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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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patrimonio, ma egli desiderava ritirarsi a vivere in disparte. Se ne andò in un luogo<br />

situato in una proprietà dei genitori e si costruì una dimora di nome Theou, riunendo<br />

attorno a sé quanti desideravano vivere in Cristo. Avendo sentito parlare del profumo di<br />

virtù della santa congregazione, mandò a dire al nostro padre Pacomio: «Possa io<br />

meritare che la tua santa Pietà venga a me! Anche noi abitiamo all’ombra della santa<br />

comunità che ti è stata donata da nostro Signore Gesù!». Pacomio si alzò e vi andò con i<br />

fratelli e organizzò internamente il monastero, con i superiori e i secondi, come aveva<br />

fatto con gli altri. Petronio aveva il padre di nome Psenthbo e un fratello di nome<br />

Psnapahi, uomini pieni di timor di Dio. Rivolse loro la parola di Dio e li fece monaci<br />

insieme con tutta la famiglia; e così finirono in bellezza. Poi diede tutto ciò che<br />

possedeva: montoni, capre, buoi, cammelli, asini, carri, barche, alla comunità di nostro<br />

padre Pacomio.<br />

57. In seguito, mosso dalla Provvidenza e dallo Spirito Santo, prese ancora con sé i<br />

fratelli e si recò a nord, nei dintorni della città di Smin, dove costruì un altro monastero,<br />

che si chiama infatti Tsmine; lo organizzò del tutto conformemente alle regole degli<br />

altri. Vi condusse il pio e forte Petronio che stava a Tbeou, e ve lo mise a capo secondo<br />

un’informazione ricevuta dallo spirito di Dio; gli affidò inoltre la cura dei due monasteri<br />

vicini, perché li guidasse con la sua parola; le sue decisioni infatti erano condite di sale.<br />

Poi stabilì a Tbeou un altro padre eccellente, di nome Apollonio, affinché governasse i<br />

fratelli come il santo Petronio.<br />

58. Un po’ di tempo dopo, gli fu chiesto, in una visione, di fondare un altro monastero a<br />

sud. Pacomio prese con sé i fratelli e si recò a sud, alla montagna di Sne, in un luogo<br />

chiamato Pnoum. Iniziata la costruzione del muro di cinta del monastero, il vescovo di<br />

quella diocesi radunò una gran folla, che partì e fece guerra al nostro padre, per<br />

cacciarlo da quel luogo. L’uomo di Dio resistette al pericolo: il Signore li disperse<br />

davanti a lui, ed essi fuggirono senza che nessuno li inseguisse. Poi costruì il monastero,<br />

che fu molto grande, e lo organizzò secondo le regole degli altri otto monasteri della<br />

congregazione. Vi mise a capo un ottimo padre chiamato apa Sourous, sapendolo<br />

capace di consolidarli nei comandamenti del Signore.<br />

Quanto al nostro padre Pacomio, si recava spesso dai fratelli, di monastero in<br />

monastero, infiammandoli tutti e nutrendoli della parola di Dio, come una nutrice che<br />

riscalda i suoi piccoli per l’affetto del suo cuore.<br />

Austerità di Pacomio<br />

59. Una volta, al tempo in cui facevano i loro piccoli pani, Pacomio prese con sé due<br />

fratelli e salì su una barca, diretto a Tmousons, a visitare i fratelli. Venuta la sera, si<br />

prepararono a prendere il loro modesto pasto. I due fratelli, sedutisi, mangiarono un po’<br />

di tutto ciò che avevano dinanzi: formaggio, olive, legumi; nostro padre Pacomio teneva<br />

gli occhi bassi e piangeva, non mangiando altro che pane. Finito il pasto, uno di essi<br />

notò che il padre piangeva e gli disse: «Padre mio, perché mentre noi mangiavamo, non<br />

hai preso altro che pane e piangi?». Pacomio rispose: «Se ho pianto è perché non avete<br />

alcun timor di Dio, a giudicare dal modo in cui avete mangiato senza ritegno di tutto ciò<br />

che avevate davanti. L’uomo che pensa alle cose del cielo, deve mortificarsi in tutto<br />

secondo la parola dell’Apostolo Paolo. Quanto a me, quando ho visto che i pani erano

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