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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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così sulle orme di Pacomio, fino al giorno della sua morte. Quando il nostro padre lo<br />

mandava a visitare i fratelli, Teodoro, seduto, rivolgeva loro la parola di Dio.<br />

Austerità di Pacomio e dei fratelli<br />

98. Quando i fratelli vedevano Pacomio sedersi a terra o in una posizione scomoda, gli<br />

portavano qualcosa perché vi si sedesse sopra. Ma egli rifiutava e diceva: «Finché il mio<br />

corpo è sano non lo farò: temo di essere ridotto a servire nel secolo futuro, al cospetto di<br />

tutti, per aver cercato i comodi del corpo. È scritto infatti nel santo Vangelo: Chi fra voi<br />

vuole diventare grande, si faccia servitore di tutti; e ancora: Il Figlio dell’uomo non è<br />

venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua anima per la salvezza di molti.<br />

Ciò che conta dunque è farsi servitori gli uni degli altri, e non essere serviti».<br />

A proposito di scorpioni, serpenti e delle altre fiere, aveva dato istruzione ai fratelli di<br />

non avere paura, nel calpestarli, e diceva: «So tutto ciò che ho fatto, prima che me ne<br />

fosse rivelata la scienza». Se uno scorpione lo pungeva durante il lavoro, e gli faceva<br />

male, non smetteva di lavorare e considerava questo dolore come uno di quelli che<br />

sopportava per Cristo. Se veniva punto verso sera, rimaneva in piedi e pregava sino alla<br />

guarigione, dicendo: «Non c’è rimedio efficace come il nome del Signore».<br />

Un giorno che stava in piedi durante la sinassi del mattino e rivolgeva la Parola di Dio,<br />

guardò verso il portico e scorse uno spirito delle tenebre che vi si nascondeva. Ora,<br />

sopra la sua testa, c’era un’apertura, chiusa da una stuoia, sulla quale si trovavano due<br />

mattoni. Quando uno dei fratelli tirò la corda attaccata alla stuoia, per aprire lo spiraglio<br />

e rischiarare la sinassi, i mattoni caddero sulla testa del nostro padre. Tutti si<br />

spaventarono e si misero a gridare, credendo che si fosse rotto la testa. Ma l’uomo di<br />

Dio, che aveva capito che stava per succedergli qualcosa, si mise le mani sulla testa e<br />

sopportò il colpo con gratitudine, facendo cenno ai fratelli di far silenzio. Poco dopo gli<br />

chiesero: «Ti si è rotta la testa?». Egli rispose: «Prima del colpo la testa mi faceva male,<br />

ma ora non sento più nulla». Aveva risposto così ricordandosi della parola<br />

dell’Apostolo: In ogni cosa, rendete grazie; sapeva che nulla poteva capitargli senza il<br />

permesso di Dio.<br />

Durante la mietitura con i fratelli, la sera rivolse loro la parola di Dio. Mentre parlava,<br />

due serpenti vennero ad avvolgerglisi intorno ai piedi. Egli non li guardò neppure, e<br />

neppure spostò i piedi da dove si trovavano. Finito di parlare, pregarono e ognuno tornò<br />

poi alla sua casa. Egli chiese che gli si portasse una lampada e, alla luce di essa, vide i<br />

serpenti avvolti intorno ai suoi piedi; li uccise subito e rese gloria a Dio che salva<br />

coloro che sperano in lui.<br />

99. Un certo Paolo, grande asceta, durante la notte, stando in piedi, faceva le sue<br />

recitazioni. Uno scorpione gli punse un piede. Egli non smise di pregare, dalla sera alla<br />

mattina, tanto che stava per morire in seguito all’azione del veleno, che era quasi<br />

arrivato fino al cuore. Gridava davanti al Signore: «Non smetterò di pregarti, finché non<br />

mi avrai guarito dal cattivo veleno di questa bestia. Se anche mi si infliggessero i<br />

tormenti delle persecuzioni, non ti rinnegherei mai». Così pazientò. Quando giunse il<br />

mattino, i fratelli si riunirono per vedere ai suoi piedi lo scorpione, che l’aveva punto,<br />

morto; e ne furono ammirati. Paolo aveva raccomandato ad alcuni fratelli di cui era il

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