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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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saranno negligenti, tu li riporterai alla legge del Signore? Mi ha forse voluto dire che,<br />

dopo qualche tempo, i fratelli mi saranno riaffidati? Non lo so». Mentre Teodoro<br />

rifletteva tra sé, il nostro padre gli disse: «Non essere indeciso, non essere pusillanime;<br />

infatti, si tratta non solo di quello che ti ho detto, ma anche di quello che pensi dentro di<br />

te». Teodoro gli rispose piangendo: «Bene».<br />

123. Dopo aver detto così, il nostro padre si assopì un momento e non parlò più a<br />

nessuno. In seguito si segnò tre volte con la mano, e immediatamente aprì la bocca,<br />

rendendo l’anima il quattordici del mese di pasons, alla decima ora del giorno. In quel<br />

momento, il locale fu sconvolto, al punto che tremò per tre volte. Molti anziani, che<br />

avevano frequenti visioni, raccontarono: «Abbiamo visto schiere di angeli, le une al di<br />

sopra delle altre, che lo contemplavano; poi lo precedettero cantando con grande<br />

allegria finché fu ricevuto nel suo luogo di riposo; e fu così che il locale nel quale morì<br />

esalò un dolce profumo per molti giorni» Teodoro tenne le mani sugli occhi del nostro<br />

padre Pacomio, per chiuderglieli, come Giuseppe, riguardo al quale disse il Signore a<br />

Giacobbe: Non temere di scendere in Egitto, perché ti farò diventare una grande<br />

nazione; io scenderò con te, ti farò uscire di là, e Giuseppe poserà la mano sui tuoi<br />

occhi. Tutti i fratelli si precipitarono su di lui piangendo: gli baciarono la bocca e tutto il<br />

santo corpo.<br />

Passarono il resto del giorno e tutta la notte a recitare lezioni intorno a lui e davanti<br />

all’altare. Finita la sinassi del mattino, prepararono per la sepoltura il suo santo corpo<br />

come quello degli altri fratelli, poi offrirono per lui la prosfora. Dopo di ciò io<br />

precedettero salmodiando, mentre lo si portava sulla montagna e lo si inumava, il<br />

quindici di pasons. Molti fratelli ritornarono dalla montagna in grande abbattimento e<br />

con atteggiamento umile; molti tra loro dicevano: «Oggi veramente siamo diventati<br />

orfani».<br />

Discesi dalla montagna, Teodoro prese con sé tre fratelli: quella notte tolsero il corpo<br />

dal luogo dove era stato sepolto e lo deposero insieme ad apa Pafnuzio, fratello di<br />

Teodoro e contabile della congregazione. E fino ad oggi nessuno conosce il punto in cui<br />

si trova. Aveva sessant’anni; si fece monaco a ventun’anni, gli altri trentanove li passò<br />

come monaco. Infatti il Signore, visto che egli aveva crocefisso la propria carne fino al<br />

compimento della sua volontà, volle accordargli il riposo: lo prese con sé, e non permise<br />

che conducesse una esistenza lunga, al punto di arrivare ad una debolezza del corpo<br />

maggiore di quanto desiderava.<br />

Governo di Petronio<br />

124. Il nostro padre apa Petronio era a letto malato, e dirigeva i fratelli in tutto ciò su cui<br />

lo interrogavano, secondo le regole. Saputo che i fratelli sarebbero partiti quell’anno per<br />

far visita all’arcivescovo di Alessandria e per acquistare le cose necessarie ai malati,<br />

chiamò Teodoro e lo mandò con gli altri fratelli per il servizio dei monasteri; gli diede<br />

anche una lettera indirizzata all’arcivescovo, riguardante la morte del nostro padre<br />

Pacomio. Abbracciò Teodoro e i fratelli, e disse loro: «Salutatemi molto il padre della<br />

fede; anch’io vi saluto, perché senza dubbio non ci rivedremo se non insieme al nostro<br />

padre e agli altri compagni». I fratelli lo lasciarono e si imbarcarono con tristezza,<br />

perché aveva detto: «Non mi rivedrete più».

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