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verso il deserto e vi passava la notte intera a pregare il Signore tra le lacrime; al mattino<br />
faceva ritorno al monastero. In seguito a ciò, uno dei fratelli anziani lo seguì una sera<br />
tenendosi a breve distanza. Quando Teodoro giunse nel luogo dove era stato sepolto il<br />
corpo di nostro padre Pacomio, nel deserto, vi si mise a pregare, dicendo tra le lacrime:<br />
«Signore Dio misericordioso, che solo hai pietà, giudice dei vivi e dei morti, tu che<br />
conosci il mio cuore, i miei pensieri, la mia coscienza, i miei ideali: possano la tua bontà<br />
e la tua pietà raggiungerci nella miseria in cui ci troviamo. Abbiamo deviato dal<br />
cammino della vita, dalle tue leggi e dai tuoi precetti come li avevi dettati al defunto<br />
nostro padre, sul cui santo corpo ora mi trovo. Siamo simili a naviganti durante la<br />
tempesta; non facciamo attenzione alla rotta che ci è stata assegnata dal tuo servo, il<br />
nostro santo padre. Guarda la mia afflizione: non farci estranei a te, a causa dei nostri<br />
peccati; non vogliamo essere dei miserabili al cospetto del nostro padre e di tutti i suoi<br />
giusti compagni che abbiamo visto con i nostri occhi e che, con lui, si sono fatti<br />
crocifiggere in piena innocenza, secondo il Vangelo del tuo figlio benedetto, Gesù<br />
Cristo. Ti supplico di risparmiarci, ricordati delle lacrime del defunto nostro padre, con<br />
il quale hai stretto un patto. Non riversare su di noi la tua collera, per le cattive azioni<br />
commesse e per le negligenze cui ci siamo lasciati andare. Non permettere che<br />
perseveriamo nella funesta durezza dei nostri cuori, e che roviniamo gli sforzi eroici che<br />
nostro padre affrontò giorno e notte, in digiuni, preghiere e lacrime copiose, al fine di<br />
riunire attorno a sé molte anime: le voleva salve e benedicenti sempre il tuo santo nome,<br />
perché sei tu il nostro soccorso e la nostra speranza. Ebbene, Signor mio Gesù Cristo, è<br />
meglio per me che tu mi visiti presto e mi tolga l’anima, piuttosto di vedere che il<br />
diavolo ricava profitto dagli sforzi di nostro padre. Vorrei evitare di correre pericolo a<br />
causa delle anime, affidatemi perché io le consegni immacolate nelle tue mani». Il<br />
nostro padre Teodoro continuò a pregare Dio così, tutta la notte, fino alla sinassi del<br />
mattino. Lo stesso fece il fratello che era salito con lui e l’osservava; ma Teodoro<br />
ignorava che costui stava poco lontano e lo ascoltava pregare e piangere. Sceso dalla<br />
montagna, questo fratello raccontò segretamente agli altri le parole che nostro padre<br />
Teodoro aveva detto piangendo davanti al Signore.<br />
Previsioni di morte<br />
199. In seguito, quando si sedeva per parlare ai fratelli riuniti, Teodoro accennava<br />
spesso alla sua morte, come se fosse prossima. Essi però non comprendevano cosa<br />
volesse dire. Talvolta diceva: «Vi è uno tra noi che il Signore visiterà quest’anno; è<br />
esterno ed interno, superiore ed inferiore». Oppure: «Sono stati condotti al torchio per<br />
pigiarli: prendiamo del loro vino». Spesso diceva a qualcuno in particolare: «Sto per<br />
andarmene ai piedi di nostro Signore Gesù». Altre volte diceva chiaramente: «Penso che<br />
il Signore mi visiterà quest’anno». Egli sospettava prossima la morte, non perché<br />
vedesse giungere la vecchiaia o perché sentisse venir meno le forze. Il Signore lo aveva<br />
avvertito che si avvicinava per lui il momento di riposare e di andare ad abitare con i<br />
padri, che l’avevano preceduto e di cui aveva praticato tutte le virtù.<br />
Un giorno, Teodoro si sedette e rivolse ai fratelli la parola di Dio: le lacrime gli<br />
solcavano le gote, mentre anche i fratelli piangevano. Disse: «Fratelli miei, ascoltatemi.<br />
Giacobbe ha nutrito Giuseppe per 17 anni, Giuseppe a sua volta ha nutrito suo padre<br />
Giacobbe e tutti i suoi fratelli per 17 anni. Anch’io per 17 anni sono stato nutrito dal<br />
nostro padre nei comandamenti di Dio, ed ecco che, a mia volta, sono stato in mezzo a