br />

come recuperare le proprie origini e una filosofia<br />

che da sempre segna la vita di questa silenziosa e<br />

laboriosa popolazione di montagna. Scegliere di<br />

accogliere i visitatori proponendo loro valori come<br />

la tradizione, la sostenibilità e il benessere di<br />

corpo e spirito non è stato, per albergatori, ristoratori,<br />

artigiani e produttori della Val di Fiemme,<br />

un’imposizione dettata dalla moda o dalla tendenza<br />

del momento. In questa oasi spontanea<br />

di vivibilità e benessere, distesa fra cime di rara<br />

bellezza – come le guglie del Latemàr, Patrimonio<br />

Naturale dell’Umanità<br />

Unesco – non è stato difficile<br />

per questi pionieri dell’ecosostenibilità<br />

rendersi conto<br />

che l’arte di evitare sprechi<br />

con semplici accorgimenti,<br />

così come l’abitudine di<br />

privilegiare i sapori locali e<br />

le stagionalità, il risparmio<br />

energetico e la bioarchitettura,<br />

erano da sempre parte<br />

del loro dna. Un’abitudine,<br />

una tradizione, che oggi ri-<br />

sponde alle richieste di un turismo sempre più<br />

esigente e sempre più attento alla genuinità,<br />

alla qualità e alla sostenibilità dell’offerta. Un<br />

turismo che, dunque, riesce finalmente ad apprezzare<br />

a pieno le reali potenzialità di questo<br />

angolo di Trentino. Un’attitudine, quella degli<br />

abitanti della Val di Fiemme, che già 6 anni fa<br />

era stata convogliata nel progetto Tradizione e<br />

Gusto, il cui obiettivo è da sempre quello di creare<br />

un team affiatato per valorizzare antichi saperi<br />

e sapori, per favorire una relazione diretta<br />

tra chi produce e chi consuma. È dunque anche<br />

grazie a questo progetto che, visitando la<br />

valle, è possibile gustare i vini del Trentino in accoglienti<br />

osterie o esplorare i più ricercati piat-


Per saperne di più:<br />

Apt Val di Fiemme<br />

Tel. 0462.341419/241111<br />

www.visitfiemme.it<br />

La Valle<br />

della mobilità<br />

sostenibile<br />

Navette, bici e monopattini elettrici,<br />

bici tradizionali, autobus di linea<br />

efficienti, impianti di risalita,<br />

collegamenti pedonali, servizi di<br />

bike sharing e tettoie fotovoltaiche<br />

per ricaricare le bici. Il progetto<br />

FiemmeE-motion permette agli<br />

ospiti della Val di Fiemme di lasciare<br />

l’auto nel parcheggio dell’hotel e di<br />

muoversi in piena libertà utilizzando<br />

mezzi e servizi a basso impatto<br />

ambientale. Da giugno a settembre<br />

2013, gli hotel coinvolti offrono la<br />

Fiemme-Motion card che permette<br />

di viaggiare gratuitamente nelle<br />

valli dolomitiche di Fiemme, Fassa<br />

e nel Primiero su tutti gli autobus<br />

di Trentino Trasporti, con sconti del<br />

30 per cento per tutto il Trentino.<br />

Nella card sono contenuti servizi<br />

di navetta urbani, agevolazioni per<br />

i servizi di bike-sharing, ingressi<br />

liberi per musei, percorsi in quota<br />

ludici, sportivi e culturali, sconti per<br />

passeggiate a tema ed escursioni<br />

guidate nei luoghi eco-sostenibili<br />

ed eco-sensibili. I collegamenti sono<br />

favoriti da bus navetta, dal trenino<br />

Latemar Express di Predazzo e<br />

persino dalle carrozze trainate dai<br />

cavalli. Inoltre, dai paesi partono<br />

escursioni guidate in bicicletta<br />

(anche con pedalata assistita).<br />

“Tradizione e Gusto” è il progetto che da 6 anni<br />

valorizza e diffonde storia, gastronomia, cultura<br />

e vocazione alla sostenibilità di questa terra<br />

ti della tradizione fra atmosfere d’un tempo e<br />

panorami dolomitici. Il progetto Tradizione e<br />

Gusto attinge dal passato persino per realizzare<br />

cosmetici naturali, da quelli a base di latte di<br />

capra, ricchi di proteine, a quelli a base di erbe,<br />

bacche e piccoli frutti. Dalla saggezza antica<br />

nascono anche infusi naturali a base di grappa<br />

alle resine di pino mugo, genziana o prugnole<br />

selvatiche. C’è persino chi ha pensato ai<br />

benefici del legno di cirmolo, inserendo i suoi<br />

trucioli profumati nell’imbottitura dei cuscini<br />

per favorire il relax. Le produzioni tipiche<br />

di qualità che nascono in Val di Fiemme sono<br />

lo speck e i salumi freschi o stagionati, il miele,<br />

le marmellate e i piccoli frutti, lo strudel di<br />

mele, la selvaggina, i funghi, la pregiata Birra di<br />

Fiemme, le ricotte e gli yogurt caprini e il gustoso<br />

formae Val Fiemme di Cavalese che per<br />

i suoi alti valori proteici e la sua ricchezza di<br />

calcio e fosforo è stato definito il “formaggio<br />

dei Mondiali di Sci Nordico”. Un’occasione<br />

imperdibile per gustare tutte queste prelibatezze<br />

è la manifestazione, che si svolge dal 6<br />

al 15 settembre, Prigionieri del Gusto a Cavalese<br />

durante la quale partecipare alla Desmontegada<br />

della Capre di Cavalese (8 settembre)<br />

e alla Desmontegada delle vacche di Predazzo,<br />

due momenti topici della tradizione locale<br />

che rivivono, anno dopo anno, come simbolo<br />

dell’amore di questa terra e di questa gente<br />

per la sua storia e le sue radici.<br />

Offerta speciale:<br />

Tradizione e Gusto<br />

Tre notti in b&b, agritur, hotel 3<br />

o 4 stelle superior di Tradizione<br />

e Gusto con trattamento<br />

di pernottamento e prima<br />

colazione. A partire da 186 euro<br />

a persona. È l’offerta proposta<br />

ai turisti che vorranno visitare<br />

la Val di Fiemme nell’estate<br />

2013. Compresi nella quota:<br />

una cena in una Osteria Tipica<br />

Trentina con menu degustazione<br />

accompagnato da una scelta di<br />

vini; una visita ai caseifici per<br />

assaggiare il pregiato formae<br />

Val Fiemme di Cavalese e il<br />

famoso puzzone del Caseificio di<br />

Predazzo; una merenda golosa<br />

accompagnata da degustazione<br />

della birra di Fiemme; un<br />

aperitivo “di… vino” al wine<br />

bar; un piccolo cestino regalo<br />

con prodotti locali<br />

maggio 2013 95


96<br />

una città in 24 ore<br />

Zurigo in 5 tappe<br />

Altro che solo banche. La “città più vivibile al mondo” per il 2012 è una<br />

metropoli tutta da vivere, affacciata sul lago e attorniata dalle Alpi, dove<br />

