1 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Dipartimento di ...
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ancora vitali hanno formato uno strato che ha raggiunto tra i due metri <strong>di</strong> altezza (06), con valori<br />
sino a 4 - 5 m per la 97.<br />
Anche la vegetazione del sottobosco può fornire un notevole contributo al ciclo del carbonio<br />
(Whittaker e Woodwell; 1968; Long e Turner, 1975) sia in termini <strong>di</strong> stock, sia che come<br />
produzione annuale <strong>di</strong> lettiera che può arrivare fino al 4 - 30% <strong>della</strong> produzione <strong>di</strong> lettiera totale<br />
(Hughes, 1970). Dupouey e colleghi (2000) hanno stimato lo stock me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> carbonio del<br />
sottobosco delle foreste francesi ottenendo un valore pari al 4%, che corrisponde a 2.5 t C ha -1 in<br />
me<strong>di</strong>a. Per la stima <strong>della</strong> biomassa del sottobosco, i meto<strong>di</strong> più frequentemente utilizzati si<br />
basano sulla misura <strong>della</strong> percentuale <strong>di</strong> copertura e dell’altezza delle piante (Mueller-Dombois e<br />
Ellenberg 1974; Hermy 1988; Chiarucci et al., 1999). Armand e colleghi (1993) hanno stabilito<br />
una relazione che permette <strong>di</strong> stimare la biomassa in<strong>di</strong>viduale <strong>degli</strong> arbusti, considerando il<br />
volume <strong>di</strong> spazio che essi occupano. Molti autori hanno riscontrato un’elevata relazione tra la<br />
percentuale <strong>di</strong> copertura e la biomassa <strong>di</strong> molte specie (Alaback, 1987; Jonasson, 1988; Yarie e<br />
Mead 1989; Chiarucci et al., 1999; Röttgermann et al., 2000). Portè et al. (2005) hanno proposto<br />
l’uso <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce volumetrico (IV) come in<strong>di</strong>catore <strong>della</strong> biomassa. L’IV, usato nel presente<br />
lavoro, è un in<strong>di</strong>ce che permette <strong>di</strong> stimare la biomassa delle specie erbacee e arbustive e del<br />
novellame, a partire dalla misura <strong>della</strong> percentuale <strong>di</strong> copertura e dall’altezza me<strong>di</strong>a ponderata<br />
delle piante (Portè et al., 2005; Mukkonen et al., 2006).<br />
4.1.2 Biomassa ipogea<br />
Negli ultimi decenni il livello <strong>di</strong> conoscenza acquisita in merito ai pool <strong>di</strong> carbonio <strong>della</strong><br />
biomassa epigea é aumentato ma lo stesso non si può <strong>di</strong>re delle stime dello stock e <strong>della</strong> quantità<br />
<strong>di</strong> carbonio allocata nella parte ipogea <strong>degli</strong> ecosistemi forestali (Mokany et al., 2006).<br />
Nonostante le ra<strong>di</strong>ci rivestano un ruolo importante nel ciclo del C, a causa dell’onerosità del loro<br />
campionamento, sia da un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> fattibilità <strong>di</strong> lavoro che <strong>di</strong> tempo impiegato, lo stock<br />
<strong>della</strong> componente ra<strong>di</strong>cale resta ancora non ben quantificato (Metcalfe et al., 2007). Le ra<strong>di</strong>ci<br />
costituiscono circa il 27% del carbonio totale <strong>di</strong> una foresta con, in me<strong>di</strong>a, valori <strong>di</strong> 28.5 t C ha -1<br />
(Anfo<strong>di</strong>llo et al., 2006). Alcune ra<strong>di</strong>ci possono estendersi a gran profon<strong>di</strong>tà, ma la maggior parte<br />
<strong>della</strong> biomassa ra<strong>di</strong>cale totale si trova nei primi 30-50 cm <strong>della</strong> superficie del suolo (Jackson et<br />
al., 1996). Le <strong>di</strong>namiche del carbonio organico nel suolo restano comunque elevate solo nei<br />
primi strati del profilo (0-20 cm), soprattutto negli orizzonti organici e nei primi orizzonti<br />
minerali (Lasserre, 2006). Le modalità con cui si compiono queste <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong>pendono da<br />
fattori quali le specie e la sua tendenza eliofila o sciafila, l’età del popolamento (Walters et al.,<br />
1993), il livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo (Johnson, 1992) e le caratteristiche stazionali (es. fertilità). Per la<br />
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