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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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eclutando nelle città e nei villaggi uomini robusti. Anche il giovane Pacomio fu<br />

reclutato, all’età di circa vent’anni. In realtà non era troppo robusto, ma, a causa del<br />

gran numero dei coscritti, fu anch’egli arruolato insieme agli altri. Mentre lo<br />

conducevano per essere imbarcato con gli altri, levò gli occhi al cielo e sospirò dicendo:<br />

«Signore mio, sia fatta la tua volontà!». Una volta imbarcati, navigarono verso il nord,<br />

e giunti a Ne, capitale dell’antico impero, furono fatti entrare in città e gettati in<br />

prigione. Venuta la sera, gli abitanti di quella città portarono in carcere pane e viveri e<br />

forzarono le reclute a mangiare, poiché le vedevano in preda ad un grande dolore.<br />

Quando il giovane Pacomio li ebbe visti, si rivolse ai suoi compagni: «Come mai questi<br />

uomini ci trattano così umanamente, visto che non ci conoscono neppure?». Gli<br />

risposero «Sono dei cristiani, e ci trattano così amabilmente a causa del Dio del cielo».<br />

Egli allora si ritirò in disparte e passò la notte a pregare Dio dicendo: «Signor mio Gesù<br />

Cristo, Dio di tutti i santi, possa la tua bontà raggiungermi presto; salvami da questa<br />

tribolazione ed io, da parte mia, servirò il genere umano per tutti i giorni della mia vita».<br />

Venuto il mattino, li condussero fuori, li imbarcarono e navigarono con loro fino alla<br />

città di Antinoè. Quando i compagni scendevano nelle città per il rifornimento di viveri<br />

– li prendevano dall’annona imperiale – cercavano insistentemente di trascinare<br />

Pacomio in luoghi malfamati, alla ricerca di piaceri mondani. Egli li rimproverava,<br />

perché amava la purità, che anche Dio e i suoi angeli amano.<br />

8. Mentre erano ancora detenuti nella prigione di Antinoè, il pio imperatore Costantino,<br />

grazie all’aiuto divino, trionfò di coloro che gli facevano guerra. Subito emise un<br />

decreto per il mondo intero, perché fossero rilasciate le reclute. Appena liberati, tutti<br />

raggiunsero le loro case con grande gioia. Anche il giovane Pacomio si diresse verso il<br />

sud. Giunse a Seneset, villaggio deserto e arso dal caldo e si mise ad osservare il luogo:<br />

non c’erano che pochi abitanti. Si recò al fiume, in un piccolo tempio chiamato dagli<br />

antichi luogo di Serapide. Stando in piedi pregò. Lo spirito di Dio lo ispiro: «Lotta e<br />

fermati qui». La cosa gli piacque, e si stabilì in quel luogo, coltivando pochi legumi e<br />

dei palmizi, sia per suo cibo, sia per qualche povero del villaggio o per qualche straniero<br />

di passaggio in barca o sulla strada. Aveva, infatti, l’abitudine di parlare con molta<br />

gente, che abbandonava il proprio domicilio per venire ad abitare in quel villaggio<br />

grazie al suo incoraggiamento. Fu proprio per questo suo modo di fare che molta gente<br />

venne ad abitare in quel luogo.<br />

Trascorso qualche giorno, fu condotto in chiesa e battezzato, per divenire degno dei<br />

sacri misteri, cioè del Corpo e Sangue di Cristo. La notte in cui fu battezzato, ebbe una<br />

visione: la rugiada dal cielo scendeva sulla sua testa, poi si condensava e diveniva un<br />

favo di miele nella sua destra. Mentre la osservava, essa cadde al suolo e si sparse sulla<br />

superficie di tutta la terra. Se ne stava ancora tutto stupefatto, quando gli venne una<br />

voce dal cielo: «Comprendi tutto questo, Pacomio, perché si realizzerà per te entro poco<br />

tempo». In quel luogo, egli progrediva in carità verso tutti e incoraggiava chiunque<br />

venisse a lui, cosicché la sua fama raggiunse molta gente, che venne ad abitare in quel<br />

villaggio, a causa sua.<br />

9. Dopo qualche tempo, scoppiò nel villaggio una grave pestilenza, al punto che molta<br />

gente moriva. Pacomio andava ad assisterli e portava grossi carichi di legna, che<br />

distribuiva – nelle vicinanze vi era infatti un grande bosco di acacie, molto denso -; in

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