visitare musei, partecipare a eventi e godere di un’eccellente gastronomia<br />

Fare una passeggiata in centro<br />

Le case medievali, i vicoli, le Zunfthaus – le<br />

vecchie case delle corporazioni – e i municipi<br />

rinascimentali. Il passato di Zurigo rivive<br />

nel suo centro storico, il cui simbolo<br />

sono i due campanili del Grossmünster, la<br />

cattedrale cittadina. Secondo la leggenda<br />

fu Carlo Magno a costruirli sui sepolcri dei<br />

santi patroni, Felix e Regula. Poi è un susseguirsi<br />

di chiese, molte protestanti, come<br />

la Peterskirche, la più antica (VII secolo) con<br />

il più grande orologio d’Europa. Risalendo<br />

la Strehlgasse si raggiunge il Lindenhof, un<br />

belvedere da cui ammirare, in un solo colpo<br />

d’occhio, sia la città che il fiume Limmat.<br />

Vivere l’arte contemporanea<br />

A Zürich-West, sul Löwenbräu Areal, sorge<br />

il nuovo spazio esposotivo Löwenbräu: due<br />

moderni palazzi troneggianti su un birrificio<br />

del 1897. È la sede di tante gallerie e del<br />

Museo Migros per l’arte contemporanea.<br />

Rilassarsi in un’oasi di benessere<br />

Sull’area che un tempo ospitava il birrificio<br />

Hürlimann, fondato nel 1867, sorge oggi<br />

il centro Thermalbad & Spa Zürich, oasi di<br />

benessere sulla scia della tradizione dell’acqua<br />

zurighese che risale ai tempi dei Roma-<br />

maggio 2013<br />

ni. Vasche contenenti acqua termale sono<br />

collocate tra le secolari volte della vecchia<br />

fabbrica. www.thermalbad-zuerich.ch<br />

Ammirare le opere di Chagall<br />

All’interno del Fraumünster, la chiesa evangelica<br />

riformata, si possono ammirare le famose<br />

vetrate policrome di Marc Chagall,<br />

realizzate nel 1970 su disegno dell’artista<br />

russo, all’epoca 80enne. Se non bastasse,<br />

fino al 12 maggio sono in mostra al Kunsthaus<br />

Zürich circa 90 dipinti e lavori su carta<br />

dell’artista. L’esposizione si concentra sugli<br />

anni dal 1911 al 1922; i temi sono quelli del<br />

circo, degli amanti e della musica.<br />

www.kunsthaus.ch<br />

Bere un drink sulla “spiaggia”<br />

Di giorno il Frauenbad, bagno femminile<br />

sulle rive del fiume Limmat, resta fedele al<br />

suo nome e mette il suo pittoresco scenario<br />

a disposizione unicamente delle signore.<br />

La sera, però, si trasforma in “bar a<br />

piedi nudi”, uno dei più bei locali open air<br />

svizzeri, seducendo con singolare magia<br />

anche i clienti di sesso maschile. Sono però<br />

oltre 40 le strutture balneari sulla sponda<br />

del fiume dove fermarsi a bere qualcosa<br />

e fare il bagno. www.barfussbar.ch<br />

di Lu c r e z i a ar g e n t i e r o<br />

dove mangiare<br />

La Salle<br />

Situato nello Schiffbau Halle,<br />

un cubo di vetro sito in un ex<br />

cantiere navale, oggi centro<br />

culturale e operativo del teatro<br />

di prosa. Cucina fusion.<br />

Menù da 35 euro<br />

Via Schiffbaustrasse, 4<br />

www.lasalle-restaurant.ch<br />

Les Halles<br />

Un tempo officina Peugeot, oggi<br />

tempio del vintage (tra mobili<br />

antichi e flipper). La specialità?<br />

Cozze con contorno di patatine<br />

fritte. Menù da 25 euro<br />

Via Pfingstweidstr, 6<br />

www.les-halles.ch<br />

dove dormire<br />

Hotel Bristol Zurich<br />

Nel centro di Zurigo, ambiente<br />

confortevole e ottimo rapporto<br />

qualità/prezzo. Doppia da 180<br />

euro con colazione<br />

Via Stampfenbachstrasse, 34<br />

www.hostelbookers.com<br />

Romantik hotel Florhof<br />

Elegante hotel in una struttura<br />

storica la cui facciata compare per<br />

la prima volta in un’illustrazione<br />

del 1576. Doppia da 284 euro<br />

con colazione<br />

Via Florhofgasse, 4<br />

www.florhof.ch<br />

dove comprare<br />

Impossibile resistere alla<br />

tentazione di portarsi a casa<br />

una delle borse Freitag, ricavate<br />

da camere di bicicletta, scarti di<br />

teloni e cinture di sicurezza di<br />

camion. www.freitag.ch<br />

Info: www.myswitzerland.com<br />

L’idea in più<br />

Richard Wagner visse a Zurigo<br />

dal 1849 al 1858, componendo<br />

qui una parte sostanziale dei suoi<br />

drammi musicali. Tra questi,<br />

Tristano e Isotta. In onore<br />

del suo 200° compleanno, Zurigo<br />

ospiterà svariati eventi, tra cui<br />

gli Zürcher Festspiele, spettacoli<br />

che si svolgeranno dal 14 giugno<br />

al 14 luglio e al maestro dedicati.<br />

www.zuercher-festspiele.ch


Baia degli Dei<br />

Loc. Le Castella - 88841 Isola di Capo Rizzuto (Kr)<br />

Tel. 0962.795235 - 0962.795642 - Fax 0962.795643<br />

info@baiadeglidei.com - www.baiadeglidei.com


106<br />

112<br />

magazine<br />

Piaceri<br />

102<br />

100<br />

100 Le m a n i r a c c o n ta n o<br />

Il s Ig a r o t o s c a n o: u n s Im b o l o storIco<br />

della pIù a u t e n t Ic a a r t Ig Ia n a l It à Ita l Ia n a<br />

107<br />

da pag. 102<br />

Rubriche<br />

• Soste d’arte<br />

• Bellezza e benessere<br />

• Camera con vista<br />

• Compagne di strada<br />

• Week-end relax<br />

• Libri<br />

• Spettacoli<br />

• Shopping<br />

maggio 2013 99


Storie di sigari,<br />

donne e tempeste<br />

100<br />

lemaniraccontano<br />

maggio 2013<br />

di Elena Conti<br />

Sono nati quasi per caso,<br />

i celebri Toscani, apprezzati<br />

in tutto il mondo da un<br />

pubblico vasto, sempre più<br />

"rosa". Inevitabile forse<br />

pensando al ruolo svolto<br />

dal gentil sesso nel rendere<br />

unico questo simbolo<br />

dell’artigianalità italiana<br />

L’alone erotico che circonda il sigaro<br />

è indiscutibile, complice il fascino immortale<br />

della Carmen di Bizet, ma la<br />

leggenda che i sigari venissero arrotolati<br />

sulle cosce delle sigaraie di Barcellona o<br />

Cuba, piuttosto che toscane, è tanto magica<br />

quanto improbabile. Mani femminili<br />

sì, cosce proprio no. In certi casi veniva usata<br />

una tavoletta di legno, retta fra le gambe,<br />

ma le vere protagoniste della complessa<br />

realizzazione di un sigaro sono in realtà<br />

le mani e sono sempre mani di donna. Ad<br />

esempio, dietro al leggendario e introvabile<br />

Moro, sigaro toscano di assoluto prestigio<br />

realizzato utilizzando come fascia foglie di<br />

provenienza nordamericana e come ripieno<br />

foglie di provenienza nazionale unite<br />

ai ritagli della fascia, dalle dimensioni extra,<br />

c’è l’abilità delle mani delle sigaraie più<br />

specializzate (su eBay attualmente se ne<br />

trova uno, edizione limitata del 2010, a 70<br />

euro come base d’asta). Difficile descrivere<br />

un prodotto che ha raggiunto l’eccellenza<br />

come il Moro, messo in commercio per la<br />

prima volta nel 2000, ritenuto straordinario<br />

dagli intenditori. È fatto a mano dalle<br />

sigaraie della Manifatture Sigaro Toscano,<br />

con tabacco non conciato di tipo Kentucky,<br />

fermentato naturalmente. Viene prodotto<br />

negli stabilimenti di Lucca, in Toscana, e a<br />

Cava de’ Tirreni, in Campania. Per realizzare<br />

un sigaro fatto a mano, la sigaraia immerge<br />

le dita nella ciotola contenente colla<br />

di mais, poi stende questo collante sulla ta-


voletta di legno in modo che la metà della<br />

foglia di Kentucky, stesa e posizionata sul<br />

ripiano inumidito, resti ben aderente. Poi,<br />

con l’estremità di un coltello, delinea la sagoma<br />

della fascia del sigaro, detta scarpetta,<br />

controllando che le nervature della foglia<br />

siano parallele al verso di arrotolamento<br />

per evitare che creino resistenza e che la<br />

fascia si apra durante l’essiccazione del sigaro.<br />

Quindi dispongono i filamenti di tabacco<br />

fermentato, pettinandoli in modo da<br />

dare la giusta forma e consistenza al sigaro.<br />

Dopo aver formato il mazzetto, detto pupa,<br />

tenendolo serrato, la sigaraia solleva la punta<br />

del lembo inferiore della fascia e inizia ad<br />

avvolgere, diagonalmente e verso l’alto, la<br />

foglia che va a contenere i filamenti.<br />

La leggenda del Toscano<br />

Nel 1818, il granduca di Toscana Ferdinando<br />

III fondò a Firenze una manifattura tabacchi<br />

in cui venivano prodotti sigari. Un<br />

acquazzone accidentale bagnò le scorte di<br />

tabacco che furono messe ad asciugare e<br />

destinate a sigari di basso costo. Questa<br />

produzione accidentale invece incontrò<br />

subito il favore dei fumatori, per il particolare<br />

gusto dato dalla fermentazione favorita<br />

proprio dalla pioggia. La Manifatture<br />

Sigaro Toscano commercializza oggi 25<br />

varietà di sigari Toscani, fra queste l'ammezzato<br />

Garibaldi e il Toscanello che si caratterizzano<br />

per essere costituite da mezzi<br />

sigari, per la diffusissima usanza di fumare<br />

i Toscani tagliati a metà. Il Toscano Originale<br />

e il Toscano Originale Selected sono i<br />

soli due tipi lavorati a mano oltre al Moro,<br />

al Millennium e al Toscano del Presidente,<br />

tutti a tiratura limitata. Oggi la Manifatture<br />

Sigaro Toscano produce 180 milioni di<br />

sigari l'anno, di cui 3 milioni fatti a mano,<br />

distribuendoli in più di 40 Paesi nel mondo.<br />

Il sigaro Toscano si contraddistingue<br />

per un carattere deciso e forte. Gli aromi<br />

Sigari: plurale<br />

femminile<br />

Nella lavorazione dei sigari la<br />

figura femminile è storicamente<br />

determinante. Le sigaraie<br />

furono tra le prime donne a<br />

entrare a pieno titolo – con gli<br />

stessi diritti degli uomini – nel<br />

mondo del lavoro. Furono anche<br />

le prime, seppur dopo<br />

aspre lotte sindacali, ad avere<br />

gli asili nido in fabbrica. Il loro<br />

lavoro è rimasto pressoché<br />

identico da più di 200 anni e<br />

viene trasmesso spesso di madre<br />

in figlia. Servono 18 mesi<br />

di apprendistato per diventare<br />

sigaraie; solo dopo questo periodo<br />

si è pronte per confezionare<br />

un sigaro da sole, con le<br />

proprie mani. Negli anni poi le<br />

donne sono diventate consumatrici<br />

sempre più attente di<br />

sigari. E questo grazie anche<br />

alle aromatizzazioni che li caratterizzano.<br />

Oggi infatti un<br />

Toscano può essere all’anice,<br />

al caffè, al cacao… scatenando<br />

una passione al femminile<br />

che, e non poteva essere altrimenti,<br />

viene dagli Stati Uniti.<br />

«Ho cominciato perché mi<br />

piacciono gli uomini ricchi – dichiara<br />

la giornalista americana<br />

Sharon Krum – poi è successa<br />

una cosa straordinaria: ho scoperto<br />

il piacere che danno.<br />

Ogni boccata è un viaggio nel<br />

potere». Uno status symbol e<br />

una fonte di piacere alla quale,<br />

anche le donne, sembra non<br />

possano più rinunciare!<br />

e i profumi liberati durante l’atto di fumare<br />

sono pieni, corposi, sapidi. «Il Toscano è<br />

uno degli elementi identificativi del nostro<br />

stile di vita – racconta l’architetto Gaetano<br />

Maccaferri, presidente del Gruppo industriale<br />

Maccaferri – In 200 anni di vita si è<br />

intrecciato con le abitudini, i volti e i comportamenti<br />

degli italiani. È un patrimonio<br />

del nostro Paese e come molti altri prodotti<br />

di alta qualità, spesso anche il nostro sigaro<br />

viene imitato all’estero, ma sempre senza<br />

successo: non è facile replicare un prodotto<br />

se la storia non è la tua».<br />

Nelle immagini, alcuni passaggi della lavorazione<br />

artigianale del sigaro Toscano. Qui, le mani<br />

di una sigaraia di Lucca mentre arrotola un Toscano<br />

Per saperne di più:<br />

www.cigarevents.blogspot.it<br />

www.maledettotoscano.it<br />

dove&come<br />

Manifatture<br />

Sigaro Toscano<br />

Via E. Mattei, 780<br />

Loc. Mugnano (Lu)<br />

Tel. 0583.4391<br />

Viale Umberto I 55<br />

Foiano (Ar)<br />

Tel. 0575.648005<br />

maggio 2013 101


102<br />

soste d’arte<br />

La porta del cielo<br />

Il Duomo di Siena non finisce di sorprendere. Dopo il recupero<br />

del pavimento che ne ha messo in luce le splendide tarsie, a<br />

partire dal 6 aprile è infatti possibile ammirarne il “cielo”: una<br />

serie di locali mai aperti al pubblico, in cui per secoli nessuno<br />

è potuto accedere. Ma non solo. Dal 16 aprile infatti la Cripta<br />

sotto il Duomo ospita il San Giovanni Battista del Caravaggio,<br />

proveniente dalla Pinacoteca Capitolina di Roma, una delle<br />

opere più affascinanti del grande pittore.<br />

fino al 27 ottobre<br />

Cattedrale, Piazza del Duomo – Siena<br />

www.operaduomo.siena.it<br />

Nella terra dei Veneti antichi<br />

Sono quasi 2 mila gli oggetti che accompagnano alla scoperta<br />

dei Veneti antichi, dalle origini al contatto con il mondo<br />

romano. A essere indagato ogni aspetto della civiltà veneta<br />

in un ideale viaggio nel tempo (siamo nel I millennio a.C), ma<br />

anche nello spazio (dal delta del Po alle alture pedemontane<br />

e alpine), attraverso materiali solitamente dislocati in luoghi<br />

diversi o preclusi al pubblico, e alcune straordinarie novità.<br />

fino al 17 novembre<br />

Palazzo della Ragione<br />

Piazza delle Erbe – Padova<br />

www.venetiantichi.it<br />

maggio 2013<br />

di Gi l d a Ciaruffoli<br />

Photissima art fair<br />

In concomitanza con la<br />

Biennale Internazionale<br />

d’Arte (dall’1 giugno),<br />

la fotografia sbarca<br />

a Venezia con una<br />

manifestazione dalla<br />

duplice natura: fieristica<br />

(presso il VEGA, Parco<br />

Scientifico e Tecnologico,<br />

dal 30 maggio al 2<br />

giugno), e culturale, con<br />

un festival dedicato ad<br />

appassionati e curiosi,<br />

che si svolge presso<br />

il Centro Culturale<br />

Candiani e unisce una<br />

ricca retrospettiva su<br />

Fulvio Roiter a una<br />

collettiva presentata<br />

dall’Accademia di Belle<br />

Arti di Venezia, dove<br />

ai lavori degli studenti<br />

sono affiancati quelli<br />

dei grandi nomi della<br />

fotografia italiana.<br />

Zavattini e i Maestri del ‘900<br />

Regista, sceneggiatore<br />

ma anche pittore,<br />

Cesare Zavattini<br />

amava circondarsi<br />

d’arte al punto che in<br />

quarant’anni collezionò<br />

1500 opere. La sua<br />

però non è una raccolta<br />

classica: a ogni artista<br />

incontrato (Fontana,<br />

Burri, Balla, De Chirico,<br />

Savinio…), infatti, chiese<br />

di realizzare un quadro<br />

di piccole dimensioni,<br />

8x10 cm, molti dei quali<br />

autoritratti. Oggi, 152<br />

di quelle opere, per<br />

anni chiuse in deposito,<br />

vengono esposte<br />

per la prima volta al<br />

affianco di un ricco<br />

corpus di testimonianze<br />

relative all’attività e alla<br />

produzione artistica del<br />

regista stesso.<br />

20 maggio – 15 giugno<br />

Centro Culturale Candiani<br />

Venezia<br />

www.photissima.it<br />

7 maggio – 8 settembre<br />

Pinacoteca di Brera<br />

Via Brera, 28 – Milano<br />

www.brera.beniculturali.it


Tipicità made in Bronte - "Salato"<br />

Bacco, pistacchio in olio extravergine di oliva, 2007<br />

Pistacchio da museo.<br />

Showroom: Via Palermo 47, Bronte - www.baccosrl.com<br />

Tipicità made in Bronte - "Dolce"<br />

Bacco, pistacchio in un mare di latte, 2007


104<br />

bellezza&benessere<br />

bellezza e benessere<br />

Tulsi, sesamo, aloe:<br />

“veri” amici<br />

Si chiama Botanica la linea di prodotti New Deli che, in netto anticipo rispetto all’attuale<br />

trend, nasce da oltre dieci anni di studi e specializzazione nel campo della cosmetica<br />

