01 - Copertina - Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia
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10 FiammeGialle - Agosto 2<strong>01</strong>2<br />
CERIMONIE<br />
IGLESIAS: INAUGURAZIONE E<br />
INTESTAZIONE DELLA SEZIONE<br />
A.N.F.I.<br />
di Salvatorico Cuccuru e Antonio Meloni<br />
NOTE STORICHE SULLA CITTÀ DI IGLE-<br />
SIAS<br />
Iglesias, m. 176 slm, abitanti circa<br />
30.000, sorge su un pianoro ondulato<br />
fra i rilievi di Sa Fossatèula m. 455,<br />
monte San Pietro m. 661, Cùccuru<br />
Contu m 807.<br />
La città domina la parte settentrionale<br />
della regione del Sulcis-Iglesiente<br />
nota per la presenza di minerali di<br />
rame, stagno, zinco, piombo, argento,<br />
e la conseguente attività estrattiva.<br />
Il rame e la cassiterite, dalla quale si<br />
estrae lo stagno, furono importanti per<br />
la produzione del bronzo, nel periodo<br />
eneolitico dell'era neolitica.<br />
Di questo metallo sono stati rinvenuti<br />
pugnali, punte di lancia, statuine votive<br />
note come “bronzetti nuragici” e navicelle<br />
votive in bronzo in Sardegna ed in<br />
altre località del mediterraneo, come la<br />
città di Vulci e nell'isola di Cipro, a conferma<br />
che i popoli dei nuraghi navigavano<br />
e commerciavano con Etruschi e<br />
Greci.<br />
Alcuni secoli dopo, il territorio e le<br />
miniere furono sfruttati da Cartaginesi<br />
e Romani, di questi, prima quelli<br />
d'Occidente e poi i Bizantini.<br />
Seguì in Sardegna, dopo l'800 d.c., la<br />
divisione in quattro “Giudicati”: Torres,<br />
Gallura, Arborea e Cagliari. Questo<br />
aveva giurisdizione sul Sulcis-<br />
Iglesiente.<br />
Della storia di Iglesias si hanno notizie<br />
certe dal 1257, quando la città di Pisa,<br />
vincendo la battaglia di Santa Igia,<br />
l'attuale rione di Santa Gilla adiacente<br />
al porto di Cagliari, acquisì tutto il territorio<br />
del giudicato di Cagliari, compreso<br />
il Sulcis a ovest e l'Iglesiente a nord<br />
ovest.<br />
Il Sulcis fu affidato al conte Gherardo<br />
dei Donoratico della Gherardesca mentre<br />
la valle del Cixerri e l'Iglesiente furono<br />
attribuiti al fratello conte Ugolino, del<br />
quale abbiamo notizie da Dante nel<br />
canto 23° dell'Inferno.<br />
Iglesias era denominata “Villa Ecclesiarum”<br />
e “Villa Ecclesiae” poiché originata<br />
dalla fusione degli agglomerati svi-<br />
luppatisi intorno ad alcune chiese, a conferma<br />
delle etnie di diversa provenienza,<br />
Sardi, Toscani, Tedeschi, immigrati<br />
che avevano dato vita a rispettivi villaggi<br />
dove abitare e conservare usi e tradizioni<br />
delle aree di origine.<br />
Durante il governo del conte Ugolino,<br />
Iglesias fu organizzata come un Comune<br />
toscano, con proprie leggi, diritto di<br />
coniare moneta e governata da due<br />
capitani o rettori eletti ogni anno a Pisa.<br />
Nel 1284, caduto il conte Ugolino, il<br />
governo passò direttamente a Pisa.<br />
Iglesias divenne, per potere economico<br />
e demografico, la seconda città della<br />
Sardegna meridionale, fu munita di una<br />
robusta cinta muraria quadrangolare,<br />
con venti torri e quattro porte, di un<br />
acquedotto, di uno Statuto noto come<br />
“Breve di Villa di Chiesa” che regolava<br />
la vita cittadina e l'attività mineraria.<br />
L'unica copia superstite si trova nel locale<br />
Archivio comunale.<br />
Nel 1323 le truppe aragonesi sbarcarono<br />
nel vicino porto di Canelles, ora Portovesme,<br />
e iniziarono l'occupazione<br />
della Sardegna. La città dopo otto mesi<br />
di assedio dovette capitolare ma, pur<br />
ottenendo di continuare ad amministrarsi<br />
con le sue regole, non accettò la<br />
presenza spagnola.<br />
Le guerriglie provocarono decremento<br />
demografico e recessione dell'economia,<br />
tanto che nel 1400 fu necessario<br />
varare agevolazioni fiscali e franchigie<br />
per chi vi si trasferiva.<br />
Nel 1436 il tentativo di concedere la città<br />
in feudo alla famiglia Carroz provocò la<br />
ribellione della cittadinanza che preferì<br />
l'accollo di un pesante riscatto pur di<br />
Cattedrale di Santa Chiara a Iglesias<br />
conservare la sua autonomia. Iglesias<br />
fu elevata al rango di città reale, con rapporti<br />
diretti col sovrano fino al 1718,<br />
quando alla dominazione spagnola<br />
fece seguito quella piemontese, poi italiana<br />
dal 1861.<br />
Da questo periodo e per circa un secolo,<br />
fino al secondo dopoguerra, la città<br />
ha avuto un periodo di benessere: il fabbisogno<br />
di prodotti minerari per la<br />
nascente industria italiana fecero<br />
riprendere l'attività delle miniere.<br />
Nel 1871 lo statista Quintino Sella<br />
fondò l'Istituto tecnico minerario, uno<br />
dei pochi all'epoca in Italia, che formò<br />
tecnici di riconosciuta preparazione.<br />
Dopo gli anni 1950, la crisi che ha investito<br />
l'attività mineraria sarda, con effetti<br />
negativi sull' indotto e l'economia<br />
regionale, non ha risparmiato Iglesias.<br />
Il polo industriale dell'alluminio a Portovesme<br />
ha stimolato, in un primo tempo,<br />
l'attività edilizia di Villa di Chiesa e quella<br />
commerciale, ma con fasi alterne.<br />
Ora la città vive in prevalenza di terziario.<br />
Il tessuto topografico riflette la storia<br />
della città con le tre fasi di sviluppo urbanistico:<br />
quella medievale, contenuta<br />
nel perimetro quadrangolare delle<br />
mura; quella sviluppatasi nell'ottocento<br />
con l'attività mineraria; quella del<br />
recente dopoguerra che s'inserisce fra i<br />
due precedenti periodi.<br />
Ora Iglesias tende a valorizzare il suo<br />
patrimonio storico con iniziative culturali;<br />
ha curato l'Archivio storico comunale,<br />
quello storico delle miniere, il<br />
Museo di Mineralogia e Paleontologia;<br />
ha favorito la nascita di associazioni