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Secondo viaggio ad Alessandria di Zaccheo e Teodoro<br />
125. Navigarono in direzione del nord, finché raggiunsero la città di Antinoè. Là fu loro<br />
requisita la barca. I fratelli piansero e si afflissero molto. Dicevano: «Ecco veramente la<br />
prova che Dio ci ha dimenticati, in seguito al decesso del nostro padre: mentre era<br />
ancora tra noi, con il corpo, non ci era mai successa una simile avventura». Apa<br />
Teodoro rispose incoraggiandoli: «Non abbiate paura, fratelli miei, perché il Signore<br />
Dio, che è con tutti i santi e con il nostro padre, è con noi. Quando un uomo è amico di<br />
un re, anche se è lontano, non teme nessuno, perché è amico del re; e non soltanto<br />
nessuno potrà fargli del male, ma molti si inchineranno a lui per averne vantaggio,<br />
perché sanno che il re gli vuoi bene; poi, se abbandona per qualche tempo la sua città e<br />
se ne va nella città del re, non trarrà dalla sua vicinanza una sicurezza maggiore? E si<br />
tratta di un re di questo mondo! E noi, se ii Re dei re, il Signore dell’universo, ci<br />
accordava grandi benefici, quando nostro padre era sulla terra, per le preghiere e le<br />
suppliche che sempre gli rivolgeva a nostro favore; ora che è vicino a Dio, egli non lo<br />
esaudirà di più, visto che abita le tende dei giusti? Infatti, anche se Dio ci mette alla<br />
prova senza portarci aiuto, non è segno di fede robusta il dire: Dio ci ha abbandonato,<br />
perché ci hanno requisito la barca. Che cosa diremmo mai, se le autorità della terra ci<br />
esiliassero fino a ridurci in schiavitù, come Daniele e i suoi compagni, riguardo ai quali<br />
è stato detto: Abitavano alla corte dell’empio re Nabucodonosor, di cui erano schiavi?<br />
Gli erano soggetti in tutto, tranne ciò che era peccato contro Dio. In seguito, quando il<br />
re costruì una statua d’oro, disse loro: Se non l’adorate, vi punirò, ma essi preferirono<br />
abbandonare i loro corpi al fuoco, piuttosto che rinnegare il Dio dei loro padri. Perciò<br />
anche il beato apostolo Pietro dice: Umiliatevi davanti ad ogni creatura per Dio, sia il<br />
re perché è il sovrano, sia il governatore perché delegato da lui a punire i malfattori e<br />
per l’onore di coloro che fanno il bene. Ci sottomettiamo a costoro, affinché il timore<br />
del Signore regni in noi, perché non venga rinnegato e non si pecchi contro di lui, a<br />
causa degli uomini oggi costituiti in autorità temporale. È conforme anche alla parola<br />
del beato Paolo: Sforzatevi, se è possibile, di essere in pace con tutti. Dicendo se<br />
possibile, ci viene indicato chiaramente questo: se tu non pecchi contro Dio facendo<br />
pace, allora fai pace con chiunque; ma se si tratta di eretico o di un altro individuo, e se<br />
tu pecchi contro Dio facendo pace con lui, fuggi ben lontano, come chi fugge davanti al<br />
serpente, per non morire del suo veleno».<br />
I fratelli, ascoltando queste parole dalla bocca di apa Teodoro, furono molto consolati.<br />
Alla sera di quel giorno, Teodoro disse ai fratelli: «Alziamoci e preghiamo il Signore,<br />
che ci salverà da quelli che ci fanno il male». Essi si alzarono e levarono al Signore<br />
grandi suppliche, così da prolungare la preghiera fino a mezzanotte. Il mattino del<br />
giorno dopo, il comandante riunì tutti i suoi-ufficiali e parlò loro così: «Questa notte ho<br />
visto delle cose spaventose, al punto che è mancato poco che mi fosse strappata via<br />
l’anima. Forse questo mi è successo per la barca dei Tabennesioti, che avete requisita.<br />
Correte, restituitela, perché sono servi di Dio». Subito i servi del comandante corsero<br />
l’uno dietro l’altro, a ricevere la benedizione dei fratelli e a restituire loro la barca. Apa<br />
Teodoro le fece fare un mezzo giro e poi disse ai fratelli: «Vedete come la bontà divina<br />
ci ha accordato questo favore. Infatti, non è per le nostre buone maniere che siamo stati<br />
trattati così, ma per il defunto nostro padre, che se ne è andato ai piedi di Dio, e anche<br />
per le preghiere del nostro santo padre attualmente tra noi, apa Petronio, l’uomo giusto