naturale, parte integrante dell’antica medicina ayurvedica<br />

maggio 2013<br />

di Fr a n c e s c a Fr e d i a n i<br />

È nata dall’incontro con alcuni medici indiani impegnati<br />

nel volontariato e la conseguente scoperta<br />

delle virtù curative di alcune piante che in India<br />

crescono spontanee – prima tra tutte l’aloe vera,<br />

il cui gel, applicato su parti del corpo ustionate,<br />

portava alla guarigione in pochi giorni –, Botanica,<br />

linea di prodotti che utilizza l’aloe, unita ad altre<br />

piante “miracolose” (sesamo e tulsi), e che si ispira<br />

all’antica pratica ayurvedica basata sulla cura<br />

del benessere fisico, psichico e spirituale grazie<br />

all’impiego delle proprietà delle erbe. Botanica è<br />

realizzata esclusivamente con materie prime vegetali<br />

da raccolta spontanea ed è priva di principi<br />

attivi non vegetali considerati allergizzanti. La natura<br />

si unisce però alla scienza: per la formulazio-


Nella pagina precedente:<br />

la crema al tulsi, sesamo e aloe<br />

vera per il rinnovamento cutaneo.<br />

In questa pagina, in senso orario:<br />

la crema rigenerante al tulsi<br />

e aloe vera; l’aloe hydro gel,<br />

cicatrizzante e protettivo<br />

e, infine, il massage oil ottimo<br />

per massaggi pre e post<br />

attività sportiva<br />

ne dei prodotti gli esperti New Deli si sono avvalsi<br />

delle più recenti ricerche mediche e<br />

scientifiche sull’invecchiamento della pelle e su<br />

consolidati studi clinici, per offrire prodotti con<br />

principi attivi naturali al 100% non soggetti ad<br />

alcuna controindicazione, adatti all’uso su tutto<br />

il corpo e su tutti i tipi di pelle, che possono essere<br />

usati sia in ambito clinico sia in istituti di<br />

estetica, sia privatamente. Le proprietà delle tre<br />

piante protagoniste di Botanica sono riconosciute<br />

da millenni, tanto che vengono loro attribuite<br />

origini divine. Il sesamo, in particolare, sarebbe<br />

nato dalle gocce di sudore di Vishnu e già<br />

nei papiri egizi risalenti al 3.000 a.C. si parla delle<br />

sue proprietà farmaceutiche. Oggi l’olio di<br />

sesamo è uno dei più utilizzati dai medici ayurvedici<br />

come base per la preparazione di oli medicali:<br />

ha la straordinaria capacità di penetrare<br />

negli strati più profondi della pelle, calmando le<br />

irritazioni e riparando la secchezza. Il tulsi è invece<br />

una pianta originaria del continente asiatico<br />

che cresce spontaneamente vicino a case e<br />

templi. La medicina ayurvedica ne utilizza ancora<br />

oggi foglie, semi e radici. È un antisettico<br />

e astringente, il suo olio è ricco di Vitamina C,<br />

Carotene, calcio e fosforo. L’aloe vera, infine,<br />

già conosciuta dai Sumeri, è stata addirittura<br />

battezzata “pianta dell’immortalità” dagli antichi<br />

egizi – Nefertiti e Cleopatra la usavano come<br />

cura di bellezza –, “fontana della giovinezza”<br />

dagli indiani Seminole della Florida, “pianta<br />

miracolosa” dai monaci del medioevo. L’Aloe<br />

Vera è idratante e antisettica, aumenta di 8 volte<br />

la produzione di fibroplasti – i produttori di<br />

collagene – e favorisce la rigenerazione cellulare.<br />

Procura sollievo dopo la puntura di insetti ed<br />

è uno schermo naturale dai raggi uva-uvb.<br />

www.delibotanica.com<br />

Idratante e antisettica,<br />

l’aloe vera era nota<br />

come “pianta<br />

dell’immortalità”<br />

tra gli antichi egizi,<br />

“fontana della<br />

giovinezza” per<br />

la tribù Seminole<br />

e “pianta miracolosa”<br />

per i monaci<br />

del medioevo<br />

maggio 2013 105


Blevio<br />

106<br />

camera con vista<br />

Splendore sul Lario<br />

Di qui sono passati Rossini, Donizetti, Stendhal, Manzoni. E Bellini,<br />

ovviamente, del quale la prima proprietaria di questa magnifica villa,<br />

Giuditta Pasta, è stata musa ispiratrice. E non poteva altro<br />

che chiamarsi Casta Diva questo raffinato Resort & Spa, immerso<br />

in un parco secolare e affacciato sulle acque del lago di Como<br />

L’incanto di un luogo magico. La suggestione<br />

di un’atmosfera esclusiva. L’estasi di un raffinato<br />

e romantico relax. Se cercate un posto<br />

capace di regalare queste emozioni tutte assieme,<br />

beh allora non vi resta che impostare<br />

il navigatore verso Blevio, sulla riva orientale<br />

del lago di Como che sale verso Bellagio –<br />

ove s’abbracciano i due rami lariani – e che<br />

ha fatto innamorare poeti e scrittori d’ogni<br />

tempo. Già solo il tragitto vale il prezzo del<br />

viaggio. Stradine sinuose costeggiate da mura<br />

in pietra, piccoli centri caratteristici, antiche<br />

ville gentilizie e fiorenti giardini che ricadono<br />

dolcemente sulle azzurre acque del Lario. Alla<br />

fine di questo itinerario avrete la fortuna di<br />

scoprire che non sempre è vero che “l’attesa<br />

del piacere è essa stessa il piacere” come sosteneva<br />

Lessing. Già, perché la vetta del piacere,<br />

in questo caso, è ben lungi dall’essere<br />

raggiunta. Per cominciare a scalarla, tuttavia,<br />

basterà oltrepassare i cancelli del Casta Diva<br />

Resort & Spa: una gemma incastonata nel<br />

magnifico paesaggio che s’affaccia sul Lago<br />

di Como. Se il nome vi ricorda la celeberrima<br />

aria di Bellini, non state prendendo un abbaglio.<br />

L’intero resort – nove ville (per un totale<br />

di 73 camere) – è intriso di un mood che rimanda<br />

alla grande Opera italiana dell’800. E<br />

maggio 2013<br />

di Francesco co n d o l u c i<br />

non a caso, visto che la prima tenutaria di Villa<br />

Roccabruna, corpo centrale del Casta Diva,<br />

fu Giuditta Pasta, considerata la più celebre<br />

cantante lirica del XIX secolo e musa di Bellini.<br />

Al tempo di Giuditta, l’edificio si chiamava<br />

Villa Roda e da lì, oltre a Bellini, son passati<br />

Rossini e Donizetti, Stendhal e Manzoni. Personaggi<br />

illustri tutti rimasti ammaliati da questa<br />

splendida residenza oggi diventata il cuore<br />

pulsante di una lussuosa struttura ricettiva<br />

che fa impazzire russi e americani, grazie allo<br />

straordinario scenario naturale del lago, alla<br />

sua piscina galleggiante riscaldata, alle suite<br />

arredate con sete e velluti, e al secolare parco<br />

botanico. Gli amanti della privacy possono<br />

persino affittare una delle due ville private del<br />

Resort, dotate persino di una darsena privata.<br />

A coronare l’offerta non manca un’ovattata<br />

Spa dove rilassarsi dentro saune e Jacuzzi o<br />

passeggiare su pavimenti di cristallo sotto cui<br />

fluiscono le acque del lago. E quando i morsi<br />

della fame si faranno sentire, dalla Spa basterà<br />

attraversare lo spettacolare tunnel della Limonaia<br />

per accedere all’Orangerie, ristorante<br />

capace di soddisfare i palati più raffinati, con<br />

una cucina che sa esaltare i sapori più classici<br />

dell’Italia gastronomica attraverso rivisitazioni<br />

moderne e mai ordinarie.<br />

dove&come<br />

Casta Diva Resort & Spa<br />

Via Caronti, 69 – Blevio (Co)<br />

Tel. 031.32511<br />

www.castadivaresort.com<br />

Camere da 560 euro a notte


compagne di strada<br />

I 30 km che dividono Como da Lecco sono il<br />

tragitto ideale per mettere alla prova un veicolo.<br />

I due lati del Triangolo Lariano sono infatti<br />

tutto un susseguirsi di tornanti e strettoie,<br />

falsi piani e percorsi ondulati. Un tracciato<br />

panoramico che però richiede molta attenzione<br />

alla guida e soprattutto un motore con<br />

tanto carattere e affidabilità. Noi l’abbiamo<br />

percorso a bordo della nuova Dacia Sandero<br />

Stepway da 90 cv con allestimenti Prestige:<br />

la grintosa versione crossover del gruppo Renault<br />

dal look accattivante e dalle prestazioni<br />

eccellenti. Siamo usciti da Como, imboccando<br />

la strada in quota che, sulla sponda ovest<br />

di quel ramo, si alza di centinaia di metri sul<br />

di Francesco co n d o l u c i<br />

Sandero Stepway,<br />

carattere da vendere<br />

Sui tornanti comaschi, il grintoso crossover<br />

Dacia dal look accattivante e dalle prestazioni<br />

eccellenti si rivela la scelta ideale per chi ama la guida<br />

sportiva ma anche per le famiglie. E il rapporto<br />

qualità/prezzo è praticamente imbattibile<br />

La Dacia Sandero Stepway<br />

affacciata sul lago di Como<br />

Scheda tecnica<br />

Motore Tce 90 cv<br />

Carburante Benzina<br />

Trasmissione Manuale 5 rapporti<br />

Antinquinamento Euro5<br />

Tipo motore H4Bt 400<br />

Cilindrata (cm3) 898<br />

Performance<br />

Velocità massima (km/h) 168<br />

0 - 100 km/h (sec) 11’’1<br />

Consumi e emissioni<br />

CO 2 (g/km) 124<br />

Prezzo chiavi in mano 11.600 euro<br />

livello del lago. La Sandero si è rivelata una<br />

vettura confortevole e sicura, grazie agli interni<br />

rinnovati e all’aggiunta degli airbag laterali<br />

e del controllo di stabilità ESP, così “sprintosa”<br />

da permetterci di gustare appieno il meraviglioso<br />

scenario delle acque del Lario che<br />

si apriva alla nostra sinistra e di ammirare davanti<br />

a noi le ville signorili, le chiesette antiche<br />

e i giardini che caratterizzano i piccoli centri<br />

di Blevio, Torno e poi Faggeto, Pognana Lario,<br />

Nesso, Lezzeno. Malgrado i continui pendii e<br />

i livelli sfalsati che hanno messo a dura prova<br />

i giri del motore e gli ammortizzatori, la Sandero<br />

Stepway si è mostrata all’altezza, confermando<br />

la sua versatilità sia nei declivi faticosi<br />

che sui brevi rettilinei nei quali si poteva<br />

dare di gas. Superata Bellagio per inoltrarci<br />

nella provincia di Lecco, abbiamo assaporato<br />

la piacevolezza di una guida rilassante garantita<br />

dal servosterzo di serie e da un comfort<br />

acustico pressochè perfetto. A farci orientare<br />

ci ha pensato quindi la tecnologia Smart Buy<br />

e il Media Nav. Un sistema di navigazione<br />

facile da usare e dettagliato, accompagnato<br />

da una strumentazione (touchscreen) che<br />

consente di telefonare usando il Bluetooth e<br />

ascoltare musica collegando iPod e Mp3. Ma<br />

a farci strabiliare ancora di più è stata la performance<br />

in termini di consumi che abbiamo<br />

riscontrato all’arrivo a Lecco. La Stepway ha<br />

una motorizzazione – Benzina TCe 90 (ma<br />

c’è anche il Diesel) – che procura elevato piacere<br />

di guida senza incidere sul carburante. A<br />

completare gli atout della Dacia ci sono anche<br />

il design robusto ma slanciato e una abitabilità<br />

eccellente: i sedili posteriori ospitano<br />

comodamente 3 persone, senza dimenticare<br />

la grande capienza del cofano.<br />

maggio 2013 107


Nocera Umbra<br />

108<br />

week end relax<br />

Alleviano il peso di corpo e spirito, e arrivano da un passato che in Umbria rivive in ogni<br />

valle, in ogni bosco, in ogni eremo nascosto. Sono le pratiche olistiche proposte da questa<br />

suggestiva struttura di Nocera Umbra, vero e proprio tempio di benessere e serenità<br />

Nella bellezza collinare e silvestre di Nocera<br />

Umbra, in una regione mistica, definita<br />

“la terra dei Santi”, ci immergiamo in un<br />

antico Monastero Templare, sede del pri-<br />

mo centro olistico con terapie naturali: il<br />

Monastero di San Biagio, storica meta di<br />

culto e guarigione, che già nel 1333 ottenne<br />

lustro e fama quale centro curativo con<br />

il nome di Canonica San Blasis, in onore di<br />

San Biagio, vescovo e medico, a cui i devoti<br />

si rivolgevano per ottenere la guarigione<br />

dei mali. Regalatevi qui un soggiorno<br />

lontano da stress, beghe e smog cittadini,<br />

assaporando il gusto dolce del relax a tutto<br />

tondo, nella terra dove l’Umanesimo<br />

italiano si corroborò della più alta visione<br />

francescana del creato, secondo cui gli ultimi<br />

erano vocati alla beatitudine più dei<br />

signorotti e dei curati. Qui i monaci, seguendo<br />

la regola aurea ora – lege – et<br />

labora, ebbero l’intuizione di divulgare ai<br />

ceti più umili la ricchezza che sposava la<br />

cura del corpo a quella dell’anima. Difatti,<br />

ai viandanti che nel Medioevo si recavano<br />

a Roma, lungo il cammino i frati offrivano,<br />

allora come oggi, la rigenerazione del<br />

corpo e dello spirito, mediante l’uso della<br />

meditazione religiosa e di una sperimentale<br />

fitoterapia, tuttora molto in voga. In<br />

maggio 2013<br />

di Lu c i a Lipari<br />

Vita nuova<br />

con il “metodo San Biagio”<br />

dove&come<br />

Monastero di San Biagio<br />

Località Lanciano, 42<br />

Nocera Umbra (Pg)<br />

Tel. 0742.813515<br />

www.facebook.com/AnticoMonasteroSanBiagiowww.facebook.com/sanbiagiomonastery<br />

www.assisiresort.com<br />

Doppia da 130 euro<br />

questo luogo magico apprendiamo la filosofia<br />

secolare che ritiene ogni individuo artefice<br />

del proprio benessere, perché come<br />

scrisse un grande ricercatore dell’anima<br />

“lo spirito è l’emozione dell’intelligenza”.<br />

Il metodo di San Biagio è divenuto così infallibile<br />

fonte a cui poter attingere per ritrovare<br />

nuova linfa, attraverso un percorso<br />

giornaliero che prevede una totale immersione<br />

in una realtà olistica, che agisce sul<br />

riequilibrio psicofisico mediante tre vie: piano<br />

fisico, piano emotivo e piano razionale.<br />

I trattamenti proposti contemplano non a<br />

caso: applicazioni idroterapiche, fitoterapiche,<br />

medicina cinese, medicina ayurveda,<br />

vibrazionale, naturopatica. E hanno tre scopi<br />

fondamentali: depurare, stimolare il corpo<br />

con l’applicazione di oli caldi, impacchi,<br />

bagni di fieno e acqua di erbe e rigenerare<br />

corpo e spirito grazie al massimo rilassamento<br />

possibile. Parte essenziale e significativa<br />

del soggiorno sono, altresì, i corsi e i<br />

seminari attraverso cui si acquisiscono tecniche<br />

che diventano strumenti del benessere<br />

personale di tutti i giorni: rilassamento<br />

rigenerativo, tecniche di meditazione, tecniche<br />

di respirazione riossigenante, yoga posturale,<br />

educazione nutrizionale, didattica<br />

fitoterapica, filosofia della salute.


