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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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Li esentava così da ogni lavoro, esortandoli: «Per la vostra salvezza, cercate di custodire<br />

bene la vostra vocazione». I neofiti però gli dissero: «Ci dispiace di vederti faticare da<br />

solo». Ed egli rispondeva: «Chi è l’uomo che, legata la bestia alla ruota, se ne<br />

dimenticherà, così da farla cadere nel pozzo? Ebbene, se il Signore vedrà che sono<br />

stanco, manderà altri capaci di aiutarmi nel lavoro».<br />

Stabilì poi per loro delle regole secondo le scritture, una costituzione che non fosse<br />

pietra di scandalo, e delle tradizioni utili alle anime: vestito e cibo assolutamente uguali<br />

per tutti e un giaciglio decoroso.<br />

24. La fama della pietà di Pacomio si diffondeva per tutto l’Egitto. In un certo luogo<br />

vivevano cinque fratelli, che conducevano vita anacoretica. Erano dei valorosi<br />

nell’opera di Dio, ed avevano nome apa Pecos, apa Cornelio, apa Paolo, apa Pacomio e<br />

apa Giovanni. Una volta conosciuta la fama della fede retta di Pacomio, si alzarono e<br />

vennero da lui per abitare insieme. Egli li accettò, rallegrandosi di gioia spirituale. Altri<br />

ancora, che abitavano più a sud, in una località chiamata Thbakat, conosciuta la fama di<br />

Pacomio, vennero a lui in numero di cinquanta e furono accolti ugualmente. Pacomio,<br />

in seguito, constatando che avevano una mentalità carnale, li espulse. Il Signore operò<br />

in molti altri che vennero a lui. Egli li accettava, edificandoli nella legge di Dio.<br />

25. Quando vide che molta gente era venuta ad abitare quel villaggio, prese con sé i<br />

fratelli e se ne andarono a costruire una chiesa Il per compiervi la sinassi. D’altronde gli<br />

abitanti erano abbastanza numerosi nei dintorni. Egli stesso si incaricava delle offerte,<br />

perché era gente poverissima Andava là il sabato con i fratelli a ricevere i sacramenti;<br />

allo stesso modo, era lui a fare il lettore, sorvegliando lo sguardo dei suoi occhi secondo<br />

la parola del Vangelo: Chi guarda una donna per desiderarla, ha già commesso<br />

adulterio con lei nel suo cuore. Quando poi i fratelli raggiunsero il centinaio, Pacomio<br />

costruì una chiesa nel monastero, perché vi lodassero Dio. Ma il sabato sera si recava<br />

ancora nel villaggio per la prosfora, mentre i chierici venivano al monastero la<br />

domenica mattina. Nessuno di essi, infatti, apparteneva al clero della santa chiesa,<br />

perché nostro padre Pacomio non voleva chierici nel monastero per timore della gelosia<br />

e della vanagloria che ciò poteva suscitare. Spesso, infatti, parlava ai fratelli di questo<br />

argomento: «È meglio non prendersi tali brighe nella nostra comunità, per paura che si<br />

stabiliscano in mezzo a tanti monaci, contro la volontà di Dio, dispute, invidia, gelosia e<br />

infine divisioni. Come una scintilla gettata nell’aria, se non viene spenta prontamente,<br />

distruggerà il lavoro di un anno intero, così è della mania di grandezza ai suoi inizi. È<br />

meglio che noi ci sottomettiamo con rispetto alla Chiesa di Dio. A compiere tale ufficio<br />

ci basterà colui che ci verrà dato in qualunque momento e che è stato designato dai<br />

vescovi nostri padri».<br />

Se qualcuno del clero veniva a lui con l’intenzione di farsi monaco, e se constatava che<br />

era retto, Pacomio lo accettava e lo faceva monaco. Rispettava il suo rango, ma, in<br />

quanto alle costituzioni dei fratelli, gliele faceva rispettare di buon grado, come tutti.<br />

26. Incaricò alcuni, dei più capaci di aiutarlo per ciò che riguardava la salvezza delle<br />

anime. Pose un fratello a capo della prima casa, quella detta degli economi minori, con<br />

un secondo al suo servizio, responsabile del refettorio e della cucina; ne designò anche<br />

un altro con il suo secondo – ambedue uomini di grande fedeltà per occuparsi del cibo e

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