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agione, è divenuto come loro Il Signore può, con la sua grazia, aiutarci a compiere<br />
sempre la sua volontà, ad osservare i suoi comandamenti e ottenere i suoi beni eterni».<br />
187. Dopo che il nostro padre Teodoro ebbe così parlato, un fratello anziano replicò<br />
dicendo: «Santo padre, perché, quando mi si rivolgono parole dure, mi offendo<br />
subito?». Egli rispose: «Non c’è da stupirsi. Anche quando si vibra un colpo di ascia<br />
contro un albero di acacia, subito questo emette della gomma». I fratelli allora<br />
replicarono: «Che significa questa parola?». Egli disse: «Immaginiamo che l’uomo di<br />
Dio sia una vigna; se si prende il frutto e lo si comprime, non esce altro che vino dolce;<br />
cioè, se un fedele è oppresso da un pensiero non produce altro che la soavità delle<br />
parole di Dio nella Scrittura. L’uomo carnale ed irascibile, invece, non produce che<br />
amarezza e parole inutili a quei fedeli che dovrebbero sopportare qualunque cosa possa<br />
venire loro da parte di Dio. Ve lo assicuro, fratelli, anche io che vi parlo in questo<br />
modo, ho un forte timore di venir meno davanti a Dio mostrandomi impotente di fronte<br />
alle lotte terribili che mi fa il nemico. Sta scritto infatti: Per tutto il giorno si sono<br />
accaniti su di me. Sono caduti anche alcuni angeli, altri sia tra i profeti, sia tra gli<br />
apostoli che avevano seguito nostro Signore Gesù, come Giuda e coloro che Paolo,<br />
negli Atti, separa dai buoni : noi, fratelli miei, cerchiamo invece di mettere in pratica la<br />
parola di Salomone: Il tuo cuore non invidi i peccatori, ma abbondi nell’amor di Dio, e<br />
viva sempre nel timore del Signore».<br />
188. La maggior parte dei fratelli interrogava spesso Teodoro sulle parole da lui<br />
pronunziate, se non ne avevano compreso il significato. Quando, seduto, faceva ai<br />
fratelli la catechesi, spesso gli chiedevano la spiegazione di molte sentenze, perché non<br />
le comprendevano a causa della loro profondità. Quando invece stava in piedi, nessuno<br />
lo interrogava, tranne l’interprete, conformemente alla regola stabilita fin dall’inizio;<br />
per questo i fratelli stavano in piedi molto coscienziosamente, attenti alle sue parole.<br />
Erano disposti casa per casa, secondo la categoria e il rango di ciascuno: il capocasa<br />
stava in piedi davanti ai fratelli, mentre i secondi stavano dietro, sorvegliando se per<br />
caso qualcuno fosse assente; se ne stavano così in piedi secondo la regola, attenti alla<br />
parola di Dio. Ed era una meraviglia vedere come si infiammavano all’udire la parola di<br />
Dio che Teodoro esponeva. I fratelli della congregazione assomigliavano ad una<br />
riunione di angeli, in piedi gli uni accanto agli altri, ciascuno ascoltando i propri difetti e<br />
le proprie virtù. Alcuni avevano gli occhi pieni di lacrime, a causa dei rimproveri che li<br />
riguardavano e prendevano davanti a Dio la decisione di presentarsi puri ai suoi occhi;<br />
altri, che avevano la coscienza tranquilla perché procedevano secondo le loro forze nella<br />
retta via, venivano stimolati dalla parola di Dio a maggiori esercizi per piacere al<br />
Signore. Quando Teodoro aveva finito di fare la catechesi, la maggior parte si prostrava<br />
pregando e piangendo, e diceva tra sé: «Non siamo degni di restare in piedi a pregare<br />
con i fratelli».<br />
189. Si rivolse poi di nuovo a loro, dicendo: «Consideriamo le importanti garanzie che,<br />
nella sua lettera pasquale di quest’anno, ci ha dato per iscritto il nostro beato padre apa<br />
Atanasio, il santo arcivescovo di Alessandria. Ha compilato il canone dei libri delle<br />
sante scritture, e quello del loro numero, poiché anch’egli è figlio dei santi apostoli, e si<br />
prende buona cura del gregge del Signore, dando loro il cibo a tempo opportuno.<br />
Nell’ascoltare questa lettera, mi sono sentito pieno di gioia e di ammirazione. Di gioia,<br />
prima di tutto, pensando alla parola lasciata un giorno dal Signore come testamento ai