110<br />

libri letti per voi di El E o n o r a Fat i g at i<br />

Dulcis in fundo<br />

Passione per la pasticceria e talento per<br />

la fotografia hanno fatto di Jessica Leone<br />

una delle food blogger più seguite.<br />

L’autrice de La ciliegina sulla torta ci<br />

parla del suo libro di consigli e segreti<br />

raccolti in 60 golose ricette dolci.<br />

Con il successo del blog e del libro<br />

il tuo rapporto con la cucina è<br />

cambiato?<br />

No, non è mai cambiato. Provare ricette<br />

nuove continua a rendermi ogni volta<br />

curiosa, impaziente ed entusiasta,<br />

esattamente come ai primi tempi.<br />

Quale dolce preferisci mangiare?<br />

Mi piace cambiare a seconda del contesto,<br />

della stagione e del mood. I dolci da<br />

colazione sono quelli che preferisco, il<br />

croissant al burro su tutti, mentre un<br />

semplice riso al latte è l’ideale per tirarsi su<br />

dopo una giornata un po’ pesante.<br />

Tre consigli per chi non ha la tua<br />

abilità in pasticceria?<br />

Utilizzare ingredienti di ottima qualità,<br />

dosarli nel modo giusto (pochi<br />

grammi possono essere determinanti<br />

per la perfetta riuscita di un dolce) e<br />

organizzarsi in anticipo: la pasticceria<br />

richiede tempo, precisione e dedizione.<br />

Food Editore<br />

144 pg<br />

9,90 euro<br />

maggio 2013<br />

Coltivare secondo natura<br />

Proprietari di un’azienda agricola nel biellese<br />

dal 1981, Cristina Sala e Gigi Manenti ci spiegano<br />

perché il loro metodo di coltivazione<br />

senza l’utilizzo di prodotti chimici è davvero<br />

eco-compatibile.<br />

Cosa significa produrre frutta e ortaggi<br />

in modo totalmente naturale?<br />

Le piante si alimentano autonomamente.<br />

Il nostro scopo è quello di capire i loro<br />

meccanismi naturali di accrescimento e<br />

utilizzare tali conoscenze per lavorare<br />

la terra senza l’introduzione di sostanze<br />

esterne, anche di quelle ammesse<br />

dall’agricoltura biologica.<br />

Perché il vostro metodo è innovativo?<br />

Perché tiene in considerazione i processi<br />

d’interazione tra il mondo vegetale<br />

e i microrganismi del terreno, nasce<br />

dall’osservazione degli ambienti spontanei.<br />

Si tratta di una pratica costante che non<br />

si esaurisce con quello che già sappiamo,<br />

può essere sempre perfezionata con nuovi<br />

studi, ad esempio in ambito biologico.<br />

A chi è rivolto il libro?<br />

Alle persone che già acquistano (o<br />

acquisteranno) i prodotti della nostra<br />

azienda; alle Università; a chi volesse<br />

intraprendere un percorso simile al nostro.<br />

Libreria Editrice<br />

Fiorentina<br />

150 pg<br />

14 euro<br />

Acqua etica<br />

in giardino<br />

Un manuale per gli<br />

appassionati del fai-da-te<br />

e una buona lettura per<br />

chi vuole scoprire come<br />

risparmiare denaro in modo<br />

ecologico. Attraverso l’uso di<br />

grafici e fotografie, l’autore<br />

ci spiega in modo preciso<br />

come realizzare un impianto<br />

di raccolta dell’acqua in<br />

casa, tenendo conto delle<br />

varie tipologie tecniche degli<br />

impianti, le caratteristiche<br />

ambientali che ne<br />

condizionano le dimensioni<br />

e la fattura, i materiali più<br />

adatti da utilizzare, i metodi<br />

di filtraggio e depurazione.<br />

L’acqua piovana, infatti,<br />

più povera di calcare, fa<br />

bene alle piante e agli<br />

elettrodomestici, può essere<br />

riutilizzata nelle innaffiature<br />

in giardino e per le lavatrici<br />

di casa. L’autore, Karl Heinz<br />

Böse, è ingegnere e insegna<br />

a Brema, in Germania.<br />

Da anni è interessato allo<br />

sviluppo di impianti per<br />

il recupero e il riutilizzo<br />

dell’acqua piovana nelle<br />

abitazioni e nei giardini.<br />

Il libro ha avuto un grande<br />

successo in Germania,<br />

contribuendo allo sviluppo<br />

di pratiche eco-friendly<br />

in edilizia.<br />

Terra nuova edizioni<br />

139 pg<br />

13 euro


112<br />

spettacoli di Gi l d a Ciaruffoli<br />

Maggio Canoro<br />

Torna l’appuntamento con la rassegna musicale che riunisce<br />

il meglio delle formazioni corali italiane. Un ritrovo storico<br />

per tutti gli appassionati di bel canto che raggiungono<br />

il borgo di Tavagnasco, ai confini con la Val d’Aosta, da<br />

tutta la Penisola, per seguire una manifestazione che ha il<br />

grande merito di contribuire a mantenere viva una cultura<br />

popolare, locale, antica, che spesso proprio attraverso il<br />

canto corale si esprime, una forma d’arte ancestrale testimone<br />

di un passato altrimenti inconoscibile.<br />

18-25 maggio<br />

Tavagnasco (To)<br />

www.riofontano.it<br />

Ravenna Festival<br />

Alchimie popolari, una balera ai giardini. In queste parole<br />

l’anima di una manifestazione che, attraverso la contaminazione<br />

tra arte e generi, nell’edizione 2013 vuole<br />

indagare le varie sfaccettature del concetto<br />

di “popolare”: a partire dalle opere<br />

Verdiane, restituite a modalità<br />

esecutive proprie<br />

delle musiche di<br />

tradizione, al Liscio,espressione<br />

musicale tipicamente<br />

romagnola<br />

rivisitata in chiave contemporanea<br />

e reinterpretata<br />

dai più diversi<br />

musicisti e performer, in<br />

un connubio eccentrico di musica<br />

folk, contemporanea, danza e teatro.<br />

maggio 2013<br />

23 maggio – 14 luglio<br />

location varie, Ravenna<br />

www.ravennafestival.org<br />

Lo spirito del pianeta<br />

Si svolge lungo la Strada dei Vini della Val Calepio, l’unico<br />

festival tribale indigeno in Italia; protagonisti gruppi etnici<br />

da tutto il mondo, testimoni e custodi di culture che stanno<br />

scomparendo. Da non perdere: la performance di un<br />

mito della musica galiziana come Susana Seivane e l’unica<br />

data italiana del musicista basco Kepa-Junkera. Tanto<br />

ballo e canto quindi, ma anche artigianato etnico e gastronomia,<br />

senza dimenticare la marcia non competitiva<br />

che porta il messaggio di pace e fratellanza della manifestazione<br />

lungo i 1300 km di cammino che separano la<br />

Lombardia da Vitoria, nei Paesi Baschi (7-14 giugno).<br />

24 maggio – 9 giugno<br />

Polo Fieristico, Chiuduno (Bg)<br />

www.lospiritodelpianeta.it<br />

Piano Milano City<br />

Spettatori, appassionati di musica, giovani talenti e grandi<br />

pianisti. Sono loro i protagonisti della manifestazione<br />

che vede aprirsi le case dei musicisti milanesi per ospitare<br />

centinaia di concerti, trasformando Milano nella “città<br />

del pianoforte”. Oltre agli house concerts, la manifestazione<br />

porta questo elegante strumento in numerosi luoghi<br />

simbolo della metropoli meneghina, dai musei agli<br />

edifici storici, dalle biblioteche ai parchi, offrendo un modo<br />

non convenzionale di vivere e ascoltare la musica, di<br />

riscoprire la città e di condividere la cultura.<br />

10-12 maggio<br />

location varie, Milano<br />

www.pianocitymilano.it


Aspettando<br />

il MilanOltre<br />

Festival<br />

È un’attesa che verrà ripagata con una serie di spettacoli in anteprima, ma anche<br />

messe in scena che segnano la storia della danza contemporanea, italiana<br />

e internazionale, quella che ci accompagna al 28 settembre, data in cui il festival<br />

(che si conclude il 13 ottobre) prende il via sul palco del teatro Elfo Puccini di Milano<br />

