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1 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Dipartimento di ...

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molte altre a livello globale, le informazioni sugli effetti <strong>della</strong> gestione e in particolare dei tagli<br />

successivi sul ciclo del carbonio sono ancora scarse in letteratura (Scott et al., 2004). L’uso <strong>della</strong><br />

gestione a tagli successivi, inoltre, potrebbe incrementare nei prossimi decenni soprattutto se si<br />

considera che molti dei popolamenti governati a ceduo per il passato, sono stati recentemente<br />

avviati all’alto fusto come <strong>di</strong>mostra anche l’alto tasso <strong>di</strong> fustaie giovani (64.9%) a livello<br />

nazionale (INFC, 2006) e che il processo inverso è sempre meno frequente e, in alcuni casi,<br />

vietato dall’art. 6 del D.L. del 2001.<br />

Il taglio <strong>di</strong> sementazione favorisce la rinnovazione naturale del bosco con l’apertura <strong>della</strong><br />

copertura del piano dominante. Inoltre il rilascio <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> grosso <strong>di</strong>ametro, a <strong>di</strong>fferenza del<br />

governo a ceduo, permette un più rapido recupero <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong> assorbimento dell’ecosistema<br />

che potrebbe pertanto non attraversare mai una vera e propria fase <strong>di</strong> source <strong>di</strong> CO2 (Scott et al.,<br />

2004). Per quanto riguarda Feudozzo questo andamento potrà essere valutato, come <strong>di</strong> norma,<br />

soltanto alla fine del primo anno <strong>di</strong> campionamento anche sulla base dei dati misurati nel periodo<br />

invernale.<br />

Un sistema mobile EC rappresenta comunque un valido strumento per lo stu<strong>di</strong>o delle<br />

cronosequenze permettendo <strong>di</strong> indagare sulle <strong>di</strong>namiche delle successioni e <strong>di</strong> ovviare, seppure<br />

non senza un margine <strong>di</strong> errore, al limite temporale del turno del bosco. Nell’utilizzare questo<br />

tipo <strong>di</strong> metodologia, come si è visto, è però necessario tenere conto <strong>della</strong> <strong>di</strong>somogeneità e <strong>della</strong><br />

frammentazione dei siti forestali gestiti e del fatto che, in questi casi, la <strong>di</strong>scriminazione delle<br />

aree sorgenti e <strong>di</strong> conseguenza l’affidabilità del dato, possono <strong>di</strong>pendere in gran parte dalla scelta<br />

adeguata del modello <strong>di</strong> footprint.<br />

A questo si aggiunge, in conclusione, che l’approccio multimetodologico allo stu<strong>di</strong>o del ciclo del<br />

carbonio ha permesso <strong>di</strong> ottenere una visione più ampia dell’insieme dei fattori che influenzano,<br />

in misura <strong>di</strong>versa, le <strong>di</strong>namiche dell’ecosistema. Nel presente lavoro, l’integrazione <strong>di</strong> più meto<strong>di</strong><br />

quali l’analisi strutturale, le misure inventariali e le misure <strong>di</strong> flussi, insieme ai rilievi delle<br />

variabili micrometeorologiche, ha consentito <strong>di</strong> mettere in relazione i <strong>di</strong>fferenti aspetti del ciclo<br />

del carbonio, con i fattori, in prevalenza climatici e strutturali, che ne influenzano le <strong>di</strong>namiche<br />

dopo la gestione e nel tempo. Questi strumenti, applicati singolarmente, non sono in grado <strong>di</strong><br />

descrivere allo stesso modo la complessità <strong>della</strong> risposta <strong>della</strong> foresta alle variate con<strong>di</strong>zioni<br />

ecologiche provocate dal taglio e la comprensione <strong>di</strong> questa fase <strong>di</strong> evoluzione è <strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza per l’applicazione <strong>di</strong> una selvicoltura tesa sempre più alla conservazione <strong>della</strong><br />

rinnovabilità delle risorse forestali.<br />

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