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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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guizzare come un pesce vivo, tanto che la sua anima era tristissima e si sentiva venir<br />

meno fino alla morte. Gli angeli lo guardavano senza distogliere per nulla gli occhi<br />

dall’immagine del Signore, che appariva al nostro padre Pacomio, e gli dissero: «Non ti<br />

avevamo detto che non puoi sopportare tutto l’urto del Signore?». Egli gridò così:<br />

«Pietà di me, Signore mio Gesù Cristo!». Subito il raggio del timore indietreggiò a poco<br />

a poco finché tornò al suo posto, mentre verso di lui avanzò lo splendore della pietà,<br />

come sacro pingue olio. Quando la pietà l’ebbe raggiunto, ne fu consolato; subito si<br />

mise dritto sulle sue gambe, a benedire Dio fino all’ora della sinassi, e si riposò un po’.<br />

Dopo la sinassi del mattino, Teodoro trovò il nostro padre Pacomio intento a raccontare<br />

questi avvenimenti ad alcuni anziani, mentre diceva, sospirando e piangendo: «È<br />

mancato poco che questa notte mi fosse tolta l’anima, nel momento in cui sono entrato<br />

nella sinassi per tendere le braccia davanti al Signore. Mentre ero in angoscia, un<br />

audace è entrato con il pericolo di farsi togliere anche lui l’anima, a causa del timore».<br />

Teodoro disse: «Sono io, padre santo; veramente, venuto al nord verso sera per farti<br />

visita e ricevere la tua benedizione, siccome non ti trovavo, sono andato sulla terrazza.<br />

Poco dopo, mentre facevo le mie recitazioni, la sinassi si è messa a tremare. Mi sono<br />

spaventato e sono sceso; ho cercato di entrare nella sinassi, ma il mio corpo si è messo a<br />

fremere; allora sono fuggito tutto spaventato». Nostro padre Pacomio rispose: «Il<br />

Signore sa, Teodoro, figlio mio, che hai ottenuto una grande misericordia nel fuggire<br />

subito da quel luogo». Quando gli anziani ebbero intese queste cose, furono fortemente<br />

intimoriti, e dicevano: «Questi santi sono come quelli del cielo nei loro pensieri retti<br />

verso nostro Signor Gesù Cristo».<br />

Teodoro e Pacomio<br />

74. Un altro giorno, Teodoro si recò a Pbow per far visita al nostro padre Pacomio, il<br />

cui corpo era stremato. Arrivato, questi gli disse: «Va’ a fare un’indagine sulla<br />

trasgressione, per sapere quanti hanno parlato ieri sera nel forno». Teodoro andò, si<br />

informò, trovò che cinque fratelli avevano parlato e tornò a riferirlo a lui. Allora<br />

Pacomio disse: «Teodoro, pensano forse che si tratti di cose umane, quelli? Ti assicuro<br />

che, se si dà un ordine, fosse anche minimo, è qualcosa di importante. Una gran folla,<br />

infatti, passò sette giorni a circondare Gerico in silenzio, obbedendo al comando dato;<br />

poi, ricevuto l’ordine, lanciò delle grida. Obbedendo di nuovo, fecero la volontà di Dio,<br />

espressa dall’uomo che aveva dato gli ordini. Del resto, che quelli si guardino in<br />

avvenire e si perdonerà loro la colpa commessa. Se questa regola non fosse stata a<br />

profitto delle loro anime, non avrei disposto così».<br />

Spesso mandava Teodoro a visitare gli altri monasteri. Era solito dire in mezzo ai<br />

fratelli: «Teodoro ed io assolviamo lo stesso compito, per mezzo del quale serviamo<br />

Dio». Infatti, Teodoro aveva potere su tutto, come padre e come maestro.<br />

75. Una volta, Teodoro andò in un monastero a visitare i fratelli, i quali subito gli<br />

condussero un fratello, di cui dicevano che aveva rubato. Ma non era questi il ladro,<br />

bensì un altro, che passava tra loro per fedele. Essi, però, accusavano il primo, perché,<br />

secondo il loro punto di vista, era un po’ negligente. Quando il responsabile del furto si<br />

accorse che non solo era l’autore della prima mancanza, ma che, a causa sua, l’altro<br />

fratello stava per essere cacciato dal monastero, andò da Teodoro e gli disse in segreto:

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