Foto di Roberto Poli<br />

Dopo il successo delle passate edizioni dedicate<br />

ai talenti della danza contemporanea<br />

italiana e internazionale, con nomi del<br />

calibro di Stephen Petronio, Alonzo King,<br />

Adriana Borriello, Karole Armitage e Matteo<br />

Levaggi, Cesc Gelabert e Spellbound<br />

Contemporary Ballet, il Festival MilanOltre<br />

dedica il primo focus della sua 27esima<br />

edizione al Ballet National de Marseille e a<br />

Frederic Flamand che, nella settimana di<br />

apertura della manifestazione, propongono<br />

un programma ricchissimo che tocca<br />

sia la ricerca coreografica nell’ambito della<br />

danza contemporanea sia le relazioni che<br />

legano il corpo allo spazio architettonico,<br />

cifra distinguibile e personale del direttore<br />

Frederic Flamand. In scena una selezione<br />

di lavori da lui firmati insieme agli architetti<br />

Diller+Scofidio (Moving Target), all’artista<br />

visivo belga Hans Op de Beeck (Orphée et<br />

Eurydice), oltre ai lavori dei coreografi Emanuel<br />

Gat (Organizing Demons) e Olivier<br />

Dubois (Elegie). E ancora, un programma<br />

carte blanche costituito da pezzi brevi coreografati<br />

da Yasuyuki Endo, Michele Kelemenis,<br />

Katharina Christl che accompagnano<br />

i giovani talenti del Ballet National de<br />

Per saperne di più:<br />

www.milanoltre.org<br />

www.elfo.org<br />

Marseille. Il secondo profilo sarà dedicato<br />

a Virgilio Sieni, direttore artistico della Biennale<br />

Danza e uno dei maggiori coreografi<br />

del nostro paese, dalla ricchissima vena creativa.<br />

Di Sieni e della sua Compagnia, MilanOltre<br />

offre un insieme di lavori di gruppo<br />

e di soli in un percorso a ritroso nel tempo,<br />

proponendo gli spettacoli, De Anima, Sonate<br />

Bach e Di fronte agli occhi degli altri<br />

oltre a una deliziosa composizione di brevi<br />

coreografie per bambini che costituiscono<br />

la serata Cerbiatti del nostro futuro, ospite<br />

nella sezione MilanOltre Junior. Tra i diciotto<br />

titoli in programma una vetrina sarà<br />

dedicata ai coreografi, alle compagnie e ai<br />

danzatori di maggior interesse nel panorama<br />

italiano, tra i quali sono da segnalare<br />

il debutto di Sexxx, progetto in co-produzione<br />

con il Balletto Teatro di Torino e<br />

una nuova commissione alla Compagnia<br />

Susanna Beltrami. Altri nomi da citare sono<br />

il coreografo Daniele Albanese con la<br />

sua Compagnia Stalker e la Compagnia<br />

Sanpapié, mentre la sezione Vetrina Italia<br />

Domani presenterà i nuovi lavori di giovani<br />

autori/compagnie, tra i quali si segnala<br />

l’Atelier Teatro Danza Scuola Paolo Grassi.<br />

Foto di Pipitone<br />

maggio 2013 113


114<br />

hopping<br />

shopping di Lu c i a Li pa r i<br />

I love Balsamico Malpighi<br />

Un legame che passa per il frutto, le mani, il legno e che<br />

scorre sul palato. L’Acetaia Malpighi racchiude l’essenza del<br />

Balsamico in una bottiglia dal design unico: Solitario è la<br />

prima edizione limitata di una linea di lusso che accosta ai<br />

condimenti Balsamici Malpighi le pietre più preziose, come<br />

rubini, smeraldi, zaffiri... Prezzo: da 50 euro<br />

“689 5th Avenue”<br />

per Massimo Dutti<br />

La nuova collezione è in Italia solo in alcuni<br />

selezionati punti vendita di Milano (Corso Vittorio<br />

Emanuele) e Firenze (Via Roma). Una Limited<br />

Edition che traspira moda da tutti i pori: capi eterni<br />

e icons classici, rivisitati e con rifiniture di lusso<br />

genuino, dettagli realizzati in Italia e in Portogallo.<br />

In foto: David Gandy indossa un cardigan con<br />

particolare struttura Delavè. Prezzo: 69,95 euro<br />

maggio 2013<br />

Colora le tue<br />

emozioni con I Birikini<br />

Il brand nato per comunicare i tuoi<br />

affetti e i tuoi stati d’animo. Be<br />

emocional, Be expressive,<br />

Be fluo, Be Special, Be<br />

happy, Be baby sono<br />

solo una parte delle<br />

linee proposte.<br />

In foto: il<br />

bracciale in catena<br />

galvanizzato con<br />

swarovsky. Prezzo:<br />

18,50 euro<br />

Dimmi che scarpa<br />

porti e ti dirò chi sei!<br />

Mimmo e Francesco Colella portano<br />

avanti la tradizione di famiglia del <strong>marchio</strong><br />

L’Estrosa. L’azienda, nata nel dopoguerra<br />

in Campania con una produzione di<br />

scarpe tagliate a mano solo per donna,<br />

propone sandali super femminili in<br />

camoscio, pietre e cristalli Swarovski,<br />

per osare night&day.<br />

Prezzo sandalo con tacco: 135 euro<br />

Fullspot OBag<br />

La OBag ideale per la città e per lo<br />

shopping, realizzata da Fullspot,<br />

presenta un disegno<br />

meravigliosamente semplice e<br />

moderno. È possibile scegliere colori<br />

di carrozzeria, colori maniglia (in pelle<br />

di alta qualità, eco-pelle o corda),<br />

sacchetto di tela interno (opzionale)<br />

e finiture. In foto: OBag magenta con<br />

manici ecopelle bianchi da 59 euro;<br />

mini turquoise con manici corti in<br />

corda da 45 euro; Opocket gialla<br />

con tracolla in cotone da 39 euro;<br />

orologio da 24 euro<br />

Arriva Safe Cup:<br />

il Calice Antialcol<br />

Realizzato da Vetreria di Borgonovo in<br />

due formati, per vini rossi e bianchi, è<br />

caratterizzato dalla presenza di<br />

costolature in rilievo con una funzione<br />

specifica: ridurre l’assorbimento di<br />

alcol. Secondo studi di laboratorio,<br />

difatti, roteando il bicchiere, il flusso<br />

del vino viene “spezzato” dalle<br />

protuberanze, producendo un effetto<br />

chimico-fisico che rende più lento<br />

l’assorbimento dell’alcol da parte<br />

dell’organismo. Prezzo: da 3 euro


FOR THE WAY IT'S MADE.<br />

Built In, Integrato, Free Standing.<br />

Vertigo è l’esclusivo sistema di frigoriferi e cantinette refrigeranti<br />

che garantisce eccellenti condizioni di conservazione e versatilità d’uso,<br />

con particolare attenzione al design e alle esigenze di installazione.<br />

Per chi desidera vivere un’esperienza da vero chef nella propria cucina.<br />

www.vertigo.kitchenaid.it


selezioni<br />

La scienza (e l’arte)<br />

del distillato<br />

Sono qualità della materia prima e del processo di distillazione a garantire alle grappe della Distilleria<br />

Andrea Da Ponte un posto d’onore ai vertici della classifica dei migliori superalcolici in commercio. Merito<br />

della passione, della competenza e del Metodo Da Ponte, grazie ai quali, prodotti storici e novità, come<br />

l’Acquavite d’uva di Moscato Giallo dei Colli Euganei, si rivelano grandi successi già al primo assaggio<br />

La Distilleria Andrea Da Ponte vanta oltre 120<br />

anni di storia. All’ultimo Vinitaly però si è presentata<br />

con uno stand completamente rinnovato.<br />

Abbiamo chiesto a Francesco Fabris, presidente<br />

del CDA Da Ponte, il motivo di questo<br />

cambiamento. «La distilleria ha le sue fondamenta<br />

nella storia, nella tradizione e nell’amore<br />

per il territorio della Docg Conegliano Valdobbiadene<br />

– ci ha risposto – ma nel nostro dna c’è<br />

anche un desiderio di innovazione e creatività.<br />

Ora abbiamo deciso di utilizzare questa spinta<br />

propulsiva per dare inizio a una intensa e più<br />

puntuale attività di riposizionamento del nostro<br />

brand e al rafforzamento di una comunicazione<br />

di marca maggiormente efficace, a partire<br />

dall’avvenuta rivisitazione del logo “Da Ponte”,<br />

più contemporaneo e incisivo. Un mix di autorevolezza<br />

e semplicità, che sfrutta le potenzialità<br />

del design per sintetizzare in un unico tratto,<br />

in un unico stile, la qualità, la passione e la solidità<br />

che danno vita ai prodotti Da Ponte.


