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RELAZIONE FINALE Titolare assegno: dott.ssa Gabriella Cerrone ...

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PROGETTI FUTURI<br />

È evidente che l’attività finora svolta, anche se già comincia a darci informazioni preziose sulla<br />

natura chimica del particolato in esame, dovrà essere ulteriormente sviluppata al fine di raggiungere<br />

una piena comprensione della struttura chimica delle particelle. Alcune delle strade intraprese, poi,<br />

necessitano di ulteriori misure e verifiche sperimentali. Discorso che vale, per la maggiore, per la<br />

parte relativa alle misure di spettroscopia Raman. Infatti nonostante l’apparato per la rivelazione di<br />

radiazione Raman sia stato messo a punto e testato con campioni standard (esano) occorrerà fare un<br />

ulteriore sforzo al fine di ottimizzarlo per la rivelazione dei segnali generati dal particolato la cui<br />

intensità è particolarmente debole. Operazione, questa, che deve andare in parallelo con quella di<br />

trovare la forma migliore (liquida, solida) ed il substrato più idoneo che ci permetta di ottimizzare il<br />

segnale Raman.<br />

Inoltre, s’intende investigare le bande di assorbimento nell’IR, legate alle vibrazioni di stretching<br />

del legame O-H e C-H, con maggiore risoluzione, mediante spettroscopia in assorbimento. La<br />

radiazione infraro<strong>ssa</strong> nece<strong>ssa</strong>ria a tale scopo sarà pro<strong>dott</strong>a utilizzando il processo di generazione di<br />

frequenza differenza (DFG) in un cristallo di Niobato di Litio di tipo periodically-poled. Le sorgenti<br />

primarie per tale processo saranno fornite da un laser Nd-YAG e da un laser Ti:Sa, pompato da un<br />

Nd:YOV duplicato in frequenza. Utilizzando tale sistema sarà possibile generare radiazione di<br />

elevata purezza spettrale ed accordabile tra 2 e 9 micron.<br />

Gli stessi campioni saranno quindi sottoposti ad un’analisi di tipo micro-Raman, che come ben<br />

noto, fornisce informazioni complementari rispetto alla spettroscopia in assorbimento. In<br />

particolare, si andrà ad indagare l’intensità delle risonanze G e D, comuni a tutti i composti<br />

carboniosi, nelle regioni intorno a 1560 e 1360 cm -1 , rispettivamente. Il picco G è dovuto<br />

prevalentemente alla vibrazione di stretching di atomi sp2 disposti in catene, mentre il picco D è<br />

dovuto alla vibrazione breathing di atomi sp2 in anelli aromatici; ne deriva che, dal confronto<br />

dell’intensità relativa dei picchi G e D, diviene possibile quantificare la componenti alifatica e/o<br />

aromatica del campione in esame.<br />

Risulterà particolarmente intere<strong>ssa</strong>nte effettuare tale analisi su campioni provenienti da una fiamma<br />

di tipo laminare, in cui la dinamica temporale della formazione di particolato corrisponde alle<br />

diverse altezze di prelevamento del campione. Da un’analisi di questo tipo, sarà possibile verificare<br />

modelli teorici inerenti la formazione di particolato nanometrico in sistemi di combustione, che<br />

prevedono una progressiva aromatizzazione del particolato stesso, senza che ciò sia accompagnato<br />

ad una crescita dimensionale delle particelle costituenti. Al fine di studiare le proprietà<br />

spettroscopiche delle singole particelle si procederà alla me<strong>ssa</strong> a punto di un sistema di<br />

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