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1 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Dipartimento di ...

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tagli successivi a gruppi ove la rinnovazione si presenta <strong>di</strong>stribuita sulla superficie a gruppi; si<br />

adotteranno i tagli successivi uniformi ove la rinnovazione è <strong>di</strong>stribuita più o meno regolarmente<br />

e dove sarà mancante”. Per il turno Montaldo si riservò <strong>di</strong> prendere una decisione con il tempo:<br />

“Il turno per questo periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà del Piano non è stato scelto in modo definitivo ed univoco<br />

[…] il turno risulta in funzione delle particolari con<strong>di</strong>zioni delle particelle, tuttavia va rilevato<br />

che le analisi condotte in foresta hanno provato che fusti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro 40 da considerarsi maturi<br />

possono raggiungersi intorno ai 100 anni per il cerro”. Nel 1977 il Ministero dell’Agricoltura e<br />

delle Foreste affidò la consulenza per lo stu<strong>di</strong>o del Piano <strong>di</strong> Gestione Naturalistica <strong>della</strong> foresta<br />

demaniale <strong>di</strong> Feudozzo all’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Firenze con la collaborazione del dott. Giovanni Potena.<br />

Il Piano fu elaborato, sotto la <strong>di</strong>rezione del Prof. Mario Cantiani, dal dott. Orazio La Marca, al<br />

tempo assistente alla cattedra <strong>di</strong> Assestamento Forestale dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Firenze. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

quasi 30 anni La Marca si ritrovò davanti una foresta molto <strong>di</strong>versa da quella che aveva descritto<br />

Montaldo e la situazione era decisamente migliorata: “La cerreta è costituita da una fustaia<br />

transitoria a struttura decisamente coetanea, avviata ad alto fusto dal 1960 al 1962. Nel corso <strong>di</strong><br />

queste operazioni sono state rilasciate in genere ex matricine appartenenti a due classi d’età. La<br />

fustaia transitoria ha 36 anni, le matricine hanno 50-55 anni o anche 65- 70 anni. Allo stato<br />

attuale la densità e per lo più regolare […] in passato questi popolamenti sono stati governati a<br />

ceduo con rilascio <strong>di</strong> un numero variabile <strong>di</strong> matricine. Negli anni compresi tra il 1960 e il 1962<br />

è stato realizzato un piano <strong>di</strong> conversione ad alto fusto che nel complesso ha dato ottimi risultati.<br />

Con detto intervento sono stati asportati con un’unica operazione (il piano prevedeva interventi<br />

<strong>di</strong>stanti tra loro circa 10 anni) oltre 9800 mc su una superficie <strong>di</strong> poco inferiore a 80 ettari. Il<br />

numero <strong>di</strong> polloni rilasciato è risultato oscillare normalmente tra 800 e 1000 per ettaro”.<br />

Pertanto decide <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre la foresta in un numero inferiore <strong>di</strong> unità assestamentali. Per il<br />

cerro identificò la formazione definita come: “Cerreta quasi pura che occupa la parte<br />

pianeggiante e semipianeggiante alla destra idrografica del torrente Vandra”. L’attuale<br />

cronosequenza ricade interamente all’interno <strong>della</strong> particella che La Marca identificò con il<br />

numero 13 e che destinò a parco faunistico per la reintroduzione dei caprioli (Capreolus<br />

capreolus). Per tale particella non fu assegnato alcun trattamento. Per la restante parte delle<br />

fustaie transitorie <strong>di</strong> cerro, come deciso anche per il Piano <strong>di</strong> Assestamento del 1949, venne<br />

adottato un orientamento volto ad una selvicoltura che mise “in secondo or<strong>di</strong>ne la costanza <strong>della</strong><br />

ripresa e il prelievo rigorosamente annuale”. La Marca scrive: “Per la fustaia transitoria <strong>di</strong><br />

cerro confermato l’in<strong>di</strong>rizzo verso il bosco coetaneo trattato a tagli successivi si prescrive<br />

esclusivamente qualche intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento dal basso con il si dovrebbe asportare circa il<br />

25% <strong>della</strong> massa in pie<strong>di</strong>. Si prevede, infatti, che con questo intervento che dovrebbe essere<br />

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