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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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Quando avrò finito di osservare tutto ciò che mi è stato ordinato, avrò appena meritato<br />

di avere la vita e sfuggire al fuoco inestinguibile e al verme instancabile dei castighi. Se<br />

dei fratelli ti vedessero praticare l’ascesi e ti elogiassero, senza conoscere le iniquità che<br />

hai commesso, dovrai dirti tra le lacrime: Signor mio Gesù, se sapessero quali azioni<br />

cattive ho commesso giorno e notte, e quali impurità e abominazioni commetto ancora,<br />

non soltanto non mi rivolgerebbero parole di elogio, ma non mi rivolgerebbero neppure<br />

uno sguardo, a causa del cattivo odore dei peccati commessi. Considera bene e stai in<br />

guardia; non permettere che alcun pensiero d’orgoglio e di vanagloria riempia il tuo<br />

spirito, per non aggiungere peccato a peccato, e venir gettato nei tormenti eterni. Se<br />

qualcuno ti insulta o ti fa del male, sopporta con gratitudine e pensa: Ho suscitato<br />

spesso la collera di Dio con le mie azioni perverse ed abominevoli. Sii sottomesso ed<br />

obbediente ai tuoi fratelli, in umiltà e mansuetudine e senza mormorare, secondo le<br />

regole che ci sono imposte nella congregazione, affinché Dio, vedendo la tua umiltà e i<br />

tuoi sforzi, ti perdoni i peccati, le iniquità e le abominazioni che hai commesso giorno e<br />

notte, e non ti getti nei castighi eterni. Fai tutto nel timore del Signore: non fare nulla<br />

per la gloria umana, per paura che la tua fatica sia vana, e il diavolo ti domini ancora e<br />

tu sia di nuovo al suo servizio».<br />

Costui, dopo aver inteso tutto ciò dalla bocca del nostro padre Pacomio, si diede a<br />

grandi ascesi, cosicché tutti i fratelli ammiravano i suoi sforzi; nessuno sapeva che era<br />

stato il nostro padre a raccomandargli tali esercizi, ma credevano che li facesse<br />

spontaneamente. Non vi era nessuno che sapesse delle impurità che aveva commesso<br />

prima di farsi monaco, tranne il nostro padre Pacomio e il fratello che lo aveva condotto<br />

da Alessandria. Pacomio, uomo veramente giusto, aveva proibito al fratello di farne<br />

parola con chiunque. Questo alessandrino era giovane robusto: passò nove anni<br />

dedicandosi a grandi ascesi, ma senza temere il Signore e senza pentimento; si dava<br />

ancora in preda a cattive passioni e a piaceri abominevoli.<br />

Trascorsi nove anni in tale ascesi costante, di nuovo, secondo la sua inclinazione<br />

impura, si lasciò andare a tendere tranello ad un’anima, per ucciderla. Il nostro padre,<br />

che ne era al corrente, grazie allo Spirito che risiedeva in lui, vide il demonio<br />

nell’uomo, che aveva accettato i cattivi pensieri e che aveva cominciato a compiere<br />

grandi e detestabili iniquità, per consiglio di suo padre, il diavolo. Allora lo chiamò in<br />

mezzo ai fratelli e lo interrogò su quanto gli era venuto in mente di compiere, senza<br />

riguardo al Dio vivente. Egli si turbò, al vedere il timore di Dio sul volto di nostro padre<br />

e confessò subito il peccato che aveva acconsentito a commettere. Il nostro padre<br />

immediatamente lo cacciò dalla comunità, e i fratelli, udito ciò, pieni di rispetto per la<br />

grazia di Dio, che dimorava in nostro padre Pacomio, glorificarono il Signore.<br />

108. Un altro giorno, il nostro padre Pacomio, insieme ad alcuni fratelli, andava verso<br />

sud alla raccolta della canapa. Giunti all’altezza di Tabennesi, desiderò visitare i fratelli.<br />

Dopo aver fatto la preghiera e averli abbracciati tutti, si accorse che alcuni erano feriti<br />

da un peccato diabolico. La notte, invocò il Signore per loro, dicendo: «Signore Dio<br />

onnipotente, padre del nostro Signor Gesù Cristo, tu che sei benedetto, tu hai fondato<br />

questo luogo santo, cioè questa santa congregazione, prestabilita già dai nostri padri, i<br />

santi apostoli, che hai scelto ed amato... In essa ci hai collocato per vivere in piena<br />

purità, per glorificare e benedire il tuo nome dei secoli dei secoli, amen. Preghiamo la<br />

tua Maestà e la tua Carità, o Dio, per questo miserabile che è tra noi: si è mostrato

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