La Distilleria<br />

Da Ponte, grazie<br />

al suo “Metodo”,<br />

ha superato ogni<br />

confine. Oggi,<br />

la sua Vecchia<br />

Grappa<br />

di Prosecco<br />

è presente<br />

nelle case<br />

di tutta Europa<br />

e considerata<br />

un vero e proprio<br />

status symbol<br />

Rinnovo del brand, riposizionamento<br />

dell’azienda e nuova immagine da comunicare,<br />

dunque. Come si traduce tutto<br />

questo nei vostri prodotti?<br />

Ovviamente, un’operazione di questa grandezza<br />

comporta anche il restyling del packaging<br />

system dei prodotti Da Ponte. Primo,<br />

fruttuoso step di questo cammino è stato<br />

la rivisitazione della Vecchia Grappa di Prosecco<br />

8 annate Da Ponte, seguita da Uve<br />

Bianche Da Ponte e, presto, da tutti gli altri<br />

gioielli nati nella nostra distilleria. Si tratta di<br />

un rinnovamento totale del prodotto, curato<br />

in ogni minimo dettaglio, dalla grafica ai<br />

materiali utilizzati. Nulla è stato lasciato al<br />

caso per conferire nuova personalità e rilevanza<br />

ai nostri distillati, a partire dalla bottiglia:<br />

un’elegante champagnotta dalle spalle<br />

strette e dal collo allungato. La stessa idea di<br />

eleganza è alla base delle nuove etichette,<br />

dalla lettura immediata, che riprendono la<br />

freschezza segnica del logo. Continuità e innovazione<br />

si ritrovano nell’oro della confezione<br />

di Vecchia Grappa di Prosecco, o nei riflessi<br />

di madreperla dell’etichetta di Uve Bianche.<br />

Immancabile anche la tradizionale fascetta Da<br />

Ponte, utilizzata come “Titulus” per ripercorrere<br />

la storia dell’azienda, del prodotto, e comunicarla<br />

all’acquirente. La certificazione di un<br />

prodotto che diventa opera d’arte grazie al sapiente<br />

lavoro e al Metodo Da Ponte.<br />

Ha citato il Metodo da Ponte. Ce ne vuole<br />

parlare?<br />

La storia insegna che c’è un momento in cui<br />

la tradizione e le consuetudini assurgono a<br />

uno stadio superiore. Succede quando le azioni<br />

dell’uomo, il suo lavoro, raggiungono un livello<br />

tale di maestria che necessitano di essere<br />

regolate e codificate, trasformandosi in ciò<br />

che chiamiamo scienza o arte. Questo è quello<br />

che è avvenuto con il Metodo Da Ponte. Nel<br />

1896 l’interesse per lo studio e il perfezionamento<br />

dell’arte distillatoria portarono Matteo<br />

Da Ponte, fratello del fondatore della distilleria<br />

Andrea, a elaborare il suo Manuale della distillazione<br />

delle vinacce, del vino, e delle frutta<br />

fermentate. Editato da Francesco Cagnani, il<br />

Manuale Da Ponte diventa da subito un testo<br />

talmente importante che negli anni successivi<br />

sarà la casa editrice Hoepli di Milano a pubblicarne<br />

ben quattro nuove edizioni, rivedute e<br />

ampliato dallo stesso Matteo. Leggendolo, si<br />

traggono i cardini del Metodo Da Ponte, precursore<br />

e soprattutto diffusore di quella ricerca<br />

dell’alta qualità che oggi la maggior parte<br />

dei consumatori riconosce come il vero plus di<br />

uno spirito invecchiato. Ecco che la tradizione<br />

diventa regola e la regola diventa scuola: il Metodo<br />

Da Ponte, innovativo e modernissimo, si<br />

innalza a materia di studio fondamentale per<br />

tutti coloro che si avvicinano al mondo della<br />

distillazione.<br />

Oggi, qual è la risposta del mercato verso<br />

questa produzione di altissima qualità?<br />

Le grappe Da Ponte si possono ben collocare<br />

ai vertici qualitativi dei superalcolici in commercio,<br />

grazie alla qualità della materia prima e al<br />

processo di distillazione. Che non si tratti della<br />

moda di un momento lo dimostrano i numerosi<br />

riconoscimenti che da anni la distilleria riceve<br />

per le sue referenze, e la sempre maggiore<br />

diffusione di consumi anche all’estero, dove<br />

i mezzi per conquistare il mercato sono qualità<br />

superiore e prodotti puliti e di sicura provenienza.<br />

Un obiettivo non semplice, ma pienamente<br />

riuscito nel nostro caso, se pensiamo<br />

selezioni<br />

In queste pagine, alcune delle più<br />

interessanti produzioni Da Ponte<br />

nelle nuove champagnotte dalle<br />

spalle strette e dal collo allungato<br />

e con la nuova elegante etichetta<br />

frutto del restyling aziendale


selezioni<br />

che il 35% della produzione della distilleria viene<br />

venduto all’estero, soprattutto nei mercati<br />

comunitari, con un incremento delle esportazioni<br />

nell’ultimo anno pari al 10%. Più in generale,<br />

le nostre performance sono positive in<br />

tutti i canali: dall’Horeca, che registra un allargamento<br />

del target dei consumatori, come i<br />

giovani e le donne, nelle occasioni di pranzo e<br />

cena, all’ingrosso e alla Gdo, che crescono trainate<br />

dal diversificarsi dei momenti di consumo<br />

in ambito domestico. Fondamentale però è<br />

che i prodotti si dimostrino in linea con i trend<br />

del momento, che li vogliono gentili e garbati.<br />

Un esempio? A un anno circa dall’inserimento<br />

nel mercato, Uve Bianche Fior d’Arancio Da<br />

Ponte, acquavite d’uva di Moscato Giallo dei<br />

Colli Euganei, si è dimostrata una carta vincente<br />

all’interno del competitivo mercato dei<br />

distillati. Questo perché si tratta di un’acquavite<br />

dolce, con il suo aroma di zagare, uvetta<br />

passa e canditi d’arancia e di cedro; un nettare<br />

cristallino che nel palato sprigiona le sue note<br />

fruttate e persistenti e che può essere consumato<br />

in svariati modi e in tutte le stagioni. Sono<br />

proprio risultati come questo a fare della<br />

Distilleria Andrea Da Ponte un’azienda sana,<br />

che sa reagire alla contrattura del mercato, forte<br />

della sua storia e della sua predisposizione<br />

all’innovazione, dando risposte precise ai gusti<br />

del momento con l’assoluta superiorità qualitativa<br />

dei propri prodotti.<br />

Come nasce un grande spirito<br />

Il cammino che porta a ottenere<br />

un ottimo distillato inizia con la<br />

corretta raccolta e conservazione<br />

della vinaccia. D’altronde, dice lo<br />

stesso Matteo nel suo Manuale:<br />

“Per ottenere un prodotto<br />

buono, certo prima condizione è<br />

quella di avere della materia<br />

prima buona”. Per questo, uno<br />

dei cardini della Distilleria Andrea<br />

Da Ponte è avviare la produzione<br />

dei suoi distillati nel periodo della<br />

vendemmia, per concentrare il<br />

lavoro in un arco temporale che<br />

sia il più ridotto possibile,<br />

lavorando giorno e notte senza<br />

sosta, durante e dopo la raccolta<br />

fino a fine dicembre. Entro 4 ore<br />

dalla loro raccolta, le vinacce,<br />

ancora vergini e ricche di mosto,<br />

sono stoccate all’interno di 14<br />

silos d’acciaio inox refrigerati<br />

(perché “le vinacce devono<br />

innanzi tutto essere fredde ed<br />

asciutte”) nei quali avviene la<br />

fermentazione. La Distilleria<br />

Andrea Da Ponte è stata la prima<br />

azienda in Italia, a partire dagli<br />

anni ’80, a utilizzare serbatoi in<br />

acciaio inox refrigerati che<br />

garantiscono la miglior<br />

conservazione possibile della<br />

vinaccia che così mantiene<br />

costanti le caratteristiche ottenute<br />

dalla fermentazione, evitando la<br />

crescita della componente etilica<br />

secondaria e preservando i<br />

profumi, la freschezza, la purezza,<br />

cioè la qualità della grappa.<br />

Infine, è Il metodo di distillazione<br />

a decidere lo stile della grappa, la<br />

firma d’autore che fa sì che ogni<br />

spirito sia diverso da un altro. Da<br />

quattro generazioni la Distilleria<br />

Da Ponte utilizza lo stesso sistema<br />

degli alambicchi brevettati da<br />

Matteo Da Ponte, riveduti e<br />

aggiornati, due continui e uno<br />

discontinuo a bagnomaria,<br />

sapientemente personalizzati per<br />

rispondere agli standard<br />

qualitativi che l’azienda esige da<br />

sé stessa, permettendo, ad<br />

esempio, un’accuratissima<br />

separazione tra testa, cuore e<br />

coda durante il processo di<br />

distillazione, per ottenere uno<br />

spirito che sia il più puro possibile.<br />

La grappa Da Ponte, uscita<br />

dall’alambicco, possiede già un<br />

corredo di aromi e profumi<br />

variegatissimo. Spetta al<br />

distillatore decidere se e come<br />

invecchiare il suo prodotto.<br />

Le variabili in questo processo<br />

sono molteplici e soltanto una<br />

grande esperienza come quella<br />

di Da Ponte permette di ottenere<br />

risultati che apprezzati in tutto<br />

il mondo.<br />

Distilleria Andrea Da Ponte<br />

Via I Maggio, 1<br />

Corbanese di Tarzo (Tv)<br />

www.daponte.it


no:Layout 1 25/11/10 09:34 Pagina 2<br />

mono:Layout 1 25/11/10 09:34 Pagina 4<br />

selezioni<br />

Anima<br />

artigianale,<br />

cuore tecnologico<br />

Sono le affettatrici il fiore all’occhiello di Omas, azienda varesina<br />

orgogliosa portavoce del made in Italy nel mondo. Quasi una<br />

“sartoria d’alta moda” in grado di venire in contro alle esigenze<br />

dei clienti professionali più esigenti, senza mai rinunciare<br />

a qualità nella manodopera e ricerca continua nei materiali<br />

mono:Layout 1 25/11/10 09:34 Pagina 6<br />

Omas, acronimo di Officine Meccaniche<br />

Affettatrici Santo Stefano, fu fondata nel<br />

1950 da Carlo Rabolli, e oggi è gestita<br />

dal figlio Walter. Da sempre l’azienda<br />

produce affettatrici, tritacarne, segaossa,<br />

inteneritrici e tagliastrisce, tagliaverdure,<br />

cutter, pressa hamburger e macinapane:<br />

prodotti destinati principalmente a un<br />

uso professionale, marchiati CE e totalmente<br />

made in Italy. Core business Omas<br />

sono le affettatrici, frutto dell’esperienza<br />

di 60 anni di lavoro unita all’uso delle<br />

più avanzate tecniche di lavorazione<br />

e a una ricerca continua grazie alla quale<br />

l’azienda sta studiando l’introduzione<br />

di materiali innovativi, estranei fino ad<br />

ora a questa produzione. È nel campo<br />

dell’innovazione dei materiali che, se


condo l’azienda, è infatti necessario operare<br />

per garantire sempre prodotti di alta<br />

qualità ad elevato contenuto tecnologico,<br />

efficienti e convenienti. Proprio come li<br />

vuole il mercato. Potremmo definirla una<br />

“sartoria d’alta moda” questa azienda<br />

fiera dell’anima artigianale che le ha permesso<br />

di andare incontro alle esigenze di<br />

ogni singolo cliente e di personalizzare la<br />

produzione per i più esigenti. Per Omas,<br />

come per qualsiasi buona bottega artigiana,<br />

ogni prodotto realizzato ha un valore<br />

speciale, rappresenta tutte le persone che<br />

hanno concorso alla sua realizzazione, da<br />

chi ha pensato al progetto, a chi ha fuso<br />

il metallo, a chi l’ha lavorato e poi assemblato,<br />

a chi si impegna ogni giorno per fare<br />

un buon lavoro. Purtroppo la richiesta<br />

mono:Layout 1 25/11/10 09:34 Pagina 10<br />

di prezzi sempre più bassi ha obbligato<br />

molti ad andare alla ricerca di manodopera<br />

fuori dall’Italia, ma non Omas: l’azienda<br />

ha infatti contribuito a dare al borgo di<br />

Oggiona S.Stefano, in provincia di Varese,<br />

la fama di patria dell’affettatrice e prosegue<br />

a testa alta su questa strada, pur a fatica<br />

(perché l’economia e le leggi non aiutano)<br />

ma con passione e orgoglio, fieri di<br />

esportare il vero made in Italy nel mondo.<br />

Omas<br />

Via 4 Novembre, 6<br />

Oggiona S. Stefano (Va)<br />

Tel. 0331.214311<br />

www.omasfoodmachinery.com<br />

selezioni<br />

La migliore<br />

amica dei salumi<br />

Tra le proposte Omas<br />

anche affettatrici di<br />

dimensioni contenute,<br />

sempre certificate per uso<br />

professionale in modo che<br />

garantiscano la massima<br />

sicurezza anche a casa. Un<br />

esempio di affettatrice che<br />

soddisfa gusto estetico e<br />

praticità è il modello a<br />

volano F300 VO. Richiama<br />

le forme e il movimento<br />

che siamo abituati a<br />

vedere nelle salumerie<br />

tradizionali, mentre il suo<br />

colore rosso rievoca nella<br />

mente le affettatrici<br />

storiche. È ideale per il<br />

taglio del prosciutto crudo<br />

e dei salumi più raffinati<br />

della nostra tradizione,<br />

realizzata per esaltarne le<br />

caratteristiche migliori.<br />

Azzerati gli sforzi grazie<br />

alla fluidità del volano, alla<br />

scorrevolezza del carrello e<br />

all’avanzamento<br />

automatico del piatto<br />

portamerce. Massima<br />

facilità di gestione e di<br />

pulizia in totale sicurezza:<br />

essendo a volano<br />

l’affettatrice non necessita<br />

di attacco alla rete<br />

elettrica, l’affilatoio è<br />

incorporato per<br />

semplificare il lavoro<br />

dell’operatore, un anello<br />

protegge la lama per<br />

garantire la totale<br />

sicurezza.


selezioni<br />

Tradizione siciliana per tutti<br />

C’è una nonna<br />

centenaria, le cui ricette<br />

hanno scritto la storia<br />

della famiglia Palermo,<br />

alla base delle proposte<br />

Alicos, azienda<br />

moderna e attenta a<br />

rispondere alle più<br />

attuali richieste dei<br />

consumatori – la linea<br />

bio, vegan e il design<br />

delle loro confezioni<br />

parlano da sé –<br />

restando sempre fedele<br />

all’idea iniziale di<br />

valorizzare<br />

e far conoscere<br />

la migliore gastronomia<br />

della terra di Sicilia<br />

L’Azienda Agricola Alicos produce e seleziona<br />

i migliori prodotti della tradizione siciliana, facendo<br />

tesoro delle antiche ricette tipiche tramandate<br />

da generazioni, utilizzando esclusivamente<br />

materie prime genuine e ingredienti<br />

di alta qualità dal gusto unico e inconfondibile,<br />

tutti ricercati e scelti con cura e impreziositi<br />

dall’olio extravergine d’oliva ottenuto dalla<br />

cultivar Cerasuola di produzione propria, che<br />

negli ultimi anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti<br />

in concorsi internazionali. A Claudio<br />

Palermo, abbiamo chiesto di raccontarci la storia<br />

e il segreto del successo dell’azienda della<br />

quale è responsabile delle vendite estere.<br />

Cosa rende unici i prodotti Alicos?<br />

La caratteristica distintiva delle nostre proposte<br />

sta nella trasformazione dei prodotti orticoli<br />

nella loro stagionalità, per cui vengono lavorati<br />

tutti dal fresco per preservarne in maniera ottimale<br />

la fragranza e il gusto. Vengono poi trasformati<br />

entro poche ore dalla raccolta. I vari<br />

ortaggi sono raccolti solo al momento del raggiungimento<br />

della piena maturazione, in modo<br />

da trasmettere al prodotto finito le migliori<br />

caratteristiche organolettiche come dolcezza<br />

(vedi la salsa pronta di pomodoro ciliegino),<br />

colore e sapore.<br />

Cosa lega la vostra produzione alla tradizione<br />

siciliana della quale vi fate promotori?<br />

È stata mia nonna, vissuta fino alla veneranda<br />

età di 103 anni, a trasmettermi l’amore per le<br />

golosità e gli alimenti genuini. I suoi carciofini<br />

a spicchio, conditi in maniera semplice, con<br />

olio extravergine di oliva, aglio e menta, costituiscono<br />

ad esempio una delle preziose eredità<br />

che mi sono impegnato a tutelare, ampliando<br />

la produzione dall’olio extravergine di oliva a<br />

una vasta gamma di prodotti tipici siciliani. La<br />

ricerca delle origini dei sapori siciliani, ha preso<br />

vita da un amore sincero e appassionato per<br />

l’olio. Lo produceva il nonno che ha impianta-


La filosofia Alicos<br />

La ricerca continua di<br />

ricette non scritte, ma<br />

tramandate da madre<br />

in figlio, per scoprire<br />

nuovi gusti (vedi i<br />

carciofini di Nonna<br />

Peppa, la Caponata di<br />

mele…), la selezione<br />

delle materie prime,<br />

l’attenzione al design,<br />

hanno, fino ad ora,<br />

determinato il successo<br />

dei prodotti della<br />

nostra azienda. Per<br />

il futuro l’attenzione<br />

sarà sempre di più<br />

rivolta al consumatore,<br />

per capirne le<br />

esigenze, i bisogni e<br />

quindi soddisfarlo,<br />

sposando storia e<br />

tradizione, territorio,<br />

tipicità, tracciabilità,<br />

qualità, design e<br />

puntando al nuovo<br />

marketing dei beni<br />

immateriali.<br />

Alicos<br />

Via M. Cremona, 21 - Salemi (Tp)<br />

Tel. 0924983348 - www.alicos.it<br />

to gli oliveti nel 1929 in contrada Guardancielo,<br />

a Salemi, nei pressi del Fiume Grande<br />

un tempo detto Halycus e che faceva da<br />

frontiera fra le potenti città di Segesta e Selinunte.<br />

L’olio extravergine di oliva è ciò che<br />

unisce, dunque, attraverso il sottile filo dorato<br />

della storia, nonno e nipote, intrecciando<br />

tradizione e dinamismo. L’olio accomuna<br />

tutta la nostra produzione: infatti le conserve<br />

vengono esaltate nel gusto, oltre che dalla<br />

freschezza della materia prima, proprio<br />

dall’olio extravergine di oliva<br />

Seguite anche la scelta della materia prima? Da<br />

dove provengono gli ortaggi che trasformate?<br />

La materia prima utilizzata proviene tutta da<br />

aziende che si trovano essenzialmente nella<br />

Sicilia orientale. Io sono Agronomo e mi sono<br />

da sempre occupato di qualità delle produzioni<br />

seguendo diverse aziende agricole,<br />

pianificandone la produzione e la qualità<br />

anche dal punto di vista fitosanitario.<br />

selezioni<br />

Oltre a essere molto buoni, i prodotti hanno<br />

anche una linea molto bella. Da cosa<br />

nasce questa attenzione al design?<br />

Credo che l’esempio più calzante possa essere<br />

l’attenzione dedicata al packaging della Salsa<br />

di pomodoro ciliegino e datterino. La bottiglietta<br />

usata per la salsa infatti è la classica<br />

che si è sempre utilizzata in ambito familiare<br />

e che adoperava la nonna quando preparava<br />

la salsa per l’inverno. Da sempre nella cucina<br />

siciliana si cerca di riciclare quello che è disponibile<br />

così da evitare inutili sprechi e queste<br />

bottiglie erano ad esempio quelle adoperate<br />

per la birra. Quindi si è cercato di mantenere<br />

la tradizione, però vestendola con un tocco<br />

di modernità ed eleganza. Di recente è stata<br />

aggiornata la linea Selection con una nuova<br />

veste grafica, moderna ed elegante, che rende<br />

i prodotti immediatamente riconoscibili e<br />

identificabili. Tanti sono i sapori quanti i colori<br />

nei nuovi attraenti barattoli, dove la tradizione<br />

si sposa con la modernità.<br />

Perché la scelta di mettere sul mercato i<br />

prodotti Biologici e VeganOk?<br />

Alicos è sempre attenta alle esigenze dei consumatori,<br />

anche le più particolari, alle sane<br />

abitudini di una volta, alla riduzione dell’impatto<br />

ambientale. Per questo è nata la linea<br />

biologica: l’agricoltura bio rappresenta la soluzione<br />

ideale per tutelare salute, ambiente e<br />

qualità della vita. E per questo è nata anche la<br />

linea dei prodotti vegani: nella preparazione<br />

dei quali nessun animale viene ucciso, sfruttato,<br />

maltrattato. L’alimentazione vegana, oltre<br />

alla carne e al pesce, non contempla alcun<br />

prodotto di origine animale, neppure uova,<br />

latte, latticini, formaggi, miele o altri prodotti<br />

di origine animale.<br />

Come azienda siete molto presenti alle fiere<br />

di settore. Quali sono i prossimi appuntamenti<br />

ai quali vi potremo incontrare?<br />

Le fiere a cui noi solitamente partecipiamo<br />

sono: Sol & Agrifood a Verona, Tuttofood A<br />

Milano, Cibus a Parma, Salone del gusto a<br />

Torino, l’Anuga a Colonia. Stiamo valutando<br />

l’opportunità di partecipare a eventi in Russia<br />

e negli Stati Uniti.<br />

Dove è possibile assaggiare e acquistare i<br />

vostri prodotti?<br />

I nostri prodotti si trovano nelle gastronomie,<br />

nei wine bar, nei ristoranti, nei negozi di prodotti<br />

tipici; per scelta aziendale non siamo presenti<br />

nella grande distribuzione in Italia.


