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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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ispose: «La loro purità è considerevole sotto tutti gli aspetti e la loro scienza è altissima<br />

di fronte a chiunque». In quel momento, il padre teneva in mano un bastoncino con il<br />

quale picchiò due volte per terra dicendo: «Se si innaffia questo terreno e lo si concima,<br />

non ne nasceranno forse delle erbe? È così anche di questo corpo: se lo facciamo godere<br />

con cibi, bevande ed agi, gli sarà impossibile conservare la purità. La Sacra Scrittura<br />

dice infatti: Coloro che sono di Cristo hanno crocefisso la loro carne con le sue<br />

passioni e le sue concupiscenze».<br />

Inteso ciò, Teodoro rimase perplesso. Qualche tempo dopo, alcuni fratelli, come al<br />

solito, si recarono ad Alessandria. Tornati al sud, Teodoro li interrogò a proposito dei<br />

fratelli, che conducevano vita anacoretica: «Come vanno attualmente?». Lo<br />

informarono che alcuni erano stati sorpresi in peccato di impurità e che altri godevano<br />

di una cattiva reputazione presso i secolari per le loro sozzure. All’udire ciò, Teodoro<br />

ammirò le parole che aveva inteso dal nostro padre Pacomio, quando aveva paragonato<br />

la terra ai monaci che vivono comodamente. Subito si alzò, si prostrò e baciò i piedi del<br />

nostro padre in segno di ammirazione per la grande scienza di Dio che possedeva. In<br />

virtù di essa aveva predetto che è impossibile per coloro che mangiano e bevono,<br />

praticare una perfetta purità. E fu così che Teodoro si esercitò sempre di più, grazie al<br />

solido insegnamento che riceveva dalla bocca dell’uomo di Dio.<br />

Quando il nostro padre si fu reso conto che Teodoro aveva fatto progressi nella scienza<br />

di Dio, io nominò capocasa degli stranieri che venivano a farsi monaci; e si fece un<br />

dovere di comprendere la lingua greca, per poterli spesso esortare sulle Scritture e per<br />

poter insegnare a Teodoro la maniera di dirigere i fratelli posti ai suoi ordini.<br />

90. Un giorno, Pacomio, preso Teodoro in disparte, gli disse: «Se vedi qualcuno nella<br />

tua casa, negligente della sua salvezza, è cosa grave se non te ne occupi e trascuri di<br />

istruirlo perché guarisca e salvi la sua anima. Se però quello si irrita, lascialo in pace, in<br />

attesa che il Signore lo tocchi di compunzione. È come se qualcuno volesse togliere una<br />

spina dal piede di un uomo: se si estrae ed esce il sangue, egli ne è sollevato; se invece<br />

non si riesce a toglierla, ma si conficca sempre di più, si applica al piede una medicina:<br />

così, con pazienza, la spina esce da sé e l’uomo guarisce. È lo stesso nel caso di un<br />

uomo in preda alla collera, se chi ne ha cura io contraddice; se questi invece è paziente,<br />

gli procurerà gran giovamento. Quando si tratta di una colpa grave, avvertimi:<br />

applicherò io stesso il rimedio che Dio mi ispirerà. Abbi cura dei malati più che di te<br />

stesso. Sii sempre temperante. Cammina con la tua croce, più che i fratelli, poiché hai<br />

l’incarico di superiore. Sii per loro motivo di edificazione e modello in tutto. Se però<br />

non sei in grado di regolare una questione e non sei capace di risolvere le sue difficoltà,<br />

esponila a me, perché insieme troviamo la soluzione giusta e la mettiamo in pratica».<br />

91. Un giorno Teodoro interrogò il nostro padre Pacomio su Cornelio: «Sento dire che<br />

ha purificato il suo spirito a tal punto che non ha mai pensieri vani per tutta la durata<br />

della sinassi. Anch’io mi ci sono provato spesso, ma a stento; fra tante preghiere riesco<br />

a dime tre custodendomi dai pensieri, che mi assalgono lo spirito sotto tutte le forme».<br />

Pacomio rispose: «Voglio soddisfare il tuo desiderio narrandoti una parabola, perché tu<br />

abbia più coraggio. Se uno schiavo vede un uomo anche povero, ma libero, senza<br />

dubbio desidera avere la libertà come lui; e così se un povero vede un comandante,<br />

desidera avere anch’egli il comando; e se poi un comandante vede un re, desidera a sua<br />

volta diventare re come lui. Questo è il caso di Cornelio, che ha lottato per acquistare

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