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in cui non c’è macchia». I fratelli ammirarono la fiducia in Dio del nostro padre<br />
Teodoro, e la sua sicurezza nelle buone opere; poi vogarono sulla loro barca in<br />
direzione nord.<br />
Visita ad Antonio<br />
126. Quando raggiunsero la montagna di Tilog, chiesero del beato apa Antonio,<br />
l’anacoreta; furono informati che giaceva malato nel suo monastero sulla montagna<br />
esterna. Subito tirarono in secco la barca e salirono per fargli visita. Informato che i<br />
fratelli della congregazione erano là per vederlo, sentendo il loro nome, Apa Antonio si<br />
alzò, facendosi aiutare da uno dei suoi assistenti; infatti era malato di vecchiaia. I<br />
fratelli, che erano presso di lui, si stupirono, poi io sollevarono; apa Antonio si mise a<br />
camminare per andare loro incontro fino alla porta del monastero, dove li abbracciò con<br />
un casto bacio.<br />
Apa Teodoro gli prese la mano destra, mentre apa Zaccheo gli prendeva la sinistra;<br />
avanzarono con lui, seguiti dagli altri fratelli, finché giunsero al locale dove era il suo<br />
giaciglio. Poi pregarono e si sedettero: tutti i fratelli si sedettero insieme a lui, il cui viso<br />
emanava una grande gioia, come quello degli angeli di Dio. Allora egli cominciò a<br />
rivolgere loro la parola, dicendo: «Non affliggetevi, fratelli, perché il giusto apa<br />
Pacomio è morto; non siete il suo corpo e non partecipate del suo spirito? Sono stato<br />
molto tormentato dal desiderio di vederlo mentre era ancora vivo, e forse non ne ero<br />
degno; perché il fatto di aver riunito delle anime intorno a sé, per offrirle pure al<br />
Signore, dimostra che ci è superiore e che la via che egli ha seguito, la via della<br />
congregazione, è la via apostolica». Apa Teodoro rispose con cortesia : «Tu sei molto<br />
più giusto, ultimo dei profeti!». Apa Zaccheo non poté più contenersi, e gli rispose<br />
sbalordito: «Certo tu ci inganni! Se la vita comune nella quale ha camminato nostro<br />
padre è la strada superiore, degli apostoli, perché non hai vissuto anche tu in comunità,<br />
e non hai nutrito una gran folla di anime, come dici? Noi sappiamo che sei un giusto,<br />
perfetto in ogni opera buona. Dio sa che il nostro padre non cessava di parlarci di te in<br />
ogni momento, portando la tua vita ad esempio, quando era tra noi con il corpo».<br />
127. Apa Antonio rispose: «Ti convincerò della cosa che mi hai chiesto, piccolo<br />
Zaccheo» – era infatti di bassa statura –. «All’epoca in cui mi sono fatto monaco, non<br />
c’era sulla terra alcun cenobio, perché potessi vivere in comunità; c’erano soltanto<br />
persone che si ritiravano in disparte, un po’ fuori del villaggio: ecco perché anch’io ho<br />
vissuto una vita anacoretica. Più tardi, quando apparve sulla terra, la via apostolica, cioè<br />
l’opera iniziata dal nostro potente apa Pacomio, divenne il porto per ognuno che si<br />
trovasse in pericolo a causa di colui che è brigante dalle origini. Ora, se anch’io volessi<br />
riunire una comunità, non lo potrei, per non essermi messo fin dall’inizio in questo<br />
lavoro, e non aver acquistato ciò di cui c’è bisogno per agire con ciascuno. D’altra<br />
parte, se volessi entrare in una comunità di questo genere, e abitare con i fratelli<br />
praticando la sottomissione, non lo potrei, perché sono di età avanzata; ecco perché ho<br />
preferito restare come sono. Quando partivo dalla montagna per fare visita ai fratelli,<br />
tutto ciò che desideravo era questo: intrattenermi con l’uno e l’altro fratello,<br />
confortandolo con la parola di Dio, per averne una ricompensa di fronte al Signore. In<br />
effetti, ve l’assicuro, tutto il mio zelo è occupato nel salvare anche una sola anima nel<br />
Signore, con il mio lavoro. Poi, non mi si lasciò agire come volevo: quando si sapeva