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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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ingrato verso la tua Maestà e la tua Munificenza, ha scelto di diventare un vaso del<br />

diavolo, invece di vaso di elezione, e dimora del tuo Spirito Santo che salva chiunque;<br />

ha commesso un omicidio nella tua casa, accettando i pensieri perversi ispirati<br />

dall’astuto demonio, di cui è divenuto figlio. Eppure non ignora le Scritture, che io<br />

posso citare a suo proposito, conosce la tua vera scienza ed insegna persino agli altri a<br />

procedere secondo la tua divina volontà! Gli stessi peccati e le stesse impurità che fa<br />

evitare agli altri, sono proprio quelle in cui vive, che commette e consuma come un<br />

empio: per questo merita la morte. Ma io non posso fargli alcun male<br />

indipendentemente dalla tua santa volontà. Perciò, Dio di tutti i santi, dal momento che<br />

mi hai rivelato le sue detestabili iniquità, dimmi cosa devo fargli». Mentre pregava, gli<br />

apparve un angelo del Signore, dall’aspetto terribile, e aveva in mano una spada<br />

sguainata; disse a nostro padre: «Dal momento che Dio ha cancellato il suo nome dal<br />

libro della vita, anche tu caccialo di mezzo ai fratelli, perché non sono ignoranti; ma<br />

anche agli ignoranti le impurità di questo genere appaiono come abominazioni davanti a<br />

Dio». Al mattino, Pacomio li rivestì di abiti secolari, e disse: «Andate a vivere secondo<br />

le abitudini che avete preso», e li cacciò. Si era compiuta così per loro la parola del<br />

profeta: Li caccerò dalla mia casa e non li amerò più.<br />

Poi, sedutosi, rivolse la parola di Dio ai fratelli, ricordando le negligenze di coloro che<br />

aveva dovuto cacciare; ispirava loro il timore, piangendo abbondantemente sulla<br />

disgrazia delle abominazioni che avevano commesso giorno e notte davanti a Dio Poi<br />

pregò in piedi con tutti loro; e ciascuno ritornò nella propria dimora, recitando<br />

tranquillamente la parola di Dio. Il nostro padre Pacomio partì verso Pbow insieme ai<br />

fratelli che erano venuti per la raccolta della canapa, recitando la parola di Dio.<br />

Guarigioni di malati ed indemoniati<br />

109. Il giorno dopo, fu condotto alla porta del monastero un indemoniato, che soffriva<br />

molto. Il fratello portinaio lo annunciò al nostro padre, che subito uscì, accompagnato<br />

da due fratelli. Accostatosi al malato, chiese a coloro che lo accompagnavano: «Qual è<br />

il suo nome?». L’indemoniato rispose: «Cento è il mio nome». Nostro padre Pacomio<br />

gli ribatte: «Buono a nulla, dove hai imparato il valore di cento?». Con la faccia a terra,<br />

l’indemoniato rispose: «Con questo nome tu mi hai afferrato». Pacomio gli domandò:<br />

«Dove sei andato a bere acqua?». Gli rispose: «Nel mare». E il nostro padre: «Spirito<br />

impuro, dimmi la verità, dove sei andato a bere?». Quello rispose umilmente: «Sono<br />

andato a bere in mare nel fondo». E allora il nostro padre: «Dimmi, chi ti ha dato il<br />

permesso di entrare in quest’uomo per tormentarlo?». Lo spirito impuro rispose: «Colui<br />

che è stato crocefisso: è lui che mi ha dato potere su quest’uomo». Il nostro padre gli<br />

rispose per la quinta volta: «Spirito perverso, se è lui che ti ha dato questo potere,<br />

mostrami i chiodi piantati sul crocefisso». A queste parole il demonio digrignò i denti<br />

dicendo: «Mi hai vinto e confuso anche in questo». Allora il padre giusto stese le<br />

braccia e invocò Dio tra grandi preghiere e abbondanti lacrime, dicendo: «Ti prego, mio<br />

Gesù Cristo, per il tuo servo; nella tua abbondante misericordia, o amante degli uomini,<br />

getta uno sguardo su di lui e guariscilo da questo demonio perverso, perché egli è stato<br />

creato a tua immagine e somiglianza; a te solo, infatti, spettano la gloria, l’onore e la<br />

potenza, insieme con il tuo buon Padre e lo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei<br />

secoli. Amen». Quando ebbe pronunziato l’«amen», segnò l’indemoniato con il nome<br />

del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; poi rimproverò lo spirito impuro, che subito

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