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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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uscì dal malato. Questi fu guarito dalla potenza di Cristo e dalle preghiere di nostro<br />

padre Pacomio. Tutti i presenti, alla vista di tale spettacolo, resero gloria a Dio e a<br />

nostro padre Pacomio.<br />

110. Gli fu condotto da un monastero un fratello tentato da un demonio. Quando<br />

Pacomio lo interrogò, questi rispose perfettamente, come se non fosse affatto posseduto<br />

dal demonio. Pacomio si rivolse ai fratelli, che glielo avevano condotto: «Vi dico che il<br />

demonio si nasconde in lui per non parlarmi con la sua voce. Esaminerò dunque il suo<br />

corpo per sapere in quale delle membra si nasconde». Mentre ne esaminava il corpo,<br />

toccò le dita della mano e disse ai fratelli: «Ecco la via d’accesso del demonio: l’ho<br />

trovata nelle dita della mano». Giunto al collo, dove si celava il demonio, questi emise<br />

un gran grido e l’uomo tremò violentemente: quattro uomini riuscivano a stento a<br />

trattenerlo. Il nostro padre Pacomio afferrò la parte del corpo dove stava il demonio e<br />

pregò Cristo per quel fratello, affinché fosse guarito. Mentre pregava, il demonio uscì, e<br />

l’uomo fu immediatamente ristabilito, grazie alle preghiere del nostro padre. Tutti i<br />

fratelli, che avevano visto il fatto, resero gloria al Signore nelle meraviglie che<br />

manifesta per mezzo dei suoi santi.<br />

111. Ancora, arrivò alla portineria del monastero un uomo per farsi monaco. Aveva in<br />

sé un demonio che lo agitava frequentemente, ma l’uomo era onesto e molto umile.<br />

Nostro padre Pacomio, dopo averlo guardato in viso, vide il demonio che era in lui: lo<br />

prese subito in disparte e pregò il Signore, affinché lo guarisse. Lo spirito impuro<br />

rispose dicendo «Tu, Pacomio, che hai da tare con me? Cerchi di cacciarmi via da<br />

quest’uomo? Gli impedisco forse di fare tutta la volontà di Dio? Il Signore stesso mi ha<br />

assegnato questa dimora fino alla morte di costui. Se tu continui a cercare di cacciarmi,<br />

io non ti disobbedirò, ne uscirò, ma dopo averlo ucciso: mi è stato infatti dato il potere<br />

di trattarlo così». Nostro padre Pacomio, udendo ciò, si mise a pregare di nuovo il<br />

Signore perché lo guarisse da quel demonio perverso. Mentre pregava gli apparve<br />

l’angelo del Signore e gli disse: «Smetti di pregare, Pacomio, perché il Signore lo ha<br />

colpito così per salvarlo. Se guarisce, perderà molto». Finita la preghiera, Pacomio fece<br />

venire il fratello e gli disse: «Non inquietarti di questo demonio: il Signore te l’ha dato<br />

per la tua salvezza. Ora ringrazialo e digli: Sii benedetto, Signore, che lavori per la mia<br />

salvezza».<br />

Da quel giorno, Pacomio diceva a quanti lo venivano a trovare con quella malattia,<br />

quando sapeva che la guarigione non sarebbe stata utile: «Questo avviene per la vostra<br />

salvezza, perciò rendete grazie al Signore, per meritare la vita eterna».<br />

112. Nel monastero, si trovava un fratello che era malato ogni tre giorni: si presentò al<br />

nostro padre apa Pacomio e pianse davanti a lui, pregandolo: «Tu guarisci molti<br />

secolari, e non preghi il Signore per me, affinché io possa riposare da questa penosa<br />

malattia!». Pacomio rispose così: «Quanto agli uomini affetti da questa malattia, è la<br />

fede a guarirne i corpi; poi una volta guariti, essi inclinano al male. La fede dei servitori<br />

del Signore è nel riposo che non fa perire e che il Signore accorderà loro nel secolo<br />

futuro, cosicché, senza bisogno di malattie o di altre difficoltà, s’incamminano verso la<br />

croce senza tregua; infatti, sta scritto nel Vangelo: Chi ama la sua vita la perderà; e chi<br />

la odia, la conserva per la vita eterna». Quando il malato ebbe udito queste cose<br />

dall’uomo di Dio, ne fu grandemente consolato. Dopo qualche tempo, vedendo che la

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