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VITA COPTA DI PACOMIO E TEODORO

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APPEN<strong>DI</strong>CI<br />

APPEN<strong>DI</strong>CE A<br />

La versione Saidica del Prologo<br />

Vita del nostro santo padre apa Pacomio l’archimandrita, che morì il 14 di pasons. Nella<br />

pace di Dio. Amen.<br />

È dunque per noi una buona azione, e volontà di Dio, che il favore e i doni giunti fino a<br />

noi da parte di Dio siano manifesti a tutti e soprattutto ai fratelli e ai discendenti di<br />

coloro che sopravvissero ai nostri padri e furono figli di Dio; perché sappiano, lottino e<br />

diventino ostie per Dio, nella purezza del cuore e del corpo, e siano veramente in questo<br />

e nell’altro secolo, figli dei nostri padri, dei quali non hanno visto il volto nella carne.<br />

Infatti, il profeta Isaia grida a questi altri, che non conoscono i loro padri, perché<br />

conoscano, dicendo: Considerate Abramo vostro padre e Sara vostra madre. Così come<br />

Isacco e Giacobbe che Dio ha benedetto. E non dobbiamo dire per ignoranza ciò che il<br />

Signore ha detto nel Vangelo: Non rivendicate dei padri sulla terra, perché il vostro<br />

padre è Uno solo, che abita nei cieli, il Signore ha detto ciò per coloro che pensano<br />

alle cose della terra; quanto a noi, la nostra città è nei cieli. L’Apostolo scrive ad altri,<br />

dicendo: Se abbiamo dei padri secondo la carne che ci correggono e che rispettiamo, a<br />

più forte ragione saremo sottomessi al Padre degli spiriti, perché viviamo. Nel dire se<br />

abbiamo padri secondo la carne, dimostra che in quel tempo non erano per loro dei<br />

padri. Questo anche secondo la parola del Signore nel Vangelo: Chi viene a me senza<br />

odiare suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi fratelli, e in più la sua anima, non può<br />

essere mio discepolo. Questo viene detto affinché noi sappiamo con precisione che un<br />

uomo che ne genera un altro nell’opera di Dio, non soltanto lo genera, ma diventa<br />

anche, per la parola e i fatti, suo padre secondo Dio, in questo secolo e nell’altro. Paolo<br />

scriveva così ai Corinti: Se voi aveste mille pedadoghi in Cristo Gesù, non avreste però<br />

molti padri, perché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo. E<br />

noi sappiamo che non li ha generati solo mediante il Vangelo, ma anche mediante<br />

molte opere buone e ammirevoli. Allo stesso modo, nella lettera ai Filippesi, insegna ai<br />

credenti a diventare suoi figli nell’amore di Dio, dicendo: Tutto ciò che è onorevole,<br />

tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è puro, tutto ciò che è buono, ogni virtù, ogni<br />

benedizione, ogni cosa degna di lode: a questo pensate; ed è questo che voi avete<br />

imparato... […] che avete ricevuto, inteso visto in me; fatelo, il Dio della pace sarà con<br />

voi. Questo è il caso del nostro padre Pacomio, il quale merita di essere chiamato padre,<br />

perché il Padre che sta nei cieli abita in lui, come l’Apostolo confessa di sua bocca: Non<br />

sono io che vivo, ma Cristo vive in me. Per questo mediante la bontà divina che era in<br />

lui, egli esorta chiunque gli vuole obbedire, dicendo: Imitatemi, come io imito Cristo.<br />

Dunque, tutti coloro che assomigliano all’Apostolo nelle loro pratiche, meritano di<br />

essere chiamati padri per lo Spirito Santo che abita in loro...

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