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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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turbato e si mise ad interrogare la figlia. Ella confessò ciò che aveva fatto e promise di<br />

custodirsi in avvenire, per non peccare più contro il Signore. Allora il nostro padre<br />

pregò su di un po’ di olio e glielo mandò. Appena se ne fu unta con fede, fu guarita nel<br />

nome del Signore.<br />

44. Un altro ancora condusse al nostro padre il figlio posseduto da un demonio rabbioso<br />

e gli chiese di pregare per lui. Rientrando al monastero, nostro padre Pacomio disse al<br />

portinaio: «Va, prendi uno dei pani dei fratelli e portalo a colui, che ha il figlio malato,<br />

gli dirai: Dà da mangiare a tuo figlio di questo pane ed abbi fiducia nel Signore, che lo<br />

guarirà». Il padre del giovane malato, prese quel pane e lo baciò tre volte; poi quando<br />

suo figlio ebbe fame, ne tagliò un pezzo e lo mescolò a dell’altro pane, che porse al<br />

figlio. Sedutosi per mangiare, il figlio prese l’altro pane, ma non toccò quello dei<br />

fratelli. Più tardi, suo padre aprì dei datteri e del formaggio e vi mise dentro dei pezzi di<br />

quel pane. Ma il figlio, a sua volta, li aprì, buttò via ciò che vi era dentro e non mangiò<br />

che i datteri e il formaggio. Allora il padre lo lasciò senza cibo per due giorni, finché<br />

non rimase senza forze. Poi gli cucinò una piccola focaccia con quel pane, e la presentò<br />

al figlio, questi si sedette e ne mangiò come se stesse bene. Poi mandò un po’ d’olio al<br />

nostro padre Pacomio, che pregò su di esso. Mentre il figlio dormiva, il padre lo unse<br />

con quell’olio e così fu guarito, nel nome del Signore Gesù: se ne ritornarono a casa in<br />

pace.<br />

45. Il Signore, per mezzo di Pacomio, operò ancora molte guarigioni. Se gli capitava di<br />

pregare per la guarigione di qualcuno, senza che il Signore esaudisse la sua richiesta,<br />

non se ne affliggeva; la sua preghiera era sempre: «Signore sia fatta la tua volontà».<br />

46. Un giorno, sedutosi, si rivolse ai fratelli: «Non crediate che le guarigioni del corpo<br />

siano guarigioni; le vere guarigioni sono quelle spirituali, che riguardano l’anima. Così,<br />

se oggi un uomo accecato dall’idolatria viene guidato sulla via del Signore fino a veder<br />

chiaro e a riconoscere colui che l’ha creato, non è questa una guarigione e una salvezza<br />

per sempre? Se ad un altro, muto per la menzogna, che non dice la verità, gli vengono<br />

aperti gli occhi perché proceda nella giustizia, non è questa una guarigione? E<br />

quest’altro, le cui mani sono mutilate per la pigrizia verso i comandamenti di Dio, se gli<br />

vengono aperti gli occhi e opera il bene, non è anche questa una guarigione? E<br />

quest’altro ancora, dissoluto e orgoglioso, se gli si mostra la via e ritorna al bene, non è<br />

forse un miracolo?<br />

Ascesi di Pacomio<br />

47. Un giorno, il nostro padre Pacomio si trovò in un’isola con i fratelli, occupati nella<br />

raccolta della canapa, mentre Teodoro preparava loro ciò di cui avevano bisogno. Verso<br />

sera, egli rientrò con il corpo tutto indolenzito e si coricò su di una stuoia. Teodoro lo<br />

copri con una coperta di crini. Allora Pacomio gli disse: «Toglimi questa coperta e<br />

coprimi con una stuoia, come tutti i fratelli, in attesa che il Signore mi dia sollievo».<br />

Teodoro obbedì; poi prese un pugno di datteri e glieli presentò dicendo: «Forse puoi<br />

mangiarne un paio, perché non hai ancora mangiato, padre mio». Pacomio non li prese,<br />

e gli rispose con grande tristezza: «Vorrò forse approfitta. re del fatto che ho l’incarico<br />

di amministrare il lavoro e i bisogni dei fratelli? Dov’è il timore di Dio! Hai guardato in<br />

tutte le capanne dei fratelli, per vedere se ci sono dei malati? Non credere che ciò che

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