selezioni<br />

Torrente Locone:<br />

passione bio<br />

Profuma di oliva fresca e ha quel caratteristico retrogusto amarognolo tipico<br />

della mandorla e del carciofo, unito a un amabile pizzicore, l’olio prodotto<br />

dall’azienda agricola di Andria, laboratorio di gusto ma anche di idee,<br />

e base ideale per partire alla scoperta delle terre di Puglia<br />

Nasce nel 1994 dal desiderio dell’agronomo<br />

Vincenzo Lombardi di valorizzare il territorio<br />

pugliese e uno dei suoi migliori frutti, l’olio<br />

extravergine di oliva da monocultivar Coratina,<br />

l’azienda agricola Torrente Locone. Tutto<br />

ha inizio con i primi terreni acquistati nel Parco<br />

Naturale Fiume Ofanto per sperimentare<br />

tecniche di coltivazione biologiche che, con<br />

il tempo, hanno portato alla realizzazione di<br />

un olio dall’elevato contenuto polifenolico,<br />

dallo spiccato aroma di oliva fresca, con un<br />

caratteristico retrogusto amarognolo tipico<br />

della mandorla e del carciofo e un amabile<br />

pizzicore. Oggi Vincenzo conduce l’azienda<br />

con la collaborazione di Giuseppe, tecnologo<br />

alimentare, e Francesco, marketing manager,<br />

che, con le proprie competenze, hanno<br />

trasformato la passione del padre in una<br />

realtà solida presente sul territorio nazionale<br />

e estero, punto di riferimento per i metodi di<br />

agricoltura biologica adottati. Ma non è tutto.<br />

Consapevole dell’importanza dello scambio<br />

e della comunicazione di una competenza<br />

agricola bio, che è cultura e storia, e della<br />

necessità di fare rete con i produttori italiani<br />

di qualità che con il proprio lavoro e la propria<br />

sensibilità formano il tessuto primario<br />

dell’economia sostenibile nazionale, l’azienda<br />

ha aperto anche uno spazio, dal curioso nome<br />

di NaturalIter Torrente Locone, che si pone<br />

come laboratorio di idee in grado di rendere<br />

il consumatore parte attiva nella scelta e<br />

nella conoscenza dei prodotti tipici e biologici<br />

nazionali. Per tutti coloro che avessero voglia<br />

di conoscere l’azienda e i suoi protagonisti,<br />

che amano viaggiare e sentirsi liberi, che desiderano<br />

conoscere le bellezze naturalistiche e<br />

architettoniche del territorio pugliese, l’azienda<br />

apre le porte della propria struttura ricettiva<br />

ad Andria offrendo anche la possibilità<br />

di soggiornare in mini appartamenti indipendenti<br />

e dotati di cucina e tutti i confort.<br />

Azienda Agricola Biologica<br />

Torrente Locone<br />

Via Massimo d’Azeglio, 33<br />

Andria (Bt)<br />

Tel. 0883.291140<br />

www.torrentelocone.it


Dedica senza fretta del tempo<br />

alla vera amicizia.<br />

Vivi biologico<br />

Scegli GerminalBio<br />

Germinal Bio è il gusto autentico<br />

dei migliori alimenti biologici.<br />

Per il tuo benessere. Per il nostro mondo.<br />

www.nutrilatuasalute.it


selezioni<br />

I maestri del Salame al Cioccolato<br />

Racchiudere in un’anica parola gusto, natura, artigianalità, ma anche quello speciale piacere<br />

che un buon dolce sa donare, è possibile? Sì, e Cioccolami c’è riuscito in pieno, trasmettendo,<br />

con una sola appetitosa parola, tutti i valori e gli ingredienti di un prodotto della tradizione<br />

realizzato con la migliore materia prima, la più esperta manualità e la più grande passione<br />

Cioccolami nasce da un’intuizione<br />

quando, quasi per gioco, Mirco Scacchetti<br />

propone ai clienti del ristorante<br />

di famiglia il suo buonissimo Salame al<br />

Cioccolato. Un dolce buono, artigianale,<br />

prodotto a mano con i migliori<br />

ingredienti. Assaggio dopo assaggio,<br />

Mirco si trova a dover produrre quantità<br />

sempre più massicce di Salame al<br />

Cioccolato finché, un bel giorno, capisce<br />

che è arrivato il momento di dar<br />

vita a un nuovo capitolo della sua vita:<br />

creare un’azienda monoprodotto.<br />

Un sogno che è stato tradotto in un<br />

laboratorio circondato dalla suggestiva<br />

campagna modenese, dove ogni<br />

giorno si produce il più buon salame<br />

dolce di tutti i tempi. Gli artigiani<br />

Cioccolami sono conosciuti come i<br />

“maestri del Salame al Cioccolato” e<br />

a chi chiede a Mirco il segreto di tanto<br />

successo, lui risponde: “Né troppa calma,<br />

né troppa fretta e la ricetta vien<br />

perfetta!”, la formula segreta tramandata<br />

dal padre di Mirco, Tonino Scacchetti.<br />

Un motto che ripete ai suoi<br />

Cioccolami<br />

Via Belfiore, 25<br />

S.Pietro in Elda (Mo)<br />

www.cioccolami.eu<br />

mastri cioccolatieri tutte le mattine,<br />

quando entra nel laboratorio e fuori è<br />

ancora buio. Ed è proprio così, tra le<br />

prime luci dell’alba e le mani sapienti<br />

di chi fa questo mestiere da tempi remoti,<br />

che nasce il delizioso Salame al<br />

Cioccolato. «Se un giorno la produzione<br />

dovesse aumentare, non siamo<br />

disposti a sostituire le nostre mani con<br />

dei freddi macchinari – racconta Mirco<br />

Scacchetti – Siamo invece pronti a<br />

formare e triplicare gli addetti. Perché<br />

in ognuno dei nostri Salami al Cioccolato<br />

c’è un ingrediente speciale che i<br />

macchinari non possono sostituire: la<br />

vibrazione che scaturisce delle nostre<br />

mani». Il salame dolce Cioccolami<br />

può essere consumato fresco e surgelato,<br />

servito per accompagnare degustazioni<br />

di vini, distillati, liquori e,<br />

perchè no, per guarnire una coppa di<br />

gelato. Disponibile nei gusti classico,<br />

nocciola e senza glutine, è un prodotto<br />

artigianale, disponibile in formati<br />

da 1 kg e 1/2 kg, in fette monoporzione,<br />

barretta o quadrotto.


selezioni<br />

Scomodità:<br />

diamoci un taglio!<br />

Sono belli ma soprattutto pratici e funzionali, realizzati in speciali<br />

acciai anallergici, totalmente made in Italy, innovativi e di design,<br />

i prodotti Premax. Uniche ed esclusive, le lame Premax sono<br />

protagoniste nelle migliori cucine domestiche e professionali,<br />

e complici nella riuscita dei migliori piatti<br />

Pelare un gambero senza “sporcarsi le mani”:<br />

impossibile. Se la pensate così forse<br />

non conoscete ancora la praticissima forbice<br />

pelagamberi Easy Line, nuova ed esclusiva<br />

linea di coltelleria realizzata da Consorzio<br />

Premax per rispondere alle esigenze della<br />

cucina moderna. Molto simile a una comune<br />

forbice, la pelagamberi si caratterizza per<br />

due elementi fondamentali: le lame dalla<br />

forma curva che facilitano l’inserimento nella<br />

polpa del gambero; e l’arpione che, posto<br />

parallelamente sotto la lama inferiore, infilza<br />

e trattiene la polpa dopo che l’operazione di<br />

taglio ha aperto e separato il carapace. Pensata<br />

sia per l’utilizzo professionale che casalingo,<br />

è ideale in cucina ma anche a tavola.<br />

Prodotta in acciaio inossidabile per alimenti<br />

può essere lavata in lavastoviglie. Altra novità<br />

assoluta della linea Easy, e come il pelagamberi<br />

brevetto esclusivo internazionale Premax,<br />

è la forbice cucina Ring Lock System,<br />

prima al mondo senza vite. Costruita in acciaio<br />

inossidabile per alimenti è dotata del<br />

brevetto Ring Lock System che sostituisce la<br />

tradizionale vite di chiusura delle due lame –<br />

che con il tempo e l’utilizzo si allenta – con<br />

un sistema di bussole e anello in teflon autolubrificante<br />

che garantisce la tenuta paral-<br />

lela delle due lame e quindi una capacità di<br />

taglio e di affilatura costanti. Un’innovazione<br />

assoluta quindi, che permette alla forbice<br />

da cucina Ring Lock System di affrontare<br />

anche tagli difficili e impegnativi così come<br />

richiede la cucina internazionale moderna.<br />

Fanno parte della linea Easy anche la serie di<br />

coltelli da cucina in acciaio inossidabile certificato<br />

AISI 420 e impugnatura ergonomica<br />

in megol, che garantisce sicurezza e effetto<br />

soft-touch nella presa.<br />

Operazione<br />

YouChef<br />

Premax associa 40 aziende<br />

specializzate nella produzione di<br />

forbici, coltelli ed altri articoli da<br />

taglio. Fondata nel ’74 si occupa<br />

di progettazione, produzione e<br />

vendita in tutto il mondo dei<br />

prodotti fabbricati a Premana e<br />

certificati dal Marchio di Qualità<br />

Collettivo “Premana”. Premax<br />

aderisce inoltre al progetto<br />

YouChef: la prima rete<br />

multicanale italiana costruita<br />

intorno alle esigenze di una<br />

cucina sana, una bellezza centrata<br />

sul benessere individuale e una<br />

moda basata su creatività e stile.<br />

Un progetto innovativo dove<br />

vengono proposti insieme dalle<br />

aziende coinvolte (Premax, Risolì,<br />

La Montina, Tradizioni Padane,<br />

GirziLine) prodotti food e non<br />

food; 25 i kit disponibili in 3<br />

settori: cucina, con i marchi<br />

Prestige e Senza Glutine; bellezza,<br />

con il <strong>marchio</strong> Beautè; moda con<br />

il <strong>marchio</strong> Art&Craft.<br />

Premax<br />

www.premax.it<br />

www.ringlocksystem.it<br />

Tel. 0341.890377


Un’avventura iniziata nel 1965 a Lumezzane, nel<br />

bresciano, con un laboratorio destinato alla produzione<br />

artistica di fusione di zama e alluminio, che<br />

ben presto si apre alla produzione di oggetti per<br />

la casa. La passione e la determinazione del giovane<br />

Alfredo Montini e di sua moglie trasformano<br />

in breve tempo questa attività in un’azienda<br />

all’avanguardia nella realizzazione di prodotti per<br />

la cucina, che in tempi non sospetti propone, ad<br />

esempio, la prima bistecchiera in alluminio fuso<br />

con antiaderente. Il segreto di questo successo?<br />

Un’attenzione puntuale alla qualità dei materiali,<br />

dei processi e dei prodotti, con uno sguardo rivolto<br />

all’innovazione. E proprio questa è stata anche<br />

la filosofia di partenza di Risolì, e dell’attività di<br />

Cristina e Andrea Montini, seconda generazione<br />

alla guida di un’azienda nota oggi in tutto il<br />

mondo perché in grado di proporre<br />

strumenti che garantiscono elevate<br />

perfomance, valorizzano i<br />

contenuti delle preparazioni<br />

e il gesto stesso del cucinare.<br />

Valori incarnati da linee<br />

di prodotto come Fusion,<br />

dal design firmato Enrico<br />

Azzimonti, che riunisce in<br />

sé la filosofia di cottura internazionale<br />

e quella me-<br />

Passione e tradizione<br />

del produrre italiano<br />

Un nome che è tutto un programma quello di Risolì, azienda storica il cui intento<br />

