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momento in cui l’anima del giusto giunge alla porta della vita, il Signore le fa ripetere le<br />
parole di David: Apritemi le porte della giustizia, perché io vi entri e celebri il Signore.<br />
L’angelo che sta a custodia della porta della vita, risponde: È la porta del Signore, e i<br />
giusti vi entreranno. Se si tratta dell’anima di qualcuno che è stato discepolo di uomini<br />
perfetti, gli angeli che lo accompagnano, arrivati alla porta, gridano le parole di Isaia:<br />
Apritemi le porte: entra un popolo che custodisce la giustizia, la verità e la pace,<br />
perché ha sperato in te, Signore.<br />
Il nostro padre Pacomio ebbe questa rivelazione nel monastero di Thmousons, quando<br />
morì quel fratello catecumeno, battezzato segretamente. Dopo aver visto come escano<br />
dal corpo i giusti, domandò come esca dal corpo l’anima di un peccatore. L’angelo gli<br />
disse: «Il Signore ti contenterà in tutto». Se si tratta di un’anima che ha male operato, al<br />
momento della morte, vengono due angeli inflessibili. Quando l’uomo è sul punto di<br />
morire e non riconosce più nessuno, uno degli angeli inflessibili si mette vicino al suo<br />
capo e l’altro ai suoi piedi; e lo frustano, finché la miserabile anima sta per salire.<br />
Mettendogli poi in bocca un oggetto ricurvo, simile ad un amo, la estraggono fuori dal<br />
corpo: essa appare nera e tenebrosa. La legano allora alla coda di un cavallo spirituale,<br />
poiché è anch’essa spirituale, e la conducono per gettarla nei tormenti o in fondo<br />
all’inferno, secondo i meriti delle sue opere.<br />
Tra gli uomini che hanno bene operato, molti devono sopportare tali tormenti durante la<br />
malattia di cui poi moriranno, e al momento di rendere lo spirito. Sono paragonabili ad<br />
una pietanza cotta, che ha ancora bisogno di un piccolo supplemento di cottura prima di<br />
esse re mangiata. Lo stesso è per quei fedeli, che sono provati nei loro ultimi giorni<br />
prima di morire, per presentarsi al cospetto del Signore puri e liberi da tutto. Sappiamo<br />
che anche alcuni santi dovettero soffrire al momento della morte, ad esempio, S.<br />
Stefano, tutti i martiri e i loro imitatori; Giobbe, Davide e molti altri santi hanno dovuto<br />
sopportare sofferenze e tribolazioni durante la vita, alcuni perfino sul letto di morte.<br />
Parecchi peccatori, al contrario, muoiono tranquillamente, senza aver dovuto sopportare<br />
sofferenze in questo modo, a causa delle tribolazioni e dei castighi che li attendono,<br />
come sta scritto: Si conserva l’empio per il giorno cattivo. Perciò l’Ecclesiaste, avendo<br />
visto alcuni uomini di questo genere, ha detto: Una stessa sorte toccherà al giusto e<br />
all’empio, al puro e all’impuro, al buono e al cattivo. Vediamo, infatti, il nostro<br />
Salvatore, padrone di tutti, appeso alla croce con due briganti, uno a destra e uno a<br />
sinistra, e il Signore in mezzo.<br />
Tutte queste cose furono insegnate al nostro padre Pacomio a Thmousons. Egli fu molto<br />
contento che il fratello catecumeno fosse entrato nel luogo di riposo dei santi del<br />
Signore. Quando il defunto fu portato sulla montagna e sepolto accanto ai fratelli, il<br />
nostro padre se ne tornò subito con Teodoro verso sud a Pbow, riconoscente al Signore<br />
per quanto aveva visto.<br />
83. Un altro giorno, Teodoro, seduto in un angolo della sinassi, udì nell’aria la voce di<br />
angeli, che cantavano con profondo sentimento un canto melodioso. Si alzò subito e<br />
andò ad informarne nostro padre Pacomio, che gli disse: «È passata sopra di noi<br />
un’anima bella uscita dal corpo; ci è stato fatto il favore di poter ascoltare coloro che<br />
davanti a lei benedicono Dio». Mentre parlavano, notarono sopra di loro un’aquila che<br />
volava in alto; videro chi era stato visitato e seppero chi era.