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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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autorità della terra. Queste, infatti, trattano diversamente le persone, avendo riguardo ai<br />

titoli ufficiali, alla ricchezza o alla gloria vana; i poveri o i vilipesi, li trattano secondo il<br />

loro stato disprezzabile o povero. Le potenze divine, invece, agiscono in ogni cosa<br />

secondo un giudizio giusto, seguendo la volontà del Signore, in conformità al merito<br />

delle opere di ciascuno, senza eccezione di persone.<br />

I tre angeli mandati a prendere l’uomo non sono dello stesso grado, e obbediscono<br />

ciascuno a quello che ha il grado più elevato. Nel momento in cui il moribondo sta per<br />

spirare, uno si mette presso il capo ed un altro vicino ai piedi, in atto di ungerlo d’olio<br />

con le loro mani, finché l’anima non sia uscita; intanto il terzo stende un gran sudano<br />

spirituale, per accogliervi onorevolmente l’anima. L’anima di un uomo santo, appare<br />

bella e bianca come il latte e la neve. Appena essa è uscita dal corpo sul sudano, un<br />

angelo ne prende in mano i due angoli anteriori, un altro quelli posteriori, proprio nello<br />

stesso modo in cui gli uomini sollevano il corpo; il terzo angelo cammina davanti,<br />

cantando in una lingua che nessuno conosce, neppure il padre Pacomio e Teodoro, che<br />

hanno avuto queste visioni; sentivano soltanto gli altri due che ripetevano «alleluja». Gli<br />

angeli procedono così per l’aria verso oriente: non come uomini che camminano a piedi,<br />

ma scivolando come l’acqua che scorre, perché sono spiriti. Procedono con quell’anima<br />

verso l’alto, affinché veda i limiti della terra da un’estremità all’altra, contempli tutta la<br />

creazione e glorifichi il Signore. Poi le mostrano il luogo di riposo, deciso dal Signore,<br />

affinché, entratavi grazie alle sue opere, si renda conto dei tormenti ai quali è sfuggita e<br />

benedica il Signore che l’ha salvata da tutte quelle sofferenze. La conducono poi ai<br />

piedi dell’uomo, che l’ha vivificata e nutrita nella legge del Signore, il quale, a sua<br />

volta, la porta come un dono ai piedi del Signore che l’ha creata. L’anima allora<br />

benedice Dio e proclama: «Gloria a Dio nei suoi santi». Dopo di ciò, l’anima viene<br />

condotta al luogo di riposo, che il Signore le ha assegnato, secondo la misura delle sue<br />

opere.<br />

Quando l’anima si presenta al Signore, viene autorizzata ad avvicinarsi – o viene tenuta<br />

lontana – secondo il merito: chiunque, infatti, avrà meritato la vita, canta e benedice il<br />

Signore prima di entrare nel luogo di riposo. Qui ci sono delle anime che vedono e<br />

benedicono il Signore, secondo il merito della loro purità, come sta scritto: Beati i puri,<br />

perché sono loro che vedranno Dio; ce ne sono altre, minime nell’esercizio della virtù,<br />

che non meritano di vedere Dio nella gloria della sua divinità, perché non si trovano in<br />

perfetta purità di cuore: se hanno semplicemente meritato la vita, vedranno la carne del<br />

Figlio di Dio, cioè la sua umanità, che è una cosa sola con la divinità in cui si trova.<br />

Davanti ai defunti, che hanno compiuto la volontà del Signore, secondo i meriti di<br />

ciascuno, procedono i santi, in tutta la loro gloria, su carri tirati da cavalli – carri e<br />

cavalli, però, spirituali –. Certi defunti, i santi vanno ad incontrarli sulla soglia della<br />

porta della vita e li abbracciano come figli; ad altri, invece, vanno incontro<br />

corrispondentemente ai loro meriti; per altri, infine, i santi non si muovono, e si alzano<br />

soltanto per abbracciare i defunti che sono arrivati da loro. Altri, ancora, non hanno<br />

meritato di essere abbracciati dai santi: ereditano semplicemente la vita, secondo la<br />

misura della propria inferiorità. Quando vanno incontro ai defunti, i giusti portano<br />

corone più brillanti di quelle delle anime verso cui procedono, che le hanno meritate<br />

combattendo sulla terra contro il demonio, a parte la corona della giustizia, che ognuno<br />

riceverà nel giorno della resurrezione dal giusto giudice, Dio, come dice S. Paolo. Nel

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