è di condire i nostri pasti con il sorriso. Quello dato dai giusti collaboratori in cucina,<br />

pentole e tegami che sono aiutanti e complici, per risultati sempre perfetti<br />

diterranea; o Soft, con il suo manico ergonomico<br />

in grado di comunicare particolari sensazioni<br />

tattili. E ancora Explora, la serie che Risolì dedica<br />

all’esplorazione di culture culinarie vicine e lontane;<br />

per concludere con Cosmogrill, la bistecchiera<br />

che realizza cotture differenziate per accompagnare<br />

la carne o il pesce con i contorni più adatti,<br />

e Cosmofish che trasforma la cucina del pesce<br />

in un piacere e in un successo. Strumenti di alta<br />

qualità ma anche attenti a interpretare le tendenze<br />

emergenti quindi, come attenta è l’azienda alla<br />

realtà economica e ambientale che la circonda. E<br />

così, Risolì, consapevole di non potere rinunciare<br />

a competenza e qualità, ha deciso di mantenere<br />

la propria produzione totalmente in Italia, e collabora<br />

con importanti machi dell’agroalimentare<br />

nazionale per la realizzazione della<br />

linea Le Selezioni, che propone<br />

strumenti adatti alla<br />

cottura delle migliori ricette<br />

regionali in raffinati kit con<br />

i prodotti della tradizione<br />

nazionale derivanti esclusivamente<br />

da agricolture<br />

biologiche e controllate:<br />

entrambi investimenti etici<br />

ed economici per un futuro<br />

più sostenibile e rispettoso.<br />

selezioni<br />

Risolì<br />

Via Ruca, 82<br />

Lumezzane S. Sebastiano (Bs)<br />

Tel. 030.8925944<br />

info@risoli.com<br />

www.risoli.com<br />

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selezioni<br />

Assaggi<br />

di storia<br />

italiana<br />

Tradizioni Padane ci accompagna da vent’anni<br />

alla (ri)scoperta del sapore unico della<br />

millenaria cultura gastronomica lombarda<br />

Bio, un mondo a parte<br />

L’azienda di Gottolengo ha da poco ottenuto il prestigioso certificato ICEA di conformità<br />

alla categoria prodotti biologici. La linea bio viene prodotta separatamente da tutte le altre<br />

e seleziona solo materie prime di origine biologica che godono di un magazzino esclusivo.<br />

Sono prodotti di alta qualità creati nel rispetto del lavoro altrui e dell’ambiente.<br />

Quando il gusto si sposa con la tradizione,<br />

nascono piccoli grandi capolavori. Lo sa<br />

bene Tradizioni Padane, che dal 1991 soddisfa<br />

qualsiasi palato coniugando un’antica<br />

sapienza con materie prime di qualità<br />

e lavorazioni rigorosamente artigianali.<br />

Uno stile che ha permesso all’azienda di<br />

imporsi non solo sul mercato italiano, ma<br />

anche di far conoscere le bontà lombarde<br />

ben oltre i confini nazionali. Tra i fiori<br />

all’occhiello dell’azienda bresciana la linea<br />

di pasta con farina Monococco, genuina<br />

e di elevata qualità, legata alle profonde<br />

tradizioni culinarie del nostro Paese, e<br />

della Lombardia in particolare. Inconfondibile<br />

per il colore giallo dorato, questa<br />

pasta si caratterizza per una straordinaria<br />

tenuta alla cottura e per l’elevato apporto<br />

nutrizionale. Semola antichissima, la farina<br />

Monococco è, infatti, particolarmente<br />

ricca di proteine, vitamine e composti antiossidanti;<br />

Tradizioni Padane è una delle<br />

pochissime aziende ad averne reintrodotto<br />

l’utilizzo, riportando alla luce questo<br />

prezioso cereale, utilizzato fin dall’età del<br />

rame, dalle ottime proprietà nutrizionali e<br />

dall’alto contenuto proteico (19,6%, contro<br />

l’11% delle normali farine di frumento),<br />

perduto nel tempo a causa della lunga<br />

lavorazione richiesta dalle sue spighe. Disponibile<br />

in differenti formati, la linea con<br />

farina Monococco si accosta con facilità a<br />

qualsiasi sugo, esaltandone inconfondibilmente<br />

sapore e gusto. Non dimentichiamo<br />

poi le Specialità della Corte di Gottolengo:<br />

linea di pasta ripiena finemente<br />

lavorata arricchita da ripieni pregiati, come<br />

i ravioli al tartufo, unici nel loro genere.<br />

Sono prodotti d’élite, per palati sopraffini,<br />

da scegliere nelle occasioni speciali.<br />

Le Specialità della Corte di Gottolengo<br />

prendono ispirazione dalle originali ricette<br />

diffuse in epoca medievale nei territori<br />

del Dominato Leonense e nelle terre della<br />

Serenissima. Proprio per la sua genuinità<br />

e il suo legame con il territorio la linea ha<br />

conquistato la certificazione DE.C.O., rilasciata<br />

dall’omonimo comune bresciano.<br />

Tradizioni Padane<br />

Via Brescia, 50<br />

Gottolengo (Bs)<br />

Tel. 030.9951050<br />

www.tradizionipadane.it


Benvenuti a bordo<br />

La compagnia<br />

Air One è lo “Smart Carrier” del<br />

gruppo Alitalia, che assicura offerte<br />

ampiamente personalizzabili adatte<br />

a soddisfare le preferenze di tutti<br />

i tipi di viaggiatori, dal più attento<br />

al risparmio a coloro più orientati<br />

al servizio. Air One è una compagnia<br />

giovane e dinamica che offre<br />

un’ampia gamma di destinazioni,<br />

prezzi competitivi e un servizio<br />

semplificato e trasparente.


Ibiza<br />

da 29e<br />

Milano Malpensa<br />

Palma<br />

da 32e<br />

Minorca<br />

da 29e<br />

Rotte in vendita tutto l’anno<br />

Rotte stagionali<br />

Torino<br />

da 32e<br />

Alghero<br />

da 29e<br />

Prezzi solo andata, tutto incluso.<br />

Copenaghen<br />

da 49e<br />

Cagliari<br />

da 29e<br />

La flotta<br />

Air One si distingue nel panorama<br />

internazionale per l’utilizzo di aeromobili<br />

moderni, sicuri e confortevoli che ti offrono<br />

elevati standard di servizio a bordo. Oggi<br />

la flotta è composta da 10 aerei Airbus<br />

320 di nuova generazione, configurati a<br />

180 posti con nuove poltrone in pelle di<br />

tipo Slim che offrono la massima<br />

comodità per tutta la durata del viaggio.<br />

Verona<br />

da 32e<br />

Olbia<br />

da 29e<br />

Pisa<br />

Praga<br />

da 30e<br />

Venezia<br />

Napoli<br />

da 29e<br />

Palermo<br />

da 29e<br />

Trapani<br />

da 31e<br />

Tunisi<br />

da 60e<br />

Catania<br />

Bari<br />

da 29e<br />

Lamezia<br />

Terme<br />

da 25e<br />

Varsavia<br />

da 39e<br />

Tirana<br />

da 49e<br />

Brindisi<br />

da 29e<br />

Atene<br />

da 45e<br />

San Pietroburgo<br />

da 89e<br />

Creta<br />

da 39e<br />

Mykonos<br />

da 39e<br />

Rodi<br />

da 39e<br />

Mosca<br />

da 99e<br />

Rostov<br />

da 169e


Samara<br />

da 169e<br />

da: Milano<br />

Alghero (dal 31/05)<br />

Catania<br />

Lamezia Terme<br />

Olbia (dal 31/05)<br />

Trapani<br />

Creta (dal 03/07)<br />

Ibiza (dal 13/07)<br />

Minorca (dal 14/07)<br />

Mykonos (dal 14/07)<br />

Rodi (dal 02/07)<br />

San Pietroburgo (dal 25/05)<br />

Tirana<br />

Tunisi<br />

da: Venezia<br />

Bari<br />

Brindisi<br />

Cagliari<br />

Catania<br />

Lamezia Terme<br />

Napoli<br />

Olbia (dal 31/05)<br />

Palermo<br />

Atene (dal 19/06)<br />

Copenaghen (dal 18/05)<br />

Praga<br />

Samara (dal 15/06)<br />

San Pietroburgo<br />

Tirana<br />

Varsavia<br />

da: Pisa<br />

Catania<br />

Olbia (dal 21/06)<br />

Mosca (dal 25/05)<br />

Palma (dal 13/07)<br />

Praga<br />

San Pietroburgo (dal 30/05)<br />

Tirana<br />

da: Catania<br />

Milano Malpensa<br />

Pisa<br />

Torino<br />

Venezia<br />

Verona<br />

Mosca<br />

Rostov (dal 27/06)<br />

San Pietroburgo (dal 25/05)<br />

Alghero<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:10 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Bari<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:15 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Brindisi<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:30 h<br />

numero di voli: 6 a settimana<br />

Cagliari<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Lamezia Terme<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:50 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:30 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Napoli<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:10 h<br />

numero di voli: 2 al giorno<br />

Olbia<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:10 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:15 h<br />

numero di voli: 5 a settimana<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 0:55 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Palermo<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Torino<br />

da: Catania<br />

durata volo: 2:05 h<br />

numero di voli: 2 al giorno<br />

Trapani<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Verona<br />

da: Catania<br />

durata volo: 1:55 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Atene<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 2:15 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

Copenaghen<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 2:10 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

Creta<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 2:50 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

Ibiza<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Minorca<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:25 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Mosca<br />

da: Catania<br />

durata volo: 4:10 h<br />

numero di voli: 2 a settimana<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 3:45 h<br />

numero di voli: 2 a settimana<br />

Mykonos<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 2:50 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

Palma<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Praga<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 1:35 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:25 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

Rodi<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 3:35 h<br />

numero di voli: 3 a settimana<br />

Rostov<br />

da: Catania<br />

durata volo: 3:40 h<br />

numero di voli: 1 a settimana<br />

Samara<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 4:20 h<br />

numero di voli: 1 a settimana<br />

San Pietroburgo<br />

da: Milano<br />

durata volo: 3:30 h<br />

numero di voli: 1 a settimana<br />

da: Catania<br />

durata volo: 4:10 h<br />

numero di voli: 1 a settimana<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 3:30 h<br />

numero di voli: 1 a settimana<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 3:10 h<br />

numero di voli: 2 a settimana<br />

Tirana<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

da: Pisa<br />

durata volo: 1:30 h<br />

numero di voli: 4 a settimana<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:40 h<br />

numero di voli: 5 a settimana<br />

Tunisi<br />

da: Milano Malpensa<br />

durata volo: 1:50 h<br />

numero di voli: 1 al giorno<br />

Varsavia<br />

da: Venezia<br />

durata volo: 1:55 h<br />

numero di voli: 3 a settimana


Tariffe<br />

Cambio data<br />

Cambio nominativo<br />

(via Call Center e in aeroporto)<br />

Rimborsabilità<br />

(via Call Center e in aeroporto)<br />

Bagaglio<br />

Millemiglia Alitalia<br />

*Più eventuale integrazione alla classe tariffaria disponibile<br />

Mappa dei posti<br />

Legenda<br />

Plus da 3€<br />

Relax da 10€<br />

Air One Smart Carrier ti permette<br />

di scegliere il tuo posto a bordo.<br />

Air One garantisce sempre<br />

l’assegnazione di un posto. Nel caso in<br />

cui il Passeggero decida di non<br />

scegliere il posto, verrà assegnato<br />

automaticamente, secondo<br />

la disponibilità e senza alcun<br />

supplemento.<br />

Per chi invece vuole sceglie il posto più<br />

adatto alle proprie esigenze, potrà<br />

scegliere tra:<br />

GO SMART VALUE<br />

da 50€*<br />

da 70€<br />

da 11€<br />

Comfort da 30€<br />

• Posto “Plus”: la tua scelta a partire<br />

da soli 3E se acquistato sul sito (4E<br />

se acquistato in aeroporto, non<br />

disponibile a bordo).<br />

• Posto “Relax”: con soli 10E (15E<br />

se acquistato in aeroporto o a<br />

bordo) potrai volare più comodo<br />

grazie a maggiore spazio per le tue<br />

gambe.<br />

• Posto “Comfort”: con solo 30E (40E<br />

se acquistato in aeroporto o a bordo)<br />

da 30€*<br />

da 50€<br />

1(20kg)<br />

250<br />

0€*<br />

da 10€<br />

Totale<br />

2(40kg)<br />

500<br />

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sempre un posto libero accanto a te.<br />

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