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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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62. C’era nel monastero un fratello, che nostro padre Pacomio rimproverava spesso a<br />

riguardo della sua salvezza, e con cui Teodoro ebbe un giorno una conversa zione.<br />

Quegli – aveva infatti il cuore inasprito a tal punto da pensare di lasciare i fratelli –<br />

disse a Teodoro: «Non posso. vivere accanto a questo vecchio, il cui linguaggio verso di<br />

me è così tagliente». Teodoro, che voleva liberare quel fratello dal peso che lo<br />

opprimeva, gli domandò con astuzia: «Hai anche tu il cuore addolorato?». Rispose:<br />

«Sì». E Teodoro: «Io soffro più di te, comunque facciamoci coraggio a vicenda, finché<br />

l’abbiamo messo ancora una volta alla prova. Se sarà benevolo nei nostri riguardi,<br />

resteremo con lui. Altrimenti ce ne andremo noi due soli in un altro luogo».<br />

Quando il fratello ebbe intese queste parole, ne fu molto consolato. A sua insaputa,<br />

Teodoro si recò da Pacomio e gli riferì la cosa. Il nostro padre disse: «Va bene, quando<br />

verrà la notte, conducimelo, come se tu venissi per rimproverarmi. Quanto a me,<br />

cercherò di dargli soddisfazione in quanto desidera, secondo ciò che il Signore mi<br />

metterà sulla bocca». La notte, Teodoro si recò dal fratello e gli disse: «Andiamo da<br />

nostro padre e vediamo come ci parlerà». Il fratello lo seguì tutto allegro; giunti da<br />

nostro padre cominciarono a parlare. Il nostro padre rispose: «Perdonatemi, ho peccato;<br />

ma voi siete capaci di sopportare vostro padre da buoni figli?». Teodoro cominciò a<br />

rimproverarlo come fosse stato veramente offeso. Ma il fratello allora gli disse: «Basta,<br />

è sufficiente; sono già consolato». Con questa furbizia buona, Teodoro fu utile al<br />

fratello che soffriva.<br />

63. Tra i fratelli, un altro chiese un giorno al nostro padre Pacomio: «Se non mi permetti<br />

di andare a trovare la mia famiglia, me ne andrò e tornerò secolare». Egli, chiamato<br />

subito Teodoro, gli disse: «Conosco la tua saggezza, e il modo con cui sei<br />

compassionevole con coloro che sono nell’angoscia; prenditi cura di questo fratello, ed<br />

accompagnalo mentre va a trovare i suoi genitori; lo contenterai in tutto, in modo di<br />

ricondurlo qui. C’è molto di buono in lui, ma soprattutto sappiano che è volontà di Dio<br />

che ci facciamo tutto a tutti, fino a strappare le loro anime dal nemico che le combatte.<br />

Dio ti ricompenserà delle tue pene». Teodoro obbedì con grande umiltà, e partì con il<br />

fratello. Giunti laggiù, fu necessario prendere un po’ di cibo e riposarsi. Il fratello disse<br />

ai genitori: «Preparateci in una stanza a parte i cibi consueti dei monaci». Quando fu<br />

pronto, il fratello disse a Teodoro: «Alzati e vieni a mangiare». Egli non voleva<br />

mangiare in una casa secolare, perché non ne aveva l’abitudine; ma, guardando il viso<br />

rabbuiato del fratello, si accorse che ne era contristato e disse tra sé: «Se non sono<br />

condiscendente con lui in tutto, non ritornerà indietro con me; d’altronde, non ci sono<br />

secolari che ci vedano, e non mangiamo nulla che sia al di fuori del regime monastico».<br />

Così mangiò un poco, come se si sacrificasse, e lo compiacque in tutto, finché lo<br />

ricondusse al monastero. Quando furono arrivati, Teodoro informò nostro padre<br />

Pacomio di quanto era avvenuto. Questi non lo rimproverò, sapendo che aveva agito<br />

così non per suo desiderio, ma per Dio e per la salvezza del fratello. Più tardi Teodoro<br />

discusse in disparte con il fratello sulle Scritture, per convincerlo a non andare più, da<br />

quel momento, a visitare i genitori. Gli disse: «Come intendi il senso delle parole del<br />

vangelo: Colui che viene a me e non odia suo padre e sua madre, ecc.?».<br />

Egli rispose: «La Scrittura pone i principi molto in alto, perché ne possiamo raggiungere<br />

almeno una piccola parte; se no, come sarebbe possibile odiare i genitori?». Teodoro

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