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stranieri e romani conobbero il suo nome e vennero da lui a farsi monaci. L’uo mo di<br />
Dio li intratteneva, come una nutrice che scalda i suoi piccoli.<br />
Viveva ad Alessandria un certo Teodoro, giovane di anni, pagano e bene educato dai<br />
suoi genitori. Lo spirito di Dio lo spinse a farsi cristiano, ed egli prese questa<br />
risoluzione interiore: «Se il Signore guida la mia strada fino a farmi diventare cristiano,<br />
mi farò anche monaco e conserverò il mio corpo puro fino al giorno in cui il Signore mi<br />
visiterà». Senza indugio andò dall’arcivescovo apa Atanasio e gli manifestò ciò che<br />
aveva in cuore. Atanasio subito lo battezzò e lo fece lettore e gli ricavò un’abitazione<br />
nei locali della chiesa. Teodoro si diede all’ascesi, senza mai vedere donne, tranne la<br />
madre e la sorella. Quando faceva la lettura, si sforzava di non gettare lo sguardo sul<br />
popolo, per paura di quella massima del Vangelo: Chi guarda una donna per<br />
desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore; e ancora: Distolgo i miei<br />
occhi, perché non vedano la vanità. Si dava, secondo le forze, a grandi esercizi di<br />
ascesi, anche per il fatto che era vicino ad una fonte eccellente e dolce, cioè<br />
l’arcivescovo apa Atanasio. Dopo dodici anni passati come lettore nella chiesa di<br />
Alessandria, si rese conto che quelli che erano con lui nella chiesa, cioè i chierici, si<br />
davano a dispute inutili, a pasti numerosi e all’orgoglio. Si mise perciò a rivolgere a Dio<br />
i suoi sospiri pregando e supplicando così: «Signore, mostrami un uomo, che cammina<br />
secondo il tuo beneplacito, e anch’io mi rivolgerò a lui per vivere, grazie a lui». Mentre<br />
parlava e pregava dentro di sé a questo proposito, udì dei monaci fare l’elogio della<br />
congregazione che Dio, nel suo amore per gli uomini, ha fatto nascere ad opera del<br />
nostro padre Pacomio. Sentendo ciò, Teodoro pregava di nuovo insistentemente: «Ti<br />
prego, Signore, rendimi degno di vedere il tuo santo servo, di ricevere la sua<br />
benedizione e di abitare presso di lui».<br />
Dopo un certo tempo, il nostro padre Pacomio, mandò dei fratelli ad Alessandria, su di<br />
una barchetta, per fare visita all’arcivescovo e per comprare alcune cose necessarie ai<br />
fratelli malati. Teodoro, vedendo nella chiesa i fratelli intrattenersi con l’arcivescovo<br />
che chiedeva notizie del nostro padre, si rallegrò; si diresse verso di loro e, servendosi di<br />
un interprete, disse: «Vorrei venire a sud con voi, per vedere l’uomo di Dio, vostro<br />
padre, e perché mi benedica». Questi gli risposero: «Non possiamo imbarcarti a motivo<br />
dei tuoi e dell’arcivescovo». Teodoro, però, ottenne subito dall’arcivescovo il permesso<br />
di partire con loro. Giunto a sud, dal nostro padre Pacomio, gli diede il bacio della pace.<br />
Egli lo accolse con gioia perché lo vedeva umile, e soprattutto perché l’arcivescovo gli<br />
aveva scritto di accoglierlo tranquillamente; subito gli assegnò una dimora in cui<br />
abitava un anziano che, conoscendo il greco, era in grado di intrattenersi con lui e di<br />
incoraggiarlo. Teodoro progrediva in tutte le opere buone, secondo la regola dei fratelli.<br />
Un giorno, Pacomio, con l’aiuto dell’interprete, interrogò Teodoro a proposito della<br />
fede dei fratelli anacoreti di Alessandria e della loro ascesi. Gli rispose Teodoro:<br />
«Grazie alle tue sante preghiere, monsignor padre, stanno ben saldi nella fede ortodossa<br />
della santa chiesa cattolica di Cristo; nessuno li può scuotere, dato che adempiono ciò<br />
che è stato scritto: State fermi e la vostra fede non cambierà. In quanto al cibo, la loro<br />
tavola è fornita di molte cose buone; mangiano e bevono bene, regolandosi secondo ciò<br />
che è stato scritto: Queste cose Dio le ha preparate per i suoi fedeli, per ché le<br />
prendano con gratitudine». Allora il nostro padre Pacomio disse: «Possono forse<br />
mangiare e bere abbondantemente e ciò nonostante conservare la purità?». Teodoro gli