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tutti i doni dello Spirito Santo, con l’aiuto che Dio gli ha sempre dato, in tutte le buone<br />
opere. Quanto a te, Teodoro, cerca di imitarlo; sii sempre riconoscente verso il Signore<br />
osservando i suoi comandamenti con tutto il cuore e non soccomberai più per nulla».<br />
Teodoro, ascoltando le parole e le parabole del nostro padre Pacomio, ammirava la<br />
grande scienza che era in lui. Grazie alla sua perseveranza e alla sua intelligenza,<br />
imparò la lingua egiziana. Quando Pacomio rivolgeva ai fratelli la parola di Dio,<br />
Teodoro se ne stava tutto sveglio e assetato di ciò che ascoltava dalla sua bocca; tornato<br />
poi alla sua dimora, ripeteva in greco, a quelli cui faceva da interprete, ciò che aveva<br />
udito, riscaldandoli come una nutrice riscalda i suoi piccoli . Li istruiva così con le vive<br />
parole del nostro padre e raccomandava loro di metterle in pratica e di custodirle bene<br />
nel cuore.<br />
Ecco quali furono, nella sua casa, le primizie dei frutti: fra gli alessandrini, Aussonio il<br />
grande, un altro Aussonio, e un terzo di nome Neone. Fra i romani, Fermo e Romolo;<br />
l’armeno Domnio. Teodoro, il cittadino, esercitò le funzioni di capo-casa per tre anni,<br />
fino alla morte del nostro padre Pacomio. Traduceva tutti gli insegnamenti ascoltati<br />
dalla bocca di nostro padre; fece così anche al tempo di Orsiesi fino al giorno in cui Dio<br />
lo visitò.<br />
Discernimento di Pacomio<br />
92. A Pbow, vivevano dieci fratelli anziani, grandi asceti e puri di corpo, ma che<br />
mormoravano spesso contro nostro padre Pacomio a causa delle parole, che rivolgeva<br />
loro a correzione e salvezza delle loro anime. L’uomo di Dio, Pacomio, faceva per loro<br />
veglie, suppliche e digiuni, davanti al Signore, finché si pentirono e si corressero di tutti<br />
i difetti. Morirono poi tutti nella pace del Signore. Amen.<br />
93. Un altro giorno, uno dei fratelli morì. Il nostro padre non permise ai fratelli di<br />
cantare per lui né di benedirlo; fece invece bruciare le sue vesti e il suo abito in mezzo<br />
ai fratelli riuniti, inculcando loro il timore, così da non disprezzare mai la propria anima.<br />
Non sappiamo come mai l’avesse sopportato in un simile stato di peccato fino alla<br />
morte: ciò che sappiamo è che gli uomini di Dio non fanno mai nulla di dannoso e che,<br />
sia la loro severità che la loro bontà, si basano su una scienza perfetta e gradita a nostro<br />
Signore Gesù.<br />
La penitenza di Teodoro il grande<br />
94. Avvenne poi che il nostro padre Pacomio si ammalò a tal punto da trovarsi in<br />
pericolo di morte. Allora i padri delle comunità e i fratelli, che si trovavano a Pbow, si<br />
riunirono intorno a Teodoro e gli dissero: «Se il Signore viene a visitare nostro padre,<br />
accetta di metterti alla nostra testa e di diventare nostro padre al suo posto; bisogna che<br />
non siamo degli sventurati e che non ci disperdiamo come pecore senza pastore. E fra<br />
noi non c’è nessuno che conosca le sue virtù meglio di te». Teodoro non rispose<br />
neppure una parola perché, nella sua grande umiltà, non desiderava la carica di<br />
superiore, né la gloria vana di questo mondo. Ma i fratelli insistettero di nuovo, finché<br />
egli non acconsentì. Questa faccenda, che avevano combinato fra loro, non sfuggì a<br />
nostro padre Pacomio; quando si fu rimesso, disse ai fratelli: «Ciascuno dica in che cosa<br />
ha peccato; quanto a me, sono spesso negligente nella visita ai fratelli». Teodoro allora