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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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carne!». Poi si ritirò per non mangiare più fino all’indomani. Il giovane Pacomio gettò<br />

via il sale con l’olio e, preso quello che conteneva cenere, pregò umilmente l’anziano:<br />

«Perdonami, reverendo Padre, alzati e mangia». Allora il santo vecchio giurò: «Non<br />

fosse stato per la lampada del santuario e per poter lavorare la lana, non avrei mai<br />

sopportato olio in casa mia». Pacomio rispose: «Padre santo, perdonami, sono io che ho<br />

sbagliato». Allora l’anziano si alzò. Mangiarono un poco, mentre le lacrime rigavano<br />

loro le guance.<br />

12. Il giovane Pacomio, osservato il coraggio dell’anziano apa Palamone, prese<br />

l’abitudine di allontanarsi spesso dalla casa, di recarsi presso tombe piene di morti e di<br />

passarvi tutta la notte, dalla sera al mattino, pregando davanti al Signore Gesù, cosicché<br />

il suolo su cui si teneva in piedi diventava come fango a causa dell’abbondante sudore<br />

del suo corpo.<br />

Dopo quattro anni, Pacomio ebbe di nuovo la visione di prima: la rugiada dal cielo<br />

discendeva su di lui, cadeva e riempiva la superficie della terra. Vide ugualmente delle<br />

chiavi che gli venivano date in segreto. Venuto il mattino, informò il santo anziano apa<br />

Palamone della visione che aveva avuta. Questi rimase molto perplesso e disse: «C’è un<br />

senso profondo nell’interpretazione di questo racconto, Pacomio, figlio mio; in ogni<br />

cosa sia fatta la volontà di Dio».<br />

13. Accadde un giorno, all’Epifania, che Pacomio, ritornando dalla foresta di acacie,<br />

guardò e vide che l’anziano faceva bollire una pentola, dentro di sé si domandò con<br />

stupore: «Che cosa fa cuocere oggi l’anziano?». Poco dopo questi disse: «Pacomio,<br />

presto, porta il piatto». Dopo che Pacomio l’ebbe portato, scoprì la pentola e la vuotò<br />

nel piatto: non c’erano che fichi duri! Infatti c’era in quel luogo un grande fico, che essi<br />

innaffiavano in vista di un eventuale bisogno dei malati. Si alzarono, pregarono e<br />

mangiarono, ringraziando il Signore, perché l’amaro diventa dolce per chi ha molta<br />

fame.<br />

Sorte di un asceta presuntuoso<br />

14. Accadde pure che un giorno, mentre erano seduti intorno ad un braciere ardente,<br />

lavorando e recitando a mente la Sacra Scrittura, si presentò alla porta un fratello che<br />

abitava in una casa vicina. Subito Pacomio si alzò per aprirgli. Appena entrato, il<br />

fratello parlò con orgoglio; alla vista del braciere, il suo cuore fu invaso dal demonio e<br />

disse loro: «Voi vi vantate di essere degli asceti davanti a Dio? Ebbene, chi di voi ha<br />

fede, si alzi, stia in piedi sul braciere e reciti la preghiera del Vangelo». Il santo anziano<br />

apa Palamone, irritato gli rispose: «Sia maledetto il demonio che ha messo nel tuo cuore<br />

questa cattiva e vana idea; per ora ciò ti basti». Ma egli non obbedì al santo anziano,<br />

anzi, grazie a colui che agiva in lui mediante l’orgoglio, salì sul braciere ardente e recitò<br />

la preghiera; i suoi piedi non subirono alcun danno. Si rimise subito in cammino molto<br />

orgogliosamente, fino a casa sua.<br />

Pacomio disse allora all’anziano: «Padre, il Signore sa che ho ammirato questo fratello<br />

salito su tutto quel fuoco senza bruciarsi!». Il beato apa Palamone così rispose: «Figlio<br />

mio, non ammirare quest’uomo: è stato senza dubbio il Signore a permettere che, per<br />

l’intervento del demonio, i suoi piedi non si bruciassero, secondo ciò che sta scritto: A

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