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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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APPEN<strong>DI</strong>CE C<br />

Il sinodo di Latopolis<br />

La fama del padre era giunta lontano. Si chiacchierava molto su di lui, gli uni parlando<br />

con equità, gli altri passando la misura. Vi fu un giorno una contestazione, perché lo si<br />

diceva chiaroveggente. Il padre fu dunque convocato nella Chiesa di Latopolis, in<br />

presenza di monaci e vescovi, per difendersi a questo riguardo. Venne con qualche<br />

fratello anziano, e, gettando uno sguardo su quelli che cercavano lite, tacque. Poi,<br />

invitato a difendersi dai vescovi Filone e Mouei, disse loro: «Non siete stati monaci con<br />

me nel monastero, prima di diventare vescovi? Non mi avete visto amante di Dio, come<br />

voi, e sollecito verso i fratelli? Quando Mosè (il figlio di colui che veniva chiamato la<br />

torre di guardia’) venne posseduto dal demonio e i demoni lo afferrarono per metterlo a<br />

morte nei sotterranei, non avete saputo come, per mio intervento, la grazia di Dio lo ha<br />

soccorso? Questo per non raccontare il resto». Gli risposero: «Noi professiamo che tu<br />

sei un uomo di Dio, e sappiamo che hai visto i demoni, facendo loro guerra perché si<br />

allontanino dalle anime. Ma poiché il dono della chiaroveggenza è una cosa grave,<br />

difenditi di nuovo su questo punto, e faremo tacere quelli che mormorano». Allora<br />

Pacomio disse loro: «Non mi avete sentito dire spesso che, da fanciullo, nato da genitori<br />

pagani, non sapevo che cos’era Dio? Chi mi ha accordato di diventare cristiano? Non è<br />

lo stesso Dio, che ama gli uomini? A quei tempi, non vi erano che pochi monaci, a<br />

stento si trovavano gruppi di due o cinque, o al più, di dieci, ed è con grande difficoltà<br />

che si governano reciprocamente nel timore di Dio. Ora noi siamo questa grande<br />

moltitudine, nove monasteri, che ci occupiamo giorno e notte, per la misericordia di<br />

Dio, di conservare pure le nostre anime. Voi stessi confessate che sappiamo discernere<br />

ciò che riguarda gli spiriti impuri. Inoltre, il Signore ci ha accordato di riconoscere,<br />

quando lo desidera, chi dei monaci cammina correttamente e chi non è monaco se non<br />

in apparenza. Ma lasciamo da parte il carisma divino. I saggi e i prudenti del mondo, se<br />

passano qualche giorno in un ambiente umano, non sanno forse discernere e riconoscere<br />

il carattere di ciascuno? E Colui che ha versato il suo sangue per noi, Sapienza del<br />

Padre, se vede che qualcuno di tutto cuore trema per la perdita del suo prossimo<br />

soprattutto di un gran numero di fratelli, non gli donerà il modo di salvarli in modo<br />

irreprensibile, sia per il discernimento dello Spirito Santo, sia attraverso una visione, se<br />

il Signore lo vuole? Non dovete credere, infatti, che io abbia queste salutari visioni ogni<br />

volta che voglio: è soltanto quando Colui che tutto dirige mi concede la sua confidenza.<br />

L’uomo, da se stesso, assomiglia ad una immagine vana, ma quando si sottomette in<br />

verità a Dio, non è più vanità, ma tempio di Dio, come dice Dio stesso: Abiterò in essi.<br />

Non dice in tutti, ma soltanto nei santi. Dunque non soltanto in voi e in tutti i fratelli, ma<br />

anche in Pacomio, se egli compie la volontà di Dio». A queste parole, l’uditorio ammirò<br />

tanto la franchezza quanto l’umiltà del santo. Quando ebbe finito di parlare, un uomo<br />

posseduto da uno spirito maligno si gettò su di lui con un pugnale per ucciderlo. Ma il<br />

Signore lo salvò per mezzo dei fratelli che l’accompagnavano, mentre il tumulto

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